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Autore: Milly_Sunshine    01/11/2022    0 recensioni
Parodia degli young adult scolastici e dei loro stereotipi. A causa di una gravidanza adolescenziale Hope, detta Hopeless, ha dovuto lasciare la scuola. La sua formazione scolastica ne è stata duramente stroncata: non ha mai potuto partecipare a un ballo scolastico, né diventare cheerleader, né essere protagonista di un triangolo amoroso con i due ragazzi più belli della scuola, né tantomeno criticare con assiduità il cibo dalla mensa scolastica. A trentatré anni si iscrive dunque alle scuole serali nella speranza di rimediare, scoprendo che sarà in classe con l'amico d'infanzia Valentin, che non sa di essere il padre di sua figlia Destiny. Realizzando che Valentin è divenuto rozzo e ben poco attraente, Hopeless decide quindi di puntare al ragazzo più sexy della classe, Seraphin, e al suo compagno di banco Kostantin, contendendosi nel frattempo il ruolo di capo cheerleader con l'ex migliore amica Faith, cercando di corrompere la professoressa Prudence e facendo colpo sulla bidella Winter. /// Racconto scritto a tempo perso tra il 2019 e il 2022 e pubblicato anche sul forum Scrittori della Notte.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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L'ora di economia aziendale finì. Fummo tutti felici, a parte Seraphin e il suo amico Kostantin, di vedere la signora Prudence che se ne andava.
Mi chiesi se quei due fossero mai stati a letto con lei e se facessero addirittura dei threesome. Dal momento che ogni tanto anche Kostantin teneva un bottone della camicia slacciato, anch'io avrei fatto un threesome con loro.
Alla seconda ora c'era la partita di baseball. Affrontai un nuovo comizio in bagno, indossai l'uniforme da giocatrice di baseball e mi recai in palestra.
Seraphin era il capitano della squadra degli scapoli, Kostantin quello della squadra degli ammogliati. La bisbetica cinquantenne che dava il via ai comizi in bagno, invece, era capo cheerleader e, mentre scendevamo in campo, si mise ad agitare i pon-pon urlando cose senza senso.
Si sollevò un coro di applausi, mentre io mi mettevo in posizione: in un angolo del campo, mi appartai a leggere sullo smartphone le anticipazioni di "Febbre d'amore". Poi un mio compagno di squadra fece una mossa vincente e tentò di vincere la partita lanciando la mazza in testa a Kostantin.
Kostantin schivò la mazza, che venne verso di me. Mi infilai il cellulare in tasca e schivai a mia volta la mazza con un triplo salto mortale. La capo-cheerleader si inchinò ai miei piedi e mi cedette i suoi pon-pon. Non riuscivo a crederci, al secondo mese di scuola ero già diventata una cheerleader.
Mi misi a ballare e urlare cose senza senso lì dov'ero, ma c'era ancora qualcosa che mancava nel mio cuore.
Dov'era Valentin?
Perché aveva marinato la scuola quella sera?
Non lo vedevo da una vita, ma mi sentivo annaspare in un mare di disperazione popolato da tonni a pinne gialle destinati a finire in scatola.
Quando finì la partita di baseball, in parità sullo 0 a 0 dato che nessuno di noi aveva la più pallida idea di come si giocasse a baseball, tornai in bagno a cambiarmi.
La capo-cheerleader alla quale avevo rubato il posto si presentò come Lina, mentre le altre pettegole si chiamavano Gina, Pina e Rina. Queste ultime tre non erano per niente soddisfatte del mio ruolo.
«Non capisco perché Lina ti abbia messa al suo posto» osservò Gina. «È sempre stata la migliore cheerleader della nostra scuola, mentre tu sei palesemente inadatta al tuo ruolo.»
Pina e Rina si misero semplicemente ad applaudire.
Feci per replicare, ma non mi ascoltarono, perché si erano già messe a spettegolare a proposito del fatto che il tale dal quale Gina lavorava come domestica avesse ricevuto quella mattina una cartella esattoriale da Equitalia.
Dato che vivevamo in un piccolo paesino chiamato New York, quella lettera era arrivata per sbaglio dall'altra parte dell'oceano e Gina si chiedeva come avrebbero potuto spedirla all'effettivo mittente.
A quel punto tornammo in classe per la terza ora, quella di disegno.
Feci un ritratto a Seraphin, avendo cura di dosare bene le ombre nella zona inguinale per far sì che il pacco sembrasse più grande.
Faith mi fece i complimenti e mi disse che disegnavo meglio di Picasso.
«Chi?» le domandai, mentre uscivamo dall'aula per dirigersi in mensa.
Quel giorno il menù consisteva in bistecca di tacchino alla piastra con contorno di lattuga. Tutti iniziarono a lamentarsi del fatto che il cibo fosse disgustoso.
Dopo cena andammo tutti a casa: nella nostra scuola si facevano soltanto tre ore ogni sera, per assenza di professori disposti a insegnare nelle nostre classi.
Mi preparai per andare a dormire, poi rinfacciai ancora una volta a Destiny che mi aveva rovinato la vita, spuntando dal nulla da un preservativo bucato.
Mi addormentai pensando che il giorno dopo sarebbe stato un giorno migliore...
...
...
...
...ma non lo fu. Mi svegliai dopo avere sognato di fare sesso con Valentin, ma non vidi Valentin, così come il giorno seguente e quello dopo ancora.
Ero tentata di denunciare sua madre per truffa, per avermi fatto credere che avrebbe frequentato la mia stessa scuola, ma la settimana seguente fui costretta a desistere da quell'intento.
Era lunedì, ero in ritardo a scuola per l'ennesima volta e indossavo un abito da sera rosso perché ero stata promossa a cheerleader e volevo sentirmi più figa.
La congiuntivite era ormai passata e presto avrei potuto ricominciare a portare le lenti a contatto, quindi potevo sognare ancora un futuro insieme a Kostantin.
Entrai in classe in ritardo di venti minuti e notai che il mio banco era occupato. Accanto a Faith stava seduto un uomo trasandato, con la pancia tipica dei bevitori di birra, che portava un maglione a righe simile a quelli di mio nonno e un berretto di lana. Aveva la barba poco curata e mi accolse salutandomi con un rutto, incurante dell'occhiataccia che gli lanciò la signora Prudence.
Lo riconobbi da una cicatrice su un sopracciglio, che gli avevo lasciato quando a dieci anni gli avevo tirato un pugno senza prima togliermi la collezione di anelli che portavo.
Quello era il mio amico d'infanzia Valentin e rabbrividii al pensiero di avere sognato di scoparmelo.
Rina, l'unica delle cheerleader ultraquarantenni non sposata, gli aveva già messo gli occhi addosso, ma lui non la considerava, in quanto troppo impegnato a sfogliare il "Cioè" del 1998 insieme a Faith.
Mi guardai intorno, chiedendomi dove avrei potuto sedermi.
Per fortuna venne in mio soccorso Kostantin. Mi pregò di mettermi in braccio a lui.
Fu un'esperienza bellissima, soprattutto sentii qualcosa di duro sotto di me e capii che aveva avuto un'erezione.
Sperai che fosse sufficiente per far ingelosire Seraphin e convincerlo a invitarmi a cena quella sera, offrendomi i buoni pasto con cui pagare la mensa. Seraphin, tuttavia, non si preoccupò affatto di quello che stava accadendo accanto a lui. Però, al cambio d'ora, fece vedere anche a me alcune meme a tematica "parrucchino di Donald Trump" che aveva trovato su Facebook e mi sbellicai dalle risate insieme a lui e a Kostantin.
Non riuscivo a crederci, ero diventata amica dei fighi.
Anzi, di più: non riuscivo a crederci, ero diventata amica dei fighi!!!11!!!1!!1!!
Ero realizzata come non mai: per fortuna nella mia vita stavano succedendo anche tante cose belle.
Purtroppo fui costretta a un duro ritorno alla realtà quando tornai a casa e aprii la buchetta della posta: mi erano arrivate in un colpo solo sia la bolletta del gas sia quella della luce. Non mi restava che sperare in qualche altro colpo di scena che mi facesse tornare il sorriso.
 
   
 
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