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Autore: Kifuru    11/06/2022    3 recensioni
Al termine della Seconda Guerra Magica, il giovane Ronald Weasley, deciso fermamente a non ripetere più gli errori del passato, si appresta ad affrontare una nuova vita insieme ai propri cari e ad Hermione, la ragazza che ama alla follia. La terribile guerra appena combattuta lo ha portato a conoscere il terribile dolore della perdita, ma al termine di essa il giovane mago si sente finalmente pronto a vivere e ad amare. Entrando a far parte del Corpo Auror, Ron affronterà dure prove che lo porteranno a conoscere meglio sé stesso e il mondo sia magico che babbano.
La storia di un eroe fallibile e generoso alla disperata ricerca della giusta via da seguire.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CAPITOLO 2
 
Incontro di valutazione
 
 
Settembre, 1998
 
Inghilterra, Stazione di King’s Cross Londra
 
Il momento era arrivato, molto più velocemente di quanto avrebbero desiderato. Ron ed Hermione si erano preparati per settimane, eppure il loro arrivo alla grande stazione di Londra fu ugualmente molto doloroso. Camminavano lentamente con le mani intrecciate in un disperato tentativo di rinviare il più possibile l’inevitabile, di tardare il momento in cui si sarebbero dovuti separare per mesi. Non volevano tornare indietro nella loro decisione, ma era comunque necessaria tanta forza di volontà.

Per la prima volta nella sua vita Ron si ritrovò a fissare con odio il familiare Espresso rosso fiammante, il treno che da lì a poco avrebbe riportato Hermione nella Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Durante il corso delle ultime settimane i due giovani avevano continuato a sviluppare a fondo la loro relazione sentimentale. Esploravano a vicenda i lati più intimi dei loro caratteri e ogni giorno era trascorso sereno e felice, sebbene con qualche litigata passeggera. Sperimentarono così tanti nuovi lati del loro rapporto, dalle più semplici abitudini quotidiane a diversi modi di condurre i loro rapporti sessuali. Non erano ancora arrivati completamente a fondo, ma di certo gradualmente avevano superato molti limiti nell’intimità della loro relazione fisica.

Infine, nonostante qualche momento comico di imbarazzo e incertezza, Ron aveva finalmente instaurato un vero rapporto di vicinanza con i genitori di Hermione, i quali, come lo stesso ragazzo si ritrovò ad ammettere, lo accolsero ben presto nella loro famiglia, accettando con gioia fin dalla famosa prima cena a casa loro la sua relazione con la loro unica figlia. In fondo Ron dovette affrontare soltanto una piccola raccomandazione da parte del padre di Hermione, ma per il resto le cose andarono lisce. Anche se i dolori e i traumi della guerra restavano impressi nella memoria e nei sogni dei ragazzi, Ron ed Hermione si erano sostenuti continuamente a vicenda e quei mesi estivi si erano rivelati i più felici della loro giovinezza. Niente Voldemort, niente Horcrux: solo loro due.

Ora, Ron dovette farsi forza. Circondò con un braccio le spalle tremanti della sua ragazza, già pericolosamente vicina a scoppiare in lacrime. Con la coda dell’occhio vide Harry e Ginny impegnati anch’essi in un saluto strappalacrime pieno di baci appassionati. Almeno le due ragazze sarebbero state insieme durante l’anno, mentre Ron aveva accettato l’offerta di Harry di trasferirsi a Grimmuld Place. Era una casa antica e grande, pertanto l’eroe del mondo magico non sopportava l’idea di andarci a vivere da solo. L’antica casa dei Black era adesso molto più vivibile e meno oscura grazie all’impegno di tutti e quattro nell’eliminare i vecchi incantesimi di protezione e gli orrendi cimeli della famiglia Black.

Dopo una certa titubanza, Ron si era accorto di aver accettato con gioia la relazione tra il suo migliore amico e la sua amata sorellina, non che lei avesse bisogno del suo permesso. Ginny era una donna forte e coraggiosa, già fermamente decisa nelle sue scelte: nell’amore così come per il futuro lavorativo. Una volta ottenuto il diploma, era già fermamente convinta a portare avanti il suo più grande desiderio di infanzia: giocare a Quiddich da giocatrice professionista.

Ron distolse lo sguardo quando i due si baciarono di nuovo con passione.

< < Ron > > disse all’improvviso Hermione, fermandosi di colpo. < < Non credo di farcela. Non credo proprio di poter partire. Non senza di te > >.

Ron la strinse a sé, del tutto oppresso dal desiderio di portarla via con sé. < < Ce la farai, amore. Sei così forte, lo sei sempre stata. Tra un mese è prevista la prima visita ad Hogsmate. Nel frattempo ci scriveremo ogni giorno > > mormorò il rosso, baciandole una guancia.

< < Lo so > > sussurrò lei < < Ma non mi basta. Io voglio vivere con te. Non mi importa di nulla dei voti o dei M.A.G.O. Io voglio stare con te > >.

< < E’ la cosa migliore, Hermione > > quante volte aveva ripetuto quella frase. Una frase che si accorse di odiare con forza.

< < Ad Hogwarts c’è la tua vita. Ciò che ti ha reso quella che sei. Una strega straordinaria > > ribadì Ron, sfiorando le labbra di lei con le sue. < < Il tuo futuro parte da quella scuola. È troppo importante per te > >.

< < Sei tu la mia vita adesso > > esclamò con fermezza la riccia < < E sei anche il mio futuro > >.

< < E tu lo sei per me, amore, ma ora devi prendere quel treno > > ribatté con altrettanto forza il ragazzo, prima di baciarla con passione. Lei rispose allacciandogli le braccia attorno al collo e Ron ne approfittò per sollevarla da terra.

Per una volta nessuno dei due aveva nulla da dire sul fatto che si stessero baciando avidamente in pubblico. Entrarono in un mondo dove non esisteva nessuno a parte loro due.

< < Partirò. Prenderò questo maledetto treno > > disse alla fine Hermione, quando il bacio terminò diversi secondi dopo.

Gli afferrò con forza il davanti della camicia guardandolo intensamente. < < Però c’è ancora una cosa che mi devi promettere. Io partirò e affronterò questo lungo anno senza di te, ma lo farò soltanto se tu rispetterai una sola ed unica condizione > >.

< < Tutto quello che vuoi > > rispose Ron, poggiando la testa sulla sua. Sapeva già che cosa gli avrebbe chiesto.

Hermione lo fissava con profonda serietà, un’evidente preoccupazione era ben riflessa negli occhi castani della sua ragazza. Ron ricambiò lo sguardo concentrandosi su quei lineamenti del viso che tanto amava e che tante volte aveva baciato castamente o nel pieno della passione. Aveva cercato molte volte di tranquillizzarla, ma ogni tentativo era stato vano.

< < Voglio che tu stia attento, Ron > > dichiarò stringendogli con forza la camicia quasi a strapparla.

< < Voglio che tu stia attento ad ogni lezione teorica o pratica che sia. Se davvero dovranno mandarti in missione, voglio che tu sia preparato, pretendo che impari ogni incantesimo necessario per la tua sicurezza. Dovrai studiare, Ron, come mai nella tua vita. Voglio che tu me lo prometta qui e adesso, altrimenti non salirò mai su quel maledetto treno. Io devo sapere che sarai al sicuro, Ron e che avrai tutti gli strumenti e la preparazione necessaria per affrontare il lavoro che hai scelto > >.

Il giovane restò senza parole per qualche istante, poi sorrise con calore alla ragazza che amava, felice come non mai per aver avuto la fortuna di averla nella sua vita. L’aveva avuta nella sua vita come amica e ora era la sua compagna. Hermione non rispose al sorriso, anzi continuò a fissarlo con occhi pericolosamente seri e accesi. Ron conosceva quello sguardo e sapeva che la rabbia della sua adorabile fidanzata era pericolosamente vicina a scatenarsi.

< < Parlo sul serio, Ron > > esclamò arrabbiata la riccia, afferrandogli la mascella < < Ho accettato con me stessa il fatto che affronterai il mestiere più pericoloso e incerto del mondo magico, ma devo comunque essere certa che sarai pronto, altrimenti verrò a riprenderti io stessa in quel campo di addestramento > >.

Ron rise cercando senza successo di alleggerire la tensione. < < Anche con tutto l’addestramento di questo mondo non avrei speranze contro di te, tesoro. Però, mi piacerebbe davvero vederti affrontare un’intera divisione di Auror agguerriti solo per portarmi via da lì > >.

 < < Ronald Weasley > > disse rabbiosamente Hermione, stringendogli la mascella con una mano. Tuttavia non poté rimproverarlo come avrebbe voluto. Il bacio appassionato del suo ragazzo interruppe ogni rimprovero o insulto colorito.  Pur maledicendolo mentalmente, Hermione rispose rabbiosamente al bacio aggrappandosi con forza a lui. Quando si separarono, lei si sorprese nel vedere un’espressione profondamente seria e determinata sul viso lentigginoso e leggermente arrossato del suo uomo. Alle loro spalle i primi fischi del treno dicevano che il tempo era quasi scaduto.

< < Starò attento, amore mio, te lo prometto > > dichiarò Ron, con tutta la sicurezza possibile, posando le mani sulle spalle di lei < < Mi impegnerò al massimo per diventare un Auror che si rispetti, ma sarò anche prudente, te lo giuro. Ti renderò fiera di me, Hermione > >.

Finalmente Hermione si sciolse. < < Piantala di ripetere questa sciocchezza. Io sono già orgogliosa di te, testone che non sei altro > >.

Si abbracciarono e si baciarono di nuovo con foga, mentre i controllori invitavano gli studenti ritardatari a salire sul treno. Hermione era persino una Caposcuola.

< < Ti amo > > disse Ron, separandosi da lei con un grande sforzo.

< < Ti amo anch’io > > rispose Hermione, con un sorriso dolce e sincero, ma il volto era già pieno di lacrime.

Insieme a Ginny, Hermione Granger salì sul treno pronto a partire. Harry e Ron salirono per aiutare le ragazze con le valigie e a cercare uno scompartimento vuoto. Una volta fatto, ad entrambi servì una grande forza di volontà per scendere da quel treno. Aspettarono in silenzio sulla balaustra, osservando le rispettive compagne dal finestrino. Ron aveva cercato di resistere, ma in quel momento anch’egli cedette alla commozione. Versò lacrime amare nel vedere i primi movimenti del treno e la sua Hermione lo vide chiaramente mentre continuava ad osservarlo. Alla fine, però, entrambi si sorrisero a vicenda.

Prendendo sempre più velocità, il treno ben presto sparì all’orizzonte. Ron aveva continuato a tenere gli occhi fissi sulla sua ragazza fin dove era stato possibile e in realtà anche dopo aveva continuato ad osservare inebetito il punto in cui il treno era sparito. Dopo diversi minuti si ricordò dell’esistenza di Harry, quando quest’ultimo gli mise amichevolmente una mano sulla spalla.

< < Sono andate. Alcuni giorni ho temuto che ci avrebbero ripensato. Non è stata una decisione facile per loro > > disse Harry Potter, anche i suoi occhi fissi sull’orizzonte. < < Credi che riusciremo a cavarcela senza di loro? > >.

< < Sarà dura > > si ritrovò ad ammettere Ron con una risata amara. < < Di certo Grimmuld Place non vedrà molto ordine con i suoi prossimi inquilini > >.

< < Lo penso anch’io. Almeno non dovremo condividere la casa con incantesimi oscuri o quadri inferociti. Inoltre credo proprio che Kreacher non voglia più ucciderci o almeno lo spero > > convenne il moro, ridendo anche lui.

La tensione si alleggerì notevolmente, ma i due ragazzi restarono ancora immobili su quel binario familiare, in effetti il luogo in cui era iniziata la loro vita da maghi.

< < L’addestramento, Harry > > disse Ron, il volto improvvisamente serio e preoccupato < < E’ davvero così duro come si dice in giro? Credi davvero che possa farcela? > >.

Harry lo fissò con un’espressione intellegibile, quasi con una certa vena di superiorità. Ron si pentì immediatamente della domanda, sentendosi suo malgrado a disagio. Non intendeva esporre così tanto le sue paure anche se si trattava del suo migliore amico. Forse quella era una prima conseguenza tangibile della partenza di Hermione.

In realtà solo con lei si sarebbe sentito libero di manifestare tutti i segreti del proprio animo, tutti i suoi sentimenti, eppure c’era ancora un segreto che non le aveva confessato. Ron doveva ancora trovare il coraggio di raccontare alla sua ragazza ciò che era accaduto realmente. Hermione non l’aveva mai pressato a farlo, anche se, e di questo il rosso ne era assolutamente convinto, moriva dalla voglia di scoprirlo.

< < Sai bene che non sono autorizzato a dirti nulla. Nessuno dei cadetti può parlare dell’addestramento > > rispose il moro, forse un po’ troppo duramente.

Ron si sentì ancora più stupido e imbarazzato. Abbassò lo sguardo incapace di continuare. Harry si accorse del tono troppo severo e se ne vergognò. Dopotutto Ron aveva tutto il diritto di essere nervoso. Si affrettò a rimediare.

< < Però è buffo > > esclamò il moro con voce più allegra e amichevole < < Qualche giorno prima di iniziare l’addestramento feci la stessa domanda a Kingsley. Dopotutto ci ha offerto un’opportunità alquanto rara: partecipare all’addestramento più duro e pesante del mondo magico senza neanche il diploma. Desideravo capire perché avesse così tanta fiducia in noi? > >.

< < Dannazione, hai ucciso Voldemort, Harry > > lo interruppe Ron incredulo < < Noi tre abbiamo affrontato situazioni assurde, pericoli inimmaginabili che forse nessun Auror ha mai affrontato durante la propria carriera. Dovrà pur valere qualcosa > >.

< < E’ vero, ma tu stesso ti sei reso conto che non è abbastanza. Per questo mi hai fatto questa domanda. Credi di non avere l’attitudine o le capacità necessarie. Ho provato anch’io queste sensazioni, Ron > > osservò il moro, squadrando l’amico attentamente.

< < Kingsley ci ha scelto per la nostra esperienza sul campo, Ron, ma credimi non è tutto. Sappiamo ancora veramente poco sulla. Ho ucciso Voldemort perché ero aiutato da tanti amici e tante persone coraggiose. In uno scontro magico contro un Auror addestrato non avrei scampo, ecco perché non ti nascondo il fatto che Kingsley si sia preso una grande responsabilità. È pur sempre il capo del Dipartimento Auror di Londra > >.

< < Non è molto incoraggiante > > mormorò il rosso, mentre iniziavano ad avviarsi verso l’uscita della stazione.

< < Confermo che non posso rivelarti nulla sull’addestramento, ma almeno posso dirti questo, amico mio. Tu ce la farai senz’altro, supererai questo maledetto corso. Non mi stancherò mai di ripetertelo, Ron, tu sei una persona forte e coraggiosa. Superai anche questa prova > >.

Ron gli lanciò un’occhiata colma di gratitudine. Quanto era stato stupido in passato a sentirsi geloso di lui. Harry era il suo migliore amico, un fratello con cui era cresciuto e ora era persino diventato l’amore della vita di sua sorella. Di colpo tornò a sentirsi sicuro di sé stesso, al punto da desiderare di iniziare l’addestramento quel giorno stesso.
Avrebbe continuato ad aiutare suo fratello George in negozio nei pochi momenti liberi, ma diventare Auror era sempre stato il suo sogno.

Ronald Weasley lasciò la stazione con il cuore pieno di speranza e con il pensiero di nuovo rivolto alla migliore studentessa e Caposcuola di Grifondoro. La giovane donna che amava.
 
 
************
 
 
Alcuni mesi dopo
Campo di Addestramento Auror, Londra
 
Il duello non doveva durare così tanto, ogni volta che accadeva non finiva mai bene per lui. Fin dai primi giorni di addestramento, Ron scoprì di essere molto più portato per gli incantesimi difensivi e per la strategia, però non eccelleva nell’attacco. Ciò lo aveva portato a subire diverse sonore sconfitte non solo con gli istruttori, ma anche con i suoi stessi compagni di corso.

< < STUPEFICIUM > > ruggì il rosso, mentre dalla sua bacchetta fuoriuscì nello stesso istante un intenso bagliore rosso.

Il suo avversario si chiamava Timothy Garden ed era due anni più grande di lui. Era una recluta con già tanta esperienza alle spalle, due anni di addestramento erano tanti e da cadetto è poi passato al rango di recluta e come tale aveva già ricevuto le prime missioni ufficiali.

Fin dal primo giorno di corso, Ron scoprì a sue spese che quel tipo trovava estremamente divertente tormentarlo e provocarlo in ogni modo possibile. L’amico di Potter: così veniva chiamato da lui e da altre reclute che lo accompagnavano di solito, al punto da ricordargli sgradevolmente Malfoy e compagnia. Tutti loro sembravano voler far presente il fatto che la sua presenza in quel campo di addestramento fosse dovuta unicamente alla sua amicizia con il salvatore del mondo. Nella maggior parte dei casi Ron riusciva a ignorarli senza troppa fatica, tuttavia le sconfitte in combattimento non aiutavano di certo. Il giovane Weasley non poteva nascondere il fatto che il suo avversario fosse molto più abile di lui.

Garden schivò facilmente l’ennesimo incantesimo di stordimento. Lo fece con un debole movimento di polso, per poi contrattaccare nell’istante successivo. Era quella parte dello scontro che molto presto avrebbe segnato la sconfitta del rosso, come era già capitato tante altre volte.

Gli incantesimi gli venivamo scagliati a raffica, senza tregua. Per quanto Ron avesse raffinato notevolmente i propri incantesimi difensivi, con una scarica del genere non poteva resistere all’infinito e soprattutto era impossibilitato ad attaccare il rivale. Gli attacchi erano per di più di varia natura: non solo di semplice stordimento, ma anche incantesimi di taglio che avrebbero potuto ferirlo seriamente. D’altro canto l’istruttore Edward Roberts l’aveva specificato fin dall’inizio: gli scontri di allenamento dovevano preparare alla missione, di conseguenza dovevano essere reali e potenzialmente mortali.

Ron si difese strenuamente, continuando però ad indietreggiare inesorabilmente. Alla fine la sua difesa cedette e così si ritrovò ad essere in balia del nemico. Prima lo colpì un incantesimo di taglio, che gli aprì un profondo squarcio poco sopra il ginocchio, facendolo urlare di dolore. A nulla servì il tessuto speciale dell’uniforme grigia di addestramento. Subito dopo, con le difese ormai cadute e la bacchetta abbassata, Ron venne centrato in pieno stomaco da due incantesimo di impatto, che lo fecero volare per alcuni metri all’indietro.

L’impatto a terra fu terribile. Ron si sentì svuotare l’aria dai polmoni e per diversi secondi non riuscì più a respirare.

< < Anche oggi con il culo nella polvere, amico di Potter. Non è proprio una novità > > sogghignò Timothy Garden, con aria soddisfatta. < < Davvero mi chiedo ancora che diavolo sei venuto a fare qui? > >.

Il ragazzo non poteva nemmeno ribattere nel disperato tentativo di ritornare a respirare di nuovo e correttamente. Poté soltanto udire un intenso urlo di rabbia e anche se stordito e dolorante, Ron capì subito a chi appartenesse.

< < MALEDETTO BASTARDO > > urlò come una furia la nuova recluta Harry Potter, alzando la bacchetta contro Garden.

Harry aveva completamente abbandonato il suo personale duello contro una corsista e si scagliò con forza contro l’altra recluta.

< < Experliamus > > urlò con forza il moro, ma incredibilmente un attimo prima che partisse l’incantesimo la bacchetta gli era già volata di mano.
Garden si era girato per affrontarlo, ma anche la sua bacchetta volò in aria prima di avere il tempo di scagliare un incantesimo.

< < Non tollero certi comportamenti idioti > > disse la voce rabbiosa e severa dell’istruttore Auror Edward Roberts. Con la bacchetta ancora in pugno, il mago attraversò il campo di sabbia con sguardo adirato, i suoi occhi si posarono a turno su ognuno di loro, persino su Ron sanguinante a terra. Nonostante avesse già una certa età, Roberts restava comunque un uomo forte e caparbio, da capelli lunghi e bianchi. Trasmetteva sempre un certo timore e nervosismo ai suoi allievi, ma tutti lo rispettavano come un grande Auror del passato.

< < Il tuo amico ha perso il duello, Potter > > ruggì pesantemente il vecchio istruttore. < < Quindi non avevi il diritto di interferire. Weasley si è battuto bene, ma alla fine è stato Garden a prevalere e questo fa la differenza fra la vita e la morte > >.

< < Garden ha ferito inutilmente il mio amico, signore. Il duello era già terminato > > protestò Harry alzando la voce coraggiosamente.

< < Silenzio > > sbraitò Roberts.

< < Lascia perdere, Harry > > disse debolmente Ron.

< < Chiudi il becco anche tu, ragazzo > > ringhiò Roberts, sputacchiando verso Ron. < < Vi ho già ripetuto mille volte, branco di bambocci, che la missione di un Auror è quasi sempre questione di vita o di morte, specie se si tratta di uno scontro magico. In una vera missione, a quest’ora Weasley sarebbe morto e stecchito > >.

Harry non trovò come ribattere. Guardò per un momento in cagnesco l’avversario di Ron, prima di inginocchiarsi al fianco dell’amico per aiutarlo a rimettersi in piedi. Garden osservò i due sogghignando con fare derisorio, ma poté farlo solo per un breve istante prima di precipitare in un inferno di dolore. In un gesto fulmineo, l’istruttore Roberts alzò la bacchetta senza pronunciare alcuna formula a voce. Nell’attimo successivo, la gola della giovane recluta si serrò come in una morsa d’acciaio e il ragazzo, incapace di respirare, fu costretto a inginocchiarsi a terra rantolando rumorosamente.

< < argghhhhhhh > > rantolò in totale agonia Timothy Garden.

< < Non ho mai sopportato i bastardi del tuo calibro, Garden > > dichiarò con calma il mago, muovendo leggermente la bacchetta per costringerlo ad alzare il capo.

< < Ho detto i duelli debbano essere reali e se necessario cruenti, anche a costo di farsi male seriamente. Tuttavia, non tollero nel mio corso gli idioti che deridono i propri compagni come fai tu, per cui ti consiglio di fare più attenzione da ora in avanti. Ti terrò d’occhio e le mie reazioni saranno sempre più dure > >.

Solo dopo aver concluso il suo discorso, l’istruttore abbassò lentamente la bacchetta, eliminando la morsa invisibile sulla gola della giovane recluta. Garden restò in ginocchio boccheggiante con le mani intorno alla gola, cercando di ritrovare faticosamente il respiro. Arrivò persino a sputare sangue.

< < Per oggi abbiamo concluso, buoni a nulla > > ruggì Roberts, ignorando completamente l’agonia del ragazzo. < < Continueremo l’addestramento lunedì. Godetevi il fine settimana se potete, tornerò a tormentarvi molto presto. Potter, porta Weasley in infermeria, altrimenti rischierà di morire dissanguato > >.

< < Si signore > > rispose Harry, posandosi delicatamente un braccio di Ron sulle spalle. Quest’ultimo sussultò per il dolore quando fu costretto a rialzarsi.

< < Quanto a te, Weasley. Rimettiti in sesto al più presto, sei stato convocato lunedì mattina per un altro incontro con una commissione di valutazione. L’appuntamento è alle otto in punto, cerca di essere puntuale > >.

Per Ron si trattava dell’ultimo colpo negativo di una giornata già completamente nera. Gli incontri precedenti erano quasi tutti andati male e di certo quell’ultima sconfitta non l’avrebbe aiutato per le future valutazioni.

< < Ci sarò, signore > > rispose a voce bassa il ragazzo, appoggiandosi per forza maggiore ad Harry. La ferita al ginocchio pulsava e faceva sempre più male. In poco tempo aveva perso una preoccupante quantità di sangue.

Harry portò il suo amico in infermeria, cercando di confortarlo e rassicurarlo durante tutto il tragitto. L’espressione di Ron era cupa e afflitta, per quanto apprezzasse realmente le premure del suo migliore amico. In quel momento desiderava ardentemente la vicinanza di Hermione: la sua forza, la sua gentilezza, la sua dolcezza. Desiderava tanto poter vedere con i propri occhi e non soltanto con la propria mente quei sorrisi preziosi e dolci che lei riservava soltanto a lui.

Dopo che Ron fu medicato, i due ragazzi si smaterializzarono per tornare a Grimmuld Place. Il rosso aveva sviluppato negli ultimi tempi una buona capacità culinaria, ma quella sera Harry fu ben felice di sostituirlo, cercando di migliorare l’umore dell’amico. < < Non devi arrenderti, Ron > > disse il moro mentre erano seduti a tavola.

< < Hai fatto progressi importanti. Devi semplicemente rialzarti come fai sempre e continuare l’addestramento. Migliorerai sempre di più > >.

< < I miei miglioramenti sono inconsistenti rispetto al passo dei miei compagni di corso. Rispetto anche ai tuoi, Harry. Quel bastardo non sono mai riuscito a batterlo. Neanche una volta > >.

Harry annuì comprensivo. < < Sai bene che odio trovare giustificazioni di qualsiasi natura. Tuttavia, Ron, devi convenire sul fatto che due anni interi di addestramento costituiscono un’eternità in questo campo. Rappresentano il centro dei duelli che avete sostenuto, il motivo principale per cui non riesci a batterlo. Anche se noi abbiamo molta esperienza sul campo, in due anni con gli Auror si imparano cose incredibili. Quel tipo ha questo enorme vantaggio su di te > >.

< < Cosa credi che mi diranno all’incontro con la commissione? > > chiese Ron, non riuscendo a mascherare una certa irritazione nella propria voce. Voleva davvero cambiare discorso. Gli faceva male continuare a collezionare sconfitte.

< < Sarà il solito incontro di routine, Ron. Non preoccuparti > > rispose Harry, anche se con un tono di voce non troppo sicuro.

La cena non fu proprio delle più allegre. La convivenza stava andando perfettamente tra di loro, ma quella era stata una settimana troppo impegnativa tra il lavoro in negozio e gli estenuanti allenamenti.

Fedele alla promessa fatta ad Hermione, Ron si era impegnato come mai nella sua vita, non solo nella pratica ma anche nelle noiosissime e lunghe lezioni teoriche. Aveva imparato tante cose, tra incantesimi, pozioni, strategia e altre esercitazioni sulla furtività e il travestimento. Ogni istruttore, compreso Roberts, aveva visto con i propri occhi il suo enorme impegno. Persino Harry era rimasto piacevolmente sorpreso, non avendolo mai visto così impegnato e determinato, nemmeno nel Quiddich.

Quella sera, però, Ron era eccessivamente demoralizzato. Si aspettava più progressi dopo più di due mesi di addestramento e anche se Harry aveva ragione sul fatto che diverse reclute avessero grande esperienza e molta più preparazione magica, questo non lo faceva sentire meglio. Come avrebbe potuto un giorno difendere un innocente se non riusciva mai a vincere un duello magico?

Il pensiero lo tormentava e aggrediva fortemente la sua determinazione. Era davvero tagliato per diventare un Auror? Era davvero questa la sua strada? Quella sera non riusciva proprio a trovare una degna risposta. Decise di scrivere una lunga lettera ad Hermione e per la prima volta in quella giornata così negativa scomparve ogni preoccupazione. Le raccontò tutti gli eventi della giornata, belli e brutti, persino il fatto di essere stato ferito in combattimento. Nelle settimane precedenti aveva cercato di nasconderle dettagli del genere, soprattutto i più cruenti, ciò nonostante lei riusciva sempre a scoprire la verità, nella maggior parte dei casi mettendo soprattutto Harry sotto pressione. Inutile dire che si era arrabbiata ogni volta, al punto che Ron temette nuovamente un possibile attacco di canarini inferociti quando meno se lo aspettava.
Mentre, nel silenzio della sua stanza, si dilungava nella nuova lettera da spedire, il rosso ripensò all’ultima volta che si erano visti. Qualche settimana prima c’era stata la prima visita ad Hogsmate, una giornata intensa e felice passata insieme ad Hermione, che tuttavia si concluse dolorosamente con un’altra separazione. Non l’avrebbe rivista prima di Natale.

Si addormentò molto tardi, ancora affaticato dalle ferite del giorno. Le preoccupazioni e la stanchezza della giornata l’avevano letteralmente stremato. Si addormentò immaginando il corpo caldo e sensuale di Hermione tra le sue braccia.
 
***********

 
Il campo di addestramento Auror si trovava in piena campagna, ben nascosta e lontana di diversi chilometri dai quartieri di periferia di Londra. L’edificio era alquanto spartano, quasi in disuso almeno all’apparenza e visto dall’esterno. Il campo di allenamento era immenso, interamente circondato da un potente incantesimo di occultamento. Era diviso in tante sezioni: c’era quella dei duelli, quella dedicata alle prove di sopravvivenza, le aree di studio e concentrazione, ma gli incontri di valutazione si tenevano sempre in un’apposita aula dell’edificio.

L’ufficio per gli incontri con le commissioni di valutazione si trovava all’ultimo piano. Era un’aula circolare e larga, che veniva spesso usata anche per riunioni di diversa natura. I cosiddetti incontri di valutazione avevano il preciso scopo di evidenziare le lacune non soltanto di un semplice corsista come Ron, ma anche per valutare le prestazioni di una recluta o di un Auror vero e proprio. I membri delle commissioni mutavano a seconda delle circostanze, del giorno o del soggetto che doveva essere valutato, di conseguenza Ron non poteva minimamente immaginare chi avrebbe fatto parte della commissione.

< < Spero soltanto che non sia Roberts > > pensò Ron nervoso.

Si era presentato puntuale alle otto del mattino. La porta dell’aula era chiusa, perciò si sedette in attesa in una delle sedie del lungo corridoio. Non c’era quasi mai nessuno a quell’orario, però Ron non era mai arrivato per primo nei suoi precedenti incontri di valutazione. Con sua grande sorpresa restò ad aspettare per quasi un’ora, senza che nessuno si presentasse. Pensò addirittura di aver sbagliato giorno o orario. Non era mai accaduto niente di simile prima, gli incontri a cui il rosso aveva partecipato erano sempre incentrati su una rigida formalità, a partire dall’orario stesso di presentazione. Ron percepì qualcosa di strano in tutta quella situazione.
Alla fine, però, la sua pazienza venne premiata, anche se non come avrebbe voluto. Con disappunto si ritrovò ad osservare proprio la figura di Edward Roberts avvicinarsi a grandi passi verso di lui, ma il vecchio istruttore non era solo.

Al fianco di Roberts camminava una donna alta e attraente sulla quarantina. Ron si accorse immediatamente che si trattava di una persona particolare. Il suo corpo sembrava una statua scolpita perfetta, braccia e gambe erano toniche e muscolose e i leggeri passi della donna manifestavano misteriosamente una forza fisica e mentale straordinaria. Gli bastò una semplice occhiata per capire che era pericolosa, almeno per chiunque si mettesse contro di lei. I capelli erano corti e castani, portati a caschetto e ben curati. Era indubbiamente una bella donna, cosa che sicuramente rappresentava un’ulteriore arma in favore della sconosciuta.

Quest’ultima indossava un’uniforme nera ed aderente con tanto di guanti in pelle e stivali. Non era il classico indumento degli Auror, sembrava un’uniforme speciale creata appositamente per combattere o per nascondersi nell’oscurità. Mentre i due Auror si avvicinavano lentamente lungo il corridoio, Ron si accorse con un brivido che gli occhi scuri della donna erano fissi su di lui. Lo fissava con un’intensità tale da farlo quasi indietreggiare, sembrava quasi che volesse sondare ogni sua emozione o debolezza.

Raramente gli era capitato di sentirsi così a disagio con un totale sconosciuto. Neanche Piton lo aveva mai portato a provare questa sensazione di profondo nervosismo. Fu in quel momento che ricordò, come in un lampo improvviso Ron rammentò chiaramente di averla già incontrata prima.

< < L’ho già vista durante la battaglia di Hogwarts. Era tra gli Auror e combatteva contro alcuni Mangiamorte > >.

In realtà l’aveva vista solo di sfuggita nella confusione della battaglia. Stava scappando tra i combattimenti mano nella mano con Hermione e non si era potuto soffermare troppo su di lei in quel momento.

< < Ben trovato, Weasley > > lo salutò sogghignando Roberts. < < Vedo che ti sei rimesso in piedi, anche se mi sembri ancora ancora piuttosto pallido > >.

< < Sto bene, grazie signore > > si affrettò a rispondere il ragazzo.

L’istruttore gli lanciò un’altra occhiata beffarda, prima di posare una mano sulla spalla della donna. Quest’ultima continuava a tenere gli occhi fissi su Ron. < < Bene, ma forse non lo sarai ancora per molto. Weasley, ho l’onore di presentarti l’Auror Layla Connors. È una mia vecchia amica e allieva, una delle migliori se posso dirlo. È stata lei a chiedere l’incontro di oggi > >.

Il rosso, fortemente a disagio, fece un piccolo inchino con il capo alla donna davanti a lui. < < Onorato di conoscerla…. Ehm…. signorina > >.

L’Auror gli lanciò un’occhiata gelida senza rispondere, mentre Roberts rideva di gusto. < < Quante moine inutili > > esclamò rudemente.

< < L’Auror Connors mi ha chiesto il favore di poter condurre questo incontro in completa autonomia. Non ho alcun problema con questo. Prego, Layla, sarai tu a procedere con la valutazione del nostro corsista di oggi. Posso anche congedarmi > >.

L’istruttore Auror fece per allontanarsi, ma poi si girò ancora con il suo solito ghigno. < < Ah un’ultima cosa, Weasley. Alla fine del colloquio puoi anche tornare a casa. Avrai bisogno dell’intera giornata per riflettere e per leccarti le ferite. A domani > >.

Finalmente si incamminò lungo il corridoio, continuando a ridere rumorosamente. Il suono delle risate e dei passi si spensero dopo alcuni secondi, lasciando Ron solo con quella strana Auror. La donna aprì la porta della sala senza aprire bocca, entrando nell’aula senza degnarlo di uno sguardo o alcun cenno di invito. Al colmo del nervosismo e senza sapere cosa aspettarsi, il rosso la seguì esitante all’interno. Con solo due persone, l’aula sembrava veramente immensa. L’Auror Layla Connors si era già seduta su una delle tante sedie del grande tavolo rettangolare posto al centro della sala e di nuovo si mise a fissarlo freddamente. Con i gomiti sul tavolo e le dita guantate intrecciate, la donna sembrava soppesare qualsiasi movimento del ragazzo, anche il più impercettibile.

Non avendo ricevuto alcun invito, Ron restò in piedi portandosi le braccia dietro la schiena. Sperava che non trasparisse troppo il suo nervosismo, ma di certo la donna non stava facendo del suo meglio per metterlo a proprio agio.

< < Ehm signorina > > balbettò dopo qualche minuto di teso silenzio < < Posso chiederle per quale motivo sono stato convocato? > >.

Finalmente l’Auror parlò. La voce era leggermente roca, ma il gelido tono lo fece ugualmente rabbrividire. < < No, non puoi e non osare mai più chiamarmi signorina, ragazzo. Sono un Auror del Dipartimento di Londra, potrei ucciderti con un semplice gesto qui e adesso. Sono una donna sposata e non più una signorina da tanto tempo, perciò ti consiglio di controllare meglio le tue parole da ora in avanti > >.

Ron avrebbe voluto seriamente che il pavimento lo inghiottisse all’istante. Neanche la Professoressa McGranitt lo aveva fatto sentire così a disagio e in tensione.

< < Chiedo scusa, signo……ehm Auror Connors > > disse il ragazzo balbettando.

Di nuovo Layla Connors si limitò ad osservarlo gelidamente per qualche secondo, ma all’improvviso scoppiò a ridere di gusto, portandosi una mano sulla bocca. Rise senza ritegno e senza alcuna eleganza, l’eco della sua risata invase l’intera aula. Ron era letteralmente esterrefatto con la bocca spalancata.

< < La stavo soltanto prendendo in giro, signor Weasley. È vero quello che si dice in giro, lei è proprio un bravo ragazzo > > disse tra le risate la donna. < < Può chiamarmi come le pare. È vero che sono sposata, ma non mi è mai importato nulla delle etichette. Volevo solo prenderla un po’ in giro. Prego, si sieda, signor Weasley, abbiamo tante cose importanti di cui discutere > >.

Il tono della donna era completamente cambiato. Non c’era più alcuna freddezza nella sua voce, anche se il tono era comunque serio e profondo. Ron non riusciva ancora a comprendere chi avesse di fronte: un Auror davvero capace e potente come sosteneva Roberts oppure una persona totalmente impazzita.

< < Grazie, signora > > disse ancora sconcertato il ragazzo. Sapeva di avere la faccia rossa per l’imbarazzo, orecchie comprese, ma non poteva farci nulla.

< < D’accordo, possiamo cominciare > > esclamò Layla, togliendosi i guanti e riponendoli sul tavolo che la divideva dal giovane corsista.

L’Auror impugnò la bacchetta e dopo un semplice movimento di polso apparve da nulla sopra il tavolo quello che sembrava una specie di fascicolo. Layla lo prese tra le mani con occhi calmi e riflessivi. Sembrava una persona completamente diversa rispetto a prima.

< < Dunque, signor Weasley > > esordì, mentre sfogliava lentamente il fascicolo < < Prima di questo incontro ho studiato a fondo il suo fascicolo e devo dire che l’ho trovato alquanto interessante. Durante la Seconda Guerra Magica lei, insieme al signor Potter e alla signorina Granger, è stato determinante per la sconfitta del Signore Oscuro e per la salvezza del mondo magico e di tutti noi. Chiunque con un minimo di cervello dovrebbe esserle grato per ciò che ha fatto e con dispiacere ho notato che non tutti qui dentro lo sono > >.

< < La ringrazio molto, signora > > rispose educatamente Ron, stringendosi le mani nervosamente.

< < Tuttavia questo non basta per la mia valutazione. Difatti, questo è il passato > > disse la Connors indicando il fascicolo con una sfogliata delle pagine.

< < Ora dobbiamo occuparci del presente e del futuro. Anche se lei non lo sa, ho avuto modo di osservare attentamente i suoi allenamenti e i suoi progressi qui. Lei ha iniziato circa due mesi fa e mi lasci dire che raramente nella mia carriera ho visto corsisti così determinati e impegnati nell’addestramento come > >.

< < A dirla tutta, io stessa non lo ero per niente > > aggiunse poi la donna con un sorrisetto.

< < Però > > si ritrovò Ron ad intervenire suo malgrado < < Non sempre riesco ad essere al pari con gli altri miei compagni. Forse lei ha richiesto questo incontro perché i miei miglioramenti non sono sufficienti? Forse esiste il rischio che io non sia degno di essere un Auror? > >.

Layla gli lanciò un’occhiata enigmatica e incomprensibile. < < Può darsi che sia così, signor Weasley, di certo è che non riuscirà mai a diventare un Auror se si arrenderà così presto > > replicò la Connors con voce severa < < Ma non è per questo che ho richiesto questo incontro > >.

Ron si sentiva la testa martellare, inspiegabilmente anche il cuore iniziò a battergli più forte. < < Io non capisco > >.

< < Capirà > > lo interruppe Layla con un gesto sbrigativo della mano. < < Per ora mi consenta di farle una semplice domanda. Mi dica, signor Weasey, lei cosa sa riguardo la cultura babbana? > >.

Per un momento il ragazzo pensò seriamente di aver capito male. Mai si sarebbe potuto aspettare una domanda del genere in un incontro di valutazione. < < Chiedo scusa……ha detto la cultura babbana? > >.

< < Precisamente > > confermò l’Auror, con un sorriso incoraggiante. < < Lei proviene da una famiglia di maghi, come me del resto. Di conseguenza presumo che non sia facile per lei approcciarsi con il mondo non magico > >.

< < In effetti è così > > convenne Ron, non capendo dove la donna volesse arrivare. < < Però sono cresciuto con Harry, mi riferisco al signor Potter……beh, lui è cresciuto tra i babbani > >.

< < I famosi parenti di Potter. Dei veri bastardi a quanto ho sentito dire > > commentò Layla. Ron restò molto colpito dalla schiettezza e dalla sincerità di quella donna dai modi forti e bruschi.

< < C’è dell’altro? > >.

Di nuovo il giovane si ritrovò ad arrossire. < < Ho potuto imparare molto sulla cultura babbana. La mia ragazza è nata babbana e sono cresciuto anche con lei, perciò è stata quasi sempre lei ad insegnarmi nuovi aspetti di quel mondo.

< < Lei e adesso anche suo padre > > aggiunse Ron con una punta di imbarazzo.

< < La signorina Granger, presumo > > disse Layla sorridendo con calore < < Questo è molto interessante. Immagino che da lei avrà potuto imparare molto > >.

< < Sia sulla magia che sulla cultura babbana in realtà > > rispose Ron con il cuore gonfio di orgoglio nel pensare a quanto fosse intelligente e capace la sua donna. < < Comunque grazie a lei conosco davvero tante cose della vita dei babbani. Elettricità, cucina, telefono. Ora non sbaglio più nemmeno termini e alcuni di questi aggeggi ho persino imparato ad usarli > >.

L’Auror lo ascoltava attentamente e per la prima volta Ron si sentì a suo agio.

< < Hermione mi ha persino portato a vedere i misteriosi film al cinema. Li adoro come mai mi sarei aspettato di fare > > aggiunse il rosso con una risata leggera.
Layla annuì sorridendo apertamente. < < Adoro anch’io i film. Negli ultimi anni ne ho visti a centinaia, è diventata una piacevole abitudine per me e la mia piccola famiglia, ma torniamo a noi > >.

< < Mi fa piacere constatare che lei è molto inserito nel mondo dei babbani, ma ora le chiedo…………sulla guerra? Cosa sa sulla guerra? > >.

Ancora una volta la domanda fu del tutta inaspettata. L’intera conversazione non aveva alcun senso per Ron e più cercava di capirne qualcosa più la sua testa entrava in confusione. < < Sulla guerra? > > ripeté ingenuamente. 

< < Sulla guerra babbana, signor Weasley > > spiegò pazientemente la bruna. < < Sul modo di combattere, sulle armi dei non maghi. Le sorprenderà sapere che tante delle tattiche degli Auror derivano proprio dal mondo dei babbani. Furtività, strategia, indagine e persino il combattimento. Come potrebbe un mago usare la propria bacchetta con il braccio rotto? È qualcosa che da molto da riflettere, ma ben pochi maghi lo fanni > >.

Ron l’ascoltava rapito. Dopo un primo impatto di totale smarrimento, il giovane scoprì piacevolmente di essere molto affascinato da quella donna forte e dall’intera conversazione, anche se non sapeva ancora cosa aspettarsi al termine di quell’incontro.

< < Molti maghi, nella loro infinita idiozia, credono che la nostra magia sia onnipotente, come il potere di un dio………. Mi creda non è affatto così > >.

< < La filosofia dei Mangiamorte > > interloquì Ron, con voce leggermente spezzata < < Voldomort portava avanti questa folle teoria e io ho perso un fratello per questo, così come tanti hanno perso persone a cui tenevano. So bene che un mago resta pur sempre un essere umano, nessuno di noi è invincibile > >.

< < Mi dispiace molto, signor Weasley > > disse gentilmente l’Auror. < < La guerra è stata terribile e devastante per tutti, seppur molto breve. Tuttavia, lei sa bene che la nostra lotta non è terminata. Il male esiste ancora e noi abbiamo il dovere di combatterlo > >.

< < Chiedo scusa, Auror Connors, ma non capisco proprio dove vuole arrivare > > disse il ragazzo, sperando di non risultare irrispettoso. < < Qual è lo scopo di questo incontro? > >.

Layla Connors non si scompose minimamente. Incrociò le dita, poggiando i gomiti sul tavolo. Ron sentì lo stomaco stringersi pericolosamente. < < Immagino che lei conosca la struttura del Dipartimento Auror di Londra. In realtà nella maggior parte delle città europee funziona in modo semplice. Ogni Dipartimento è composto da tante sezioni o Divisioni se preferisce > >.

< < Alcune di esse sono oggi molto famose e conosciute dalla gente. La Divisione di attacco, quella di difesa, ci sono gli esperti in erbe e pozioni, la sezione degli amministratori e strateghi e anche la maledetta Divisione degli interrogatori. A proposito, ho sempre odiato profondamente quei bastardi torturatori > >.

< < Si, è stata una delle prime lezioni. Durante la scuola, non immaginavo che ce ne fossero così tante > >.

< < Ebbene, signor Weasley > > continuò Layla, guardandolo dritto negli occhi. < < Io ho l’onore di dirigere una di queste Divisioni Auror, anche se la mia è conosciuta da ben poche persone oggigiorno. Non credo che molti maghi della sua età ne immaginano l’esistenza. Io stessa ne rimasi letteralmente sconvolta molti anni fa quando ne scoprì l’esistenza > >.

Ron era così nervoso ed emozionato da non riuscire nemmeno a parlare.

< < Si tratta della Divisione Omega, una sezione speciale di Auror. È difficile da spiegare, le posso dire come prima cosa che i membri della nostra Divisione devono trovare quello che io chiamo un punto di incontro > >.

< < Tra cosa? > >.

< < E’ molto semplice, un punto di incontro tra il mondo magico e quello babbano > >.

Il rosso sgranò gli occhi.

< < La Divisione Omega, signor Weasley, è una sezione di Auror specializzati non soltanto nell’utilizzo della magia per completare la missione. Noi siamo esperti nel combattimento corpo a corpo e nell’utilizzo di armi babbane, vecchie e nuove. È questo quello che siamo. Siamo guerrieri, signor Weasley > >.

Per un attimo Ron si sentì soffocare. Era troppo, troppe informazioni e tutte inaspettate. Ancora una volta non sapeva nemmeno come rispondere.

< < Stia attento, signor Weasley, questo non significa che un Auror della mia Divisione non utilizzi la magia. Anzi è proprio il contrario. I miei combattenti devono imparare a saper usare perfettamente entrambe le vie, devono sapersi muovere in egual modo nel nostro mondo, così come in quello non magico. In una missione saper combattere senza la magia potrebbe significare la salvezza e la riuscita della missione > >.

< < Io……. > > balbettò Ron, in piena confusione < < Io non so cosa dire. Non so cosa pensare in realtà di questo incontro > >.

< < Non devi rispondere subito, Ron > > disse Layla, chiamandolo per la prima volta per nome. < < Lasciamo perdere le inutili etichette e formalità. In effetti questo non è un semplice incontro di valutazione come avrai capito. Ciò che ti propongo è una strada dura e pericolosa. Significa dover andare in missione a combattere direttamente il nemico, mago o babbano che sia, con la magia o semplicemente con le proprie capacità fisiche e mentali. Come potrai immaginare, non è una Divisione molto conosciuta e nemmeno tanto amata data l’odierna influenza delle teorie radicali sul sangue magico e stronzate del genere > >.

< < Mi sta chiedendo di entrare a far parte della sua Divisione? Continuerei comunque l’addestramento in questo campo? > > chiese il giovane, cercando di recuperare la calma.

< < Oh, mi hai frainteso, mio caro Ron > > esclamò la donna, sorridendo gentilmente < < Non ti ho ancora ammesso nella mia Divisione, tutt’altro. Questo era solamente un incontro preliminare, quello che ti propongo è di presentarti domani mattina nella zona numero quattro del campo di addestramento. Naturalmente potrai anche rifiutarti e noi non ne parleremo mai più, ma se ti presenterai dovrai affrontare la mia prova senza discussioni > >.

A quel punto, Ron si aspettava di tutto, ma la sua mente gli disse chiaramente quale sarebbe stata la prova da sostenere. Lo sapeva ancor prima di chiedere. < < Che genere di prova dovrò affrontare, Auror Connors? > >.

< < Una prova molto semplice > > rispose Layla Connors, sorridendo ancora, questa volta, però, con pura malignità. Un sorriso da predatore.

< < Un combattimento senza magia, Ron. Tu contro di me > >.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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