Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Costantine    22/05/2005    3 recensioni
'...PG non riuscì a distogliere lo sguardo: stava osservando uno dei visi femminili più grotteschi che avesse mai visto. Una linea irregolare correva giù dalla guancia sinistra in un’irosa cicatrice rossastra, che le piegava all’insù il labbro costringendola a sorridere con metà bocca. Mentre la ragazza osservava la sua reazione anche l’altro lato della bocca si piegò in un sorriso. Gli occhi neri come la notte erano molto distanti l’uno dall’altro e le sopracciglia scure si univano sopra un naso dritto, l’unico lineamento perfetto di quel volto. Quando PG si accorse che lei si stava divertendo alle sue spalle, distolse lo sguardo, leggermente imbarazzato...'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

III CAPITOLO
Ricordi



Grazie a marylu e Aerya ke continuano a seguire la ff… Scusate per il ritardo!

Il cuore di Vittoria perse un colpo quando lei infilò la chiave di casa nella toppa.
Respirando a fondo varcò la soglia seguita da Andrea che era pronto a farle da sostegno morale. Le labbra della ragazza si piegarono in un sorriso di gioia mentre sfiorava i mobili dell’ingresso. Andrea aveva fatto un bel lavoro: la casa, nonostante fosse disabitata da tre anni, risplendeva tanto era pulita.

- Grazie- mormorò all’indirizzo dell’amico.

Andrea sorrise compiaciuto non tanto per il complimento quanto per l’espressione di Vittoria. Gli faceva una gran tenerezza quella ragazza dai lineamenti sfigurati che mostrava di avere una forza interiore incredibile. Lui l’ammirava con tutto se stesso. Non l’avrebbe mai lasciata sola.
Mai.

- E’ tutto quello che la mia signora sa dire? Ho trattato quelli delle pulizie come degli schiavi per due giorni interi… non mi stupirei se mi citassero per sfruttamento…

- In tal caso assolderei uno dei miei killer migliori per farli tacere per sempre- fece Vittoria con aria minacciosa.

Andrea si finse turbato. – Con la violenza non si risolve niente- la ammonì.

- Hai ragione- assentì la ragazza. – Allora dovresti marcire in prigione, picciotto.

Andrea sorrise costatando che Vittoria dopo l’incidente si serviva del sarcasmo e dell’ironia per affrontare i problemi. La sua ammirazione cresceva ogni volta che poteva parlarle.
- Ripensandoci ho sempre approvato i tuoi metodi. Ti accompagno in camera così disfiamo i bagagli e poi ce ne andiamo un po’ in giro per il paese.

Vittoria annuì, pensierosa. Mentre si dirigeva verso la scalinata che portava alle stanze da letto, la sua attenzione fu attirata da una porta in fondo al corridoio. Sentì un nodo che le stringeva lo stomaco e fu costretta a fermarsi. Quella era la stanza che un tempo amava più di tutte.
Un tempo…
Doveva entrare. Se voleva dimostrare a se stessa il coraggio di cui intimamente tanto si vantava.
Quando Andrea le sfiorò un gomito si riscosse dai suoi pensieri. Lui la guardava con aria preoccupata, incerto sul da farsi.

- Vai in camera, ti raggiungo tra poco- gli disse, sforzandosi di sorridere.

Andrea annuì senza fare nessuna domanda. – Mettici tutto il tempo che ti occorre- si limitò a dire.

Vittoria aspettò che l’amico avesse girato l’angolo prima di posare una mano sulla maniglia. Un brivido le scosse tutto il corpo.
Maledizione! Non sono una vigliacca!
Con decisione aprì la porta e fece un passo avanti. Respirando a fondo si guardò attorno: tutto era rimasto tale e quale dall’ultima volta in cui c’era entrata. Con passi incerti si spinse fino al centro della stanza poi si sedette sul pavimento freddo. Il suo sguardo si posò prima sul lettore CD in un angolo, poi sulla sbarra di legno attaccata al muro infine sull’immenso specchio che rifletteva la sua immagine.
Una sala da ballo.
La sua personale sala da ballo.
Chiuse gli occhi sfibrata e si lasciò sommergere dai ricordi.

Luglio 2002

Vittoria sta ballando al ritmo di ‘Everybody Hurts’ dei REM e la sua insegnante di danza la guarda esterrefatta. Si chiede perché i genitori della ragazza continuino a pagarla per farle lezione. L’ideale sarebbe che Vittoria frequentasse una scuola specializzata di danza. Forse però non si rendono di che figlia prodigio abbiano o forse non vogliono separarsi da quell’adorabile creatura. Naturale.

Well everybody hurts sometimes
Everybody cries
And everybody hurts sometimes
And everybody hurts sometimes
Hold on

Vittoria conclude l’esibizione mentre per la stanza risuonano le ultime note della canzone. Si asciuga il sudore con un asciugamano poi fissa la sua insegnante con aria penetrante.

- Allora?- chiede tesa.

- Allora è perfetto!- esclama la donna, sincera. – Sono sicura che vincerai il concorso di danza con una facilità sconvolgente!

Vittoria sbuffa, evidentemente insoddisfatta. – Per l’ultima piroetta sono partita in anticipo. Non l’hai notato?

L’insegnante la guarda seria. – Ti ripeto che era fantastica, nessuno si sarebbe accorto dell’imperfezione.

- Io sì e anche la giuria, probabilmente se fossi stata in gara avrei perso per una stupidaggine simile. Rifacciamolo.

- L’hai provato sette volte, non voglio che ti affatichi troppo! Tra qualche giorno c’è il concorso e tu devi essere fresca come una rosa- la rimprovera in tono dolce l’insegnante. – E poi posso sapere perché ti interessa tanto vincerlo?

Vittoria arrossisce di colpo, imbarazzata. – Adoro vincere.

- Non è vero, la competizione non ti ha mai preoccupato molto. Piuttosto in questo periodo sembri più interessata ai ragazzi- dice l’insegnante con fare allusivo.

- Che cosa stai dicendo, Maria!- esclama Vittoria ancora più rossa in volto.

- Allora ho fatto centro! Vuoi vincere quella competizione per farti notare da un ragazzo che ti piace!

- Veramente lui mi ha già notata… ha detto che se vinco il concorso festeggeremo insieme…- ammette Vittoria con aria sognante.

- Posso conoscere il nome del fortunato?

- Non credi di essere un po’ troppo curiosa, Maria?- la rimprovera la ragazza.

- Ho avuto anche io quindici anni! Allora chi è lui?

- PG- mormora lei in soffio.

PG, il ragazzo più figo che Vittoria avesse mai conosciuto. Moro, con un paio di occhi azzurri da delinquente su una faccia angelica… la faceva impazzire. Era il sogno di tutte le ragazze del paese e ora poteva essere suo!

Maria storce il naso, disapprovando. – E’ un ragazzo bellissimo ma dicono anche che sia un gran dongiovanni. A quanto pare si diverte molto a mietere vittime tra le giovani donne.

- Stai forse insinuando che lui si stia prendendo gioco di me?- sibila Vittoria, offesa.

- No, ma tu hai solo 15 anni, non sai ancora nulla dell’amore…

- Non sono più una marmocchietta! E ora rimetti da capo quella musica!

La sua insegnante lo spera vivamente mentre riaccende il lettore CD. Non vorrebbe mai che la sua ballerina migliore soffrisse, è così giovane ed inesperta. Le note della canzone risuonano vaghe nella stanza mentre Maria si augura che PG ricambi l’affetto di Vittoria.
When the day is long
And the night
The night is yours alone
When you’re sure you’ve had enough
Of this life
Well hang on

Vittoria riaprì gli occhi e prese la testa tra le mani sudate. Era sfinita.
Con il senno di poi pensava che avrebbe dovuto dar retta a Maria e non prendersi una cotta per quel narcisista di PG. Lui amava solo se stesso.
Prima o poi affogherai in un lago…
Sorrise tristemente pensando a come il ragazzo alla fine non l’avesse mai fatta soffrire direttamente. Non l’aveva mai illusa, per lui Vittoria non era altro che una delle tante. Per mesi lei gli aveva sbavato dietro come un’oca senza cervello e PG se ne era approfittato. Quando aveva voglia la chiamava per una passeggiata in riva al mare e si ripeteva sempre la stessa storia: lui che la baciava con veemenza, come un drogato in astinenza, e lei che se ne restava buona sperando che alla fine lui si innamorasse di lei. A fine serata PG tornava a casa soddisfatto e Vittoria si buttava sul suo letto a piangere.
Stupida…
Un sorriso amaro increspò le labbra della ragazza mentre le si alzava. Aveva un assoluto bisogno di prendere un po’ d’aria così decise di andare a chiamare Andrea per fare una passeggiata.

***

PG e Pirata stavano palleggiando in mezzo alla strada discutendo nel frattempo di calcio. L’idea che un’automobile potesse passare per la strada non li sfiorava nemmeno: in quel posto passavano solo delle biciclette. E poi giocare a calcio faceva molto figo, le ragazze adoravano fermarsi a guardarli. Peccato che a quell’ora fossero già tutte chiuse a casa per rendersi presentabili per la sera.

- Credi che Alessandra si sia dimenticata di quella storia?- chiese Pirata, colpendo la palla con la testa.

- Quale storia? Quella del Ciccio Bello?- replicò PG, a voce molto alta.

Pirata gli lanciò uno sguardo assassino, fortunatamente in giro non c’era nessuno. – Proprio quella, bastardo.

- Se stasera eviti di presentarti all’appuntamento con biberon e sonaglio credo che si lascerà ancora baciare da te. Mi raccomando però non bere latte stasera.

- Molto spiritoso! Come se non giocassimo ancora entrambi con la Play…

- Io lo faccio solo perché tu mi costringi- sottolineò PG, serio.

- Ceeeeerto!- cantilenò Pirata, che cercava continuamente di prendersi una rivincita verbale con l’amico. - Attento!- esclamò poi.

Entrambi i ragazzi osservarono il pallone, di cui PG aveva perso il controllo, colpire in pieno viso un ragazzo dai capelli rossi che passava vicino a loro insieme ad una morettina. Dal momento che erano contro luce poterono solo distinguere i contorni delle due figure.

- Bravo Kakà!- lo canzonò Pirata, - un tiro perfetto!- disse mentre aspettavano che il malcapitato rilanciasse loro il pallone.

- Non si gioca a calcio per strada- urlò loro il rosso, scocciato, mentre si teneva il naso con le mani.

- Già, già- lo assecondò PG con tono strafottente. – Ora ti dispiacerebbe restituirci il pallone?

- Sei proprio un ragazzo vanesio, Narciso.
La morettina, che fino a quel momento era rimaste in silenzio, prese il pallone dalle mani dell’amico e si fece avanti in modo che i due ragazzi potessero vederla in volto. Sorrise osservando i loro volti esterrefatti e non fece nulla per celare la causa della meraviglia. Anzi, lasciò che la luce del sole le bagnasse il viso e fece un altro passo avanti.
La cicatrice spiccò ancora di più sulla pelle lattea della ragazza.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Costantine