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Autore: fairyelly83    15/03/2022    1 recensioni
Quanto coraggio serve per tornare indietro ed affrontare il proprio passato? Può questo essere un nuovo inizio per una strega che non ha più niente da perdere.
Sirius Black non ha un rapporto semplice con il suo passato. Ma quello con il suo presente forse è ancora peggio. Riuscirà a scacciare i fantasmi e a fare i conti con i suoi sensi di colpa?
Dal capitolo 1
Mi raddrizzo un po’ sulla sedia e lo faccio. Glielo chiedo. Gli chiedo l’unica cosa che realmente voglio
sapere.
«Remus hai più avuto notizie di Elizabeth? Sai che fine abbia fatto?» Chiedo con studiata noncuranza,
come se fosse una domanda qualsiasi, come se non fosse la cosa che più mi sta a cuore.
Remus si agita un po’ sul divano, prende un respiro prima di parlare. Brutto segno.
«Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto. L’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la morte di Lily
e James. Lei... era sconvolta. Continuava a sostenere che potevi essere il peggior bastardo sulla faccia
della terra, ma che non avresti mai tradito i tuoi amici.»
«Mi credeva innocente?» La mia voce è appena un sussurro, devo essere impallidito.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black: passato, presente e...'
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Ritorno al passato

Capitolo 3
 

Afferro il braccio che Silente mi offre perché ho la strana sensazione che le mie ginocchia siano fatte di gelatina. Lui mi conduce oltre la porta ed io lo seguo inebetita. Cerco di mettere ordine tra quello che mi passa per la testa, ma al momento non mi sembra di pensare a nulla di coerente.
Il professore mi conduce attraverso un ingresso piuttosto cupo fino ad un salotto. Non sono particolarmente concentrata sull'arredamento al momento, il mio cervello registra solo che la stanza ha un aspetto tetro ed opprimente.
Sono felice di sedermi su un vecchio divano, le mie gambe non sono affatto stabili. Alzo lo sguardo sui due uomini che prendono posto di fronte a me: Remus Lupin e Sirius Black!
Anche loro sembrano stupiti di vedermi, ma sorridono. Io invece devo avere un'espressione ebete in faccia. Sono ancora sotto shock. Per quanto forse non fossi pronta ad una rimpatriata tra compagni di scuola non sono stupita di vedere Remus, mi aspettavo che Silente avesse reclutato anche lui. Ma Sirius che ci fa qui? È ricercato! È accusato dell’omicidio di Peter Minus e di alcuni babbani. Sembrerebbe che abbia tradito Lily e James… Il mio sguardo continua a rimbalzare tra i volti che ho davanti a me. Devo sembrare un’idiota.

«Elizabeth… noi… credevamo che tu fossi… morta.» Dice Remus con un’aria incredula. Il suo sorriso lascia supporre che sia felice che non sia così.

«Morta? Beh, no… me ne sono solo andata. Non c’era più nulla per cui restare qui.» Scrollo le spalle come se fosse stata una cosa da poco. Da un giorno all’altro mi sono trovata senza più nulla per cui vivere. «Lily e James non c’erano più. Il professor Silente mi aveva negato la custodia di Harry affidandolo a Petunia. Io e te Remus avevamo avuto quella brutta discussione… quando mi sono trovata anche senza casa ho pensato che fosse meglio andarmene e provare a ricominciare da un’altra parte.» Solo a riparlarne mi sembra di sentire ancora lo sconforto di quei giorni, quando tutta la mia vita era stata spazzata via con un colpo di bacchetta.

«Senza casa? Ti avevo lasciato la casa a disposizione…» la voce di Sirius mi procura un brivido. Non so nemmeno io se sia un brivido spiacevole o…

«Era comunque il tuo appartamento e quando sei stato arrestato è stato messo sotto sequestro dal Ministero per le indagini.» Il tono della mia voce è duro mentre gli rispondo. Non gli devo nessuna finta cortesia. «Gli auror avevano avviato un’indagine anche su di me visto che… beh volevano assicurarsi che non fossi tua complice.» Forse perché una volta stavamo insieme… non riesco a dirlo ad alta voce.

Mi rendo conto che la conversazione ha decisamente preso una strana piega: non è di me che dobbiamo parlare. Un evaso da Azkaban se ne sta seduto in salotto davanti a me come se fosse pronto a prendere il tè. Mi rendo conto di aver istintivamente avvicinato la mano alla tasca dove tengo la bacchetta. Potrebbe far del male anche a me? Non dovrei nemmeno pormi una domanda simile.

Mi rivolgo a Silente. «Professore... Black è un evaso... io... non capisco...»

Vedo Sirius rabbuiarsi. Come se avesse il diritto di risentirsi su questo argomento... e Remus e Silente non hanno nulla da dire?

«Dunque, miss Collins, credo che prima di tutto sia il caso di spiegarle che Sirius non ha tradito i Potter.» Silente mi osserva, studiando la mia reazione a quella rivelazione.

«Professore, ho sempre pensato che Sirius non avrebbe mai tradito Lily e James.» Con la coda dell’occhio lo vedo rianimarsi e sorridere. Levati quel sorrisetto dalla faccia! Forse non sei un traditore, ma resti comunque un fottuto bastardo ed un assassino. «Solo che non ho mai capito come Voldemort potesse aver trovato i Potter… quindi ho dovuto finire per rassegnarmi all’evidenza della colpevolezza di Sirius. E poi l'omicidio di Peter...» Ancora oggi non riesco a credere che tu possa averlo ucciso... eppure non c'è altra spiegazione.

Non sorridi più ora. «Già, povero Peter!» Esclami sarcastico. «Era Peter il custode segreto. L’idea era che nessuno avrebbe sospettato del povero piccolo Peter e i Mangiamorte sarebbero stati con il fiato sul collo a me, lasciando in pace lui. Purtroppo… non sospettavo affatto che Peter fosse passato al nemico. È stato lui a tradire James e Lily. Dopo la loro morte l’ho cercato per affrontarlo e fargliela pagare. Lui ha fatto saltare in aria l’intera strada ed ha approfittato della confusione per scappare sotto forma di topo. » Hai detto quasi tutto d’un fiato senza mai smettere di guardarmi dritto negli occhi. Con la coda dell'occhio vedo Silente annuire, come a confermare il tutto. Ma io resto scettica. Dopo anni passati a ritenerlo responsabile della morte dei nostri migliori amici non sono pronta a cedere così prontamente.

«Sotto forma di topo? Che vuol dire sotto forma di topo?» Sirius si muove un po’ a disagio sulla sedia, come se avesse detto qualcosa di troppo.

«Peter è un animagus non registrato dai tempi della scuola. Può trasformarsi in un topo. È così che è scappato e che tutt’ora si nasconde.» Peter cosa? Ma mi ha presa per deficiente?

«Come diavolo avrebbe fatto Peter ad imparare un incantesimo così avanzato sin dai tempi della scuola? Parliamo dello stesso Peter Minus che conoscevo io? Quello che a malapena azzeccava gli incantesimi basilari?» Mi rendo conto di aver leggermente alzato il tono della voce. Sto iniziando a perdere la pazienza. Sirius rivolge uno sguardo pensieroso a Remus che ha un’espressione vagamente sconsolata.

«Mi dispiace Elizabeth, questa è una cosa di cui avrei dovuto parlarti io un’infinità di tempo fa. Peter, Sirius e James erano tutti e tre animagus. Lo sono diventati per aiutare me. Io…» la voce gli muore in gola. Lo guardo con aria perplessa mentre si passa una mano sugli occhi. «Io sono un licantropo. Lo hanno fatto per me. Per starmi vicino durante le notti di luna piena.»

Remus… non… che cazzo dici? Non è possibile… tu… è come se mi avesse dato uno schiaffo. Sono stordita. Ma… le cicatrici, i suoi ricorrenti malesseri, le giornate in infermeria, le sparizioni periodiche…

«Sono un’idiota per non esserci mai arrivata da sola, vero?» Il tono della mia voce è amaro e deluso.

«No affatto. Sono io l’idiota a non avertelo mai detto. Ma sono sempre stato così spaventato dal fatto che le persone potessero considerarmi diversamente una volta scoperto il mio segreto che…» la voce gli si strozza in gola. Di nuovo. Non deve essere facile per lui. Di sicuro gli è già successo di essere emarginato per questo. Remus è una brava persona, non si merita una cosa simile. Vorrei dirglielo ma al momento sono troppo ferita. Siamo stati amici una volta e non me lo ha mai detto. Quante bugie mi hanno raccontato in tutti quegli anni?

«Mi dispiace veramente. E mi dispiace anche per quello che ti ho detto l’ultima volta che ci siamo visti. Sono stato veramente troppo duro con te, soprattutto considerando che avevi ragione tu visto che Sirius è innocente.» Oh ma chi se ne frega di quello Remus!

Silente annuisce ancora, come a voler confermare tutto. Mi sta venendo un mal di testa di proporzioni epiche. Mentre mi massaggio leggermente le tempie mi rendo conto di essere terribilmente tesa. Faccio un respiro profondo e mi concentro per rilassare un po’ le spalle. Devo riuscire a mettere a fuoco tutte queste informazioni.

Sono ferita e delusa. Mi sento veramente una stupida per non averlo capito da sola. Non posso crederci che mi abbiano mentito tutti su una cosa così importante. Remus era il mio migliore amico insieme a Lily.

«Lily lo sapeva.» Non è una domanda. Lo so già. Mi rendo conto solo

ora di tanti piccoli particolari che improvvisamente assumono un significato nuovo.

«Glielo aveva detto James» ammette Sirius senza guardarmi direttamente.

Certo, tra loro non c'erano segreti o bugie. Non come tra di noi...

«Remus…ma… ma veramente hai pensato che io non ti avrei accettato comunque per quello che sei?» il mio tono è ferito e deluso. Uno dei miei migliori amici mi ha sempre mentito e non si è fidato di me. Non è facile da digerire questa… Sirius sta guardando Remus con il suo sorrisetto alla “te l’avevo detto io” che conosco fin troppo bene. Finirò per spaccargli la faccia, se non la smette di sorridere.

«Ora so che è stato un errore colossale. Spero solo che tu possa perdonarmi.» Remus è sinceramente abbattuto. Fissa con estrema attenzione la punta delle sue scarpe troppo consunte.

Non so più cosa dire. Mi rendo solo conto che Remus potrebbe fraintendere il mio silenzio.

Mi sporgo leggermente per arrivare a stringergli una mano. Lui sobbalza a quel contatto inaspettato, riportando i suoi occhi di me, poi ricambia la stretta con decisione. Gli sorrido debolmente. Non è di colpo tutto cancellato, ma ci posso lavorare su.

 

***

 

Sto ancora cercando di abituarmi alla visione di Elizabeth seduta sul mio divano. Remus le stringe la mano ed io sono quasi geloso persino di un gesto così banale. Merlino cosa darei per poterla anche solo sfiorare!

«Bene direi che ora non avete più bisogno di me.» La voce di Silente mi riscuote dai miei pensieri. «Miss Collins domani ha la giornata libera, così da potersi sistemare, dopodomani mattina è attesa dal direttore del San Mungo alle 8. Per quanto riguarda le attività dell’Ordine la aggiorneremo nella prossima riunione tra un paio di giorni. C’è una stanza pronta per lei al piano di sopra.»

Elizabeth si guarda intorno leggermente perplessa. In effetti… non credo che questo posto abbia un aspetto molto accogliente.

Realizzo solo adesso che la stanza che abbiamo ripulito oggi pomeriggio è per lei. Un sorriso mi incurva le labbra.

«Che posto è questo?» La sento chiedere a Remus mentre accompagno Silente alla porta.

«È la casa della famiglia Black. Sirius l’ha ereditata e l’ha messa a disposizione dell’Ordine.» Risponde lui.

«Oh… capisco.» Sposta i suoi grandi occhi scuri su di me che sto rientrando in salotto, riprendendo a parlare con tono incerto. «Forse… non dovrei restare qui. Posso prendere una stanza da qualche parte e…» Mi affretto a fermarla.

«Assolutamente no. Puoi stare qui.» Sono soddisfatto di come il mio tono risulti deciso.

Restiamo a fissarci per un istante che vorrei non finisse mai. Remus mormora qualcosa su un bicchiere d’acqua e sparisce velocemente verso la cucina. Più tardi dovrò ricordarmi di ringraziarlo per questo. Elizabeth, invece, lo guarda come se l’avesse appena lasciata sola ad affrontare un ungaro spinato.

«Veramente Sirius, non voglio imporre la mia presenza. Non c’è bisogno che mi ospiti, posso prendere una stanza al paiolo magico per qualche giorno e poi…» si alza e sta già facendo un passo in direzione della porta. Con fare deciso mi metto tra lei e l’uscita.

«Insisto. Puoi restare qui quanto vuoi Beth. Mi fa piacere.» Sussulti quando ti chiamo in quel modo. L’ho sempre usato solo io quel nomignolo, una volta ti piaceva… ora mi guardi come se mi detestassi e forse è così…

Sono un cretino! Che mi aspettavo? Che fosse tutto dimenticato di colpo? Lo so quanto male ti ho fatto quando ti ho lasciata, ma ne ho fatto molto di più a me stesso, credimi. Forse dovrei dirtelo…

«Elizabeth quando James e Lily si sono dovuti nascondere ero sicuro che io sarei stato il primo obiettivo sulla lista per scoprire dove fossero. Io e chiunque mi fosse stato accanto. Io ho pensato che…»

«Non c'è bisogno di parlarne ancora.» Mi interrompi bruscamente, ma io vado avanti comunque.

«io credevo che la cosa migliore per te sarebbe stata che ci lasciassimo e…»

«Migliore per me? Migliore?» Il tono di voce è più alto del necessario, sembri sorpresa. «Mi vorresti far credere che mi hai piantato su due piedi dopo 4 anni per il mio bene?» No, non sei sorpresa. Sei decisamente furiosa.

«Ecco… se la metti in questi modo in effetti sembra un po’ una cazzata, ma…» Nella mia testa sembrava un piano geniale.

«Non sembra una cazzata. Lo è! È un'enorme, gigantesca, colossale cazzata!» affermi con tono duro.

Nel mio geniale piano io sarei tornato da te quando tutto fosse finito e tu mi avresti accolto come l’eroe vittorioso che torna a casa. Non sarà esattamente così vero? Solo con l’imbecillità dei miei vent’anni ci potevo credere.

 

***

Se prima avevo voglia di picchiarlo adesso credo che lo ucciderò direttamente. Mi ha piantata in asso in mezzo alla strada, sotto la pioggia, all’improvviso senza nemmeno una spiegazione decente e adesso dovrei bermi questa?

Lo ha fatto per me! Che magnanimo!

«Me lo ricordo bene cosa mi hai detto: che in fin dei conti non era mai stato niente di serio, che non eri mai stato veramente innamorato di me. Sembravi convincente sai?» Mi hai trattata come quella che era servita solo a riempirti il letto. Che ti prende adesso? Hai di nuovo il letto vuoto?

«Beth mi dispiace, ma… tu continuavi a chiedermi il perché e… io dovevo allontanarti da me! Dovevo essere convincente!» fa un passo verso di me ed allunga una mano. Cosa vuoi fare? Toccarmi? Non osare! Faccio un passo indietro per sfuggire a quel tocco.

«E infatti mi hai convinta benissimo. Non c’è nient’altro da aggiungere.» Tento di recuperare la calma. Non ho nessuna intenzione di far vedere quanto quella ferita sia ancora aperta. Anzi, mi sono già esposta più di quanto avrei voluto.

«Resto convinta che questa sia veramente la scusa più patetica che abbia mai sentito, ma…» tenti di dire qualcosa ma ti zittisco con un cenno. Non voglio sentire più niente. Non mi importa. «È passato tanto tempo… non importa più ormai. Se dobbiamo collaborare per il bene di Harry e dell’Ordine è meglio non parlarne più. Il passato è passato.» L’aver nominato Harry sembra aver sortito l'effetto che speravo: abbassi la testa e rilassi le spalle. Almeno per adesso il confronto è finito. È il caso di cogliere il momento al volo.

«Ho fatto un lungo viaggio oggi e sono stanca morta. Vorrei riposare un po’.» Mi guardo intorno come per suggerire che vorrei sapere dov’è la mia stanza.

«Quindi hai deciso di restare?» Cos’è quel sorriso? Ho bisogno di un posto dove stare, non significa che mi berrò tutte le balle che mi hai raccontato.

«Penso che saremo capaci di stare sotto lo stesso tetto senza insultarci a vicenda, no?» e comunque non ho intenzione di passare molto tempo qui. Annuisci con fare sconsolato.

 

***

 

Non posso pretendere di più per adesso. Ti conosco, sai essere veramente testarda quando vuoi. Se insistessi ancora faresti in un attimo a sparire da qui.

«Vieni ti accompagno, la tua camera è al piano di sopra.» percorro il breve tragitto in silenzio, facendo levitare i tuoi bagagli davanti a me.

«Non è il massimo, ma l’abbiamo pulita e non ci sono mollicci nell’armadio.» Affermo aprendo la porta di quella che un tempo era stata la camera di quella megera di mia madre. «Hai cenato? Hai fame?» Tento in ogni modo di trovare qualcosa per trattenerti ancora un po’, non voglio dover smettere di vederti, di parlarti.

«No grazie, sono a posto.» Non mi guardi nemmeno mentre mi rispondi, sei già intenta ad aprire la tua valigia ed io non ho più nessuna scusa per restare li.

«Buona notte allora.» Mormoro mentre continui a darmi la schiena.

«Buona notte.» Mi chiudo la porta alle spalle. Mi sento svuotato.

Torno in salotto dove Remus mi aspetta con un bicchiere pieno di un liquido ambrato in mano. Me lo porge senza una parola.

«Grazie.» Dico prendendo il bicchiere e bevendo un sorso di whisky incendiario.

«Sospettavo che ne avresti avuto bisogno, ne è servito uno anche a me.» Sei ancora sconvolto anche tu, vero Rem?

«Non è andata come nei tuoi piani.» Non è una domanda. «Non ho origliato ma, il tono di voce era un po’ alto…» dici a mo’ di scusa.

Scuoto la testa per dire che non importa, te lo avrei comunque detto io.

«Non è affatto andata come nei miei piani, e a pensarci bene… non poteva che essere così. Sono stato un coglione.» Mi passo una mano sul viso. Ho fatto un casino, tanto per cambiare.

«Beh però adesso Elizabeth è qui. Hai un’occasione per farti perdonare e… anche io ho qualcosa da farmi perdonare da lei ed ho intenzione di riuscirci.» Mi dici con una pacca sulla spalla.

Annuisco. Anche io ho intenzione di riuscirci. Riguadagnerò la sua fiducia a qualsiasi costo.

 

***

 

Mi brontola lo stomaco per la fame, ma non volevo che Sirius restasse un secondo di più in questa stanza.

Crollo sul letto di peso. Il cigolio risentito delle molle mi avvisa che non è stata una grande idea.

La testa mi scoppia. Mille pensieri continuano a rincorrersi senza un ordine logico preciso.

Remus è un licantropo. Remus mi ha mentito. Fino ad oggi.

Sirius è innocente. Sirius è comunque un bastardo. Non credo a nulla di quello che ha detto a proposito di noi due e non riesco a spiegarmi perché ci tenga così tanto a rifilarmi tutte quelle balle. Cosa vorrebbe farmi credere? Che mi amava ed è ancora innamorato di me? Non sono così sciocca da cadere di nuovo nelle sue bugie.

Però lui è il padrino di Harry ed io la sua madrina. Dovremo trovare il modo di andare d’accordo per lui. Sarà sicuramente un incubo!

Lily e James ce lo hanno affidato, glielo dobbiamo. Eravamo una coppia quando è nato e cosa poteva essere più sensato che affidare un bambino ai migliori amici dei suoi genitori? Ma adesso… Lily sei sicura che abbiate fatto la scelta giusta? Guarda che razza di disastro siamo io e Sirius.

Sono esausta e mi scoppia la testa.

Questo ritorno al passato si preannuncia molto più difficile di quanto non avessi immaginato.

 

 

 

Nota dell'autrice:

Questo capitolo è stato veramente difficile da scrivere. Spero di essere riuscita a renderlo come lo avevo immaginato nella mia testa.

Che ne dite? Come è stato questo incontro? Vi ha soddisfatto? Ve lo aspettavate così?

Aspetto i vostri commenti.

 

A presto!

  
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