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Autore: london04    07/09/2009    3 recensioni
questa è la storia di due caretteri opposti come dice il titolo e tratta di Kevin &Scotty.inizialmente non è un au, ma poi vedrete che con il sussguirsi delle puntate lo sarà sempre un pò di più.adoro infatti i loro caretteri, ma credo che il creatore nn stia dando loro tanto qunato si meritano. quindi, è dedicata atutti coloro che la pensano cme me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Due uomini ed una panchina

19e45 sempre quel giorno

Esausto, chiudo l’ultimo fascicolo del giorno e guardo attraverso l’enorme finestra del mio ufficio: è quasi buoi e LA comincerà tra poco la sua vita notturna con le tutte le sue luci, che illumineranno locali, ristornanti, discoteche, pub e strade dove giovani e anziani torneranno a casa mano nella mano,quando le luci saranno ancora accese… o quando le luci saranno già spente, per lasciare il sole come guida.

Al moment,invece, la via sotto il mio ufficio ospita un uomo solo, di una trentina d’anni che l’unica cosa che tiene per mano è la sua valigetta 24 ore. A guardarlo bene si direbbe che sia stanco, che stà lavorando un po’ troppo per colpa di una storia finita male che lo ha ferito più di quanto credesse e che ora ha una visione del mondo abbastanza pessimista e cinica, preferendo non aspettarsi mai troppo dal prossimo perché timoroso di rimanere ferito e solo…di nuovo.

A guardarlo bene però si direbbe anche che sia un bel uomo ancora,con quei capelli neri un po’ ricci e quel suo fisico un po’ palestrato, che diciamocelo non è affatto male. e poi quel suo naso perfetto, la sua fronte degna di quella di un dio greco…

Ok, ok,lo ammetto sono io…ma non potevo mica continuare con quel monologo così deprimente, no? Sarebbe stato davvero da buttarsi sotto la prima macchina che passava e l’idea non mi affascina neanche un po’..insomma, rovinare la mia nuova giacca solo per un momento di acuta tristezza è un po’ esagerato...o no?

Apro la porta del mio appartamento e lascio cadere senza troppa delicatezza la mia valigetta sulla moquette. Mi tolgo le scarpe, cerco qualche cosa di interessante da fare dentro casa ma dieci minuti dopo sono ancora piazzato in mezza alla stanza come un vero idiota senza sapere cosa fare, così esco di casa senza la giacca, arrotolo le maniche della mia camicia perché comincio a sentire un po’ caldo e prendo il giornale del giorno, che non ho ancora avuto il tempo di leggere.

Mi incammino lungo una via abbastanza illuminata e poi giro a sinistra in un gran bel parco in cui non vado abbastanza spesso (dico così poiché ho comprato l’appartamento in cui vivo soprattutto per questo meraviglioso parco di cui mi ero innamorato a prima vista, con tutti quei splendidi alberi in fiore, le vie spaziose e pulite in cui pensavo avrei adorato camminare e rilassarmi…ok, si sono proprio gay…ma ehi, che ci volete fare? È la natura baby!)

Anche se è quasi ormai buio, le luci sopra le panchine illuminano bene e posso così leggere il mio giornale senza problemi, in pace con il mondo: il parco è abbastanza tranquillo e ci sono solo un po’ di coppiette che gironzolano qua e là senza chiacchierare molto, una vecchietta dal viso gentile che dà da mangiare ai piccioni e un giovane che pratica il suo jogging serale. Da lontano non lo vedo molto bene perché la luce è proprio sul suo viso ma da come corre si capisce che non è la prima volta che si allena: la sua andatura è costante e abbastanza veloce e si intuisce che il suo respiro non è troppo affannato.

Improvvisamente il giovane rallenta la sua andatura fino ad arrestarsi completamente proprio di fronte la mia panchina. Accigliato,alzo lo sguardo verso il ragazzo e noto che è il mio testimone bizzarro di questa mattina: ok, così il mio posto in “pace con il mondo”si trasformerà velocemente nel luogo “sfottiamo l’avvocato”.

“ei, avvocato!”mi saluta, sedendosi vicino a me

“ei, testimone chiave” ribatto, lasciandogli un po’ di posto sulla panchina

“allora..che si dice?che cosa porta in un parco come questo un avvocato tutto di un pezzo come lei?”chiede, stendendo di fronte a se le gambe

“un parco come questo un avvocato tutto di un pezzo come lei? Che diavolo vuol dire, si può sapere?”

“ ma si, si capisce, no? Guardi bene le coppie intorno a lei che sprizzano amore e felicità oppure l’adorabile Gladis che Dio solo sa quanto ama quei piccioni- “ciao Gladis!” la saluta, sorridente “ciao, Scotty!” lo risaluta la vecchietta-…e poi c’è lei..è un po’ come se satana piombasse in una classe di angioletti, no?”

“non ci posso credere! Mi ha appena paragonato a satana!”esclamo, sbigottito e con tanto di bocca aperta.

“bè, si forse il paragone era un po’ eccessivo..”

“un po’, è?..e lei che direbbe se gli dicessero che in questo momento lei invece sembra l’incarnazione di arlecchino ubriaco vestito in questo modo? Ma si è visto allo specchio? Pantaloncini rosa e canotta azzurra accesa con una fascia verde scuro in testa…”

“ok, il mio paragone era del tutto incalzante invece..dica la verità invece, lei è geloso del mio abbigliamento, o almeno che ho il coraggio di vestirmi così”

“guardi, è proprio quello che le volevo dire… ma mi ha anticipato…”dico, sarcastico

Lui ride e mio malgrado sento un sorriso apparire anche sul mio viso…è una bella risata,la sua.

“ è proprio permaloso, lo sa?” dice, guardandomi

“e lei proprio un piccolo bastardo invece”

“piccolo e perché mai piccolo?qualcuno le ha detto cose peggiori di assomigliare a satana?” domanda,con quel suo particolare sorriso

“quanti anni ha?” chiedo, guardandolo di sfuggita

“23, perché?”cavolo, meno di quanto sperassi, cioè, pensassi, perché sperassi?

“ecco perché piccolo bastardo. È piccolo dal punto di vista dell’età.”

“oh e perché lei quanti anni avrebbe, satana?” chiede, sempre sorridendo

“quasi 10 più di lei, ne ho 32”

“ah, pensavo di più” ribatte lui, ridendo quando vede l’espressione sul mio viso, che deve essere evidentemente abbastanza scioccata

“stavo scherzando, satana, non se la prenda…”

“ ma poi perché mi chiama così? Cioè, cosa le ho fatto di tanto cattivo per essere messo a paragone con il diavolo?” cerco di cambiare argomento, non so se sia notato

“è che lei, non lo so, mi fa pensare tanto ad una persona un po’ arrabbiata, abbastanza fredda nei rapporti umani”

“ e come avrebbe capito tutto ciò, signor psicologo Wandell?”chiedo, improvvisamente più irritato di parlare della mia personalità che della mia età.

Lui nota il sarcasmo nella mia voce e mi lancia uno sguardo come a dire: “vede, è per questo” e infatti:

“è perché è tremendamente sarcastico e si crede un po’ superiori a tutti, con quel suo fare un po’ da “io sono il re del mondo”” spiega,del tutto tranquillo e abbandonando per un attimo il suo sorriso da ruba cuori e la sua solita beffardagine.

“ io non sono il re del mondo!”ribatto, un po’ punto sul vivo a dirla tutta

“non ho detto che lo è..ho detto che si crede essere tale.”

“ok, come vuole, io non mi credo il re del mondo!”

forse non se ne accorge, ma parlando con lei invece si può facilmente credere che sia così. È come se quando parli lei guardi la gente dall’alto in basso e non presti molta attenzione a ciò che dicono gli altri perché tanto sa di avere ragione.”

“questo è perché la maggior parte del tempo ho a che fare con idioti che credono che la legge stia dalla parte di quello che paga di più e non invece dalla parte di colui che ha veramente ragione e cercano ogni più stupido cavillo legale come per dire: vede, io sono furbo allora sono intelligente e dalla parte della ragione! No,la legge non è affatto fatta per questo: la legge è qualcosa di profondo,nato proprio per difendere il più debole e far valere i suoi diritti anche quando magari non ne ha i mezzi!” esplodo, un po’ arrabbiato.

Lui invece stà sorridendo e mi chiedo sinceramente perché diavolo lo stia facendo.

“forse mi ero sbagliato…lei non è proprio satana…credo che piccolo satana vada bene.”

Sorrido anche io e lascio il mio sguardo indugiare un po’ di più su quel giovane divertente e solare: ha i capelli castani chiari, dei bei occhi scuri e un sorriso struggente. In più ha davvero un bel fisico ora che ci penso: alto e smilzo, ma non secco.

Improvvisamente mi rendo conto che il mio giovane interlocutore si è alzato dalla panchina che avevamo condiviso e mi guarda dall’alto.

“scusi avvocato ma ora devo proprio andare…è stato davvero un piacere chiacchierare un po’ con lei” dice, sorridendomi, sinceramente questa volta.

Sono un po’ sorpreso da questo e infatti biascico un “anche per me” abbastanza piano e lo guardo andare via: ha davvero un gran bel culo.

E torno così al mio giornale, con un sorriso ebete stampato in faccia.

  
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