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Autore: Jigokuko    04/03/2023    0 recensioni
Akane non sa nulla di sé. Né da dove viene, né il suo vero nome.
Non appena apre gli occhi e si ritrova al buio, l'istinto le dice di scappare ed ignorare il dolore lancinante che la sta divorando dall'interno.
Quando incontra lo sguardo di due iridi d'argento, tutto inizia ad essere ancor più intricato.
Ma la domanda è sempre la stessa: chi è lei, in realtà?

"Il tempo è qualcosa di ineluttabile, non si può andare incontro ad esso.
Il tempo non scende a compromessi, il tempo è intoccabile, il tempo non è un gioco."
Genere: Malinconico, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Yusei Fudo, Z-one
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Eterna nebbia


"Il tempo è qualcosa di ineluttabile, non si può andare incontro ad esso.
Il tempo non scende a compromessi, il tempo è intoccabile, il tempo non è un gioco.
Eppure l'uomo pensa di poterlo usare a proprio piacimento, di potersi muovere nelle sue pieghe senza alcuna conseguenza.
La verità è che, presto o tardi, le ripercussioni arrivano sempre. Perché il tempo sa sempre quando ognuno si trovi.

E più si cerca di evitarlo, più la punizione sarà violenta. Non si può sfuggire al proprio destino."

***

Il dolore al petto era lacerante, non aveva mai provato nulla del genere. Quando, esattamente, aveva sentito qualcosa di simile, con la quale poteva fare una comparazione...? Più cercava di ricordare, più la mente si annebbiava e più domande sorgevano.
Si sedette a fatica, ma non vedeva nulla, il buio era totale. Tastò con le mani attorno a sé, constatando di essere su quello che sembrava un tavolo. Era freddo, liscio e duro. Ci bussò sopra con le nocche, il rumore era metallico.
Quando un'altra fitta si propagò nel suo petto e tracciò un percorso dalle spalle fino all'addome, strinse i denti e i pugni, incapace di comprendere ciò che stava succedendo nell'ambiente circostante. Sentì di nuovo dolore, questa volta anche alla gola; bruciava come se qualcuno l'avesse tagliata con un coltello affilato. Si portò le mani al collo in un tentativo di attenuarlo, ma fu inutile, inoltre esso era coperto da qualcosa di non identificato.
Dopo un po' tornò a non sentire più nulla, alzò il capo come se potesse vedere davanti a sé ed una domanda sorse spontanea: "chi diavolo era?".
Iniziò a toccarsi frettolosamente, partendo dalle gambe. Esse erano magre, avvolte per metà da un materiale liscio, forse stivali; salendo, incontrò un bacino dalle ossa particolarmente sporgenti. Tastarsi la pancia faceva malissimo, perciò passò subito ad un altro punto. Anche le costole erano percepibili facilmente.
Sul petto sembrava esserci un seno, ma era talmente poco che potevano essere benissimo i pettorali di un uomo -anche se, essendo pelle ed ossa nel resto del corpo, risultava improbabile-.
Passò al volto, del quale la pelle era molto morbida, poi salì fino ad avere tra le mani delle ciocche di capelli che, passandoci le dita attraverso, sembravano infinite.
Non era certo, ma aveva constatato di essere probabilmente una donna, o una ragazza.
Le serviva uno specchio.
Non fece in tempo a scendere dal tavolo che un'ennesima fitta la colpì; stavolta fu molto più acuta e si espanse anche alla testa, nella quale il dolore era forse decine di volte più forte. Iniziò ad avere una strana allucinazione, sembravano immagini, ma non riuscì a comprenderne nemmeno una perché esse scorrevano davanti ai suoi occhi ad una velocità esorbitante, facendole girare la testa.
Come un animale impazzito iniziò a dimenarsi e ad urlare; suoni di oggetti che cadevano e vetri rotti si mescolarono al suo grido di dolore, stridulo e sofferente. In preda al panico si mise a correre, schiantandosi contro un porta che, con il suo peso, si spalancò, buttandola fuori dalla camera buia in cui si trovava.
E subito venne accecata dalla luce artificiale, la quale la costrinse a chiudere gli occhi a causa del fastidio. Quando anche il dolore si ridusse semplicemente alle tempie che pulsavano, si prese un attimo di tempo per guardarsi attorno. Si trovava in un corridoio dalle pareti bianchissime ed il pavimento a piastrelle larghe, color avorio e talmente lucide e lisce da riflettervi sopra la sua sagoma. Tentò di discernere i tratti facciali da quella macchia nera, azzurra e verde, ma risultava impossibile. Sembrava di essere in uno spazio liminale, dove più ci si stava, più il senso di oppressione maturava. Uno sfarfallio della luce fredda del neon.
Il silenzio era assordante, il battito del cuore le rimbombava nelle orecchie e subito si accorse di avere una paura tremenda. Non ne capiva bene il motivo, forse perché sembrava così tanto un luogo asettico? I battiti si fecero più martellanti e la luce se ne andò per qualche secondo, salvo poi tornare all'improvviso.
Ma lei aveva già preso a correre; verso dove non ne aveva idea, seguiva solamente l'"istinto"... sempre se le sarebbe servito a qualcosa.

Quel luogo era un vero e proprio labirinto di corridoi tutti uguali, occasionalmente porte tagliafuoco ed altre finestre che davano su ulteriori camere -nelle quali non aveva il coraggio di guardare per paura di vedere qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire-. Stranamente, non aveva incontrato nessun'altro durante la sua folle corsa e questo, nonostante fosse sospetto, non le interessò, perché la domanda sorse proprio nel momento in cui approcciò una porta a vetri, la quale si aprì automaticamente non appena fu abbastanza vicina.
Passata dall'altra parte, una brezza fresca le solleticò le narici; anche l'odore era ben diverso da quello di detergente a cui era stata sottoposta fino a quel momento. Era nuovamente buio, ma non abbastanza da rendere completamente nero l'ambiente circostante; eppure non vedeva comunque nulla a causa di una fitta nebbia, così densa che aveva la sensazione di poterla tagliare con un coltello se solo ne avesse avuto uno.
In ogni caso, ciò non era bastato a fermarla. Quel luogo, quell'edificio enorme la terrorizzava, se lo sentiva con il fiato sul collo nonostante fosse completamente inanimato... se avesse arrestato la sua folle corsa l'avrebbe presa e risucchiata nuovamente nei suoi corridoi labirintici, ne era certa!
Ma qualunque gara andava portata a termine e la sua si arrestò di colpo contro qualcosa che prese di faccia ad una velocità folle.
E buio fu.

Che sciocco inizio.

***

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***

Angolo autrice
Heeello! :D
Bene, l'inizio è uguale all'altra volta, solo con un po' più di spicy perché negli ultimi mesi sono diventata abbastanza logorroica nella scrittura (no in realtà mi sono resa conto che non mettevo abbastanza dettagli e spesso non si capiva un cazzo), spero lo preferiate al vecchio prologo lol.
Per chi non lo sapesse e non avesse letto l'avviso, ho deciso di riscrivere questa storia dall'inizio perché tante cose non mi piacevano (ma questa parte era stupenda quindi RIMANE), da alcuni eventi a come avevo gestito Akane ecc.
Questa versione in metodo di scrittura non sarà molto diversa; solite 3000 parole minime a capitolo e solita terza persona, ma questa volta cercherò di scrivere SOLO il punto di vista di Akane, vediamo se ci riesco. Non l'ho mai fatto e per me è una specie di "sfida". Detto ciò, spero possiate tornare ad apprezzare questa storia. Ci tengo, eh!

Jigokuko

P.S. il banner animato è stato aggiornato! Vi piace?
P.P.S. ridisegnerò anche la copertina, al momento ho poco tempo, ma arriverà sicuramente, non posso lasciare lì un disegno spastico di due anni fa.

 

   
 
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