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Autore: Yokohomi29    12/02/2022    0 recensioni
A volte l'amore ti gioca strani scherzi. Un giorno credi di essere innamorato di un semplice ragazzo normale e il giorno dopo ti ritrovi a farti baciare il collo da un vampiro.
[Yoonkook~Vmin]
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Quella mattina Hoseok era rimasto seduto sul suo letto, immobile. Con sguardo vacuo, teneva tra le mani il suo vecchio cellulare che non usava più da dieci anni. Il display era ancora acceso su una pagina di notizie che riportava il titolo: "Busan: Ragazzo di 19 anni scomparso nel nulla.

La sera prima, dopo la discussione che aveva avuto con Yoongi, era tornato a casa e aveva recuperato il suo vecchio telefono. Era stato gettato in uno dei tanti scatoloni dopo l'ennesimo trasloco. L'aveva tenuto soltanto perché dentro al dispositivo era ancora presente il numero di telefono di Joon Pyo Gu. Yoongi aveva provato un milione di volte a buttarglielo via con l'intento di farlo andare avanti. Per fargli dimenticare, ma lui non ci riusciva. Aveva dovuto nasconderlo e costringersi a non pensare mai al suo hyung in presenza del suo amico. "Smettila di chiamarlo 'hyung', tu sei più vecchio di lui" l'aveva sempre sgridato Yoongi. Certo lui era più grande di almeno settant'anni, ma voleva davvero sembrare un ragazzo normale. Non poteva non portare rispetto a Joon Pyo. Ma Yoongi questo non poteva capirlo. Lui non aveva mai provato una cosa simile. Lui non portava mai rispetto a nessuno, perché non faceva parte della sua indole. Lui pensava solo a se stesso. Non come Joon Pyo-hyung. Non poteva dimenticare quel sorriso, il modo dolce in cui pronunciava il suo nome, il suo profumo. Gli mancava da morire.

Aveva ancora chiaro nella mente il giorno in cui lo conobbe per la prima volta dieci anni prima. 

 

Erano le sei di sera. I locali avevano appena iniziato a prepararsi per il ciclo notturno e il "giovane" Hoseok si aggirava per i vicoli di Busan. Gli piaceva quella città. Era grande, ma abbastanza tranquilla. Lui e Yoongi si erano trasferiti da poco e Hoseok aveva cominciato a cercare lavoro. Di solito era lui che portava i soldi a casa. Il suo amico Yoongi aveva provato più e più volte a candidarsi per qualsiasi tipo di impiego, ma secondo i datori di lavoro lui non aveva abbastanza esperienza e, soprattutto, personalità. A Yoongi andava bene che dicessero che non aveva lavorato abbastanza, in fondo sulla carta aveva appena diciotto anni e frequentava ancora il liceo. Non poteva certo scrivere che era nato nel 1932, aveva combattuto la guerra coreana nel 1950 o che aveva partecipato alle proteste a Gwangju negli anni 80 dopo la repressione militare. Però dire che non aveva personalità, quello era troppo.

Hoseok si faceva sempre una sonora risata quando Yoongi gli raccontava l'ennesimo colloquio finito male. Voleva bene a Yoongi, ma anche lui ammetteva che non era una persona molto affabile. Proprio per quel motivo avevano concordato che Yoongi si sarebbe occupato di recuperare il cibo cacciando e Hoseok avrebbe pagato l'affitto.

Perciò quando Hobi uscì quella sera, tenendo stretto nella mano il suo dossier ben compilato con l'aiuto di Yoongi, non si sarebbe mai aspettato di fermarsi di fronte a una scuola di ballo. Guardava spaesato la porta di vetro che dava sulla hall. Il grande volantino colorato di giallo riportava in grandi caratteri rossi: "BIGHIT ENTERTAINMENT OFFRE DUE SETTIMANE DI CORSI GRATUITI. APPROFITTANE!"

Osservò il foglio per pochi secondi, poi la sua attenzione venne subito attirata da un sorriso smagliante e da una folta chioma di capelli ricci e castani. 

A passo lento, attraversò la porta automatica e, un classico 'DIN DON', risuonò al suo passaggio. Venne subito investito da un profumo che era sicuro di non aver mai sentito prima. Per un istante non riuscì a realizzare dove fosse. Riuscì a mantenere il controllo e raggiunse la reception leggermente a disagio.

Lui era lì. Alto e bellissimo. Spalle larghe, sorriso splendente e sguardo penetrante. Per un secondo gli mancò il respiro.

"Buonasera, come posso aiutarla?"

"Vorrei iscrivermi"

 

 

 

Una lacrima sfuggì dal suo controllo correndo giù per la sua guancia e scagliandosi contro lo schermo del telefono. Abbassò di nuovo gli occhi sul dispositivo e rilesse con attenzione l'articolo. Era di dieci anni prima. Nell'esatto periodo in cui lui e Yoongi se n'erano andati. Nella sua testa erano balenate una marea di eventualità, una peggio dell'altra. La possibilità che fosse scomparso a causa sua lo colpiva come pugnali roventi. Se n'era andato e l'aveva abbandonato. L'aveva lasciato solo in quella città piena di creature che non aspettavano altro che divorare quel povero ragazzo. Era tutta colpa sua. 

Scoppiò in un pianto disperato, affondando la testa nel cuscino di fianco a sé, cercando di soffocare i singhiozzi incontrollabili.

 

Però non sapeva che dietro la porta chiusa di camera sua c'era Yoongi ad ascoltare ogni suo singolo pensiero. Con la mano si premeva la bocca cercando di non emettere nessun tipo di gemito, mentre le lacrime gli rigavano il volto pallido.

"Hoseok, mi dispiace" pensò.

 

 

 

***

 

 

Una volta a scuola entrambi fecero finta di niente. Nessuno dei due si era azzardato ad accennare l'argomento 'Joon Pyo' ed ambedue ne furono sollevati. Hoseok aveva paura che raccontando di quell'articolo a Yoongi, lui potesse confermare la sua ipotesi: La colpa era sua. 

Yoongi invece, nonostante facesse finta di non sentire, sapeva benissimo cosa pensava il suo amico. Però una piccola parte di lui preferiva starsene buono e lasciare che Hoseok soffrisse per causa sua. Un giorno l'avrebbe pagata molto cara per questo e l'avrebbe pure accettato.

Una volta superato l'angolo, Yoongi notò subito la presenza di Jungkook che rovistava nel proprio armadietto. Hoseok, invece, appena vide il ragazzo girò i tacchi e con un semplice "Ci vediamo in classe" se ne andò dall'altra parte. Yoongi sapeva che il suo amico non aveva la minima voglia di vederli insieme. Aveva sentito i suoi pensieri e sapeva che gli dava parecchio fastidio. Però Yoongi, nonostante gli dispiacesse per il suo amico, era felice di vedere Jungkook. 

 

 

 

I corridoi erano quasi deserti, la campanella era appena suonata e Jungkook era rimasto al suo armadietto aspettando l'arrivo di Yoongi. 

Quello che era successo il giorno prima rimase tra lui e Taehyung; Jimin non ne sapeva nulla. Non voleva far preoccupare il suo migliore amico. Sapeva che Jimin avrebbe provato a farli confrontare e chiarire, ma non ne aveva proprio voglia. Per il momento voleva starsene per le sue e non vedere Taehyung per un po'. Cosa piuttosto difficile data la loro convivenza. 

Infatti quella mattina si era svegliato presto e, dopo aver avvisato Jimin, era uscito a correre. Una volta a scuola si era cambiato e aveva finito i compiti che gli mancavano per poi dirigersi verso il suo armadietto ad aspettare il suo nuovo amico. Si era ripromesso di non lasciarsi sfuggire nessuna occasione. 

"Buongiorno, fiorellino" lo salutò Yoongi mentre apriva il proprio armadietto.

"Ciao" sorrise Jungkook.

"Vedo che non sei ancora morto di tubercolosi; buono a sapersi" scherzò Yoongi.

"Me la cavo come posso." rise l'altro.

Jungkook ogni tanto sbirciava oltre l'armadietto cercando di ammirare per pochi istanti il sorriso dell'altro. Non si sentiva affatto imbarazzato mentre si scambiavano quegli sguardi intriganti. Per la prima volta in vita sua, si sentiva davvero attratto da una persona che non fosse il suo migliore amico. Perché sì, Jungkook era stato innamorato di Jimin sin dalle elementari. Dalla prima volta che aveva ascoltato la sua risata. Però, con l'arrivo di Taehyung nella loro vita, aveva capito che per lui non c'erano speranze. Bastava guardarli per capire che avevano un grandissimo legame, come se fossero la stessa cosa. C'erano voluti un po' di anni, ma finalmente Jungkook si era messo l'anima in pace ed era andato avanti.

"Ci vediamo dopo" lo salutò Yoongi, chiudendo il proprio armadietto e indietreggiando senza distogliere lo sguardo da lui, continuando a sorridere.

"A dopo" Sorrise Jungkook, dirigendosi dal lato opposto.

Mentre camminava non riusciva a togliersi dalla testa il sorriso dell'altro. Era inciso nel suo cervello e non aveva intenzione di andarsene. Cominciò a sentirsi un po' accaldato, un leggero mal di testa comparve nell'arco di pochi secondi e la testa cominciò a girargli lievemente, così decise di fare un salto in infermeria.

Per un momento, pensò che la causa fosse quello scambio di sguardi e tutte quelle emozioni forti che non provava da un po'. Poi, però, si ricordò che il giorno prima aveva corso sotto la pioggia e che, probabilmente, si stava ammalando. Infatti, non si sorprese quando l'infermiera della scuola gli comunicò che si era preso l'influenza. Sospirò. Neanche quel giorno avrebbe frequentato le lezioni.

 

 

 

"TaeTae, mi stai ascoltando?" Chiese Jimin leggermente infastidito.

"Certo, Jimin-ah" Mentì l'angelo, ancora perso nei propri pensieri. Si teneva il mento con una mano mentre era appoggiato con un gomito sul suo banco. Con sguardo assente guardava fuori dalla finestra, sentendo parlare Jimin in sottofondo. Aveva davvero provato ad ascoltarlo, ma appena il suo protetto aveva introdotto l'argomento 'Jungkook', si era perso di nuovo. Aveva pensato e ripensato, non tanto alle parole di Jungkook, ma ai suoi sentimenti e, nonostante fosse lì solo per Jimin, gli dispiaceva davvero. Aveva assorbito le emozioni del suo amico dentro di sé, come fosse una spugna. Percepiva come una stretta al cuore e quelle emozioni così dolorose lo avvolgevano. Non riusciva proprio a capire perché gli facesse così male. Lui era un Angelo, dannazione. Una cosa simile non avrebbe dovuto minimamente toccarlo. Eppure non era così. 

La sua scia di pensieri si interruppe quando vide Yoongi, tutto sorridente, entrare in classe.  Sentì un leggero fastidio alla bocca dello stomaco. Sapeva che quel sorriso era dovuto ai sentimenti che Yoongi provava per Jungkook. Non riusciva nemmeno a darsi una vera e propria spiegazione di quel fastidio. Yoongi non gli piaceva e basta. 

Guardò la creatura sedersi a due banchi di distanza di fronte a lui, a fianco all'altra creatura dai capelli rossi. Taehyung non aveva assolutamente niente contro Hoseok, anzi, a tratti gli stava pure simpatico, però il fastidio che provava verso Yoongi era davvero grande e insopportabile. Doveva usare tutto il suo autocontrollo per cercare di non scagliarsi contro di lui e farlo a pezzi.

Per l'ennesima volta, Taehyung sospirò. Non era sicuro di quello che stesse per fare, sapeva che se ne sarebbe pentito, ma forse era la cosa migliore, gelosia a parte. Guardò per un istante il suo protetto, poi strappò un pezzettino di carta dal suo quaderno, l'appallottolò e lo lanciò verso Yoongi.

"Tae, ma che fai? Non è carino" lo rimproverò Jimin, dandogli un leggero buffetto sulla mano.

Taehyung si voltò verso di lui, una sfumatura gialla comparve per un istante negli occhi di entrambi e in un istante il suo protetto si voltò, facendosi i fatti suoi.

In quel preciso istante, Taehyung si sentì un po' più leggero. Come se si fosse appena liberato di un peso. Di primo impatto gli sembrò un po' strano, poi però lasciò perdere, tornando a lanciare palline di carta a Yoongi, sperando si girasse.

Quando lanciò la seconda pallina, però, si rese conto che la creatura lo stava guardando fisso negli occhi con un'espressione piuttosto seccata in volto. A quel punto, Taehyung attivò i suoi poteri, i suoi occhi si colorarono di un intenso colore viola e così poté subito sentire quello che stava pensando l'altro: "Che cazzo vuoi?

A quel pensiero, il suo occhio sinistro tremò leggermente per la frustrazione. Non riusciva a credere che stava per lasciare Jungkook a uno stronzo simile. Prese un respiro profondo e poi pensò: "Che intenzioni hai con Jungkook?"

Yoongi era appoggiato con le braccia incrociate allo schienale della sedia e, per un momento che gli sembrò interminabile, rimase a fissarlo senza dire nulla. Taehyung vide che Hoseok si era voltato a sua volta, probabilmente per vedere che stesse facendo il suo amico, per poi alzare gli occhi al cielo e tornare dritto.  

"Che intenzioni devo avere?" chiese poi Yoongi.

"Non saprei. Dammi un buon motivo per non farti a pezzi." Lo fissò con sguardo assassino. Sperava di intimorirlo almeno un minimo, ma poi vide Yoongi sbuffare e alzare gli occhi al cielo prima di rispondere imbarazzato: "Senti. Jungkook mi piace, okay? Non voglio fargli del male.

Taehyung lo guardò spaesato. Di certo non si aspettava una dichiarazione da parte sua. Sembrava così maledettamente sincero. Un brivido gli percorse tutto il corpo e, questa volta, fu l'angelo a distogliere lo sguardo. Sperava davvero che gli desse un motivo per fargli cambiare idea. Un motivo per tenersi Jungkook ancora tutto per sé, senza lasciarlo a nessuno. Poi, però, ascoltò di nuovo le emozioni che circolavano nel suo cuore e, nonostante non capisse perché fossero più leggere, facevano comunque male. Così rialzò la testa incontrando di nuovo lo sguardo della creatura che, sorprendentemente, stava aspettando una sua risposta. 

"Dimmi cosa ti preoccupa?" chiese la creatura mettendosi un po' più comodo sulla sedia. Sembrava davvero interessato.

"Voglio solo capire se posso fidarmi di te." rispose l'angelo, stringendo i pugni sempre più irrequieto.

"Non devi preoccuparti di me, penso tu abbia cose più importanti a cui pensare." ribatté l'altro. Ed era vero. Aveva cose più importanti a cui pensare che cercare di rendere felice Jungkook. Però doveva anche ammettere che aveva sentito una strana connessione tra i due il giorno prima e, probabilmente, non gli avrebbe fatto male una preoccupazione in meno. Anche se si stava parlando di lasciare in custodia il suo amico a un vampiro.

Sospirò per l'ultima volta e finalmente si decise: "Io non mi preoccupo per te, ma per Jungkook. E credo di aver bisogno di qualcuno che pensi a lui al posto mio..." Yoongi, a quella frase, per poco non cadeva dalla sedia. I suoi occhi si spalancarono e la sua bocca formò una 'O' in un'espressione incredula. Alzò una mano e con l'indice indicò se stesso con l'implicita domanda: se fosse lui quel 'qualcuno'. Taehyung fece finta di niente e continuò: "Farò in modo che tu possa sentire i suoi pensieri, ma se gli succede qualcosa lo saprò subito." Lo avvertì poi.

Yoongi lo guardò interdetto. Non fece nemmeno caso agli sguardi curiosi dei suoi compagni che ormai lo stavano fissando. Non si accorse nemmeno che la loro insegnante di storia era appena entrata in classe, chiedendo la loro attenzione e di fare silenzio. Yoongi continuò a dare le spalle alla cattedra, nonostante le varie gomitate da parte di Hoseok che cercava di farlo voltare. Il suo sguardo fisso su Taehyung: "Ma sei serio?"

  
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