Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    23/03/2023    1 recensioni
Akane non sa nulla di sé. Né da dove viene, né il suo vero nome.
Non appena apre gli occhi e si ritrova al buio, l'istinto le dice di scappare ed ignorare il dolore lancinante che la sta divorando dall'interno.
Quando incontra lo sguardo di due iridi d'argento, tutto inizia ad essere ancor più intricato.
Ma la domanda è sempre la stessa: chi è lei, in realtà?

"Il tempo è qualcosa di ineluttabile, non si può andare incontro ad esso.
Il tempo non scende a compromessi, il tempo è intoccabile, il tempo non è un gioco."
Genere: Malinconico, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Yusei Fudo, Z-one
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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2

L'esistenza che non esiste


Il mattino dopo Akane riaprì gli occhi al suono di un vociare, i toni erano familiari, ma era talmente a metà tra il mondo onirico ed il mondo reale che non capì né mezza parola, né da chi effettivamente provenissero.
Si alzò dal divano in cui aveva dormito e si mise a sedere, scrutando l'ambiente circostante con gli occhi assonnati.

- Oh, vedo che sei sveglia! – Solo dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte riuscì a mettere a fuoco la figura in piedi di Bruno. – La tua maglietta è asciutta, te l'ho lasciata in bagno per quando vorrai reindossarla.-
- Ti ringrazio... – Mugugnò, la bocca impastata. – devo anche restituirti la giacca.-
- Non c'è problema per quello, puoi tenerla quanto vuoi.-

Si alzò in piedi e, ancora frastornata, si diresse in bagno, approfittandone per sciacquarsi subito il viso e darsi una svegliata definitiva.
Trovandosi davanti allo specchio, però, riaffiorò il ricordo del giorno prima, quando aveva visto quegli orribili tagli sul suo corpo. Con le mani che tremavano, iniziò a tirare giù la zip della giacca di Bruno, finché le due parti non furono definitivamente separate.
La ferita a forma di Y era ancora impressa nella sua pelle bianca come il latte; quello, ahimè, non era stato un sogno. Erano vere e dolorosissime, fresche ma che non perdevano una singola goccia di sangue.
Si costrinse a distogliere lo sguardo ed a non pensarci; indossò la maglietta pulita e la sua giacca di pelle, per poi uscire. Doveva mascherare il suo essere profondamente turbata dal suo stesso corpo.

- Akane, conosci Duel Monsters?- Le domandò Yusei, dopo che entrambi furono seduti a tavola.
- "Duel Monsters"? ... Non mi dice nulla. È un gioco?-
- Proprio così, a Nuova Domino si è insinuato nella società al punto da mandare al macello chiunque non ne fosse portato. – Tra le mani aveva un mazzo di carte che successivamente le passò. Lei ci diede una prima occhiata, affascinata dalle illustrazioni ed un po' meno dalle didascalie chilometriche sotto di esse. – Nonostante non ci siano più leggi che regolino la vita in base alla bravura dei giocatori, gli abitanti amano profondamente questo gioco e quasi chiunque ha un deck, non ci sono distinzioni di età, né di genere o fazione.
Ho pensato che vederne uno potesse farti ricordare qualcosa...-

Akane deglutì, iniziando a fare ancora più attenzione a quei piccoli rettangoli di cartoncino tra le sue mani. Dopo un po', arrivò a comprendere che, in base alla cornice della carta, essa aveva un ruolo specifico; c'erano mostri, magie, trappole e i "synchro", accerchiati da un bordo bianco.
Tra quelli posseduti da Yusei, Guerriero della Strada e Drago Polvere di Stelle attirarono particolarmente la sua attenzione. Uno era una specie di robot umanoide con un'armatura dorata, mentre l'altro uno splendido drago bianco ed azzurro. Non sapeva se fossero forti, ma sicuramente erano molto belli da vedere.
Ma purtroppo non le suscitavano alcuna particolare emozione.

- Niente... sono interessanti, ma è come se le vedessi per la prima volta in vita mia.- Gli restituì il mazzo.
- È un vero peccato...-
- E se potessimo trattarlo ugualmente come indizio? – Bruno prese una delle sedie libere al tavolo. – Magari viene da fuori, in altri paesi il gioco non è importante quanto qui. Tu che ne pensi, Akane?-
- Ha senso, ma se fossi straniera o solo abitassi lontano da qui, perché ho ripreso conoscenza a Nuova Domino, chiusa in uno strano edificio? Più domande ci facciamo, più ne sorgono.-
- Il tuo caso sembra davvero complicato, – Disse Yusei, sistemando le carte nel portadeck. Oh, perché non aveva visto il resto. – la cosa migliore è chiedere aiuto alla polizia.-
- Io... non so se voglio andarci...-
- Come mai?-
- Non so, ho paura— non che io sia una carcerata fuggita di prigione, eh!-
- Che non sei una carcerata è palese.-
- ... Perché?-
Lui indicò il tatuaggio che aveva in viso.
- Se ti prendono sei marchiato a vita. Il tuo viso è immacolato.-

Lei si ritrovò a bocca aperta. Yusei era stato in prigione...? Sembrava una persona così gentile ed a modo, un po' fredda ma con nessuna malizia. Ora che ci pensava, il viso di Crow era ricoperto da quei simboli, perché le persone che più si erano preoccupate per lei erano degli ex-galeotti?
Il suo sguardo passò a Bruno e lo scrutò come se fosse alla ricerca di un simbolo dorato anche su di lui.

- Forse un giorno ti racconterò perché sono finito in quel postaccio, ma non me ne pento, se ora ho finalmente la libertà che ho cercato per anni.-
- Fa strano sentire che sei finito in carcere per guadagnare la tua libertà.- Yusei si limitò a sorridere.
- Tornando al discorso di prima, non abbiamo nessuna intenzione di chiamare una volante generica che ti porti via e ti chiuda in una stanza chissà dove. Ho conoscenze in alto, il Capo Investigatore ed il suo secondo in comando sono piuttosto in debito con me; solitamente sono loro ad appiopparmi compiti, è il momento di una piccola vendetta...-
- Il Capo Investigatore Mikage e l'agente Trudge sono brave persone, – disse Bruno. – mi hanno aiutato parecchio quando sono stato ritrovato sulla spiaggia, sono loro ad avermi fatto conoscere Yusei e gli altri.-
- È lui il compito che ti ha appioppato?- Disse Akane, indicando il meccanico con il pollice. Yusei si mise a ridere.
- Non è l'unico, ma essendo una risorsa così importante lo ospitiamo volentieri.-
- Hey, cosa sono, un cane?- Replicò l'interessato, fingendosi offeso.
- Lo vuoi un biscottino?- Lo prese in giro lei, vendicandosi un po' delle sue battute del giorno prima. Lui arrossì violentemente.
- Comunque, – Si schiarì la voce. – se proprio ti senti a disagio posso venire in centrale con te se ce ne sarà bisogno.-
- Lo faresti davvero, Bruno?-
- Certo, te l'ho detto che voglio aiutarti.-

***

Lo stesso pomeriggio, Akane incontrò due facce nuove.
Il primo era un uomo, possente, con la pelle scura, i sopracciglioni, occhi piccoli, capelli nerissimi ed una cicatrice molto evidente sulla guancia sinistra. La seconda era invece una donna molto più minuta, vestita in modo elegante, con due grandi occhi dorati ed i capelli color cobalto tagliati corti. Lui la metteva un po' in soggezione, doveva ammettere.
Mikage, la donna, l'aveva guardata in volto per capire se l'avesse già vista -magari in una lista di persone scomparse- e le aveva fatto qualche domanda; ma, nonostante il racconto di Akane, entrambi gli agenti non riuscirono a cavare un ragno dal buco. Capito che rimanendo in quel garage senza i loro strumenti non sarebbero venuti a capo di nulla, le proposero di portarla in centrale per fare ulteriori accertamenti.
Inizialmente lei era titubante e spaventata, ma alla fine accettò di andare con loro accompagnata da Bruno.

- Non sai proprio dove si trova il posto in cui ti sei svegliata?- Domandò Trudge, mentre guidava la volante. Akane e Bruno erano seduti dietro.
- No... avevo paura, non so nemmeno quanto ho corso tra la nebbia per ritrovarmi dove ho sbattuto la testa.-
- Sei sicura di non aver perso altri pezzi di memoria dopo esserti fatta male?-
- Assolutamente sì. Da quando mi sono svegliata i miei ricordi sono perfettamente nitidi, se ci penso mi viene in mente ogni singolo dettaglio, mentre se provo a pensare a prima di quel momento, inizia a venirmi il mal di testa e tutto si offusca.-
- Che strana situazione. Ma non preoccuparti, vedrai che ritroveremo i tuoi genitori in un batter d'occhio, con le tecnologie di cui disponiamo sarà un gioco da ragazzi.-

...
E non trovarono nulla.
Niente, meno di zero, un totale spreco di tempo.
Le avevano preso le impronte digitali, utilizzato software di riconoscimento facciale e tante altre procedure che le avevano fatto solo venire il mal di testa, ma sul suo conto non avevano trovato uno straccio d'informazione, sembrava che non fosse mai esistita fino al momento in cui aveva preso conoscenza.
Quando Mikage le comunicò la notizia sconcertante, Akane aveva avuto un mancamento ed era quasi svenuta sul pavimento, ma Bruno l'aveva salvata un attimo prima che si sfracellasse a terra. Si erano guardati e lei vide nei suoi occhi una profonda comprensione... in un certo senso era grata di avere qualcuno che fosse in grado di capirla ad un livello così alto. Lui sapeva cosa si provava a non sapere niente di sé, un'altra persona non avrebbe potuto immaginarlo fedelmente.
I due agenti le diedero ragione sul non diffondere le sue foto, la teoria sul suo presunto imprigionamento aveva molto senso e, con l'esperienza di casi precedenti dove mitomani cercavano di ottenere visibilità indipendentemente se positiva o negativa, si era deciso che fosse meglio evitare. Dovettero concludere il loro incontro con una promessa che avrebbero lavorato al suo caso in modo silenzioso e con il rilascio di documenti provvisori, in modo che potesse vivere una vita quantomeno normale nell'attesa di ritrovare quelli veri.

Usciti dalla Centrale, Bruno si incamminò per tornare a casa e lei, a pochi passi di distanza, lo seguiva. Trascinava i piedi, andava lentissima, non gli prestava attenzione -rischiando pure di perdersi, ma in quel momento era l'ultimo pensiero che aveva-. Dopo un po', lui se ne accorse e, a passi svelti, tornò indietro e la raggiunse.

- Non voglio che tu ti perda, Nuova Domino è enorme e piena di strade intricate.-
- Scusami...-
- Che cos'hai?- Le domandò, ma qualcosa le diceva che sapesse già la risposta.
- Sono solo stanca...-
- So che è stato un incontro snervante, ma si capisce a chilometri di distanza che non è quello il motivo per cui ti stai comportando così.-
- Non c'è altro, davvero...-
- Akane...-
- Credimi, p—per favore. – Le parole iniziarono a fuoriuscire a scatti, aveva la gola in fiamme. – Andiamo— – Un singhiozzo. – andiamo a casa.- Senza rendersene nemmeno conto, si ritrovò il viso fradicio di lacrime.
- Hey, non piangere... siamo solo all'inizio, non tutti i casi si risolvono all'istante, vieni qui. – Bruno la tirò delicatamente a sé e l'abbracciò stretta, inglobandola tra le sue braccia. – È capitata la stessa cosa anche a me, sai? Vivo con Yusei, Jack e Crow proprio perché su di me non esistono informazioni che siano stati in grado di ricavare con tutte le loro tecnologie.-
- Non posso stare da voi, non avete spazio.- La voce di lei era ovattata contro il suo petto.
- Troveremo una soluzione.
Mi dispiace che tu sia in questa situazione, per la polizia è quasi impossibile incappare in questi errori. Non è colpa tua.-

Si separarono e lui la guardò con quei profondi occhi metallici, il suo sguardo era serio, sembrava tutta un'altra persona rispetto a quella conosciuta solo un giorno prima.
Akane non riusciva a sostenere il contatto visivo ed i suoi occhi continuavano a spostarsi a destra e a manca come impazziti. Nervosa, iniziò a frugarsi nelle tasche alla ricerca di un fazzoletto per asciugarsi il viso; cercò in tutte e quattro quelle dei pantaloni e nelle due della giacca, ma quel che trovò nella sinistra era tutt'altro che un fazzoletto, al tatto sembrava metallo.
Ciò che uscì fuori fu una collana, più precisamente un medaglione: era abbastanza grande da riempirle la mano, dorato, di forma ovale e con impressa una farfalla al centro, attaccato ad una lunga catenella. Era tutto ammaccato e rovinato.
A guardarlo meglio sembrava doppio... un portafoto?!
Emise un verso stridulo, improvvisamente spaventata dall'oggetto come se le avesse bruciato le mani. Anche Bruno era sconcertato dalla visione.
Poco dopo notò però che il meccanismo di apertura era rotto e nemmeno tirando le due metà riusciva ad aprirlo, era durissimo e probabilmente incastrato. Lo passò a lui, il quale ci diede un'occhiata prima di passare alla pura e semplice forza bruta, ma nulla, non ne voleva proprio sapere.

- È strano, quando in queste cose il meccanismo si rompe non riesci più a chiuderle, non si sigillano!- Esclamò, ridandole indietro l'oggetto.
- Forse è una chiusura particolare... – Ipotizzò lei, passando il pollice sulle ammaccature che rendevano la sua superficie irregolare. – per il momento dovremmo rassegnarci.-
- Ora come ti senti? Ti è passata la crisi di pianto?-
Akane annuì debolmente.
- Sono ancora scossa... speravo così tanto di trovare qualcosa...-
- Non preoccuparti, troveremo la "vera" te.-

Quando arrivarono a casa era ormai il tramonto, il cielo aveva iniziato a tingersi di giallo e le ombre erano diventate infinite. Akane notò che al bar di fronte, in uno dei tavoli esterni, c'erano sedute tre persone. Il primo lo riconobbe come Yusei, l'altro era Jack e, vicino a lui, l'ultima era una ragazza. I suoi capelli neri erano lunghi e lisci ed indossava degli spessi occhialoni rotondi che le nascondevano gran parte del viso.
Quando il moro li notò, fece loro cenno con il braccio, invitandoli a sedersi.

- Allora, com'è andata?-
Akane sospirò.
- Non hanno trovato nulla. Mi hanno solo dato dei documenti provvisori.-
Yusei schiuse le labbra, sconcertato. Anche Jack e la ragazza sembravano sorpresi.
- Cavolo, non me l'aspettavo. Di solito la polizia non ci mette nulla a scoprire queste informazioni, i cittadini di Nuova Domino sono tutti schedati, sarebbero in grado di trovare nome, cognome e data di nascita anche ad un'unghia tagliata via dieci anni fa. Carly, tu hai qualche idea?- Disse, voltandosi poi verso la ragazza.
- Uhm... – Lei ci pensò su, incrociando le braccia e guardando in alto. In quel piccolo frangente arrivò una cameriera a servire una tazza di caffè a Jack e lasciando un volantino sul tavolo. Bruno si mise a leggerlo. – alla luce di ciò che mi avete raccontato, credo anch'io che la possibilità che venga da fuori sia valida... ed ora il mio sospetto si estende anche a Bruno, date le situazioni simili. Siete sicuri di non esservi mai visti prima d'ora? – Akane e Bruno si guardarono, per poi scuotere il capo. – Interessante... sarebbe un ottimo scoop.-
- Per favore, Carly, non scrivere articoli su di loro.-
- Eh? E perché?- Quella che a quanto pare doveva essere una giornalista sembrò cadere dalle nuvole.
- Perché se fossero stati coinvolti insieme in qualcosa di losco, metterebbe tutti in pericolo, non possiamo sapere a cosa andremmo in contro. Se ad Akane e Bruno fosse successo qualcosa di grave che ha fatto perdere loro la memoria nello stesso momento e chiunque sia stato a fargliela perdere li trovasse, cosa potrebbe fare a noi e a loro?-
- Ma Yusei, cosa ti fa pensare che io e lei siamo stati coinvolti nello stesso incidente? Io sono stato trovato tre mesi fa su una spiaggia, mentre lei in quello che sembrava un laboratorio!- Replicò Bruno, rigirandosi il volantino tra le mani.
- È solo un'ipotesi, non possiamo escluderne nessuna... è che le vostre storie sono molto simili.-
- Per me c'è qualcosa sotto. – Disse Jack, bevendo un sorso del suo caffè. – Siete sicuri di non essere spie mandate qui per rubare i dati del nuovo motore?-
- Il che—?- Domandò Akane, confusa.
- Non dire cavolate, Jack! – Bruno gli abbaiò contro. – non abbiamo tempo per pensare a scemenze simili, Akane ha bisogno di un posto dove stare, ora è la priorità.-
- Sicuramente non la mia.- Replicò il biondo, bevendo un altro sorso.
- Basta, smettetela. Litigare non ci porterà a nulla. – Santo Yusei si mise in mezzo prima che quei due facessero cose di cui si sarebbero potuti pentire. – Bruno ha ragione: dobbiamo trovare una sistemazione ad Akane, non possiamo farla dormire sul nostro divano in eterno, non è nemmeno giusto che viva con quattro uomini.-
- Perché non vieni da me? – Carly la guardò, beccandosi un'occhiataccia da Jack. – Puoi pagarmi metà dell'affitto, gradirei volentieri la compagnia di un'altra ragazza.-
- E come faccio a pagare...? Non ho soldi— – In quel momento, Bruno le mise sotto il naso il volantino. – ... cercano una cameriera? Non ho alcuna esperienza, non mi prenderanno mai.-
- Fidati, considerando quella che c'è adesso, non sarà difficile per te fare di meglio. – Il sorriso sul volto della ragazza sembrava un po' troppo ampio. – Hai detto che ti hanno rilasciato dei documenti provvisori, no? Con quelli potrai sicuramente lavorare. Io non abito molto lontano, raggiungeresti questo posto in pochi minuti anche a piedi.-
- Sembra una buona idea, ma sei sicura di voler ospitare una sconosciuta in casa tua?-
- Se la sconosciuta può aiutarmi a dimezzare l'affitto, volentieri.-
- ... E va bene. Tanto, che alternative ho?-

Akane si alzò dal tavolo e, stringendo nervosamente il volantino tra le mani, si avviò dentro il locale. Subito si beccò gli sguardi della cameriera di prima, una ragazza dai corti capelli castani e l'aspetto ordinario, ed un uomo dietro al bancone, con i capelli viola, una leggera barba e tondi occhiali sul naso. Essere completamente sola non aiutava la sua ansia, a quell'ora non c'era neanche un cliente -infatti si era chiesta perché diamine Jack stesse bevendo caffè proprio adesso, mistero-.

- Buongiorno...- La sua voce uscì flebile, tremolante come una candela alla sua imminente morte. Avrebbe dovuto dire "buonasera".
- Buongiorno! Cosa posso fare per te?- Quello che doveva essere il capo aveva invece una voce altissima e squillante.
Lei si avvicinò al bancone, mostrandogli il volantino tutto stropicciato.
- Ho visto che cercate una cameriera... e...-
- Volevi proporti?-
- Sì, ecco... avrei bisogno di—-
Si ritrovò il suo sguardo penetrante a pochi centimetri dal naso. Spaventata, indietreggiò di un passo, ma lui continuava a guardarla come se le stesse facendo una radiografia.
- Perfetto! Cercavo proprio una come te, sei assunta!-
- ... Eh?-
- Eh?!- Anche l'altra cameriera emise un verso di sorpresa.
- Ho bisogno di una cameriera che abbia lo stile dei giovani di adesso: capelli colorati, vestiti e accessori di pelle, scarpe inutilmente piene di fibbie e dettagli e tu possiedi tutto ciò! Mantieni quel collare con l'anello, – Non che avesse voglia di levarselo – gli stivali e le punte dei capelli blu e potrai rimanere qui quanto vuoi!-
- Capo, vuole davvero assumere questa qui solo perché è una gotica?- Cosa diamine era una "gotica", adesso?
- Le gotiche vanno di moda! E poi è anche molto carina, la sua sola presenza attirerà sicuramente molti nuovi clienti, soprattutto tra i giovani! Se non ha alcuna esperienza, insegnale, vedrai che imparerà in fretta.
Come ti chiami, ragazza?-
- A—Akane!-
- Benissimo, Akane, noi apriamo alle sette e mezza, ma il personale si trova qui alle sette, domani sarà il tuo primo giorno. Benvenuta al Cafe la Geen!-

Akane uscì da lì ancora più frastornata di quanto già non fosse... che giornata intensa. Divulgata la notizia, tutti erano felici per lei -tranne Jack. Lui sembrava averla presa in antipatia senza alcun motivo- e, successivamente, lei e Carly si separarono dal gruppetto per dirigersi alla sua auto. Era piccola, giallo canarino e scassata; sembrava molto vecchia a giudicare dalle altre che aveva visto in giro... in realtà la trovava molto carina.

- Forse dovremmo presentarci un po' meglio, ora che siamo finalmente sole. Io sono Carly, faccio la giornalista! Mi occupo principalmente di duelli, ma in realtà mi interessa ogni storia, purché ci sia del mistero.-
- Io sono Akane e... scusami, non saprei come presentarmi a dovere... sono Akane e... e basta, questo non è nemmeno il mio nome e di me non so nulla— ti fidi davvero ad ospitare una così?-
Carly scoppiò a ridere, accendendo il motore.
- Mi piacciono i misteri e tu sei un mistero. Yusei mi ha raccontato la tua disavventura e vorrei aiutarti a venire a capo di tutta questa storia, mi dispiace molto per ciò che ti è successo. È nel mio DNA di reporter scoprire informazioni, non me ne starò qui con le mani in mano!-
- Non so come ringraziarti...-
- Oh, non farlo— e, e poi ho bisogno di soldi perché mi pagano poco e niente, dimezzare l'affitto sarebbe la cosa migliore.-

Durante il breve viaggio, Akane si guardò attorno per tutto il tempo, cercando di memorizzare punti chiave dell'ambiente circostante in modo da ricordarsi come percorrere il percorso a ritroso il giorno dopo. Si accorse che, più ci si addentrava in città, più gli alberi sparivano e venivano sostituiti da cemento, enormi edifici pieni di finestre illuminate e locali dalle mille luci al neon colorate; il distacco lo aveva notato parecchio nella sua "passeggiata" dalla stazione di polizia al Cafe la Geen avuta con Bruno... Nuova Domino sembrava una città davvero intricata e chiassosa, dove le moto erano molto più numerose delle auto, ed in qualche modo lei si sentiva a disagio, troppo piccola per una realtà tanto grande.

Carly parcheggiò e le due ragazze si diressero in un condominio; stonava con quelli adiacenti perché piuttosto basso e poco moderno, non c'era l'ascensore e le porte si aprivano ancora con le chiavi, al contrario delle tessere magnetiche usate nei complessi più nuovi.
In realtà, l'aria vintage dei muri ingialliti le piaceva, la faceva sentire più a suo agio.
Il loro appartamento si trovava all'ultimo piano e, come aveva immaginato da fuori, era spartano. All'ingresso c'era una grossa pianta a foglia larga -finta-, il corridoio era stretto, a sinistra una grande stanza comprendeva sia cucina che soggiorno, la prima porta a destra portava alla camera da letto -Carly le aveva detto che avrebbero dovuto dormire in un letto matrimoniale per il momento, ma a lei importava sinceramente poco. Tutto era meglio del divano della notte prima-, la seconda dava sul bagno e l'ultima, infondo al corridoio, era una stanza non arredata, piena di scatoloni.

- Può pure posare qui i suoi bagagli, signorina.-
- La ringrazio, aspetti che metto giù le mie valigie invisibili.- Akane entrò nella stanza vuota fingendo di portare dei pesanti bagagli, che mise al centro della stanza.
Le due si guardarono per qualche secondo e si misero a ridere.
- Non preoccuparti, posso prestarti io qualcosa. I miei vestiti ti saranno un po' grandi, ma finché non ne avrai altri puoi prendere ciò che vuoi.-

Dopo cena, Carly le prestò uno dei suoi pigiami. Per l'ennesima volta si vide nello specchio senza vestiti e per l'ennesima volta rimase schifata dalla sua pelle deturpata. Ogni volta che si svestiva sperava, pregava, non ci fossero più i tagli, ma a quanto pare la forza del pensiero non serviva proprio a nulla.
Si infilò la maglietta del pigiama; le stava un po' larga, ma non abbastanza da denudarla. Il problema era la gola.
Non poteva certo andare a dormire con il choker addosso, Carly si sarebbe certo insospettita. Cosa fare...? Cosa? E se l'avesse vista? Come avrebbe reagito? Cosa le avrebbe detto?
Iniziò a sudare freddo, il respiro si fece affannoso, la testa girava e la sua visione si distorceva sempre di più. C'erano delle immagini, velocissime, macchie color cemento. Non riusciva a concentrarsi su nessuna di esse a causa del dolore lancinante che l'aveva completamente pervasa.
Aprì la bocca per urlare, nessun suono uscì. Faceva malissimo, come se qualcuno la stesse prendendo a coltellate così violente da aprirle la testa come un cocomero.
L'ultima cosa che vide prima di crollare in ginocchio sul tappeto fu un singolo occhio sinistro dall'iride scurissima, quasi nera, lo stesso grigio di una nuvola temporalesca. Era assottigliato, la pelle attorno ad esso raggrinzita a causa del movimento innaturale. La fissava.
Il dolore lancinante scemò velocemente e, l'istante successivo, tutte le luci si spensero, lasciandola al buio. Sentì un urlo provenire dall'altra stanza e, senza pensarci troppo, coprendosi il collo alla bell'e meglio con i capelli, uscì dal bagno, raggiungendo la fonte della voce, ovvero la cucina.

- Che succede? Carly?-
- Akane! – Nel completo buio si sentì afferrare e stringere fortissimo. Cercò di trattenere un gemito di dolore. – Mi sono presa un tale spavento...-
- È solo scattata la luce, hai paura del buio?-
- No, non è questo, – La luce tornò e finalmente la giornalista si staccò da lei. – la città è alimentata da un reattore ad Energia Perpetua chiamato Momentum, è fisicamente impossibile che salti la luce da un momento all'altro. Mi ha presa alla sprovvista, credevo ci sarebbe stata una catastrofe!-
- Che esagerazione... staranno solo facendo dei lavori.- Akane era perplessa.

Poco dopo si ritrovarono nello stesso letto, entrambe esauste. Carly a sinistra, verso la porta, ed Akane a destra, verso la finestra.
Quella sera faceva abbastanza freddo, perciò si erano tirate le coperte fin sul mento.

- Sai, Akane, dovresti ringraziarmi nuovamente per averti salvato da quei quattro. Non so quanto tu abbia visto, ma spesso stare in mezzo a loro vuol dire subirsi litigi al livello scuola elementare.-
- Ti ringrazio anche per il letto, il divano su cui ho dormito ieri era meno comodo di una pietra.
Comunque capisco che vuoi dire... la prima volta che Yusei, Jack e Crow mi hanno vista hanno iniziato tutti e quattro a parlarsi l'uno sull'altro, pensavo di essere finita in un pollaio... – Carly nascose malamente una risata, finendo per farsi andare della saliva di traverso. – beh, in realtà è stato Jack ad iniziare tutto il casino partendo da un fraintendimento, Bruno gli ha risposto in modo goffo, Crow ha preso le sue difese e Yusei ha dovuto urlare contro tutti per zittirli e capire cosa diamine stesse succedendo.-
- Succede sempre così, non cambieranno mai... ma sono davvero delle brave persone, sei stata fortunata ad essere incappata in loro. Non sembra, ma anche Jack sotto sotto nasconde un grande cuore.-
- Siete fidanzati?-
- Cosa? No!-
- Huh? Strano, ho notato che lo guardavi così intensamente...-
- N—Non farti strane idee!- La giornalista si rigirò di colpo dandole le spalle e rubandole una porzione di piumone.
- E va bene, non dico più niente... buonanotte.-
- Buonanotte.-

***

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Angolo autrice

Ciao bimbi! Questa volta non ho molto da dire, solo che è uscito il nuovo album dei Ne Obliviscaris che aspetto dal 2018 ed è un fottutissimo capolavoro.
Vi lascio con la nuova copertina, alla prossima!

Jigokuko

   
 
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