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Autore: Karmensita    24/05/2005    0 recensioni
Ti abbracciai come non avevo mai fatto con nessuno e quasi piansi sulle tue spalle... la mia testa era piena di domande del tipo «Perché fai così?», tu ti scusasti timidamente per la mattina passata a scuola, lo ricordo come se fosse ieri. Rimanemmo abbracciati per un lungo istante, non volevo lasciarti più. Rimanemmo abbracciati, come due amici.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ho deciso di partecipare a questo roundrobin perché anche io sento il bisogno di scrivere una lettera ad un mio amico carissimo… Gabriele. Un nome che ha significato e significa tanto per me.

 

A letter for my angel…

 

Caro Gabriele,

ti ricordi della prima volta che ci incontrammo? Sì, eravamo piccoli… solo 6 anni…ma già ci volevamo un mondo di bene.

Andavamo alla prima elementare insieme ed eravamo inseparabili! Eravamo la coppia burlona più popolare della scuola: da una parte io, la piccola sveglia mascalzona della situazione, sempre in vena di combinare pasticci alle maestre, da un’altra tu, piccolo bambino timido, sempre al mio fianco in ogni malandrinata in progetto!

Non me l’avevi mai detto che mi amavi già da allora? Io non me ne ero mai accorta, anche se ero sempre impegnata a difenderti da chi si prendeva gioco di te. Tutti i maschietti, quando era l’ora della ricreazione, ti prendevano in giro perché eri una frana a giocare a calcio, e, puntualmente, io ero lì, a difenderti, ignara delle prese in giro delle mie coetanee. Dicevano che ero un maschiaccio.

Ma io ero fiera di questo titolo, perché sapevo che ero il vero maschio della classe, dal momento che battevo tutti a calcio!

Poi mi ricordo che alla fine della terza elementare mi desti un bacetto sulla guancia, ti facesti tutto rosso e scappasti via. Rimasi perplessa… il mio migliore amico mi aveva dato un bacino sulla guancia! Io avevo sempre odiato le cose romantiche, le definivo “stomachevoli” e “che fanno venire la carie ai denti”, ma non ci pensai più. Al quarto anno avesti problemi a studiare l’Inglese, la materia nuova, che io invece adoravo e ho sempre adorato. Ti ho aiutato tanto e tu mi ringraziasti aiutandomi a fare la matematica, da sempre odiata da me. Poi mi ricordo che uscì il primo libro di Harry Potter, e io avevo letto sempre libri, persino Piccole donne, e proprio quello non volevo lasciarmelo sfuggire… lo feci leggere anche a te, e alla fine trovai molte somiglianze tra te e il personaggio di Neville Paciock, tutti e due impacciati, tutti e due un po’ troppo nervosi… e tu trovasti me molto simile a Hermione Granger… saccente, sveglia e un po’ secchiona.

Alla quinta elementare ci fu l’esame di sbarramento alla classe media. Lavorammo duramente sulle tesine da portare, e tu ne uscisti a pieni voti proprio come me!

A quel punto mi ero chiesta “Perché staccarmi da lui? Dopotutto è il mio migliore amico, e sarebbe bello frequentarlo ancora alle medie!”

Così arrivarono i nuovi cambiamenti, i nuovi professori (che tu chiamavi ancora “maestri” per l’abitudine), e le ragazze nuove. Ero un po’ gelosa di loro… non volevo che una di loro prendesse il posto mio nel tuo cuore… perché ormai lo avevo capito che avevi preso una cotta per me. Solo che io non riuscivo ad avere le tue stesse sensazioni… e mi dispiaceva. Poi ricordo che una sera venisti a casa mia dopo la recita di Natale. E piangevo. Perché avevo sentito delle mie coetanee che dicevano che io ero un maschiaccio che non aveva mai dato un bacio sulle labbra a nessuno.

Mi abbracciasti e mi dicesti che neanche tu lo avevi fatto mai. E ci baciammo. Poi non se ne parlò più fino al viaggio in Emilia Romagna in terza media. Quando andammo alla discoteca eravamo totalmente fuori controllo degli insegnanti, e bevemmo dell’Aristoff. L’alcool ci era andato in testa e ballavamo come pazzi, ormai a quei tempi ti eri fatto davvero un bel ragazzo, ma io non riuscivo ancora ad amarti. Quando rientrammo in albergo stemmo svegli tutta la notte a baciarci e a coccolarci. Ma era stato solo un momento di alcoolizzazione. Io non ti amavo e mi dispiaceva troppo. Io volevo amarti. Il giorno dopo dissi che era stato uno sbaglio e tu te la prendesti con me per tutto il tempo della fine della scuola. Poi durante l’estate mi venisti a trovare e mi chiedesti perdono. Io scoppiai a piangere. Mi dispiaceva troppo che non ti amassi. Ora frequentiamo scuole diverse, ma tu sei sempre il mio angelo Gabriele e siamo come sempre inseparabili, anche se tu mi ami ancora, lo so. E mi dispiace, ma io non ti amo. Mi piacerebbe troppo. Io voglio amarti. Mi dispiace…Ti amo tanto come amico. Con, affetto, la tua piccola Hermione, Carmen. 

RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!  

 

 

 

 

  
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