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Autore: ELIOTbynight    06/03/2022    0 recensioni
[AKUTAGAWA X ATSUSHI / DAZAI X CHUUYA]
Una raccolta di parole dette a gran voce o racchiuse nel proprio cuore, grandi verità o brutali bugie, parole sussurrate all'orecchio o gridate al vento, parole, parole, parole. Come se non ce ne fossero mai abbastanza a questo mondo.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Things you said when you thought I was asleep 

 

Dazai non si degnò nemmeno di avvolgersi un asciugamano in vita, quando riaprì la porta del bagno facendo uscire gli ultimi vapori della doccia. Canticchiava a labbra chiuse lo stesso motivetto con cui era entrato un quarto d'ora prima, e stava per spalancare la bocca per pronunciare il nome di Chuuya a squarciagola, ma si trattenne per un pelo: a pochi metri, attraverso il corridoio, poteva vedere che il suo amante si era addormentato.

Dazai sorrise tra sé e portò all'indietro alcune ciocche umide, prima muoversi pigramente verso la camera da letto.

I pochi passi che fece lo aiutarono a ripercorrere con la mente ciò che era appena avvenuto. Una scintilla era nata nella nube di tensione che li aveva sempre tenuti vicini, nonostante le loro vite avessero preso direzioni diverse da anni, e senza che se ne rendessero quasi conto, come se non avessero passato tutto quel tempo a desiderarsi a vicenda, Chuuya e Dazai avevano dato sfogo alla loro passione. Si erano ritrovati lì, nell'appartamento del più giovane, e su quel grande letto avevano consumato il loro desiderio senza alcun remore. Il calore provato pulsava ancora dentro le vene, impossibile da affievolire.

Dazai si sedette sul letto sfatto e cominciò a osservare i più piccoli dettagli del corpo di Chuuya, velato solo in parte dalle lenzuola, dalle quali si affacciava l'incantevole solco al centro della sua schiena. In quella posizione, con il braccio piegato vicino al petto, le scapole sporgevano di più, come le ali piegate di una fenice dormiente.

Dazai si fece mentalmente i complimenti per la metafora: Chuuya era davvero una fenice. Caldo e bruciante come il fuoco, sempre così forte e orgoglioso, la sua presenza che divampava sempre come un incendio. E poi, a uno sguardo più attento che Dazai aveva avuto la fortuna di vedersi concedere, lasciava intravedere la sua inaspettata sensibilità e la sua rara delicatezza. Quei tratti tanto dolci sul suo viso, i boccoli scarlatti ora sciolti che glielo adornavano; Dazai ebbe una stretta al cuore pensando alla sola consapevolezza di essere lì ad ammirarlo.

Con un sorriso rotto appena da una strana malinconia, allungò una mano per accarezzargli la testa e spostargli qualche ciocca rossa dietro l'orecchio. Si concentrò sul calmo respiro di Chuuya che dormiva, unico flebile suono rimasto nella stanza in grado di distrarlo un po' dal fiume di pensieri che aveva appena iniziato a scorrere. Dazai era lì, aveva avuto Chuuya tutto per sé e poteva averlo ancora. Senza sapere bene come, si sentì invadere da un'enorme tristezza, come se dovesse scoppiare in lacrime da un momento all'altro. Dopo un attimo capì: erano i suoi più intimi demoni e la sua più profonda insicurezza a disturbarlo ora, a fargli temere che potesse essere tutto un sogno destinato a svanire nel nulla.

- Non mi lasciare, Chuuya. Non mi lasciare, ti prego, non lo sopporterei.-

- ...e perché dovrei?-

La voce di Chuuya lo fece trasalire, mentre il suo cuore a momenti gli rimbalzava in gola, e Dazai si accorse di essere rimasto a lungo a pensare con lo sguardo perso nel vuoto nel momento in cui incontrò di colpo gli occhi chiari e brillanti dell'altro.

Chuuya era nella stessa posizione di prima, ma si era svegliato e lo stava guardando con una smorfia sospettosa. Aveva di certo sentito quelle deboli parole di sconforto che Dazai non aveva voluto pronunciare davvero, ma quest'ultimo tentò di divagare come suo solito.

- Ehi, non mi spaventare in quel modo!- esclamò, portando una mano al cuore con fare teatrale.

Chuuya era ormai giunto alla conclusione che Dazai mettesse su ogni volta qualche piccola messa in scena di fronte a una verità inutile da negare da quanto era ovvia, solo perché ci provava gusto. Puro esibizionismo. Magari poteva concedergli il dubbio che fosse sul serio una persona bisognosa di attenzioni e che le pretendeva in modo un po' originale, ma in ogni caso Dazai tirava fuori quel comportamento soprattutto quando voleva evitare di parlare di qualcosa e stavolta Chuuya era ben deciso a fargli sputare il rospo.

Fece stancamente forza sulle braccia e si mise seduto. In quel momento, con i capelli fiammanti e ondulati sciolti sulle spalle, le clavicole sporgenti sopra il petto bianco e nudo e un'espressione piena di disapprovazione, Chuuya era una visione. Dazai avrebbe avuto seri problemi a fare il finto tonto, e già ne aveva a trattenere il tuffo che ebbe al cuore a vederlo in quell'immagine.

- Rispondi alla mia domanda.- esordì Chuuya, perentorio.

Dannazione, quando usava quel tono e soprattutto iniziava a fissarlo con quell'espressione omicida, Dazai sapeva di avere ancora ben poco da scherzare.

- Che-che domanda?- osò ancora, incassando lentamente la testa nelle spalle con un sorrisetto poco convinto.

Chuuya sembrò quasi ringhiare, fissandolo con gli occhi sottili e minacciosi, e Dazai provò un'ultima volta a divagare per puro masochismo, sfoderando una magnifica faccia da schiaffi:

- Lo sai che sei bellissimo appena sve-

Un pugno in testa lo interruppe, seguito istantaneamente da un gemito di dolore. Dazai aveva ufficialmente finito la sua commedia.

- Se non la smetti di fare il cretino come sempre, giuro che ti prendo a calci fino a sbatterti fuori da casa mia, senza disturbarmi a ridarti i vestiti!- esclamò Chuuya esasperato, agitando il pugno e minacciando di picchiarlo un'altra volta.

Dazai avrebbe avuto almeno una ventina di battute pronte per rispondere a quello scenario, ma avrebbe solo peggiorato la propria posizione e decise di non rischiare ulteriormente la vita, o perlomeno la dignità. Massaggiandosi il punto in cui il pugno di Chuuya gli aveva lasciato un gran bel dolorino, Dazai sbuffò.

- Sai benissimo che prima o poi succederà.-

Chuuya sbatté le palpebre, confuso:

- Succederà cosa?-

- Che ci lasceremo, no?- rispose Dazai, divenuto serio di colpo.

- Eh?!- sbottò l'altro. - In base a quale assurda teoria tu ora stai sparando questa stronzata colossale?-

Dazai cominciò a gesticolare, mentre spiegava con tono piuttosto concitato:

- Andiamo, ti pare che io sia il tipo da relazione seria? Ma figurati! Non ho mai avuto rapporti veri con le persone, anzi, sono abituato a manipolarle, quindi adesso immagina me e te insieme, per più di un mese. Hah! Che assurdità!-

L'ironia di quel discorso era affilata come la lama di una ghigliottina. Chuuya se ne sentì trafitto, ma non l'avrebbe mai data vinta a quell'idiota, non dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per soffocare il suo orgoglio e concedersi a lui, alla persona che in fondo al suo cuore era sempre stata la più importante della sua vita.

L'occhiata che gli lanciò fu letale: le perle azzurre che aveva al posto degli occhi si socchiusero fino a luccicare nella penombra della stanza lasciata semibuia dalla lampada sul comodino e Dazai si sentì talmente colpevole che non riuscì più a girare intorno al discorso.

Sospirò e si mise seduto più comodo, infilandosi in parte sotto le lenzuola per combattere dei brividi di freddo e tenendo gli occhi bassi.

- La verità... è che io non ti merito.- esordì a bassa voce, e Chuuya lo ascoltò con la massima attenzione. - Come non ho mai meritato qualsiasi sentimento da nessuno. Non fraintendermi, sai benissimo che non me ne importa niente e che continuerò a essere uno stronzo. Ormai mi conosci.-

Dazai fece una pausa per guardarlo di sottecchi e, suo malgrado, non riuscì a sostenere il contatto visivo per più di un secondo. Chuuya non disse nulla che potesse smentirlo, perché in effetti aveva ragione.

- Però mi importa di te. E se tra noi iniziasse a esserci qualcosa, tu avresti delle aspettative e io so già di non poterti dare quello che meriti. Non sono capace di... di questo. E io non voglio deluderti, quindi se non vuoi avere più a che fare con me dopo ciò che è successo stasera, ne hai tutti i buoni motivi.-

Era forse la prima volta che Dazai parlava così a cuore aperto, stentava a credere di averlo fatto. Ma forse più stupito di lui era Chuuya, che mai avrebbe immaginato di assistere a una scena simile: Dazai accanto a lui, nudo e vulnerabile, che esprimeva i propri sentimenti con sincerità, manifestando tutta la sua insicurezza. Probabilmente non sarebbe successo un'altra volta, prima che febbraio avesse avuto trentun giorni o che nevicasse in pieno luglio.

Chuuya trattenne il fiato per un lungo istante, imprimendosi quella scena nella mente, e i suoi occhi iniziarono a tremare. Avvertì qualcosa nel petto, come se il cuore stesse per scoppiare, e dovette irrigidirsi per trattenere l'impulso di lanciarsi ad abbracciare Dazai - o a tirargli un cazzotto, non ne era molto sicuro.

Diamine, com'era arrivato a ridursi così per lui, che non si era mai piegato davanti a niente, che l'aveva fatto suo quella notte con tanta determinazione, e che invece ora si era ridotto a mostrare tanta fragilità?

Chuuya dovette stringere i pugni per evitare di compiere gesti inconsulti. Di tutte le ragioni per cui Dazai avrebbe mai potuto abbassare le proprie difese, quella era proprio la più stupida.

- MA SEI SCEMO?!-

L'urlo di Chuuya irruppe nella camera facendo quasi tremare le pareti e Dazai si spaventò talmente tanto che non poté scansare il gancio destro che seguì. Fu colpito alla spalla e per poco non cadde dal letto, perdendo l'equilibrio.

- Ahi, che male! Ma che cosa ho detto?! Sei fuori di testa?- si lamentò, massaggiandosi il braccio.

Chuuya cambiò posizione in fretta, mettendosi sulle ginocchia, e per fortuna il lenzuolo lo copriva ancora abbastanza da non lasciar intravedere distrazioni. Gonfiò il petto ed esordì:

- Sai che ti dico? Hai ragione. Avrei mille motivi per non volerti più vedere per il resto della mia vita e la maggior parte delle volte che ti guardo vorrei solo prenderti a sberle.-

- Veramente lo fai già...-

- Silenzio, Dazai.-

- Scusa.-

Passò un attimo, e il volto di Chuuya si addolcì un poco.

- Ma i momenti in cui sei più odioso è quando fai questi discorsi senza senso, che non sono affatto da te. Come se improvvisamente tu non fossi più capace di nulla, quando hai sempre avuto il talento per riuscire in ogni cosa.-

Quel complimento neanche troppo velato catturò l'attenzione di Dazai, che rimase ad ascoltarlo con gli occhi grandi.

- Pensi davvero di non poter affrontare qualsiasi sviluppo possa esserci tra di noi?- continuò Chuuya, arrossendo leggermente. - Che cosa credi, che invece io in relazioni sia un esperto? Ma per favore! Non sei l'unico qui ad avere paura di come potrebbe finire.-

La parola "paura" rese pesante l'atmosfera e Chuuya si sentì un po' in colpa ad averla usata. Prima che Dazai potesse rispondere in qualsiasi modo, cercò di affrettarsi a terminare il suo discorso, tenendo gli occhi bassi per l'imbarazzo.

- Ma... se mi chiedessi di provare a stare insieme sul serio, io lo farei, e sai perché?- la voce di Chuuya si abbassava sempre di più, diventando simile a un timido borbottio. - Perché sono sfortunatamente e disperatamente innamorato di te. Quindi piantala con queste stupide paranoie inutili che mi fanno soltanto arrabbiare... e se ti convinci che vuoi essere il mio compagno, allora chiedimelo chiaramente.-

Ormai le guance di Chuuya erano in tinta con la sua chioma ondulata e Dazai avrebbe voluto mangiargliele da quanto erano graziose, ma a parte questo aveva appena ricevuto una dichiarazione in piena regola e un sorriso intenerito comparve sul suo viso. In un secondo, ogni sua preoccupazione si era volatilizzata e ora anche a lui sembrava così assurdo pensare di non riuscire a intraprendere una relazione con Chuuya. Avevano rischiato la vita talmente tante volte insieme... questa sarebbe stata la sfida più difficile, ma anche la più bella.

- Mi dispiace, non si ripeterà più.- fece Dazai con tono solenne.

Chuuya lo osservò: era tornato il Dazai di sempre. La ruga sulla sua fronte si distese e le sue spalle si sciolsero. A quel punto aveva le difese abbassate e Dazai poté approfittarne per punzecchiarlo un po'.

- Dopotutto anch'io sono disperatamente... nella tua stessa situazione.- concluse, facendosi più vicino con un ghigno divertito.

Aveva evitato di usare le sue stesse parole, ancora troppo pesanti per lui da pronunciare, e questo non sfuggì a Chuuya, il quale si avvicinò a sua volta con la stessa espressione.

- Sei proprio uno stronzo, lo sai?-

Non era necessario dare una risposta a quella domanda, che non fosse il veloce incontro delle loro labbra frementi. Il filo di desiderio rovente che avevano tenuto sottopelle stava ricominciando a bruciare lentamente, mentre Dazai spingeva Chuuya a sdraiarsi in mezzo al loro nido di lenzuola, con l'intenzione di prenderlo e possederlo un'altra volta. I loro baci erano rapidi e ritmati, i movimenti calibrati e le mani al posto giusto, una strada in discesa verso un'altra possibile dose di piacere estremo.

C'era poco spazio per i pensieri, eppure la testa di Dazai tornò alle parole di Chuuya. Le aveva pronunciate piano, quasi sottovoce, ma con quella sua tipica sicurezza che era stata rassicurante. Insomma, Chuuya credeva fermamente in tutto ciò che gli aveva detto. Amava davvero una persona come Dazai, nonostante sapesse che dentro di lui si nascondevano dei demoni spaventosi che prima o poi avrebbe dovuto conoscere a fondo. Chuuya era pronto anche a questo, o avrebbe fatto in modo di esserlo.

Nessuno si era mai messo tanto in gioco per Dazai, nessuno l'aveva mai amato tanto, e questa consapevolezza lo fece tremare, esitare. Lo stesso nodo che gli aveva stretto il petto poco prima tornò a soffocarlo.

Separò lentamente le labbra da quelle di Chuuya con un'espressione pensierosa, quasi confusa, e socchiuse gli occhi per immergerli in quelli dell'altro. Lo sguardo di Chuuya lo lasciò senza fiato: bello e incantevole come non mai, pieno di sentimento, un invito a lasciarsi andare i dubbi alle spalle e abbandonarsi tra le sue braccia, perché poteva star certo che lui non avrebbe mai smesso di stringerlo a sé.

E Dazai lo fece.

Ricominciò a baciarlo, ma in modo completamente diverso. Piano, con cura e attenzione, soffermandosi su ogni minimo tocco, ogni respiro. Portò una mano tra le sue ciocche ardenti e vi intrecciò le dita, facendole scorrere fino a sfiorargli la guancia con dolcezza. Chuuya si sciolse e ricambiò il gesto, portandogli una mano al viso e dandogli qualche piccola carezza.

Continuarono a baciarsi in questo modo a lungo, senza progredire né retrocedere, avvolti da quel calore inaspettato, finché non ebbero le labbra molli e rosse da quante volte si erano incontrate. Dazai guardò il suo amante, inspirando tutto il suo fascino, e sorrise sornione.

- Chuuya... vuoi essere il mio compagno?- domandò a voce bassa e languida.

Quasi Chuuya credeva che non gliel'avrebbe mai sentito chiedere, ma per una volta Dazai era sincero. Si trattenne dall'esultare in modo infantile, seppur un certo bagliore nei suoi occhi tradisse comunque la sua felicità, e optò invece per un sorriso furbetto come il suo.

- Ti pare che possa dirti di no? Sei stato tu a chiedermi di non lasciarti.-

La risata di Dazai si scontrò con quella di Chuuya, sbocciando in un fiume di baci caldi e appassionati. Erano entrambi convinti che non sarebbero mai più stati così felici, ma avevano anche tutta l'intenzione di smentirsi a vicenda.



 

Quando i primi raggi di sole irruppero dalla finestra, Dazai aveva il corpicino di Chuuya stretto al petto. I capelli lunghi lo solleticavano piacevolmente sotto il mento ed era bello sentire quel dolce calore come rimasuglio del sonno. Per una volta, quasi nessun pensiero lo disturbava nel dormiveglia. Solo un grande senso di pace.

E poi, l'illuminazione.

- Chuuya.-

Spalancò gli occhi e si spostò appena, cercando di svegliarlo.

- Chuuya!- ripeté, con voce bassa ma concitata.

L'altro mugugnò con il viso premuto nell'incavo del suo collo, per far intendere che fosse sveglio.

- Chuuya, ho pensato a una cosa.-

Era ancora più mezzo addormentato che altro, perciò non realizzò subito che Dazai stava per uscirsene con un'altra delle sue. Sollevò il capo e con gli occhi piccoli di stanchezza lo guardò storto.

- Cosa vuoi...?- biascicò.

- I ragazzi.-

- I ragazzi, chi?-

- Atsushi e Akutagawa.-

Chuuya scosse la testa e sbatté più volte gli occhi, aprendoli del tutto. Dazai era visibilmente compiaciuto della propria intuizione.

- Doppio Nero.- aggiunse con un sorriso complice.

A quel punto, Chuuya realizzò. Cominciò ad avere un'idea di che cosa passasse ora per la testa di Dazai e restò muto a rifletterci. L'altro era semplicemente estatico.

- Se noi siamo finiti così...-

- Dici che anche loro...?- proseguì Chuuya esitante, ma nonostante Dazai avesse poi annuito più volte, non era ancora convinto.

- No, dai, è impossibile.- fece, tirandosi su un gomito. - Ma poi c'è anche la generazione precedente. Mori e Fukuzawa non-

- Oh, lo dici tu.- lo interruppe l'altro.

Dazai aveva quel sorriso particolare di quando stava rivelando un segreto che finora aveva conosciuto solo lui, e infatti Chuuya se ne lasciò sorprendere.

- Stai scherzando?!-

- Per niente. Ok, forse è successo solo una volta... No, due volte. Magari tre o quattro al massimo.-

- Ho capito, non stai scherzando.-

Anche Dazai si appoggiò su un gomito per poterlo guardare in viso.

- Insomma, capisci? È destino!-

Chuuya era appena sveglio alle prese con una teoria strampalata ma sconvolgente; il suo cervello lavorava a rilento.

- Ma... Stiamo parlando di Akutagawa, che non è capace di altre emozioni, se non l'odio, il disgusto e l'istinto omicida.- fece dopo un lungo istante di elaborazione. - Come pensi che possa succedere?-

- Oh, non conosci bene Atsushi.-

Dazai non si tolse il ghigno compiaciuto dal volto neanche per un momento. In effetti era piuttosto convincente.

- Sarebbe capace di fare il miracolo?- domandò Chuuya, prima di lasciar andare uno sbadiglio e coprirselo con la mano.

- Probabilmente l'ha già fatto.- disse Dazai, facendo spallucce. - Gli eventi devono solo seguire il loro corso, e vedrai che accadrà.-

Chuuya annuì lentamente, poi emise un lamento frustrato e si buttò di nuovo con la testa sul cuscino.

- Ah, non posso credere che sto dando retta a una delle tue teorie assurde!- esclamò, poi divenne pensieroso. - Però... Se accadesse una cosa del genere ad Akutagawa, non ti nascondo che ne sarei felice.-

- Anch'io lo sarei.- Dazai si mise comodo accanto a lui, reggendosi il capo con una mano.

Chuuya alzò un sopracciglio scettico in sua direzione.

- No, tu saresti felice se loro due si mettessero insieme, solo perché così avresti ragione.-

- E non è un buon motivo per essere felice per loro?- disse Dazai con un'ottava di troppo che gli fece alzare gli occhi al cielo.

- Sei proprio uno stronzo.-

- Lo so.-



 
   
 
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