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Autore: Shaina    24/03/2022    1 recensioni
[Mare Fuori ]
Serie di fanfiction creata per il gruppo Fondi di caffé - Il tuo scrittoio multifandom, Ho preso due personaggi della serie che amo particolarmente, e che nella storia originale interagiscono per circa due minuti in 24 episodi, ma che io trovo molto affini, a prescindere dal fatto che stiano insieme oppure no. Lui ha perso l'unico amore della sua vita a diciassette anni. Lei è la sorella maggiore del suo migliore amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LA PANCHINA NEL VIALE
 
Quanto tempo può durare?
Quante notti da sognare?
Quando ami da morire
Chiudi gli occhi e non pensare
Il tempo passa l’amore scompare

Tristemente tutto deve finire
Ma quando il cuore mi ha spezzato
Ed in cielo mi ha abbandonato
Adesso sulla terra son tornata
Mai più di amare mi sono rassegnata

(Una notte a Napoli - Pink Martini)

Il salone da parrucchiere è tremendamente affollato, quel giorno, nonostante manchi poco alla chiusura. Il titolare è impegnato a terminare l’ultimo taglio della giornata, sembra piuttosto in apprensione, mentre alza lo sguardo sull’orologio posto nella parte alta della parete. Solleva il telo di plastica con una certa irruenza, prima di scuoterlo all’aria, lasciando cadere le ciocche di capelli che ha tagliato.
«Veronica, mo’ pienzece tu a fa’ a piega a’ signora.»
«Vabbuò…»
L’uomo si dà un colpo di phon addosso, per ripulirsi dalle ciocche di capelli che gli sono finiti addosso, e va sul retro del negozio a cambiarsi. Esce dallo stanzino qualche minuto più tardi, proprio nello stesso momento in cui l’ennesima cliente fa il suo ingresso nel salone. O perlomeno, quella che i suoi dipendenti pensano sia l’ennesima cliente. Ma non è così.
«Stiamo per chiudere, signora.» le annuncia la donna alla cassa.
«Lassa sta’, Romina. È una visita per me.» s’intromette il titolare, andando incontro alla signora che è appena entrata. «Ciao Carmine.» gli risponde la donna, sorridendo.
«Ciao Anita. Vengo’ mo’ mo’ addu te.» le dice, abbracciandola. «Aspietteme ca’.»
Esce sul retro, e s’infila il cappotto scuro, prima di tornare all’ingresso. Le apre la porta, facendole cenno di precederlo, e poi la segue. «Ci vediamo domani.» conclude, rivolgendosi alle persone all’interno del salone.

L’aria della sera è piuttosto fredda e frizzantina. Carmine e Anita s’incamminano lungo il viale alberato che si trova dalla parte opposta della strada, dove è parcheggiata l’automobile della figlia maggiore dei Ferrari.
«Come sta Filippo?» le domanda l’amico, passeggiando al suo fianco. «È un po’ che non lo sento.»
«Al solito. Sposatissimo e innamoratissimo di Naditza. E loro sono indaffaratissimi e completamente immersi nella routine genitoriale.»
Carmine non commenta, ma nella sequela di superlativi usati dall’amica scorge una punta di insofferenza.
«A proposito…» continua Anita. «Dove hai parcheggiato la piccola Futura, quando abbiamo pianificato questa uscita?»
Di nuovo, quel velo di acredine nella voce di Anita, anche se Carmine intuisce facilmente che non è rivolto a lui. «Piccola… Ha fatto quindici anni, mo’… l'ho lasciata al comandante. Lui e Paola se ne occupano sempre volentieri.»
«Il comandante e la direttrice…. A proposito, ma Pietro poi è rimasto a vivere con il padre?»
«Sì, dopp’ o divorzio dall’ex moglie e il matrimonio con Paola, Massimo ha chiesto l’affidamento esclusivo del figlio. Ogni tanto lascio che si occupino loro di Futura. Per la direttrice è stato nu bruttu colpo scoprire di non poter più avere figli, dopo l’incidente. Ma ‘stu fatto ‘o sapimme sulo io e Massimo. ‘Nun penzo ca n’a parlato mai co’ Filippo.»
Si siedono su una panchina, ed istintivamente Anita prende Carmine sottobraccio, e appoggia la testa alla sua spalla: «Allora, mi dici perché volevi vedermi?».
«Ricordi il giorno in cui mi sono sposato?»
Come potrei dimenticarlo? «Certo.»
«Quel giorno scattasti tu la maggior parte delle foto.»
«Sì, e allora?»
Carmine infila una mano in tasca, e tira fuori una busta piuttosto spessa. «Queste sono alcune delle foto che ho conservato di Nina. Non sono più in buone condizioni… pensi si possa fare qualcosa?»
«Vuoi tentare un restauro? I negativi ce li hai ancora?»
«Credo siano ancora in busta, pure quelli.»
«Vedrò cosa riesco a fare…» risponde la ragazza. La sua voce è quasi distratta, come se stesse pensando ad altro, anche mentre parla con lui.
«Qualcosa non va?»
Eccolo là. L’atteggiamento gentile di sempre. Quello che contraddistingue Carmine da tutta la gentaglia che lo ha generato, e che ha conquistato suo fratello, quindici anni prima. Carmine trasuda dolcezza, anche quando ti prende a cazzotti. Ogni volta che si trova a constatarlo, Anita non può fare a meno di pensare che averlo conosciuto sia stata la cosa migliore che potesse loro capitare. «Niente… solo che ho molti motivi per invidiare sia te che mio fratello.» gli risponde, con un sorriso triste.
«E perché?»
«Come, perché? Dai, Carmine, vi siete visti?» protesta Anita. «Voglio dire, il quadro della mia vita personale te l’ho fatto l’altra sera alla festa, ed è un completo disastro. Invece, tu fai il lavoro che desideravi da sempre e mio fratello, non solo è un musicista affermato, ma ha anche una famiglia felice! Io sono quella che ha concluso poco e niente, invece. Lavoro in un’azienda che piace più a mia madre che a me, non ho un compagno, o un fidanzato, e passo il tempo a fare la spola tra il mio appartamento e casa dei miei, che non fanno altro che rinfacciarmi il fatto che non mi sono ancora ‘sistemata’.»
«Oh, ‘si vuò parlà ‘e famiglie insoddisfatte p’e figlie, t’i ha da mettere in fila... se volessero i Di Salvo m’appicciassero ‘o negozio. E ‘nun crere ca è chisto ‘o problema tuoio.»
«Ah, no?» commenta Anita, sorridendo. «E quale sarebbe, allora?»
«Chest’ nun ‘o saccio… ma non sei mai stata una persona che si sente in difetto nei confronti di qualcuno solo perché non hai ancora trovato l’uomo giusto.» risponde l’uomo, appoggiandosi allo schienale della panchina, allargando le braccia. Chiude gli occhi, e si lascia accarezzare dal vento, nonostante il freddo.
Infatti non è questo il mio problema… Anita sfoglia ancora una volta le foto contenute nella busta che Carmine le ha dato. Nina era davvero la donna perfetta per uno come lui.
«Vuoi davvero sapere cosa mi fa soffrire?» gli domanda, all’improvviso.
Lui esce dal limbo in cui si è immerso per quei pochi secondi, non appena sente la sua voce: «Certo…» 
Anita richiude la busta con le fotografie, e intreccia le mani infreddolite, prima di alzare lo sguardo per incrociare gli occhi di Carmine.
Stringe il suo viso tra le mani e lo bacia. Si allontana per pochi secondi, per guardarlo, e poi ci riprova. Poi si alza, prima che l’uomo possa dire qualunque cosa.
«Mio fratello non sa niente. Non gliene ho mai parlato. Ti faccio sapere per le foto.» gli dice, prima di allontanarsi, lungo il viale.
  
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