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Autore: eian    15/02/2023    0 recensioni
Un virus che colpisce i telepati, mortale per i vulcaniani, si sta diffondendo sul pianeta Cetacea e rischia di propagarsi per l'intero quadrante, con effetti devastanti. L'Enterprise del capitano Kirk deve indagare sulla possibile origine sintetica del virus e il suo legame con una sperduta località su Vulcano.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, dopo 10 anni siamo giunti alla fine... Lasciare andare questa storia è molto dura, mi ha accompagnato in periodi difficili e supportato grazie ai vostri generosi e graditi commenti.
Spero di avervi regalato momenti piacevoli.

Leonard… - Spock esitò, combattendo contro il suo naturale riserbo – Io… sentirò la tua mancanza – espresse infine con una punta di tristezza."

Epilogo
 
L’alloggio era cosparso in modo caotico di una varietà di oggetti, personali e tecnologici, che il proprietario cercava ostinatamente di far entrare in una sacca troppo piccola.
Il cicalino della porta emise il suo caratteristico rumore, al quale rispose con un seccato “avanti”, senza alzare lo sguardo sconsolato dal letto ricoperto di vestiti.
Le porte si aprirono e qualcuno entrò silenziosamente.
- Non riuscirò mai a finire in tempo – gemette sconfortato.
- Non avrà bisogno di tanti indumenti, potrà pulirli giornalmente e riusarli. Inoltre le attrezzature del centro medico dovrebbero essere sufficienti – disse una voce atona.
- Ah, è lei Spock – disse, McCoy, girandosi verso il vulcaniano – aspettavo Jim –
- Ne sono consapevole, ma volevo salutarla e ho pensato che sarebbe stato preferibile nella tranquillità del suo alloggio. Spero non le dispiaccia –
McCoy lo guardò accigliato.
- Questo è molto gentile da parte sua, Spock. Mi sembra che finalmente stia diventando più … umano – lo stuzzicò.
- Non c’è bisogno di sminuire il mio gesto con questi paragoni, dottore – replicò il vulcaniano imperturbabile – se non gradisce la mia presenza è sufficiente dirlo – e accennò ad andarsene.
McCoy rise e lo richiamò:
- Spock, aspetta… scusami, le vecchie abitudini sono dure a morire. Ovviamente sono felice che tu sia qui. Vieni a farmi compagnia mentre aspettiamo Jim, ho bisogno di un drink – disse, spazzando il tavolino dagli oggetti che andarono a ruzzolare disordinatamente ovunque e liberandone la superficie.
Si preparò un mint julep e si sedette, invitando Spock a fare lo stesso.
Dopo un attimo di esitazione Spock si versò dell’acqua e lo raggiunse.
Le stelle scorrevano come eleganti fili di luce multicolore all’esterno della finestra mentre l’Enterprise, alla fine della sua completa revisione nei cantieri astronavali di Vulcano, si dirigeva a velocità di curvatura 4.5 verso Cetacea per portare l’aiuto necessario a superare l’epidemia.
Il ronzio dei motori era diventato una nota rassicurante e McCoy, che all’inizio della sua carriera l’aveva odiato fino alla nausea, si chiese quando di preciso fosse divenuto tale.
Si godettero il silenzio reciproco che Spock, anche se mai lo avrebbe ammesso in pieno possesso delle sue facoltà mentali, trovava confortante.
Tuttavia, durante i recenti contatti mentali, molte delle parole che esprimevano i loro sentimenti erano state liberate dalla loro prigione di riserbo e la loro amicizia era diventata più forte e sicura.
Entrambi sapevano cosa rappresentavano l’uno per l’altro e questa sensazione di calore faceva loro compagnia in ogni momento.
- Il tenente Layris è pronta? – chiese Spock, rompendo il silenzio.
- Quasi, stava finendo di preparare un protocollo di procedura per la cura del virus e ha pensato di lasciarmi da solo con le mie dannate valigie – si lamentò – con la scusa che staremo insieme per almeno tre mesi su Cetacea non vede la necessità di passare questi momenti insieme –
- Il tenente ha già deciso se farà ritorno sull’Enterprise al termine dell’assegnazione su Cetacea? –
- No. Non ho idea di cosa succederà, dipenderà da questo periodo sul pianeta suppongo. Il Legame non si è teso tra noi, sta lentamente spegnendosi – rispose quietamente dottore.
-  Mi dispiace – disse gentilmente il vulcaniano
- Non è doloroso, ovviamente mi manca ma essendo il processo spontaneo anche T’Mar non sembra risentirne troppo. In ogni caso per me è sempre stato… estraneo. Noi umani non siamo fisiologicamente predisposti per questo. E’ piuttosto stressante – spiegò.
- Per esperienza non posso che concordare con lei – rispose il primo ufficiale, con il più impercettibile dei sospiri.
- Immagino che tu e Jim ne sappiate più di chiunque altro – rispose con gentilezza il dottore, sorseggiando il suo drink.
- Leonard… - Spock esitò, combattendo contro il suo naturale riserbo – Io… sentirò la tua mancanza – espresse infine con una punta di tristezza.
McCoy impiegò un istante a riprendersi da quella commovente affermazione del suo logico, rigido amico vulcaniano.
- Spock… grazie. Sei davvero diventato più gentile – alzò una mano per interrompere le proteste imminenti  dell’amico – e questo non è un insulto, non sminuisce minimamente la tua logica vulcaniana.
Ormai sappiamo che voi vulcaniani provate forti sentimenti… dopo gli ultimi eventi non si può più negare. Il fatto che non ve ne facciate dominare non li rende meno reali, così come il fatto che occasionalmente li esprimiate non sminuisce il vostro sforzo verso la logica e l’autocontrollo.
E dopo quello che ho visto… devo dire che siete dannatamente bravi in questo -
- Leonard … questo tuo apprezzamento è … insolito – rispose Spock, sorpreso.
McCoy prese un lungo sorso del suo mint julep, poi riprese:
- Non sono stato sempre corretto nei tuoi confronti in questi anni. E’ stato arrogante pretendere che ti adeguassi a noi comportandoti in maniera più  umana. Tu sei esattamente come dovresti essere ed io avrei dovuto accettarti, e apprezzarti, molto prima. Per questo ti chiedo scusa – disse il dottore, guardandolo intensamente negli occhi.
Spock quasi si schiarì la voce prima di rispondere al suo amico.
- Leonard… vorrei essere in grado di esprimere ciò che le tue parole rappresentano per me, sia per il mio lato vulcaniano che per quello umano –
- Credo tu lo stia già facendo egregiamente – minimizzò il dottore con un sorriso ed un gesto della mano – e il tuo medico nonché consigliere ti da’ un consiglio: smettila di separare le tue “razze” come se fossero due mostri che si scontrano quotidianamente. Non sei un tot vulcaniano, un tot umano. Tu sei una sintesi di entrambe le cose, intrecciate in modo imprescindibile. Tu sei Spock
Le sopracciglia del primo ufficiale sparirono sotto la frangia impeccabile mentre rifletteva su quelle parole.
Tu sei Spock
- Dottore, non gradisco ammetterlo ma stavolta lei ha ragione. Seguirò il suo consiglio – rispose alla fine con leggera sufficienza.
McCoy scoppiò a ridere e sollevò il suo bicchiere in un immaginario brindisi.
- Te lo dovevo, dopo tutto quello che hai affrontato per aiutare me e T’Mar, un buon consiglio mi sembra un ben piccolo ringraziamento! –
Si rilassò sullo schienale della sedia, mettendo i piedi sul tavolo senza nessuna eleganza.
- Spock – chiese dopo un certo silenzio il buon dottore – Sei felice? –
Il Vulcaniano impiegò diversi istanti per rispondere.
Non perché non conoscesse la risposta, ma perché si concesse di assaporarne la consapevolezza.
- Sì, Leonard. Sono felice – e la sua voce, pur sempre così controllata, risuonava tuttavia di una pienezza che scaldò il burbero animo del suo amico.
Il cicalino della porta avvisò della presenza di un ospite.
- Avanti – gridò McCoy, riempendosi nuovamente il bicchiere.
- Bones, scusa il ritardo ma l’ammiraglio Komack non smetteva più di farmi domande – entrò lamentandosi Kirk – Spock, anche tu qui? – notò con un sorriso.
- Io e il nostro logico vulcaniano ci stavamo scambiando consigli e ringraziamenti – proclamò il dottore con voce impostata.
Jim aggrottò le sopracciglia e li scrutò con attenzione, come ad accertarsi che non fossero affetti da postumi del virus.
- E’ vero, capitano – confermò il primo ufficiale con serietà.
- Non so se siate ubriachi o cosa, ma che io sia dannato se rovinerò un momento storico come questo! – esclamò ridendo Kirk, andandosi poi a versare un cocktail analcolico. McCoy lo guardò accigliato per la scelta.
- Sono ancora di  turno, dottore – lo ammonì Jim prima che protestasse, sedendosi al tavolo con loro.
- Allora, Bones… raccontami delle tue avances alla gran curatrice S’Mara, nonché nonna della tua attuale compagna. Non ti sapevo così libertino… - stuzzicò Kirk, sorseggiando il suo drink.
- Oh no, di nuovo questa storia! – gemette McCoy prendendosi la testa fra le mani - Non c’è stata nessuna avances, è stato solo un malinteso! E’ andata così… -
Jim guardò Spock e vide chiaramente il divertimento nel suo sguardo sereno.
 
Le stelle sfilavano nel buio del vuoto cosmico come sottili fili iridescenti, guidandoli verso l’ignoto del loro futuro, luoghi dove nessun umano o vulcaniano era mai giunto prima.
Proprio laggiù, dove volevano essere.
Insieme.
 
 Fine


Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito fin qui. La vostra opinione è sempre attesa e gradita
Lunga vita e prosperità

 
  
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