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Autore: Joan Doe    06/02/2023    0 recensioni
Erik Lehnsherr odia essere fotografato. Nel corso degli anni, ha sviluppato una vera arte nel fuggire dalle macchine fotografiche. In effetti, non ci sono foto documentate di Erik Lehnsherr nella sua vita adulta.
Tutto questo viene messo in discussione quando accadono due cose: il suo fidanzato è determinato a risolvere questo suo "problema" e il famoso fotografo Sebastian Shaw mette gli occhi su di lui.
Questo non finisce bene.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Sebastian Shaw
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Erik non era dannatamente d'accordo.
L'aveva già detto? Lui non era d'accordo manco per il cazzo.
Erano al Wolverine. Il locale non era ancora aperto per cui la discussione era potuta avvenire in una bolla di privacy, disturbata soltanto da qualche sporadica apparizione di Logan.
Charles era seduto su una panca e non sembrava felice. Le braccia incrociate sul petto, guardava Erik come un bambino di sette anni cui avessero appena detto che Babbo Natale era morto.
La discussione era cominciata a casa ovviamente, ma non era riusciti a risolverla entro gli orari lavorativi di Erik, quindi erano stati costretti a trasferirla al pub.
"Sei così testardo a volte..."
"Sei così cieco a volte.."
Le labbra di Charles si chiusero così forte da perdere quasi il colore. Erik non l'aveva mai visto così. Avevano avute altre discussioni prima ma di solito il ragazzo era molto più morbido, tentando di giocare la carta dell'adulazione piuttosto che dell'intransigenza. Era Erik quello intransigente e Charles aveva imparato da anni di amicizia che si otteneva da lui molto di più con lo zucchero e gli occhi da cerbiatto che con il muro contro muro. Infatti all'inizio ci aveva provato, ma quella volta aveva trovato delle resistenze che non si aspettava. Con Erik di solito bastava fargli capire quanto era importante una cosa per Charles. Charles sapeva che il suo fidanzato era disgustosamente innamorato di lui e questo lo gratificava talmente tanto che a volte perdeva di vista l'obiettivo finale. Ma non quella volta. Quella volta era talmente ossessionato da quell'idea che non riusciva a cogliere le obiezioni di Erik come un passaggio naturale per la sua sconfitta. Lo infastidivano e basta.
"Mi perdonerai se non riesco a cogliere dove sia il punto."
"Il punto, Charles, è che tutta questa storia non mi piace."
Charles era stato su di giri da quando aveva fatto quella dannata discussione con quel tipo. Shaw o come diavolo si chiamava. Erik non lo aveva mai visto così attaccato al telefono. Il suo ragazzo aveva passato sere nascosto dietro lo schermo del suo smartphone, ridacchiando come un bambino al luna park, e digitando furiosamente sui tasti ogni volta che gli arrivava una notifica. Poi, improvvisamente, c'era stato il silenzio stampa. Erik aveva preferito non interferire in alcun modo, pensando che la cosa si sarebbe esaurita spontaneamente, come una delle tante ossessioni di Charles e aveva pensato che fosse finita fino a quella sera, quando Charles lo aveva informato che il giorno dopo avrebbe fatto un provino nello studio di Shaw. Gli occhi azzurri del suo fidanzato ovviamente avevano brillato di una gioia che ad Erik sarebbe sembrata adorabile, se non ci fosse state altre implicazioni.
"Non pensi che io possa fare il modello? - Charles gli regalò uno dei suoi sorrisi smaglianti, ma Erik sapeva che stava camminando su un terreno minato. - Non sono abbastanza bello?"
Che domanda del cazzo! Ovviamente Erik considerava Charles uno degli uomini più belli che avesse mai visto. Il suo ragazzo non era mai stato più lontano dal suo punto. Non era una cazzo di questione di bellezza!
"Non mi fido di quell'uomo!"
Charles sollevò un sopracciglio. Erik sapeva benissimo che aver sviato la domanda sulla sua bellezza non deponeva un punto a suo favore, ma non era dell'umore di gratificare l'ego già spropositato del suo fidanzato.
"E' un fotografo famoso! - come se la fama fosse sinonimo di sicurezza. - Ha seguito decine di campagne per marchi importanti. Ha fatto la campagna stampa per l'ultimo album di Shakira! E' uno dei fotografi più in voga del momento, perchè dovrebbe perdere il suo tempo se non ne valesse la pena?"
Questo, Erik dovette ammetterlo dolorosamente, era un buon punto. Evidentemente Charles aveva fatto i compiti a casa..
"Tu.. - Charles si sporse nel suo spazio personale e cominciò a colpire il suo petto con il dito indice. - ...sei semplicemente geloso."
"Non sono geloso! Non mi fido e basta."
"E allora accompagnami! Così potremmo fare una foto di noi due. Pensa Erik, una foto per noi da un fotografo famoso! Sebastian era molto dispiaciuto che la qualità della foto di classe fosse così scarsa. Ha anche detto che potrebbe farcela con i suoi vestiti di scena. Marchi importanti Erik! Secondo me staresti meravigliosamente vestito con Armani!"
Erik chiuse gli occhi. Non era ancora d'accordo, ma sentiva sottopelle che quella discussione non lo avrebbe portato a nulla di buono.
"Odio farmi fotografare Charles!"
Si era già sottoposto a quella tortura una volta. Come era possibile che quel benedetto ragazzo pensasse davvero che fosse possibile portare lui in un dannato studio fotografico. Era come pretendere di mischiare il diavolo e l'acqua santa, l'olio e l'acqua. Non erano semplicemente compatibili.
"Andiamo Erik... - Charles scivolò sulla panca e posò la testa sulla spalla del suo ragazzo. Era tornato in modalità occhi da cerbiatto. - Se vieni con me, io farò il mio provino, tu potrai controllare che non succeda niente di strano e alla fine avremo una bellissima foto di noi due. Prometto che non la farò vedere a nessuno... Sarà solo per me e te."
Sbattè le palpebre. La piccola merda.
Erik sapeva che era fottuto.
"D'accordo. Hai vinto. - Charles strillò e cominciò a baciarlo su ogni centimetro di pelle che era scoperta. - Ma se qualcosa non mi piace, veniamo a casa. E non farai domande."
"Si! - Charles continuò a baciarlo senza senso. - Oh grazie.. graziegraziegrazie."
Erik sapeva perfettamente che non aveva sentito una parola dopo che gli aveva detto che aveva vinto. La piccola merda.


"Perchè lo fai?"
Logan raggiunse Erik nel cortiletto dove i dipendenti smaltivano la loro pausa. Erik stava cercando inutilmente di accendersi una sigaretta, ma il vento inclemente continuava a spegnere la fiamma prima che facesse presa e lui aveva già cambiato tre angoli sperando di sottrarsi all'aria.
"Perchè sono in pausa?"
Logan scosse la testa e gli fece cenno di passargli la sigaretta, che accese con il suo sigaro, prima di restituirgliela.
"No stupido! Perchè lasci che ti costringa a fare cose che palesemente ti danno fastidio? Non sei mai stato una mammoletta, ma con lui diventi un'altra persona. Perchè?"
Erik fece un lungo tiro e lo guardò, decisamente imbronciato.
"Non è così. E'..... complicato.."
"Non è complicato bub. O è come ho detto io, o non lo è. Secondo me lo è. E' semplice. Devi solo dirmi il perchè."
Erik prese altri due o tre tiri, in silenzio, come se stesse cercando di tradurre i pensieri in parole.
"Abbiamo punti di vista diversi. E' normale credo...."
Logan lo guardò in silenzio ed Erik capì che aspettava che finisse il concetto. Anche questa poi! Da quando anche Logan era diventato così loquace?
"Bisogna venirsi in contro ogni tanto no? Oh Logan, che cazzo vuoi che ti dica?!"
"Niente bub. La cosa evidentemente ti turba. Quindi non dirmi niente. - Logan fece una pausa e poi gli rubò una sigaretta dal pacchetto. - Vedi? E' così che funziona. A te da fastidio una cosa e i tuoi amici non la fanno. Anche se è una cosa dannatamente fantastica e per nulla rischiosa e sono tutte tue paranoie. Ma a te da fastidio e i tuoi amici non la fanno. Così funziona. E' semplice."
"Oh andiamo, sono anni che hanno istituito gare per fotografarmi di nascosto."
"Certo. Non è difficile supporre che gli amici di Charles si comportino esattamente come Charles, giusto? - Logan vide l'espressione di Erik cambiare. Dio, diventava un tale coglione quando si trattava di Charles. - Lascia perdere. Se funziona per te, funziona per te. Era solo una domanda."
"Una domanda del cazzo, Logan!"
Logan vide l'amico spegnere la sigaretta con stizza e sparire dietro la porta del locale. Bisognava avere tanta tanta pazienza.....


Sebastian non sapeva esattamente cosa aspettarsi.
Il suo piano non era definito nei minimi dettagli. A sua discolpa, c'era da dire che non si aspettava certo che fosse così complicato.
Era abituato alla gente timida. Non lavorava molto spesso con modelli al primo incarico ma solo perchè aveva scalato la gerarchia fino ad arrivare in vetta. Lui di solito rappresentava il punto di arrivo della carriera di un modello, non l'inizio.
Però lavorava in quell'ambiente da abbastanza tempo da aver appreso dei concetti basilari: l'ego delle persone era quasi sempre spropositato, l'esposizione ad una macchina fotografica trasfigurava le persone e non esisteva il modello impossibile.
Tutte queste sue acquisizioni si disintegravano di fronte ad una persona come Erik Lehnsherr.
Sebastian era al riguardo piuttosto perplesso.
Era riuscito ad attirare il ragazzo nel suo studio, con la scusa di accompagnare il fidanzato, ma quella era l'unica parte del piano che aveva funzionato. Poi Sebastian era stato convinto che si sarebbe sciolto. Tutti lo facevano. La prima foto durava secoli ma poi tutta la strada diventava una discesa. Ecco, questo non stava accadendo e Sebastian non sapeva spiegarsi perchè.
Il provino di Charles era andato bene. Sebastian non aveva sbagliato su di lui. Il ragazzo era eccezionalmente fotogenico. Inoltre l'atmosfera dello studio fotografico sembrava fargli bene. Charles era diventato via via più spigliato e Sebastian era convinto che alcuni di quegli scatti fossero oggettivamente buoni. Peccato che non erano quello che Sebastian stava cercando.
Erik, per tutto il provino di Charles, era stato in disparte, senza muovere un muscolo. La sua espressione era assolutamente infelice e diceva chiaramente che il ragazzo avrebbe preferito essere in qualsiasi altro posto. Sebastian non riusciva a capire chiaramente dove fosse il problema. Era chiaro che la foto di classe aveva rappresentato un incubo per quel ragazzo, ma essere immerso in una folla di stupidi era diverso dall'intimità di uno studio fotografico. Perchè continuava ad essere così sfuggente?
"Abbiamo concluso, Charles. - Sebastian spense la sua macchina fotografica ma lasciò accese le luci di scena. - Ti manderò il risultato non appena avrò sviluppato le foto. Così ne potremo parlare."
"Non vedo l'ora, Sebastian. Non so davvero come ringraziarti!"
Sebastian conosceva un modo, ma non era troppo lusinghiero da raccontare nei confronti di Charles.
Era arrivato il momento di provarci.
"Vuoi fare adesso la foto di coppia? Ho le luci ancora accese."
Bastò quella frase a produrre due conseguenze: Erik si irrigidì immediatamente, mentre Charles gli volò immediatamente in grembo come se non stesse aspettando altro.
"Oh sarebbe meraviglioso. Siamo venuti anche per quello, vero Erik?" - Sebastian vide gli occhi meravigliosi di Erik accendersi in quell'immagine che avrebbe pagato per rubare. Ma, seppur con il dato puramente estetico, quell'espressione non era per niente promettente.
"Adesso vuol dire ora?"
Sia Sebastian che Charles sbatterono le palpebre.
"Ho le luci già accese." - L'uomo biondo indicò il set fotografico, indeciso se mettersi a ridere o piangere.
"Ha le luci già accese. - concordò Charles sorridendo. - Me l'hai promesso Erik!"
"Non te l'ho promesso, Charles. - Il ragazzo si alzò come un uomo nel braccio della morte. - Ma facciamo sta cosa... O continuerai a darmi il tormento."
Charles emise un ridolino eccitanto e cominciò a trascinarlo verso il centro della stanza. Sebastian era convinto che avrebbe dovuto a fare quel ragazzo un gran bel regalo.
"Devi cambiarti però. - Con grande apprensione di Erik e altrettando grande stupore di Sebastian, Charles cominciò a sbottonare la camicia del suo fidanzato. - Cosa pensi sia meglio indossare Sebastian?"
Sebastian non avrebbe avuto nessuna obiezione a vedere Tesoro a torso nudo, ma saggiamente, pensò che forse stavano decisamente accellerando le cose.
"Charles... - Erik cominciò a sibilare quando il suo ragazzo arrivò al terzo bottone. La clavicola era decisamente ben esposta. - Charles! - vedendo che le sue proteste non avevano alcun effetto, Erik bloccò saldamente la mano del suo ragazzo, impedendogli di proseguire. - Penso che non sia decisamente il caso!"
"Possiamo lavorare sui primi piani. - propose Sebastian, temendo che il precipitare degli eventi avrebbe fatto scappare la sua preda. - Per quello bastate voi due, e forse più avanti un cappello."
Sebastian pensava di aver risolto la situazione, con un compromesso accettabile, ma si era ritrovato a combattere con il linguaggio del corpo di un Erik decisamente ostile. Sebastian non ricordava di aver avuto una sessione fotografica così disastrosa. Erik era quasi impossibile da catturare. I primi scatti erano stati flagellati da veri e propri sussulti, che avevano reso sfocate praticamente tutte le foto. A tutto si era sommata la crescente rabbia di Charles, che aveva innervosito Erik a tal punto che gli scatti finali l'avevano visto con gli occhi irrimediabilmente chiusi.
Dopo mezz'ora, Sebastian aveva dovuto annunciare la resa. Non era riuscito ad avere una foto valida di Erik Lehnsherr.
"Forse è meglio se ci fermiamo.. Andrà meglio la prossima volta."
"Forse.. - sibilò Charles mentre il suo fidanzato prendeva la via della porta senza nemmeno salutare. - Sono veramente mortificato, Sebastian."
Sebastian guardò il ragazzo più giovane correre dietro all'altro e sospirò.
Ci sarebbe stata una prossima volta?


"Non ci posso credere! - Charles aveva fatto tutto il viaggio in auto senza proferir parola, ma, appena varcata la porta di casa, era esploso. - Sarebbe stato meno terribile se l'avessi fatto apposta!"
Erik era intento a saccheggiare il frigorifero. Aveva bisogno di qualcosa di forte.
Non sapeva nemmeno se si sentiva più arrabbiato o più depresso.
"Era solo una fottuta foto, Erik! - Charles gesticolava con forza. Erik era profondamente innamorato di lui, ma in quel momento avrebbe voluto prenderlo a pugni. - Ti costa così tanto rendermi felice?"
Erik tentò di tenere per sè le parole che minacciavano di sommergerlo, ma un Charles in versione regina del dramma glielo rendeva molto molto difficile.
"Cosa c'è che non va in te?" - ringhiò alla fine.
"In me?"
"Si. In te, Charles. Ti ho detto più volte che non volevo fare quella fottuta foto. Devo cambiare linguaggio? Preferisci il tedesco? O il francese?"
"Ma andiamo. Era solo una foto. Dovevi solo stare fermo per cinque secondi. Cinque secondi Erik!"
"Per te era solo una foto! - Erik sentì la rabbia salire e provò un misto di disgusto e paura. Sapeva cosa succedeva quando era molto molto arrabbiato. Non era mia successo con Charles ed Erik non voleva che succedesse perchè, quando si arrabbiava così tanto, perdeva la cognizione di quello che diceva. Lo aveva sempre trovato piuttosto spiacevole. - Tu! Tu volevi fare una cazzo di foto! Io no. Io odio fare le fottute foto e tu lo sai benissimo. E' il motivo per cui i tuoi amici idioti non fanno altro che provare a farmene una da due cazzo di anni! Lo trovate divertente vero? Bè io no!"
"Non ti sembra di esagerare?" - se Erik non fosse stato così arrabbiato, avrebbe potuto scorgere una punta di panico in quella domanda. Ma Erik era veramente troppo arrabbiato.
"No! - appoggiò la bottiglia di birra sul tavolo di vetro. Avrebbe lasciato il segno ed il giorno dopo la cosa lo avrebbe infastidito molto. Ma non ora. - Non mi sembra proprio! No! - circumnavigò l'isola della cucina e afferrò la sua giacca di pelle. - E' un mese che mi stressi l'anima giorno e notte, Charles. Un mese! E per grazia di Dio non parliamo di quello che è successo in quello studio. Volevi che mi spogliassi davanti a quell'uomo, per amore del cazzo! Dopo che ti ho detto che non mi fidavo di lui. Hai preso un trauma cranico recentemente, Charles? Perchè è l'unico motivo per cui puoi essere stato così dannatamente stupido!"
"Non mi piace questa conversazione, Erik!"
"Nemmeno a me, Charles. - Erik indossò la giacca di pelle con movimenti nervosi e prese la via della porta. - Nemmeno a me!


"Non sei di turno stasera, bub."
Logan guardò Erik entrare a grandi falcate nel locale.
"No. Ma ho bisogno di un letto e wisky. Non necessariamente in quest'ordine."
Logan mise un bicchiere sul bancone, seguito da una bottiglia piena.
"Se devi vomitare, vedi di arrivare al bagno. - Logan guardò Erik bere il primo bicchiere in un sol sorso. - Posso fare qualcosa per te?"
"No. - Erik scolò il secondo bicchiere e ripensò alla conversazione del giorno prima. - Hai già fatto abbastanza."
  
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