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Autore: Sunako e Sehara    08/09/2009    2 recensioni
Il granducaduca Itachi Uchiha, dopo la conoscenza di una persona misteriosa ed introversa, decide di appuntare su un diario gli avvenimenti che questi sta apportando nella sua vita. Tuttavia, esso non sa che il suo uomo è una persona assai pericolosa, e che lo porterà a perdere la sua umanità...
E' una Itachi, Madara, Deidara...lo scrivo qui perchè Madara non è presente tra i personaggi^^
[Questa fiction si è classificata prima parimerito al contest "I diari della famiglia Dracula" indetto da xXLady_NeneXx e vincitrice del premio speciale "Miglior interpretazione della traccia"]
[Sehara]
Genere: Drammatico, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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II
Secondo mese




1 Novembre 1752 Londra.

Ho deciso, domani mi recherò da Lord Madara.
Non vale la pena distruggere un’amicizia per delle incomprensioni, specialmente perché sono stato l’unico ad innervosirsi e perdere il controllo.
Lord Madara si stava solo preoccupando, ed è legittimo che ci sia rimasto male per il comportamento da me adottato. Non lo biasimo per essere sparito, è giusto che sia lui a ricevere le mie scuse e non è la sua mancanza a farmi pensare in questo modo.
Mi manca la sua presenza lo ammetto, ma se sapessi di avere l’assoluta ragione non mi spingerei mai fino alla sua dimora, mi conosco. Se lo faccio è unicamente per aver compreso i miei errori.

3 Novembre 1752 Londra.

Le mie mani tremano!
Ieri sera è successo qualcosa che mi ha totalmente spiazzato e destabilizzato: Lord Madara mi ha nuovamente baciato. Ma stavolta è stato diverso, io… Io non so cosa mi sia successo, sono ancora confuso, stordito e… eccitato!
Il mio cuore non vuole saperne di smettere di scalpitare nel mio petto per quanto io cerchi di imporgli di fermarsi, mai prima d’ora ho avuto una reazione del genere.
Ma devo andare con ordine, devo cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto e, dato che non vi sono riuscito ieri a causa della stanchezza e dello shock, intendo farlo oggi.
Nel pomeriggio non appena ho fatto ritorno alla mia dimora, come scritto qualche riga più in alto, ho deciso di superare le divergenze e, fatta preparare la carrozza, mi sono diretto all’abitazione di Lord Madara dove sono giunto poco prima del calar del sole.
Ero emozionato, desideravo incontrarlo, mi sarebbero bastati pochi minuti, anche solo il tempo necessario per essere cacciato a causa del comportamento da me adottato durante l’ultima conversazione, l’importante era rivederlo.
Quando la cameriera ha aperto mi sono fatto annunciare, ed ho avvertito il cuore calarmi in gola quando Lord Madara si è presentato in cima alle scale. Portava una sorta di vestaglia di seta nera con dei sottili ricami argentati intrecciati tra loro a formare una qualche figura, un indumento che sicuramente ha preso durante uno dei suoi innumerevoli viaggi, e che metteva in risalto la sua carnagione nivea nonché gli occhi neri.
Incantato, ho fissato la sua regale figura scendere con grazia sconosciuta le scale che ci separavano. Quasi sembrava fluttuare più che camminare. Mi ha lasciato talmente ammaliato che neanche la sua aria beffarda, dedita a prendersi gioco di me, è riuscita ad infastidirmi.
Era una visione a dir poco onirica.
Con un cenno ha congedato la cameriera e, avvicinandosi, mi ha detto:
- Ti aspettavo, ce ne hai messo di tempo.
Neanche la sua provocazione mi ha infastidito sebbene sia riuscito, non so bene come, a rispondergli qualcosa di sensato che controbattesse. Ci siamo dunque scambiati qualche altra parola e poi spostati in sala dove, con un po’ di timore, finalmente gli ho chiesto il motivo per il quale non si fosse più fatto vedere, e lui mi ha risposto semplicemente:
- Sapevo che saresti venuto.
Quattro parole che hanno suscitato molteplici e contraddittori sentimenti all’interno del mio giovane animo, solitamente imperturbabile.
Paura, felicità, rabbia, debolezza ed odio…
Paura, perché quelle parole dimostravano la consapevolezza che lo avrei fatto, il mio punto debole ed il fatto che mi aveva in pugno, sgretolando in un istante le giustificazioni che solo ieri mi ero dato.
Felicità, perché non mi aveva dimenticato, non provava rancore e, al contrario, mi stava solo aspettando.
Rabbia, perché se non fossi andato non mi avrebbe cercato, perché stava attendendo che fossi io a tornare, e da questo la debolezza e l’odio nei miei stessi confronti poiché, per la prima volta in vita mia, non mi sono dominato e, al contrario, mi sono lasciato dominare. Sì, mi sono lasciato dominare da lui e dai miei sentimenti.
Sentimenti a cui ho dato voce, anche questo per la prima volta. Gli ho chiesto per quale motivo fosse tanto dannatamente crudele, cosa sarebbe avvenuto qualora non mi fossi fatto vivo, se non avessi ceduto e lui… Lui ha risposto molte cose, e tutte mi facevano lievemente intendere che fosse colpa mia.
Non capivo e quindi continuavo a chiedere, a pretendere, per lo meno in questa occasione, che fosse lui a scoprirsi dato che io lo avevo già fatto. Perchè mi sono reso conto, grazie anche all’ausilio di questo diario, di non riuscire a nascondergli nulla, di non poterlo fare neanche se lo volessi. Mentre lui resta un completo mistero.
Ma Lord Madara non si scopriva e, al contrario, continuava a darmi le stesse risposte. Risposte a cui io non intendevo sottostare, ma che alla fine si sono arrestate da sole quando questi ha posto una mano dalle dita lunge e affusolate su una mia gota leggermente imporporata e calda a causa della discussione accesa, su cui successivamente ha poggiato le labbra vellutate. Labbra che poi hanno sfiorato le mie e ci hanno sussurrato contro:
- Mi sei mancato…
Gesto e parole che mi hanno completamente ammutolito e fatto cadere totalmente in sua balia.
Da quel momento in poi infatti non ricordo molto, solo un susseguirsi di esplosione di emozioni.
Al contrario della volta scorsa, Lord Madara non si è scostato, ha continuato a baciarmi ed io, inspiegabilmente, non mi sono sottratto. Sono rimasto immobile e, addirittura, lo ho ricambiato.
Ancora adesso, chiuso nel silenzio della mia stanza, riesco ad avvertire la sensazione della sua lingua nella mia bocca, ed i canini leggermente appuntiti che sfioravano lievemente la mia che cercava di ricambiarlo. Oppure la mano sulla mia vita che mi traeva contro di sé e l’altra che mi carezzava il collo, spostandomi i capelli che mi aveva sciolto.
O ancora le sue labbra che si scostavano dalle mie per sfiorare le guance, l’orecchio, il collo e, da allora, una strana sensazione di benessere pervadere l’intero corpo. Il mio sesso fattosi estremamente duro strusciare sulla sua coscia, una libidine totale, mai provata prima. Gli ansimi che fuoriuscivano dalla mia bocca e, nella mia mente, le sue parole che ripetevano:
- È colpa tua…
Un botto in lontananza, poi il nulla, devo essere svenuto…
Quando ho riacquistato i sensi ero steso sul divano, Lord Madara era sopra di me che mi carezzava il viso ed io mi rispecchiavo nei suoi occhi neri, ammirando la sua bellezza, la sua pelle perfetta su cui spiccavano le guance colorite, le labbra rosse, forse di quel colore per i baci.
Mi girava la testa e non mi sono potuto muovere per molto, ma non mi dispiaceva perché Lord Madara era lì con me che mi vezzeggiava, mi parlava, mi ha detto molte cose anche se non ricordo… Ma deve avermi dato delle risposte.
Poi devo essermi riaddormentato ridestandomi solo diverse ore dopo e, sebbene mi sentissi ancora intontito, ho dovuto fare ritorno a casa dove non sono riuscito neanche a scrivere poiché mi sono nuovamente lasciato andare al sonno.
Mi vergogno! Quanto accaduto è immorale e perverso. Siamo due uomini, io ho una fidanzata e so che è sbagliato eppure, anche solo a ripensare a quanto è avvenuto, come scritto sopra, il mio corpo reagisce, il mio cuore palpita ed il mio sesso si fa duro.
Sono sporco, ho commesso un atto estremamente impuro a cui continuo a non trovare risposta e non so cosa fare, se questo diario dovesse essere trovato segnerebbe la mia fine. Vorrei evitare di incontrare Lord Madara altre volte, ma dopo quanto accaduto temo che mi sarà impossibile…

4 Novembre 1752 Londra.

Una nuova vittima è stata trovata per le strade di Londra, la poveretta era una meretrice ed è stata letteralmente fatta a pezzi, questo ci porta a pensare che non rientri nel caso a cui sto indagando, quindi sarà qualcun altro ad occuparsene.
Questa città diventa ogni giorno più pericolosa. Dovremo aumentare i turni di guardia, questo forse terrà la mia persona lontano da Lord Madara. Mi chiedo come poter fare lo stesso anche con la mente…

6 Novembre 1752 Londra.

Stasera sono uscito assieme al conte mio cugino, ci siamo diretti al King's Theatre. Domani ci recheremo in qualche locanda fuori Londra, e dopo domani saremo impegnati in un ballo di corte. Faccio il possibile per tenere la mente impegnata, ma il ricordo di quanto successo mi perseguita. Provo l’incontrollabile desiderio di vedere Lord Madara e, nonostante cerchi di rifuggirne, i sogni mi tradiscono. Rivivo quell’esperienza ogni qual volta che chiudo gli occhi, e sento la sua presenza anche se lui non c’è.
Sono tanto preso dai miei stupidi sentimenti che neanche riesco a concentrarmi sull’indagine che dovrebbe avere la precedenza assoluta su ogni cosa.
Me ne vergogno.

9 Novembre 1752 Londra.

Come temevo, stargli lontano mi è impossibile.
Seguendo il mo cuore sono giunto a Rotten Row e lo ho avvertito perdere un battito quando, avvicinandomi alla consueta panchina, percependo la mia presenza Lord Madara ha alzato la testa dal libro che stava leggendo e mi ha guardato.
Mi sento strano, agitato, vulnerabile e non mi piace questa sensazione. E non mi piace perché, nonostante la mia maschera di impassibilità, sono certo che Lord Madara avverta questi miei sentimenti, più adatti a quelli di una fanciulla indifesa che ad un ufficiale di polizia quale sono.
Non mi riconosco.
Ovviamente lui si è comportato normalmente. Quando mi sono accomodato al suo fianco, mi ha domandato il motivo della mia assenza nei giorni precedenti, ed io ho risposto che ero stato molto impegnato con il caso.
Mi chiedo se abbia capito che mentivo… Sicuramente sì, ma non avrò mai una risposta perché non ne abbiamo più parlato, concentrandoci invece su quanto Lord Madara stava leggendo.
Il resto della serata è trascorso tranquillo, come se nulla fosse accaduto. Solo al momento di salutarci ha voluto rammentarmene sfiorandomi le labbra con le sue, creandomi con tale gesto un fremito che mi ha scosso tutto il corpo, giusto per far sì che non smettessi di tormentarmi. Devo evitare di dirigermi alla sua dimora, di entrare nella tana del lupo.

10 Novembre 1752 Londra.

Una nuova vittima tra la mia gente. Una nuova vittima, a mio avviso, causata dalla mia negligenza. Non riesco a capire come agisca l’uomo a cui stiamo dando la caccia, né come riesca ad uccidere in tale modo e per quale motivo. Può colpire per strada senza che le sue vittime scappino, od entrare nelle loro abitazioni senza che persona alcuna se ne accorga. Aprire porte e finestra senza l’ausilio di strumenti, ed il tutto per privarle del loro sangue. Un carnefice che sembra essere immateriale e surreale.
Mi sorge spontaneo chiedermi se non abbia a che fare con un fantasma, ma i fantasmi non esistono. Mi domando cosa direbbe Lord Madara se gli esponessi tale pensiero… Sicuramente mi prenderebbe per un folle, quale mi sento.
Questo diario doveva essere unicamente dedicato a lui, ma non posso fare a meno di parlare di questo caso, in quanto esso è divenuto un argomento ricorrente nelle nostre conversazioni. Anche oggi non abbiamo discorso d’altro sebbene ad un certo momento, nonostante fossimo all’aperto, seduti su una panchina ed il freddo mi entrasse nelle ossa, mi sono addormentato.
Quando mi sono destato, avevo la testa poggiata sulle gambe di Lord Madara, il quale si era sfilato il soprabito per coprirmi e mi stava accarezzando i capelli dicendo di restare sdraiato, che avevamo ancora un po’ di tempo prima che si facesse l’alba. Non ho ben compreso cosa intendesse dire, so unicamente che ero molto debole e che non mi sono mosso come mi era stato chiesto. Che mi sentivo bene nonostante tutto e che, per quel lasso di tempo, mi sono scordato di ogni problema che gravava sulle mie spalle.
Lord Madara è l’unico a cui permetto di vedere questo lato, forse per il rapporto che si è instaurato o perché è il solo a farmi sentire come quello che sono: un ragazzo di quindici anni.

13 Novembre 1752 Londra.

È un periodo difficile, i morti aumentano ogni giorno di numero ed essendoci anche dei nobili tra loro l’attenzione al caso si è accresciuta, sebbene la gente avesse già iniziato a parlare. Essa ha paura e, non ottenendo riposte, se ne crea di proprie. Iniziano a girare voci strane, la plebaglia parla di stregoneria, chi è più colto di esperimenti, e gli aristocratici di un attacco rivolto all’alta società.
Sono sempre più confuso ed angosciato, temo in una rivolta cittadina poiché la plebe è convinta che non stiamo facendo abbastanza, o che abbiamo iniziato a darci da fare solo quando siamo stati colpiti anche noi. Temo una rappresaglia delle forze armate contro sua maestà per paura che tali fallimenti siano solo un modo per mettere in discussione il nostro operato, ed una rivolta dei medici che hanno timore di essere accusati degli omicidi a scopo di compiere delle ricerche.
Ho bisogno di parlarne a qualcuno, e Lord Madara è l’unico a cui io possa esprimere codesti dubbi senza suscitare il panico!
Mi rammarico di non poterlo fare questa sera, ma sono rientrato troppo tardi per potermi dirigere alla sua dimora senza insospettire il granduca mio padre che, in questi mesi, probabilmente allarmato dal conte mio cugino, osserva leggermente preoccupato i miei movimenti. Ci manca solo che sospetti di me…

14 Novembre 1752 Londra.

Anche quest’oggi è successo un fatto che mi ha lasciato alquanto sconcertato. Finito il turno di guardia a sua maestà, nonostante avessi deciso di evitare l’abitazione di Lord Madara, non ho potuto aspettare oltre e, avendo bisogno di parlargli, mi ci sono diretto. Tuttavia, quando vi sono giunto, è accaduto un fatto davvero insolito.
Da dietro il portone principale ho udito una voce dal timbro estremamente alto ed alterato, che delle volte riusciva a raggiungere toni estremamente acuti ed assordanti, inveire contro Lord Madara e, dal modo in cui lo faceva, doveva conoscerlo molto intimamente dato che non usava alcun titolo onorifico né tanto meno il voi.
Lo sconosciuto gli stava urlando qualcosa a riguardo del fatto che dedicava troppo tempo ad altro invece che a lui, e rimasi alquanto colpito quando sentii pronunciargli il mio nome, seguito da vari epiteti non troppo cordiali.
Non sapevo cosa fare, sebbene fossero soltanto le quattro e mezza e fosse già calato il buio a causa delle giornate notevolmente accorciate e facesse molto freddo per via del temporale avvenuto nel primo pomeriggio, ormai ero arrivato ma non me la sentivo di interromperli. Decisi quindi di attendere la fine della loro discussione seduto sulle scale del grande portico. In fondo non ero solo, a farmi compagnia c’erano i cani lupo di Lord Madara che, come spesso accade, erano giunti a salutarmi appena sceso dalla carrozza. Ovviamente non era mia intenzione origliare la loro conversazione, ma quell’uomo parlava a voce talmente alta che mi era impossibile non udire alcune parole. In quel momento, non so bene per quale motivo, mi era tornato in mente il giovane incontrato a Rotten Row, ma non ebbi il tempo di pensare altro perché sentii gridare:
- E chi se ne importa se quel damerino è arrivato!
Ora che ci penso, come faceva Lord Madara a sapere che ero arrivato? Che abbia sentito la carrozza? Impresa ardua dato il bailamme alzato dal suo interlocutore. Eppure, come accadde in quella notte, non ho sentito Lord Madara rispondere, sarà stato impassibile come al solito…
Poi ho udito l’ennesimo rumore e quindi il portone aprirsi, rivelandomi la sagoma del suo padrone tranquillo ed impassibile come sempre, nonostante i forti colpi provenienti dall’interno. Vista la situazione, mi sono premurato di chiedere se volesse che passassi un altro giorno dato il momento sconveniente, ma Lord Madara non ha fatto in tempo a rispondere che si è sentito un urlo acuto, viscerale e prettamente femminile, giungere dalle sue spalle.
Un grido impregnato di terrore e dolore che mi ha fatto rabbrividire, al contrario di Lord Madara che, con aria scocciata ed espressione alterata, si è limitato a dirmi di attenderlo prima di salire le scale e dirigersi in direzione del frastuono.
Un nuovo tonfo, un nuovo dibattito, e quindi ho veduto lo stesso ragazzo, con i capelli biondi e gli occhi chiari di quella sera, fare capolino in cima alla rampa delle scale e fissarmi nuovamente con sguardo pieno di rabbia e livore. Era lontano ed in penombra, ma non vi era dubbio che fosse lui, né che mi fissasse a quel modo.
Come la prima volta che lo ho incontrato, ho avvertito un intenso brivido percorrermi la schiena, e l’istinto di recarmi al piano superiore per vedere cosa fosse accaduto improvvisamente ha ceduto il passo a quello di retrocedere in direzione della porta. Così mi sono ritrovato, quasi senza rendermene conto, ad ascoltarlo. Sono indietreggiato. Lentamente, come se mi trovassi al cospetto di una belva feroce dinnanzi alla sua preda e, al contempo, ho avvertito il cuore rallentare i suoi battiti così come il respiro farsi affannoso. Era come se attendessi che mi saltasse addosso, ed è stata la prima volta che mi sono sentito a quel modo. Nessun assassino o brigante era mai riuscito a farmi indietreggiare, e non mi capacito di come possa averlo fatto un ragazzino dai capelli dorati, gli occhi chiari, il volto d’angelo ed almeno un anno in meno del sottoscritto. Non riesco a trovare una spiegazione logica, come non riesco a comprendere come tutta la tensione, accumulata in quella stanza, possa essere svanita al solo arrivo di Lord Madara.
Al suo ingresso quel ragazzo si è congedato, senza una parola, sparendo in un'altra camera, ed io sono potuto andare incontro al padrone di casa per chiedere spiegazioni ma, una volta che gli sono giunto davanti, sono impallidito alla vista del suo pallore. Quando mi ha chiesto di lasciarlo solo mi sono rifiutato, eppure non c’e stato modo che io restassi. Lord Madara mi ha assicurato che ad urlare era stata una cameriera, come se io potessi pensare a qualcun’altro, e poi mi ha rassicurato sulle sue condizioni e mi ha convinto ad andarmene in meno di un momento.
Non gli avevo mai veduto un’espressione tanto tirata e devo ammettere che mi ha turbato, ma ancora di più mi inquieta il pensiero di cosa possa essere avvenuto in quella casa ed il fatto che abbia obbedito. Non mi capacito di come non sia corso a vedere cosa fosse accaduto a quella ragazza, né di come mi abbia convinto. Non è dal sottoscritto anche se, da quando frequento Lord Madara, mi sorprendo spesso a scrivere che mi ritrovo a provare o fare cose che non sono da me…
Domani mi recherò nuovamente alla sua dimora per assicurarmi che sia tutto a posto.
Ora però altre domande si aggiungono a quelle a cui ancora non ho dato risposte: chi era quel ragazzo? E per quale motivo invece di uscire si è diretto in un’altra stanza, come se conoscesse bene quella casa? Possibile che abiti da Lord Madara? E se così fosse, come è possibile che io non lo abbia mai veduto?
Domande a cui, prima o poi, auspicherei dare una risposta…

15 Novembre 1752 Londra.

Come ripromessomi, nel tardo pomeriggio sono tornato da Lord Madara, percorrendo la lunga strada che ci divideva con l’angoscia nel cuore.
Giunto sul posto, ad aprirmi il portone fu una nuova governante e, vedendola, tale sensazione si è accentuata. Accomodatomi, non ho perso tempo ed ho domandato al padrone di casa notizie della cameriera assente, ricevendo in risposta rassicurazioni sul suo stato di salute. Tuttavia, vedendo lo scetticismo dipinto nei miei occhi, Lord Madara ha deciso di condurmi nella sua stanza dove, fortunatamente, ho potuto constatare di persona le sue buone condizioni. Era piuttosto pallida, probabilmente per lo spavento, ma per mio sommo sollievo stava bene. Quindi ho chiesto a Lord Madara di lasciarmi in sua compagnia ma, sebbene lui avesse accettato, la ragazza mi ha accomiatato affermando di sentirsi molto stanca e di voler risposare, cosicché non ho potuto parlarle.
Avrei voluto sapere cosa l’aveva spaventata tanto però, rammentando il brivido che io per primo ho provato al cospetto di quel ragazzo, non fatico a capirlo. La sua stessa presenza incute timore.
Tornati in salone, io e Lord Madara ci siamo accomodati sul divano e, spinto da un’irrefrenabile curiosità, gli ho domandato chi fosse quel giovane ed il motivo per il quale non lo avessi mai incontrato se non in due occasioni. Dalla sua risposta evasiva ho compreso che non intendeva parlarne, difatti si è limitato ad informarmi che si trattava di un parente e che raramente usciva dalle proprie stanze. Ovviamente ogni altra domanda è stata sviata o messa a tacere in modo molto elegante, ma quantomeno ora ricordo il nome di quel ragazzo, Lord Deidara.
Ho la sensazione che sia un tipo piuttosto difficile da gestire persino per Lord Madara e che abbia creato non pochi problemi, anche con la servitù. Forse è questo il motivo per il quale la cambiano tanto spesso.
È un ragazzo molto bello, degno parente del Lord e mi incuriosisce. Vorrei saperne di più, vederlo attraverso gli occhi di Lord Madara, sapere di cosa conversano e per quale motivo prova del rancore nei miei confronti. Per tale ragione vorrei parlare ancora di lui, ma poco alla volta, per non risultare invadente o indiscreto, come è già avvenuto.
Certo è piuttosto strano che non lo abbia mai incontrato, sebbene non abbia trascorso poi molte ore in quella casa. Però, finalmente, ora posso spiegare i rumori che ogni tanto udivo provenire dalle camere del piano superiore, altro che fantasmi! Lord Madara è davvero misterioso, ma forse l’arcano è finalmente svelato. Era questo che mi nascondeva, anche se non ne comprendo il motivo. Inoltre mi chiedo se, anche quella sera, non fosse sempre il sottoscritto la causa della discussione e se la ragione per la quale non voleva che andassi a trovarlo prima di una certa ora, non fosse che lo avrei incontrato.

16 Novembre 1752 Londra.

Nessuna vittima quest’oggi, è la prima volta dopo molto, ma non basta questo a rallegrarmi. Devo arrestare il colpevole.
Le lunghe e faticose ricerche che non ho mai interrotto e che spesso ho svolto nell’anonimato, infine si sono ristrette portandomi a dubitare di un nobiluomo dalle cattive abitudini.
Solito giocatore d’azzardo, frequentatore di quartieri malfamati in cerca di possibili cavie, e avvezzo a studi di medicina; lo ho veduto spesso aggirarsi per le buie e desolate strade di Londra.
Il soggetto in questione è il prediletto di sua maestà Hiruzen III, il marchese Orochimaru. Un uomo dalle grandi doti intellettive, che si è conquistato codesto titolo nobiliare maritandosi con la marchesa Tsunade, anch’essa molto vicina al monarca e di cui lo sposo ne ha immediatamente catturato l’attenzione. Non è stato facile indagare sul suo conto poiché è estremamente astuto, possiede notevoli agganci ed è il favorito del re. Praticamente intoccabile.
Talmente intoccabile che, fino ad ora, ho lasciato questa ipotesi per ultima e mi sono astenuto dal rivelare a persona alcuna i miei sospetti, incredibilmente anche a Lord Madara, a cui esprimevo altri dubbi. Potrebbe essere molto rischioso, nonostante le doti innegabili è una persona subdola, riprovevole e, soprattutto, pericolosa. Pronta a tutto per raggiungere un obbiettivo e dio solo sa, se esistesse, quale si è prefissato questa volta. È ossessionato dalla giovinezza e rammento di vari esperimenti che aveva proposto e, fortunatamente, ricusati da sua altezza in persona. Studierò una strategia adeguata, temo solo che abbia smesso di uccidere avendo capito che sospetto di lui.

17 Novembre 1752 Londra.

Ho incontrato Lord Deidara.
Mi ha intimato di stare lontano da Lord Madara, di non farmi illusioni, che sarei solo un trastullo per lui e che presto si sarebbe stancato di me, come ha fatto con gli altri.
Ha agito in tal modo per mettermi al corrente che il sottoscritto non è il primo e che non sarebbe stato neanche l’ultimo, per ferirmi e, quando lo ho gentilmente informato che non lo avrei fatto, ho veduto il suo viso, bello e dai lineamenti perfetti, indurirsi ed i suoi occhi iniettarsi di sangue per la rabbia e traboccare odio.
Come nelle altre occasioni in cui lo ho incontrato, ho provato forti ed intesi brividi scuotermi dal profondo, ma ho cercato di non muovermi, di non arretrare e di guardare negli occhi quel ragazzo dall’aspetto angelico che pareva nascondere al suo interno un vero diavolo. Sembrava volermi togliere la vita tanto era il risentimento che leggevo sul suo viso. Non so bene come, ma sono riuscito a percepire tutta la sua aura omicida, arrivando persino a capire che intendeva farlo nei modi più violenti e dolorosi possibili. La mia mente ha iniziato a proiettarmi immagini assai cruente, il mio cuore a battere più forte ed il respiro a farsi più affannoso. Ancora una volta mi sentivo una preda dinnanzi al suo cacciatore.
Una parte di me suggeriva di scappare lontano, più lontano che potessi, per salvarmi; mentre un’altra che lui non poteva nulla nei miei confronti nonostante il buio e la desolazione che regnava in quella strada. E non solo perché ero armato.
Al contrario, in quel momento ho pensato che la mia fida spada non potesse alcunché contro di lui. Un assurdo pensiero il mio, dato l’addestramento a cui sono stato sottoposto, eppure non mi sono mosso.
Vedendo che non mi spostavo, Lord Deidara mi ha afferrato per il bavero della giacca di velluto per trarmi a sé e, probabilmente, incutermi più paura. Possiede la stessa pelle di Lord Madara, chiara, appena trasparente, perfetta, ed i suoi occhi azzurri mi fissavano intensamente. Io ero immobile, non so per quale motivo non ho reagito, né come abbia fatto ad essere tanto veloce per far sì che non mi scansassi. Possedeva una stretta ferrea per la sua età e la corporatura esile. Nel guardarlo, ho avvertito il respiro accelerare ulteriormente ed una scarica di brividi pervadere il mio corpo, che poi fu scaraventato a terra mentre Lord Deidara, sprezzante, mormorava qualcosa che non ho udito.
Come ho già scritto, non so per quale ragione io non abbia reagito, né perché abbia provato quelle assurde sensazioni ma di una cosa sono certo: più che un lontano parente, mi ha dato l’impressione di essere un amante geloso.
Quando poco più tardi mi sono incontrato con Lord Madara, non gli ho rivelato l’accaduto. Non era mia intenzione farlo preoccupare, né spiegargli il motivo della mia mancata reazione dato che io per primo non so darvi una spiegazione. Anche se, scrivendo, esso emerge a chiare lettere: colpire Lord Deidara sarebbe stato come farlo con Lord Madara stesso, benché indirettamente dato che gli avrei procurato un dolore.
Nonostante il mio silenzio sull’accaduto però, Lord Madara deve aver intuito il mio disagio perché è stato molto presente. Ha affittato una camera di una locanda in centro per poter parlare al caldo poiché si prospettava una notte molto fredda, ed io mi sono dovuto trattenere non poco dal rivolgergli alcune domande.
Quanto rivelatomi da Lord Deidara mi ha ferito, ma penso che appartenga al passato. Inoltre, quanto avvenuto, mi porta a dedurre che, se Lord Deidara è tanto intimorito dalla mia persona, deve essere perché ha compreso che il nostro rapporto è diverso. Non credo di peccare di presunzione affermando di aver colpito profondamente Lord Madara.
Abbiamo parlato d’arte italiana, ma ogni tanto la mia mente vagava su quel ragazzo e le molteplici sensazioni che quel nome riesce a procurare nel mio animo.
Mi domando se anche lui abbia attinto dal sapere di Lord Madara, sebbene dal suo linguaggio non traspaia, e se questi gli carezza mai i capelli come fa con me nonché il motivo della sua gelosia.
Tali pensieri mi hanno distratto dall’argomento interessante che Lord Madara stava trattando.
A riportarmi con i piedi a terra una sua mano che dal viso è scesa sul mio collo, il petto e poi più in basso, per lasciare il posto alle sue labbra ed al piacere che esse ogni volta mi riservano… e che sto rivivendo anche ora rievocandolo.
Non vi è dubbio che la nostra sia una relazione differente, sia in positivo che in negativo.
Ora devo andare a coricarmi, è l’alba. Mi sono addormentato in quella camera, mi succede spesso di assopirmi quando sono con Lord Madara, già lo ho scritto. Che sia la stanchezza o il piacere ad ottenebrarmi la mente, l’unico rammarico, è che lui non vi era al mio risveglio.
Mi chiedo se non sia io l’amante. Tutto ciò è tremendamente perverso ma, allo stesso tempo, estremamente affascinante e piacevole…

18 Novembre 1752 Londra.

Fortunatamente il granduca mio padre è abituato ai miei orari e, essendo a conoscenza che mi intrattengo per le indagini, non si insospettisce e non mi crea problemi neanche quando, come ieri, rincaso al sorgere del sole. Non oso immaginare cosa direbbe qualora scoprisse che passo gran parte del mio tempo libero con Lord Madara.
Temo sempre più che possa parlare con il conte mio cugino e venire a conoscenza del fatto che spesso non sono con lui sebbene io affermi il contrario, devo fare in modo che ciò non accada.
Inoltre i mancati omicidi mi insospettiscono, vorrei esporre la mia teoria ma temo in scelte avventate, tra gli Uchiha ed il marchese Orochimaru non scorre buon sangue. Entrambi cercano di ingraziarsi sua maestà Hiruzen III.
Inoltre, a trattenermi, vi è il fatto che non mi sono più potuto avvicinare al marchese, né ai luoghi da lui frequentati per non insospettirlo, e non oso immaginare cosa accadrebbe qualora le accuse non fossero fondate. Sicuramente ci accuserebbe di infamia e calunnia.
Sarà meglio che mi sbrighi a portare a termine questo caso.
Dopo il pranzo passerò dal cugino Shisui e tenterò di parlare prima con lui, temo che stasera non potrò vedermi con Lord Madara.

21 Novembre 1752 Londra.

Altri quattro giorni senza vittime o, quantomeno, vittime visibili.
Quattro giorni di ricerche, pattugliamenti ed appostamenti svolti assieme al conte mio cugino che ha assecondato la mia teoria, e in cui sono sorti nuovi sospetti sul marchese. Sembrerebbero confermati i finanziamenti e la sua partecipazione diretta ad alcuni esperimenti, sebbene non sia ancora chiara la dinamica dei fatti. Inoltre, ad aggravare la sua posizione, vi è l’accusa di ordire complotti alle spalle di sua maestà, ma anche tali affermazioni sono da verificare con maggiore attendibilità.
Quattro giorni in cui ho veduto solo di sfuggita Lord Madara, che neanche ho potuto salutare.
Quattro giorni in cui, facendo ritorno alla mia dimora, mi sono sentito osservato. Devo fare attenzione che non si tratti degli uomini del marchese.
Quattro giorni estremamente duri.

22 Novembre 1752 Londra.

Dopo le ultime rivelazioni, quest’oggi ho svelato i sospetti riguardanti il marchese Orochimaru anche al mio nobile padre e al visconte Obito, che non sono rimasti stupiti poiché i fatti li avevano portati nella stessa direzione.
Il granduca mio padre mi ha ordinato di persistere nella sorveglianza, di recuperare le prove e, quando esse saranno inconfutabili, farà scattare l’arresto. Il momento si avvicina ed io sono impaziente di portare a termine il caso, così da potermi prendere un periodo di riposo da trascorrere in compagnia di Lord Madara. Inutile negare: avverto la mancanza della sua voce quanto quella delle sue carezze.
In un paio di occasioni lo ho sognato. Mi baciava le guance, le labbra ed il collo, come ama fare, e mi toccava in parti proibite, facendo aprire la mia bocca ed incurvare le labbra in un sorriso mentre io, sotto di lui, mi dimenavo appena stringendogli le spalle ed invocando il suo nome.
È stato talmente verosimile, che al mattino seguente mi sono sentito stordito e felice come quando ciò accade realmente… Spero unicamente di non aver emesso versi o ansimato anche nella realtà!
Mi chiedo se sia normale stancarsi a tal punto o svenire per il troppo piacere, ma purtroppo è una domanda che non potrò mai rivolgere a persona alcuna poiché troppo imbarazzante, nonché fonte di quesiti a cui non potrei dare una risposta.
Una volta mi sono trovato a sognare anche Lord Deidara, sebbene non lo abbia più visto dal 15 novembre, ma è stato un vero e proprio incubo. Lord Deidara mi dava la caccia per le strade di Londra ed io, disarmato e ferito, non potevo fare altro se non darmi ad una disperata fuga. Mentre correvo, tentavo di urlare e chiamare aiuto, ma la mia gola non emetteva versi. Trascinavo il mio corpo pesante per i vicoli stretti e maleodoranti della periferia, in cui non vi era altra illuminazione che la luna e, nel mentre, avvertivo le sue risa riecheggiare nella mia testa.
Come un gatto che gioca con il topo, mi lasciava scappare solo per il gusto di inseguirmi e terrorizzarmi. Ricordo gli svincoli, la sua figura dietro le mie spalle che rifletteva la propria ombra sul muro adiacente illuminato dalla luna piena, la quale sembrava apparire solo per mostrarmelo. Il suo fiato freddo sul collo, la sua presenza onnipotente ed una mano, la sua, che alla fine mi ha spintonato contro una parete ed afferrato per la gola, alzandomi.
Ricordo nitidamente i suoi occhi completamente rossi, le labbra scarlatte e le unghie lunghissime con cui mi lacerava i vestiti e sfregiava il mio petto, mentre rideva sguaiatamente nell’osservare le espressioni di puro dolore dipinte sul mio volto, le medesime che potevo vedere io stesso durante questo incubo. Le urla di sofferenza che non fuoriuscivano, e l’orrore di quando lo ho veduto avvicinarsi e leccare il mio sangue, che ha sporcato il suo viso immacolato, prima che mi recidesse la carotide ed io mi svegliassi soffocando un urlo.
Avevo il sudore che mi imperlava la fronte, i brividi lungo la schiena e sentivo le mani tremarmi leggermente, anche quello era stato tremendamente reale.
Mi vergogno di aver fatto un sogno del genere su Lord Deidara, e mi vergogno ancora di più di essermi sentito a quel modo.
Non mi capacito di come quel ragazzo o Lord Madara possano tanto. Entrambi hanno qualcosa di magnetico ed oscuro, quasi ipnotico. Probabilmente è per la loro bellezza fuori dal comune.
Comunque fortunatamente ciò è avvenuto una sola volta e, sebbene il ricordo di tale sogno è ancora scolpito nella mia mente, esso è messo in ombra da quelli di Lord Madara a cui, ancora una volta, non posso fare a meno di pensare.

23 Novembre 1752 Londra.

Altra giornata di ricerche terminata a notte fonda, sono talmente spossato da non essere neanche riuscito a passare a Rotten Row per vedere se vi fosse Lord Madara nonostante la voglia di incontrarlo. L’unica nota positiva è che non vi sono vittime.
Aspetto con impazienza il giorno di intervenire.

25 Novembre 1752 Londra.

Finalmente è scattato l’ordine che prevede l’arresto del marchese Orochimaru!
La cattura avverrà in serata. Domani notte potrò festeggiarla con Lord Madara, sperando che almeno in questa occasione mi faccia l’onore di assaggiare il vino da me scelto, non vedo l’ora. È incredibile come senta la sua mancanza, non mi abituerò mai. Spero solo di non sognarlo questa notte perché domani avrò bisogno di tutta la mia forza.
Ora basta dilungarmi, come scritto, tra poche ore dovrò essere lucido e presente e non potrò permettermi errore alcuno.






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Ed eccoci al secondo capitolo, spero di non avervi fatto aspettare troppo XD
Grazie per i bellissimi commenti, ed anche per averla messa tra i preferiti **
Ci vediamo nel prossimo ed ultimo capitolo.
Ed ora spazio alle risposte^^

araya: Hahahaha ma grazie (io adoro i papiri xD)
Sono felicissima che ti sia piaciuta, ed anche di essere riuscita a renderla verosimile e, di conseguenza, catapultarti nel 700. E’ stata una faticaccia, ma almeno ha sortito il suo effetto xD
-Forse non te ne frega neanche un pochino XD ma mi è capitato di trovarmi tra le mani un diario di un'ufficiale militare dell'800 e lo stile era proprio identico al tuo ^^ - eccome se mi importa, mi fa onore ><
Pensa che credevo di aver combinato un mezzo pasticcio xD
Delle volte mi perdevo, rileggevo, tagliavo, incollavo e facevo millemila ricerche xD
Il giorno stesso della consegna poi, rileggendolo, mi sono accorta di errori gravissimi tipo :
Mi sembro un adolescente con gli ormoni in subbuglio...
Ormoni?!?!?!? Nel 700?!?!??!!?!
Hahahahaaha lasciamo stare va xD
Per quanto riguarda Madara lo so è uno stronzicotto però... come si fa a non innamorarsene vedendo le immagini di Lily??!?!?! xD E’ vedendo le sue fanart che mi sono innamorata della coppia xD
Lily musa ispiratrice**
Per quanto riguarda Itachi, sono troppo contenta di essere riuscita a renderlo ><
Hihi, sono felice che ti abbia appassionato, spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Grazie per i complimenti un bacio =*


mizukage: Addirittura perfetta, ma grazie >< (/me commossa )
Sono veramente felice che ti sia piaciuta tanto! Anche se sei di parte xD
Sì, la difficoltà è stata molta ma, quello che è stato più complicato, è stato mantenere lo stile.
I personaggi si sono praticamente mossi da soli xD, io mi sono limitata a cercare di rimanere IC... ed ancora non ci credo di esserci riuscita xD
Poi per quanto riguarda Itachi sì, ho cercato di mantenere intatti tutti i suoi valori, come per Madara il mistero e Deidara l’esuberanza. Mentre scrivevo me li immaginavo, ecco il trucco xD
Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Grazie per il bel commento e per i complimenti.
Un bacio =*

Lady_Nene: Cara, credo che tu abbia detto tutto nel bellissimo giudizio che mi hai dato =*
Hahaha per l’immagine non preoccuparti xD
Ne hai usata una stupenda ed hai anche usato il viola che adoro xD
E’ stato un bel regalo ><
Sono felicissima di aver partecipato al tuo contest e che ti sia piaciuta tanto!!!
  
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