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Autore: Johnee    07/09/2022    1 recensioni
Una storia parallela alla trama principale di Inquisition che concerne: due nevrotici, i traumi™, gufi appollaiati su trespoli impossibili e la ricerca della reciprocità.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cullen, Hawke, Inquisitore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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16 - Due Draghi in Quattro Atti

 

-I-

Terre Centrali
Prima della chiusura del Varco

 

Lavellan scivolò agilmente fino al termine di una discesa di terriccio, anticipando il gruppo nell'attraversare la galleria che stavano esplorando.
Lame di luce viva discendevano oblique da un soffitto di argilla e vecchie radici, illuminando gli agglomerati di funghi bioluminescenti e le splendide ghirlande naturali di rovi tempestati di bacche che crescevano in maniera disordinata lungo il percorso.
-Ci siamo quasi.- annunciò Lavellan, raggiungendo un sipario di passiflora rampicante che copriva il terminare della galleria.
Si voltò verso Cassandra, che camminava in testa al gruppo, con un'espressione che stava a mezza via tra l'entusiasmo e la colpevolezza.
La sua compagna di viaggio, che conosceva bene quella faccia, emise un rantolo di fastidio. -Cos'è, questa volta?- domandò con aria di rimprovero, incrociando le braccia sul petto.
Lavellan raccolse una porzione di passiflora tra le mani e la spostò abbastanza per mostrare al gruppo cosa c'era dall'altra parte.
Gli occhi di Cassandra si spalancarono immediatamente dalla sorpresa, mentre dalle retrovie il Toro di Ferro prendeva a ridere di gusto.
-Oh, capo, sei la migliore!- esclamò quello, recuperando l'ascia da guerra per brandirla con enfasi. Solas, al suo fianco, schioccò la lingua sul palato, spostando la testa altrove con aria affranta. -Ecco spiegato perché stamattina Varric ha deciso di sparire.- borbottò.
Cassandra sciolse le braccia, appoggiando istintivamente la mano sull'elsa della spada, poi fissò lo sguardo su Lavellan. La osservò con attenzione, alla ricerca del bandolo della matassa di rimproveri che le tormentava la testa, ma invece di esprimersi esalò un sospiro stanco. -Faremo i conti dopo, io e te.- disse, dandole un buffetto sul braccio, poi seguì il Toro in seno al pericolo.

-Evitate di stare troppo vicini agli alberi!- gridò Cassandra, facendo lo slalom tra una serie di rocce appuntite per intercettare un cucciolo di drago che stava per sorprendere Solas alle spalle. Assestò un colpo di scudo sul fianco della bestia, prima che potesse espellere una palla di fuoco dalle fauci, poi la infilzò.
L'Alto Drago che il gruppo stava braccando sorvolò il campo di battaglia che aveva scelto, causando una marea di polvere e detriti con il suo potente battito d'ali. Il suo alito di fuoco scese dal cielo come pioggia, inzuppando le chiome di una fila di pini, sciogliendo le foglie e annerendo le cortecce, trasformando gli alberi in sagome urlanti. Lavellan, poco distante, si dovette coprire lo sguardo con l’avambraccio per evitare di accecarsi.
Fin dall'inizio dello scontro, la creatura era rimasta con gli artigli ancorati a terra, cercando il testa a testa con i suoi avversari, ma nelle battute recenti si era resa conto della pericolosità della situazione. Evitava quindi di restare a lungo nello stesso punto, cercando zone sempre più rialzate in cui rintanarsi per controllare la situazione, alla larga da lame, incantesimi e punte di freccia. La zampa posteriore sinistra era vessata da un taglio profondo e grondava di sangue, il collo invece era tempestato di tagli e puntellato da frecce.
Il Toro piantò il tacco sulla trachea del cucciolo di drago che aveva appena ucciso, stringendo la presa sul manico dell'ascia da guerra per estrarla con un gesto secco dal ventre della bestia. Si rigirò l'arma tra le mani, guardandosi attorno velocemente per fare una conta dei nemici rimasti, prima di inseguire l'obiettivo principale della caccia.
Una freccia gli passò in mezzo alle corna, esplodendo giusto nel centro del muso dell'ultimo cucciolo, che era in procinto di spiccare un salto nella sua direzione.
-Grazie, boss!- fece il Toro, per poi prendere a correre in direzione del drago, che era appena atterrato bruscamente su un'altura a una ventina di metri dal gruppo.
Cassandra lo seguì con lo sguardo, poi esalò un respiro nervoso, concentrando la sua attenzione su Lavellan, che correva da una parte all'altra del campo di battaglia per rimpinguare la faretra.
-Consigli?- domandò quella, dopo che il gruppo si fu riunito di fretta dietro al Toro per raggiungere il drago.
Cassandra scattò al suo fianco, sollevando lo scudo per coprirle entrambe dai residui di una fiammata. -Dobbiamo impedirle di volare, o potrebbe decidere di fuggire verso ovest.-
Lavellan scoccò una freccia in alto, aggiungendola alla collana di spilli che adornava il collo del drago. -Concentratevi sulle ali!- gridò, per poi sgusciare da sotto allo scudo.
Scattò in avanti, correndo in parallelo al Toro per diversi metri. Quando il drago fu a portata di tiro, recuperò una fiala d'acido dalla cintura e la assicurò su una freccia che scoccò verso una delle membrane dell'ala destra del drago. Il colpo andò a segno, causando un rumore dapprima secco, poi dolorosamente frizzante.
Il Toro approfittò della distrazione della creatura per compiere un balzo e piantare l'ascia sul suo petto, usando il suo stesso peso per permettere alla lama di tagliare con più facilità la carne protetta dalle scaglie.
Solas si fermò a una decina di metri dal bersaglio, quindi agitò il bastone da mago, evocando un agglomerato di stalattiti sull'ala già danneggiata.
Mentre Cassandra e il Toro distraevano il drago dalla media e breve distanza, da lontano Lavellan e Solas seguitavano a bersagliare la bestia sul dorso e sulle ali, al fine di trattenerla a terra il più possibile.
-Mi sono rimaste cinque frecce, Cas!- gridò Lavellan, che aveva cresciuto un terzo polmone a furia di correre da una parte all'altra per evitare di venire abbrustolita da una fiammata improvvisa.
-Ricevuto!- replicò Cassandra, dopo aver schivato una zampata. -Facciamola finita!-
-Con piacere!- berciò il Toro, entusiasta.
I guerrieri si raggrupparono sul fianco della creatura; il Toro assestò un colpo possente su una delle zampe posteriori del drago, Cassandra sulla corrispettiva anteriore.
Quando il drago cadde di lato perché le zampe fallivano nel sorreggerlo, Lavellan prese bene la mira, tese l'arco come mai aveva fatto e mirò allo squarcio che percorreva il petto della creatura. La freccia penetrò nella carne ed esplose all'impatto, provocando uno zampillo di scintille e materia organica che macchiarono il terreno sottostante a raggiera.
Il drago emise un lamento breve, acuto e intenso, poi il suo collo smise di sorreggergli la testa, che precipitò ai piedi di Cassandra con un tonfo.
Il gruppo rimase in guardia a lungo, immobile e in religioso silenzio.
Quando Cassandra confermò agli altri la morte del drago, con un semplice cenno del capo, il Toro gridò dall’esultanza, Solas e Lavellan invece esalarono un sospiro di sollievo, scambiandosi un'occhiata soddisfatta.

-La prossima volta che vuoi fare qualcosa di carino ed emozionale per me, offrimi un massaggio.-
Lavellan si voltò verso Cassandra, raggiungendola con un sorriso.
Entrambe si erano premurate di andare a vigilare sul gruppo di soldati dell'Inquisizione che erano accorsi a mettere in sicurezza l'area di nidificazione del drago. Era una maniera per riposarsi dalla caccia appena conclusa, ma anche una scusa per restare in disparte dal gruppo per qualche ora e potersi parlare apertamente senza il rischio che qualcuno ascoltasse.
-Non sapevo se l'avresti odiato, o se ti avrebbe fatto piacere.- ammise Lavellan, porgendole la borraccia dell'acqua. Cassandra recuperò il contenitore e bevve una buona sorsata, poi se lo rigirò tra le mani, accarezzando la vallata con lo sguardo. -Giustamente.- disse.
-Se te l'avessi detto a parole, sarebbe stato altrettanto efficace?- domandò Lavellan, avvicinandosi a lei per appoggiarle una mano sulla spalla.
Cassandra sorrise, poi le rivolse un'espressione carica di gratitudine. -No.- ammise.
-Allora ne è valsa la pena.- affermò Lavellan, con aria soddisfatta.


 

-II-

Tombe di Smeraldo
Tempo attuale



Cullen si risvegliò con ancora il sentore di frutti di bosco sulle labbra.
Schiuse uno sguardo infastidito verso la striscia di luce solare che penetrava dall'apertura della tenda, quindi lo spostò alla sua sinistra, rendendosi conto con delusione di essersi svegliato da solo. Dopo essersi scrollato di dosso la malinconia, si portò faticosamente a sedere, passandosi una mano sul viso pesantemente, per favorire il risveglio.
Una volta che si fu lavato e vestito, uscì all'aria aperta, ammiccando per contrastare l'intensità della luce che colpiva l'accampamento.
La compagnia dell'Inquisitrice era già attiva e si stava preparando per la battaglia. Blackwall e il Toro erano impegnati in uno sparring amichevole, mentre Sera e Varric affilavano punte di freccia e ridevano tra di loro, poco distante. La salita che portava al ruscello era occupata da Solas, che sfogliava distrattamente un libro più grosso di lui, e da Dorian, che faceva roteare il bastone da mago in un allenamento volto a simulare le forme che avrebbe usato durante le evocazioni in battaglia.
-Comandante, ti unisci a noi?-
Cullen spostò lo sguardo alla sua destra, verso il falò centrale dell'accampamento. Madame Vivienne e Cassandra sedevano l'una di fronte all'altra, a occhi chiusi. La prima sembrava appena uscita da un sonno di bellezza durato settimane, la seconda invece manteneva una postura fin troppo rigida per una situazione di rilassatezza.
Le raggiunse, con aria divertita. -Meditate?- domandò loro.
Cassandra accennò un sorriso. -La mia domanda era riferita alla caccia, ma se vuoi ti facciamo spazio.-
Cullen alzò le mani in segno di resa. -Vada per la caccia, passo per la meditazione.- rispose, raggiungendo il falò per recuperare qualcosa da mangiare. -Come funziona, a proposito?-
-Oh, preparati per uno spettacolo!- intervenne il Toro, con entusiasmo. -Mi prudono già le mani.- aggiunse, agitando i pugni in direzione di Blackwall, altrettanto eccitato all'idea dello scontro.
-Anche meno, Piccoletto, anche meno.- si lamentò Varric. -L'unica cosa che prude qui sono le punture di insetto.- aggiunse, schiaffeggiandosi il collo con una manata.
-Funziona che andiamo, spacchiamo tutto e rubiamo il tesoro di Miss.- spiegò Sera, dopo aver rimpinguato la faretra. -Sempre che qualcuno si decida a darmi il cambio.- disse quindi, alzando il tono di voce nell'allungare il collo verso Cassandra.
Quest’ultima non si scompose troppo. -Quando Lavellan vorrà togliersi le scarpe.- replicò, tranquillamente.
Cullen passò uno sguardo perplesso sul gruppo, mentre sorseggiava del tè. -Quindi non avete un piano?- domandò.
Scese un silenzio fatto di occhiate complici, ma nessuno volle rispondergli.
Questo finché Cassandra non aprì finalmente gli occhi, esalando un sospiro macchiato di tensione. -Sono pronta.- disse, per poi mettersi in piedi agilmente. Raggiunse Cullen, gli assestò una pacca sulla schiena, poi si mosse verso il punto in cui giaceva la sua attrezzatura, per cambiarsi.
Lui accorse ad aiutarla, soffermandosi ad analizzare i suoi gesti, caratterizzati da una brusca secchezza; sembrava come se ogni pezzo della sua armatura fosse lì per darle fastidio. Comunque, non ebbe il tempo di chiederle cosa le prendesse, per via del ritorno della grande assente.
-La via è libera.-
L'attenzione di tutti converse sull'apice della salita che conduceva al ruscello, dov'era appena apparsa Lavellan, accompagnata da Cole. Vestiva l'armatura media con la quale era partita: un tripudio di pelle d'orso, con integrazioni di cuoio di halla e rinforzi sulle braccia e sulle tibie in metallo d'ossidiana. L’elmo era percorso da macchie di luce, che celavano egregiamente la sua espressività.
Cullen osservò l'intero ecosistema del gruppo mutare improvvisamente. Chiunque si preparò a partire, con serietà e nel silenzio più totale, fatta eccezione per il Toro, che non riusciva a smettere di ridacchiare tra sé e sé. Da conviviale che era, l'atmosfera si era caricata di elettricità e si poteva distinguere chiaramente l'agitazione, mista all'aspettativa, che precedeva uno scontro dove la prima regola era quella di non prendere prigionieri.
Cullen conosceva quelle sensazioni per esperienza diretta e, nonostante stesse vivendo la situazione da osservatore, non riuscì a evitare di sentire una discreta tensione accumularsi nei muscoli, accompagnata da una grande invidia.
Dopo aver dissuaso la sua scorta dal seguirlo, si mosse ad accostare Cassandra, in testa al gruppo. Raggiunsero Lavellan e subito lui si rese conto che ogni freccia nella sua faretra era unta di sangue, nonostante lei paresse essere reduce da una semplice passeggiata.
-Seguiremo il corso orientale del ruscello fino a Chateau d'Onterre, poi ci muoveremo a nord, riparati dalle arcate in rovina.- spiegò Lavellan, dopo essersi assicurata che fossero tutti presenti. Allora, aprì la pista, con passo deciso. Come per un tacito accordo, Dorian, Cassandra e Blackwall si affrettarono ad affiancarla, mentre il resto dei suoi compagni rimasero lievemente indietro.
-Allora ce l'avete un piano.- intervenne Cullen, una volta giunti al ruscello.
Il Toro, che gli camminava vicino, gli rivolse un sorrisetto, ma fu Vivienne a rispondergli. -L'Inquisitrice ha sempre un piano.- precisò, in tono di rimprovero. -Soprattutto quando si tratta di bestie feroci.-
-E di politici.- aggiunse Varric.
-Era implicito che fossero compresi nel pacchetto, mastro Tethras.- disse lei, puntando il bastone da mago verso il corso d'acqua per creare, senza sforzo, un corridoio di ghiaccio che le permettesse la traversata senza che si bagnasse le scarpe.
Cullen aggrottò la fronte nell'osservare quella manovra velleitaria, dato che si trattava di pochi passi, ma rinunciò a commentare, preferendo esplorare il paesaggio circostante con lo sguardo. In quel modo, riuscì ad apprezzare degnamente la bellezza di quel posto, finalmente illuminato dal sole.
Ogni centimetro quadro era dipinto di verde, dalle sfumature più chiare del pistacchio a quelle più ricche e sature come il verde smeraldo. Si trattava di una monocromia apparente, poiché non c'era una tinta uguale all'altra e tutte contribuivano a costruire una tavolozza di colori talmente variegata che nessun artista sarebbe mai riuscito a replicarne una simile.
Quando però il gruppo entrò nel giardino Acquavite, il verde si tinse improvvisamente di rosso.
Il percorso era effettivamente sgombro, come aveva annunciato Lavellan e lo dimostravano le carcasse mutilate di grandi orsi, ragni velenosi e giganti che accompagnavano la marcia del gruppo. Paradossalmente, la maggioranza delle creature era stata abbattuta con rispetto, segno che la mano di chi cacciava era abbastanza abile da permettersi di scegliere una maniera “umana” per finire il lavoro.
-Ci vuole in formissima, a quanto pare.- commentò Varric, con aria preoccupata. -Di solito siamo noi riserve a fare questo lavoro.-
-Vorrei ricordarti, mastro Tethras, che oggi non siamo da soli.- gli suggerì Solas, scambiando un'occhiata d'intesa con Vivienne.
Cullen aggrottò la fronte, seccato. -Se pensava di farmi un favore, si è decisamente sbagliata.- disse, salutando con un cenno veloce un'addetta ai rifornimenti che presidiava una collinetta. -Non mi piace stare con le mani in mano mentre voi vi accollate tutto il lavoro.-
-Se proprio insisti, ti cedo il mio posto volentieri.- borbottò Varric, con una smorfia di fastidio.
-Ah, ma il Comandante non è qui per combattere. È qui per assistere.- puntualizzò il Toro, facendo scorrere uno sguardo divertito su Cullen, che gli rispose con un’occhiata tinta d’incertezza.
Procedettero lungo il sentiero di spoglie abbastanza velocemente, fino a raggiungere il limitare della tana del drago: il luogo dell'appuntamento. Cassandra, Dorian, Blackwall e Lavellan si fermarono sul ciglio della conca ghiacciata, osservando ciò che c’era al di là e scambiandosi gli ultimi dettagli prima di iniziare. Era evidente che fossero tesi, ma solo nel viso di Cassandra c’era un accenno di preoccupazione, segno che la maggior parte della squadra desse la vittoria per scontata.
Il gruppo quindi si separò.
Prima di ritirarsi, Cullen ebbe un moto d’indecisione, perché avrebbe voluto avere un ultimo contatto con Lavellan, prima della battaglia, per augurarle buona fortuna, ma lei non sembrava volergli prestare attenzione. Addirittura, pareva che non si fosse nemmeno accorta della sua presenza, troppo concentrata in previsione di ciò che stava per succedere.
Intuendo che il suo intervento sarebbe stato più d’intralcio che di buon auspicio, Cullen si arrese e seguì Vivienne e Solas attraverso una macchia di cespugli strabordanti di fragoline, finché non giunsero in un piccolo spiazzo d'erba. Là trovarono Sera, che osservava il drago con impazienza.
Alla luce del sole, Miss era crudelmente stupenda. I suoi colori richiamavano quelli del cielo prima dell'alba, ma erano arricchiti da un bianco e da un giallo vivi e vibranti che facevano rilucere il suo tegumento come se fosse costituito da lame imbevute di rugiada. Sovrastava il luogo dell'appuntamento, accarezzando con uno sguardo obliquo e altero il limitare del bosco con la grazia di un'imperatrice pronta a fronteggiare i suoi nemici prima di farli giustiziare.
-Chi ha portato da bere?- domandò Sera, permettendo a Cullen di chiudere la bocca e moderare la sorpresa.
Il Toro strappò con i denti il tappo di un fiasco, poi si avvicinò a lei, per porgerglielo.
Cullen si affiancò ai due, guardando con aria incerta Varric mentre si sedeva tra i due Maghi,
mostrando un mazzo di carte dall'aria vissuta. -Cosa succede adesso?- gli domandò.
Non fece in tempo a finire la frase che Miss compì un balzo, atterrando giusto in mezzo alla conca con un tonfo sonoro e alzando una nuvola di polvere e detriti all'impatto.
Cullen appoggiò istintivamente una mano sulla spada; il gruppo, al contrario suo, non si scompose.
Improvvisamente, Dorian apparve sul campo di battaglia, muovendosi con decisione verso la creatura nel roteare il bastone da mago, brillante di energia. Il drago raspò il terreno con le zampe, per poi dispiegare le gigantesche ali luminose e ruggire in direzione del nuovo arrivato.
Quello, in tutta risposta, piantò il bastone per terra e subito il muso del drago venne percorso da un'aura viola, tempestata di luci a intermittenza.
Dorian approfittò del momento di distrazione di Miss per posizionarsi lontano dalla traiettoria del suo fiato gelido, quindi iniziò a ricoprire il campo di battaglia di mine di fuoco, con precisione maniacale.
A seguire, Lavellan percorse a una velocità improponibile la conca, schivando le mine con agilità per portarsi sul fianco destro del drago e tempestarlo di frecce sulle giunture. Cassandra, invece, si occupò del lato sinistro, lasciando che Blackwall attirasse l'attenzione di Miss frontalmente.
-Non può resistere a un attacco diretto.- commentò Cullen, teso.
Come se l'avesse sentito, Dorian si premurò immediatamente di fornire a Blackwall una barriera d'energia, che lo ricoprì come una seconda pelle.
Miss però non si curò assolutamente del guerriero, preferendo allontanarlo con una zampata per voltarsi direttamente verso Lavellan, che si muoveva incessantemente per evitare che la prendesse di mira. Blackwall parò il colpo, assecondando la spinta nel lasciarsi trascinare dalla forza d'impatto per qualche metro, prima di ritornare alla carica.
Il drago lo ignorò, perché aveva altri piani. Cercò di frenare la corsa di Lavellan nel pararsi di fronte a lei diverse volte. Facendo così, attivò una mina di fuoco dietro l'altra, bruciandosi le zampe.
Dorian rise, sprezzante, poi evocò un cerchio d'Immolazione sotto allo stomaco di Miss, trattenendola abbastanza per permettere a Lavellan di raggiungere una distanza efficace per eseguire un tiro lungo pulito. La freccia trapassò la membrana dell'ala destra del drago, piantandosi sul suo dorso.
Seguì un intenso mordi e fuggi.
Il drago inseguiva Lavellan, lei schivava e scartava ogni suo attacco e lo portava da Cassandra, per permetterle di ingaggiarlo. Purtroppo, ogni colpo e provocazione della guerriera andavano a vuoto, forzandola a correre appresso alla bestia il più delle volte per impedirle di aggredire Lavellan.
-Distraila, Cercatrice, avanti!- la incitò il Toro, a mezza voce.
Cullen soffiò un respiro nervoso, appoggiando le mani sui fianchi. -Si sta muovendo troppo.- commentò. -Blackwall non può resistere a quei colpi da solo.-
Provocato da una stoccata su una zampa, il drago sferzò l'aria con una potente codata, allontanando i due guerrieri abbastanza per caricare il peso sulle zampe posteriori e spiccare un balzo che lo portò a tagliare nuovamente la strada a Lavellan. Approfittando della rincorsa, quest’ultima usò il ginocchio anteriore della creatura come trampolino e si diede la spinta per eseguire una capriola all'indietro, scoccando una freccia una volta atterrata.
Miss intercettò il proiettile con una zampata e lo schiacciò a terra, poi sputò una palla di ghiaccio che si incastrò nel terreno, esplodendo a un passo da Lavellan che, fortunatamente, riuscì a schivarla all'ultimo secondo.
Dorian fu rapido a imporre una barriera sulla sua compagna di squadra, quindi evocò un globo di luce nera. Quello prese a gravitare attorno a lui, secernendo lingue di energia spiritica durante ogni rivoluzione per garantire al Mago di sfruttarla anziché attingere alle riserve limitate di mana. Grazie a quella miglioria, Dorian iniziò a concatenare incantesimi di fuoco, concentrandoli sulle zampe del drago per rallentarlo abbastanza e permettere ai guerrieri di raggiungerlo.
Cassandra arrivò per prima, brandendo una lunga catena d’acciaio, ma Miss la scacciò con una codata, disarmandola. A Blackwall andò meglio e riuscì a mandare a segno un colpo di scudo. Ogni tentativo di provocare la bestia però sembrava inefficace, perché si era intestardita su Lavellan.
Quest'ultima la conduceva sopra ogni trappola che aveva disposto da che lo scontro era iniziato, compiendo salti e volteggi complessi per evitare che il soffio gelido che proveniva dalle fauci del drago la colpisse. Inoltre, cercava di direzionarla in ogni modo da Cassandra, che stava aspettando il momento giusto per avvolgerle il collo con la catena e ridimensionare le sue capacità di movimento.
Era un inseguimento talmente serrato che Lavellan non riusciva a scoccare frecce con regolarità, tanto era concentrata a non fare la fine dei guerrieri orlesiani incastonati nel ghiaccio.
Purtroppo, nonostante travolgesse ogni trappola e calpestasse ogni mina, Miss sembrava immune al danno e alla fatica.
Cullen, innervosito dall'inefficacia della strategia, si voltò verso il Toro, indicandogli il campo di battaglia con un gesto eloquente del braccio.
-Lo so, lo so!- rispose quello, recuperando l'ascia da guerra dalla schiena, pronto a intervenire. -Se ne sono già resi conto. Ora c'è da capire chi mi cederà il posto per primo.-
-Se fossi in te andrei anche ora.- disse Cullen.
-Combattere un drago è una cosa lunga. Se lo caricassimo tutti, sarebbe uno spreco di energie.- spiegò il Toro, appoggiandosi alla sua arma. -Per non parlare del fatto che rischieremmo di colpirci a vicenda.-
-Bisogna trattenerla a terra.- tornò a dire Cullen, passando uno sguardo nervoso sullo scontro in atto. -Perché non stiamo usando le catene?-
-Stiamo?- gli fece eco Sera, altrettanto tesa. La sua frustrazione per non essere sul campo era palese. -Mettiti in fila, zio. Tu sei qui solo per osservare.-
Cullen sbuffò. -Alla faccia dello spirito di squadra!-
-Quello sarebbe Cole.- scherzò Solas, rivolgendo un sorriso gentile al soggetto, appollaiato su un ramo di quercia sopra al gruppo.
-Senti, coso, ce la stanno mettendo tutta, ma Miss è in fissa con la Quisi.- disse Sera.
-Perché i draghi sono bestie intelligenti. Miss sa che il pericolo arriva da lì.- spiegò Solas, tranquillamente.
Difatti, Lavellan era l'unica del gruppo a danneggiare veramente il drago, soprattutto grazie al supporto continuo e alle distrazioni efficaci di Dorian. Controllava il campo di battaglia con trappole e mine, conducendo Miss dai guerrieri la stragrande maggioranza delle volte, approfittando della loro protezione per scoccare colpi esplosivi sulle ali e sulle giunture dell'avversaria. In più, era rapida e schivava agilmente ogni attacco che riusciva a prevedere, senza troppi problemi.
Sfortunatamente, veniva messa all'angolo di continuo e questo la costringeva a pensare più a mettersi in salvo che a provocare danni, impedendole un confronto efficace sulla lunga distanza.
Arrivò il momento in cui Blackwall, con evidente frustrazione, smise di attaccare per gridare qualcosa a Cassandra, la quale si stava rialzando dopo essere stata buttata a terra dall'ennesima codata. Resosi conto di essere stato ignorato e che il suo ruolo di sacco di allenamento era diventato completamente velleitario, si voltò verso il gruppo in panchina, rinfoderando la spada. Una volta che lo ebbe individuato, fece cenno al Toro di prendere il suo posto, allontanandosi rapidamente dal campo di battaglia.
Il Toro esclamò un verso tonante di approvazione, impugnando la sua ascia da guerra saldamente nel muoversi verso lo scontro. Al suo passaggio, Blackwall gli assestò una pacca sulla schiena, poi rallentò l'andatura.
-Scusa, Sera.- disse il nuovo arrivato, nel posizionarsi tra lei e Cullen. -C'era bisogno di muscoli.-
Lei si strinse nelle spalle, con aria delusa. -Ovviamente.- sputò.
Lavellan, dopo aver preso visione del cambio, scartò un'artigliata, si buttò tra le zampe anteriori del drago per evitare di venire colpita da un soffio gelido, poi fece uno scatto verso il Toro, che era già pronto a colpire.
Miss si buttò all'inseguimento, muovendosi velocemente a testa bassa verso il suo obiettivo. Cassandra, che non perdeva di vista Lavellan nemmeno un secondo, le andò appresso, correndo in parallelo.
Quando il drago spiccò un balzo per raggiungere la sua vittima, il Toro caricò un fendente e riuscì a mozzargli un artiglio di netto poco prima che atterrasse.
-Si!- esclamò Blackwall, alzando il pugno.
-È così che si attira l'attenzione!- gridò il Toro, continuando a lavorare di potenza sulla zampa ferita del drago, il quale aveva finalmente riconosciuto un'altra solida minaccia sul campo di battaglia. Questo permise a Lavellan di tornare a rifugiarsi nella lunga distanza.
Stranamente, però, smise di attaccare, preferendo portarsi fuori dal campo visivo di Miss. Piazzò una serie di trappole attorno a Dorian, i due si scambiarono un cenno d'assenso, poi lei scagliò in terra una provetta, provocando uno sbuffo di fumo nero.
Cullen cercò di seguirla con lo sguardo, incuriosito da quella manovra, ma fallì nel ritrovarla sul campo di battaglia. Lavellan infatti era apparsa alle spalle di Sera, per batterle una mano sulla spalla. -Hai cinque minuti.- le disse. -Scatenati.-
Sera la osservò con incredulità, poi prese a ridere istericamente, recuperando arco e frecce per proiettarsi verso lo scontro con entusiasmo.
Cullen guardò Lavellan sfilarsi l'elmo, con aria preoccupata. La sua espressione era profondamente seria, velata di fastidio, mentre lo consegnava tra le sue mani. -Dovremo sudarcela, a quanto pare.- commentò lei, per poi sedersi e prendere a slacciarsi la chiusura degli schinieri.
-Ahia, si sta togliendo le scarpe.- annunciò Varric, ridendo sommessamente.
Lavellan emise un verso di totale insoddisfazione. -Fenedhis!* Non voglio diventare un dannato ghiacciolo!-
Cullen si accucciò al suo fianco. -Non fare cazzate. Devi continuare a portarla verso Cassandra e affidarti a lei.-
-Non è quello che ho fatto finora? Se non riesce a tenermela ferma, devo pensarci da sola a recuperare sulla distanza.-
-Mi dispiace, Inquisitrice.- intervenne Blackwall, altrettanto demotivato.
Lavellan gli gettò un'occhiata veloce. -Un ariete si ferma solo quando si spacca la testa, amico mio.- disse. -E, a quanto pare, oggi ce la sta proprio mettendo tutta a farsi del male.- aggiunse, scagliando uno stivale a terra per concentrarsi sull'altro. -Tu che vedi la situazione da un punto di vista esterno al gruppo, mi spieghi che cosa diavolo le sta succedendo?- domandò, rivolta a Cullen.
Lui diede una scorsa veloce a Cassandra, che lavorando insieme al Toro era riuscita a portare il drago a favore di tiro per Sera e Dorian. -Sembra deconcentrata.- affermò. -Ora che non sei più sul campo, però, sembra aver ritrovato efficacia.-
-Non è deconcentrata, è distratta.- specificò Blackwall, incrociando le braccia sul petto. -Non ha usato le sue capacità nemmeno una volta.-
-Le sue capacità richiedono energia e concentrazione.- la giustificò Cullen, rialzandosi. -Mi avete detto voi che sarà uno scontro lungo. Evidentemente, sta risparmiando le forze.- porse quindi un braccio a Lavellan, in procinto di alzarsi.
Il gruppo si unì nello scoccargli un'occhiata dubbiosa. -Sta guardando più te che la sua spada, Inquisitrice.- disse Vivienne, offrendo schiettezza.
Lavellan rifiutò ogni aiuto, preferendo rialzarsi da sola. Calciò via il secondo stivale, poi si passò entrambe le mani sul viso, per scrollarsi di dosso la frustrazione. -Guardarmi è il suo compito, madame.- la giustificò, muovendosi verso la bisaccia di Sera. Ne estrasse un fascio di frecce e lo inculcò nella faretra senza troppe cerimonie.
Cullen osservò con aria incerta il Toro e Cassandra fare un giro di catena attorno al collo della creatura, impegnata a inseguire le acrobazie di Sera con lo sguardo. Si passò l'elmo dell'Inquisitrice da una mano all'altra, pensieroso. -Che cosa ti sta succedendo?- mormorò, sperando che Cassandra gli rispondesse con un'azione palese, che lo aiutasse a identificare il problema.
-Com'è messo Dorian, Comandante?- gli domandò Vivienne, lisciando amorevolmente il bastone da mago che portava in grembo.
-Instancabile come al solito, immagino.- rispose Varric. -Andrà a finire che ti darà il cambio per noia.-
Cullen confermò le sue parole con un cenno d’assenso deciso. Dorian, infatti, sembrava l'unico del gruppo attivo a non aver bisogno di riprendere fiato. Manteneva una velocità di evocazione costante, posizionandosi strategicamente in modo che il drago non lo prendesse mai di mira. Inoltre, sceglieva delle zone meno esposte del campo di battaglia, preparandole per i suoi compagni in caso di ritirata. Nel frattempo, cercava di debilitare il nemico con fiammate e immolazioni, per garantire a chi stava in prima linea di assestare colpi più efficaci.
-Un vero peccato.- chiosò Vivienne.
-Parla per te, madame.- scherzò Varric.
Lavellan esalò un respiro nervoso, poi prese a saltellare sul posto, per rilasciare la tensione. -Andiamo, andiamo, andiamo!- ripeteva, a mezza voce, notando che Sera si stava divertendo troppo, tardando quindi a darle il cambio.
-Punta alla coda, non solo alle ali.- le suggerì Cullen, con una punta d'impazienza, dimostrata dal modo in cui si rigirava l'elmo tra le mani. -Se le togli l'equilibrio, la rallenterai abbastanza per colpirla dove le fa più male, permettendo al Toro di tenerla a terra per tempi più dilatati.-
Lavellan sbuffò una risata scevra di divertimento. -Se fosse possibile l'avrei già fatto. Hai visto, no? La stronza ha una guardia impenetrabile ed è stupidamente agile. Ogni volta che mi avvicino quella mi salta alle spalle.-
-Basta una bomba ben piazzata alla base della coda. La parte inferiore è meno corazzata.-
-La fai facile, tu.-
-Non ho detto che è facile, ho detto che va fatto.- precisò Cullen, indicandole il drago. -Quando si prepara per spiccare un salto la alza per qualche secondo. Approfittane.-
Lavellan annuì, per poi rivolgergli un'occhiata divertita. -Altro, Comandante?-
-Sì, a dire il vero. Entra ora, che è distratta da Sera e fregatene di questa stupidaggine del cambio.- replicò lui, guardandola di sottecchi.
Lavellan aprì un sorrisetto compiaciuto tra le labbra. -Da quand'è che prendo gli ordini da te?-
Lui ricambiò. -Non è un ordine, è un consiglio.- la corresse. -Dammela vinta, per una volta.-
Lavellan roteò lo sguardo teatralmente, poi recuperò l'arco, pizzicò un'unica volta la corda e rientrò in campo di corsa.
-Sera ne sarà devastata.- disse Varric, osservando l'espressione soddisfatta di Cullen con aria divertita.
-Ci perderò il sonno.- soggiunse Solas.
Cullen si rese conto solo in quel momento che le aveva rubato l'elmo. Fece per richiamarla, ma Blackwall lo rassicurò che non era importante. -Ha bisogno di vederci bene.- disse, semplicemente.
Se prima Lavellan era veloce, dopo essersi tolta gli stivali e gli schinieri aveva raggiunto picchi di mobilità assurdi. Entrò in campo giusto nel momento in cui l'avversaria si stava accanendo su Cassandra e compì un giro largo attorno a essa, per portarsi alle sue spalle. Miss percepì immediatamente il suo ritorno, lasciando perdere il resto della squadra per spostare il corpo massiccio in direzione della sua nemesi. Lavellan schivò morsi e zampate con un'agilità unica, eseguendo volteggi da manuale e compiendo balzi che la portavano, finalmente, in una posizione di sicurezza per poter tirare con l'arco senza interruzioni.
-Giochiamo in cinque, adesso?- le gridò Dorian, roteando il bastone una singola volta, prima di imporre una barriera sul Toro, che tentava in tutti i modi di azzoppare il drago.
Sera diede una risata nervosa, mentre recuperava da terra i proiettili che non erano andati a segno per rimetterli nella faretra. -Meglio, no? Così non devo...-
-Sera, attenta!-
Il drago, anticipando in maniera scorretta una schivata di Lavellan, aveva appena sputato una lingua di ghiaccio in direzione di Sera, che non avrebbe potuto schivarla nemmeno se fosse tornata indietro nel tempo.
Dorian agì istintivamente, evocando un muro di fuoco di fronte alla compagna, per schermare il colpo. Gran parte del ghiaccio infatti si sciolse nell'attraversarlo, ma la scheggia la colpì comunque con una violenza inaudita, sbalzandola indietro.
Solo in quel momento il drago riconobbe il fautore delle ustioni continue alle sue zampe e fermò la sua caccia per piantare uno sguardo terribile su Dorian. Quest'ultimo, con ancora un braccio a mezz'aria e il fiatone per aver compiuto un incantesimo importante, ricambiò l'occhiata con una smorfia contrita.
-Oh, merda!- commentò Varric, mostrandosi preoccupato per la prima volta da che era iniziato lo scontro.
Il drago raspò il terreno bruscamente, liberandosi del Toro e disorientandolo con un muro di polvere, poi si acquattò, alzando la coda e piantandosi sulle zampe posteriori per compiere un balzo.
Lavellan frenò la propria corsa, recuperò una bomba elementale dalla cintura e la legò a una freccia già incoccata. Calcolò brevemente la traiettoria, mentre tendeva la corda dell'arco in preparazione a un tiro lungo, poi scoccò, accompagnando il lancio con un grido rauco.
Il drago però saltò un istante prima che la bomba raggiungesse il suo obiettivo. Venne colpita comunque la coda, ma non in maniera tale da debilitare il bersaglio.
Dorian esalò una catena di imprecazioni in tevene, mentre formulava una contromossa, approfittando del fuoco dei caduti che gli girava attorno per risucchiare abbastanza energia da permettergli di schivare. Aspettò che il drago fosse in discesa, poi si chinò e fece per proiettarsi in avanti, ma la sua concentrazione venne spezzata da Cassandra, che lo spinse di lato.
Lo spirito di supporto svanì, mentre Dorian atterrava a qualche centimetro dalla zampa posteriore del drago, che si stava accanendo sulla nuova arrivata. Lavellan afferrò il compagno per un braccio, aiutandolo ad alzarsi per poi muoversi il più lontano possibile da Miss, mentre Varric, accorso per dare una mano, forniva loro fuoco di copertura.
-Era calcolato, maledizione!- sbottò Dorian, rifiutando una pozione di lyrium. Era realmente arrabbiato e il suo sguardo era fisso su Cassandra, che continuava a ingaggiare il drago, a protezione del gruppo.
-Se non fosse arrivata lei, saresti morto.- disse Varric, muovendosi per assistere Sera, ancora intontita dalla botta.
-Se non fosse arrivata lei, mi sarei proiettato dietro al Toro, come al dannato solito quando sono alle dannate strette!- esclamò Dorian, per poi sbuffare un sospiro seccato. Ritrovò immediatamente la concentrazione, perché la situazione non ammetteva che si distraessero per litigare.
Lavellan, nel frattempo, continuava a cercare aperture nella guardia del drago, imprecando mentalmente per aver sprecato un'occasione irripetibile. Diede una rapida occhiata a Cassandra, notando che il suo scudo era totalmente ricoperto di sangue e graffi, così come la sua armatura. Sembrava che si fosse totalmente dimenticata che Dorian era stupidamente bravo a posizionarsi al sicuro in situazioni di estremo pericolo, così come si stava dimenticando che le sue abilità da Cercatrice avevano un'ottima efficacia offensiva non solo contro i demoni.
Lo stesso identico pensiero sfiorò la mente di Cullen, che poteva osservare il gruppo attivo con la lucidità di chi non è in pericolo di morte ogni tre secondi su quattro. Cassandra non era in sé, chiaramente, e controllava i suoi compagni maniacalmente, preoccupandosene anche quando non ce n'era la necessità.
Cosa le passasse per la testa, nessuno lo sapeva, ma era evidente che fosse in difficoltà e non avesse alcuna intenzione di abbandonare lo scontro.
Varric accompagnò Sera a bordo campo, facendosi aiutare da Blackwall ad adagiarla sul tronco di una quercia, poi si affiancò a Cullen, con aria nervosa. -Idee, Ricciolino?- domandò.
Cullen scosse la testa. -Se Cassandra non regge botta, devono per forza sfiancarla e il Toro non ha la pazienza necessaria per gestire uno scenario del genere da solo.- spiegò, passandosi una mano sulla barba. -Colpirebbe a vuoto, si stancherebbe inutilmente e sarebbe completamente vulnerabile agli attacchi.-
-Ho capito. Rientro.- annunciò Blackwall, sguainando la spada. Vivienne però lo anticipò, muovendosi a passo deciso verso il campo di battaglia.
-Dorian non ti cederà il posto così facilmente.- la avvisò Varric. Lei fece spallucce. -Vorrà dire che anche stavolta combatteremo in cinque.- disse, tranquillamente.
Raggiunse il perimetro della conca, si chinò appena, tenendo il bastone parallelo al terreno, quindi si proiettò tra le zampe posteriori del drago e lo colpì con un fendente di energia spirituale che lo portò a sbilanciarsi. Il nemico alzò appena la coda, nel sollevare la zampa posteriore destra e scalciare via l'intrusa. Lavellan ne approfittò per scagliare una freccia esplosiva alla base della coda, colpendo il suo bersaglio in pieno.
-Vai così!- esclamò Cullen.
Lavellan si voltò nella sua direzione per rivolgergli un sorriso sprezzante, altrettanto soddisfatta.
Con Vivienne che alternava proiezioni a fendenti tra le zampe, Dorian che posizionava mine di fuoco tutt'intorno e il Toro che lavorava sulle giunture del drago, la situazione si ribaltò facilmente. Lavellan, velocissima, bucava la guardia di Miss ogni volta che ne aveva l'occasione, coprendo Cassandra ogni volta che doveva ritirarsi per sferrare un attacco diretto.
-Ho visto Cavalieri Incantatori all'opera, in passato, ma madame De Fer è su tutto un altro livello.- commentò Cullen, per scrollarsi di dosso il nervosismo che condivideva con Varric. L'organismo di quest'ultimo, infatti, era costituito unicamente da nervi e da sbuffi. -Siamo solo all'inizio, abbiamo fatto fuori un terzo delle pozioni e Miss deve ancora prendere il volo.- disse, battendo il grilletto di Bianca con l'indice, ripetutamente. -Dobbiamo concludere in fretta, o è la volta buona che qualcuno ci resta secco.-
-Paura. Mani tremanti. Sguardo preoccupato, incollato alla sua scia.- mormorò Cole, facendo voltare il gruppo nella sua direzione. -“Questa è è la nostra caccia. Nostra. In memoria sua”.- si afferrò i lembi della tesa del cappello, dondolando in avanti. -”Non posso deluderla ancora. Non posso lasciarla da sola, adesso che sta per perdersi”.-
Solas gli sfiorò le punte degli stivali con il bastone da mago. -Lo sai che Cassandra non apprezza di essere letta.- lo rimproverò.
-Che sta dicendo?- borbottò Cullen, sporgendosi su Varric con aria confusa. -Ma c'era anche prima?-
Quello aggrottò la fronte. -Penso sia entrato nella testa della Cercatrice.- disse.
Cullen sollevò le sopracciglia su un'espressione colpita. -Farò finta di non aver sentito quello che hai appena detto.- disse, ritornando a guardare lo scontro.
Scontro che, nonostante la nuova integrazione, stava effettivamente andando per le lunghe, dato che il drago continuava a spostarsi e ad alzare la guardia dopo ogni colpo andato a segno. Miss si era liberata delle catene in maniera definitiva, colpendo tutti indistintamente con raffiche di vento provenienti dal battito delle sue ali e ampie alitate di gelo. Riusciva a individuare le mine di Dorian, dopo che la loro disposizione era diventata prevedibile e faceva perdere di efficacia le trappole di Lavellan con possenti spazzate di coda, rendendo difficile controllare il campo di battaglia, ora quasi completamente ghiacciato.
Cassandra si riparò dietro al suo scudo, parando l'ennesima artigliata, poi venne sbalzata lontano, fallendo nell'atterrare correttamente e battendo la spalla su una roccia. Lavellan fu subito dietro di lei e l'aiutò a rialzarsi, mentre Vivienne materializzava un muro di ghiaccio di fronte a loro, per evitare che venissero colpite nel processo.
-I miei attacchi sulla distanza sono inutili.- gridò l'incantatrice in direzione del Toro, che stava riprendendo fiato poco distante.
Il Toro sputò un dente a terra, poi imprecò in qunlat. -Non posso bloccarla a terra da solo. È troppo pesante.-
-Sai cosa ci farebbe comodo, adesso?- fece Dorian, sfruttando la stessa abilità del Passo dell'Oblio di Vivienne per schivare un attacco fisico del drago. -Quella tempesta di fuoco che sa fare Hawke. Perché non è venuto lui, invece di quel prototipo di principe azzurro annacquato?-
-Mi chiedo perché stia a guardare e basta.- ammise il Toro, allacciando finalmente la catena sulla zampa anteriore di Miss. -Dorian, adesso!-
Quello non esitò. Usò il bastone per spingere una scarica di energia viola su Miss, colpendola sul muso. Attese giusto un istante che lo avvolgesse completamente, tenendo d'occhio Lavellan mentre metteva in sicurezza Cassandra, poi detonò un'esplosione spirituale che fece sussultare il drago.
-Ce la faccio!- sbottò Cassandra, una volta che fu nuovamente in condizione di combattere. Lavellan indietreggiò di un passo, per lasciarle i suoi spazi. -Cas non mi sei di nessun aiuto così!- esclamò.
-Il riassunto perfetto di questa missione.- replicò Cassandra, prendendo a correre verso lo scontro, sotto allo sguardo sbigottito di Lavellan. Raggiunse il Toro e prese a strattonare la catena assieme a lui, per guidare il drago verso una mina di fuoco. Una volta che le zampe di Miss furono ustionate, decise di approfittarne.
Mollò la presa e si gettò in avanti, scontrando la superficie dello scudo sulle giunture delle zampe anteriori per farla sbilanciare. In quel modo, le avrebbe fatto abbassare la guardia, permettendo a Lavellan di colpirla sulle parti più morbide del tegumento.
Miss, che che stava ancora accusando il colpo sul muso, graffiò alla cieca, coinvolgendo anche Vivienne assieme all'attaccante e scagliandole lontano.
Cassandra finí giusto sotto la coda del drago, rovinando a terra. Si rialzò giusto in tempo per parare con lo scudo una pedata, che la spinse indietro di qualche metro.
Il Toro mollò la presa sulla catena, per andare in suo soccorso, evitando alla meglio le zampate di Miss. Purtroppo quel rilascio improvviso portò il drago a caracollare, facendolo cadere dapprima su un fianco, per poi spingerlo a graffiare il terreno sotto di sé per aiutarsi a rialzarsi.
Lo scudo di Cassandra ricevette un'artigliata talmente forte da incrinarsi, mentre lei cadeva a terra per la seconda volta, perdendo momentaneamente il senso dello spazio attorno a sé.
La prima cosa che vide, mentre riprendeva coscienza dell'ambiente, fu la sagoma scura della zampa posteriore sinistra di Miss che precipitava su di lei con una violenza inaudita. Poi accadde qualcosa di talmente repentino che la sua mente glielo presentò come un fermo immagine con le fattezze di un dipinto orlesiano.
A torreggiare su di lei, riparandola dalla pianta del piede del drago, c'erano la schiena di Cullen, piegata sul suo scudo di riserva, e la sagoma massiccia del Toro, che bloccava il tallone di Miss con il piatto dell'ascia da guerra. Entrambi spingevano la zampa con tutta la forza che avevano nelle braccia, impedendole di schiacciare Cassandra.
Alla sua destra, invece, Lavellan e Dorian tiravano la catena ancora avvolta sulla zampa del drago, gridando dallo sforzo e incitando Cassandra ad alzarsi, mentre Blackwall e Varric sorreggevano una Vivienne furiosa e semisvenuta, scortandola fino allo spiazzo.
-Stai bene?- domandò Cullen, facendo leva sullo scudo con il suo peso corporeo per sguainare la spada.
Cassandra esalò uno sbuffo di completa frustrazione, rimettendosi faticosamente in piedi. -Ho detto che ce la faccio!- berciò, aiutandosi con i resti del suo scudo, ormai inutilizzabile.
-Perfetto. Cambio!- replicò Cullen, facendole cenno di allontanarsi.
Cassandra, che si stava per rimettere in guardia, ritrasse appena il capo, sorpresa, quindi si sforzò di prendere atto della cosa, trascinandosi il più velocemente possibile via dal pericolo.
Varric accorse subito al suo fianco, nell'eventualità di dover coprire la sua ritirata, ma lei lo ignorò completamente. Scagliò ciò che restava del suo scudo a terra e si allontanò verso lo spiazzo sicuro in solitudine, con un'espressione terribile dipinta in viso.
-Sapevo che non avresti resistito!- esclamò il Toro, diretto a Cullen.
Quest'ultimo lo ignorò. Piuttosto, piantò il piede sinistro per terra, con il viso contratto dallo sforzo, per garantirsi più stabilità. -Quando dico “spingi”...- fece. -Spingi!-
Entrambi si accanirono su Miss. Da un lato, Cullen teneva lo scudo ben aderente alla pianta della zampa, alternando brevi affondi su di essa per diminuire la pressione del peso della creatura; dall'altro, il Toro menava fendenti sulla caviglia, senza risparmiarsi.
-Lav, la catena!- gridò Cullen, mentre il drago si scrollava di dosso l'incantesimo di Dorian.
Lavellan intuì al volo la tattica e indicò a Dorian di mollare la presa. Si lasciò trascinare dalla catena, finendo sotto allo stomaco del drago, assecondandone i movimenti nel incastrare tutta la lunghezza dell'oggetto tra le sue zampe. Quando fu sicura di essere riuscita a creare una ragnatela abbastanza solida, arrivò a portata di guerriero e piantò i piedi a terra, cercando di contrastare la forza di attrazione il più a lungo possibile.
Il primo a correre in suo aiuto fu il Toro, che afferrò la catena e prese a tirare con tanto di braccia. Poi fu il turno di Cullen, che mollò momentaneamente lo scudo per raggiungerli.
-Dorian!- gridò Lavellan, che sentiva di essere al limite delle forze.
Il soggetto della chiamata, già pronto all'evocazione, lanciò lo stesso incantesimo che aveva stordito Miss e mise a segno il colpo senza problemi.
I tre mollarono la catena, mentre Miss prendeva a incespicare per via del groviglio che imprigionava le sue zampe. Quando cadde inevitabilmente a terra, Cullen recuperò lo scudo, diede un buffetto sul braccio al Toro per indicargli di la coda del drago, poi si mise a correre nella direzione opposta, per assistere Dorian e permettergli di ritirarsi in una posizione dove non avrebbe attirato troppa attenzione.
Il Toro fu rapido e compì un balzo per caricare un colpo possente sulla coda della bestia. La lama dell'ascia si conficcò nella carne, aprendo un varco abbastanza spazioso da permettere a Lavellan di lanciare una fiala d'acido al suo interno.
In risposta all'effetto corrosivo, Miss ululò di dolore, sbattendo le ali nervosamente per ritrovare l'equilibrio e rimettersi in piedi. Lavellan non attese un istante di più e le montò in groppa, risalendo velocemente il suo dorso per tempestarle le ali con una freccia dietro l'altra. La colpì più e più volte, perforando il più possibile le membrane, ma non riuscì a danneggiarla prontamente. Miss, infatti, aveva iniziato a riprendersi giusto in tempo per impedire all'aggressore di passare al coltello da caccia e ledere un punto vitale.
Lavellan rimase precariamente in equilibrio per diversi istanti, poi si gettò di lato, scivolando sul fianco muscoloso del drago per atterrare agilmente ai suoi piedi.
Miss la individuò subito e ritrasse il capo, pronta a spazzare il campo di battaglia con il suo alito gelido.
-Lav!- chiamò Cullen, piantando lo scudo a terra. Lavellan scattò verso di lui, riparandosi dietro di esso all'ultimo secondo, poi entrambi vennero colpiti da un vento ghiacciato.
-Le hai fatto abbastanza danno?- gridò Cullen, mantenendo una presa salda sullo scudo.
Lavellan appoggiò le mani su di esso, aiutandolo nell'impresa. -Le membrane sono troppo spesse e le frecce sono inutili se continua a muoversi. Dobbiamo scartare l'idea e puntare allo stomaco. Ce la fai a distrarmela?-
Cullen le diede un buffetto sulla schiena in segno d'approvazione, poi attese che il drago riprendesse fiato, scrollò lo scudo dal ghiaccio con decisione e si portò in prima linea, mentre Lavellan si allontanava. -Ehi, Toro! Che dici, le piacciono i grattini sulla pancia?- domandò, portandosi di fronte a Miss, che cercava la sua nemesi con ampie occhiate.
Il Toro rispose con una risata sonora. -A tutti gli animali piacciono i grattini!- esclamò, parando una codata al meglio delle sue possibilità.
-Sai cosa ci vorrebbe?- proseguì Cullen, schivando un morso con un balzo all'indietro. -Quella cosa che sa fare Hawke con le meteore infuocate.-
Dorian, poco distante, inarcò un sopracciglio su un'espressione divertita. -Sai cosa farebbe comodo a me, Comandante? Un Templare che funziona.- lo provocò, evocando un cerchio d'Immolazione sotto allo stomaco del drago.
Cullen ridacchiò. -Attento a quello che chiedi. Non penso che vorresti trovarti un drappello di cavalieri sull'uscio in piena notte.-
-Il mercoledì sera ho un buco tra le undici e le due, digli di non fare tardi.-
Il Toro scoppiò a ridere, mentre Cullen infilzava rapidamente la zampa che gli era più vicina, scartando quindi di lato per evitare di soffrire le conseguenze delle sue azioni. -Lav, come sei messa?- domandò.
Lei, che stava finendo di piazzare una serie di trappole alle spalle del drago, emise un fischio breve, per attirare l'attenzione del Toro. Quello smise di accanirsi sulla coda e strattonò la catena, che ritornò da lui senza troppi inghippi. La lanciò a Cullen, che la recuperò con la punta della spada.
-Non hai un rampino?- domandò l'ultimo, alzando lo scudo per schermarsi da un'altra alitata di ghiaccio.
-Li ha distrutti tutti, 'sta stronza.- gli rispose Dorian.
Lavellan apparve immediatamente al fianco del suo compagno con una manciata di triboli. Si fece passare la cima e si mise a lavorare su un gancio rudimentale, mentre lui la copriva.
-Adesso tocca a me distrartela, immagino.- disse, con un sorrisetto.
Cullen respinse una zampata e le gettò un'occhiata rapida. -Non posso sempre fare tutto io.- la punzecchiò.
Lavellan esalò una risata nervosa. -Continua così e ti toccherà aggiornare il curriculum.- disse, per poi ritornargli la cima modificata.
Scattò verso il campo di trappole, scoccando una freccia che volò parallela al muso di Miss. Quest'ultima abboccò al diversivo, mordendo istintivamente l’oggetto nell'allungare il collo verso Lavellan. Tossì una palla di ghiaccio, che si sbricioló pericolosamente vicino a Dorian, poi si gettò al suo inseguimento.
Cullen agì rapidamente. Fece roteare la catena un paio di volte per farle prendere velocità, poi si mosse in parallelo al drago, aspettando che dispiegasse le ali e scoprisse il collo per compiere un lancio da manuale. Il rampino si incastrò sulla gola di Miss e Cullen diede uno strattone per farlo penetrare bene attraverso le sue scaglie. Si lasciò trascinare per qualche metro, mentre bombe elementali e trappole acuminate si attivavano al passaggio del drago, finché non raggiunse il Toro, cedendogli la catena.
Quello la lanciò una seconda volta, per rinforzare quel guinzaglio artigianale. -Finalmente!- esclamò, mantenendo salda la presa e forzando Miss a seguire una direzione stabilita da lui. -Ora possiamo smettere di correre!-
-Parla per te!- sbottò Lavellan, schivando un'artigliata con una capriola.
-Cattiva, Miss, cattiva!- gridò Dorian, evocando un circolo di Immolazione sulla zampa in questione.
Il Toro strattonò il guinzaglio, avvolgendo la catena sul braccio per approfittare di uno strattone di Miss. Sfruttò l'oggetto come se fosse una liana, avvicinandosi abbastanza da poterla colpire agilmente sulle zampe anteriori.
Lavellan e Dorian allora presero a bersagliare il nemico sul petto e sullo stomaco, lasciando che i guerrieri la controllassero, occupandosi delle giunture delle zampe. Con quello sforzo combinato, sarebbero riusciti a indebolirla abbastanza da farla cedere e passare alle fasi finali dello scontro.
Come se avesse intuito la strategia, Miss spalancò le ali, tendendole e sbattendole per creare un vortice potente e attrarre ogni elemento del gruppo sotto di sé, per trasportare lo scontro a distanza ravvicinata. Non riuscendo a contrastare propriamente la forza d'attrazione, i quattro finirono inevitabilmente a portata di tiro di una raffica di gelo.
Cullen fece appena in tempo a trascinare Dorian sotto al suo scudo, coprendo efficacemente entrambi. Una volta ritrovata la visibilità, cercò Lavellan con lo sguardo, impallidendo nel notare che il Toro si era chinato su di lei, per proteggerla dal pericolo.
-Vai! Ci penso io!- esclamò Dorian, dopo aver raggiunto l'obiettivo del suo sguardo. Spinse una fiammata tra le zanne di Miss, che venne costretta a deglutire un ulteriore attacco e a indietreggiare, salendo sulle zampe posteriori.
Cullen diede un buffetto sulla spalla di Dorian e scattò in direzione del duo. -State bene?- gridò, notando la schiena del Toro, totalmente rivestita di ghiaccio.
Il Toro si raddrizzò con lentezza, reggendosi all'ascia di guerra, poi precipitò di lato, cadendo a terra con un tonfo.
Lavellan, con il capo ricoperto di brina, si portò sopra di lui, tastandogli il collo per assicurarsi che stesse bene. -È svenuto.- disse, con un'evidente nota di sollievo nel tono di voce.
Cullen esalò direttamente un sospiro.
-Fasta vass*, e adesso?- gemette Dorian, dissuadendo il drago dall'avvicinarsi ai suoi compagni al meglio delle sue possibilità.
-Adesso prendiamo tempo.- disse Lavellan, facendo un cenno a Blackwall, che correva nella loro direzione di gran carriera. -Te la senti di rientrare?- gli domandò, mentre lui si caricava in spalla il Toro.
-Ovviamente, Inquisitrice!- rispose il nuovo arrivato. -Ce la fate a resistere due minuti?-
-Ce la fanno.- gli rispose Cole, che era apparso alle spalle di Lavellan. -Ce la facciamo.- si corresse, seguendola a coltelli spianati attraverso il campo di battaglia.
Cullen aggrottò la fronte, nel roteare la spada sul fianco. -Quel ragazzino mi inquieta.- borbottò, facendo sorridere Dorian.
La battaglia si protrasse per una buona mezz'ora ed entrambe le parti erano sconvolte dalla fatica. Persino Lavellan iniziava a soffrire di una certa imprecisione nel tiro e Dorian non riusciva a mantenere un ritmo di evocazione stabile.
Ora che era compito suo di usare i muscoli, in assenza del Toro, Cullen cercava di trattenere il drago in una porzione specifica del campo di battaglia, usando la catena e attirando l'attenzione con attacchi rapidi alle zampe e ai fianchi.
Blackwall gli era di grande aiuto in quell'operazione, grazie alla sua inamovibilità.
Però, nonostante entrambi i guerrieri fossero molto resistenti, dopo un tempo così lungo a combattere iniziarono inevitabilmente ad accusare il colpo, compiendo a loro volta errori basilari.
Dal canto suo, Miss aveva le zampe completamente ricoperte di tagli e ustioni e il tegumento che rivestiva il suo stomaco era talmente vessato che non si capiva come riuscisse a stare ancora in piedi.
-Ho appena posizionato l'ultima trappola.- annunciò Lavellan, attraversando il campo di battaglia per l'ennesima volta, alla ricerca di frecce.
-Le hai già finite?- domandò Dorian, dopo essersi scolato l'ultima pozione di lyrium.
Lavellan annuì, soppesando un dardo di balestra per poi gettarlo alle sue spalle. -Dobbiamo concludere, in fretta.- disse.
-Resistete! È quasi a terra!- li incoraggiò Blackwall, impegnato a schivare zampate fin troppo sommarie per costituire una minaccia effettiva.
-L'importante è che ci resti!- sbottò Dorian, pentendosi immediatamente di aver manifestato quell'opzione a voce alta.
Difatti, era da diversi minuti che Miss si sgranchiva le ali, indispettita dall'essere perennemente costretta ad agire in un'unica area. Quando Cullen la colpì per l'ennesima volta nel suo punto cieco, le dispiegò, sollevandosi sulle zampe posteriori per compiere un balzo e attraversare il campo di battaglia di corsa. I due guerrieri si affrettarono ad afferrare la catena, ma decisero che era il caso di lasciar perdere, perché Miss aveva tutte le intenzioni di prendere il volo e loro non avevano nessuna voglia di seguirla.
-Non restate mai fermi nello stesso punto!- vociò Lavellan, spostandosi di corsa da una parte all'altra della conca per seguire il nemico con lo sguardo in maniera efficace. In quel modo, avrebbe previsto le sue mosse e dato indicazioni al gruppo.
Dorian fece un giro su se stesso, asciugandosi la fronte dal sudore con il polso nel cercare il drago con lo sguardo. Ci rinunciò immediatamente, dato che l'azione del sole era troppo invasiva e non aveva occhi da Elfo, quindi imprecò e si affrettò a muoversi sulla scia di Blackwall, che seguiva i suggerimenti di Lavellan alla lettera.
Cullen fece lo stesso, ritrovandosi però più volte a dover schivare all'ultimo istante una palla di ghiaccio, o a scartare per evitare che Miss lo chiudesse tra le zanne.
-Tutta gelosia!- scherzò Lavellan, per stemperare la tensione, mentre indicava a Blackwall un punto dove avrebbe potuto difendersi adeguatamente.
-Se questo è lo standard dei suoi pretendenti, sei nei guai, caro mio!- intervenne Dorian, che si stava riparando dietro alla schiena di Cullen, intento a schermare entrambi dai frammenti di una scheggia di ghiaccio che si era appena frantumata a pochi passi da loro.
-Ah, questo posso gestirlo.- replicò Cullen, abbassando lo scudo per seguire Dorian verso il punto che gli indicava Lavellan. -Basta solo che ritorni con i piedi per terra.-
Dorian sbuffò una risata secca. -Banavis Fedari*, diceva mia nonna.- fece. -Idee?-
Fu Lavellan a rispondergli, dopo aver preso al volo un mazzo di frecce lanciatele da Varric. -Te la posso attirare rasoterra.- suggerì, recuperandone una da incoccare.
Dorian annuì, con decisione. -Ho un'idea, ma mi serve tempo per recuperare le forze.-
Lavellan attaccò una fiala alla punta della freccia, poi scoccò. La freccia esplose a pochi metri dal muso di Miss, la quale beccheggiò, prima di virare e scegliere una traiettoria di volo diversa. Lavellan ripeté la stessa operazione ogni volta che il drago entrava nel suo campo visivo.
Dorian nel frattempo prendeva respiri profondi, cercando di concentrarsi mentre i guerrieri lo coprivano. -Kaffas!* Non è abbastanza.- sbottò, aggrappandosi al bastone. -Mi serve altro lyrium, o roba morta di fresco.-
-Facciamo di no, che dici?- disse Cullen, riparandolo con lo scudo da un soffio gelido.
-Non posso, anzi, non voglio usare te come catalizzatore.-
-Era un'opzione?- domandò Blackwall, inorridito, chinandosi per schivare una palla di ghiaccio.
-Lo sarebbe stata, se avessi avuto abbastanza lyrium nel sangue.- rispose tranquillamente Cullen. -Non puoi usare l'energia delle piante, o attingere dal Velo come fa Hawke?-
Dorian gli scoccò un'occhiataccia. -Questo paragone te lo faccio passare solo perché a entrambi piace dare fuoco ai bambini cattivi.- borbottò. -No, ho decisamente bisogno di un catalizzatore, o dell'assistenza di...- si bloccò in preda a un’illuminazione. Recuperò subito il suo grimorio dalla custodia, sfogliandolo nervosamente alla ricerca di una pagina specifica.
Lavellan nel frattempo aveva efficacemente attirato l'attenzione del drago, provocandolo fin tanto da costringerlo a scendere in picchiata verso il campo di battaglia. -Eccola!- gridò.
Dorian prese un respiro profondo, ripose il grimorio, poi chiuse gli occhi, sfiorando l'aria con il bastone con movimenti fluidi. -Questa cosa prosciugherà tutte le energie che mi restano.- annunciò. -Posso mantenere l'incantesimo attivo per quindici, massimo venti secondi. Vi conviene approfittarne.-
Miss, nel frattempo, compì un avvitamento ad ali chiuse per raggiungere il terreno a una velocità maggiore. A pochi metri da terra, le spalancò di scatto, frenando bruscamente la discesa.
Improvvisamente, dal bastone di Dorian vennero sprigionate una miriade di serpentine di luce brillante, che si diffusero lungo tutto il campo di battaglia, rallentando il tempo e immobilizzando lo spazio. Avvolsero quindi i suoi compagni con una patina dorata, come se la sabbia di una clessidra stesse piovendo su di loro, benedicendoli con il dono del tempo.
Cullen alzò uno sguardo sorpreso sul drago, fermo a mezz'aria, poi su Lavellan, che osservava Dorian con tanto d'occhi. Si scambiarono un cenno d'assenso, poi scattarono verso Miss, approfittando del momento di immobilità per colpirla con tutto ciò che avevano a disposizione nel loro arsenale.
Passarono cinque secondi, dieci secondi, quindici secondi, poi l'incantesimo svanì e Miss atterrò con un tonfo, sollevando un'immensa quantità di polvere e ghiaccio.
Dorian usò il bastone per sorreggersi, ma cadde comunque sulle ginocchia, completamente svuotato dalle energie. Blackwall accorse immediatamente al suo fianco, se lo caricò sulla spalla e lo trascinò al sicuro.
-Ci siamo quasi!- gridò Lavellan, che era passata al coltello da caccia, in assenza di frecce. Cullen fece roteare la spada e infilzò una zampa di Miss, schivando una codata tempestivamente. -Varric!- chiamò.
-Non serve che urli, Ricciolino.- rispose quello, che era già entrato in campo, assieme a Solas. -Bianca ha l'udito fine.-
-Dov'è Cassandra?- domandò Lavellan, abbassandosi per evitare che Miss la mordesse.
Varric colpì il muso del drago con una sventagliata di dardi, cercando allo stesso tempo un punto rialzato per aumentare l'efficacia degli attacchi.
Solas rincarò la dose con un montante telecinetico, spingendo Miss a indietreggiare. -Aveva bisogno di un po' di solitudine.- rispose, afferrando l'aria con il pugno per strattonare l'energia del Velo e colpire le ali del drago.
Cullen osservò quella manovra con tanto d'occhi. -Ma è quello che...-
-Quello che fa Hawke?- lo interruppe Solas, con un sorrisetto. -Vuoi vedere un'altra cosa che entrambi sappiamo fare?- gli domandò, divaricando bene le gambe nell'alzare le braccia al cielo.
Cullen spalancò lo sguardo, faticando a trattenere un sorriso. Lavellan lo prese per un braccio prima che la sua distrazione gli costasse cara, trascinandolo alle spalle di Solas, mentre il drago raspava il terreno con tutta l'intenzione di caricarli. Non fece in tempo, perché dal cielo iniziò a cadere una pioggia di meteore infuocate che si scontrarono con violenza sul suo dorso, mettendogli fuori uso le ali in maniera definitiva.
-È quello che fa Hawke!- esclamò Cullen, con il tono di voce più alto di un'ottava per l'entusiasmo.
-E andiamo!- esultò Varric, ricaricando Bianca per dare supporto al Mago.
Una volta terminato l’incantesimo, Solas roteò il bastone una singola volta, poi si mosse verso un punto specifico del campo di battaglia, lo stesso che aveva coperto Dorian per gran parte delle fasi preliminari dello scontro. -È tutta tua, lethallin!- gridò.
Lavellan, che era già pronta all'azione, staccò una boccetta di fuoco antivano dalla cintura mentre correva verso il drago, quindi la lanciò, colpendolo sul collo. Il liquido prese fuoco all'impatto, bruciando la carne di Miss con ingordigia. Quella stridette, in risposta al dolore, battendo le zampe e strofinando il muso sul terreno in maniera nevrotica per spegnere le fiamme. Svolse quelle azioni lungo tutta la conca, coinvolgendo i combattenti in un modo o nell'altro.
Lavellan schivò le zampate con un'agilità unica, ma rischiò di inciampare diverse volte a causa della stanchezza. Riuscì a portarsi distante, approfittando del momento di distrazione del drago per recuperare il numero più alto possibile di frecce da impiegare per il colpo finale.
Venne interrotta da una codata che fu costretta dapprima a scansare e che poi la obbligò ad abbandonare qualsiasi cosa stesse facendo per cercare un posto sicuro nel campo di battaglia.
Cullen invece si portò a difesa di Solas, che nonostante fosse quello più in forma del gruppo, era anche il più esposto, dato che i danni che provocava alla bestia già ferita erano ingenti. Difatti, concatenava evocazioni come se le sue riserve di mana fossero infinite, senza mai deconcentrarsi.
Cullen deviò una zampata, poi un'altra e, per una volta, Solas si prese cura di lui combattendo il ghiaccio con il ghiaccio tramite un muro, respingendo un proiettile che avrebbe sicuramente garantito al suo protettore una frattura al braccio che reggeva lo scudo.
L'attacco però esplose in mille frammenti, coinvolgendo Lavellan tanto quanto bastava per farle perdere l'equilibrio e costringerla a terra, ferita sul fianco. Lei scoccò istintivamente una freccia, si rimise in piedi alla velocità della luce e annaspò per qualche metro, cercando di recuperare l'equilibrio.
Dopo che Miss fu riuscita a spegnere le fiamme, voltò il possente corpo martoriato verso la sua arcinemica, percependo distintamente il suo odore tramite una folata di vento proveniente da nord. Sbuffò dalle narici, spalancò le fauci e si gettò su Lavellan con tutte le forze che le restavano.
Quella balzò all'indietro ripetute volte, mentre le zanne del drago si richiudevano sul terreno, distruggendo qualsiasi cosa che si trovasse incastrata al loro interno. Scoccò la sua ultima freccia, colpendola sul collo leso, ma fu inefficace.
Solas spinse energicamente il muso di Miss a terra, poi intrappolò il suo collo nel ghiaccio con una stretta invernale. Fu velleitario, poiché il drago sembrava non sentire dolore, accanendosi su Lavellan come se vederla morta fosse il suo ultimo desiderio. Se fosse caduta, se la sarebbe trascinata dietro, ma Lavellan non aveva nessuna intenzione di assecondarla.
Cullen allora lasciò Solas sguarnito e scivolò di fianco a Miss, recuperando fortuitamente la catena, ancora legata al suo collo, per strattonarla con forza e dissuaderla dal continuare l'inseguimento. -Non ci provare nemmeno!- scandì, a denti stretti, mentre piantava bene i piedi in terra per contrastare la possanza della nemica.
Quest'ultima ruggì il suo disappunto, voltandosi verso quella presenza fastidiosa con occhi carichi d'ira.
-Se hai un altra fiaschetta, è il caso di usarla. Adesso!- gridò Varric, bersagliando il fianco opposto di Miss con veloci raffiche di dardi.
-Ha di meglio.- intervenne Cassandra, afferrando la catena alle spalle di Cullen. -Ha un'ultima risorsa!- esclamò, prendendo a tirare con tutte le sue forze.
Lavellan scoppiò a ridere nervosamente. -Ah, lo sapevo che non ci avresti abbandonati!-
Quando la porzione anteriore del corpo di Miss fu a portata di tiro, Cassandra alzò la spada verso l'alto con un gesto solenne, sprigionando una colonna di luce che si allungò verso il cielo.
Varric applaudì una singola volta, con soddisfazione. -Finalmente!- esclamò, mentre Cassandra, avvinta di luce bianca, penetrava le ultime difese del drago con scioltezza e lo infilzava al cuore, piantandogli la sua lama nel petto fino all'elsa.
-Vai Lav!- gridò.
Lavellan, che aveva già preso la rincorsa, si diede la spinta su una colonna di ghiaccio e compì un balzo, atterrando sul muso di Miss con la lama del suo coltello da caccia. Lo piantò tra i suoi occhi, facendolo penetrare nelle scaglie con tutte le forze che le rimanevano in corpo.
Miss non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che la vita scivoló via dalle sue pupille, disperdendosi assieme a un rantolo sommesso.
Varric esultò sonoramente, mentre Cullen mollava la presa sulla catena, scrollando di fronte a sé le mani intorpidite dallo sforzo. Solas invece esalò un sospiro di sollievo, riponendo il bastone, mentre Miss crollava a terra, esanime.
La battaglia si era conclusa.
Cassandra sfilò la spada dal petto del drago con un gesto secco, pulendola sul dorso del guanto prima di riporla. Sollevò lo sguardo su Lavellan, che si era seduta sulla testa del drago con tutta l'aria di avere la forza solo per respirare. -Tutto bene?- le domandò.
Lavellan carezzò il cranio di Miss con dolcezza, poi le chiuse gli occhi. -Falon'Din enasal enaste, Miss.- mormorò, per poi rivolgere un sorriso a Cassandra. -Adesso si.- le rispose.
Cullen si precipitò a darle una mano. Sollevò un braccio nella sua direzione, invitandola a scendere e lei per una volta accettò volentieri il suo aiuto, atterrando di fronte a lui per poi farsi chiudere in un abbraccio, che ricambiò senza pensarci due volte.
-Ehi bel cavaliere.- sussurrò lei, al suo orecchio. -Vieni qui spesso?-
-Solo quando la mia ragazza me lo chiede.- rispose lui, passandole una mano sulla schiena, rasserenato che avesse la forza di stemperare la tensione.
-E tu fai tutto quello che ti dice?-
-Se voglio sopravvivere, si.-
Lavellan ridacchiò -Tu stai bene?-
-Mai stato meglio!- replicò Cullen, distanziandosi appena per guardarla dritta negli occhi, con entusiasmo.
-Ci ha fatto sudare per davvero.- intervenne Varric, riponendo finalmente Bianca.
-Ma se siete entrati all'ultimo momento!- protestò Lavellan, sciogliendo Cullen dall'abbraccio per dirigersi verso il resto del gruppo attivo. -L'unica che ha sudato qui è la sottoscritta.-
Cassandra scorse il suo viso con uno sguardo severo, macchiato d'orgoglio, poi le sorrise. Lavellan ricambiò, prendendola sottobraccio per evitare che le gambe le cedessero, ma anche perché era contenta che fosse lì con lei, finalmente.
-Insomma, immagino che l'onore di intrattenere il pubblico spetti al Comandante, dato che Dorian è indisposto.- disse Blackwall, che si stava avvicinando ai cinque con una Sera particolarmente malconcia a cavalcioni sulla schiena.
Cullen inarcò un sopracciglio, assumendo un'espressione confusa. -Chi dovrei intrattenere io, scusa?- domandò, rivolgendosi a Lavellan.
Sera gli posò una mano sul capo e lo ruotò, spingendolo a guardare un lato della conca parallelo allo spazio sicuro dove riposava il resto del gruppo. Là si era radunato un drappello di spettatori, tra locali, ufficiali dell'esercito orlesiano e forze dell'Inquisizione.
Lavellan sorrise, mentre Cullen assumeva una smorfia di totale disapprovazione, poi si fece accompagnare da Cassandra verso il punto in cui era stato inferto il penultimo colpo, rigirandosi il pugnale tra le dita della mano libera. -Assegnare un titolo all'Ammazzadraghi è una tradizione che ha inaugurato il Toro e Josephine le ha dato ufficialità, con il mio beneplacito.- spiegò, mentre squarciava il petto di Miss con un taglio deciso. -Il Dorsogelido è toccato a lui, perché era giusto che fosse così, poi è arrivato il turno di Cassandra con il Cacciatore, perché è stata l'unica a restare in piedi per tutta la durata dello scontro. Infine, è arrivato il turno di madame Vivienne, che ha praticamente fatto esplodere il Cavalcatempeste.- si scostò di lato, per permettere a Cassandra di subentrarle. -Qual è il titolo adeguato per chi sconfigge un Maestrale Maggiore, Cas?- le domandò.
Cassandra diede una pedata virulenta alla cassa toracica di Miss, incrinandole le costole con un rumore raccapricciante che fece sobbalzare Varric. -Sicuramente qualcosa che ha a che fare con il vento gelido.- rispose.
Varric esclamò un -Oh!-, prendendo a battere un piede a terra alla ricerca di un titolo. -Datemi un minuto, ce l'ho sulla punta della lingua.- borbottò, osservando un punto indefinito a est.
-Mi vedo costretto a rifiutare.- affermò Cullen, recuperando lo scudo da terra per assicurarselo sulla schiena. -Lav e Dorian se lo meritano più di me.-
-Io sono già l'Inquisitrice.- disse Lavellan. -Non ho bisogno di altri titoli.-
-Nemmeno io, se è per quello. Anzi, preferirei proprio evitare!- ribatté Cullen, con sicurezza.
-Non protestare, Comandante, te lo meriti.- intervenne Solas, appoggiandosi al bastone da mago nel rivolgergli un sorriso rassicurante. -Siamo tutti d'accordo.-
-Io lo sono solo perché so che questa cosa lo imbarazza a morte.- ammise Sera, ridendo istericamente.
Cullen le gettò un'occhiata torva. -Accetterò solo se è possibile condividere il titolo con Dorian.- disse, incrociando le braccia sul petto.
-Aggiudicato, sennò facciamo notte.- tagliò corto Lavellan, aiutando Cassandra a recidere le arterie del cuore del drago, prima di prenderlo con cura tra le braccia.
Cullen spalancò uno sguardo basito e sollevò le sopracciglia, notando che l'organo aveva le dimensioni di un Mabari adolescente. -Cosa ci devo fare con questo? Non me lo farete mica mangiare, vero?- balbettò, mettendo le mani avanti mentre Lavellan andava a porgerglielo.
-Non dire cavolate! Vai sotto al pubblico e glielo mostri.- disse lei, spingendoglielo sul petto.
Cullen esalò un rantolo di fastidio, arricciando il naso. -Devo proprio?-
-È la prassi.- rispose lei.
-Fallo e basta, zio. Ho una fame che non ci vedo.- protestò Sera, spingendogli una spalla per costringerlo a muoversi. Blackwall fece altrettanto.
Varric trotterellò dietro a Cullen, battendogli una mano sulla schiena come segno di consolazione. -Durerà poco, Ricciolino. Che ne dici di “Crepuscolo di Ghiaccio”?-
-Ridondante.- rispose Cullen, tappandosi il naso con il dorso della mano per contrastare l'odore profuso da ciò che stava trasportando.
-“Fendivento”.-
-Per il Creatore, ma anche no!-
-”Bastione nel vento”.- suggerì Blackwall.
Sera diede una risata nervosa, battendogli una mano sulla spalla. -Senti questa, senti questa: “Bastone al vento”.-
Blackwall ridacchiò. -“Mutandoni al vento”.-
-Geniale!- replicò Sera.
-”Maledizione del Maestrale”.- s'intromise Cassandra, che camminava al fianco di Lavellan, per sorreggerla. -Penso che a Dorian piacerebbe.-
Varric si voltò nella sua direzione, rivolgendole un sorrisetto. -Potrebbe essere.-
-Perfetto! Abbiamo il titolo per Dorian.- disse Lavellan, una volta raggiunto il punto della conca antistante al pubblico.
-Pensavo valesse per entrambi.- ammise Cullen, sollevando il cuore verso l'alto.
Dal pubblico, già intento ad applaudire, fuoriuscì un'ovazione in piena regola, soprattutto da parte dei membri dell'Inquisizione, che gridavano la loro soddisfazione a pieni polmoni, contenti di aver assistito a quello scontro e che l'onore di esibire il trofeo di caccia fosse capitato al Comandante.
Cullen si ritrovò inevitabilmente a sorridere di fronte a quel bagno di popolarità. Le sue guance si tinsero di rosso, mentre dava un colpo di tosse, per dissimulare una contentezza che derivava dalla vanità.
-Devi dire qualcosa come “Per l'Inquisizione”, o “Dedico questa vittoria alla mia famiglia”.- gli suggerì Varric, applaudendo a sua volta.
-Su, mastro Tethras, lascialo in pace una buona volta!- lo rimproverò Solas, mentre Cullen consegnava l'organo tra le mani dell'Inquisitrice. Lei gli rivolse un sorriso pieno, poi gli fece cenno di inginocchiarsi.
-Fai sul serio?- le domandò Cullen, con incertezza.
-Certo! È un titolo. Un po' di solennità è d'obbligo.- disse lei, aspettando che un soldato dell'Inquisizione li raggiungesse con un sudario per avvolgerci il cuore. -Cercate una grande quercia con una bella vista che da verso le montagne, mi raccomando. Penserò io al resto, non appena avremo finito qui.-
Il soldato chinò il capo, poi si dileguò, senza attirare troppo l’attenzione dei presenti.
-Torniamo a noi.- mormorò Lavellan, diventando improvvisamente seria. -Inginocchiati, Comandante.-
Lui esitò per un singolo istante, poi eseguì.
Il pubblico si zittì, allora Lavellan si portò di fronte a lui, posando il pollice all'apice della sua fronte. Quindi, tracciò una linea insanguinata che gli divise il viso in due, fino al mento. -Perché ti sei distinto in battaglia, combattendo indomito, proteggendo i tuoi compagni di battaglia e rischiando la vita nell'impresa- declamò, a voce alta. -da oggi l'Inquisizione ti garantisce il titolo di Ser Cullen, Cavaliere Ventogelido e Rovina del Maestrale Maggiore delle Tombe di Smeraldo.- fece una pausa, per rivolgergli un sorriso composto. -Alzati e porta questo titolo con onore.-
E lui si alzò con fierezza, accompagnato dall’esultanza dei suoi sottoposti.
Gettò una rapida occhiata su di loro, poi tornò a guardare Lavellan, mettendosi sull’attenti con aria solenne. -Un'investitura non è solo una concessione, è un vincolo tra chi la offre e chi la riceve.- iniziò. -E non penso che esista privilegio più grande che ricevere un titolo, anche se goliardico, dalle tue mani. Il rispetto che ho nei confronti della causa che rappresenti, la nostra causa, è secondo solo all'affetto che provo per la tua persona. Sei grazia, sei speranza, sei dedizione, e ti prometto che farò onore a ciò che ho ricevuto oggi celebrando te, che preferisci affidare il merito a coloro che sono il prolungamento delle tue virtù, piuttosto che tenerlo solo per te stessa.-
Lavellan non si aspettava un discorso e perciò si diede dell’idiota, perché era ovvio che lui l’avrebbe fatto. D’altronde, aveva davanti un cavaliere reale, che già seguiva un codice e ciò le suggerì che qualsiasi promessa le avesse mai fatto l’avrebbe mantenuta, dalle più esigue a quelle che richiedevano sacrifici più grandi. Quel titolo simbolico era la conseguenza di una di esse e lei si sentì allo stesso tempo compiaciuta e in difetto nei riguardi di quella situazione.
-Il tuo discorso al confronto era la declamazione della lista della spesa.- mormorò Varric, diretto a Cassandra. Quest’ultima si limitò a fulminarlo con un’occhiataccia.
Grazie a quell’interruzione, Lavellan riuscì a dare una rotta ai suoi pensieri, ritrovando la compostezza perduta. -Il privilegio è tutto mio.- rispose, sorridendo al suo compagno gentilmente.
Cullen ricambiò, per poi rilassare la postura. -Dovrei dire qualcos’altro?- domandò, a mezza voce.
-Per il “lo voglio” è troppo presto. Togliti e facciamola finita.- scherzò Sera.
Lui alzò brevemente gli occhi al cielo, poi si fece da parte, accompagnato da un applauso scrosciante.
Lavellan allora si voltò verso Cole, che era apparso improvvisamente al fianco di Cullen con il bastone da mago di Dorian stretto tra le dita. Varric sobbalzò, perché non l'aveva assolutamente notato. -Dovete smetterla di farmi questi scherzi.- bofonchiò, facendo sorridere Solas.
Lavellan percorse un tratto di bastone con il pollice, poi si schiarì la voce. -Perché si è distinto in battaglia come un elemento infaticabile, infliggendo danni ingenti al nemico con costanza e con astuzia, supportando il gruppo e sacrificandosi eroicamente per la buona riuscita della caccia... da oggi l'Inquisizione garantisce a Dorian Pavus di Minrathous il titolo di Maledizione del Maestrale e Rovina del Maestrale Maggiore delle Tombe di Smeraldo.-
Il gruppo intero applaudì, unendosi all'esultanza, molto più moderata, del pubblico. Cole si nascose dietro alla tesa del suo cappello, stringendosi al bastone con imbarazzo.
-Mamma, ho fame.- si lamentò Sera, facendo roteare il capo teatralmente.
Lavellan chinò la testa in segno di rispetto agli spettatori, costringendo Cullen a fare lo stesso, poi lo prese sottobraccio, afferrando il polso di Cassandra con la mano libera per fare altrettanto con lei. -Andiamocene, prima che capiscano come raggiungerci.-
-Meno male.- esalò Cullen, scrollando le spalle dal sollievo.
-Cavaliere Ventogelido.- ripeté Solas, davvero divertito. -Hai scelto un nome molto elegante, lethallin.-
-Meglio di quello della Cercatrice di sicuro.- commentò Varric. Cassandra esalò un rantolo di disapprovazione. -Te l'ho detto, in nevarriano è molto più musicale.-
Cullen le rivolse un sorrisetto. -Cosa ti hanno affibbiato?- domandò.
Cassandra lo scorse con un'occhiata veloce, poi tornò a fissare l'orizzonte. -L'Ultima Risorsa dell'Araldo, Rovina del Cacciatore del Nord di Crestwood.-
Cullen sfiorò il suo viso con uno sguardo macchiato di dolcezza, per poi annuire piano. -Bello.- disse, semplicemente.
-Non è bello, è un onore.- lo corresse lei, rivolgendo un bel sorriso a Lavellan. -Ma anche un giuramento di sorellanza.-
-Var falon'suledin*, lethallin.- rispose quella, stringendo la presa sul suo braccio. -Bellanaris.*-
-Il mio stomaco che brontola ha meno consonanti.- commentò Sera, seccata.
-Confermo.- replicò Blackwall, assicurandosi una tallonata sulla coscia.

 

-III-

 

-Fammi capire, lui è il cavaliere e io sono la maledizione? Perdonami, amica mia, ma questo è un esempio sfacciato di come il nepotismo stia rovinando il Thedas.-
Lavellan e Solas si scambiarono un'occhiata d'intesa, poi risero.
Si erano allontanati dall'accampamento per darsi una rinfrescata nella porzione del ruscello antistante Chateau d'Onterre. Era un luogo tranquillo e godeva di una speciale riservatezza, perché le voci che circolavano sulla bellissima magione orlesiana a proposito di fantasmi e demoni tenevano alla larga chiunque che non facesse parte del circolo ristretto dell'Inquisitrice.
Questo si era diviso a gruppi di cinque, per lavarsi dopo la battaglia in preparazione della lunga marcia verso casa che avrebbero compiuto la mattina successiva. In quel momento erano presenti Lavellan, Solas, Cassandra, Dorian e Vivienne, dato che gli altri erano fin troppo affamati per aspettare.
Cassandra, la prima a finire, era andata a sedersi su una porzione assolata del ponte che congiungeva le due rive. Teneva il viso sollevato verso il cielo, le gambe a penzoloni e le dita allacciate in grembo. -Te l'ho scelto io il titolo, prenditela con me, non con lei.- disse, in risposta alle lamentele.
Dorian, che si stava strofinando le braccia con i rimasugli di una saponetta, sbuffò una risata sprezzante. -Ancora peggio! Tu sei rimasta con la mentalità che uno che pratica il mio stile di magia deve restare impantanato nel gergo grigio della morte.- protestò. -Per te sono quel genere di Mago che usa i teschi come elementi d'arredo, ammettilo.-
-Tu usi i teschi come elementi d'arredo.- puntualizzò Lavellan, frizionandosi i capelli bagnati con un asciugamano di tela.
-Sono un ottimo deterrente per tenere lontane le pinguine.- si giustificò Dorian, rubandole l'asciugamano. -Maledizione del Maestrale. Tzé! La prossima volta aspettate che mi sia ripreso, prima di ingiuriarmi!-
-Smetti di lamentarti, è stato un gesto molto cavalleresco da parte del Comandante, condividere la vittoria.- intervenne Vivienne, prendendo posto, già vestita, al fianco di Cassandra. -Avrebbe potuto tenere la gloria per se stesso e nessuno gliene avrebbe fatto un torto.-
-Beh, avrebbe potuto cedermela, come aveva intenzione di fare.- disse Dorian, prendendo a rivestirsi. -Se non fosse stato per la crisi mistica di Cassandra, sarei rimasto in piedi fino alla fine.-
La persona presa in causa spostò uno sguardo accigliato su di lui, che a occhio si era pentito immediatamente di aver tirato fuori l'argomento.
-Abbiamo vinto, è questo ciò che conta.- si corresse Dorian, alzando le mani in segno di resa.
-Esattamente.- affermò Vivienne, voltandosi verso Cassandra. -Ma vorrei comunque che ci venissero forniti dei chiarimenti, anche perché l'ultima cosa che ho visto prima di ritirarmi è stata la tua espressione esitante. La stessa che avevi ancora prima che lo scontro iniziasse.- fece una pausa, per squadrarla da capo a piedi. -Mi sorprende che tu abbia voluto entrare in campo impreparata, nonostante fossi consapevole che avresti messo in pericolo noi e, soprattutto, l'Inquisitrice. Non è da te.-
Cassandra era livida. Il suo viso era tinto della stessa frustrazione di chi sa di essere in torto, eppure ha delle giustificazioni valide per aver agito in una certa maniera, contrariamente al buonsenso. Giustificazioni che, però, non aveva nessuna intenzione di condividere.
Lavellan la raggiunse con un'occhiata preoccupata, studiando il suo viso alla ricerca di un indizio che le permettesse di intuire la risposta agli interrogativi di Vivienne. Intuendolo, decise di intervenire, dato che Cassandra stava chiaramente dimostrando di non aver fatto ancora pace con se stessa per quello che era successo.
-La responsabilità di quello che è successo è mia, madame.- disse. -Vi sto chiedendo molto, in queste missioni, dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico. Questo viaggio, in particolare, ha messo me alla prova per prima, offuscando il mio giudizio in più di un'occasione.-
Solas le gettò un'occhiata stranita, ma evitò di interromperla.
-Non mi pento di averle chiesto di entrare in campo al mio fianco, sia chiaro, mi pento del mio egoismo, che l’ha spinta a prendersi carico di una situazione più grave di una caccia al drago.- fece una pausa. -Per quello, devo le mie scuse a tutti voi, ma a lei in particolare.-
Vivienne inarcò un sopracciglio, mentre Cassandra si alzava per andarsene, inoltrandosi nel fitto del bosco con tutta l'aria di voler iniziare una deforestazione in piena regola a suon di cazzotti.
Lavellan serrò la mascella, per evitare di dare indizi sul suo stato d’animo. Sapeva di non averle fatto un favore, assumendosi la responsabilità di un suo errore, ma allo stesso tempo era certa che il suo prostrarsi fosse stato necessario per il benessere emotivo del gruppo, soprattutto in presenza di individui formali come Vivienne.
Quella, per niente convinta, si limitò a osservare Lavellan con aria inquisitoria, mentre Solas finiva di vestirsi nervosamente e Dorian assumeva un'espressione madida di disappunto. -Dovevo nascere muto.- affermò l'ultimo, passandosi una mano dietro al collo.
Lavellan deglutì, spostando la testa laddove era sparita Cassandra. -Hai bisogno che chiarisca qualcos'altro, madame?- domandò, cercando di apparire tranquilla.
-Sei stata cristallina, Inquisitrice.- rispose Vivienne, accavallando le gambe graziosamente. -Ma ti ricordo che la tua posizione richiede che venga fatto uno sforzo di fiducia da entrambe le parti. Se non puoi affidarti al giudizio del tuo braccio destro quando la tua sensibilità rischia di compromettere una missione, allora ti converrà guardare in una direzione diversa, una prossima volta.-
Lavellan aggrottò la fronte, prendendosi qualche secondo per immagazzinare la critica. -Ne terrò conto, ma terrò anche presente la più totale mancanza di empatia che le è stata dimostrata dai suoi compagni in un momento difficile.-
Vivienne inclinò appena il capo, sorpresa da quel richiamo. -Non mi sembra di averla...-
-Oh, accidenti!- intervenne Solas, realmente irritato. -Questa discussione è talmente superficiale che darebbe sui nervi anche alla persona più paziente del Thedas. Ed è incredibilmente Umano definire il valore di una persona in base a un errore che avrebbe potuto commettere chiunque nella stessa identica situazione.-
-Non mi pare di avere mai messo in dubbio il valore di dama Pentaghast.- ribatté Vivienne. -Semmai ho proposto all'Inquisitrice di accettare anche altre opinioni eventualmente, oltre alla sua.-
Solas aprì le braccia, con enfasi. -Non gira tutto attorno al potere.- affermò, asciutto. -Accetta che si sia scusata per compiacere il tuo ego e riserva le tue opinioni inappropriate per qualcuno che ha orecchio per sopportarle.-
Lavellan si passò una mano sul viso, nervosamente, poi tornò a riva, recuperando il resto dei suoi vestiti per infilarseli sottobraccio. -Non mi sono scusata per fare contento qualcuno, lethallan.- precisò. -Ma su una cosa hai ragione, questa discussione non è utile a nessuno.- aggiunse, allontanandosi.
Dorian la seguì con lo sguardo, giocherellando con la fibbia del suo bracciale per gestire la tensione che provava. -Lo avete notato che lo fa con tutti noi?-
-Cosa?- domandò Solas, radunando il suo equipaggiamento.
-Ho sentito Cassandra suggerirle di mantenere le distanze con me, perché costituivo un pericolo per lei e per l'Inquisizione. Le ha risposto che l'unica persona in pericolo là dentro ero io, a causa degli stessi pregiudizi che hanno spinto Cassandra a metterla in guardia da me.- rispose Dorian, mettendosi a sedere per terra, con aria pensosa. -Pensa davvero di averci delusi.-
Solas rilassò la postura. -No, ne è sicura. E voi non avete fatto niente per impedire che credesse a questa sciocchezza.-
-Avremmo dovuto seguire il tuo esempio, allora, condonando i suoi atteggiamenti autodistruttivi.- replicò Vivienne, lanciandogli uno sguardo penetrante. -Non sempre un approccio permissivo è una buona cosa. Se le fornisco un suggerimento, lo faccio per il suo interesse.-
Solas ricambiò l’occhiata. -Per il suo, o per il tuo? Sei così spaventata di perdere tutto quello per cui hai lavorato che saresti disposta a sacrificare qualsiasi rapporto, ciò che è genuino, pur di mantenere un'illusione di successo e prestigio. L’Inquisitrice è solo una pedina del tuo gioco.-
Vivienne rise, con condiscendenza. -Questa è l’ennesima riprova della tua superficialità. Pensi di poter leggere le persone con accuratezza, ma in realtà sei solo un uomo vittima della sua stessa arroganza, pronto a giudicare la condotta altrui solo perché collide con il tuo pensiero.- fece una pausa, per passare uno sguardo comprensivo su di lui. -Ognuno di noi sta conducendo una partita, compresa la Cercatrice, e invece di metterlo in chiaro come ho fatto io dal primo momento, fingete tutti una superiorità talmente pomposa che rasenta il blasfemo. Prima di accusarmi di opportunismo, guarda il tuo riflesso allo specchio.-
-Ti ringrazio per l’ennesimo suggerimento velleitario, madame, ma conosco il mio riflesso fin troppo bene e ritengo di non avere niente da imputarmi, per come mi relaziono con gli altri.-
Vivienne batté le ciglia pesantemente, scorrendo su di lui un’occhiata dubbiosa. -No?-
-No.- decretò lui, per poi allontanarsi a sua volta.
Vivienne sollevò le sopracciglia su un'espressione rassegnata, seguendo i suoi movimenti finché non fu distante, poi schioccò la lingua sul palato, scuotendo la testa.
-Non corrucciarti, o ti verranno le rughe.- rimproverò Dorian, raggiungendolo per appoggiargli una mano sulla spalla. -Andiamo a sistemare le cose con classe, mio caro. L'Inquisitrice ha bisogno di noi.-
Lui esalò un sospiro stanco, poi annuì, mentre si rialzava faticosamente. -E noi di un drink.- disse.
-Ovviamente.- replicò Vivienne, quindi lo prese sottobraccio, per aiutarlo ad attraversare il ponte.

 

-IV-



Cassandra era seduta sul mozzicone di una colonna di impronta elfica e osservava con aria assorta una mandria di Bronto che pascolava placidamente l'erba al di sotto di un'arcata antica e strozzata dall'edera.
Lavellan finì di rivestirsi e la raggiunse con calma, soffermandosi a osservare il suo profilo accarezzato dal sole di mezzogiorno, prima di arrischiarsi a parlare.
Si portò al suo fianco, con le mani infilate in tasca, poi raggiunse l'obiettivo del suo sguardo, con un lieve sorriso. -Non ti ho reso la vita facile.- disse.
Cassandra rimase qualche istante in silenzio, poi scosse la testa. -Non mi rendi mai la vita facile, ma mi sta bene.- rispose. -Se fossimo d'accordo su ogni cosa, sarebbe controproducente.-
Lavellan inarcò un sopracciglio, tornando a guardarla.
-Madame De Fer ha ragione.- proseguì Cassandra. -Non ero in me sul campo. Ero così preoccupata per la tua salute che ho perso di vista il motivo per cui combattiamo i draghi personalmente.-
-Ti ho messa in una brutta posizione, Cas. Mi dispiace.-
-No, non è colpa tua. Avrei dovuto avere fiducia in te, come sempre, invece ti ho delusa. Sono io che ti ho messa in una posizione difficile.- Cassandra prese un respiro profondo, voltando il capo per guardarla dritta negli occhi. -Non sono stata una buona amica, durante questo viaggio. Eri ferita e io non riuscivo a trovare i mezzi giusti per aiutarti.-
Lavellan aggrottò la fronte, assumendo un'espressione incerta, ma attese di intervenire anziché interromperla.
-E quando è arrivato il momento di dimostrarti che potevi contare su di me nella nostra caccia, sono stata una compagna fallimentare. Di nuovo.- Cassandra scosse la testa. -Sono chiaramente in difetto nei tuoi riguardi, Lav, ed è stato davvero stupido da parte tua scusarti in mio nome pur sapendo benissimo che ho messo tutti voi a rischio con la mia testardaggine.-
Lavellan si avvicinò a lei di un passo, recuperando il lembo di uno dei suoi guanti per stringerlo tra le dita. -Non è stato stupido.- replicò. -Non sei tu a essere in difetto nei miei riguardi, tu sei stata... tu sei una delle persone che rispetto di più al mondo.-
-Lo sai che è reciproco.-
Lavellan annuì. -Pensavo che ti avrei messa ancora di più in difficoltà, condividendo quello che provo. Tu sei eccezionalmente forte, ma questo dolore lo è di più. Non so come affrontarlo, figuriamoci trasmettere la sua pesantezza a qualcuno che ritengo essere di famiglia!- appoggiò la fronte sulla sua spalla. -Ho avuto paura che mostrartelo ti avrebbe spinta a fartene carico.-
-Quando in realtà è una cosa talmente intima da renderti protettiva nei suoi riguardi.- concluse Cassandra, per lei. -Avrei dovuto capirlo.-
-Non ti ho dato modo di farlo.-
-Ma io avrei dovuto arrivarci comunque, dato che è una sensazione che conosco fin troppo bene. Ci sono passata anch'io, quando ti ho parlato di Anthony. Quando ti ho parlato dei draghi.- sorrise appena. -Var falon'suledin. La nostra comunanza con la resilienza.-
Lavellan si discostò, per permetterle di scendere dalla colonna e appoggiarle le mani sulle spalle. La guardò a lungo, indecisa su come risponderle, poi, improvvisamente, la chiuse in un abbraccio.
Cassandra rimase con le mani sospese per aria, per diversi secondi, indecisa su come approcciarsi. Si diede il tempo per acclimatarsi, dapprima battendole una mano sulla schiena, poi rilassò finalmente i muscoli, avvolgendola tra le braccia.
-Scusa, lo so che non è il tuo forte, ma ne avevo bisogno.- si giustificò Lavellan, appoggiando il mento sul suo trapezio.
Cassandra le sistemó i capelli con una carezza vigorosa, scoccandole un bacio sulla tempia. -Oggi va bene così.-
Lavellan ridacchiò, distanziandosi appena per rivolgerle un sorriso sornione.
-Cosa?-
-No, niente. Pensavo che è molto ironico che le persone da cui desidero avere una rassicurazione fisica siano le persone meno fisiche che conosco.- spiegò Lavellan, senza smettere di ridere. -Varric direbbe “emotivamente costipati”.-
Cassandra esalò un rantolo di fastidio, poi la spinse via giocosamente, provando esattamente il punto dell'amica. -Hai intenzione di accettare la proposta del Comandante?- le domandò, forzandola a cambiare discorso.
Lavellan le rivolse un’occhiata incerta. -A dire il vero, ho rifiutato. Non posso lasciarti sola a gestire questa banda di debosciati.-
-Guarda che sei tu che li istighi, la stragrande maggioranza delle volte.- puntualizzò Cassandra, con aria di rimprovero.
-Appunto!- replicò Lavellan, ricevendo un buffetto sulla spalla in tutta risposta.
Cassandra si soffermò a fissarla con una vena di delusione nello sguardo. -Vorrei ricordarti che è venuto fin qui apposta per te, Lav. Non penso che un titolo superfluo e una pacca sulla schiena siano un ringraziamento soddisfacente.-
Lavellan si prese i suoi tempi per riflettere, raddrizzandosi i bracciali dell'armatura media per ricomporsi. -Non saprei, Cas. Non sono in vena di...- fece una pausa. -Voglio solo tornare a lavorare il prima possibile, senza distrazioni.-
Cassandra si portò di fronte a lei, per sistemarle le cinghie degli spallacci. -Arriveresti prima a Skyhold, non ci hai pensato?- le suggerì. -E poi, ti sei aperta più con lui in due ore che con tutti noi in un mese. Stare lontana qualche giorno dal casino provocato da questa banda di scappati di casa ti farebbe solo che bene.- le rivolse un sorriso, proseguendo a controllare che il suo equipaggiamento fosse in ordine. -Ti rendi conto che ha affrontato un drago al tuo fianco con nient'altro che un'armatura cerimoniale?- aggiunse, aggrottando la fronte sopra un'occhiata divertita.
Lavellan strinse le labbra su un sorrisetto tinto di compiacimento. -Dici che dovremmo dirglielo che il sangue di drago non si smacchia?-
-Dico che dovresti affrettarti a raggiungerlo.-
Lavellan esitò. -Te la sentiresti davvero di gestire le cose in mia assenza?-
Cassandra la afferrò per le spalle, la voltò in direzione del ruscello e le assestò una pacca sul sedere. -Corri!-
Lavellan saltellò sul posto, facendo scattare la testa tra Cassandra e il sentiero. -Sicura?-
-Vai!!- la incitò Cassandra, battendo le mani con enfasi.
Allora Lavellan prese a correre, evitando cespugli di rovi e scavalcando radici come se fosse inseguita da un orso, mentre Cassandra incrociava le braccia sul petto, esalando un sospiro sognante.
Aspettò che scomparisse, poi rise tra sé e sé, scuotendo la testa nel dirigersi verso l'accampamento con tutta la calma del mondo.







 

💅Gloss💄
“Fenedhis” - Imprecazione, traduzione non disponibile.
“Fasta Vass” - Imprecazione, traduzione non disponibile.
“Kaffas” - “Merda”
“Banavis Fedari” - “Che il terreno salga per incontrare i tuoi piedi”
“Var falon'suledin. Bellanaris.” - “La nostra amicizia/comunanza/sorellanza con la resilienza. Imperitura/Per sempre.”

 


-Nota-

Lav nell’ultimo paragrafo: https://i.kym-cdn.com/entries/icons/mobile/000/000/881/chubbybubbles.jpg
Cullen quando Solas tira giù il cielo: https://i.gifer.com/origin/2e/2e6da5121fe0a0d32ae537ba92d94c48_w200.gif
Questo capitolo è stato un parto. Solo che io ero donna incinta, infermiera e dottoressa allo stesso tempo. Lo so che è lungo, ma se non lo buttavo fuori per intero me lo sarei dovuta trascinare per un’altra settimana e https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2020/01/29/gerry1200.jpg
<3

   
 
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