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Autore: LadyLisaLaurie    08/09/2009    1 recensioni
"Le mattine sono sempre un po’ noiose quando sei un vampiro in cerca di quel qualcosa di avventuroso che le scuota. Lei continua a camminare per la sua bella casa a specchi. "
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quel paesaggio che aveva rimirato così tante volte aleggiavano solo pensieri di rabbia. Carlisle correva sulla sua Mercedes e ignorò anche i segnali di fermarsi dei due poliziotti all’entrata di La Push. Li superò correndo, era troppo rischioso fermarsi e perdere del tempo, anche se ciò significava che certamente la tribù avrebbe saputo dello scioglimento del patto.
Aveva paura di sé stesso: infrangere i limiti di velocità, non fermarsi ai richiami delle forze dell’ordine, trasgredire ad un patto da lui stesso sigillato, ma soprattutto avere certi pensieri. Dolorosi, forti e di morte.
Quante volte si era domandato se ogni sua scelta fosse dettata dalla ragione e non dall’egoismo: egoismo di avere un compagno con Edward, egoismo del desiderare una compagna, quella compagna con Esme. Li aveva condannati ad un’esistenza che lui stesso non aveva chiesto, una colpa che credeva di aver espiato facendo del bene, ma come espiare quando in pericolo c’era quella compagna che aveva condannato a fuggire, alla quale non poteva dare la gioia della gravidanza che avrebbe tanto voluto, quella compagna che in silenzio lo guardava uscire quando andava a lavoro e con lo stesso silenzio si stringeva tra le sue braccia e gli diceva quanto lo amava. Non era il perdono di Esme che temeva… ma il suo stesso di averla messa in quel pericolo, che non avrebbe mai dimenticato.

Se Carlisle avesse potuto leggere i suoi pensieri come faceva lui, Edward gli avrebbe urlato di non porsi neanche il problema. Era stato un compagno e poi un padre eccezionale, e sapeva per certo che Esme non aveva il minimo rimpianto per quella vita che gli aveva regalato, fatta di amore e sogni, come gli diceva sempre lei in “segreto”. Non poteva vederlo in volto, correvano fianco a fianco troppo velocemente, ma Edward era certo che quei pensieri gli logorassero le espressioni facciali molto spesso. Se tutti i pensieri che sentiva in quel momento fossero stati come quelli di Carlisle si sarebbe detto sollevato da ciò, ma purtroppo il più vicino che sentiva erano parole di disperazione e dolore, e provenivano dalla mente di sua madre. Erano vicini. Ebbe come un sussulto quando percepì un pensiero molto più intenso dei precedenti Lei è mia. Lo sentì netto, come una saetta che colpì i suoi occhi arrivando ai nervi: Edward si fece strada tra gli alberi con una singolare ed agile velocità, il suo unico obiettivo era massacrare il vampiro che stava violentando Esme. Ogni cosa di buono che poteva dire di avere, erano frutto dell’amore che gli aveva dato, come una madre devota. Per quanto loro fossero i freddi, Esme gli aveva saputo donare solo calore con la sua presenza nella sua nuova vita nella famiglia Cullen.

“Vicino la scogliera…” Alice dava indicazioni ad Edward perché corresse nella giusta direzione ma si bloccò di colpo quando vide le intenzioni di Harold
“Cosa?” le urlò Rosalie.
Alice si riprese dalla trance e la guardò con occhi di dispiacere “Le ha strappato il corpetto del vestito” le disse. Rosalie ebbe un sussulto e ruppe il vetro del finestrino della gip, proprio accanto ad Alice. Jasper accelerò il moto dell’auto e Emmett con un ruggito saltò dall’auto in corsa, correndo appresso ad Edward e saltando su qualche albero proprio come lo chiamava Rose, uno scimmione.

La rabbia si presentava sotto varie forme, ma in ognuno dei Cullen era forte e urlava. Ma non solo nei loro animi ribolliva. Una piccola umana se ne stava seduta ad osservare il suo piatto senza fingere neanche di prenderne un boccone. Bella Swan faceva girare i cavoli nel suo piatto, e faceva un rumore con la forchetta che in quel silenzio suonò assordante.
“Bells…” Charlie cercò di attirare la sua attenzione “Bells cos’hai?”
“Eh?”
“E’ tutto il giorno che non sei nel nostro mondo. Hai litigato con Edward?”
“Per favore Charlie”
“Bella sono tuo padre, almeno potresti chiamarmi papà”
“Ok, per favore Papà!”
“Mangia qualcosa Bella!”
“Non ho fame!” si alzò portando via il suo piatto
“Bella, dimmi cos’hai, non ti lascerò uscire dalla stanza!” per la prima volta si fece autoritario. Bella esitò per qualche istante “Una persona alla quale tengo è nei guai!”
Charlie scattò dalla sedia e questa volta le parlò più in veste ufficiale che come padre “Qualche tua compagna di scuola?”
“No!”
“E’ Edward? Bella… ti ha fatto qualcosa?” le strinse le braccia
“No, no smettila. Non è Edward sta bene… Papà… non posso dirti nulla ho… promesso…”
“Bella se scopro cosa succede sarai nei guai…”
“Ho promesso a Carlisle che non avrei detto nulla io…” si pentì subito dopo delle sue parole. Si era tradita e aveva tradito la fiducia dei Cullen.
“Esme… è successo qualcosa ad Esme, Bella parla!” questa volta lo urlò. Bella fu costretta a dire la verità e anche di questo si pentì perché non solo stava mettendo a rischio il segreto dei Cullen, ma anche la vita di suo padre, che prese il suo fucile e si precipitò fuori della porta quando sentirono un ruggito risuonare nel bosco. Bella sapeva a chi apparteneva.

  
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