Spiraglio.
Sapevo
cosa sarebbe successo. Lo sapevo bene.
Quella storia l'avevo già vissuta, in un certo senso.
Conoscevo ogni personaggio, ogni battuta.
Io
facevo parte del mondo esterno, fino ad un anno fa, almeno, quando sono
entrata in questo manga. Già, proprio un manga. Un
comunissimo fumetto
orientale.
«Questo è il mondo di Death Note» aveva
detto lo Shinigami.
Non
avevo il permesso di rivelare a nessuno il mio segreto, o avrei
alterato la realtà di quel mondo, provocando la morte di
innocenti.
Che cosa... banale, vero?
Il
“problema”, se così si poteva chiamare,
era stata
l'apparizione celestiale e palesemente illogica che mi si era
presentata davanti, al mio risveglio.
I
fatti erano due: o ero letteralmente impazzita, o i bellissimi
capelli neri, folti, scompigliati, e quelle occhiaie marcate
appartenevano a L. Lo Shinigami aveva ragione: i mondi erano
perfettamente speculari. Ogni cosa, ogni personaggio, ogni
avvenimento era proprio come veniva descritto nei volumi di Death
Note.
«Ryuzaki» ripetei più volte, a bassa voce. Il mio cervello non riusciva a dar alito a una sintassi più complessa. Un nome, stampato nella mia mente, l'unica parola pronunciabile in quella situazione. Guardandomi intorno, notai che non eravamo soli. C'era tutta la squadra speciale impegnata nel caso Kira. Matsuda, il padre di Light... passai in rassegna nomi e volti. Light non era ancora entrato a far parte del gruppo, bene. Al momento, era ancora in vantaggio L.
Anche se per poco.
I
presenti mi fissavano in silenzio, leggermente spazientiti, agitati.
Come faceva una ragazza piombata dal cielo, sul pianerottolo di
quella stanza di albergo, a conoscere il nome in codice di L?
L'unico,
che sembrava mantenere una calma e una pacatezza quasi cinica, era
proprio lui.
Misi entrambe le mie mani sulle sue guance, per accertarmi che fosse
reale. I dubbi mi attanagliavano.
Matsuda
scattò in avanti, verso di me, ber bloccarmi le braccia:
aveva
forse paura che facessi del male a L? Pazzo.
L
fu però più veloce, ammonendo il giovane con un
movimento del capo. «Lasciala fare» disse, con tono
deciso. Guardai L con ammirazione e curiosità: non erano
situazioni di tutti i giorni, quelle. Sorrise appena del mio sguardo,
vispo, attento.
Portai
l'indice della mia mano destra sulle sue labbra, un poco dischiuse;
potevo sentirne il respiro caldo. Sapeva ancora di caffè.
«Tu
sei... vero»
decretai, meravigliata. Tutti i miei sogni si erano forse avverati?
Il paradiso, al centro esatto dell'inferno.
Rimase
in silenzio, per tre buoni minuti. Fece posare i suoi occhi prima
sulle mie mani, poi sulle mie spalle, per poi finire sulla mia bocca.
Mi morsi il labbro inferiore, a disagio. Poi, il suo sguardo
incontrò
il mio. Temevo quel contatto diretto. Dubitavo della mia forza.
Conoscevo il suo destino, sapevo che sarebbe morto.
L.
Morto.
Rabbrividii
leggermente, ma cercai di mantenere il controllo.
«Lasciateci
soli» sentenziò, con un cenno millimetrico del
capo
verso i suoi aiutanti. A quelle parole, avvampai di rossore. Tutti
quanti uscirono, bisbigliando parole che non riuscii a cogliere.
Poi, silenzio assoluto.
Continuò a fissarmi, impassibile. Sostenni il suo sguardo per lungo tempo, decisa.
L. Morto.
Sapevo
benissimo cosa fare.
«Fammi
entrare nella squadra anti Kira».
~ ~ ~
Okay,
non
c'è stata la pretesa di fare una raccolta degna di questo
nome. Ero svogliata, mi mancava l'ispirazione, ma volevo semplicemente
esercitarmi con il fandom. Questa volta, credo di aver fatto L
abbastanza IC. Speriamo bene! Avevo questa oneshot sepolta nel pc da
tempo - e ho pronto anche il seguito - ma non credo che
andrò oltre il terzo capitolo.
Comunque, i commenti sono sempre ben accetti.
Kisu~
E-chan