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Autore: Faust    29/01/2022    2 recensioni
Vi racconterò della morte di Xena, e della disperazione di Gabrielle. Del Dio della Guerra che provò a separarle e della Dea dell'Amore che provò a riunirle. Molti Dei e molti Demoni si intrecciano in questa storia, ma anche molti eroi. Ascoltate quindi con attenzione, perché sarà l'unica volta che sentirete questo racconto. Il racconto di due guerriere con una sola anima e dell'eroina più nobile fra gli eroi, che un'anima non l'aveva affatto.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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11 Ends
11.



Raggiunsero casa quasi in metà tempo rispetto all'andata e, vista la bella giornata, i pronipoti delle due guerriere giocavano nell'aia, inseguendo i polli.
-Mettimi giù.- Le chiese l'aedo e Xena eseguì immediatamente -Vai a pescare, io gioco con loro.- Le disse sorridendo.
La guerriera la baciò con passione e gratitudine, per la prima volta incurante dei possibili sguardi degli avventori della taverna -Dì a Sophia che ci sarà molto pesce da pulire, questo pomeriggio- Sorrise raggiante -Starò via solo un paio d'ore.- Aggiunse, prima di correre in casa a recuperare la sua attrezzatura e uscirne poco dopo -Einai! Vieni.-
-Cos...?- Il simulacro restò interdetto. Non si aspettava quella richiesta da parte della guerriera.
-Hai mai pescato?- Le chiese Xena, avvicinandosele.
-No, non m'è mai servito.-
-Ti insegno. Voglio prendere pesce sufficiente a fargli superare l'inverno. Mi servi.-
-Va bene...- Guardò Gabrielle, la donna era felice di vederle andare d'accordo e il suo sorriso contagioso le si stampò in volto. -Vado a cambiarmi, non voglio rovinarti la veste.-
-Sbrigati.- La guerriera non le stava già più prestando attenzione, presa dal baciare nuovamente la compagna.
Einai smise di seguire i pensieri della bionda, mentre entrava in casa. Era troppo imbarazzante quando avevano dei momenti di intimità.
Temeva che la richiesta di Xena fosse anche un pretesto per parlarle e il loro ultimo incontro privato non era stato molto amichevole. Chissà cosa sarebbe successo.


-Allora, i pesci sono furbi.- Esordì Xena fermando il carretto vuoto, preso dalla stalla, vicino alla sponda del lago -E io vengo qui a pescare spesso, ormai mi conoscono. Questo complica le cose.-
-Mh.- Einai annuì, ascoltando attentamente.
-Ma oggi non voglio sprecare troppo tempo e voglio riempire la dispensa. Quindi ti insegnerò il metodo più rapido.- Le lanciò in mano una rete -Fissala laggiù, dove ricomincia il torrente.-
-Va bene.-
-Io intanto cerco delle esche.-
Sistemata la rete tornò rapidamente da Xena, che stava già sbrogliando le lenze, e si mise ad aiutarla.
-Guarda...Si prende l'amo e si posiziona l'esca...- Sistemò un grosso lombrico molliccio sul piccolo gancio metallico -Si controlla che sia infilato bene, o l'urto con la superficie dell'acqua lo sbalzerà via. E poi, si lancia.- Eseguì il gesto fluidamente, facendo quanto detto -Il pezzo di sughero serve a capire se qualche pesce abbocca. Lo dovresti vedere beccheggiare più decisamente, quando succede.-
-Capito.-
-Prova, dai.-
Il simulacro cercò di ripetere quanto insegnatole, attingendo anche dai ricordi di quelle poche volte in cui Gabrielle aveva tentato -Così...?-
-Infilzalo meglio, o lo perderai.-
Einai ricontrollò l'esca e poi lanciò, cercando di imitare Xena. Il suo galleggiante arrivò accanto a quello della guerriera.
-Bene così.- Le disse la mora.
-E adesso?-
-Aspettiamo.-
Rimasero in silenzio per diversi minuti. Xena sembrava tranquilla e serena, mentre Einai era tesa e la guardava di sottecchi, ogni tanto. Non sopportando l'attesa, il simulacro decise di rompere gli indugi -Scusa per ieri.-
-Me la sono cercata, ti ho provocata io.-
-Non cercherei mai di ucciderti...O di farti del male.- Si sentì stupida, aveva senso dirlo dopo la decisione che la guerriera aveva preso?!
-Buono a sapersi.- La guerriera diede uno strattone alla canna e il pesce che era agganciato all'amo finì direttamente nel carro alle loro spalle, poi prese un'altra esca e lanciò di nuovo -Così...Non sai che fine farai, giusto?- Le aveva sentite parlare, il giorno prima. Sapeva che era una domanda sfacciata, ma avrebbe ottenuto una risposta in qualunque caso, dopo l'incantesimo di Aphrodite.
-Eh no.- Sospirò il simulacro, sedendosi a terra senza staccare gli occhi dal proprio galleggiante.
-E ti va bene?-
-Non posso farci niente. Abbiamo cercato una soluzione per tutto il tempo, ma sembra che non sia mai successo nulla di simile prima.-
-Sei incredibilmente calma.-
-Cerco di non pensarci.-
-Perché hai rifiutato la mia proposta di prendere la Pietra? Se Gabrielle non morisse, nemmeno tu rischieresti.-
Il simulacro sospirò -Lo ammetto, è estremamente allettante.-
-E allora perché rifiuti?- Lanciò un altro pesce nel carro.
Einai rifletté a lungo -Gabrielle soffrirebbe troppo senza di te.-
-Lascia stare Gabrielle. Sii egoista. Cosa ti spinge a rifiutare?-
-Non lo so. Non è la cosa giusta.-
-Cosa vorresti?- Insisté la mora.
-Vorrei continuare a esistere e che Gabrielle fosse felice.-
-Con te.- Aggiunse la guerriera, mentre un altro pesce raggiungeva gli altri.
-Egoisticamente parlando, sì.-
-Hai la realizzazione dei tuoi desideri a portata di mano...-
-Non funzionerebbe.-
-Perché?- Non si aspettava quella risposta.
-Gabrielle all'inizio soffrirebbe, poi accetterebbe la nuova realtà, ma non è detto che mi perdoni per aver agito alle sue spalle, anche se in accordo con te.-
-Gabrielle perdona tutti.-
Einai fece dondolare il capo più volte, soppesando le parole di Xena -Anche se fosse, non funzionerebbe a lungo.-
-Dici?-
-Io e lei ragioniamo allo stesso modo e abbiamo gli stessi punti di vista. Forse non ci scontreremmo, ma nel giro di un decennio non sarebbe più una situazione stimolante, per lei.-
-Le faresti di sicuro meno male di quello che le ho fatto io.-
-Ma è anche grazie a questo che è cresciuta. Venire a contatto con la tua realtà le ha aperto mondi nuovi, le ha dato sfide che non avrebbe mai affrontato diversamente. Io...Finirei col diventare la piccola Potidea dal quale è fuggita.-
-Capisco.-
Einai si strinse nelle spalle brevemente, prima di restare in silenzio.
-Ti serve un altro verme, l'hanno mangiato- Le disse Xena. Si era distratta parlando e non si era accorta del movimento del galleggiante
-Figli d'una Baccante!- Esclamò il simulacro scattando in piedi, provocando nella guerriera una grassa risata.


Dopo più di un'ora, Einai non era riuscita a prendere nessun pesce, mentre Xena ne aveva pescati parecchi. La guerriera però voleva riempire il carro e decisero di abbandonare i metodi tradizionali.
Si tuffarono nel lago e, dopo una breve spiegazione, cominciarono a catturare i pesci a mani nude. Non aver bisogno di tornare in superficie le agevolava enormemente e, con gli infallibili riflessi di entrambe, era un gioco da ragazzi.
Rientrarono a casa nel tempo previsto, con il carro pieno di pesce più che fresco.
Quando Sophia uscì dalla taverna, vedendo tutto quel ben di Dio quasi svenne, ma vacillò realmente quando vide chi stava aiutando Xena a spingere il carro fino alla porta sul retro.
Una donna mai vista prima, in tutto e per tutto simile alla moglie della sua prozia. Collegò immediatamente quell'immagine al racconto che aveva sentito pochi giorni prima e fu questo, in realtà, a farle quasi perdere i sensi.
-Tu...- Riuscì solo a dire, mentre Xena la prendeva al volo per non farla cadere.
-Va tutto bene, Sophia.- Cercò di rassicurarla la guerriera.
-Come..?- Il mancamento era lieve e la donna si stava già riprendendo -Non va bene! Non va bene affatto!- Tornò a reggersi con le proprie gambe. -Zia Gaby sta...- Le salirono le lacrime agli occhi.
-Einai, scusaci un momento. Ho bisogno di parlarle in privato.-
-Sì, certo. Raggiungo Gaby.- Si congedò e si allontanò rapidamente, mentre le due donne rientravano in cucina.
Terminato di spiegare la situazione a Sophia, la guerriera andò a cercarle e le trovò sul retro di casa, intente a chiacchierare tranquillamente, mentre Einai faceva il bagno.
-Tutto sistemato.- Le aggiornò Xena -Ci vorrà un po' perché entrambi se ne facciano una ragione, ma hanno capito.-
-Bene.- Disse Gabrielle -Più tardi parlerò anche io con loro.-
-Grazie.- Aggiunse Einai.
-I bambini?- Chiese la guerriera, sedendosi accanto alla compagna.
-Stanno dando da mangiare ai cavalli.-
-Stai bene? Ti sei stancata troppo?-
-No. Tutto a posto, tranquilla.- La sfiorò le labbra con le proprie, prima di arricciare il naso, avvertendo odore di pesce -Devi farti il bagno anche tu!-


I giorni seguenti trascorsero nella più totale serenità e tranquillità delle due guerriere.
Passarono quanto più tempo possibile assieme e con i loro cari.
Xena insegnò a Lyceus e a Lila come prendersi cura al meglio dei cavalli, quali erbe dare loro per curarli, come controllare i ferri e tante altre piccole cose, mentre Gabrielle rileggeva e correggeva le sue ultime pergamene.
Anche Einai si diede da fare, offrendosi di svolgere tutti i lavori pesanti che poteva, come la manutenzione delle stalle, la riparazione del tetto e la potatura degli alberi. Come Xena, nemmeno lei aveva bisogno di dormire tanto e voleva che la guerriera fosse libera di passare il proprio tempo con Gabrielle, senza preoccuparsi del futuro della taverna.
Infine, arrivò il giorno atteso. Erano sedute al tavolo, una accanto all'altra, quando l'aedo esordì -Quando, Einai?-
-Tra poche ore, all'imbrunire.-
Gabrielle sospirò -Non riesco a non avere un po' di timore. Che sciocca che sono...- Disse tristemente, scuotendo lievemente il capo.
-Non sei affatto sciocca, è normale.-
-Tu hai paura?-
-Sì.-
-Come sarà?-
-Berrete e vi addormenterete. Nessun dolore, assolutamente.- Cercò di rassicurarla.
L'aedo annuì -Ti voglio bene, Einai.- Non glielo aveva mai detto.
-Anche io.-
-Ti vuole bene anche Xena, ma non so se te lo dirà mai, sai com'è fatta lei.- Sorrise, mentre gli occhi le diventavano lucidi.
-Non importa.- La abbracciò teneramente per qualche secondo. -Nella prossima vita sarete ancora assieme, come vi ha detto Naiyima. Questo non cambierà. Le acque del Lete possono solo velocizzare la reincarnazione, ma non possono influire assolutamente sul vostro destino.-
-Grazie.- Le sorrise, sentirselo dire nuovamente la rincuorò.
-Avete pensato a come fare?- Aveva aiutato la guerriera a costruire la pira, il giorno prima, ma Xena aveva insistito per occuparsi da sola degli ultimi preparativi. Era il suo modo per affrontare quanto stava per accadere.
-Se possiamo vorremmo restare qui, in privato, mentre Sophia e Nestor vorrebbero essere presenti all'accensione.-
-E poi... Anfipoli?- Chiese conferma.
-Sì.-
-Se riuscirò me ne occuperò io. Potete chiedere a Nestor di prendere il mio posto, qualora io non potessi?-
Sul volto di Gabrielle apparve apprensione, mentre annuiva. -Digli anche cosa vorresti tu, nel caso...-
In quel momento Xena rientrò e si sedette al tavolo con loro, per riprendere fiato.
Einai la guardò e non seppe che dire. Lesse i pensieri di Gabrielle e non trovò nessun appiglio nemmeno lì. Rimase in silenzio.
Aveva sempre trovato qualche parola di conforto da dire negli ultimi istanti di vita degli altri, ma, quella volta, niente sembrava adeguato.
Lei stessa, invece, sentiva il bisogno di riceverne -Vado a pulire le stalle.- Disse, alzandosi di scatto.
Senza dubbio era meglio lasciarle sole, avrebbero trovato il modo di farsi forza a vicenda, come sempre.


Uscì di casa e prese il forcone, diretta al retro della taverna, turbata.
Non aveva mai riflettuto su cosa desiderasse, ma alla fine era giunto il momento e lei non sapeva che fare.
Avrebbe voluto che qualcuno portasse anche le sue ceneri ad Anfipoli, ma non era decisamente il caso. Erano amiche, ma non faceva parte della famiglia. Non poteva intromettersi.
Mai come in quel momento, avvertiva la mancanza di un'appartenenza.
Aveva conosciuto migliaia di persone in quegli anni, ma quasi sempre quando erano giunte al termine della loro vita, mentre le altre avevano continuato poi per il loro cammino.
D'altronde non poteva certo dire loro cosa fosse in realtà, o pretendere che qualcuno potesse viaggiare con lei.
Non aveva ritmi umani, non sarebbe stato possibile.
Aveva avuto speranza, per un periodo, negli esperimenti di Hecate, quando avevano tentato la creazione di altri Golem, ma nessuno di loro era come lei ed erano infine impazziti, uno dopo l'altro, come descritto negli antichi testi.
Era sola.
-E' la prima volta che ti leggo così triste.-
Si voltò di scatto, non aveva sentito arrivare nessuno.
Una donna vestita di bianco, con monili dorati, lunghi capelli castani e mossi che le ricadevano morbidamente su una spalla, teneva lo sguardo fiero puntato su di lei.
-Hecate...- Distolse lo sguardo sorpreso e sorrise, sarcastica -Coraggio, deridimi. - Aveva sempre evitato di mostrarsi alla Dea in quel modo, non voleva esporre all'immortale le proprie debolezze.
-Sei così diversa, quando sei con lei...-
-Non mi pare.-
-Invece sì. Tutta la tua amarezza scompare. Sembra quasi che tu abbia...Speranza. Ti illumini come se fossi davanti ad Apollo in persona.- Il suo tono sembrò vagamente infastidito.
-Ho atteso quattro decenni per rivederla...-
-Eppure, quando te l'ho detto, non volevi che accadesse.- Non le erano ancora del tutto chiare quelle che chiamava "contraddizioni umane".
Il simulacro cambiò argomento -Da quanto mi leggi?-
-Dal tuo arrivo qui.-
-Non è una cosa carina.-
-Come non lo è quando lo fai tu con quella donna. Ammettilo, ti piace saper sempre cosa dirle...-
Einai rispose, colpevole -Spesso lo faccio senza accorgermene.-
-Lei non potrà mai amarti. Non come vorresti.- Disse la Dea.
-Lo so, non occorre che tu me lo dica nuovamente.- Posò il forcone contro una trave di sostegno e si appoggiò con entrambe le mani alla bassa staccionata di legno della stalla, dandole le spalle.
-Perché sei così attaccata a lei?- Riprese l'immortale.
-E' stata la prima a volermi bene e a trattarmi come un essere umano. Sa tutto di me e mi accetta completamente. Xena, ad esempio, molto meno.-
-Anche io so tutto di te.-
-E ti devo tutto, mia Dea.-
-Smettila di ossequiarmi. Sai che mi da fastidio quando ti prostri.-
Il simulacro non rispose. Le aveva salvato la vita molte volte e sentiva sincera gratitudine, ma Hecate provava interesse e divertimento per tutto ciò che era strano, o particolare. Come per Cerbero, il cane a tre teste, come Atalanta e Ippomene, trasformati in leoni e costretti a servirla eternamente solo perché avevano attirato la sua attenzione, e il suo caso, di certo, non era diverso.
Cosa c'era di più bizzarro di un oggetto che si comportava come se fosse una persona?
-Perché sei qui?-
-C'è bisogno di chiederlo?-
Einai annuì, guardandola confusa.
-Sei la persona meno perspicace che io abbia mai conosciuto...- Disse la Dea, avvicinandosele -Pensavi davvero che ti avrei lasciata morire da sola?-
Il simulacro si sciolse in lacrime, colta alla sprovvista da quelle parole. Non si aspettava quel comportamento da parte di Hecate.
-Nemmeno questo lo avevi più fatto, da quando Gabrielle ha lasciato il nostro tempio...- Sussurrò dolcemente l'immortale, asciugandole una guancia con il pollice.
-Non mi capita spesso di rischiare la vita...- Rispose, sottraendosi a quel tocco e allontanandosi, riprendendo contegno.
-Eppure, Morte è stata la tua compagna di viaggio per tutto il tempo, si può dire. Ancora la temi?-
-Non voglio morire.-
-Ma non vuoi neanche provare ad evitarlo.-
-Non sarebbe giusto.-
-Perché Gabrielle non sarebbe felice.- Ripeté la Dea con fastidio -Sei fissata con quella donna.-
-Lei lo farebbe, per me.-
-Purtroppo hai ragione.- L'immortale sospirò -Cosa vorresti che ne fosse, di te?-
Einai restò in silenzio, riprendendo il forcone e cominciando a raccogliere la paglia sporca , mentre Hecate la guardava.
-Non ho un'anima da liberare. Sarebbe ridicolo cremarmi.-
La Dea annuì, anche se essendo alle sue spalle non poteva vederla.
-Vorrei essere sepolta.-
-Sull'Etna? Parte di te viene da lì.-
Smise di lavorare e si appoggiò con entrambe le mani al manico del forcone, riflettendo, continuando a darle la schiena -No...Vorrei che fosse un bel posto. Con alberi e animali e un terriccio soffice e ricco. Niente bara.- Quando avevano posto fine all'esistenza degli altri Golem, questi erano tornati di grezza pietra. Sarebbe accaduto lo stesso anche a lei.
-Alla sorgente del Lete?-
Rifletté un secondo -Perché no? E' sempre stato un posto pacifico.- Disse, riprendendo a lavorare.
-Sia.-
-Grazie- Si voltò a guardarla, ma della divinità non c'era più traccia.


A metà pomeriggio tornò verso casa.
Mancava poco all'ora stabilita ed era il momento di iniziare, se volevano fare le cose con calma e non farsi cogliere di sorpresa dalla...Fine.
Anche le due donne stavano rientrando, portando in mano alcune ghirlande di fiori, fatte assieme ai bambini.
Si incontrarono sotto al portico e rimasero in silenzio, guardandosi appena. Fu Xena a rompere gli indugi e ad entrare in casa, seguita dalle altre. La guerriera non sopportava più l'attesa, la tensione era troppa.
Si cambiarono e indossarono delle vesti semplici ma dignitose, nere.
Einai non le aveva mai viste così. La gravità del momento era scolpita sui loro volti.
-Vorrei lasciarti questa...- L'aedo le porse la sua piuma -Le pergamene le ho lasciate a Sophia, ma questa piuma è stata l'ultima che ho usato in viaggio. Vorrei che l'avessi tu.-
-Grazie.- Prese il delicato oggetto dalle sue mani -La porterò con me. In ogni caso.-
-Hai...Deciso qualcosa?-
Il simulacro annuì -Hecate si occuperà di me.-
Gabrielle sorrise tristemente, eppure vi traspariva sollievo, dato dal sapere che l'amica non sarebbe stata sola.
Einai recuperò dalla propria bisaccia un otre e lo porse alle due -Sarà sufficiente un sorso.-
Xena lo prese tra le mani -Vorrei ringraziarti. Ci hai salvato la vita, ed ora ci dai un'occasione unica. Gabrielle è quella brava con le parole, ma non credo di aver mai potuto sperare in qualcosa di migliore.- Andarsene quando voleva, alle proprie condizioni, era qualcosa che rasentava l'ideale.
-Io vorrei ringraziare voi. Non sarei mai esistita altrimenti.- Anche se l'aveva creata Ares, non si sentiva in debito con lui. La sua presenza la metteva sempre profondamente a disagio e nelle numerose volte che si erano incontrati, in quegli anni, il Dio della Guerra non aveva mai mostrato un minimo di considerazione per lei. Soltanto disprezzo e diffidenza.
-Ora o mai più.- Intervenne l'aedo, sentendo il proprio animo vacillare nuovamente. -Spero di ritrovare anche te, un giorno.-
-Lo spero anche io.- Mentì. Alla sua morte non ci sarebbe stata alcuna anima da reincarnare. Sarebbe solamente svanita, come se non fosse mai esistita.
Strinse al petto la piuma e le salutò nuovamente, prima che le due donne si dirigessero nella stanza accanto, la loro camera da letto.
Einai si sedette al tavolo e si mise ad attendere, smettendo di seguire i pensieri di Gabrielle e stringendo la piuma tra le mani. Voleva che restasse tra le sue dita, quando sarebbe diventata pietra.


Si chiusero la porta alle spalle e restarono in silenzio.
-Xena, non sei obbligata.-
-Lo so, ma è ciò che voglio.-
-Ho paura.-
-Andrà tutto bene.- La abbracciò. -Einai l'ha fatto molte volte, sa di cosa sta parlando.-
Gabrielle annuì.
-E c'è anche l'incantesimo di Aphrodite. Andrà tutto per il meglio.- La baciò sulla sommità della testa.
-Sì. Hai ragione.-
-Ti amo, Gabrielle.-
-Anche io ti amo, Xena. Ti amerò per sempre.-
La guerriera sorrise e la baciò sulle labbra, con tenerezza e malinconia. Poi si coricarono, come avevano deciso.
Si strinsero forte e a lungo, guardandosi negli occhi. Non c'erano parole per descrivere la gratitudine, l'amore, il rispetto, l'attaccamento e la profonda stima che l'una provava per l'altra.
Dopo un tempo indefinito, la mora prese l'otre e lo stappò.
-A presto, Gabrielle.- Continuando a tenerla tra le braccia bevve due sorsi, senza deglutire, poi, si volse verso la compagna e richiuse la fiasca.
-A presto, Xena.- Le rispose, prima di catturare le labbra dell'altra con le proprie, baciandola per l'ultima volta.

****

Note dell'autrice: 

Grazie per aver letto fin qui e grazie mille per le recensioni. Continuate a farmi sapere cosa ne pensate, anche con poche parole.
Sabato prossimo, l'ultimo capitolo.

Colgo l'occasione per ringraziare oscuro_errante per essere ancora la mia fedele Beta Reader. Grazie mille!
A sabato prossimo.

P.S. Nella mia bio trovate il mio contatto facebook. Se volete chiacchierare o fare domande, non esitate


   
 
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