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Autore: Leanne    08/09/2009    2 recensioni
Janet è una ragazza,sedicenne e bella da paura, che vive nell'orfanotrofio di Belfast. La sua vita viene sconvolta da un incidente di una sua rivale e da una lettera inaspettata. Scoprirà la vera identità dei suoi genitori, e se la dovrà vedere con un Draco Malfoy, totalmente innamorato di lei. La storia si svolge durante il sesto anno, con tutti gli avvenimenti dei libri precedenti. I personaggi citati sono di proprietà di J.K. Rownling, e la storia non è a scopo di lucro.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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13 agosto. England.

Quella notte, fu una delle più calde e afose che l’Inghilterra avesse mai affrontato. L’aria era pesante e secca, non c’era uno spiraglio di vento, e non pioveva da tanti giorni. Forse, nessuno chiuse occhio.. e se qualche fortunato ci riuscì..beh, beato lui!

Orfanotrofio nazionale St.Louise . Belfast, England. 14 agosto.

A Belfast il clima non era molto diverso, caldo, afa, caldo..

Ma quella città, trasmetteva sempre tranquillità e calma, che il caldo passava in secondo piano. Gli alberi, sempre rigogliosi e carichi di foglie, sparsi dovunque, davano ai passanti l’idea della campagna.

Si, Belfast era proprio una bella città.

 

Janet era sdraiata nel cortile dell’istituto, persa nella musica del suo mp3. Non c’era nessuno in giro.

Meglio. Pensò.

Janet era una tipa solitaria, aveva pochi amici, non per sua volontà, ma di quel pessimo caratterino che si ritrovava. Aveva i capelli neri, nerissimi, come la pece, e una bella carnagione, né troppo scura, né troppo chiara. Un fisico snello ed allenato, con un seno prosperoso, e delle gambe favolose. Ma la caratteristica che colpiva maggiormente erano gli occhi. Grandi e allungati verso l’esterno, di un azzurro intenso, come il cielo. Era sempre fredda e distaccata con tutti, e ancora nessuno, dopo 16 anni le aveva rubato il cuore. Non che ci fossero tante occasioni però. Era bellissima, infatti.. Ma le poche volta che aveva le giornate libere, le preferiva passare con il suo migliore amico, Logan, in giro tra negozi vari. Perché, una più fissata con lo shopping più di lei, non l’ho mai vista. Vive nell’orfanotrofio di Belfast, il St.Louise, fin dalla nascita.

Sa poco dei suoi genitori. Il padre, Oliver Kite Preston, è deceduto, in seguito a un incidente aereo, mentre attraversava le isole Galapagos, ma il corpo non è mai stato ritrovato. La madre invece, Selene Santiago – in Preston, è morta durante il parto in seguito a molte complicazioni, dopo aver messo al mondo Janet. Rimase in vita solo pochi secondi, per guardare la figlia e darle il nome.

Sei bellissima.” Disse rivolta alla figlia. “Voglio che si chiami Janet Phoenix Preston” disse all’ostetrica, prima che una lacrima le trapassasse il volto, per poi chiudere i suoi occhi per sempre.

La madre è stata sepolta proprio in Spagna, dove è nata lei, e anche Janet, per volere del marito.

Ha solo un parente che vive in Scozia. Un certo Zio Mike qualcosa.. E’ molto anziano e schifosamente ricco. Settimanalmente le spedisce una grande somma di denaro e una lettera con i soliti saluti. Quando le proposero di andare a vivere con lui, a Janet prese un colpo. Certo, odiava stare nell’orfanotrofio, ma ad andare a passare la sua vita come badante di un vecchio zio non era proprio il caso. Così rifiutò.

~

Janet chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica. Che bella che era la domenica.. Niente scuola, niente lavori, né servizi..E poi era il giorno delle visite..Aveva bisogno di rivedere Nigel.

Era quasi ora di pranzo, e avendo saltato la colazione, il suo stomaco era in leggero subbuglio.

Poco dopo, si sentì la campana di richiamo. Così, mise il lettore nei suo jeans, e si incamminò nel refettorio.

La Sig.ra Fry era in piedi all’entrata della mensa. Doveva controllare che tutte le ragazze erano presenti. Janet la salutò con un cenno della testa e con un flebile – Salve – e si accomodò a un tavolo ancora libero.

Pranzò in silenzio, e da sola, evitando le solite frecciatine che quella stronza di Anne le rivolgeva quotidianamente. Che poi, si chiedeva Janet, come mai ce l’avesse tanto con lei. Bah.. ma chi se ne frega.

Finì per prima, e si diresse nuovamente in cortile, e si mise seduta ad aspettare Logan. Doveva arrivare a momenti.

E infatti, dopo neanche cinque minuti, camminava nella direzione dell’amica, sorridendo leggermente.

Logan e Janet si erano conosciuti un pomeriggio, in un bar poco affollato poco distante dall’orfanotrofio. Janet si era fermata nel locale in attesa che smettesse di piovere. Stava ritornando da vari negozi, ed era piena di buste e sacchetti. Appena entrò un gruppetto di barboni si girò a guardarla e se non fosse stato per Logan, quei bastardi la avrebbero conciata per le feste.

Logan ha 20 anni, quattro più di Janet.  E’ abbastanza alto, e con un fisico scolpito dal football. Ha i capelli castani e gli occhi neri, ed è segretamente innamorato di Janet. Ma è troppo timido e orgoglioso per ammetterlo, e poi è fidanzato con Sarah, una biondina che conosce da quando era neonato, di cui prima era perdutamente innamorato, ma nel tempo ha capito che era solo un profondo affetto.  Ma ancora non ha il coraggio di dirglielo.

Janet si alzò e abbracciò l’amico, sollevandosi sulla punta delle dita dei piedi.

“Finalmente” disse, con un piccolo ghigno.

Logan sorrise lievemente e cinse le spalle dell’amica con un braccio.

 “Beh? Non mi chiedi come è andata la partita? Potrei offendermi eh..”

“Oh, giusto! Scusa.. “ rispose Janet, sfoggiando un sorriso a trentadue denti “Tanto avete vinto, lo so.. E sono sicura che quell’allenatore che ti è venuto a vedere ti ha fatto un contratto e adesso sto parlando con una new entry del football inglese, che presto sarà famoso e ricco. E si dimenticherà di una certa sua migliore amica..” continuò poi, enfatizzando l’ultima frase, dandogli un piccolo pugno nella pancia.

Logan rise e la guardò in quei occhi blu. Dio, quant’è bella.

“Ok, hai indovinato, abbiamo vinto, ma non sarò un giocatore di football…”

“Cosa?!” Janet si rattristò.. sapeva quanto aveva a cuore il football Logan.

“..Se prima non firmo il contratto!” e rise.

“Stronzo! Non sai come c’ero rimasta male..E non ridere!!” gli disse, colpendogli nuovamente la pancia. “Congratulazioni, comunque! Quando avrò diciotto anni allora ti verrò a trovare nella tua sontuosissima villa..” disse facendogli l’occhiolino.

“Certo, certo.. Tu sarai sempre la benvenuta a casa mia” Rispose Logan.

Janet sorrise e si strinse ancora di più al suo migliore amico. E non fece in tempo ad aprire bocca, per chiedergli di Sarah che alle sue spalle sentì dei risolini.

Si girò e vide Anne dirigersi con le leccaculo di turno verso di lei.

“ Ma ciao Logan..” gridò con la sua vocetta acuta.

“Ciao” Logan la salutò per educazione.

Janet si alzò e strattonò Logan per la maglia, meglio andare nel dormitorio.

“Oh.. che fate? Già ve ne andate? No.. restate qui..voglio che Janet mi racconti un po’ di cose.. ad esempio di suo padre.. quel povero uomo….” Disse ancora Anne, aggiungendo ironia alla frase.

Janet si voltò in un istante, e guardò Anne con odio. Quella stronza era invidiosa di lei per Logan, sicuro. Ma non doveva parlare di suo padre,no..

Janet si avvicinò al volto di Anne sempre più minacciosa, e ormai li separavano solo pochi centimetri.

“Brutta stronza.. Non parlare mai più di mio padre, capito?”

“Oooh.. che paura. Altrimenti che mi fai Preston?”

Janet era fuori di se dalla rabbia. Ma non voleva passare alle mani. La volta scorsa, aveva passato una settimana in punizione.

La testa le scoppiava, voleva farla pagare a quella maledetta.

Logan le mise una mano sulla spalla. “Jay, andiamo via..lascia stare”

Janet decise di ascoltare l’amico. Senza staccare ancora lo sguardo da Anne, la spinse con tutta la rabbia che aveva facendola cadere a terra.

“Stronza!” gridò Anne.

Janet e Logan si avviarono verso la scale, quando un urlo li fece girare.

“Anne!! Oddio! Hai la faccia piena di insetti! Annee!”

Janet si girò e vide Anne, stesa atterra piena di formiche dalla testa ai piedi, che urlava e si dimenava.

Ma come è possibile? Non c’erano un attimo fa.. Certo lo aveva desiderato.. ma come cavolo era successo?

In preda al panico si mise a correre su per le scale, e si fiondò nel suo dormitorio, chiudendosi la porta alle spalle.

Il dormitorio era deserto.

Velocemente si andò a sedere sul suo letto, e accese una lampada.

Sul suo comodino c’era una lettera bianca, molto grande. Ma non c’era stamattina.

E poi di domenica non ce n’è posta.. di quanto era vecchia? E poi aveva già ricevuto i soldi da suo zio.. Di chi era quella lettera?

Tralasciò per un momento la faccenda di Anne, e prese fra le mani la busta.

 

Signorina Janet Phoenix Preston

Orfanotrofio St. Louise, Giant Street 84, Belfast

 

Girò più volte la busta, ma non trovò nessun mittente.

Con delicatezza aprì la busta,strappando il grande sigillo rosso che la chiudeva.  Non aveva idea di chi potesse averla spedita.

 

Cara Signorina Janet Phoenix Preston, siamo lieti di dirle che è stata ammessa alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nel foglio allegato è riportato tutto l’occorrente che le saranno necessario e le indicazioni per poterlo acquistare. L’anno scolastico comincerà il primo settembre, e nel medesimo giorno si dovrà far trovare alla stazione di Londra per prendere l’Hogwarts Express. Troverà il biglietto insieme alla lista dell’occorrente. A presto.

La direzione di Hogwarts.

Cara Signorina Janet Phoenix Preston,

sono meravigliato quanto lei, mi creda. Non è mai successo che i poteri magici si rivelassero al sedicesimo anno di età. Lei è un caso unico! Vorrei poterla incontrare prima dell’inizio scolastico, per metterla al corrente di tutto quello che vuole sapere. Le do appuntamento al Bar Gold di Belfast, Linux Street. Non manchi, so che le sembrerà tutto uno scherzo ma non lo è. Porti qualcuno se vuole. Qualcuno di fidato. A presto

Albus Silente

Janet rimase imbambolata per dieci secondi con lo sguardo nel vuoto.

Ok, sto sognando. Pensò.

Rilesse una seconda volta la lettera.

La magia,  non esiste, è logico.. Oddio. E adesso che faccio?

I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Logan.

“Jay, apri la porta! Anne, sta bene.. gli insetti sono scomparsi. Jay!”

Janet si alzò velocemente ed aprì la porta, ancora con lo sguardo perso nel vuoto.

“Che hai?” le chiese Logan.

Janet non rispose, ma gli porse semplicemente la lettera.

Dopo alcuni minuti, Logan alzò la testa e la guardò.

“Ehm.. secondo me  non è uno scherzo, Jay. Pensa a cosa è successo prima.. Gli insetti sono comparsi dopo che tu l’hai spinta e l’hai guardata. Sarò anche pazzo, ma dovresti andare all’appuntamento.

“Io..Io..non lo so..” disse con voce strozzata Janet.

Per minuti rimasero in silenzio, a pensare sul da fare.

“Ok..voglio andare da questo uomo. Ma voglio che mi accompagni. Ok? Te lo chiedo per favore Logan!” disse Janet spezzando il silenzio, con voce supplicante.

Logan la guardò preoccupato. Che doveva fare?

“Ma..Oh… e va bene!” si rassegnò.

“Grazie, Logan, grazie!” disse e sorrise. “Ma come faccio ad andarci? Non posso uscire! Cazzo!”

A Logan si illuminarono gli occhi. “Beh.. è arrivato il momento che abbandoni questa topaia no? Non l’hai sempre desiderato fare? Fai le valigie e stanotte ti vengo a prendere e ti porto da Sarah, e domani andremo a questo Bar. Che dici?”

“Ok, mi piace l’idea.” E in cuor suo, era più che felice.

“Allora ci vediamo dopo, mi raccomando.”

Janet sorrise e guardò l’amico uscire. Quanto era fortunata ad averlo vicino.

“TI VOGLIO BENE LOGAN!” gli gridò dietro, e non sapendo cosa fare, si buttò sul letto a pensare.

 

Ciao!! =D

Mi chiamo Martina, e adoro Harry Potter & Co. e Twilight.

Questa è una fic che mi è saltata in testa così, e ho deciso di pubblicarla! Fatemi sapere se è il caso di continuarla o no!

  
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