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Autore: ciarlot    10/01/2022    1 recensioni
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Ti perderò.
****
Snoke è morto.
Kylo Ren è solo e respinto.
Rey è andata via.
Questa storia è il mio personale "what if". Cosa succede dopo l'episodio VIII?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey, Rose Tico
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come dovrei chiamarti?

Non lo so. È importante?

Voglio che tu abbia un nome.

Non sono Ben, lo sai

Sì. Non lo sei più. E chi sei allora?

Non adesso Rey. Non adesso.


 

When the sun rises silver
If it rises at all
Meet me there across the water
And we'll start an endless storm

Rain falls in love

- Billie Marten "Heavy weather"


 

Piove la mattina dopo. E fa freddo fuori.

Il chiarore grigio delle lente giornate pervase d'acqua, che sembrano non finire mai, sempre uguali.

 

Dentro.

I miseri bagagli ancora da disfare.

Il fuoco quasi estinto nel camino.

I vestiti sulla panca. Le stoviglie sul tavolo da ieri sera.

Il vento che si infiltra nelle fessure e soffia, fa un giro in mezzo a noi, bisbiglia e poi esce di nuovo.

Le ante che tremano al ritmo del suo alito ghiacciato.

L'umidità del capanno, tenuta fuori dalle coperte.

Quell'ora dolcissima della mattina in cui ti riscaldi sotto i panni, li tiri su fino al naso e ti raggomitoli per godere il momento.
Quando manca poco alla sveglia, ma resti lì ancora un po', un altro po'.

 

Fuori.

Il ticchettio della pioggia sulle lastre del tetto.

Rumori di ciottoli. Di legno che viene spezzato, di cose trascinate.

Di onde, che si infrangono in lontananza, e canne secche, appese agli alberi, che cantano.

Il fruscio dei campi, distese mobili, fluttuanti come oceani di erba argentata.

Più in là, attrezzi che stringono, raddrizzano, aggiustano.

Brontolii e cinguettii. I linguaggi degli unici amici che le ho concesso di portare.

Rumori, al posto del silenzio.


 

Sotto.

Il calore della pelle. Il ponte che ho attraversato per incontrarlo.

Il respiro costante e profondo, che solleva il petto e le spalle.

Gli occhi chiusi, che riposano finalmente, dopo tante notti insonni.

La sua maglietta nera, con il bordo leggermente consumato.

Il profumo di erbe secche, raccolte l'anno prima, e deposte tra le lenzuola. Si sente l'odore lontano della breve estate.

Le sue mani calde che mi cercano, e io che mi faccio trovare.

 

Sotto.

I suoi sogni agitati.

La ascolto, parla nel sonno. Resta qui, dice. Un altro po'. Non andare.

Stringe le labbra, fanno una smorfia. Le bacio. Sono mie.

La sua presenza. Il peso leggero di fianco a me.

I movimenti liberi nel sonno. Quando occupi tutto lo spazio e pensi di essere da solo nel letto.

Invece no, girandoti trovi la sua gamba. Il cuore sussulta perché, dopo una vita intera, finalmente c'è qualcuno con te. E ti giri dall'altra parte, felice.

Al mio risveglio sarà ancora lì. E domani. E il giorno dopo.


 

Ti accarezzo.
Piano, perché è un peccato svegliarti.
Dormi. Dormi ancora un po'.
Io intanto ti guardo.

La prima volta che ti ho visto ero terrorizzata.
Avevo paura che mi facessi del male. Mi stava per scoppiare il cuore.

Poi hai tolto la maschera. Non ero pronta, sai, a vederti.

Non sono riuscita a starti lontano dopo quella volta.
Ti cercavo.

Eri l'essere più bello e perfetto che avessi mai visto.

Guarda qui cosa ti ho fatto.
Ma stai guarendo.

 

Mi alzo, scivolando dal letto per non svegliarti. Sei rannicchiata in un bozzolo di coperte. E russi, quasi.

Qualcuno ha portato dell'acqua. Ne bevo una caraffa intera. È gelata.

Socchiudo lo scuro di legno e guardo fuori. In spiaggia si intravede il Falcon, e Chewie che vi traffica attorno. Il mio TIE.

Il cielo di Ahch-To questa mattina è di quelli spessi, color acciaio, che portano pioggia per giorni.

Resteremo qui per un po'.

Ravvivo il fuoco. C'è proprio freddo. Ti sveglierai congelata.

Torno a letto. Ci arrotoliamo in una spirale di pelle tiepida.


 

Quando apro gli occhi sei davanti a me.
È la prima volta. Insieme.
Allora non l'ho sognato. È vero.

Mi hai portato via.
Non ci sono connessioni qui.
Siamo noi due.

Mi sfiori la spalla con la punta delle dita. Pigramente. Ho i brividi.

Percorri le geografie dei tuoi luoghi con le mani.
Le mappe di amanti sperduti.

Ti allunghi per baciarmi.
Ho la bocca secca di te.

Quelle labbra. Le assaporo, mi immergo nella loro morbidezza.
Mi fai male quando ti stacchi.
Ne ho bisogno.
Torna qua.

Eccoti.
Di nuovo il velluto. Mi gira la testa.
Sorridi. Gira anche a te.

 

Sì.
Gira anche a me.

Mi piace da morire perdere il controllo.

Vagare senza meta con il sapore di te in bocca. Sentirmi inconsistente, solo elettricità. Quando invece sono sempre stato un peso, anche per me stesso.

Non mi basta mai. Amo avere bisogno di te, che supplichi, che mi vuoi ancora. Non hai mai detto queste parole, ma lo so.

L'ho sentito quella sera, alla fonte.
Se mi staccavo da te, tremavi di desiderio.

Era difficile da credere che mi volessi. Dopo tutto il male che ti avevo detto.

Poi mi hai fatto vedere. Non puoi sapere come mi hai fatto sentire.
Non puoi.


 

Invece posso.

Anche tu mi hai fatto vedere.

Oh... quante volte ho pensato a tutto quello che volevi fare con me... e ho iniziato a volerlo anche io.

Quella sera. E' bastata una sera.

I tuoi gesti amorevoli hanno cambiato tutto.
Sei venuto a salvarmi e mi hai sconvolto la vita.

Perché siamo uguali.
L'ho capito in quel momento. Da allora non ho fatto che pensarti.
Eri la mia ossessione.

Ti sentivo nel capanno.
Eri con me, sempre.
Mi giravo convinta di vederti.
Mi muovevo come se tu mi guardassi.

Mi mancavano le tue parole, dure e precise.

 

Sì, siamo uguali.
Due, e uno.

Due, e uno.


 

Restiamo abbracciati dopo l'amore. Lei trema. Con gli occhi chiusi, come se il piacere le faccia male. O sia insostenibile. La tengo stretta, la riscaldo. Sarà sempre così? Mi potrei abituare ad ognuna delle sue piccole debolezze. Voglio conoscerle tutte. E prenderle dentro di me.

Ma lei è già entrata dentro di me, tanto tempo fa. Quando ancora non mi voleva. Allora era stata una sconfitta brutale, la forza non poteva nulla. Era frustrante. Là nella sala del trono, quando ero convinto che si sarebbe unita a me. Ero stato cieco. Presuntuoso. Stupido.

Ero sicuro di essere rimasto solo. Per l'ultima interminabile volta.

Invece eccola qui. Tra le mie braccia. So di essere il suo nido. Grazie, mia testarda scavarifiuti. Grazie.

Un tuono fortissimo scuote l'isola. Poi un altro. E' ancora mattina presto, ma il cielo diventa blu scuro, si rabbuia. 

Lei si alza, tirandosi dietro il panno. Prende la mia mano e andiamo a vedere.
 

Guardare fuori dalla finestra mentre scoppia un temporale .

 

Adoro la pioggia.

Ti ho portato qui apposta.


https://youtu.be/Zht4w8ghrVE









Heavy weather, di Billie Marten

 

When the sun rises silver
If it rises at all
Meet me there across the water
And we'll start an endless storm
Rain falls in love
Rain falls in love

Together we walk the English winter
So caught up in one another
Because if we're under thunder showers
The rain is ours and we are lovers
Heavy weather

Come on lightning try to strike us
We might be frightened but we won't run
We'd be so happy if we were fearless
And in the darkness we will become
Rain falls in love
We fall in love
Together we walk the English winter
So caught up in one another
Because if we're under thunder showers

The rain is ours and we are lovers
Heavy weather
Heavy weather, heavy weather, heavy weather
Heavy weather, heavy weather, heavy weather, heavy weather
Heavy weather

Together we walk the English winter
So caught up in one another
Because if we're under thunder showers
The rain is ours and we are lovers
Together we walk the English winter
So caught up in one another
Because if we're under thunder showers
The rain is ours and we are lovers of
Heavy weather
Heavy weather
Heavy weather
Heavy weather


Mappe di amanti sperduti. La frase che ho usato. E' il titolo di un passo a due della MMCDC di Michele Merola. Magnifici. 
Le musiche, interpretate da L'Arpeggiata, sono madrigali di Monteverdi, del 1600.

https://youtu.be/NngPtoy4w2M
 

 

   
 
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