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Autore: london04    08/09/2009    3 recensioni
questa è la storia di due caretteri opposti come dice il titolo e tratta di Kevin &Scotty.inizialmente non è un au, ma poi vedrete che con il sussguirsi delle puntate lo sarà sempre un pò di più.adoro infatti i loro caretteri, ma credo che il creatore nn stia dando loro tanto qunato si meritano. quindi, è dedicata atutti coloro che la pensano cme me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La pausa pranzo dell’avvocato.

11e55

Tra un po’ comincerà il mio terzo appuntamento della giornata e stranamente,anche se questa mattina un vicino ha avuto la splendida idea di darsi alla pulizia delle scale interne e di passarvi tra i 2 e i 3 litri di cera ogni 4 scalini e quindi il sottoscritto è ovviamente scivolato sul primo gradino e atterrato sull’ultimo facendosi l’intera rampa sul didietro, non sono nervoso. Anzi. Sarà che forse questa mattina ho dormito fino alle 8. Come un bambino. Davvero, ho schiacciato il sonno più pesante che l’intera umanità possa ricordare. Persino l’intero circo di monte carlo con tutti i suoi stupidi cagnolini non mi avrebbe svegliato, quello è poco ma sicuro.

va bene, credo abbiate capito che ho dormito bene, no?e ora passiamo a cose serie. Sento la voce della mia segretaria dal viva voce dire: “signor Walker, il signor Wandell è qui.”

Cose serie, Dio santo, non show di moda dove il modello oggi sarà vestito con probabilmente una maglietta con sopra stampati tom &jerry.

“grazie, fallo entrare Ruth”

Involontariamente, mi sistemo la cravatta, passo una mano tra i capelli e mi alzo proprio quando entra il signor Wandell, che invece di tendermi la mano questa volta, mi offre un caffè.

“tenga, ho pensato che se le 8 di mattina erano state pesanti ieri, forse mezzogiorno lo sarebbe stato ancor di più. E così le ho preso un caffè.”

Non so bene cosa rispondere…nessun cliente fino ad ora mi aveva mai portato un caffè…

“grazie…non pensavo fosse consentito vendere bevande caffeinate ai minorenni…le hanno chiesto la carta d’identità?” chiedo, alzando un sopracciglio e ridendo. Lo so,lo so, forse questa della caffeina non era molto buona come battuta, ma dovevo dire qualcosa per spezzare l’imbarazzo!

“ei, guardi che io dimostro tutti i miei bellissimi 23 anni e poi lei dice così solo perché a lei la carta d’identità hanno smesso di chiederla a 12 anni per quanto sembrava già vecchio.” Ribatte, sempre veloce con le sue risposte ironiche.

“simpatico…-dico, mentre mi si congela il sorriso sul volto- …mmm…però il caffè lo sa scegliere bene, signor Wandell …quasi capisco ora il motivo che ha spinto Qualcuno ha mandarvi da me..”

“per il caffè?”chiede, accigliato sorseggiando anche lui la sua bevanda

“esatto,per il caffè, signor Wandell, per il caffè…ne stà bevendo uno anche lei o quello è la sua merenda della ricreazione?” dico con noncuranza ,sorridendo

“veramente noi giovani non abbiamo bisogno di 4 caffè in una mattinata per mantenerci in forma; questo è un ginger alla menta”

“ gioca a fare l’esotico e piccolo ribelle? Guardi che la maestra si arrabbierà se saprà che non ha preso la sua quantità di calcio giornaliera!”

“ si, anche la sua badante si arrabbierà credo. Anche voi anziani dovete avere la vostra razione giornaliera di calcio, vero? sa, se trova così buono il suo caffè è perché nel suo c’ho fatto mettere una quantità tale di zucchero da farci due torte al limone! –lo guardo strano –sa, nelle torte al limone ce ne vuole molto di solito…umorismo sotto ai piedi, è, satana?” prosegue quindi per spiegarmi, con quel suo sorriso così…particolare.

“no, non la guardavo in cerca di spiegazioni per quello…era per il motivo del perché tanto zucchero nel mio caffè, ma credo di esserci arrivato da solo…e glielo ripeto:Lei è davvero così simpatico che se potessi ora mi stenderei per terra qui a piangere fino alle lacrime…”. Faccio una smorfia e prendo il suo fascicolo.

Lui ride e diventa un po’ più serio quando metto il registratore tra noi due e lo guardo.

“ è pronto a entrare nel mondo degli adulti, piccolo bastardo?”

“quando vuole, vecchio satana.”

Aziono il registratore.

Quando finiamo reprimo uno sbadiglio e la voglia di stiracchiarmi un po’,ma c’è una cosa che invece non posso controllare: il brontolio del mio stomaco…do uno sguardo veloce all’orologio e noto un pò sorpreso che sono già le 13e30…wow, non credevo fosse già così tardi. In effetti però io e il signorino qui di fronte abbiamo quasi finito del tutto l’intervista e forse domani non ci sarà bisogno di vedersi. Dobbiamo solo completare qualche domanda e poi sarò liberato dalle mie ore di baby-sitting.

Lui intanto, ovviamente, stà sorridendo, ma questa volta non mi frega, lo anticipo io:

“sisi, lo so, è il mio stomaco da settantenne che brontola come un orologio svizzero all’una e mezza!”dico, facendogli il verso

“glielo ho già detto che è permaloso, vero? Veramente io stavo sorridendo perché è rimasto per 5 minuti buoni senza fiatare ma sul suo viso saranno passate almeno 4 espressioni diverse…le capita spesso?”

“che cosa? Di pensare? Bè, si a volte alle persone adulte capita, signor Wandell…vuole che le spiego come si fa?”

“no,grazie..lei penserà sicuramente cose molto noiose come il suo lavoro, la sua casa, la sua nuova giacca…bla, bla…quel genere di cose che pensa un uomo che crede di essere arrivato…quindi se non le dispiace continuo a preferire pensare ad altro…”ribatte, con quel suo particolare sorriso

“per esempio a come far coincidere i suoi compiti di matematica con quelli di geografia? O wow, mi raccomando, non si sforzi troppo…”

“dica, ma la sua badante non le dovrebbe portare il pranzo? O forse a questo stadio della vita ha diritto solo alle flebo?”

“veramente, signor Wandell stavo pensando di andare a prendere un panino e qualcosa da bere qui sotto al bar e se voleva poteva venire anche lei, almeno finiamo l’intervista e domani non le faccio saltare un altro giorno d’asilo…” butto là con noncuranza, mentre mi tolgo la giacca e arrotolo le maniche della camicia.

Oh mio dio gli ho detto di venire a pranzo con me, speriamo che non lo prenda come un invito del tipo “mi piaci e ti vorrei conoscere meglio”. Perché non è affatto il caso.

“ah,…va bene, avvocato, ma una cosa: se deve pulire la sua dentiera per favore non lo faccia di fronte a me.” Risponde, chiudendo la porta dietro di noi con il registratore nella mano.

Ok, definitivamente non corro il pericolo che possa aver scambiato l’invito di lavoro con un invito “galante”, per quanto possa essere galante il bar qui sotto.

Per arrivare al bar non lo faccio camminare molto, perché è proprio all’angolo della strada. Il posto è carino, ci vengo quasi tutti i giorni e in più oggi è una bella giornata e potremmo sederci fuori volendo.

“fantasie di pane…mmm, carino il nome” dice lui leggendo.

“ei, cominciamo a leggere anche all’asilo adesso? Wow!”

“si, negli ultimi 50 anni ci sono stati molti cambiamenti nel settore scolastico.”

Faccio una smorfia e mi giro verso le vetrina dove ci sono i panini:

“allora cosa prende lei?”

“mm…vediamo io sono un po’ difficile nella scelta di solito,ma credo che quello lì con le melanzane andrà benissimo..wow, è la prima volta che sono così veloce!”si complimenta con se stesso

“ sono contento per lei. Buongiorno James” saluto il proprietario che conosco da ormai un po’ di anni

“ei salve avvocato!-mi sorride di rimando- allora oggi che cosa prende?”

“allora…un panino con il pollo e uno con le melanzane, grazie e da bere…- mi giro verso il signor Wandell chiedendogli:“che cosa prendiamo da bere?” lui mi guarda e suggerisce: “una bottiglia di acqua frizzante va bene?” “perfetto”concordo, girandomi di nuovo verso James, che annuisce e ordina a uno dei suoi ragazzi di prendere una bottiglia d’acqua nel retro bottega.

Il piccolo bastardo è sul punto di andare a pagare, ma lo fermo: “stia tranquillo, James mette sempre tutto sul mio conto personale, anche quando vengo con dei clienti. In più lei questa mattina mi ha portato il caffè e sappiamo entrambi che sua madre non sarebbe molto contenta se finisse tutta la sua paghetta settimanale in poco tempo, no?”

Cinque minuti dopo io e il mio testimone ci sediamo al tavolo di fuori e continuiamo l’intervista,ma neanche 30 secondi dopo aver acceso il registratore ci accorgiamo che parlare e mangiare insieme risulta ad entrambi abbastanza difficoltoso, così spengo il registratore e guardo il giovane seduto di fronte a me, che intanto sta parlando, come al solito d’altronde.

È piacevole essere in sua compagnia, mi sento a mio agio con lui.

“terra chiama signor Walker…è ancora tra di noi, avvocato?”e noto che mi stà guardando sorridente.

Cacchio,è la seconda volta che mi succede oggi.

“sisi,… stava dicendo?”

“chiedevo se veniva spesso qui, visto che ha chiamato il proprietario con il suo nome”

“ah, si. Vede, James in realtà è stato il mio primo cliente quando ero ancora un giovane avvocato molto inesperto ed ero appena uscito dalla scuola di legge. Fu lui il primo caso che dovetti presentare ad un giudice, che fortunatamente riuscì a risolverlo in via amichevole. Non credo sarei mai riuscito a sostenere la mia prima causa davanti un’intera giuria!”

“no! Lei aveva paura?”mi chiede un po’ sul tono dello sfottò. Ma è gentile, si sente. “ e che causa era?”

“ niente di grave. Un cliente del bar lo aveva denunciato perché era stato male e di brutto dopo aver mangiato nel suo bar e pensava fosse colpa del cibo che era andato a male.”

“e come finì?”chiede, interessato

“alla fine si scoprì che non era affatto il cibo di James a far stare male il cliente ma il pesce che aveva mangiato la sera…con la sua amante! Ma ovviamente non aveva potuto dirlo alla moglie e visto che era stata lei a fargli causa lui aveva dovuto per forza seguirla a ruota e accusare James.”

“immagino che il suo secondo caso sia stato proprio quello del divorzio della coppia”dice, sorridendo

“sisi! È stato proprio così infatti!”e ridiamo insieme al pensiero di quel povero cliente.

“ e così continua a venire qui in cerca di nuovi casi!”dice, sempre ridendo

“ in effetti devo dire che questo posto mi ha portato più di una volta fortuna”ammetto, guardandomi un po’ nel passato

“altri casi da sfruttare?” domanda, mettendo un po’ d’acqua nel mio bicchiere prima di mettersene un po’ nel suo

“nono, niente a che fare con questo.”dico,un po’ sorpreso di essermi quasi lasciato andare a confidenze.

“e allora cosa?...”chiede, cercando di capire se ne voglio parlare oppure no

“cose da grandi di cui è meglio non parlare se non si è adulti, piccolo bastardo. Andiamo và, che la mia pausa pranzo è finita e lei deve andare a fare il suo pisolino.”

“ok, satana, non ne vuole parlare, ma deve sapere per il futuro che per certe cose non si è mai troppo adulti per parlarne. Perché parlarne ci fa sentire eternamente giovani, o eternamente vecchi, dipende.”

“in che senso?” chiedo, incuriosito

“bè, vede io ho una mia teoria: credo che parlare delle cose con rabbia, con passione ci farà sentire eternamente giovani perché in fondo è la passione che fa costantemente muovere e cambiare un po’ il nostro mondo. Ma parlarne con rammarico invece ci fa sentire eternamente vecchi perché è come se non potessimo più cambiare niente e ci arrendiamo, in quanto mentalmente e spiritualmente stiamo ancora vivendo nel passato. E sappiamo tutti che niente e nessuno potrà mai farci cambiare le nostre azioni del passato.”

“bello da dire, ma uno come può sentirsi eternamente giovane se non riesce ad uscire dal suo passato?”

“ bè, non c’è una ricetta o almeno non credo. Io credo sia una questione dove il nostro stato mentale ed emotivo possono coincidere con il nostro lato pratico: cominciare a fare qualcosa che ci fa piacere, che ci rende davvero felici e liberi da ogni pensiero perché quella è l’unica cosa che conta. Oppure si può apportare un cambiamento nella nostra vita, anche minimo, ma che segni comunque il nostro passaggio ad una nuova vita. Perché se non riusciamo neanche materialmente a cambiare un po’ la nostra vita, emotivamente non lo faremo mai. Non è facile, ma con il tempo e con la forza di volontà ad andare avanti piano piano si vedranno solo i lati positivi di ciò che una volta si era e si capirà che senza gli errori commessi nel passato non si potrebbe essere ciò che si è oggi. Quindi, le rivolgo una domanda: lei è in pace con sé stesso? Vorrebbe tornare indietro perché crede di aver detto o fatto qualcosa che la sua coscienza non approva? Onestamente.”

Non so cosa rispondergli; mi limito a guardarlo e a riflettere su ciò che quel giovane mi ha appena detto e rispondo onestamente, così come mi ha chiesto

“a dire la verità, non lo so…” affermo, un po’ sconcertato e turbato: un gran flash-black della mia vita stà attraversando la mia mente e tutto ciò che vedo è confuso e indefinito.

“ sarei contento se un giorno me lo facesse sapere. Ci pensi, credo sia importante.” E si allontana, lasciandomi questa volta non un sorriso sul viso ma una gran confusione in testa.

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ringraziamenti: a tutti coloro che leggono questa ff, ovviamente. Vi ringrazio tanto e vi chiedo se potreste lasciare qualche recensione, solo per farmi sapere se state apprezzando o meno!grazie comunque! 

E soprattutto a cory90!: volevo ringraziarti per la recensione e dirti che mi fa piacere che ti stia divertendo;anche io certe volte mi metto a ridere scrivendo. E poi volevo soprattutto dirti che il mio Kevin stò cercando di non farlo troppo OC, voglio solo evidenziare un po’ di più quel suo lato sarcastico e spero tu non lo trova troppo diverso da quello della ff, perché non è nelle mie intenzioni farlo. mi dispiace non dirti di più perché ho davvero parecchie idee ultimamente, ma sappi che nei prossimi capitoli noterai un po’ di più l’ AU e spero continuerai comunque a seguirmi.

  
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