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Autore: Shinalia    13/09/2009    3 recensioni
VII classificata al contest: ~ Dal Film alla Storia (indetto da: DarkRose86)
Dedicata a Simo87 e a The Duck che hanno sopportato il mio sclerare mentre scrivevo questa storia!!!! ♥
Estratto capitolo:
“Credi abbia funzionato?” domandò titubante, dischiudendo anche lui gli occhi.
“Si sì… ho avvertito una strana sensazione di calore .. ma ..” mi voltai verso la nonna che ci osservava con un’espressione compiaciuta “è riuscito? C’è un modo per scoprirlo prima di ritrovarci una palla di pelo imbestialita per casa?” ironizzai per sciogliere la tensione.
Lei annuì mesta indicando le nostre mani “è apparso il simbolo” ci annunciò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, eccomi con il secondo capitolo! Di questa storia ho tutto già scritto quindi posterò una volta a settimana! In tutto sono 5 capitoli!Avrei voluto dividerli in capitoli + piccoli, ma per il contest non potevano essere più di 5 e suddividerli ora diventa complicato! Ammetto che sono un pò lunghetti XD Vabbè non mi dilungo oltre ... vi ringrazio per le recensioni e spero di poter leggere ancora i vostri commenti ...

Betato by Whateverhappened

Risposta recensioni a fine pagina♥

II

Passammo gran parte del tempo a litigare e a punzecchiarci. Più precisamente ero io che imprecavo in modo decisamente poco femminile contro di lui e le sue balorde idee. Purtroppo era tutto ciò che potevo concedermi, considerando che non aveva intenzione di alloggiare altrove o magari tornare a casa.

E io devo pur sfogare in qualche modo la mia frustrazione!

Un dettaglio non proprio insulso mi tornò alla mente.

“come lo spiegheremo agli altri?” domandai arrendevole. Ribattere ancora sarebbe stato solo uno spreco di energie: sin da bambino Lucas era stato tremendamente cocciuto, non che io fossi da meno, ma in questo caso aveva l’appoggio della nonna, quindi avevo perso in partenza.

Scrollò le spalle “Sono tuoi amici quindi decidi tu” ribatté atono.

Un dubbio mi sorse “è una strana coincidenza che tu abbia conosciuto proprio loro in una città tanto grande?” mugugnai scrutandolo scettica. Negli anni avevo compreso che le coincidenze non esistevano e ciò mi faceva temere avesse architettato un piano con i fiocchi pur di incastrarmi, costringendomi ad accettare la sua costante presenza. Nuovamente.

“Coincidenza?” esitò “Chiamiamola così ..” ghignò sfrontato.

Strabuzzai gli occhi e gli puntai un dito contro con fare minaccioso “Lo sapevo” esclamai adirata. Ero pronta ad urlargli e a prenderlo a calci per la sua cocciutaggine e il suo ardire, ma con mio immenso rammarico fummo interrotti da Claire, che notando la nostra assenza aveva deciso di venirci a cercare.

Corrugò la fronte perplessa, forse in cerca di una spiegazione per l’intimità tra me e Luke, considerando che per lei ci eravamo appena conosciuti e in quel momento il suo viso era ad un palmo di distanza dal mio. Seppur per motivi ben differenti da quelli che poteva aver immaginato lei.

“Ehi voi due … siete qui! Vi stavamo cercando da un pezzo …” mormorò alternando il suo sguardo tra me e lui.

Con mio grande disappunto solo in quel momento notai che la posizione in cui eravamo poteva essere mal interpretata e mi spostai velocemente.

“Claire, scusaci! Stavamo discutendo!” bofonchiai incrociando le braccia al petto e fulminando con lo sguardo Lucas che intanto ghignava spudoratamente, contento di essere la mia costante fonte di imbarazzo.

Aspetta che torniamo a casa … domani mattina ti avveleno il latte!

Non mi lasciai sfuggire lo sguardo malizioso che mi lanciò Claire.

“Avete fatto subito amicizia …” ribatté mesta.

Sbuffai contrariata immaginando il flusso di pensieri astrusi nella sua mente e decisi di porre termine a quella farsa prima di dar adito a pettegolezzi imbarazzanti. “No, ci conosciamo da una vita!” sibilai “Andiamo dagli altri, vi spiegherò tutto!” borbottai sbrigativa.

Claire mi osservò stranita dopo quella rivelazione, ma non proferì parola sino a quando non raggiungemmo i nostri amici, intenti a portare avanti una discussione assurda sui capelli di Matthias: a quanto pareva le ragazze avevano deciso di rimodernare il suo look, ma lui non sembrava essere molto d’accordo. Non appena giungemmo in sala Claire mi inchiodò con lo sguardo intimandomi a spiegare.

Oddio, quando si comporta da despota mi fa davvero paura!

Sospirai rassegnata pronta ad immolarmi. “Ragazzi dovrei dirvi una cosa …” annunciai per attirare su di me la loro attenzione. Si voltarono all’unisono scrutandomi curiosi, visibilmente preoccupati a causa del mio sguardo afflitto.

Ok, lo ammetto, forse sto decisamente esagerando! Ma cosa posso farci se questo è l’effetto che Lucas ha su di me?

Un pessimo effetto oserei aggiungere …

“Tranquilli, non è nulla di allarmante, Lily è solo melodrammatica” ghignò Luke sorprendendo tutti per il tono confidenziale che aveva usato.

Solo in quel momento notai la presenza di Daniel a tavola, stranamente sprovvisto di una delle sue bamboline da compagnia. Mi lanciò uno sguardo torvo ma non me ne curai, avevo altri problemi per la testa in quel momento.

Mi accigliai e decisi di parlare, onde evitare che Lucas prendesse nuovamente l’iniziativa facendo diventare la situazione sempre più imbarazzante.

“Io e Luke ci conosciamo sin da bambini, era un amico di famiglia e siamo cresciuti assieme, almeno fino a quando vivevo in Spagna!” spiegai rapida fissando il bicchiere di coca cola dinanzi a me, trovandolo improvvisamente interessante.

Ecco, ho sganciato la bomba.

Gli sguardi incuriositi dei miei amici mi trafissero creandomi non poco imbarazzo, naturalmente si stavano domandando il perché della messa in scena di poco prima.

“Perché non ce lo avete detto subito?” chiese Josh seriamente curioso, dando voce ai pensieri degli altri.

“Diciamo che noi due non eravamo molto amici, tutt’altro. Non perdevamo occasione per darci il tormento a vicenda” rispose Lucas limpidamente abbandonandosi disinvolto sulla sedia.

“Spiego io o tu?” sibilai assottigliando lo sguardo.

Alzò le braccia al cielo con fare teatrale “Ecco appunto” bofonchiò sbuffando spazientito.

Fui sommersa da una raffica di domande riguardanti il mio passato, sul quale ero sempre stata piuttosto evasiva e quella volta non fui da meno, soprattutto per l’impossibilità del rivelare la vera origine del nostro assurdo rapporto. Riuscii ad eludere gran parte delle domande e Lucas fece altrettanto, anche se con meno maestria di me e più di una volta dovetti fermarlo dal svelare troppo. In compenso ne uscimmo sani e salvi e senza svelare nulla di pericoloso, anche se Lucas con qualche livido di troppo a causa di alcuni miei calci o gomitate. Purtroppo non tutti i colpi andarono a segno perfettamente e più di una volta Matthias finì erroneamente sulla mia traiettoria, precisamente il suo stinco. Ma in compenso potevo ritenermi più che soddisfatta, almeno sino a quando lui non decise di comunicare a tutti la grande novità, evidente frutto della cospirazione che era stata perpetuata a mio danno.

“Sarò ospite da lei per i prossimi mesi” disse con una tranquillità allarmante, ammutolendo l’intera comitiva.

A quelle parole la coca cola, che stavo tranquillamente bevendo ,mi andò di traverso rischiando di farmi passar a miglior vita prima del tempo.

Meno male che il suo compito è quello di proteggermi …

Lo guardai truce mentre gli altri mi scrutavano stupefatti in attesa di una conferma. Non potei far nulla oltre a un cenno con il capo: probabilmente se mi fossi azzardata a parlare, dalla mia bocca sarebbero uscite solo parole poco consone e “leggermente” scurrili.

Renegado” mormorai furente.

In risposta lo vidi sorridere beffardo.

“Questa me la paghi razza di cagnaccio sadico …” sibilai in un sussurro tanto flebile da non poter essere udito da orecchie umane.

“Perché non ci hai detto nulla, Lily? È per questo che stasera sei uscita con noi?” mi domandò concitato Daniel. Non compresi il motivo di quel tono, ma non me ne curai, avendo ben altro per la testa, ad esempio come uccidere Lucas nel modo più doloroso possibile.

Uomini … soffrono tutti di personalità multipla e sbalzi d’umore, e poi osano lamentarsi di noi donne! Bha!!!

Sospirai sommessamente “Veramente questa novità mi è stata comunicata meno di dieci minuti fa! La mia cara nonnina ha omesso questo particolare” soffiai celando a malapena la mia irritazione.

Luke scoppiò in una fragorosa risata “Sapeva ti saresti infuriata” esitò prendendo fiato “infatti le ho promesso che le avrei raccontato tutte le tue assurde reazioni!” terminò piegandosi in due dalle troppe risa.

Lo osservai allibita mentre gli altri si univano a lui deridendomi. Iniziai a sospettare ci fosse un complotto a mio danno, non c’erano altre spiegazioni plausibili.

Mi odiano, ecco scoperto l’arcano mistero.

Trascorremmo il resto della serata a chiacchierare, ma non mi sfuggirono le occhiatine maliziose che si scambiavano le mie amiche, e sospettai anche quale fosse il motivo. Dal canto mio tentai in ogni modo di non dare adito ad ulteriori pettegolezzi, tenendomi a debita distanza da Lucas, anche se il motivo principale era che se lo avessi avuto vicino nulla mi avrebbe trattenuta dallo strangolarlo per la magra figura che mi aveva fatto fare. Ma alla fine anche quell’orribile serata ebbe termine seppur non nel migliore dei modi.

Direi degna conclusione visti gli eventi.

Infatti, dopo aver salutato tutti fui costretta a tornare a casa con il mio amico, dovendo giungere nello stesso luogo non avevo avuto motivo di oppormi, ma ciò non mi impedì di sfoderare la tattica del mutismo. Sapevo benissimo che non mi avrebbe comunicato il reale motivo del suo ritorno, ma fino a quel momento mi sarei categoricamente rifiutata di parlargli.

Per tutto il tragitto non proferii parola e il silenzio fu riempito solo dalle note della radio che trasmetteva musica anni ‘ 70. Non feci una piega e fissai il passaggio scorrere fuori dal finestrino sino a quando non vidi la palazzina grigio sporco dove era situata la mia adorata casa che da quel momento in poi avrei dovuto condividere con la bestia accanto a me. Senza degnarlo di uno sguardo uscii dall’auto dirigendomi in casa e, senza salutare la nonna a causa del brutto scherzo al quale aveva collaborato, mi rintanai nella mia camera con l'intenzione di rimanervi sino alla mattina seguente, quando recuperata un po’ di calma mi sarei premurata di esporre i miei reclami alla nonna che aveva preso una decisione importante senza nemmeno consultarmi.

In fondo anche io vivo in questa casa … sarebbe stato opportuno chiedere il mio parere.

Sentii i passi di Lucas attraversare il corridoio e avvicinarsi alla mia porta, ma non vi si fermò se non per qualche secondo per poi procedere verso la sua stanza. In quel momento mi sembrò di essere catapultata nel passato.

La Spagna, la mia casa, la mia famiglia. Erano ormai svariati anni che quelle immagini non riaffioravano, probabilmente perché tentavo in ogni modo di evitare che ciò accadesse. Sembravano passati secoli e non pochi anni. Quel giorno di maggio la mia vita e le mie certezze si erano sgretolate come un castello di sabbia, lasciando nelle mie mani solo polvere e tante bugie da dover raccontare. Per tutti i miei erano morti in un tragico incidente stradale, nel quale la macchina era stata violentemente scaraventata in un burrone rendendo irriconoscibili anche i loro corpi, ma la realtà era tutt’altra. Quei mostri, che osavano definirsi umani, avevano trovato mia mamma e si erano premurati di dare il suo corpo in pasto alle fiamme - “per purificare il mondo dal male”, dicevano, - mentre mio padre non era stato che una vittima innocente per perpetuare la loro causa. Si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Preda di quei pensieri angoscianti e dei singulti caddi in un sonno profondo, sfiancata dalle lacrime.

La mattina seguente mi svegliai più stordita del solito e con mio sommo orrore notai le marcate occhiaie e gli occhi rossi per il pianto, che rendevano il mio viso più scarno del solito.

“Maledizione, sembro uno zombie!” urlai portandomi le mani sul volto.

“Ehi non fare casino, qui che gente che dorme!” tuonò Lucas dalla stanza accanto, facendomi sobbalzare.

“Maleducato” soffiai a denti stretti, prima di avviarmi in cucina per la colazione. Erano le nove passate e non era mia abitudine dormire tanto, ma la serata precedente mi aveva sfiancato. Notai un foglietto sul piano cottura.

“Buon giorno tesoro, stamane ho una visita medica ma, non temere, tornerò per pranzo. Ho lasciato pronte le frittelle per te e per Lucas.

Nonna”

Lessi il bigliettino rigirandolo tra le mani, nell’ultimo periodo la nonna si sottoponeva a continue visite, questo iniziava a preoccuparmi non poco. Con uno sbuffo colmo di apprensione mi avviai verso le meravigliose frittelle che la nonna aveva preparato. Era sempre stata un’ottima cuoca, io a differenza sua non combinavo che pastrocchi immangiabili in cucina. Qualche anno fa provai inutilmente a preparare una torta, ciò che ne venne fuori era inguardabile, per non parlare del sapore tutt’altro che gradevole. Rabbrividii al pensiero di quello scempio, mia nonna mi derise per giorni. E come darle torto.

Quasi quasi avveleno Luke con uno dei miei dolci …

Dei passi pesanti mi riportarono alla realtà e potei notare Lucas che trascinava i piedi fino alla cucina, strofinandosi gli occhi come un bambino. Ridacchiai, vedendolo in quel modo sembrava così dolce da non poter certo immaginare fosse un licantropo dalla forza inaudita.

“Ti odio” biascicò rivolgendomi un’occhiata truce. Avevo dimenticato quanto potesse essere irritabile di primo mattino.

“La cosa è reciproca” ghignai mentre recuperavo le ultime cose per la colazione e davo inizio all’eterna lotta tra la mia persona e la macchinetta del caffè.

“Ma come fai ad essere tanto energica a quest’ora?” bofonchiò allungando le mani verso il piatto di frittelle.

Sospirai “non tutti sono fannulloni come te, io durante la settimana a quest’ora sono già a lavoro da un pezzo” spiegai alzando lo sguardo al cielo.

Sgranò gli occhi “Stai per caso dicendo che dovrò alzarmi a quest’orario tutti i giorni?” domandò con un verso strozzato.

“Nessuno ti impone di seguirmi” sbottai innervosita al pensiero di essere pedinata.

“Se così non fosse sarebbe inutile la mia presenza in questa casa.”

“Allora perché non te ne vai?” urlai voltandomi a fissarlo.

Sbuffò contrariato “Senti” esitò fissandomi intensamente “ non ho intenzione di passare il resto dei mie giorni a litigare con te, quindi facciamo una tregua e smettiamola di punzecchiarci!”

“Il resto dei tuoi giorni?” domandai allibita. Ma che intenzioni aveva?

Già immaginavo me e Lucas in una casa di riposo, seduti su due sedie a dondolo a litigare per il telecomando. Una scena a dir poco agghiacciante.

“Ci stai immaginando da vecchi che litighiamo?” ghignò divertito, probabilmente della mia espressione sconcertata.

Mi limitai ad annuire, ancora immersa in quella spiacevole fantasia.

“Saresti una vecchietta molto carina” mormorò prima di lasciarmi da sola in cucina più stordita del solito.

Ahi ahi,se continuiamo così rischierò di impazzire.

Con mio grande stupore i giorni si susseguirono veloci e la presenza di Lucas, seppur inquietante per la sua costanza, in alcuni casi sapeva essere anche gradevole. Non che avessimo un rapporto pacifico, anzi, gran parte del tempo ci rivolgevamo battutine mordaci, ma in compenso era bello avere qualcuno oltre la nonna con cui poter parlare liberamente. Lui conosceva la mia storia e condivideva con me questa vita a metà tra due mondi, sebbene forse la sua situazione fosse leggermente più disperata della mia. Almeno io ero totalmente umana, solo con qualche optional, seppur mi fossi categoricamente imposta di non utilizzare la magia. Ciò però non mutava la situazione, restavo comunque una strega nel sangue. E negarlo risultava un inutile sforzo.

Per tutta la settimana, però, Lucas non fece che lamentarsi dei miei orari estenuanti, all’università si imbucava ai miei corsi, mentre quando dovevo recarmi al lavoro si metteva a girare per i corridoi del palazzo, vigilando sulla mia sicurezza. Sempre munito del suo blocco di appunti, diceva che il pedinamento era fonte di grande ispirazione per il suo nuovo libro. E chi ero io per contestarlo? In realtà un po’ mi dispiaceva per lui, tutta quella situazione doveva essere non poco noiosa e questo in un certo senso mi spinse ad essere un po’ meno scorbutica, ma solo un po’! In fondo avevo la sensazione che gradisse i nostri battibecchi …

Che strano ragazzo.

Sabato sera tornammo a casa entrambi estenuati per la settimana stressante e ci abbandonammo sul divano sotto lo sguardo divertito della nonna.

“Oggi sei tornata particolarmente tardi da lavoro” constatò avvicinandosi e accarezzandomi i capelli gentilmente e rivolgendo un sorriso dolce a Lucas che la fissava amorevole. In fondo la considerava un po’ anche sua nonna, seppur l’avesse incontrata non più di un paio di volte durante la nostra infanzia. Quasi quanto me oserei dire.

Annuii stravolta “Avevo dei moduli da sistemare” spiegai accoccolandomi su un cuscino dando uno spintone a Luke che vi si era seduto sopra.

Lui sbuffò impercettibilmente, ma si rianimò subito quando la nonna ci comunicò che era pronto in tavola. Ci avviammo in cucina affamati e, mentre lei andava a letto a causa dell’ora tarda, noi cenammo tranquilli.

Luke mi scrutò sottecchi “Non esci normalmente il sabato sera?” mi chiese curioso, stranamente senza ironia.

“No” risposi atona indirizzando il mio sguardo alla fetta di carne nel mio piatto.

“È per Daniel?” domandò innocentemente. Strabuzzai gli occhi e lo fissai sconvolta.

Non può averlo detto davvero.

“C .. come?” biascicai confusa.

“Non crederai che non abbia notato come lo guardi? È palese la tua attrazione per lui” mi comunicò come se nulla fosse, facendomi rischiare la tachicardia.

“Vuoi dire che gli altri hanno notato …?” non riuscii a celare il mio tono vagamente allarmato.

Fece un segno di diniego “Io ti conosco da quando eri bambina, per me non hai segreti!” spiegò sempre senza scomporsi. Quella calma mi stava seriamente dando sui nervi, io avevo rischiato un infarto credendo che tutti avessero scoperto il mio interessamento per Daniel e lui invece sembrava stesse parlando del tempo.

Lucas, quanto ti odio!!!!!!

Grugnii esasperata recuperando il mio piatto e riponendolo nella lavastoviglie, quel discorso mi aveva tolto l’appetito. Così mi avviai nel salone con l’intento di vedere un bel film. Iniziai a fare zapping tra i canali, sperando di trovare qualcosa di vagamente interessante, ma il massimo a cui potei aspirare fu un documentario sull’accoppiamento degli ippopotami.

“Hai dei gusti strani” mormorò arrivando nel salone.

Alzai gli occhi al cielo. “Tu non sai cosa trasmettono sugli altri canali” ribattei acida.

Iniziò a guardarsi attorno. “Non hai nessun dvd?”

Gli indicai un mobiletto dove io e la nonna avevamo riposto cassette e dvd, in realtà di mio non c’era quasi nulla, non ero mai stata un’amante della televisione e del cinema. Eppure qualcosa attirò l’attenzione di Lucas, perché lo vidi afferrare una custodia e voltarsi verso di me con un sorriso gioioso, evento raro in lui visto che non vi era traccia di ironia o malizia. Si avvicinò al lettore senza comunicarmi la sua scelta, inserendo il cd e raggiungendomi sul divano. Lo scrutai perplessa ma non dissi nulla, curiosa di sapere su cosa fosse ricaduta la sua scelta, ma soprattutto per capire cosa lo avesse entusiasmato in quel modo. La musichetta di presentazione mi rivelò l’arcano, strappandomi un sorriso.

“Robin Hood della Disney!” esclamai concitata. Non sapevo nemmeno che la nonna lo avesse comprato, avevo sempre adorato quel cartone, sin da bambina era stato il mio preferito. Amavo Robin Hood in versione volpe, ma soprattutto mi divertivano il Principe Giovanni e Bis. Non potevo credere che Lucas ricordasse davvero un simile particolare e stranamente dovetti contenere il mio entusiasmo per non gettargli le braccia al collo. Rimasi piacevolmente sorpresa.

Guardammo tutto il film mentre io ripetevo le battute delle scene che preferivo, lo avevo visto così tante volte che anche a distanza di anni rammentavo alcuni spezzoni. Tutto questo sotto lo sguardo divertito di Lucas che invece fischiava e cantava le canzoni. Non so come verso la fine del film mi ritrovai appoggiata alla sua spalla, leggermente intorpidita dal sonno, persa nei ricordi del passato.

“Da bambini mi costringevi a vederlo almeno una volta al giorno” ricordò ghignando.

Annuii ridacchiando a mia volta. Da piccola ero una piccola peste, una specie di uragano, nonché un dittatore. Erano tutti costretti a seguire le mie imposizioni e Lucas era la mia vittima preferita, per qualche oscuro motivo mi divertivo a dargli il tormento e lui mi lasciava fare senza opporre resistenza alcuna e assecondando ogni mio capriccio.

Era strano anche da bambino…

Per la prima volta dal suo arrivo mi domandai cosa avesse fatto in quegli anni che avevamo trascorso lontani. In fondo cinque anni non erano poi pochi e poteva essere accaduta ogni cosa! Come avevano preso la decisione del suo viaggio i suoi genitori? Era partito per un altro continente da un giorno all’altro? Cosa lo aveva spinto ad un gesto tanto folle? La curiosità ormai era divenuta padrona dei miei pensieri e non riuscii a trattenerla oltre.

“Cinque anni, sono tanti!” esclamai d’un tratto.

Lui mi osservò stranito e si limitò ad annuire, non comprendendo il mio obiettivo.

“Cosa hai fatto in tutti questi anni? Nelia e Victor?” domandai con fare indifferente giocando con il cuscino del divano.

“I mie genitori stanno bene, hanno comprato una casetta a Tarifa, vicino al mare!” spiegò con un sorriso scuotendo il capo divertito per chissà quale pensiero.

“Come mai non sei andato con loro?” chiesi pacata.

Sospirò e si mise a sedere voltandosi verso di me fissandomi negli occhi.

“Hanno ucciso ancora, sono tornati alla carica e tu sei sulla loro lista. Non ci vorrà molto prima che ti trovino e io non potevo permettere arrivassero a te senza alcun impedimento!” affermò risoluto.

Sentii i brividi percorrermi la schiena a quella rivelazione. Avevo sempre saputo che prima o poi mi avrebbero trovata, ma averne la conferma non poteva far altro che terrorizzarmi. Cercai di mantenere il più possibile la calma, riprendendo il discorso e chiedendogli ulteriori delucidazioni.

Speravo di avere un po’ più di tempo …

Corrugai la fronte osservandolo scettica “Sai benissimo che potrai fare ben poco contro di loro! È solo un’azione suicida!” esclamai turbata.

Scrollò le spalle “Nonostante ciò, il mio compito consiste nel proteggerti, che tu lo voglia o meno! Quindi quando loro arriveranno io sarò al tuo fianco e farò tutto ciò che è in mio potere per salvarti” affermò fissandomi intensamente.

Quel suo sguardo mi mise a disagio e non riuscii a reggerlo se non per pochi secondi.

“Sei uno sciocco” borbottai indirizzando il discorso altrove. Non mi andava di pensare a cosa sarebbe accaduto nel caso di un nostro incontro, ma soprattutto temevo di vederlo morire a causa mia. Avrebbe potuto vivere una vita tranquilla e fuori da ogni pericolo, eppure era tornato da me per proteggermi nonostante lo avessi cacciato in malo modo quando partii per l’America. Perché? Sentii gli occhi pungermi e con non poca difficoltà ricacciai dentro le lacrime.

Lui mi osservò comprensivo, ma non disse altro. Forse per darmi il tempo di assimilare le notizie che mi aveva riferito.

“Come hanno scoperto che sono ancora viva?” biascicai portando le gambe al petto e rannicchiandomi, quasi volessi farmi scudo dal quel mondo infausto.

“I documenti falsi li hanno depistati per poco, hanno iniziato a fare le loro indagini e non ci vorrà molto prima che arrivino a tua nonna e a te!”

“Ma come? Mamma aveva assunto un cognome e un’identità diversa prima di trasferirsi in Spagna, in modo da poter proteggere i nonni. Quindi non risulta alcun grado di parentela!”

“Ancora per poco. Avranno i loro mezzi per identificarti …”

Sbuffai accasciandomi stravolta sul divano, sapevo che la pace sarebbe durata ben poco, ma non credevo così poco. Avevo sperato di poter arrivare almeno a trent’anni e magari laurearmi … fare qualcosa della mia vita prima di doverle dire addio. Perché di una cosa ero più che certa, nulla mi avrebbe salvato dalle grinfie dei miei aguzzini, nemmeno un impavido licantropo … proprio come era successo alla mamma.

Scrollai leggermente il capo per scacciare tutti quei pensieri nefasti che non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione. Non avevo alcuna intenzione di recludermi in casa e vivere nel terrore il poco tempo che mi restava. Avrei vissuto a pieno … magari sarei potuta tornare in Spagna per un ultimo saluto alla mia vecchia vita, alla mia vecchia casa e al mio paese natale.

“Mi manca la Spagna.” esitai cercando di assumere un tono falsamente tranquillo “È cambiata molto in questi anni?” domandai stringendo spasmodicamente il cuscino tra le mie braccia.

Scrollò le spalle. “Non particolarmente” bofonchiò sbadigliando.

“Un giorno mi piacerebbe tornarci …”

“Sino a quando quei bastardi saranno in circolazione credo non sia proprio il caso.” replicò pacato.

Sbuffai contrariata, ma decisi di non aggiungere altro. Lucas non mi avrebbe mai permesso un gesto tanto avventato e oltretutto dovevo rammentare che lui rischiava la vita quanto me, ma soprattutto per me.

“Ho portato loro i fiori tutti i giorni, per te!” disse d’un tratto interrompendo il silenzio che era calato e lasciandomi di stucco.

Lo osservai perplessa, incapace di proferir parola, Luke tendeva a comportarsi sempre da bastardo nei miei confronti. Potevo affermare si divertisse più del lecito a farmi infuriare eppure talvolta i suoi modi sapevano essere così dolci da confondermi.

“Grazie” biascicai voltando il capo altrove per non fargli cogliere il mio imbarazzo.

“Prego!” sospirò sommessamente “Credo sia opportuno io vada in camera a riposare oppure domani mattina non riuscirò mai ad alzarmi” bofonchiò ancora irritato per i miei orari che riteneva assurdi ed estenuanti.

Con uno scatto si alzò dal letto avviandosi verso la porta.

Buenas noches virgola Niñami salutò dolcemente.

“Notte, Luke!” sussurrai mentre un sorriso sincero si dipingeva sulle mie labbra.

Forse la sua permanenza non sarebbe stata così disastrosa.

_________________________________________________ Recensioni ♥

Recensione di Bella_kristen [Contatta], del 11/09/2009 - 10:34AM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata
Grazieeeeee ... anche io adoro le streghe! infatti ho in mente altre storie originali su di loro hihihihi ... per alcune parti di questa storia ho anche preso spunto da alcuni libri wicca (per la gestione degli incantesimi *_____*)
Recensione di simo87 [Contatta], del 08/09/2009 - 12:48PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata
csisisisisi finalmente mi hanno permesso di postarla ... odiavo tenerla li senza poterla inserire XD
Recensione di Emily Doyle [Contatta], del 08/09/2009 - 12:11PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata
Ciaooo!! Graziee! anche a me piacciono molto le streghe e i licantropi ... quì poi diventano due figure connesse per alcuni motivi che vedrai in seguito ^_____________^

   
 
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