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Autore: Hap Collins    11/02/2023    0 recensioni
Marco è amico di Martina, lei lo accompagna a scuola e lo aiuta negli spostamenti perchè Marco ha un problema: un rarissimo virus lo ha rimpicciolito all'altezza 10 centimetri.
Marti è molto attaccata a lui, Marco invece è innamorato dell'inarrivabile Barbara. Inarrivabile anche in altezza, ma Marco è deciso a provarci comunque.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Barbara guidava veloce fumando una sigaretta, Marco era disteso nel posto a fianco ad ammirarla in silenzio. Le braccia si muovevano sicure tra volante e sigaretta, i capelli erano sciolti e mossi dal vento del finestrino aperto.
- Ci sei laggiù? O ti sei perso nel sedile?
- Tutto a posto. Disse lui stiracchiandosi in mezzo all'enorme seduta in gomma piuma.
- Ok, oggi ti voglio attivo. Finiamo questa roba che sono stufa di gente strana.
- Grazie, eh.
- Non parlavo solo di te, mi inquieta di più portarmi dietro quella tipa silenziosa.
Marco trattenne una risata.
- Pensa quanto può inquietarsi lei con te.
Barbara gli lanciò uno sguardo minaccioso, lo afferrò con la mano e lo mise sul cruscotto.
- Così almeno ti vedo, e non parlo con un sedile.
Controllò la strada e riportò lo sguardo su di lui.
- Tu sarai l'addetto alle relazioni con la Cosa, visto che io sono così inquietante.
Marco capì che non era il caso di replicare.
- A che ora ti devo riportare a casa?
- Quando vuoi, sono maggiorenne.
- Stasera ceno da sola, ti andrebbe di...
Barbara lasciò la frase a metà, fissava la strada con sguardo freddo.
- Potrei fermarmi da te, se vuoi. Rispose di getto Marco. Lei fece un cenno di assenso con aria sorniona, per un po' calò un silenzio carico di punti in sospeso.
Il navigatore segnalò che erano arrivati, accostarono al marciapiede in attesa di Laura.
- Puoi rimettermi sul sedile? qui mi viene il mal di mare.
Barbara lo prese più delicatamente e lo portò all'altezza del suo viso.
- Mi fido di te, ok?
Marco fece di sì con la testa, Barbara lo appoggiò sul sedile, ma senza ritirarsi subito. Aprì la mano lentamente, sembrava volerlo tenere ancora un po'.
Marco provò a scendere, ma l'abbraccio delle dita lo strinse di nuovo. Guardò in alto verso di lei, aveva un espressione più serena. Decise di abbandonarsi e stare al gioco. Di nuovo si allentò la stretta, ma al primo tentativo di divincolarsi le dita si strinsero decise intorno a lui.
- Mi sa che sono in trappola. disse.
- E ti dispiace? Sorrise lei.
- Neanche tanto, è una trappola morbida e comoda.
- Bravo.
Barbara continuava a tenerlo stretto, fino a pochi giorni prima trovava repellente quello strano pupazzetto con chissà quale malattia. Ora che l'aveva conosciuto riusciva a pensarlo come un ragazzo. Un ragazzo così delicato che poteva rompersi tra le sue mani. Tenerlo in pugno le dava un sottile sensazione di potere mista a tenerezza. Era lei condurre il gioco e decidere cosa farne. E non era ancora sicura se la cosa potesse piacerle o meno.
- Da quando sono così piccolo ho imparato a riconoscere il tipo di ragazza da come mi raccoglie.
- E di me cosa hai capito?
- Tu non sei tipo da palmo aperto.
- In effetti mi piace essere pratica, se ti prendo, ti prendo bene. Disse aumentando la stretta.
La portiera dell'auto si aprì di colpo, Laura sembrava impaziente di salire e vincere la paura di quelle persone sconosciute. Barbara tirò indietro la mano e Marco appena in tempo prima che Laura ci si sedesse sopra.
- Ma sei idiota? Per un pelo schiacciavi lui e la mia mano! Non guardi prima di sederti?
Laura arrossì, e cercò di scusarsi. Ma Barbara rincarò la dose. Marco si sentì stritolare nel suo pugno tanto che dovette urlare per attirare l'attenzione.
- Guarda cosa mi fai fare. E vai a sederti dietro, quello è il tuo posto.
Laura aveva già gli occhi lucidi, scese e aprì la portiera sul retro. Si sedette restando zitta, mentre Barbara finiva di sbollire rimettendo Marco sul sedile indolenzito.
- Ti ho fatto male? Chiese.
- No, niente di grave. Tranquilla Laura, non è successo niente. Disse Marco.
- Perché c'ero io non è successo niente.
Barbara accese il motore nervosa e fece manovra per uscire dal parcheggio.
- Altrimenti diventavi una frittata sotto il suo culo floscio! Aggiunse.
- Barbara, non esagerare. Il tono di Marco si era fatto serio e perentorio. Lo squadrò, e per un attimo immaginò di schiacciarlo sotto la suola come stava schiacciando il pedale.
- Meglio se vai dietro anche tu! Prese Marco e lo mise in grembo a Laura, che ritirò le mani di scatto imbarazzata. Lui si ritrovò in equilibrio precario e le afferrò la maglia.
- Appoggiami sul sedile. Le disse. Lei eseguì velocemente il comando come avesse in grembo una tarantola. Marco atterrò in verticale come sul materassone in gomma piuma dopo il salto in alto.
- Ma che avete tutte e due? Disse massaggiandosi la schiena. - Se continuate così mi sa che stasera finisco un ortopedia.
Barbara li guardò nello specchietto retrovisore, schiacciò frizione e acceleratore nel cambiare marcia. L'idea di averli sotto i piedi tutti e due le diede una certa soddisfazione.

 

  
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