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Autore: auburnd0ll    10/10/2022    1 recensioni
Se non avessimo niente da perdere, non avremmo niente per cui vivere ma è quando non si ha niente che si è davvero liberi di farlo. Proprio per questo Charlotte si ritrova in California, cercando di lasciare il passato alle spalle per poter finalmente essere sé stessa. Si prenderà il suo tempo nel conoscere le maniere di Los Angeles e soprattutto la sua nuova vita. Kirk è il chitarrista di una delle band più in voga nel panorama metal del momento e la scintilla tra i due è fulminea. La resa dei conti con sé stessi e l'autorealizzazione sono una conseguenza del rapido ardere della candela.
Pairing: Kirk Hammett x OFC
I fatti non rappresentano fedelmente gli avvenimenti reali, alcuni eventi o persone sono stati cambiati per scopo narrativo.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Non c'era tempo per riprendersi. Quella giornata a Montpellier era destinata a toccarmi nel profondo e non avevo altro modo di vederla se non così. Non potevo perdere altri giorni, sere nascosta dietro la tenda del mio letto, cercando di trovare le forze per continuare tutto quello che dovevo e volevo fare. Dovevo solo accettarlo. 
 
Nelle settimane successive chiunque fosse venuto a conoscenza dell'incidente con Nick aveva cercato di persuadermi nel denunciarlo mentre io volevo solo dimenticarlo ed andare avanti. Avevamo gli show, uno dopo l'altro, sera dopo sera. Inghilterra, Spagna, Germania, Danimarca, Finlandia, Svezia: avevamo girato praticamente tutta Europa. Non avevo tempo, soldi per un avvocato e nemmeno forza psicologica. Eventualmente venne steso un velo pietoso sulla faccenda e nel giro di due settimane nessuno si azzardò più a parlarne.
 
In effetti chi aveva tempo di farlo? Le serate erano tutte una festa, chiunque finiva ancora più distrutto di prima. Iniziavamo la giornata a pezzi e la concludevamo ancora peggio, era un circolo vizioso, a cui tutti si abbandonano in tour. Pure Mike, il manager vi seguiva nei vostri dopo show. Se vi sentivate parecchio in vena allora riservavate un club tutto per voi e per chiunque fosse entrato nelle vostre grazie, altrimenti la festa si sarebbe banalmente svolta in una delle camere d'albergo ed allora iniziavo a pregare che Mike non si venisse a lamentare per il baccano o semplicemente per come avreste lasciato la stanza. James era noto per portare poco rispetto alle porte delle camere di albergo.
 
Per assurdo, il 31 ottobre saremmo stati nuovamente a Parigi, le prime date francesi furono un successone e questa volta per la sicurezza di tutti alloggiammo in hotel. Il piano era interamente riservato a noi ed io mi sentivo speciale, Nick in parte aveva ragione, come aveva fatto una ragazza come me ad ottenere questo? In verità la parte realista di me stessa sapeva darsi una risposta: lavoravo, ed era quello che bastava per esser lì anche se ultimamente andava scemando, confondendosi con la mia sfera sentimentale. 
 
Dopo quella notte a Montpellier passata a parlare iniziammo a viaggiare insieme, dove ero io c'eri anche tu. Finalmente avevo iniziato seriamente a godermi il tour, visitavamo città tutti insieme nei pomeriggi liberi e facevo tutto quello che avevo sempre voluto fare. Nei giorni precedenti, seduto accanto a me nei voli in aereo mi avevi parlato di quanto fossi emozionato per il prossimo halloween, una frenesia infantile che non avresti mai potuto sopprimere e Dio, quanto eri carino.
 
L'orologio appeso al muro di cemento del backstage segnava le 19:55. 5 minuti prima dell'inizio del concerto.
Era il 31 Ottobre e come uno potrebbe immaginare le decorazioni erano state portate fino a dentro l'arena. 
 
<< E' spoglio questo Halloween >> Commentò Jim dall'altra parte del corridoio, intento a sistemare ogni cosa al mixer.
 
<< In Francia non usa festeggiare come in America >> John stava finendo di accordare la chitarra di Kirk dopo averne cambiato tutte le corde.
 
<< Non immagino quanto possa essere deluso e triste Kirk >> Sorrisi, << Penso che viva per questa sera >>. Riposi il 5 corde di Jason nella sua custodia in attesa di essere usato.
 
<< Kirk brama questa sera >> La voce melodiosa di Kristen si intromise, questo indicava che nei camerini erano tutti pronti. << Dopo ci sei per festeggiare Halloween, vero? >> La mora mi prese le mani, << Ci prepariamo insieme >>.
 
La porta pesante del camerino venne chiusa e tutti e quattro usciste con in mano delle maschere.
 
Senza perdere tempo porsi il basso a Jason, lo stesso venne fatto con la tua chitarra. Lars si tolse l'accappatoio, chiaramente alterato da qualche sostanza ed un assistente iniziò a massaggiargli i bicipiti.
 
<< Cosa sarai questa sera? >> Mi rivolsi a te, riferendomi al pezzo di plastica che tenevi in mano.
 
<< Hannibal Lecter ma per te posso essere il Conte Dracula >> Mi prendesti la mano stampando un bacio sul dorso, le tue labbra rimasero lì per qualche istante prima di alzare nuovamente lo sguardo sui miei occhi, sorridendo di lato. Quasi come fossi preso dalla parte del vampiro gentiluomo.
 
Jason era ovviamente Jason Voorhees, Lars era truccato da Chucky mentre James sembrava un anonimo teschio.
 
<< Sul palco tra 60 secondi >> Un assistente annunciò dal lato del palco.
 
Cominciammo la camminata nel lungo corridoio, saltellavate, urlavate, correvate per caricarvi al massimo. << Spaccate tutto >> Incitai.
 
<< Forza stronzi >> Ringhiò James. Tu battesti il cinque al danese. Ti rivolsi un sorriso a trentadue denti, l'ansia era presente anche dentro me. Il cantante cercò le labbra di Kristen in un rapido bacio a stampo poi corse sul palco, allo scoperto davanti a migliaia di persone. I riflettori puntarono su di voi e le note di Blackened iniziarono a rimbombare nell'aria. 
 
Tirai un sospiro di sollievo.
 
2 ore passarono in un baleno e ovviamente ci ritrovammo a smantellare tutta l'elettronica. 
 
<< Ottimo lavoro >> Jim commentò, << Potrei addirittura pensare di portarti sempre con me >>
 
<< Sei diventato un mio superiore? >> Ridacchiai.
 
<< Sono sempre stato più in alto di te in questa gerarchia >>
 
<< Mi scusi, capo >> Scherzai roteando gli occhi.
 
<< Oh no, i complimenti dalle belle ragazze mi danno alla testa >>
 
L'arena si era svuotata da tutti gli spettatori, lasciando un mare di bottiglie e bicchieri nello spazio del prato.
 
<< Hai visto come sono impazziti con The Four Horseman? Non penso di aver mai visto un pogo così grande >> 
 
<< A proposito di cavalieri, la sai la barzelletta sulla cavalcata? >> Si fermò nei movimenti per guardare la mia risposta.
 
Corrugai le sopracciglia, << Spero non sia una di quelle freddure terribili >> Continuai ad osservare il palco, erano state lanciate bottiglie, magliette, scarpe.
 
<< Una donna si ritrova persa nel deserto dell'Arizona, lontano da ogni centro abitato >> Agitò le mani con fare teatrale. << Trova per caso un indiano d'America con il suo cavallo e rimedia un passaggio. Si aggrappa a lui e tutto va liscio tranne per il fatto che ogni 5 minuti questo indiano urla "YEEHAA" >> La sua voce echeggiò nello spazio vuoto.
 
<< Shhh! >> Cercai di zittirlo ma ero in un fiume di risate. Jim si voltò verso di me, pareva compiaciuto della reazione ottenuta.
 
<< Arrivano ad una stazione di servizio e l'uomo fa scendere la donna urlando un ultimo "Yeehaaa". Allora un signore della cittadina chiede alla donna "Cos'ha fatto per far urlare così quell'uomo?". Al che la donna risponde "Nulla! mi sono solo aggrappata al corno della sella" >> I ridolini che accompagnavano la storiella sparirono, Jim sembrò pensare.
 
<< E quindi? >> 
 
<< Merda, ho dimenticato il continuo >>
 
Alzai gli occhi, << Sei palesemente troppo ubriaco per ricordartela. Brutto esempio da un superiore >>. Sdoganai la mia affermazione con un occhiolino. Raccolsi un reggiseno che era stato lanciato ai tuoi piedi durante il tuo assolo.
 
Aprendo la porta del camerino il mio corpo venne riempito da un persistente odore d'erba. Seduti su delle sedie c'eravate voi a passarvi una canna. Notaste a malapena la mia presenza.
 
<< Hai visto quanta gente c'era, dai >> Gesticolò Lars in accappatoio, indicando con la mano un punto inesistente come se potesse riuscire a far vedere ai suoi amici quello a cui si riferiva. << Almeno il 45% erano ragazze. Io la reputo una vittoria >> 
 
Jason rise sotto i baffi, sicuramente compiaciuto da ciò ma non si abbandonò a niente di più, il suo fidanzamento ufficiale era già stato annunciato. Kristen era seduta sulle gambe di James che aveva addosso solo un asciugamano per coprirsi il bacino ed in questo momento avevano il possesso della canna. La ragazza con gli occhi già pesanti aspirò l'ultima volta prima di passarla nuovamente.
 
<< Attenzione, starete mica diventando come i Mötley Crüe? A proposito, questo è quello che ho trovato >> Alzai leggermente la voce per entrare nel vostro circolo di conversazione, che più che discorsi erano pensieri che scappavano dalle vostre labbra. Le vostre espressioni alla vista dell'oggetto nella mia mano facevano quasi intendere stupore ma in realtà eravate abituati a tutto ciò, rendendolo quasi monotono. << E' per Kirk >> Scampai la mano avida di Lars, avvicinandomi al diretto interessato.
 
<< Quello lo hai preso dalla tua valigia >> Scherzò James con un sorrisino provocatorio. Sapeva cosa stava facendo.
 
<< No, James >> Guardai meglio l'indumento tra le mie dita e lo gettai tra le tue mani, << Non mi basta una seconda >>. Mostrai la lingua attraverso i denti ed un coro sgomento si sollevò alla mia risposta.
 
<< Va bene, te la sei meritata >> Il cantante mi porse l'oggetto che vi stavate passando.
 
<< Preferirei di no, sto lavorando >> Mi guardai intorno. Alzò le mani in aria e tornaste alle vostre chiacchiere. << Anzi, dà qua >> Lo stesso Jim era evidentemente ubriaco, per quale motivo non avrei potuto fare due tiri? Avevo anche finito di smantellare. Le palpebre si abbassarono automaticamente e stare in piedi sulle mie gambe molli iniziò ad essere strano.
 
<< Dovresti venire con noi alla spa in Olanda, saranno gli ultimi giorni liberi prima di iniziare il tour in America >> Mi dicesti con voce neutra, probabilmente esausta. Anche tu avevi un asciugamano avvolto ai fianchi ed il tuo torso era in completa mostra ai miei occhi. Mi soffermai sulle tue spalle e sull'omogenea pelle liscia delle tue clavicole.
 
<< Non lo so... probabilmente avrò da fare >> Si guardarono straniti alla mia bugia, chi aveva cose da fare in tour?
 
Mi girai di nuovo verso Kristen che stava scuotendo la testa disapprovando la mia risposta. 
 
<< Eh dai! >> Una pacca da parte del batterista alla mia sinistra mi colse di sorpresa. I miei riflessi non erano più affidabili e l'equilibrio ormai perso mi fece indietreggiare su di te, finendoti sopra. Sapevano cosa stavano facendo. 
 
<< Le palle! >> Scoppiasti in una risata isterica da sotto di me ed io sgranai gli occhi alla realizzazione. Fulminea mi alzai in piedi cercando di porre fine al tuo dolore. 
 
Scoppiarono tutti a ridere mentre tu portasti una mano al tuo inguine da sopra all'asciugamano. Non potei far altro che tapparmi la bocca, cercando di mascherare le risate che stavano affiorando.
 
<< Adesso ti servirà un massaggio >> Scherzò Lars.
 
Gli strappai la canna dalle dita e la posai tra le tue labbra, << Per farmi perdonare >>, spiegai.
Appoggiai le mani ai braccioli della tua sedia chinandomi verso di te, improvvisamente tutti i presenti sembrarono interessati a questo scambio. Allungasti il collo, aspirando lentamente la prima boccata di fumo che eventualmente finì nel nostro campo visivo.<< Ci vediamo dopo, ok? Kristen andiamo? >> Tutti gli occhi presenti bruciavano solchi nella mia schiena mentre mi dirigevo verso la porta.
   
 
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