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Autore: lilianarossa    07/09/2022    2 recensioni
Post 15x19. Cas è morto e Dean parla, ride, esce. Cas è morto e Dean è rimasto.
"Vorrebbe davvero non aver abbassato tanto la guardia perché ci sono porte che non vanno aperte e dolori che non vanno mostrati. Perché mentre la sua controfigura esce, parla e sorride Dean – il vero Dean – è ancora seduto nella stessa stanza del bunker, i capelli tra le mani e le urla mute che gli raschiano la gola."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Rowena, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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DISCLAIMER: Nessun personaggio purtroppo mi appartiene, ci guadagno solamente in ossessioni.
AVVERTENZE: Post 15x19. La storia tratta delle fasi di superamento di un lutto e la situazione psicologica di Dean in alcuni momenti risulta alquanto problematica. Se siete sensibili a tale tematica vi prego di non leggere. Si tratta inoltre di una Dean/Cas, in cui i sentimenti di entrambi risultano espliciti. Se vi turba, evitate la lettura. In quasi ogni capitolo emerge la problematica di Dean con l'alcool - non è affrontata esplicitamente ma vi prego di ricordare che questo non è un comportamento sano, ma una dipendenza cronicizzata. La storia non vuole in alcun modo stereotipare il superamento di un trauma, ogni persona è diversa, ogni trauma o lutto è diverso. 
NOTE: I pensieri di Dean sono inseriti tra parentesi tonde ad intervallare il testo. 
 
  1. Rabbia
 
La caccia è ancora una delle tue grandi ragioni di vita: lo sguardo che ti rivolgono le persone che aiuti, alla fine, e prima la tensione, l’euforia, la concentrazione e l’adrenalina che pompano veloce il sangue nelle tue vene. Lavori tanto e lavori bene. Operazioni efficaci, pulite e senza tracce. Anche due lavori al giorno ogni tanto. Torni a casa sudato, sporco, ricoperto di sangue e lucido come in pochi altri momenti. Un killer con i controfiocchi. E fanculo a chiunque si azzardi a negarlo o metterlo in dubbio.
(Arrabbiato, Spezzato. Lo strumento di tuo padre).
Sam prova a parlarti ma stronchi qualsiasi tentativo riempendoti di impegni: se non cacci – e lo fai per la maggior parte del tempo – bevi in un pub o sei in uno strip club, a bearti della vista di qualche seno grosso e sodo. Ti piacerebbe anche scopare, in realtà, ma non riesci a spingerti a tanto; e se da un lato la prospettiva ti eccita, dall’altro ti disgusta tanto da permetterti di percepire la rabbia in ogni respiro spezzato che esali.
(Questo è un luogo di perdizione. Non dovrei essere qui).
L’ingiustizia di ciò che vivi è così opprimente e ti annienta così tanto da spingerti ad odiarlo come non hai mai fatto, nemmeno quando in Purgatorio non lo trovavi, nemmeno quando si era alleato a tua insaputa con Crowley, nemmeno quando sapeva dell’assenza dell’anima di Jack.
Non hai raccontato davvero a nessuno ciò che è successo, con il risultato di spingerti perfino a dubitare che sia successo. Quando ti svegli nel cuore della notte, o alle prime luci del mattino, con la sbronza non ancora passata, ti senti delirante e allucinato e ti chiedi se davvero la realtà ti stia sfuggendo così tanto dalle mani. I deliri della tua mente sono talmente degenerati da farsi realtà o la realtà è talmente devastante da apparire delirio?
(Per me sei morto).
Le serate peggiori, però, sono quelle in cui sei costretto a rimanere solo, inattivo e sobrio. Capita di rado – devono verificarsi una serie di circostanze eventuali in concomitanza: la serata di chiusura del Rabbit Hole, l’assenza di alcool a sufficienza nel bunker e un appuntamento di Sam e Eileen. Quando però tuo fratello ti ha parlato nel pomeriggio di quel mattone francese – lingua originale e sottotitoli, nulla di meno – che lui e la compagna intendevano vedere in città quella sera a malapena hai prestato attenzione al suo tentativo di includerti. «Vai e divertiti. Portala a cena, magari, dopo» hai replicato, ammiccando. Sammy è stato anche in grado di imbarazzarsi. Non ti dilunghi con battute in merito – non perché non te ne vengano in mente – ma perché ti rendi conto di quanto delicato e fragile tutto ciò sia ancora, per il tuo fratellino. Di quanto lo sarebbe per te.
Realizzi solo dopo aver guidato una decina di minuti che il club il lunedì sera è chiuso. Torni indietro velocemente perché ci sono davvero troppe stelle visibili quella notte e ci mancava davvero solamente il frinire delle cicale a rendere quella serata del tutto sprecata.
(Perché lo è, Dean).
La TV rimane la tua unica opzione di fronte alla minima quantità di whiskey che rimane: troppo poco per conciliarti il sonno e senza quello la possibilità di dormire non è altro che un’illusione.
(Veglierò su di te).
Potresti prendere il computer di Sam e cercare uno di quei tuoi porno animati giapponesi (solo per la soddisfazione di osservare la sua faccia quando lo troverà) ma la masturbazione è diventata un dannato inferno, perché irrimediabilmente i tuoi pensieri deviano, tu inizi ad agitarti e le cose non funzionano più come dovrebbero. Vada per ciò che passano in televisione quindi.
Dio – o Jack – ha uno strano senso dell’umorismo – constati amaramente quando ti trovi ad osservare il primo piano di Meg Ryan e Nicholas Cage. Oh, sai perfettamente quanto ti farà male, ma continui a guardare il film, nonostante il dolore o, più onestamente, proprio per quello. Immergi il coltello nel sale e poi scavi e affondi nella ferita aperta e sanguinante. Ti metti alla prova – che poi è ciò che fai da tutta la vita – per vedere se anche sta volta riesci a sopportarlo, se anche adesso sopravvivi. E lo fai, lo fai finché: «Non so che sapore ha una pera, per te» dice Seth.
(Sento ogni molecola).
Sei estremamente calmo prima di alzarti, sollevare il televisore e frantumarlo a terra, nella tua testa l’immagine di Castiel che mangia hamburger, Castiel che non era con te quando i sapori li sentiva davvero – e lo sai, Dean, lo sai che ovviamente è solo colpa tua. Cas che odi, a cui vorresti strappare i maledetti occhi – che neanche sono suoi – spaccare il naso e la bocca con le tue stesse mani come hai già fatto ed era stato bello, orribile certo, ma bello, liberatorio, finalmente tenerlo fermo con il tuo corpo e averlo sottomesso ai tuoi piedi e ancora, comunque, sempre, speranzoso. Fargli male, male, male finché non ti sentirai bene, finché non ti chiederà pietà. Perché lo odi, lo odi per tutte le volte che non è rimasto, lo odi per quando ha mentito, lo odi per aver agito alle tue spalle, lo odi per essere morto, essere morto subito dopo, subito dopo… E non hai avuto tempo, non hai avuto tempo mai, solo che forse il tempo c’era, ma tu guardavi altrove.
Lo odi perché non riesci a odiarlo quanto odi te stesso.
(Distruttivo, arrabbiato, a pezzi).
Quando la mattina dopo Sam trova la Tv distrutta e suo fratello addormentato per terra si limita a coprirlo con una coperta.
  
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