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Autore: Crystal Aerya Faery    24/05/2005    2 recensioni
Insomnie. Francia, anno 2005. Una semplice ragazza viene assalita da un vampiro: Louis Von Black non riesce però ad ucciderla, e decide di fare di lei una vampira. Ma c'è qualcosa di diverso in Lucien... Il suo sangue reagisce diversamente alla luce del sole... Il contatto con l'acqua sacra è nullo.. La veggenza è nei suoi occhi dorati... Chi è Lucien? Cosa significano le sue capacità? Forse è lei la Grande Guerriera Nera, la donna vampira citata nelle antiche profezie dei libri ritrovati in Transilvania?
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Racconti a tavola

NOTE: Si è aggiunto ai lettori Costantine, che ha già letto la mia opera antecedente a questa, sempre legata al sovrannaturale(Keira Faery -L'uomo della biblioteca) e mi ha fatto piacere leggere di un suo commento :) grazie anche a bya (me arrossisce ^\\\\^) e a tutti gli altri che leggono la storia. Buona lettura!

Parigi 8 Maggio 2005, Senagues Palace, o3.oo di Notte

Quando suonarono delle campanelle sul soffitto, Lucien e Louis furono informati che la cena era in tavola.

Costretta da Louis stesso, Lucien si era provata un abito dell'armadio: una lunga veste nera, molto alla moda nelle famiglie più ricche di Parigi, associato ad una borsetta di paiette dello stesso colore e un cappellino a rete grigio e verde che però non indossò. Si vestì e svestì dietro ad un séparé dai disegni asiatici ma il fine occhio europeo. Degli uccelli esotici giocavano assieme alle sue forme, mostrando ma celando agli occhi del vampiro che, affamato, stava seduto su una poltrona, fumando una sigaretta.

A cena Kastalya e Louis parlarono molto, e Lucien fu istruita a dovere su ciò che doveva, poteva e/o non doveva e non poteva fare da vampira. Le fu ripetuto di non esporsi al sole, ne all'acqua e agli oggetti sacri. Poi le fu spiegato che tre volte alla settimana si poteva uscire a caccia di notte per le vie di Parigi, ma che ultimamente era molto limitato l'omicidio di persone e quindi il bere sangue umano. "La terra è cambiata" aveva detto affranta la giovane vampira, che dimostrava sedici anni e che, dopo le spiegò Louis, era stata vampirizzata pressappoco a quell'età.

Inoltre, Lucien ebbe modo di rivalutare Kastalya: dapprima l'aveva creduta una figura ostile, mentre più parlava con lei e più si sentiva rispettosa. Conosceva ogni affare e ogni legame politico in atto tra vampiri e mortali, ed era lei stessa stipulatrice di continui patti ed alleanze con il mondo di coloro che 'Sono come Falene Notturne... vivono pochi giorni, mentre noi siamo l'albero di Ulivo'. Queste erano state le sue stesse parole. Inoltre Kastalya, con la sua giovinezza stupenda e l'accento nordico, italico, pareva una creatura non dedita all'assassinio, bensì alla ricerca e all'adorazione stessa della morte e della vita nelle loro mille sfaccettature. Mentre Louis era gelido e incomprensibile alle volte, Kastalya era magnifica. Lucien si trovò più volte a guardarla mentre parlava, con il suo tono di chi la sa sempre più lunga, e la voce che è soffice ma allo stesso tempo accattivante. Ti cullava, con le sue parole, ed era superbo.

Inoltre, mentre beveva da calici ricolmi di sangue l'unica linfa vitale che il suo stomaco ora digerisse, e si saziava -nel mentre così banchettavano dai calici, i tre vampiri stavano tornando del loro colorito naturale: la pelle rosea, le guance piene, le labbra ancor più rosse- Lucien venne a sapere di un progetto che Kastalya voleva mettere in atto da lì a qualche settimana. "Ho intenzione, Louis e Lucien cara, di spostare la sede del nostro regno al vecchio castello dei nostri padri." Aveva detto la vampira dai boccoli fluenti.

"A Castel Von Black in Transilvania?" aveva domandato Louis, gli occhi rossi scintillanti del sangue che beveva dalla coppa di cristallo. "Kastalya, mi pare di ricordare che fosse occupato dal turismo dei mortali. Non era stata venduta, quella proprietà?"

"No... O almeno, non del tutto. Si, è vero che è in mano ai mortali, ma non come fonte di turismo. E' stato messo come monumento storico, e riaverlo indietro sarà quasi impossibile. Dobbiamo aspettare solo che i fondi di una troupe di ricerca finiscano, e che quelli facciano i bagagli, per tornare alla nostra antica dimora. E questo accadrà pressappoco... Tra dieci, undici giorni massimo. Nel giro di due settimane, potremo riunire le tre grandi stirpi, e riconsolidare le alleanze." E nel mentre così aveva parlato Kastalya, i suoi occhi verde scuro erano scintillati vivi come fossero fulmini di un temporale muschiato. Lucien comprese che quel progetto era stato elaborato al millesimo, e atteso anche da molto tempo.

"Avete detto tre stirpi... Quali sono le altre due?" aveva domandato, rosa dalla curiosità, ed emozionata di far parte di quel magnifico e terrificante mondo.

"La stirpe dei Von Black è la più alta e potente, ma vi son anche altre due stirpi molto importanti per il mondo dei vampiri: i Dracula e i Corvinus. Entrambe hanno perso importanza a causa del modificarsi, come prima dicevo, della terra: urbanizzazione, stretta sorveglianza, ricerca sempre più mirata a svelare i misteri...Una volta nessuno si azzardava a venire a cercarci nelle nostre bare!" e nel dirlo Kastalya aveva schioccato la lingua , quasi volesse fischiare un ingiuria. "Ma ora! Ora non possiamo più vivere tranquilli! Pare che la nostra specie sia semplicemente destinata a perire..."

"Non credo, con una matrona come voi." Aveva detto per forza di cose Lucien, avvalendosi così di un sorriso dalla ragazza vampira, e un'occhiata di fiducia.

A fine cena vi era più interesse tra le due vampire che tra Lucien e Louis stesso. "Ora vi lascio." Disse infine Kastalya, e prese il corridoio di destra, una candela in mano, diretta alle sue stanze. "Buon risveglio." Disse poi, e scomparve nel corridoio di dipinti.

 

Parigi 8 Maggio 2005, Senagues Palace, o4.45 di Notte

Quando furono soli, a percorrere la strada che l'avrebbe condotti alla loro camera, Lucien studiò di nuovo il profilo del vampiro. Se prima aveva provato repulsione, e poi rancore, adesso sentiva solo il bisogno di sentirlo di nuovo vicino a lei. C'era di nuovo l'attaccamento, che il sangue le donava...Il sangue che aveva bevuto le risvegliava un poco dell'anima non dannata che nel suo cuore batteva. "Mi porterai con te, a Castel Von Black?" domandò la ragazza vampira, solo per sentire la voce dell'altro.

"Si." Disse rapido il vampiro. Vi era freddezza nella sua voce, ma anche una certa impazienza.

Raggiunsero la loro camera, e Lucien rimase a fissare il letto matrimoniale con gli occhi dorati, mentre Louis chiudeva la porta e poi si accostava alle finestre, per chiudere anche queste. Ne lasciò aperta solo una dalla grande vetrata, sul quale davanzale si sedette, incrociando le gambe e guardando la luna alta nel cielo, incorniciata da una cascata di stelle luminose.

Lucien si sedette sul limite del letto, e invece di adorare la luna, adorò il vampiro, così bello e perfetto nella sua aurea vitale. Di nuovo la passione si insinuò come spire di serpente in lei. Fece passare una mano tiepida sul ginocchio di Louis, per attirare la sua attenzione. "Non vieni a dormire?" chiese con voce soffice la ragazza.

Louis diede un'ultima occhiata alle stelle, e poi sospirò. Lucien riuscì a vedere una morbosa tristezza nelle sue iridi.

Quando si spogliarono -Lucien lo fece di nuovo dietro al séparé di uccelli multicolore- e poi si misero sotto le coperte di raso, dapprima si stesero rigidi ognuno dalla propria parte, poi fu la stessa Lucien a cercare il calore di lui, e scivolò fino a lambire con le cosce le sue gambe, sfiorandogli la pelle ancora calda del sangue bevuto.

Louis si mise di fianco, e la abbracciò, tenendola stretta a se, baciandole ogni tanto la guancia, per poi scendere su collo, sfiorare con la lingua la dolcezza del sangue che le scorreva vivace dentro, e poi baciare le labbra. Lucien non provava amore, ne solo e puro desiderio: era inevitabile, baciare ed amare quelle labbra, specchiarsi negli occhi rossi. Che lo volesse o no, era legata a quell'uomo, e lo sarebbe stata per sempre.

"Sei triste. Anche io, lo diverrò?" chiese staccandosi dalle sue labbra, la voce suonò leggermente preoccupata. Viva.

"Non sono triste." Ribatte lui, smettendo di toccarle la schiena e carezzarle le spalle.

"Prima ti ho visto...quando guardi il cielo. Anche quando eravamo in campagna." Si ostinò lei, tirandosi su nell'oscurità della camera, e sistemandosi la vestaglia trasparente.

Lui però la riportò sotto le coperte, e poi sotto di lui, con la stessa forza con la quale quella notte di pochi giorni prima l'aveva presa senza chiedere permesso. Le baciò le labbra, scese sul collo, e calò fino a sfiorarle il seno. Lucien per un attimo fu tentata dal lasciarsi andare, ma il terrore le gelò il sangue nelle vene. "Louis...fermo..." mormorò, scansandolo, ma la sua forza era poca in confronto a quella di lui. "Louis!" alzando la voce.

"Che c'è!" ringhiò lui, spazientito. Lucien scivolò via da sotto di lui, e si mise da una parte. Nella notte, i suoi occhi scintillavano come fiammelle di candela. "Non ho voglia." Disse semplicemente la ragazza.

Louis tentò di nuovo di avvicinarglisi, baciandola prepotentemente, ma lei lo scostò con le bianche mani, tenute sul suo petto. "No...ho detto di no."

Il vampiro accettò quel rifiuto, il secondo per l'esattezza, senza nulla dire, e si rigirò tra le coperte, dandole le spalle.

Prima di addormentarsi, Lucien si abbracciò a lui, stringendosi come una foglia morta.

Piangeva.

  
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