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Autore: Faust    22/01/2022    2 recensioni
Vi racconterò della morte di Xena, e della disperazione di Gabrielle. Del Dio della Guerra che provò a separarle e della Dea dell'Amore che provò a riunirle. Molti Dei e molti Demoni si intrecciano in questa storia, ma anche molti eroi. Ascoltate quindi con attenzione, perché sarà l'unica volta che sentirete questo racconto. Il racconto di due guerriere con una sola anima e dell'eroina più nobile fra gli eroi, che un'anima non l'aveva affatto.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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10 racconti 2


10.




-Vieni.- Xena la colse di sorpresa, aprendo la porta e rientrando in casa.
-Sì.- Sospirò, erano quarant'anni che non si vedevano. Lei sapeva tutto dell'aedo, ma chissà cosa avrebbe pensato o provato l'altra, vedendola.
Pregò di non spaventarla.
Varcò la soglia e alzò lo sguardo a cercare quello di Gabrielle, fermandosi sull'uscio, dubbiosa.
-Einai!- La chiamò la bionda sorridendole e alzando le braccia verso di lei, mentre la donna in armatura la raggiungeva rapidamente, inginocchiandosi e rispondendo all'invito di quell'abbraccio.
-Mi sei mancata tantissimo Gabrielle.- La strinse a sé, cercando di non ferirla con la corazza.
Non pensava che avrebbe provato tutto quel dolore, rivedendola. Le tremavano le mani e tratteneva a stento le lacrime, non si era resa conto di quanto le fosse effettivamente mancata.
-Anche tu.- Le rispose la bionda, accarezzandole i capelli umidi.
Avvertiva la sua tristezza e la sua paura, ma sentiva anche la sua felicità e la consapevolezza che avrebbe smesso di soffrire.
-Non succederà oggi.- Le sussurrò per rassicurarla, baciandole la fronte, mentre l'aedo annuiva.
-Farà male?- Chiese la bionda
-No.- Le sorrise tristemente -Non sentirai nulla.-
-Devi raccontarmi un sacco di cose...- Sorrise di rimando, cominciando a piangere -Ma prima togliti l'armatura, sei fradicia di pioggia.-


Xena le prestò una veste e Einai poté posare la corta tunica bianca, che portava sotto l'armatura, accanto al caminetto, prendendo poi posto di fronte a Gabrielle, sulla sedia che la donna aveva fatto preparare per lei, mentre la compagna si cambiava nella stanza accanto.
La bionda la guardava, senza parlare.
-Sì, funziona ancora.- Le rispose Einai -Hecate non ha potuto fare di più.- Era a disagio con quegli abiti, non ne aveva mai indossati di simili.
-Ti ho pensata tanto in questi anni.-
Il simulacro annuì, sorridendo -Anche io.- Ogni mattino, appena i suoi pensieri si riversavano nella sua mente e finché non ne perdeva il filo, ogni notte.
-Mi sarebbe piaciuto poterti incontrare...Prima.-
-Anche a me.-
-Perché Hecate ha preso questa decisione?-
-...Non...- Non sapeva come dirlo senza provare imbarazzo -Non avevo altro per ripagare il mio debito con lei.- Poi aggiunse -Mi ha permesso di vivere, e di vivere anche in tua assenza, ma ha un umorismo molto perverso... Non potendo eliminarti dalla mia mente, perché non sa cosa mi permetta di essere così, ha deciso di eliminarti dalla mia vita.- Fece una pausa -Essere qui, oggi, è una sua concessione. Se avessi trasgredito le regole e ti avessi incontrata prima non avrei avuto questa possibilità.-
-Stai dicendo che dopo la mia...- Si schiarì la voce -C'è la possibilità che sia il nostro legame a renderti...Te?-
-C'è la possibilità- Ripeté -Hecate non ne è mai venuta a capo.-
-Ma è crudele costringerti a venire qui sapendo questo!-
-No, no, io...L'ho chiesto io.- Distolse lo sguardo -E non me ne pento...Non voglio che tu soffra e non voglio tornare a recuperarti agli Inferi perché Michele ha sbagliato qualcosa...Così è più sicuro.-
-Ma cosa ti accadrà dopo?-
-Non lo so.- 
-A noi non è più successo, Ares ha usato sempre lo stesso metodo per creare altri corpi per Xena e...-
-Anche Hecate ha fatto molti esperimenti, utilizzando lo stesso rituale, ma ha ottenuto solamente i risultati previsti. L'unica differenza è che Ares ha usato un condensato dei tuoi ricordi di Xena per creare me, pensando che fossi la sua anima- Si strinse nelle spalle, sorpresa di essersi rivolta a sé stessa in quel modo.
Lesse la domanda nella mente della donna e le rispose -Non morirei comunque, credo. Penso che nella peggiore delle ipotesi perderei la mia coscienza e tornerei ad essere un Golem come gli altri.-
Gabrielle la guardò dubbiosa, preoccupata, tutt'altro che sollevata da quella risposta. Non era molto differente dal morire.
-Se rimandassimo? Forse ci sarebbe tempo per trovare una soluzione.- Disse di getto l'aedo.
-Non è possibile. Succederebbe comunque.- Si aspettava quella reazione -Ma sarebbe impossibile evitarvi l'aldilà e i rischi di una eventuale nuova disputa.-
Il bardo annuì, ma il simulacro poteva sentire che stava ancora cercando un' alternativa, una soluzione per non metterla in pericolo. -Gabrielle, non serve.- La ammonì vagamente, tornando a guardarla negli occhi.
-Come puoi arrenderti così facilmente?! Deve esserci un modo, almeno per te.-
-Non c'è. Sono quarant'anni che cerchiamo una soluzione e Hecate è la massima autorità in materia. La Dea della Morte sa tutto su anime e spiriti, quattro giorni non...- S' interruppe, sentendo la sorpresa in Gabrielle.
-Scusa, non volevo dirtelo così...- Abbassò nuovamente lo sguardo mordendosi il labbro inferiore, arrabbiata con sé stessa per essere stata così brusca.
-Quattro giorni...?-
-Sì.-
L'aedo restò in silenzio per qualche secondo -Temevo meno.- Avrebbe avuto modo di sistemare le proprie cose, giocare con i nipoti, passare molto tempo con Xena e magari ricontrollare le ultime pergamene.
Il simulacro si sentì vagamente sollevato, Gabrielle sembrava stesse prendendo la questione meglio del previsto.
-Dimmi una sola parola Einai e faremo di tutto per trovare un altro modo. Se non io, Xena.-
-Ti ringrazio veramente molto, ma va bene così.-
-Quando comincerai a notare il tuo valore?- La rimproverò l'aedo.
-Lo farò, se avrò un seguito.-
-Possiamo veramente fidarci di Hecate?- Non aveva una grande opinione degli Dei. Anche se voleva bene ad Aphrodite non poteva negare che avesse una spiccata nota egoistica.
-E' sempre stata premurosa nei miei confronti.- Tornò a distogliere lo sguardo e a posarlo sul pavimento -Le devo molto.- Credeva che la divinità la considerasse poco più di un animale domestico, ma aveva sempre avuto un occhio di riguardo e tanta pazienza con lei.
-Davvero?-
-Sì, si è presa cura di me molte volte.- Lo sguardo dell'aedo cadde sulla spalla del simulacro, segnata da sottili crepe più chiare, prima che quest'ultima la coprisse rapidamente con la mano, in imbarazzo -Mi dispiace che ti abbiano turbata, coi miei soliti vestiti non si vedono, mi dispiace.- Ripeté, quasi mortificata.
-Scusami, non avrei dovuto...Hai mai cambiato corpo?- A Xena era servito tre volte, con enorme disappunto suo e di Ares.
-No. O meglio, anche se era il caso ha sempre preferito non rischiare e...Aggiustarmi.- Abbassò lo sguardo prima di cercare un argomento di conversazione per lei meno umiliante. Non le piaceva utilizzare termini riservati agli oggetti, ma non sapeva come altro rivolgersi a sé stessa. -Ho imparato a combattere.- Accennò un timido sorriso -Ho viaggiato molto, sono stata anche nella terra di Jappa per qualche anno.- La guardò, non era un ricordo felice e cambiò immediatamente discorso -Sono stata anche in India...Ho assaggiato il cibo.- Ricordò, perplessa.
-E com'è stato?- Si risollevò l'aedo, vedendo quell'espressione inaspettata sul volto dell'altra.
-Strano!- Rise -No, davvero, buono...Ma è più la fatica del beneficio!- Il problema era sbarazzarsi di quanto ingoiato, una volta perso sapore.
-Immagino di sì.- Ridacchiò con lei.
Xena era sempre stata golosa e non aveva perso l'abitudine di mangiare nemmeno dopo. Continuava a pensare che ne valesse la pena.
-Hecate ogni tanto mi dà degli incarichi...Di là.- Sollevò gli occhi e inclinò il capo -Ma niente di troppo pericoloso.-
-Com'è...?- 
-E' molto diverso, ora.- Si distrasse a guardare il fuoco. -E' separato in tre...Piani. Netti. Non è più così facile che i dannati rubino le anime. In mezzo c'è il Purgatorio, uno spazio dove chi si è macchiato di colpe non esageratamente gravi passa un periodo di pentimento e purificazione, prima di poter entrare in Paradiso. Ho incontrato Solan, parecchio tempo fa.- Sorrise -Stava bene.-
-Xena sarà felice di saperlo- Sorrise anche lei.
-Ti ha detto cosa succederà...?-
-No.-
-Voi non andrete nell'aldilà...Passerete direttamente alla prossima vita.- Non sapeva esattamente come la pensasse la guerriera, ma non l'aveva contraddetta quando gliene aveva parlato.
Gabrielle annuì.
-Hecate mi ha dato il permesso di portare con me l'acqua del Lete...- Evitò di spiegarle il resto, l'aedo aveva già capito, conoscendo molto bene le leggende.
-E senza il tuo intervento...Come dovrebbe essere?-
Aveva sperato fino all'ultimo di evitare quella domanda -Mi hanno detto che il tuo cuore si fermerà.- Le salirono le lacrime agli occhi, non voleva che succedesse.
Altre volte si era ritrovata nella stessa situazione, in quegli anni, adempiendo i compiti affidatele da Hecate, ma non erano mai persone che conosceva, se non da qualche giorno appena -Se per voi va bene, mi occuperei delle vostre esequie...E di portarvi ad Anfipoli.-  
-Credo che dovremmo parlarne anche con Sophia...-
-Sì, certamente.- Si prese un secondo -Mi hanno detto anche che Aphrodite vorrebbe vederti...-
-Io...è da molto che non viaggio, Einai.- Le dispiaceva non poter salutare la Dea, ma non sapeva come fare.
-Sarebbe solo fino al tempio più vicino. Io e Xena potremmo portarti, se sei d'accordo- Sarebbero state poche ore di viaggio, con i loro ritmi.


Si erano incamminate di buon mattino, prima del sorgere del sole, dirette al tempio di Aphrodite.
Gabrielle si era riaddormentata tra le braccia di Xena e Einai la guardava con un sorriso dolce impresso sul viso.
-Sta sognando?- Chiese sottovoce la guerriera.
-Sì.- Rispose il simulacro.
-Cosa?-
-Un fabbro che batte dei ferri da cavallo. Probabilmente sente i tuoi passi.-
Xena alzò un sopracciglio, sorridendo divertita.
-Cosa pensi di fare?- Le chiese il Golem.
Si voltò verso di lei, tentennando per un secondo non capendo a cosa si riferisse, prima di intuirlo -Vado con lei.-
-Sicura?-
-Sì. Credo che non ci sarà mai un momento migliore, considerando che non morirei diversamente...- Non sarebbe morta di vecchiaia né di malattia e se avesse fatto attenzione a preservare la Pietra di Cibele, celata nel suo torace, avrebbe sempre potuto ottenere un nuovo corpo, almeno fino all'esaurirsi delle proprie ceneri, ma si sentiva incredibilmente stanca.
Tra le altre cose, di cui aveva già parlato con Gabrielle, la facilità degli scontri la annoiava e l'uso continuo della violenza era diventato irritante. Ogni volta sempre gli stessi pretesti, gli stessi sbagli e la stessa ignoranza e la sua pazienza si stava esaurendo. Forse era questo che comportava il "vivere troppo".
-Non sarà doloroso.- Intervenne Einai, cercando di interpretare il suo silenzio.
-L' hai già fatto altre volte?- Il simulacro le sembrava estremamente sicuro di quello che stava dicendo.
-Sì.-
-Quante?-
-Non lo so più.- Aveva perso il conto.
-Erano casi come il nostro?-
-Alcuni sì. Non siete le uniche anime..."Problematiche"- Sogghignò.
-Cosa fai per Hecate?- Voleva cercare di capirla. Dai racconti di Gabrielle le era sempre sembrata innocente come una bambina, eppure, durante il loro scontro nel bosco si era dovuta ricredere.
Cosa aveva vissuto in quei quarant'anni?
-Mh... Evito che chi non deve vada nell'aldilà, ogni tanto risolvo qualche problemino agli Inferi...Ma principalmente recupero oggetti.-
-Oggetti?-
-Artefatti. Simili alla Pietra di Cibele, ma con poteri magici propri. Tenerli sotto controllo evita una marea di problemi.-
-A proposito...Che fine farà?-
-L'Ago, intendi?-
Xena annuì.
-Se confermerai la tua scelta, e solamente in quel caso, lo riporterò a Roma. Ares ha contratto un debito con Cibele e la restituzione dell'oggetto è parte del loro patto.-
Si zittirono vedendo entrambe Gabrielle muoversi, cominciava a svegliarsi ed era il caso di fare una breve sosta, per colazione.
Mentre Xena accendeva il fuoco e riscaldava del latte per la compagna, la bionda parlava con Einai.
-Mi hai raccontato poco della tua vita in questi anni...Ti va?-
-Non so cosa dire, sei tu che ti occupi dei racconti.- Non era abituata a parlare tanto di sé
-Mi sembri così diversa dall'ultima volta che ti ho vista...- Non le ricordava praticamente più Xena. Ogni tanto, il modo di muoversi, ma niente di particolare.
-In effetti...Pur sapendo tutto quello che sapevi tu, non avevo la benché minima esperienza. Di niente...-
-Mi dicevi che viaggi.-
-Sì. Quando Hecate non ha richieste sono libera di andare dove voglio.- Le sorrise, sentendo il suo sollievo nell'apprendere che non fosse prigioniera.
-E che fai?-
-Sistemo i torti che vedo in giro, un po' come facevate voi due. Niente di così...Grandioso, però. Ogni tanto qualche villaggio mi assume per affrontare il signore della guerra locale, o qualche banda di briganti.- Sminuì -Per il resto, vedo posti nuovi e conosco culture differenti...- Aveva imparato molto nella terra di Jappa, ma voleva evitare di parlarne ancora, dopo aver visto la reazione della bionda il giorno prima. -Spesso sento la gente ripetere i tuoi racconti.- Sorrise orgogliosa.
-Davvero?- Non viaggiando da molto non sapeva che si parlasse ancora di loro.
-Sì! La settimana scorsa ero in Gallia e ho sentito raccontare la storia dell'oro del Reno!-
Continuarono a parlare per diverso tempo, anche dopo essere ripartite. Einai si era offerta di portarla per un po', dando il cambio a Xena. Per quanto resistenti, non erano immuni alla fatica.
La guerriera non riusciva a non provare un pizzico di gelosia, nel vederle assieme. Per quanto si fidasse di Gabrielle, sentirle bisbigliare e ridere tra loro era una cosa a cui non era abituata. Senza contare la simbiosi che le univa.


Raggiunsero il tempio in tarda mattinata.
Non era molto grande e decisamente non uno dei principali e sfarzosi, ma la Dea avrebbe dovuto accontentarsi. Non potevano rischiare di affaticare troppo Gabrielle.
Appena varcata la soglia, le sacerdotesse indicarono loro subito il Sancta Sanctorum, la stanza più interna e importante del tempio.
Aphrodite le stava attendendo, avvolta nella sua solita veste rosa e trasparente. Splendente come sempre.
Gabrielle fece appena in tempo a liberarsi dalla presa di Einai e a mettersi in piedi che subito la Dea la travolse, abbracciandola.
-Quanto tempo ragazze...- Salutò entrambe e lanciò di sfuggita un'occhiata diffidente al simulacro, che arretrò immediatamente di un paio di passi. Era un momento privato.
-Mi dispiace così tanto Gabrielle, potessi ti farei vivere per sempre.- La divinità iniziò a piangere, perdere la sua migliore amica era un dolore terribile.
-Ti ringrazio Aphrodite, è un pensiero dolcissimo.- Sorrise l'aedo, anche lei commuovendosi.
-Dovrai trovare qualcun altro da far impazzire, d'ora in poi.- Aggiunse Xena.
-Nah, so bene che ti farai pregare, ma poi cederai come sempre.- Sorrise l'immortale.
-Aphrodite...Vedi...Anche Xena...- Intervenne l'aedo, titubante.
La Dea rimase in silenzio per qualche secondo -Stai scherzando? Lei non può morire.-
-Ares una volta mi ha spiegato che se un mortale ricevesse i poteri di una divinità...Non sarebbe capace di gestirli. Io non sono nata per vivere in eterno, Aphrodite.-
-Oh, voi e la vostra fissazione di fare la cosa giusta!- Sbottò la Dea, voltandosi e dando loro le spalle -Spero che almeno ci abbiate riflettuto a dovere.- Tornò a guardarle, supplicando con lo sguardo Gabrielle, che si volse a guardare a Xena.
-Decisione presa.- L' idea di potersi reincarnare assieme alla sua compagna, come dettole da Einai, aveva sciolto ogni riserva. Sarebbe stato solo come cambiare corpo. Nuovamente.
La Dea sospirò -Allora il mio regalo d'addio sarà per entrambe.- Mosse rapidamente le mani davanti ai loro visi -Con queste parole vi voglio donare, la perfezione, fino al giorno finale.- Un lieve bagliore dorato le avvolse e subito le due donne si sentirono più tranquille e felici.
-Grazie mille Aphrodite.- L'aedo l'abbracciò con trasporto e, volente o nolente, la Dea non poté sottrarsi.
-Mi mancherai Gabrielle.- Sciolse l'abbraccio e poi strinse a sé Xena -Anche tu mi mancherai.-
-Anche tu, Aphrodite.- La guerriera sorrise e poi si liberò dalla presa della divinità -Chissà, magari ci rincontreremo.-
-Magari.- Sorrise la Dea. -Ora sparite o mi si scioglierà tutto il trucco! Via da qui! Andate a divertirvi!-


Uscirono tutte e tre, rapidamente, dal tempio.
Gabrielle non sentiva più dolore alle articolazioni e camminare fino all'uscita non era stato un problema, con enorme piacere da parte di Xena, contenta di vederla stare bene.
Il sole splendeva limpido e l'aria pungente dell'autunno era stata sostituita da una tiepida brezza primaverile di cui l'aedo si riempì i polmoni, respirando il più profondamente possibile. Si sentiva felice e leggera, come non le succedeva da molto.
-Torniamo a casa, ho voglia di pescare!- La guerriera prese in braccio la compagna, improvvisamente, e, dopo essersela messa sulle spalle, partì di corsa, mentre Gabrielle gridava: -Galoppa Argo!-
Einai rimase ferma per qualche secondo allibita dal comportamento così diverso delle due donne, prima di cominciare a rincorrerle per non farsi distanziare troppo, divertita a sua volta.


****

Note dell'autrice: 

Grazie per aver letto fin qui e grazie mille per le recensioni! Continuate a farmi sapere cosa ne pensate, anche con poche parole.
Colgo l'occasione per ringraziare oscuro_errante per essere ancora la mia fedele Beta Reader. Grazie mille!
A sabato prossimo.

P.S. Nella mia bio trovate il mio contatto facebook. Se volete chiacchierare o fare domande, non esitate!






   
 
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