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Autore: Lis94    07/09/2009    1 recensioni
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Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maybe, it was Fate

Capitolo 1

- Piccolo spazio dell’autrice -

Uhm … Salve a tutti! Beh, se state leggendo questa piccola noticina, vuol dire che avete aperto questa pagina. E già per questo vi ringrazio.
Spero sinceramente che dopo aver letto questo capitolo non la chiuderete immediatamente, perché … Beh, perché sarebbe fantastico se vi piacesse! E altrettanto fantastico che la commentaste!
Adesso … Giusto! Dovrei salutarvi!
Allora, ciao a tutti! ^^

Ripiegai per la terza volta la lettera e me la misi in tasca.
I capelli biondo cenere, lasciati liberi, tranne per due piccole trecce agli angoli del viso,continuavano a svolazzarmi senza sosta, trasportati dal vento.
Guardai l’orologio della stazione, l’espresso per Hogwarts sarebbe arrivato tra sette minuti.
Qualche giorno prima probabilmente non mi sarei immaginata che potesse esistere una scuola di magia.
Mi scostai leggermente la frangetta dagli occhi azzurri, guardandomi attorno;  tutti i ragazzi erano accompagnati dai propri genitori. Con uno sbuffo sollevai lo sguardo al cielo, soffermandomi ad osservare le nuvole, finchè non sentii l’Espresso per Hogwarts fermarsi davanti a me.
I ragazzini più piccoli, abbracciarono i propri genitori fiondandosi dentro.
M’imposi di farmi coraggio. ‘Non posso essere l’unica persona a non aver frequentato i cinque anni precedenti.’ Mi dissi.
Con la mano sinistra agguantai il  baule e mi diressi velocemente dentro un vagone vuoto. Mi abbandonai mollemente sul sedile e guardando fuori dalla finestra mi ritrovai a pensare a quando era arrivata quell’ assurda lettera.

“Van, che cavolo è?” Chiese Sophie, indicando un gufo nero planare verso la finestra di casa mia.
Io presi a mordicchiarmi  il labbro. “Io non ho visto niente. E tu non hai visto niente, giusto? Chiesi guardando la mia amica.
“Ehm … In realtà ho visto un gufo entrare nella tua camera con una busta nel becco.”
“ Hai una fervida immaginazione, vero Sophie?”
Lei mi guardò imbronciata. “Non me lo sono immaginata.”
“Certo, certo …” Feci dandole due pacche sulla spalla. “Adesso vado, altrimenti mia nonna si arrabbia, a domani!” Dissi oltrepassando il cancello .
“Uff … Va bene, va bene. A domani!” Gridò agitando la mano mentre si allontanava.
Entrata in casa, la voce di Melinda Bertrand mi raggiunse. “E’ arrivata una lettera!”
“Lo so!” Urlai di rimando. “I gufi dovrebbero stare un tantino più attenti!” Sbuffai salendo le scale verso la mia camera.
Il gufo nero era appollaiato sul davanzale, mentre la lettera era posata sulla scrivania. Presi due biscotti dalla busta sulla scrivania e glieli diedi al gufo, per poi aprire la lettera.

“Scusami …” Una voce femminile mi distolse dai miei pensieri. “ Possiamo sederci qui? Tutti gli altri vagoni sono occupati.” Chiese una ragazza con i capelli ricci castani, indicando altri due ragazzi dietro di lei.
“Sì, certo.” Risposi annuendo.
“Grazie!” Rispose entrando seguita dagli altri due ragazzi. “Sono Hermione Granger.” Si presentò. “Loro sono Ronald Weasley, ma lo puoi chiamare Ron,” Disse indicando il ragazzo con i capelli rossi, “E Harry Potter.” Concluse indicando quello con i capelli neri.
‘Harry Potter? Dove l’ho già sentito?’ Scossi la testa e mi presentai: “Molto piacere.” Dissi stringendo le mani a tutti e tre. “Io sono Vanelle De La Roix.”
“Non mi sembra di averti mai visto ad Hogwarts.” Disse Hermione.
“In effetti qualche giorno fa non sapevo nemmeno della sua esistenza, è la prima volta che ci vado.”
“Ma non sei del primo anno, com’è possibile?” Chiese Ronald, confuso.
“Non sei nata in Inghilterra, giusto?”  Chiese Hermione.
“No, in Francia. Ci ho vissuto fino a 10 anni, poi mi sono trasferita in Italia e poi da meno di sei mesi, qui, in Inghilterra.”
“Hai ancora l’accento francese.” Disse con un sorriso Harry.
“Già, e il mio inglese è ancora un po’ stentato.” Risposi accennando a un sorriso.
“Ti sei spostata parecchio!” Constatò Ronald. “Beata te!”
“Da un lato è davvero bello, ma poi ti tocca adattarti continuamente.”
“Chissà in quale casa verrai smistata.” Si chiese Harry.
“Noi siamo tutti Grifondoro.” Disse Hermione. “Speriamo che anche tu lo sia!”
“Basta che non sia una Serpeverde!” Si aggiunge Ron.
Vidi Hermione alzare gli occhi al cielo.

Dopo qualche ora di viaggio, finalmente arrivammo alla tanto agognata destinazione.
Scesa dal treno, per evitare di perdermi seguii Harry, Ron ed Hermione. Dopo aver oltrepassato il portone ci ritrovammo in un ampio salone illuminato da migliaia di torce. Proseguimmo fino ad arrivare in una seconda sala enorme.
“Guarda sopra.” Mi suggerì Hermione.
Io alzai lo sguardo rimanendo a bocca aperta. Il soffitto rispecchiava il cielo all’esterno, lasciando vedere il cielo stellato.
Mentre continuavo ad osservarlo sentii una mano sulla spalla;
“Tu devi essere Vanelle, dico bene?”
“Sì, sono io.” Risposi osservando l’uomo davanti a me. Occhi azzurri e una folta barba bianca.
“Sono il Preside, Albus Silente, è un piacere conoscerti.” Disse accennando un sorriso.
“Oh, il piacere è tutto mio.” Risposi stringendogli la mano.
“Ti dispiacerebbe seguirmi?”
“N-no … certo.” Risposi facendo un piccolo cenno di saluto agli altri.
Il preside salì su una piattaforma rialzata, dove c’era un lungo tavolo, dove sedevano quelli che dovevano essere i professori.
“Un momento di silenzio ragazzi.” Disse il preside. “Volevo farvi sapere che quest’anno ci sarà una piccola novità. Prima di sottoporre i ragazzi del primo anno allo smistamento, volevo informare gi alunni del sesto anno che avranno una nuova compagna. Prego Vanelle.” Disse facendomi segno di salire. Mentre salivo i pochi gradini, sentivo su di me tutti gli sguardi addosso. Arrossii imbarazzata.
“La signorina al mio fianco è Vanelle De La Roix, ha sedici anni, ma non ha mai frequentato questa scuola. Avendo comunque, un alto livello di istruzione seguirà i corsi del sesto anno. Bene, e ora potrai venire smistata.” Concluse facendomi sedere su una sedia.
Una professoressa mi si avvicinò con in mano un capello, e me lo posò in testa.
“Allora, allora, chi abbiamo qui … Oh, una ragazzina piuttosto astuta eh? … Senza un minimo di pazienza, intelligente …  e decisamente coraggiosa. Uh, che scelta complicata …”
Dopo qualche secondo in cui ero impegnata a trattenere il respiro, sperando che quello strazio finisse, il cappello finalmente si decise.
“GRIFONDORO!”
Dal tavolo dei Grifondoro si alzò un fragoroso applauso. La professoressa mi tolse il cappello e mi disse di raggiungere i miei compagni di casa.
Hermione mi fece spazio accanto a sé, abbracciandomi in un lancio d’affetto.
Quando lo smistamento dei ragazzini di primo si concluse, potemmo, finalmente, mettere qualcosa sotto i denti.

Dopo la cena, la professoressa, che mi aveva messo il Cappello Parlante, Minerva McGranitt, si avvicinò informandomi che avrei dovuto condividere la mia stanza con Hermione e che tutte le mie cose erano già state portate lì.
“Vieni ti faccio vedere.” Disse Hermione alzandosi dal tavolo.
Mentre camminavamo, mi persi ad osservare di nuovo il cielo pieno di stelle, tanto che non mi accorsi di essere andata addosso a qualcuno.
“Scusami.” Dissi guardando il ragazzo contro cui avevo sbattuto. Capelli biondi e occhi grigi.
“Stai più attenta.” Disse con tono freddo.
“Ti ho appena chiesto scusa.” Risposi io, stizzita.
“Lascialo perdere, Vanelle.” Mi disse Hermione tirandomi via.
“E tu cosa vuoi, Mezzosangue?”
“Scommetto che sei un purosangue. Solo loro sanno essere così stronzi.” Dissi girandomi verso di lui.
“Cosa hai detto, ragazzina?”
“Vanelle, lascia stare. Ormai non me la prendo più, non ne vale la pena.” Disse Hermione ricominciando a trascinarmi via.
“Non finisce qui, ragazzina.” Disse lui, prima di girarsi e andarsene dalla parte opposta.
“Ma chi cavolo è quello?”
“Draco Malfoy. Un cretino, lascialo perdere.”
“E’ insopportabile.” Decretai.
‘Tranquillo, non è finita per niente.’ Pensai mentre raggiungevamo un ritratto di una signora, alquanto panciuta.
“Questa è la Signora Grassa.”
“La parola d’ordine?” Chiese il dipinto osservandoci.
“Sogni Dorati.”
“Cavolo, c’è bisogno anche della parola d’ordine per entrare? Io sono alquanto smemorata per queste cose.” Dissi seguendo Hermione.
Hermione ridacchiò e aprì la porta della sua stanza.
“Beh, immagino che sarai piuttosto stanca. Sono le 23.30. Andiamo a dormire?” Chiese.
“Mi ci vuole proprio una bella dormita.” Dissi aprendo il mio baule. “Domani sarà una luuunga giornata.”

  
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