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Autore: Vale__91    31/07/2022    2 recensioni
Una ragazza. Miami. Una villa. La famiglia Depp. Delle vacanze estive molto movimentate, dove una ragazza riceverà da sua madre un regalo che le segnerà la vita.25° CAPITOLO (EPILOGO)
(Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Volevo raggiungerti in aeroporto, come Ross con Rachel, ma temevo di far tardi, di non trovarti, di non aver abbastanza soldi per permettermi un qualsiasi biglietto last minute, passare i controli e raggiungerti al gate. Anche venire qui é stato un rischio, ma ho pensato “Non andrá mai in aeroporto due ore prima”, e per poco invece non ti perdo nel traffico mentre prendi un taxi.»
«Jen... »
«Lo so, avrei potuto scriverti. Avrei evitato questa corsa contro il tempo, ma piú passavo il tempo scrivendo e cancellando messaggi, sentivo una vocina che diceva “e se lo vedesse troppo tardi?” “se non dovesse rispondermi?”, “siete a due passi l’uno dall’altro, va da lui”. Non sono mai stata poi troppo brava a non ipotizzare gli scenari piú tragici. Quindi sono andata alla tua stanza, e poi alla reception, e mi hanno detto che avevi giá lasciato l’hotel, ma era troppo, troppo presto perché fossi giá andato, perché altrimenti avrebbe significato che mi avevi mentito sulla tua partenza e non credo ti avrei mai potuto perdonare.»
Presi fiato, le parole uscivano come un racconto, e Ben mi guardava senza dire una parola, senza cercare di interrompermi, con un borsone sulle spalle che lentamente lasció cadere ai suoi piedi ed un trolley al suo fianco.
«E poi dopo ore a scervellarmi semplicemente ho pensato, sará lí al Vivienne Bar, nella terrazza esterna a guardare la gente da lontano sulla spiaggia, in silenzio, mentre beve qualcosa. E forse ho ragione, forse é andata proprio cosí, ma ero ormai troppo in ritardo e tu hai pensato fosse tempo di andare, di raccogliere le tue cose e fermarti qui, all’uscita, per chiamare un Uber o un taxi... E ora non so se sono arrivata in tempo.»
Ci fu una piccola pausa. Mi accorsi che non stavo piangendo, ma tremavo, una sensazione non piacevole, ma che quel moto di onestá e libertá mi stavano dando. Non ne ero abituata e il mio corpo si trovava spiazzato di fronte a quella scelta inaspettata.
«Sono ancora qui.» disse lui mentre feci un piccolo passo in avanti.
Non riuscivo perfettamente a capire dai suoi occhi che emozioni stesse vivendo, ma dal modo in cui non smetteva di guardarmi capii che sicuramente avevo la sua attenzione.
«Non sono venuta fin qui per impedirti di partire, per dirti di restare o per dirti che la mia vita non ha senso senza di te, ma non sono nemmeno qui per confessarti il mio addio, per ringraziarti e vederti andare via. Forse per la prima volta sono sicura di qualcosa, ed é quanto tu abbia senso, oggi, ora, e vorrei non lasciarmi sfuggire quest’occasione di continuare ad averti nella mia vita. Sto probabilmente diventando disgustosamente romantica, ma la veritá é che solo essere onesta con te in questo momento mi renderá libera di prendere qualsiasi altra scelta futura.»
«Cosa mi stai chiedendo Jen?»
«Voglio sapere se provi le stesse cose che ti ho appena detto, perché se non é cosí non ha senso continuare a dirti altro e faresti bene a prendere quel volo senza voltarti.»
Ci fu di nuovo qualche attimo di silenzio e lo vidi prendere fiato prima di parlare.
«Ho sperato che mi scrivessi, che mi chiamassi, che comparissi sulla soglia della mia stanza come nel peggiore dei film romantici. Ora che ci penso, raggiungermi qui ora é piú o meno allo stesso livello.»
Sorrisi, e lui fece altrettanto.
«Se ho voglia di continuare a sentirti, vederti, sentirti raccontare di te, vederti imbarazzata mentre dici qualcosa di cui ti sei pentita un secondo dopo, dirmi dei tuoi progetti? Sí Jen, non ho mai avuto intenzione di lasciarti andare, ma so com’é la vita a volte e non volevo mettermi tra te e il resto del tuo mondo.»
«Ho detto a Johnny che avrei voluto tentare di seguirti a Los Angeles.»
Sgranó gli occhi, un po’ incredulo.
«Giá, eccola qui, la ragazza senza spina dorsale che segue il primo ragazzo che incontra, senza un piano, senza un lavoro. E sai cosa, sí forse sono un disastro, ma la veritá é che ne avevo bisogno, bisogno di qualcuno che mi desse una spinta. Puó darsi che non sia pronta a fare tutto da sola come ho sempre creduto, che non sia pronta a fingere di non aver voglia di questo, di te, ma questo non significa che potrei mai barattare me stessa per qualcosa di piú, se non é quello che vuoi anche tu.»
«Credevo che lavorare per lui fosse una grande opportunitá per te.»
«Non a tal punto da usarlo come rifugio dal resto del mondo. Ho detto a Jo che era tempo di andare, non senza qualche difficoltá, ma sapevo era la cosa giusta per me in quel momento, dopo tutto quello che é successo in questi due mesi con te, mia madre e tutto il resto. La cosa inaspettata é che mi ha offerto un altro lavoro.»
L’espressione di Ben cambió di nuovo, per un attimo sembró deluso, ma forse speranzoso che dicessi qualcos’altro o rassegnato al pensiero che forse Mr. Johnny Depp aveva vinto un’altra volta.
«E non so se questo ti crea dei problemi, ma voglio che tu sappia che non ha niente a che vedere con quello che provo per te, e che tornerei a Los Angeles con o senza un’opportunitá offerta da lui. E per questo motivo, vorrei darti qualcosa di importante.»
Frugai un po’ nella mia tasca e poi presi la mano di Ben.
«Delle chiavi?»
«E il mio indirizzo. Queste sono le chiavi dell’appartamento che ho lasciato ad LA. Forse é ancora un pochino in disordine, ma vorrei che le prendessi tu. Vorrei che andassi lí una volta atterrato, é che ci rimanessi fin quando vorrai. Ho un volo prenotato per settimana prossima, il tempo di sistemare tutto quello che ho qui e potró raggiungerti.»
Rimase con le chiavi sul palmo della mano destra, fermo a fissarmi.
«Non so cosa dire.»
«Puoi dire di no, o...»
«Voglio tanto dire di sí, posso dire di sí?»
Sorrisi, quella risposta sciolse i nodi che sentivo in gola. Sapevo di dover essere pronta ad accettare qualsiasi sua reazione, ma il fatto che tutto stesse andando per il verso giusto mi riempii di una gioia che farei fatica a descrivere.
«Potrai poi cercare il posto migiore per te, non voglio forzare nulla, ma quella chiave é tua se lo vuoi.»
«Ho detto sí, mi hai sentita?»
Mi tiró a sé e mi abbracció forte.
«Non ci stiamo per sposare vero?» chiesi cercando di sdramattizare.
«Sono felice tu sia qui.» mi rispose lui.
Lo abbracciai forte, con il volto affondato nell’incavo della suo collo, il suo profumo. Spostai la testa il tanto per trovare le sue labbra e ci baciammo con una tale passione che dovrmmo renderci poi conto di essere in un luogo pubblico per darci un freno.
«Sei tutta matta lo sai?»
«Sembra che esserlo funzioni peró. Non me lo sarei mai perdonata.»
Un altro abbraccio, piú lungo.
«Ora forse devi davvero andare se non vuoi perdere il volo.»
«Ti chiamo non appena arrivo.»
Annuii e lo baciai di nuovo. Aspettammo il suo taxi insieme, riprese le sue borse e si allontanó verso l’aeroporto.
Da sola, su quella strada che ormai conoscevo fin troppo bene, mi fermai ancora un po' sotto il sole di Agosto, il profumo del mare lo potevo appena sentire, la vibrazione del mio telefono, il nome di Johnny Depp che apparve all’improvviso. Sorrisi, felice e grata per quello che mi stava capitando.
La mia vita che ricominciava.
   
 
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