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Autore: Jamie_Sand    06/02/2023    3 recensioni
Raccolta di one-shot legata alla mia long "lascia che ti racconti la storia".
Piccoli scorci sulla vita di Hazel e Sirius e le persone attorno a loro.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio, Percy Weasley, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lascia che ti racconti la storia'
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L’esatto istante


Anche a distanza di molti anni, Molly Weasley ricordava ancora perfettamente l’esatto istante in cui si era resa conto di essersi invaghita in modo irrimediabile di Janus Black. 

Era successo l’ultimo giorno del settimo anno del ragazzo, durante una calda giornata estiva a meno di una settimana dal quattordicesimo compleanno di lei, in cui tutti gli studenti si erano riversati fuori dal castello per godersi il sole sdraiati sui prati rigogliosi che circondavano la scuola. Tutti tranne, per l’appunto, la giovane Weasley, che detestava esporsi ai raggi solari vista la sua tendenza a bruciarsi per colpa di quella pelle nivea ereditata da suo padre. 

Dunque Molly aveva deciso di passare quell’ultimo giorno a fare ciò che da sempre più le riusciva: isolarsi dal mondo. 

Per l’occasione aveva scelto un punto piuttosto appartato nei pressi della riva sud del Lago Nero, dove c’era ombra e dove solitamente non trovava mai nessuno, in cui la vegetazione era abbastanza selvaggia da nasconderla ulteriormente agli occhi di chi eventualmente poteva usava quella stessa spiaggia deserta a qualche metro da lei per fare un bagno in quelle gelide e vietatissime acque. 

Quel posto le faceva sempre venire una gran voglia di mettersi a scrivere poesie sulla sorprendente bellezza della natura. Le piaceva poggiarsi con la schiena alla corteccia del grosso salice che cresceva proprio lì, sedersi a terra, aprire il suo quaderno e mettersi a creare qualcosa. Quel giorno in particolare però, Molly non riuscì a restare sola molto a lungo: Janus e Faye erano spuntati all’improvviso e si erano sistemati sui ciottoli in riva al Lago, a qualche metro da lei, senza minimamente accorgersi che non erano soli. 

Molly li aveva osservati per un po’ mentre si baciavano e quando lui aveva infilato la mano sotto la gonna di Faye, Molly aveva sentito per la prima volta la gelida lama della gelosia trapassare il suo corpo. Le era già capitato di sentirsi infastidita quando li vedeva studiare insieme o spostarsi per il castello sempre in compagnia l'uno dell'altra. Molly invidiava il modo in cui Janus guardava Faye, si era chiesta spesso se mai qualcuno le avrebbe rivolto quelle attenzioni e nonostante fosse abbastanza intelligente da capire che che i quattro anni che la dividevano da lui fossero troppi a quell'età, non poteva fare a meno di fantasticare un po’ su di loro, sul fatto che magari, prima o poi, Janus l’avrebbe vista fuori dal ruolo di sorellina minore. 

Quel pomeriggio, a soli quattordici anni, Molly Weasley aveva sperimentato per la prima volta nella sua vita cosa volesse dire soffrire per un sentimento non corrisposto. 

Alla fine poi si era alzata e senza fare nessun rumore li aveva lasciati da soli, cercando almeno di non immaginarseli insieme mentre facevano chissà che.

- Molly? Ci sei ancora? - La voce di sua cugina Victoire la fece sobbalzare e la riscosse improvvisamente dai suoi pensieri. 

Si trovavano alla Tana, era estate ed era passato poco più di un anno da quando Victoire aveva sposato Ted, dunque era passato più o meno lo stesso da quando Molly aveva ritrovato Janus, dopo più di dieci anni in cui si erano persi di vista. 

Victoire, che aveva ereditato il talento in cucina della nonna, stava preparando con l’aiuto di Molly il suo leggendario arrosto, mentre al tavolo buona parte dei loro cugini si stavano intrattenendo giocando una partita a sparaschiocco dopo l’altra. 

Quell’estate i signori Weasley erano andati a trovare Charlie nel suo allevamento di draghi in Islanda, ma avevano lasciato ai nipoti la possibilità di passare alla Tana l’intero mese di agosto, come esattamente ogni anno. 

- Scusa… stavo pensando. - Disse Molly, facendo un piccolo sorriso di scuse.

- L’ho notato, sì. - Fece Victoire, e poi appellò velocemente il coperchio della pentola. - A cosa pensavi di preciso? - 

Molly si strinse nelle spalle, ma prima che potesse aprir bocca fu anticipata dalla più piccola della famiglia: - Secondo te a cosa pensa Molly tutto il giorno? - Chiese Lily, abbandonando il tavolo per raggiungere le due ai fornelli. - O pensa alle poesie che scrive o pensa a Janus. - 

Molly la ignorò totalmente, mentre invece Victoire si lasciò andare ad un sospirato e sognante “ooh”. 

- Io vi adoro insieme. - Cinguettò, prima di mescolare il soffritto nella pentola. 

- Non farti sentire da zio Percy però. - Sogghignò Lily. - Anche se ultimamente l’ho visto un po’ più ben disposto. È passato dalla totale disapprovazione alla deprimente rassegnazione. In compenso Hazel ti adora, lo ha detto a mia mamma. - 

- Invece Sirius cosa pensa? - Domandò Molly, interessata. 

- Che tu sia svampita come quella del film… il favoloso mondo di Amélie. -

- Che stronzo. - 

- Guarda che non intende mica in senso dispregiativo. - Chiarì Lily. - È felice che non sei come Faye. Lei non era come Amélie, lei era più come… Cersei Lannister. - 

- Amélie ha quel taglio di capelli orrendo, una personalità evitante e una vita solitaria, lavora in un bar e il suo migliore amico è un vecchio pittore disabile; mentre Cersei è bella, elegante, potente e regina di Westeros. - 

- Ma ha ucciso un sacco di gente e si scopa il gemello: non è una cosa da sottovalutare questa. - 

- Chi sono tutte queste donne di cui parlate? - Chiese Victoire, che a contrario di molti altri maghi di quella generazione si era tenuta lontana dalle mode babbane. 

Lily liquidò quella domanda con un gesto sbrigativo di una mano e si rivolse di nuovo a Molly. - Comunque lo capisco, anche io sarei gelosa di Faye. - 

- Ma io non sono gelosa. - Obiettò Molly. - Perché, tu lo saresti davvero, al posto mio? - 

- Per la barba di Merlino, certo che sì. - Ammise Lily. - È una gran gnocca. James la segue ancora su Instagram, cercala tra i suoi followers. - 

- Non ho un telefono, figurati se sono su Instagram. - Rispose Molly, e poi lanciò uno sguardo verso il tavolo attorno cui erano riuniti i suoi cugini e dove James stava facendo il tifo per Fred all’ennesima partita. - Pensi che tuo fratello ci può prestare il suo? - Chiese, tornando a guardare Lily. 

La ragazza annuì. Quella conversazione stava diventando davvero molto interessante. - James, dammi il tuo cellulare. - Ordinò, marciando verso il fratello. 

- Che ci devi fare? - Domandò lui, diffidente. 

- Molly vuole guardare il profilo Instagram di Faye e dato che so che è il tuo materiale da sega preferito direi che sei l’unico che può aiutarla. - 

Attorno a lui tutti gli altri risero sommessamente e per evitare che quella piccola iena di sua sorella potesse dire altre cose di eguale imbarazzo, le consegnò il telefono senza protestare. L’attenzione però si era improvvisamente spostata dalla partita di sparaschiocco a quello che sembrava un po’ di sano gossip alla babbana.

- Eccola qui. - Fece Lily, dopo aver smanettato un po’ con quel dispositivo che in pochi in quella stanza sapevano davvero usare, prima di consegnarlo nelle mani di Molly, che iniziò a scorrere incerta. 

- Fa vedere. - Si mise in mezzo Dominique, facendosi spazio tra Albus e Rose. 

Sullo schermo illuminato del telefono di James c’erano foto di Faye che la mostravano come se fosse una comune babbana, seppur molto sicura di sé stessa e spesso davvero poco vestita e, più andava giù, più Molly si sentiva schiacciare dall’orribile certezza che non sarebbe mai stata capace di competere contro di lei e non solo perché era palesemente bellissima: Janus non le aveva mai detto a Molly di amarla nonostante lei lo avesse fatto, per non parlare dell’infinità di volte in cui la giovane aveva trovato in giro per casa di lui qualcosa che fosse appartenuta a Faye. Aveva trovato anche delle loro foto una volta, di quelle scattate da quelle cabine automatiche babbane, infilate tra le pagine di un libro che lei aveva preso dalla libreria di Janus. 

- Gran tette. - Commentò Ted, beccandosi un’occhiata omicida da parte della moglie. 

- Non so se voglio essere lei o andarci a letto. - Proseguì Roxanne.

- Io assolutamente entrambe le cose. - Asserì Dominique.

- Niente di che. - Disse invece Albus, ricevendo qualche sguardo perplesso che le fecero aggiungere un imbarazzato e per nulla credibile: - È preferisco quelle meno… formose. - 

- Al, se vuoi fingere di essere eterosessuale dovrai impegnarti un po’ di più di così. - Disse Fred.

- Come faccio a trovare Janus su questo coso? - Si mise in mezzo Molly, rivolgendosi a James. 

- Da’ qua. - Fece il ragazzo, prendendole il telefono di mano. - Lui fa solo foto a tramonti e libri, sai per sembrare un tipo profondo. - 

Ed effettivamente era proprio così, almeno negli ultimi tre anni. Più giù infatti, Molly notò con orrore una sfilza di fotografie in cui Faye Selwyn compariva fin troppo spesso. C’erano foto di loro due insieme e foto di famiglia in cui lei sembrava perfettamente a suo agio insieme a Hazel, Sirius e i loro altri due figli, cosa che fece sentire Molly un po’ fuori luogo, visto quanto si sentiva in imbarazzo ogni volta che li incontrava. 

Faye c’era il giorno del diciassettesimo compleanno di Janus, c’era quando la sorella e il fratello di lui erano nati, c’era il giorno della sua laurea in quell’università babbana e probabilmente anche quando aveva preso il diploma in magisprudenza. Lei c’era sempre, era onnipresente, ma nonostante questo lui non ne parlava mai. 

- Comunque Al ha ragione, non è questo granché. - Tentò di dire Lucy, dopo aver adocchiato l’espressione della gemella. - Anni fa era decisamente meglio. - 

- Non c’è bisogno che menti, Lucy. - Rispose Molly. - È molto bella, è vero. -

- Per fortuna avere un bell’aspetto non è tutto. - Disse Victoire. - Tu ad esempio sei molto intelligente, scommetto che lei non ha i tuoi dodici eccellente ai M.A.G.O., e l’intelligenza di certo non si perde nel tempo, a contrario della bellezza. - 

- E poi lei non è nemmeno lontanamente simpatica come lo sei tu. - Aggiunse Albus. - Io, James e Lily la conosciamo bene, veniva a pranzo da noi insieme a Janus mentre Hazel e Sirius erano in America. - 

- Aveva un pessimo carattere. - Concordò James.

- Siete davvero dolci, ragazzi. - Sorrise Molly. - Ma non ho bisogno di essere consolata. - 

- Ma non ti stiamo mica consolando! - Esclamò Lucy. 

- Inoltre Janus è pateticamente innamorato di te. - Sottolineò Lily.

Molly sospirò e si limitò ad annuire. L’aveva colpita una strana amarezza e all’improvviso la prospettiva di vedere Janus da lì a qualche ora le sembrò meno piacevole del solito. 


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Anche a distanza di molti mesi, Janus Black ricordava ancora l’esatto istante in cui si era reso conto che si sarebbe irrimediabilmente innamorato di Molly Weasley.

Era accaduto all’improvviso, una piovoso pomeriggio d’inizio ottobre dello scorso anno, quando era andato a trovarla a Hogwarts, dove lei insegnava pozioni. L’aveva guardata sotto la luce fioca del sotterraneo, tra i fumi di una lezione appena terminata, con i capelli increspati dall’umidità caratteristica di quel luogo mentre travasava dell’amortentia da un calderone a una bottiglietta, con la volontà di metterla al sicuro da quella mandria di adolescenti dagli ormoni impazziti che probabilmente avrebbero fatto qualsiasi cosa per ottenerne un po’. Fu così che la consapevolezza di essere a un passo dall’innamorarsi di lei l’aveva colpito in pieno volto proprio come quella fragranza invitante che proveniva da quel calderone. 

- Che cosa senti? - Le aveva chiesto Molly, alzando per un attimo lo sguardo su di lui. 

Janus avrebbe volentieri risposto che sentiva proprio lei, il suo profumo, ma alla fine mentì, affidandosi a quegli odori che amavano tutti: - Fogli di pergamena nuova. - Aveva detto. - Pioggia sull’asfalto caldo e cibo della domenica. -

Lei aveva sorriso. - Cibo della domenica? - 

- Cibo della domenica. - Aveva ripetuto lui, ricambiando quel sorriso. 

Be’, almeno due su tre erano vere, si ritrovò a pensare Janus, prima di assaggiare il “cibo della domenica” in chiave vegana che quella sera stava cucinando per Molly, seppur non con poche difficoltà. 

Il giorno dopo quella rivelazione avuta nell’aula di pozioni, Janus era andato in una gioielleria babbana e le aveva comprato un anello, certo che da lì a un anno glielo avrebbe dato facendole la fatidica domanda. Mancavano due mesi a ottobre, ma se non fosse stato per la paura di un eventuale rifiuto, Janus lo avrebbe fatto quella sera stessa.

L’amava. 

Provava per lei qualcosa di disarmante, qualcosa che non aveva mai provato prima, nemmeno per Faye. Ciò che lo legava a Molly non era niente di distruttivo: lei aveva raccolto i pezzi del suo cuore mortalmente spezzato e lo aveva ricostruito, pezzo dopo pezzo, facendolo tornare al vecchio splendore. C’era ancora speranza nel mondo adesso che c’era lei, adesso Janus era di nuovo certo dell’esistenza dell’amore, era tornato a credere che i suoi genitori non fossero un’eccezione in un mare di rapporti deleteri. 

L’amava, ma non glielo aveva mai detto dato gli sembrava così stupido doverlo sottolineare. Quelle due inutili parole, quel mucchietto di lettere insulse, non rendevano affatto giustizia a ciò che sentiva per lei. 

Nonostante ciò, di tanto in tanto il pensiero di Faye Selwyn faceva capolino nella sua mente, come se il suo ricordo fosse talmente radicato dentro di lui da non poter essere estirpato in nessun modo. Janus si chiedeva dove fosse, cosa facesse e soprattutto se fosse felice. Le voleva bene, moltissimo, e non era più arrabbiato con lei come una volta. 

Era abbastanza certo che se l’avesse rivista non avrebbe provato nulla se non un affetto fraterno, non si sarebbe nemmeno sentito attratto da lei.

Chissà, magari un giorno sarebbero tornati ad essere amici.

- Mi sembra di rivederti quindicenne, con la divisa da Grifondoro e nel pieno di una crisi di nervi durante una lezione di pozioni che sarebbe finita male di lì a poco. - Gli disse il suo coinquilino Klaus, seduto al tavolo alle sue spalle insieme al suo fidanzato, un ragazzo babbano biondo e minuto di nome Lucas. 

- Io non ci posso ancora credere che siete due maghi, voi due. - Fece Lucas, che aveva scoperto da poche settimane la vera natura di quello che da ormai più di un anno era il suo ragazzo. All’inizio si era arrabbiato, si era spaventato al punto da averlo lasciato, e nonostante si fosse lasciato convincere a concedere un’altra possibilità era ancora tutto molto nuovo per lui. - Non posso crederci che esiste una scuola di magia in Scozia, che Klaus è un ex giocatore di uno sport per maghi e che tuo padre è morto e poi è resuscitato, Jan. - 

- Non era davvero morto. - Lo corresse Janus, voltandosi verso i due. - Comunque posso comprendere per te sia molto difficile capire il nostro mondo. - 

- Sua madre è babbana. - Spiegò Klaus. - I suoi genitori sono l’esempio perfetto di come due persone provenienti da due realtà totalmente differenti possano stare felicemente insieme anche per parecchi anni. E pensa che suo padre è uno di quei super purosangue di cui ti ho già parlato. - 

- La magia è una cosa bella, te lo possiamo assicurare entrambi, Lucas. - Rimarcò Janus. 

Il babbano annuì con scetticismo, poi sospirò seccamente come nel tentativo di scrollarsi di dosso una brutta sensazione. - Che stai cucinando per Molly? - Domandò cambiando discorso. - A proposito… è una strega anche lei? - 

Janus annuì in risposta. - Sto cercando di rendere il tofu commestibile, poi questa roba che dovrebbe essere purè di patate ma che senza latte e senza burro è praticamente impossibile… credo che ordinerò da asporto. - Sospirò, voltandosi verso la pentola alle sue spalle. - Avevo pensato a delle uova, ma Molly ha questa cosa con gli animali, nel senso che non vuole né mangiarli né sfruttarli, quindi niente uova e latte. - 

- Probabilmente avresti vinto le olimpiadi di pozioni se avessi messo lo stesso impegno per le lezioni di Lumacorno. - Osservò Klaus, facendo un sorrisetto canzonatorio. 

- L’amore muove anche la mia completa avversione nel seguire ricette. - Rispose Janus con nonchalance. - Comunque più che pozioni direi che si tratta di alchimia. - 

- Quindi esiste anche l’alchimia? - Chiese Lucas, spalancando gli occhi. 

- Sì, ma non la insegnano a Hogwarts. - Rispose Klaus alla svelta. - Ad ogni modo, sono certo che saresti finito nel Lumaclub ad occhi chiusi… e avresti di certo tolto il primato di studente migliore in pozioni a Faye. - 

- E scommetto che Faye è un’altra dei vostri. - Bofonchiò Lucas. 

Klaus annuì. - Era in classe con noi ed è stata la fidanzata di Janus per dieci anni. - 

- E a che età vi siete messi insieme, a dodici? - Chiese il babbano, aggrottando la fronte. 

- Sedici. - Disse Janus con tranquillità, tornando a fissare quella massa informe di patate schiacciate nella pentola appoggiata sui fornelli. 

- Erano i nostri Marshall e Lily. - Raccontò Klaus con solennità. - Vivere insieme a loro era piuttosto frustrante dato che se ne stavano sempre appiccicati o chiusi nella loro camera a fare del sesso molto rumoroso. - 

- Ma se imperturbavo la stanza. - 

- Infatti si sentiva la spalliera del letto che colpiva il muro, non le vostre voci, grazie a Merlino. - Fece Klaus, con una faccia disgustata e divertita insieme. - Non hai idea di quanto io sia grato per il fatto che Molly abbia molto più di pudore di Faye. -

- Tutta apparenza, amico mio, tutta apparenza. -

- Ho paura di indagare oltre, ma la curiosità è forte. - Affermò lui, pensando alla Molly Weasley dodicenne e timida che lo aveva invitato alla festa di Natale di Lumacorno parecchi anni prima. - Dimmi la verità: Molly è peggio o meglio di Faye? - 

Quella domanda mise chiaramente in difficoltà Janus, che assunse un’espressione pensierosa. - Non saprei… - Disse. - Sono troppo diverse per essere paragonate: Faye è come uno di quei manici di scopa ottimi in campo ma potenzialmente letali, mentre Molly è più come un manico di scopa da viaggio: magari non ha grandi performance ma almeno non rischia di farti morire schiantato a terra. -

- Puoi tradurre tutto il discorso in babbanese? - Chiese Lucas. 

- Faye è un’auto da corsa, mentre Molly un’utilitaria. - Spiegò Klaus in fretta.

- Adesso è tutto più chiaro. - Annuì il babbano. - Per dirlo come farebbe Shakira: hai scambiato una Ferrari per una Twingo. - 

- Molly è la Ferrari, solo che… sentite non lo so. - Bofonchiò Janus, quasi più a sé stesso che agli altri due. - Spero solo che lei non parli di me in questi termini con le sue cugine, dato che Lily lo direbbe di sicuro a Ginny, che lo direbbe a Harry, che a sua volta lo direbbe a mio padre… e quindi a mia madre. -

- Non ti invidio per niente per questa tua grande famiglia. - Commentò Klaus. 

- Già… anche perché io sono ovviamente un’utilitaria. -

- A vederti così non l’avrei mai detto. - Osservò Lucas, guardandolo per bene. 

- Lo so. Colpa del mio aspetto. - Disse Janus, alzando gli occhi al cielo. 

- Poverino, è troppo bello per sembrare timido e impacciato come in realtà è. - Lo prese in giro l’altro. - Comunque perché non ci fai assaggiare queste tue creazione culinarie totalmente contro natura? -

- Non definire mai i piatti vegani contro natura davanti a Molly, potrebbe schiantarti o peggio. - Rise Janus, infilzando un pezzetto di tofu con una forchetta. - Prego. Ti voglio spietato come i giudici di Masterchef. - 

Klaus assaggiò, masticò lentamente e poi scosse la testa. - Ti conviene ordinare qualcosa da asporto, amico mio, se non vuoi essere lasciato. - Dichiarò. 

Janus annuì. - Lo sospettavo. Volevo fare un gesto romantico ma credo che mi affiderò alla pizza. - Disse accigliato. - Voi cosa fate stasera? -

- Avevamo intenzione di toglierci dai piedi, in verità. - Disse Lucas. 

- Andiamo a vedere uno di quegli spettacoli di teatro contemporaneo strano della compagnia di Lucas… roba molto gay che probabilmente ti piacerebbe. - Spiegò Klaus, e poi si alzò in piedi. - Forse dovremmo iniziare ad andare, sono quasi le otto. -

- Suonate il campanello prima di entrare quando tornate. - Intimò Janus. 

- Tu chiudi la porta della tua stanza se devi scopare con la tua ragazza… anzi, scusa, con la tua Twingo. - Ribatté Klaus.

- Molly è una Ferrari!

Quando i due ragazzi lasciarono quella casa, Janus si decise a sistemare il caos che regnava in cucina con un colpo di bacchetta e poi attese in camera sua l’arrivo di Molly. 

Solitamente la ragazza non era mai in ritardo, si presentava davanti alla sua porta in perfetto orario, con una precisione quasi inquietante (era pur sempre figlia di Percy Weasley). Eppure quella sera, dopo mezz’ora senza nessuna traccia di lei, Janus si ritrovò a sperimentare un po’ di frustrazione mista a preoccupazione. 

Alla fine, venti minuti alle nove, il campanello suonò e Janus si precipitò alla porta tirando un sospiro di sollievo quando vide Molly ferma sulla soglia. 

- Ciao, Polly. - Le disse, sorridendo. 

Lei gli rivolse uno strano sguardo, mugugnò un rapido saluto ed entrò in casa lasciando Janus totalmente perplesso. Non era da Molly avere un umore basso, lei era quel tipo di persona che sorrideva spesso, che si arrabbiava con insolita calma e che quando era triste lo diceva ma non lo faceva mai capire. 

- Stai bene? - Si accertò lui, guidandola verso la cucina. - Che è successo? - 

- Niente. - Si limitò a rispondere lei, rimanendo in piedi sulla soglia, poggiata allo stipite con le braccia incrociate sul petto. 

Janus la osservò attentamente: sembrava arrabbiata e lo stava fissando a sua volta a occhi stretti da dietro gli occhiali da vista. 

Si chiese se avesse fatto qualcosa per ferirla, se c’era qualcosa di cui si era dimenticato, ma non gli venne in mente nulla. 

- Non è vero che non è successo niente. - Insinuò, alzando gli occhi al cielo. 

- Perché non parli mai di Faye? - Chiese lei, andando dritta al punto. 

Janus rimase di stucco per un paio di secondi, assumendo un’espressione spiazzata. - Perché dovrei farlo? - Chiese a sua volta. - A me non piace quando parli dei tuoi ex. - 

- Quali ex? Il mio fidanzatino dei tempi della scuola con cui sono stata per due mesi solo per dimostrare a tutti che piacevo a qualcuno e che non facevo poi così tanto schifo? Oppure il tizio con cui sono uscita tre volte quattro anni fa? - Sbraitò infastidita. - Tu non parli mai di lei, eppure lei è sempre presente! - 

- Non la vedo da quasi quasi tre anni! - Esclamò Janus. - Che ti prende? - 

- Voglio sapere perché non ne parli. Ci sei stato per dieci anni e lo so che l’amavi. - 

- Non ne parlo mai perché mi fa soffrire, va bene? - Sbottò Janus. 

Quelle parole sembrarono colpire Molly come uno schiaffo. Se parlare di Faye lo faceva soffrire ancora allora forse non era ancora riuscito a superarla. 

- Mi sono ritrovato a ventisette anni a dover ricominciare tutto da capo. - Continuò lui, parlando con una durezza che Molly non gli aveva mai sentito usare. - Dopo dieci anni non avevo più idea di chi fossi senza di lei. Lo hai detto anche tu, l’amavo, l’amavo tantissimo, quindi scusa se non ho voglia di mettermi a ricordare il modo in cui mi sono sentito totalmente perso quando se ne è andata. Inoltre non credo che sia carino nei tuoi confronti mettermi a parlare di lei, anche per questo non lo faccio. Ma se hai delle domande prego, chiedimi ciò che vuoi sapere, o magari spiegami perché proprio oggi all’improvviso ti è venuta voglia di rivangare questa storia. - 

- Perché lei se ne è andata? Perché vi siete lasciati? - 

- Non andavamo più d’accordo da tempo. A suo dire io lavoravo troppo, non le davo attenzioni e la tradivo con chiunque, ma d’altra parte si sentiva soffocare dal fatto che io volessi con lei una famiglia e dei figli. - Raccontò Janus, mantenendo il tono alterato di poco prima. Poi sospirò, come nel tentativo di calmarsi, e proseguì: - Poi un giorno se n’è semplicemente andata via, non mi ha dato spiegazioni, non c’è stato un grosso litigio finale che ha messo un punto alla storia e forse per questo ci ho messo tanto ad accettare che fosse davvero finita. Non riuscivo ad andare avanti. - 

- E adesso? - Pungolò Molly. - Ci sei riuscito? Sei andato avanti? - 

Janus aggrottò la fronte, perplesso da quella domanda. - Molly… sono qui con te. Certo che sono andato avanti. - Disse sorpreso di doverlo sottolineare, facendo un passo nella sua direzione. - Ora mi dici per favore cosa ti prende? Che cosa è successo? - 

Quando lui fu abbastanza vicino da poterla toccare, Molly si sentì arrossire. 

Si era appena comportata da fidanzata paranoica? Come poteva spiegare a Janus che era gelosa e soprattutto impaurita perché come al solito non si sentiva abbastanza? 

- Se lei tornasse da te cosa faresti? - Gli domandò, maledicendo sé stessa. 

Janus dovette trattenere un piccolo sorriso. - Credo proprio un bel niente. - Asserì con spontaneità. - Sono passati anni, sono una persona completamente diversa e anche lei di sicuro lo è. - 

- Ma i tuoi genitori sono tornati insieme dopo quattordici anni. -

- Loro sono fatti per stare insieme al di là di qualsiasi cosa. Sono anime gemelle. - Spiegò Janus alla svelta. - Io e Faye eravamo uniti dal fatto che entrambi abbiamo avuto un’infanzia travagliata, soprattutto lei a dire il vero. Suo zio era… orribile sotto ogni punto di vista; ti prego non chiedermi di scendere in dettagli. Inoltre sua madre era malata e lei si sentiva abbandonata da lei, proprio come io mi sentivo abbandonata da mio padre. Ci capivamo per questo, eravamo uniti dal dolore, ma certe relazioni non sono quasi mai sane, infatti la nostra non lo era. E poi adesso ci sei tu, direi che questa è una ragione sufficiente per respingere un eventuale suo tentativo di tornare da me, no? - 

Le labbra di Molly si piegarono verso il basso e i suoi occhi color nocciola si inumidirono, dando l’impressione di essere molto più grandi del solito. Fissò Janus come se volesse leggergli la mente e poi si sentì una stupida perché sembrava sincero e nonostante non l’avesse mai fatta dubitare di nulla da quando lo aveva ritrovato, Molly credeva che per lui la loro storia non fosse nient’altro che il frutto di una momentanea infatuazione. 

- Io… ho visto delle foto. - Confessò la giovane. - Su quel social network babbano. Sul tuo profilo.

- Oh. - Si limitò a dire lui. Adesso era tutto più chiaro. 

- Lei è molto bella. - Proseguì Molly.

- Anche tu lo sei. - 

Molly gli scoccò uno sguardo torvo, fece un passo indietro e incrociò le braccia sul petto. - Ma per favore; pensi che io sia stupida, per caso? - Sbottò infastidita.

- No, a contrario penso che tu sia troppo intelligente per sentirti davvero minacciata da lei solo perché è bella. - Sostenne lui. 

- Lei non è solo bella, non è solo per questo che mi sento minacciata. - Ribatté Molly.

- Già il fatto che tu ti senta minacciata mi lascia interdetto. - Disse freddamente lui. - Se pensi che io sia una persona che tradisce allora non hai capito proprio niente di me. -

- Devo saperlo, Jan. - Fece Molly, seria e a voce bassa. - Devo sapere se sei innamorato di me o meno. - 

Il viso di Janus si aprì allo stupore. - Sì che sono innamorato di te. - Affermò, incredulo di doverlo sottolineare.

- Perché allora non me l’hai mai detto prima? -

- Pensavo che lo sapessi, pensavo che si capisse! - Esclamò Janus. - Vuoi che te lo dica? Bene. Allora sappi che ti amo, Polly. E che ti ho comprato un anello. - 

- Un anello? - 

- Sì, proprio un anello. L’ho comprato l’anno scorso. - La informò lui, avvampando in un modo che avrebbe potuto far concorrenza al sé stesso adolescente. - Te l’ho comprato perché già parecchi mesi fa sapevo di voler passare il resto della mia vita con te. -

Molly rimase in silenzio, la fronte aggrottata e le labbra schiuse come se fosse sul punto di dire qualcosa da un momento all’altro, ma non fece un fiato, facendo crollare Janus nel terrore di aver corso troppo, di averla spaventata e di aver rovinato tutto. 

- Facciamo che io non ti abbia detto niente. - Si affrettò dunque a rimediare. - Quella è solo una cosa stupida che ho fatto… di solito non faccio mai cose impulsive, solo che quel giorno… che ci vuoi fare, ho dato di matto. Senti lascia stare. Ordiniamo la pizza? - 

- E dov’è adesso? - Domandò Molly. 

- Dov’è che cosa? - 

- L’anello, Jan. - 

- Oh. In camera mia. - 

- Dovresti andarlo a prendere. - 

Janus le lanciò un’occhiata preoccupata ma obbedì, lasciandola da sola in cucina per dirigersi verso la sua stanza. Una volta lì recuperò l’anello, (ben nascosto nel cassetto dei calzini) e tornò da Molly con il cuore in gola. 

Non era di certo così che si era immaginato di rivelare l’esistenza di quella piccola scatolina di velluto viola. Il suo programma era di farlo tra qualche mese in un bel posto, inginocchiandosi e facendole la domanda di rito, tutto questo ovviamente dopo essersi accertato che lei avrebbe risposto di sì. 

Ogni tanto lui e Molly avevano parlato di futuro, avevano iniziato da poco a fare progetti in cui l’altro compariva sempre, ma erano solo chiacchiere fatte in piena notte, cose che magari lei non prendeva davvero sul serio, come invece faceva lui.

Quando Janus varcò la soglia della cucina con quella scatola in mano, Molly lo fissò per un istante mantenendo un’espressione davvero difficile da comprendere. 

- Non capisco… - 

- Chiedimelo, Jan. - Lo interruppe lei.

Janus esitò. Quella richiesta da parte di Molly era poco chiara per una persona cronicamente insicura come effettivamente era lui. Aveva bisogno di istruzioni chiare, precise, non poteva buttarsi nel vuoto… o forse poteva, per una volta? 

- Cosa vuoi che ti chieda? -

- Di passare la vita con te. - Disse la ragazza, facendo un passo nella sua direzione. 

Janus le rivolse uno sguardo incerto, per poi iniziare a scrutarla molto attentamente. Molly era molto più bassa di lui; gli arrivava più o meno all’altezza del petto e probabilmente, se in quel momento lei ci avesse appoggiato un orecchio, avrebbe potuto sentire il cuore del giovane battere fortissimo. Il suo viso era rotondo, paffuto e con molte lentiggini, incorniciato da tanti capelli rossi e ricci, dall’aria indomabile, che a Janus ricordavano un po’ le fiamme di un camino durante una gelida notte di gennaio. Quella sera Molly indossava abiti babbani ma, come molte altre streghe poco a contatto con il mondo non magico, quei vestiti erano tremendamente fuori moda e talmente male assortiti da risultare addirittura godibili da guardare nell’insieme. Janus trovava adorabile il fatto che lei fosse certa che le ragazze babbane indossassero lunghe gonne a pois e strane camicette con strani colletti in pizzo, trovava adorabile che tenesse sempre i capelli sciolti e al naturale e soprattutto trovava adorabile il modo in cui lo guardava. 

Lei non l’avrebbe mai ferito, chiunque si sarebbe sentito al sicuro sotto uno sguardo come quello di Molly Weasley. 

- Non era di certo così che avevo immaginato di chiedertelo. - Ammise Janus sorridendo e stringendo nervosamente la scatoletta tra le mani. - Pensavo che mi sarei inginocchiato in qualche bellissimo posto, mettendoti molto in imbarazzo. - 

- Sarebbe stato davvero terribile. - Rise lei. - Posso concederti di inginocchiarti in questa cucina, ma forse sarebbe già troppo per me. - 

- Credo proprio che rimarrò in piedi, sì. - Fece Janus e poi, dopo un breve istante di esitazione, finalmente aprì quella scatolina rivelando il contenuto. 

Lì, infilato nel velluto nero che rivestiva l’interno, brillava alla luce del lampadario la piccola pietra rosa incastonata sull’anello dorato. Molly rimase in silenzio, gli occhi puntati su quel gioiello e di nuovo quell’espressione difficile da leggere dipinta in viso. 

- Vuoi far infuriare tuo padre diventando la signora Black? - Le chiese lui, meno teso di poco prima. Si sentiva come se si fosse appena tolto un peso di dosso.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui e poi sul suo volto si allargò uno dei più bei sorrisi che Janus avesse mai visto. 

- Sì! - Esclamò con disarmante spontaneità, buttandogli le braccia al collo. 

Janus ricambiò quella stretta e, dopo aver abbandonato la scatoletta dell’anello sul tavolo, le prese il volto tra le mani e la baciò. 

Molly rispose a quel contatto all’istante, lasciandosi invadere dalla sensazione di calore che la prendeva ogni volta che lui la baciava in quel modo. Quando si staccarono uno dall’altra, guardandolo negli occhi, Molly non riuscì a fare a meno di ripensare alla sé stessa quasi quattordicenne che lo osservava di nascosto mentre lui amava un’altra. Probabilmente quella ragazzina, in quel momento, le avrebbe battuto il cinque. 



 

Buongiorno gente! (O buonanotte, buon pomeriggio, bo…)

Sono le 3.46 e a quanto pare mi prende di pubblicare queste mie inutili one shot solo in piena notte, in preda a qualche delirio dettato dal sonno. 

Ragazz* ma quanto è complesso lasciare andare i personaggi che amiamo? Io vorrei scrivere altro, ho anche delle idee più o meno valide in mente ma non ci riesco, è assurdo! Avete consigli a riguardo? 

Ad ogni modo grazie per aver letto fin qui, grazie a chi ha inserito la storia nei seguiti e nei preferiti (ho notato anche dei nomi di account che a quanto pare non hanno letto la storia originale, o forse l’hanno fatto solo dopo che l’ho conclusa? Comunque se vi va fatemi sapere che ne pensate, non sai quanto le vostre recensioni aiutino soprattutto a migliorare!)

Alla prossima,

J.

   
 
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