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Autore: renmisya22    06/10/2022    0 recensioni
{RANMASA}
DALLA STORIA
Possibile che quel piccoletto del primo anno aveva dimenticato completamente tutto? Che quella fosse una semplice strategia per fargli fare i suoi compiti? Lo aveva di nuovo illuso, aveva giocato con i suoi sentimenti. E Ranmaru ci era rimasto malissimo. Doveva immaginarlo, Masaki era quel tipo di persona. Eppure avrebbe dovuto saperlo dall’inizio: a quel ragazzino piaceva mentire.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kariya era partito la stessa notte, proprio dopo che Midorikawa andò a prenderlo dalla festa di Natale. Dopo aver rivelato i suoi sentimenti, aveva deciso di bloccare il suo Senpai su tutti i social, voleva evitare di parlare con lui, nonostante lo pensasse ogni giorno e sentiva terribilmente la sua mancanza. Durante il viaggio sull’aereo e anche mentre visitava la città, non faceva altro che sospirare mentre osservava le nuvole, il cielo. Era rimasto incantato dalle sfumature di quel cielo, che quasi ricordavano le iridi del suo caro Kirino. Si chiedeva sempre come sarebbe stato, se con lui fosse venuto anche il rosato. Ormai erano un paio mesi che quel suo compagno di squadra aveva iniziato ad interessargli, a piacergli. Gliene aveva fatte passare veramente così tante a quel povero ragazzo: lo aveva rifiutato praticamente nello stesso identico modo in cui lo aveva rifiutato il suo migliore amico qualche mese prima per poi decidere di ignorarlo totalmente; a detta di Ranmaru, quando ebbe l’influenza lo aveva messo letteralmente le spalle al letto mentre stava per baciarlo, per di più, poco prima si era sfogato delle cattiverie di Aoi che gli aveva detto pochi giorni prima. E ovviamente il suo cervello aveva totalmente eliminato ogni ricordo di quel pomeriggio, facendo diventare quel ricordo sfumato, come se fosse stato tutto uno stupido sogno. Aveva maledetto totalmente la sua memoria penosa in quel periodo. Fortuna però che con la presenza di quel nuovo allenatore fastidioso, che in qualche modo conosceva anche i suoi tutori, Masaki aveva preso il coraggio di chiedere al più grande cosa fosse accaduto quel pomeriggio e lì, ebbe la conferma di essere un emerito idiota. Non era stato per niente un sogno, quella era tutta realtà. In un certo senso era felice, ovviamente non di aver ferito per l’ennesima volta i sentimenti di quel fragile Senpai, ma che tutto ciò era effettivamente realtà. Non voleva ammetterlo a sé stesso però. Era estremamente confuso, ma oggettivamente contento. I suoi tutori furono proprio i primi a rendersi conto dell’atteggiamento del loro caro protetto.
-Masaki! – disse Hiroto, un giorno, poco prima della partenza, mentre erano seduti a tavola per pranzare. -Io e Mido abbiamo notato in te qualcosa!
-Che intendi dire? – sussultò il ragazzo, preso alla sprovvista. -Io sto completamente bene!
-Centrano forse questioni di cuore? – si avvicinò Midorikawa, accarezzando la testa del ragazzino. -Che bello, Masaki finalmente conoscerà l’amore!
-Non è questo… - si grattò un braccio in preda all’imbarazzo. -Voi come vi siete resi conto di amarvi?
Il verde sorrise dolcemente e si abbassò quasi alla guancia del ragazzino. -Vedi quel tipo dai capelli rossi pomodoro? – sussurrò Midorikawa, indicando il marito intento a mangiare il ramen istantaneo. -Lui è bisessuale, anche se inizialmente pensava di essere etero. Ha avuto relazioni con praticamente tutte le ragazze dell’orfanotrofio, quello sporcaccione. – Lo incolpò ironicamente.
-Parlate di me? – disse il rosso, alzando la testa, mentre masticava il suo cibo.
Ma il verde lo ignorò. -Io dovevo sorbirmi tutte le sue lamentele, ma a poco a poco mi sono reso conto di amarlo, sentirmi in qualche modo geloso delle sue relazioni e iniziai a non prestare più ascolto ai suoi discorsi. Un giorno ho deciso di dichiararmi e mi ha detto letteralmente con uno sguardo da cretino “a me piacciono le ragazze” – disse imitando l’altro, facendo ridere Kariya che poi si rese conto di non dover ridere così tanto, dato che quella era praticamente la stessa identica cosa che aveva fatto al suo “amico”.
-Ma io non ho detto così. – si lamentò Hiroto, cercando di giustificarsi.
-Non interrompere il mio discorso. – disse fulminandolo con lo sguardo, per poi tornare al suo drammatico racconto. -Dicevo, caro Masaki… io ci sono stato malissimo per quello che mi disse quel cafone, cercavo di ignorarlo, ma vivendo nella stessa casa risultava difficile certe volte mantenere un atteggiamento freddo. Poi un giorno non so cosa gli sia successo, ma ha deciso di stamparmi senza preavviso un bacio sulle labbra.
-E vi siete messi insieme?
-Mi ha rifiutato lui quella volta. – ridacchiò Hiroto. -Me lo meritavo. Così ci siamo allontanati.
-Si era offeso. – ridacchiò Midorikawa. -L’avevo ferito, ma più che altro perché pensavo mi stesse sfruttando.
-Ma come te l’ha dato il bacio?
-Non lo dire. – disse Hiroto guardando suo marito.
-Io lo dico invece! Io stavo tranquillamente scendendo le scale mentre parlavo con tuo zio Nagumo. Hiroto mi guarda, sorride e mi urla un “TI AMOO!” per poi stamparmi il dannato bacio. – disse mimando a scatti, la scena.
-Certo che sei proprio scemo, eh! – disse Masaki, con uno sguardo di rimprovero, mentre Hiroto metteva il broncio. -E poi come vi siete messi?
-Quell’anno non ci siamo messi. – il rosso fece il labbruccio. -Ci siamo fidanzati una volta diventati ventenni. Io avevo deciso di andare via prima di tutti, ma mentre feci le valigie mi resi conto che mancava qualcosa. Così l’ho messo nella valigia e l’ho port… Ahi!
-Poi è venuto da me piangendo dicendomi che aveva bisogno della mia presenza. Anche io mi misi a piangere. Data poi l’atmosfera ci baciammo.
-Oh…- sorrise intenerito. -Che bello dev’essere stato… in fin dei conti, vi amavate entrambi.
I due sorrisero contemporaneamente. -Ma dimmi caro. Perché ti serviva sapere di come sono finito con quel pomodoro? – disse scherzoso Ryuuji. -Ti sei innamorato per caso? Ammettilo, dai! Rimarrà un segreto tra noi tre e queste mura.
Il ragazzino arrossì, diventando della stessa tonalità dei capelli di Hiroto. Poi prese un respiro e decise di raccontare tutta la sua storia con il suo Senpai, non escluse nessun dettaglio. Mentre raccontava, si rendeva conto che nel suo petto qualcosa pulsava incessantemente. Non era mai successo quando parlava di Aoi. Era una sensazione del tutto differente. Ogni tanto, mentre parlava di Kirino la sua voce tremava per la troppa euforia, poi divagava descrivendo altri dettagli sul ragazzo che in realtà non centravano nulla con la loro situazione. E proprio in quel momento si rese conto che qualcosa si stava pian piano, o meglio, si era smossa nel suo cuore.
-Credo di essere innamorato del Senpai? – finì arrossendo. -Secondo voi, può essere?
E i due adulti sorrisero genuinamente a quelle domande. Senza dire nulla, lo abbracciarono, orgogliosi di lui per aver finalmente accettato i sentimenti che provava per il suo compagno di squadra.
E proprio da quel momento, Masaki aveva iniziato a dare sempre più attenzioni a Kirino. Lo chiamava sempre per pranzare insieme e caso vuole che il professore gli mise anche in coppia per allenarsi insieme. Anche se per un certo periodo il più grande si voleva dimostrare freddo nei suoi confronti per cercare di eliminare ogni traccia residua dei suoi sentimenti per lui, non riuscì a rimanere indifferente alle attenzioni di Kariya, che in fin dei conti gli piaceva ancora tanto. Masaki era felice di poter passare così tanto tempo con lui, soprattutto quando lo stuzzicava: perché in realtà quel piccoletto amava più di ogni altra cosa dargli così tanto fastidio e vedere le sue reazioni più esasperate. E poi arrivò il Natale. Quando lui, con quel vestitino imbarazzante, aveva rubato a Kirino quel tanto atteso bacio. Gli era piaciuto tantissimo, si era pentito di non aver assaporato al meglio quelle labbra. Ma doveva farlo. Doveva continuare a vivere con il desiderio di volerlo sempre di più. Era proprio lui, ad aver deciso di doverlo desiderare. La sua era proprio una punizione che si era inflitto per aver ignorato per così tanto tempo i suoi sentimenti.
Finalmente, dopo più di un mese che si trovava all’estero, era arrivato il tanto atteso giorno della partenza e del ritorno a scuola. Per questo, quel giorno, decise di mandargli un messaggio. “Sono quasi all’aeroporto”. Lo mandò solo a lui, solo lui doveva essere a conoscenza del suo ritorno. Non voleva nessuno ad attenderlo lì, neanche Hikaru, il suo migliore amico. Masaki voleva solamente vedere il ragazzo che gli era tanto mancato per quel lungo mese di attesa che sembrava quasi infinita. Gli mancava eccome. La sua paura più grande in quel momento era rappresentata principalmente dal pensiero di non trovare ad attenderlo il ragazzo che gli piaceva: d’altro canto, come non biasimarlo, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare. Ma non voleva pensarci. Lui era certo, lo sapeva. Avrebbe incontrata Kirino Ranmaru e si sarebbe finalmente chiarito con lui.
 
 
 
Kirino era in ansia. Non era mai stato in un aeroporto prima di quel momento. Tremava dalla felicità di rivedere dopo così tanto tempo il ragazzo che gli piaceva. Si guardava intorno e vedeva tutte quelle persone con enormi cartelloni con su scritto “bentornato”, ma lui era venuto lì a mani nude. Stava iniziando a sentirsi a disagio, pensava che Kariya sarebbe stato deluso da tutto ciò. Si sentiva in estrema colpa.
Continuava a guardarsi intorno, finché non ebbe la notizia che l’aereo che stava atterrando in quel momento era proprio il volo del ragazzo che stava attendendo. Prese un respiro enorme e iniziò a guardare tutta quella gente che passava. Cercava il corpicino minuto di Masaki, ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Poi si sentì toccare la spalla e si girò.
-Kariya! – ma arrossì notando due uomini molto fighi che gli sorridevano a trentadue denti. -Oh, scusatemi… pensavo che fosse un mio… umh, amico… - sorrise deluso.
-Sei Kirino Ranmaru, giusto? – disse l’uomo dai capelli verdi, con un sorriso dolce.
-Sì?
-Capito, è un piacere conoscerti, noi siamo i suoi tutori e… - non concluse la frase che venne interrotto dall’altro uomo dai capelli rossi, in preda all’euforia.
-Masaki è fuori, appena ti ha visto è fuggito subito. Durante il viaggio non ha fatto altro che… - ma la sua bocca venne tappata.
-Ti prego Kirino San, raggiungi Masaki! – disse cercando di coprire la figuraccia che suo marito stava per far fare al loro figlio, che già facilmente si imbarazzava
E Ranmaru, confuso da quei due adulti annuì e di corsa si recò fuori, fidandosi delle parole pronunciate da quei due-
Lì era tutto più chiaro, riusciva a vedere meglio e tra le mille persone lì presenti, tra tutti loro, intravide la testa di Kariya. Il più grande non riuscì a pensare oltre e subito corse verso di lui, per poterlo finalmente abbracciare. Appena lo raggiunse, lo chiamò.
-Kariya!
Ed il più piccolo si girò, con uno sguardo indifferente. Quasi freddo. A primo impatto Kirino ci rimase male nel vederlo così, era certo che Kariya ci fosse rimasto male per non aver ricevuto i cartelloni di bentornato, si stava maledicendo internamente per non aver fatto nulla di bello per accogliere il suo ritorno. Poi però lo guardò bene: era pallidissimo.
-Oh, ciao Senpai!
-Kariya, che hai? – gridò preoccupato, mettendogli le mani sulle spalle.
-Nien… - non finì di rassicurarlo, che si voltò dall’altro lato per poter rigurgitare. Fortunatamente, aveva con sé il sacchetto per il vomito e quindi evitò di sporcare per terra. -Scusa, volare mi fa venire la nausea. – sorrise, in preda all’imbarazzo.
-Non hai qualcosa per…
-Tranquillo, tra un po’ passa. – sorrise. -Ti abbraccerei, ma in questo momento faccio schi… - ma non finì di parlare, che fu avvolto totalmente dall’abbraccio caloroso del maggiore.
-Non dire altro, ti prego. – sorrise. -Mi sei mancato da morire!
Kariya chiuse gli occhi, mettendo la sua fronte sul petto del maggiore. -Tu di più.
-Ragazzi! Salite in macchina! – gridò Hiroto mentre suonava il clacson, rovinando il momento e beccandosi uno schiaffo in testa dal marito come rimprovero, per poi guardarlo con gli occhi da cucciolo terrorizzato.
 
Una volta tornati alla loro abitazione, Kariya che si era già ripreso dalla nausea post-aereo, prese per mano il suo Senpai, per poterlo portare nella sua stanza.
-Sdraiati! – disse dolcemente, ma fece lo stesso sussultare Kirino per l’improvvisa richiesta.
-Come scusa?
-Sdraiati sul letto, fidati di me! – sorrise. -Tranquillo, non voglio fare assolutamente niente. Ma fidati di me, ti prego!
Il più grande fece titubante come gli aveva detto. Dunque Masaki ghignò e poi si mise a cavalcioni sul più grande. Sapevano entrambi quello che stava per succedere. Erano ormai tutti e due rossi per l’imbarazzo. Poi il più piccolo iniziò a piegarsi sempre di più verso le labbra del Senpai e quel momento arrivò. I due si diedero quel bacio tanto desiderato dal Natale. Fu un bacio delicato, dolce. Non era per niente violento, neanche un pizzico di malizia.
Poi Masaki si staccò leggermente. -Con questo, io direi di poter sigillare il nostro fidanzamento. – sorrise, mentre Kirino avvicinò di nuovo le loro labbra.
-Ti amo e mi sei mancato così tanto. – disse il più grande mentre tornavano a baciarsi.
Poi si fermarono e Kariya guardò il Senpai, lo studiò più che altro e poi gli accarezzò i capelli. Erano quasi alla stessa lunghezza di prima.
-Scusami ancora…
-Non preoccuparti. – lo bloccò, capendo cosa volesse dire. -Tanto crescono velocemente. – disse continuando a coccolare il fidanzato. Non fecero altro, non andarono oltre. Rimasero sdraiati sul letto, insieme. Si coccolarono tutto il tempo. Si erano mancati così tanto, ma ora stavano finalmente insieme. Si erano fidanzati, non c’erano più ostacoli e per questo, potevano stare tranquillamente in pace.
Ormai erano certi del loro amore.
 
Kirino si limitò poi ad osservare il suo fidanzato, che si era addormentato. Ogni tanto lo accarezzava e gli dava qualche bacio sulle guance. Doveva essere proprio stanco dopo quel lungo viaggio. Aspettarlo era stata la scelta migliore. Stare con Masaki, finalmente, era per lui come un sogno. Aveva deciso di rinunciare a lui, ai suoi sentimenti, ma eccolo lì. Stavano insieme.
Continuò ad accarezzargli la testa, ma poi, sentì la gola secca per la sete. Si guardò intorno e notò la bottiglietta del turchese sulla scrivania. Si fece per alzare, ma la mano del minore prese la sua.
-Non stavi dormendo? – sorrise senza girarsi.
-Fingevo. – disse con tono piatto. -Non riesco con la tua presenza.
-Vuoi che me ne vada? – questa volta si girò, per poi sedersi di nuovo sul letto, tenendo sempre la sua mano.
-No. Altrimenti non ti avrei bloccato, stupido Senpai. – gli fece la linguaccia. -Volevi andare via? Sei stanco?
-Assolutamente no. – gli diede un bacio sulla fronte. -Volevo solo prendere quella bottiglietta d’acqua.
-Certo che se volevi un bacio, potevi anche chiedermelo! – si alzò, mettendo le sue braccia dietro al collo del più grande, per avvicinarsi lentamente al suo volto, facendo scontrare i nasi
-Scemo, avevo solo sete! – disse il rosato, stampandogli poi un veloce bacio sulle labbra.
-Restiamo per sempre insieme, va bene? – disse Masaki.
E Ranmaru annuì, per poi vedere il fidanzato addormentarsi di nuovo. Anche lui decise poi decise di sdraiarsi, per potersi riposare vicino al suo fidanzato.
 
ANGOLO AUTRICE
Ecco a voi, l’ultimo capitolo! Wow questa è la prima storia che decido di completare seriamente. Sono così felice!! Commentino del capitolo: forse ho intenzione di scrivere una HiroMido (però come OS) basandomi proprio su questo capitolo. Poi ho anche in mente di scrivere una os, sempre dedicata all’universo di questa storia, ma dedicata ad un personaggio diverso, chissà chi. Comunque, giusto per la cronaca: in questa storia non so come, ma almeno per ogni capitolo ho bullizzato Masaki lol giuro che è uno dei miei personaggi preferiti, in realtà gli voglio un bene assurdo.
Finita la storia, chissà cos’altro potrò scrivere. In realtà avrei in mente un’altra storia, ma non o se renderla Ranmasa o meno.
Per quanto riguarda altre storie, probabilmente inizierò a scrivere anche per altri fandom, ma non vi dirò per quali: rimanete sintonizzati! Alla prossima, amici! Ciao!!
   
 
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