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Autore: LalaMalfoy    23/12/2021    0 recensioni
Come sarà la vita dei figli del Bambino Sopravvissuto?
James, Albus e Lily vivranno vite normali e comuni, ma sempre sotto gli occhi del Mondo Magico che vuole scorgere in loro ciò che ha reso famoso Harry. Riusciranno a trovare la loro strada al di là di tutto quello che gli altri si aspettano? A trovare l'amore nonostante i gossip che girano su di loro?
Insomma, riusciranno a sopravvivere alla fama?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 James Sirius Potter
James attendeva con ansia il suo momento di andare a Hogwarts fin da quando aveva accompagnato per la prima volta Teddy al binario. Ricordava ancora l’espressione entusiasta e leggermente intimorita sul volto del suo fratellone, lo sguardo orgoglioso di Harry, Ginny e Andromeda, i saluti e le promesse di scriversi sempre.
Hogwarts era uno dei pochi luoghi magici in cui ancora non si poteva usare il cellulare – strumento che per quanto babbano aveva preso sempre più piede tra i maghi fino a diventare di uso comune quasi quanto lo era tra i babbani – per cui potevano sentirlo solo per lettera e lui aveva passato diverso tempo ad attendere il gufo di Teddy per sentire le sue mirabolanti avventure.

In quel momento però c’era lui pronto a salire sull’espresso, sarebbe stato lui a scrivere a casa raccontando ai suoi fratelli delle sue avventure e cercando di celare ai genitori le marachelle combinate. Era lui che quella sera avrebbe indossato il cappello parlante e sarebbe stato smistato a Grifondoro – perché James era più che sicuro che era quella la casa per lui, non per una questione di famiglia, solo per quello che era il suo carattere – e dal giorno dopo avrebbe fatto conoscere a Hogwarts i suoi scherzi.

Un po’ lo preoccupava il suo cognome. Lui era James Sirius Potter e tutti si aspettavano qualcosa da lui, sapeva che sarebbe stato sotto i riflettori dal momento esatto in cui avrebbe messo piede su quel treno e a lui la cosa non dispiaceva più di tanto, ma voleva essere sotto i riflettori per qualcosa che aveva fatto, non perché era il figlio di Harry Potter.

Sì, si disse osservando Lily accoccolata tra le sue braccia e Albus, sul sedile oltre quello della loro sorellina, che guardava fuori dal finestrino, devo organizzare qualcosa che mi faccia conoscere come James Sirius, niente cognomi, solo e semplicemente io. Doveva farlo anche per loro, perché quando fossero arrivati a Hogwarts gli studenti già sapessero che non erano tre copie dei loro genitori e che fossero più aperti ad imparare a conoscerli per chi erano.

“Sei preoccupato Jay?” gli chiese la madre

“Preoccupato? Io? Quando mai?” chiese facendo ridere Lily tra le lacrime – ancora non aveva accettato di vederlo partire e ancora di più il fatto che non avrebbe potuto andare con lui – “Sto organizzando il primo scherzo della mia carriera scolastica”

A quel punto anche Albus si concesse un piccolo sorriso e lui gli fece l’occhiolino ignorando i rimproveri e le raccomandazioni che sua mamma aveva già iniziato a snocciolare.

“Guarda che zio George mi ha raccontato che ti hanno promesso una tavoletta del water di Hogwarts” disse interrompendo il monologo di Ginny e facendo scoppiare a ridere Harry che per un attimo torno con la mente ai suoi undici anni e al suo primo viaggio sull’espresso.

“Zio George deve solo sperare che io non lo uccida” mormorò Ginny

“Arrivati!” esclamò Harry finendo di parcheggiare e scendendo per primo per tirare fuori il baule di James dal bagagliaio

Lo caricarono su un carrello e subito Lily ci si sedette sopra mentre James e Harry lo spingevano e Ginny e Albus chiudevano la fila. Raggiunsero la barriera e Harry disse “Lils, scendi da lì e prendi la mano della mamma” poi si scambiò uno sguardo con il maggiore dei suoi figli e insieme corsero verso il muro di pietra.

Dall’altro lato del muro James scorse una scena che era ormai familiare ma non gli era mai sembrata tanto bella come quel giorno e mentre i gufi tubavano richiami, i gatti correvano tra le gambe dei padroni e studenti di ogni età salutavano familiari e genitori lui si diresse senza esitazione alla ricerca del suo migliore amico.

Fred Weasley Junior si stava facendo aiutare dal padre a caricare il baule su uno scompartimento vuoto mentre Roxanne e Angelina li guardavano sorridenti. La famiglia Potter si avvicinò a loro senza esitazione e i due undicenni si scambiarono il solito saluto che avevano inventato da bambini con una sequenza di strette di mano diverse che non avrebbero mai dimenticato.

“Hogwarts ci aspetta” esclamò James mentre anche Harry caricava il baule del figlio

Ginny e Angelina chiacchieravano tra loro mentre Lily, Roxanne e Albus stavano confabulando qualcosa.

“Grifondoro ci aspetta” lo corresse Fred facendogli l’occhiolino, anche lui era convinto di essere destinato a quella casa

Il fischio del treno li raggiunse all’improvviso e i due si affrettarono a salutare le famiglie prima di salire sul treno. James abbracciò sua mamma e suo papà che gli
promisero di scrivergli spesso, salutò Lily con un bacino sul capo e un abbraccio stritolante – lei gli sarebbe mancata più di tutti – e scompigliò i capelli di Albus per infastidirlo come amava tanto fare.

Stava per salire quando Teddy arrivò da loro di corsa, quasi incespicando nei suoi stessi passi e cadendo.

“J- Jay, aspetta” lo fermò col fiatone che gli rendeva difficile parlare “Devo darti una cosa”

Lo allontanò leggermente dal gruppo e gli mise tra le mani una vecchia pergamena ormai ingiallita “L’hanno creata mio papà e gli altri Malandrini”

“Quindi anche il nonno!” esclamò James per poi ascoltarlo spiegare il funzionamento di quel piccolo tesoro

“Ma è fantastico!” gridò James con gli occhi illuminati dalla nuova scoperta facendo ridere Teddy

“Harry me l’ha data al mio primo anno dicendomi di farne buon uso, quindi mi raccomando fanne buon uso” gli fece l’occhiolino “E ora va’ o perderai quel treno”

Albus Severus Potter
Era passata almeno un’ora dalla partenza del treno e Albus non aveva fatto molto più che osservare in silenzio il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino e ascoltare le chiacchiere infinite di sua cugina Rose. Adorava sua cugina, moltissimo, era la sua migliore amica, e di solito lo divertivano la sua parlantina infinita e il suo modo di fare alquanto particolare. In quel momento però tutto quello a cui riusciva a pensare erano le parole di suo padre.

Vorrà dire che la casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta

Quello di finire a Serpeverde era un dubbio che col passare dei mesi che lo avevano separato dal suo primo anno l’aveva preoccupato di più. Suo fratello era il perfetto Grifondoro, il cappello parlante non aveva avuto esitazioni prima di assegnarlo a quella casa e nessuno si aspettava che ne avesse. Lily, per quanto fosse ancora piccola per dirlo e sicuramente avessi aspetti del carattere che potevano assegnarla ad altre case, sembrava sulla strada giusta per seguire le orme del fratello maggiore.

Quanto a lui però? Amava leggere, conoscere e scoprire e per un po’ si era chiesto se non fosse Corvonero la casa più adatta a lui, ma poi si era resa conto che non era così. non aveva la sete di conoscenza che vedeva in Molly, lei si che quella sera sarebbe stata sicuramente smistata in Corvonero.

Aveva sicuramente alcuni tratti che lo avrebbero visto bene in Grifondoro, dopo tutto aveva i geni e in parte il carattere dei suoi genitori, ma non era sicuro che fosse quella la sua strada. Era per quello che le prese in giro del fratello dell’ultimo periodo l’avevano colpito tanto.

Davvero in importava? I suoi genitori l’avrebbero amato allo stesso modo qualunque fosse la sua casa? Certo che sì, li conosceva e ne era sicuro? E gli zii? I nonni? Il commento di zio Ron di quella mattina era sincero o una delle sue solite battute? Era sicuramente sincero perché se c’era una cosa che in quella famiglia abbondava quella era sicuramente l’amore.

Ma lui? Lui avrebbe accettato qualsiasi decisione del cappello parlante? Sarebbe stato in grado di accettarsi come Serpeverde?

“Vado in bagno” disse alla cugina “Devo anche mettermi l’uniforme”

In realtà doveva più che altro prendere un po’ d’aria e sperava anche che la passeggiata potesse schiarirle un po’ le idee, ma questo non era il caso di dirlo alla cugina. Non se la sentiva di parlarle dei suoi dubbi in quel momento.

In corridoio camminò velocemente, raggiunse il bagno e indossò l’uniforme. Uscendo voltò l’angolo senza guardare e si scontrò con un ragazzino dai capelli biondo platino, chiari almeno quanto i suoi erano scuri, e gli occhi azzurri.

“Non ti ho visto” gli disse scusandosi con lo sguardo

L’altro fece spallucce “Stavo correndo”

“Sei Scorpius Malfoy, vero?” gli chiese “Ti ho visto prima in stazione”

“Sì, tu invece sei Albus Potter” rispose lui “A te ti si vede un po’ ovunque”

Albus scurì lo sguardo a quell’affermazione. Non gli andava che i giornali parlassero di lui, che le persone ipotizzassero i suoi modi di fare e il suo carattere, non gli piaceva per nulla entrare in un posto e incontrare solo persone che si aspettavano qualcosa da lui.

James aveva messo bene in chiaro a tutta Hogwarts che dovevano ammirarlo per il suo essere scaltro, sagace, con una mente portata per gli scherzi ma al tempo stesso immensamente intelligente per quanto lo studio non fosse affatto il primo dei suoi pensieri. Aveva fatto capire a tutta Hogwarts che lui non era suo padre e che, per quanto gli volesse bene e tenesse a lui, non lo sarebbe mai stato.

Lui sarebbe mai riuscito a fare lo stesso?

“Non lamentarti, anche di me parlano” scosse la testa Scorpius “Almeno i commenti su di te sono positivi”

“Anche troppo a volte” sbuffò lui “Hanno tutti un sacco di aspettative che io non voglio dover soddisfare” disse per la prima volta ad alta voce

“E allora non soddisfarle” rispose Scorpius

“Ti va di accompagnarmi?” gli propose poi concedendogli un piccolo sorriso “Sono alla ricerca della signora del carrello. Sto morendo di fame e mio papà ha detto che i suoi dolci sono squisiti”

“Mi sembra un’idea fantastica” sorrise Albus seguendo quello che si prospettava essere un nuovo amico attraverso il corridoio

Diverse ore dopo fu proprio la consapevolezza che avrebbe avuto un compagno di avventure e quella sua frase, quel ‘e allora non soddisfarle’, a convincerlo che forse Serpeverde dopotutto poteva essere davvero il posto per lui.

Lily Luna Potter
Lily Luna Potter era sfacciata. Era anche molte altre cose, certo ma quella era una caratteristica che stupiva tutti coloro che incontrava, un aspetto del carattere che, si diceva, aveva preso dalla sua madrina.

Quando quel ragazzo quindi l’aveva esasperata con le domande su suo padre lei aveva deciso che non aveva senso trattenersi solo per fare bella figura il primo giorno di scuola, aveva messo le mani sui fianchi in una perfetta imitazione di sua mamma e sua nonna, aveva alzato lo sguardo per poterlo osservare negli occhi – il ragazzo doveva essere almeno del quinto anno visto che era grande e grosso – e gli aveva detto

“Sai, ti sei messo la camicia storta. Te lo dico solo perché tu ne sia informato”

L’intero corridoio, che da diversi minuti ormai ascoltava al conversazione – o sarebbe meglio dire le domande a senso unico del ragazzone che nel vedere quel volto dolce e ancora un po’ infantile aveva sperato nelle risposte che i suoi fratelli maggiori non avevano mai dato –, era scoppiato a ridere.

Il ragazzone avrebbe voluto risponderle per le rime, ma lei si era limitata ad aggiungere “Non vorrei mai che la McGranitt ti togliesse dei punti”, voltarsi facendo mulinare i lunghi capelli rossi e allontanarsi seguita da Hugo in direzione dello scompartimento in cui Lucy li stava aspettando con sua sorella.

“Sai vero che ti adoro, cuginetta?” le chiese Hugo con un sorriso divertito stampato in volto e lo sguardo che brillava per il divertimento

“So di essere la tua cugina preferita e tua migliore amica, sì” gli rispose lei facendogli l’occhiolino, poi lo prese sottobraccio e raggiunsero definitivamente lo scompartimento in cui erano attesi senza più fermarsi.

“Ce ne avete messo di tempo” esclamò Lucy vedendoli entrare “Ti cercavano”

Era seduta di traverso in modo che le gambe stessero stese sul sedile e davanti a lei c’erano Molly, James e Fred, la prima seduta composta mentre gli altri due decisamente meno. L’ultima frase era rivolta a Lily che si voltò a guardare il fratello inarcando un sopracciglio per capire cosa volesse.

“Non posso informarmi su come va il primo viaggio della mia sorellina?”

“Certo” gli rispose lei “A meno che non diventi iperprotettivo come fai certe volte” concluse poi sfidandolo con lo sguardo

“Dov’eravate finiti?” chiese lui ignorando l’ultima frase di Lily

“Lils ha pensato fosse il caso di avvisare un povero malcapitato che aveva la camicia storta. Davanti a tutto il corridoio” raccontò Hugo ridendo

“Hug!” lo rimproverò l’amica fulminandolo con lo sguardo “Ho solo detto la verità e poi non era un povero malcapitato, io volevo lasciarlo perdere ma lui non la smetteva di farmi domande. Era snervante”

“Su papà?” le chiese James comprensivo

“No, sul bracciale delle Holyhead Harpies” alzò gli occhi al cielo lei mostrandogli il polso destro.

Lily Luna era anche sarcastica, ma questo l’aveva decisamente ereditato da suo fratello Albus e in parte anche da James. Non sapeva a quale dei suoi genitori si abbinasse meglio l’aggettivo sarcastico ma entrambi avevano usato quell’arma diverse volte.

“Chi era?”

“Non ne ho idea” rispose lei facendo spallucce “E anche se lo sapessi non te lo direi perché so che andresti a dirgli qualcosa e io non ho bisogno di una guardia del corpo. Ho già avvisato sia te che Al”

Sfacciatamente sincera, cosa che spesso e volentieri la metteva nei guai, ma che richiedeva una sorta di coraggio totalmente particolare e struggente che le fece guadagnare di diritto il suo posto al tavolo di Grifondoro.
   
 
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