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Autore: Arkady    20/03/2023    0 recensioni
Dal primo capitolo:
« una delusione, eh? » disse il ragazzo, buttando fuori la prima boccata.
« cosa? » chiese confuso.
« il fatto di non esserti svegliato all’inferno » rispose Gojyo e lui sgranò occhi e bocca, sconvolto dal modo in cui quel ragazzo sembrava leggergli dentro.
In assenza di sua risposta, Gojyo incalzò « volevi morire? ».
Si ritrovò a pensare seriamente ad una risposta, « No. » disse, mentre lo sguardo gli cadeva sui capelli dell’altro, così rossi che parevano fatti di fuoco vivo « Ritengo che infine questa sia stata la cosa migliore » continuò sorridendo « non so come ringraziarti ».
« non ce n’è bisogno. Pensa a rimetterti in sesto, ora » ribatté Gojyo alzandosi. Arrivato alla porta si girò « ah, per essere chiari, questa è la prima ed ultima volta che faccio entrare un uomo nel mio letto ».
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Storia partecipante alla challenge Cards on the table indetto sul gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom.
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cho Hakkai, Sha Gojio, Sha Gojyo
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E queste sono le ultime quattro carte che ho pescato:
X e Y condividono il letto per la prima volta
letto vuoto
E adesso dove vai?
sottoterra

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Gojyo si svegliò appagato come non lo era mai stato.
 
Se le lenzuola che lo avvolgevano non avessero profumato così tanto di Hakkai, avrebbe pensato di aver sognato tutto.
 
Ridacchiò, ancora ad occhi chiusi. Lui non era uno che rimaneva, dopo.
 
Era solito rivestirsi in fretta e tornare a casa propria o, le rare volte in cui aveva fatto sesso a casa sua, invitava subito la signorina di turno di levare le tende.
 
Ma con Hakkai era stato diverso, e non solo perché era un uomo.
 
Si voltò, con un sorriso felice sul viso ancora ad occhi chiusi per potersi imprimere bene in testa l’odore del suo amante mischiato con il suo, e allungò un braccio verso l’altra parte del letto.
 
Freddo, e vuoto.
 
Aprì gli occhi di scatto, e si alzò a sedere, trovando la conferma al suo sospetto.
 
Il letto era vuoto.
 
Si concentrò sull’udito, cercando di captare eventuali rumori provenienti dal bagno.
 
Niente.
 
Era solo.
 
Si guardò intorno, alla disperata ricerca di un indizio che Hakkai non si fosse volatilizzato, di nuovo.
 
Solo il pensiero gli fece crollare sottoterra tutto il buon umore del risveglio.
 
Si alzò, raccattando i suoi vestiti, che erano stati ordinatamente piegati ed appoggiati su una sedia, e se li infilò in fretta.
 
La stanza, al contrario del giorno prima, era perfettamente in ordine. Fin troppo.
 
Sembrava fosse stata svuotata, e questo lo mandò nel panico.
 
In due falcate guadagnò la porta e la aprì con talmente tanta forza da rompere la maniglia.
 
< ehi! Che ti ha fatto di male quella porta? >.
 
Gojyo posò gli occhi su Hakkai, e fu come se avesse appena ripreso a respirare dopo interi minuti di apnea.
 
Ma dopo il sollievo, altrettanto potente arrivò l’ondata di rabbia.
 
< si può sapere dov’eri finito? > gli urlò contro.
 
Hakkai, che lo guardava con un sorrisetto impertinente, gli ventolò una busta sotto al naso.
 
< sono andato a prendere la colazione, visto che qualcuno non voleva alzarsi >.
 
Gojyo si sgonfiò, ma continuò a fare il sostenuto, rientrando nella camera. Non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Hakkai avrebbe pagato caro il fatto che gli avesse fatto credere di essersene andato, di nuovo, senza un saluto.
 
< pensavi me ne fossi andato? >.
 
Come sempre, Hakkai centrò il bersaglio con una perizia irritante.
 
Almeno, ebbe la decenza di sembrare davvero dispiaciuto.
 
< perdonami, non volevo farti preoccupare. Ci ho provato davvero a svegliarti. >.
 
Gojyo sbuffò, continuando a guardare ostinatamente fuori dalla finestra, dando le spalle ad Hakkai. Dal riflesso sul vetro lo vide chiudere la porta, appoggiare la busta e iniziare a preparare la tavola per la colazione.
 
Che profumo delizioso.
 
Un brontolio del suo stomaco lo contrariò, a maggior ragione che lo sentì anche Hakkai, il quale non trattenne una risatina.
 
Si andò a sedere, guardandolo risentito per un istante e poi concentrandosi sul cibo, ignorandolo.
 
< Gojyo, cosa c’è? > nel tono di Hakkai c’era esasperazione, nel suo sguardo rimprovero.
 
Fu la goccia che lo fece esplodere.
 
Si alzò di scatto, rovesciando la sedia nella foga.
 
< Letto, vuoto. Stanza, vuota. VUOTA, Hakkai! Non ci sono più nemmeno le tue cose che ieri avevi sparso perfino sul lampadario! >.
 
< Gojyo… >.
 
< COSA AVREI DOVUTO PENSARE, EH? > urlò, per parlargli sopra, guardandolo con tutto il risentimento di cui era capace, sperando che questo mascherasse il dolore che sapeva di avere infondo agli occhi.
 
Si ritrovò a dover regolarizzare il respiro, ora accelerato da quello scatto di ira.
 
Quando riuscì ad incamerare aria ad un ritmo più consono, soffiò fuori il peso che gli attanagliava il petto < mi hai già scaricato una volta, Hakkai. >.

 
 
Solo a quel punto, Hakkai comprese.
 
Si sentì in colpa, ma anche determinato a mettere le cose in chiaro, subito.
 
Si alzò a sua volta, si mise davanti a Gojyo, appoggiando entrambe le mani ai lati della sua nuca e portandosi più vicino, fino a far toccare le loro fronti.
 
< Se mi vuoi al tuo fianco, non andrò da nessuna parte, Gojyo. >.
 
Lo sentì rilassare i muscoli e si azzardò ad allontanarsi per incrociarne lo sguardo.
 
< mi rendo conto ora di come sia potuto sembrarti, ma non era mia intenzione, credimi. La stanza è vuota perché ho portato giù le mie valigie e saldato il conto. L’ho fatto perché avevo pensato… beh, di trasferirmi da te. >.
 
Gojyo non aveva emesso un fiato e lo fissava ad occhi sgranati, il che gli fece pensare di aver di nuovo corso troppo.
 
< sempre se a te va bene, ovviamente >.
 
Gojyo lo afferrò per il polso e se lo tirò vicino, avvolgendolo in un abbraccio decisamente goffo.
 
< lo prendo per un “mi sta bene” > ridacchiò Hakkai sulla sua spalla.
 
< certo che mi sta bene! > borbottò Goyjo, allontanandosi.
 
Raccattò la sedia e si sedette di nuovo a tavola, accendendosi una sigaretta.
 
< prova a farmi di nuovo uno scherzo simile, e ti uccido >.
 
Anche se l’occhiata che gli rivolse era davvero intimidatoria, la minaccia gli sembrò un po’ ridicola. D’altra parte non era Gojyo il pluriomicida, ma Hakkai non si azzardò a replicare, sedendosi a sua volta e riprendendo a mangiare come se nulla fosse successo.
 
< sai Gojyo, mi è venuta in mente una cosa > disse dopo un po’.
 
Gojyo lo guardò curioso e Hakkai riprese < quella volta, a casa tua, mi dicesti che, cito testualmente, “è la prima ed ultima volta che un uomo entra nel mio letto” >.
 
L’altro aspirò una lunga boccata dalla sigaretta, quel sorriso sul volto < questo non è il mio letto >.
 
Hakkai cercò di dissimulare lo stupore. Voleva prenderlo in giro, ma la cosa gli si era ritorta contro.
 
< ma dato che verrai a stare da me > proseguì Gojyo con tono malizioso < cambierò la mia dichiarazione in “sei il primo e unico uomo con cui condividerò il mio letto” >.
 
Si ritrovò ad arrossire furiosamente, e gli facevano male persino le orecchie, che sentiva bollenti.
 
Sentì Gojyo ridere, e si alzò per cercare di darsi un contegno.
 
< e adesso dove vai? > gli chiese.
 
Hakkai si bloccò, il tono era un misto tra divertito e allarmato e, inspiegabilmente, lo fece tornare lucido.
 
< a prendere questi > disse e si avvicinò alla busta della spesa, tirando fuori l’ultimo acquisto di quella mattina.
 
Gojyo sgranò gli occhi e poi sorrise compiaciuto, avvicinandosi < addirittura due scatole, Hakkai, ci vuoi proprio dare dentro >.
 
< meglio essere previdenti, no? > replicò Hakkai, allacciandogli le braccia dietro al collo e tirandoselo vicino a portata di bacio.
 
< fuori piove ancora… a che ora hai detto che devi lasciarla, la camera? > chiese Gojyo lasciandogli una scia di baci sul collo.
 
< non l’ho detto. Ma penso che possiamo tenerla ancora un’ora o due… > Hakkai inclinò la testa, per dargli più superficie da baciare. Le mani scivolarono a slacciare i bottoni della camicia dell’altro.
 
< mmmh > mormorò con quel tono da predatore che gli fece correre un brivido lungo tutta la schiena < ho giusto un paio di idee su come potremmo sfruttare questo tempo e una di quelle scatole >.
 
La mente di Hakkai provò a resistere, a cercare di rimanere lucida e non cedere all’incantesimo di quel dannato ammaliatore che si era scelto per compagno.
 
Ma il suo corpo non gli obbediva più e la battaglia fu persa ancora prima di cominciare.

 
 
La pioggia che incessante continua a cadere laverà via tutto quanto: odio, tristezza, rimorso... e persino le colpe. Il rosso non è più il colore del sangue, ma quello del sole che sorge: un sole che solo i vivi potranno vedere, e che li condurrà verso una nuova speranza per il domani.
 
 
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E fineeeee!!
Ovviamente con LA CITAZIONE must di Gojyo.
È stato difficile. Meno di quanto mi aspettassi all’inizio, ma comunque complicato.
Era la prima volta con questo fandom e non mi sento di aver fatto proprio schifo.
Ovviamente si ci può e si ci deve lavorare sopra, però è probabile che senza questa challenge non ci avrei nemmeno mai provato.
Perciò, qualunque sia il risultato, lo vedo comunque come un successo.
Grazie a chi è giunto fino a qui.
Qui il link al gruppo FB:
https://www.facebook.com/groups/366635016782488/permalink/5674063306039606/
 
 
   
 
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