Salve, eccomi con il secondo capitolo! Di questa storia ho tutto già scritto quindi posterò una volta a settimana! In tutto sono 5 capitoli!Avrei voluto dividerli in capitoli + piccoli, ma per il contest non potevano essere più di 5 e suddividerli ora diventa complicato! Ammetto che sono un pò lunghetti XD Vabbè non mi dilungo oltre ... vi ringrazio per le recensioni e spero di poter leggere ancora i vostri commenti ...
Betato by Whateverhappened
Risposta recensioni a fine pagina♥
II
Passammo gran
parte del tempo a litigare e a
punzecchiarci. Più precisamente ero io che imprecavo in modo
decisamente poco
femminile contro di lui e le sue balorde idee. Purtroppo era tutto
ciò che
potevo concedermi, considerando che non aveva intenzione di alloggiare
altrove
o magari tornare a casa.
E
io devo pur sfogare in qualche modo la mia frustrazione!
Un dettaglio non
proprio insulso mi tornò alla
mente.
“come
lo spiegheremo agli altri?” domandai
arrendevole. Ribattere ancora sarebbe stato solo uno spreco di energie:
sin da
bambino Lucas era stato tremendamente cocciuto, non che io fossi da
meno, ma in
questo caso aveva l’appoggio della nonna, quindi avevo perso
in partenza.
Scrollò
le spalle “Sono tuoi amici quindi decidi tu”
ribatté atono.
Un dubbio mi
sorse “è una strana coincidenza che tu
abbia conosciuto proprio loro in una città tanto
grande?” mugugnai scrutandolo
scettica. Negli anni avevo compreso che le coincidenze non esistevano e
ciò mi
faceva temere avesse architettato un piano con i fiocchi pur di
incastrarmi,
costringendomi ad accettare la sua costante presenza. Nuovamente.
“Coincidenza?”
esitò “Chiamiamola così ..”
ghignò
sfrontato.
Strabuzzai gli
occhi e gli puntai un dito contro con
fare minaccioso “Lo sapevo”
esclamai
adirata. Ero pronta ad urlargli e a prenderlo a calci per la sua
cocciutaggine
e il suo ardire, ma con mio immenso rammarico fummo interrotti da
Claire, che
notando la nostra assenza aveva deciso di venirci a cercare.
Corrugò
la fronte perplessa, forse in cerca di una
spiegazione per l’intimità tra me e Luke,
considerando che per lei ci eravamo
appena conosciuti e in quel momento il suo viso era ad un palmo di
distanza dal
mio. Seppur per motivi ben differenti da quelli che poteva aver
immaginato lei.
“Ehi
voi due … siete qui! Vi stavamo cercando da un
pezzo …” mormorò
alternando il suo
sguardo tra me e lui.
Con mio grande
disappunto solo in quel momento notai
che la posizione in cui eravamo poteva essere mal interpretata e mi
spostai
velocemente.
“Claire,
scusaci! Stavamo discutendo!” bofonchiai
incrociando le braccia al petto e fulminando con lo sguardo Lucas che
intanto
ghignava spudoratamente, contento di essere la mia costante fonte di
imbarazzo.
Aspetta
che torniamo a casa … domani mattina ti avveleno il latte!
Non mi lasciai
sfuggire lo sguardo
malizioso che mi lanciò Claire.
“Avete
fatto subito amicizia …” ribatté
mesta.
Sbuffai
contrariata immaginando il
flusso di pensieri astrusi nella sua mente e decisi di porre termine a
quella
farsa prima di dar adito a pettegolezzi imbarazzanti. “No, ci
conosciamo da una
vita!” sibilai “Andiamo dagli altri, vi
spiegherò tutto!” borbottai sbrigativa.
Claire mi
osservò stranita dopo quella
rivelazione, ma non proferì parola sino a quando non
raggiungemmo i nostri
amici, intenti a portare avanti una discussione assurda sui capelli di
Matthias: a quanto pareva le ragazze avevano deciso di rimodernare il
suo look,
ma lui non sembrava essere molto d’accordo. Non appena
giungemmo in sala Claire
mi inchiodò con lo sguardo intimandomi a spiegare.
Oddio,
quando si comporta da despota mi fa davvero paura!
Sospirai
rassegnata pronta
ad immolarmi. “Ragazzi dovrei dirvi
una cosa …” annunciai per attirare su di me la
loro attenzione. Si voltarono
all’unisono scrutandomi curiosi, visibilmente preoccupati a
causa del mio
sguardo afflitto.
Ok,
lo ammetto, forse sto decisamente esagerando! Ma cosa posso farci se
questo è
l’effetto che Lucas ha su di me?
Un
pessimo effetto oserei aggiungere …
“Tranquilli,
non è nulla di allarmante,
Lily è solo melodrammatica” ghignò Luke
sorprendendo tutti per il tono
confidenziale che aveva usato.
Solo in quel
momento notai la presenza
di Daniel a tavola, stranamente sprovvisto di
una delle sue bamboline da compagnia. Mi lanciò
uno sguardo torvo ma non
me ne curai, avevo altri problemi per la testa in quel momento.
Mi accigliai e
decisi di parlare, onde
evitare che Lucas prendesse nuovamente l’iniziativa facendo
diventare la
situazione sempre più imbarazzante.
“Io e
Luke ci conosciamo sin da bambini,
era un amico di famiglia e siamo cresciuti assieme, almeno fino a
quando vivevo
in Spagna!” spiegai rapida fissando il bicchiere di coca cola
dinanzi a me,
trovandolo improvvisamente interessante.
Ecco,
ho sganciato la bomba.
Gli sguardi
incuriositi dei miei amici
mi trafissero creandomi non poco imbarazzo, naturalmente si stavano
domandando
il perché della messa in scena di poco prima.
“Perché
non ce lo avete detto subito?” chiese
Josh seriamente curioso, dando voce ai pensieri degli altri.
“Diciamo
che noi due non eravamo molto
amici, tutt’altro. Non perdevamo occasione per darci il
tormento a vicenda”
rispose Lucas limpidamente abbandonandosi disinvolto sulla sedia.
“Spiego
io o tu?” sibilai assottigliando lo
sguardo.
Alzò
le braccia al cielo con fare
teatrale “Ecco appunto” bofonchiò
sbuffando spazientito.
Fui sommersa da
una raffica di domande
riguardanti il mio passato, sul quale ero sempre stata piuttosto
evasiva e
quella volta non fui da meno, soprattutto per
l’impossibilità del rivelare la
vera origine del nostro assurdo rapporto. Riuscii ad eludere gran parte
delle
domande e Lucas fece altrettanto, anche se con meno maestria di me e
più di una
volta dovetti fermarlo dal svelare troppo. In compenso ne uscimmo sani
e salvi
e senza svelare nulla di pericoloso, anche se Lucas con qualche livido
di
troppo a causa di alcuni miei calci o gomitate. Purtroppo non tutti i
colpi
andarono a segno perfettamente e più di una volta Matthias
finì erroneamente
sulla mia traiettoria, precisamente il suo stinco. Ma in compenso
potevo
ritenermi più che soddisfatta, almeno sino a quando lui non
decise di comunicare
a tutti la grande novità, evidente frutto della cospirazione
che era stata
perpetuata a mio danno.
“Sarò
ospite da lei per i prossimi mesi”
disse con una tranquillità allarmante, ammutolendo
l’intera comitiva.
A quelle parole
la coca cola, che stavo
tranquillamente bevendo ,mi andò di traverso rischiando di
farmi passar a
miglior vita prima del tempo.
Meno
male che il suo compito è quello di proteggermi …
Lo guardai truce
mentre gli altri mi
scrutavano stupefatti in attesa di una conferma. Non potei far nulla
oltre a un
cenno con il capo: probabilmente se mi fossi azzardata a parlare, dalla
mia
bocca sarebbero uscite solo parole poco consone e
“leggermente” scurrili.
“Renegado”
mormorai furente.
In risposta lo
vidi sorridere beffardo.
“Questa
me la paghi razza di cagnaccio
sadico …” sibilai in un sussurro tanto flebile da
non poter essere udito da
orecchie umane.
“Perché
non ci hai detto nulla, Lily? È
per questo che stasera sei uscita con noi?” mi
domandò concitato Daniel. Non
compresi il motivo di quel tono, ma non me ne curai, avendo ben altro
per la
testa, ad esempio come uccidere Lucas nel modo più doloroso
possibile.
Uomini
… soffrono tutti di personalità multipla e sbalzi
d’umore, e poi osano
lamentarsi di noi donne! Bha!!!
Sospirai
sommessamente “Veramente questa
novità mi è stata comunicata meno di dieci minuti
fa! La mia cara nonnina ha
omesso questo particolare” soffiai celando a malapena la mia
irritazione.
Luke
scoppiò in una fragorosa risata
“Sapeva ti saresti infuriata” esitò
prendendo fiato “infatti le ho promesso che
le avrei raccontato tutte le tue assurde reazioni!”
terminò piegandosi in due
dalle troppe risa.
Lo osservai
allibita mentre gli altri si
univano a lui deridendomi. Iniziai a sospettare ci fosse un complotto a
mio
danno, non c’erano altre spiegazioni plausibili.
Mi
odiano, ecco scoperto l’arcano mistero.
Trascorremmo il
resto della serata a
chiacchierare, ma non mi sfuggirono le occhiatine maliziose che si
scambiavano
le mie amiche, e sospettai anche quale fosse il motivo. Dal canto mio
tentai in
ogni modo di non dare adito ad ulteriori pettegolezzi, tenendomi a
debita
distanza da Lucas, anche se il motivo principale era che se lo avessi
avuto
vicino nulla mi avrebbe trattenuta dallo strangolarlo per la magra
figura che
mi aveva fatto fare. Ma alla fine anche quell’orribile serata
ebbe termine
seppur non nel migliore dei modi.
Direi
degna conclusione visti gli eventi.
Infatti,
dopo aver salutato tutti fui costretta a tornare a casa con
il mio amico,
dovendo giungere nello stesso luogo non avevo avuto motivo di oppormi,
ma ciò
non mi impedì di sfoderare la tattica del mutismo. Sapevo
benissimo che non mi
avrebbe comunicato il reale motivo del suo ritorno, ma fino a quel
momento mi
sarei categoricamente rifiutata di parlargli.
Per tutto il
tragitto non proferii
parola e il silenzio fu riempito solo dalle note della radio che
trasmetteva
musica anni ‘ 70. Non feci una piega e fissai il passaggio
scorrere fuori dal
finestrino sino a quando non vidi la palazzina grigio sporco dove era
situata
la mia adorata casa che da quel momento in poi avrei dovuto condividere
con la
bestia accanto a me. Senza degnarlo di uno sguardo uscii
dall’auto dirigendomi
in casa e, senza salutare la nonna a causa del brutto scherzo al quale
aveva
collaborato, mi rintanai nella mia camera con l'intenzione di rimanervi
sino
alla mattina seguente, quando recuperata un po’ di calma mi
sarei premurata di
esporre i miei reclami alla nonna che aveva preso una decisione
importante
senza nemmeno consultarmi.
In
fondo anche io vivo in questa casa … sarebbe stato opportuno
chiedere il mio
parere.
Sentii i passi
di Lucas attraversare il
corridoio e avvicinarsi alla mia porta, ma non vi si fermò
se non per qualche
secondo per poi procedere verso la sua stanza. In quel momento mi
sembrò di
essere catapultata nel passato.
La Spagna, la
mia casa, la mia famiglia.
Erano ormai svariati anni che quelle immagini non riaffioravano,
probabilmente
perché tentavo in ogni modo di evitare che ciò
accadesse. Sembravano passati
secoli e non pochi anni. Quel giorno di maggio la mia vita e le mie
certezze si
erano sgretolate come un castello di sabbia, lasciando nelle mie mani
solo
polvere e tante bugie da dover raccontare. Per tutti i miei erano morti
in un
tragico incidente stradale, nel quale la macchina era stata
violentemente
scaraventata in un burrone rendendo irriconoscibili anche i loro corpi,
ma la
realtà era tutt’altra. Quei mostri, che osavano
definirsi umani, avevano
trovato mia mamma e si erano premurati di dare il suo corpo in pasto
alle
fiamme - “per purificare il mondo
dal
male”, dicevano, - mentre
mio padre
non era stato che una vittima innocente per perpetuare la loro causa.
Si
trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Preda di quei
pensieri angoscianti e dei
singulti caddi in un sonno profondo, sfiancata dalle lacrime.
La mattina
seguente mi svegliai più
stordita del solito e con mio sommo orrore notai le marcate occhiaie e
gli
occhi rossi per il pianto, che rendevano il mio viso più
scarno del solito.
“Maledizione,
sembro uno zombie!” urlai
portandomi le mani sul volto.
“Ehi
non fare casino, qui che gente che
dorme!” tuonò Lucas dalla stanza accanto,
facendomi sobbalzare.
“Maleducato”
soffiai a denti stretti,
prima di avviarmi in cucina per la colazione. Erano le nove passate e
non era
mia abitudine dormire tanto, ma la serata precedente mi aveva
sfiancato. Notai
un foglietto sul piano cottura.
“Buon
giorno tesoro, stamane ho una visita
medica ma, non temere, tornerò per pranzo. Ho lasciato
pronte le frittelle per
te e per Lucas.
Nonna”
Lessi
il bigliettino rigirandolo tra le mani,
nell’ultimo periodo la nonna si sottoponeva a continue
visite, questo iniziava
a preoccuparmi non poco. Con uno sbuffo colmo di apprensione mi avviai
verso le
meravigliose frittelle che la nonna aveva preparato. Era sempre stata
un’ottima
cuoca, io a differenza sua non combinavo che pastrocchi immangiabili in
cucina.
Qualche anno fa provai inutilmente a preparare una torta,
ciò che ne venne
fuori era inguardabile, per non parlare del sapore tutt’altro
che gradevole.
Rabbrividii al pensiero di quello scempio, mia nonna mi derise per
giorni. E
come darle torto.
Quasi
quasi avveleno Luke con uno dei miei dolci …
Dei passi
pesanti mi riportarono alla
realtà e potei notare Lucas che trascinava i piedi fino alla
cucina,
strofinandosi gli occhi come un bambino. Ridacchiai, vedendolo in quel
modo
sembrava così dolce da non poter certo immaginare fosse un
licantropo dalla
forza inaudita.
“Ti
odio” biascicò rivolgendomi
un’occhiata truce. Avevo dimenticato quanto potesse essere
irritabile di primo
mattino.
“La
cosa è reciproca” ghignai mentre
recuperavo le ultime cose per la colazione e davo inizio
all’eterna lotta tra
la mia persona e la macchinetta del caffè.
“Ma
come fai ad essere tanto energica a
quest’ora?” bofonchiò
allungando le mani
verso il piatto di frittelle.
Sospirai
“non tutti sono fannulloni come
te, io durante la settimana a quest’ora sono già a
lavoro da un pezzo” spiegai
alzando lo sguardo al cielo.
Sgranò
gli occhi “Stai per caso dicendo
che dovrò alzarmi a quest’orario tutti i
giorni?” domandò con un verso
strozzato.
“Nessuno
ti impone di seguirmi” sbottai
innervosita al pensiero di essere pedinata.
“Se
così non fosse sarebbe inutile la
mia presenza in questa casa.”
“Allora
perché non te ne vai?” urlai
voltandomi a fissarlo.
Sbuffò
contrariato “Senti” esitò
fissandomi intensamente “ non ho intenzione di passare il
resto dei mie giorni
a litigare con te, quindi facciamo una tregua e smettiamola di
punzecchiarci!”
“Il
resto dei tuoi giorni?” domandai
allibita. Ma che intenzioni aveva?
Già
immaginavo me e Lucas in una casa di
riposo, seduti su due sedie a dondolo a litigare per il telecomando.
Una scena
a dir poco agghiacciante.
“Ci
stai immaginando da vecchi che
litighiamo?” ghignò divertito, probabilmente della
mia espressione sconcertata.
Mi limitai ad
annuire, ancora immersa in
quella spiacevole fantasia.
“Saresti
una vecchietta molto carina”
mormorò prima di lasciarmi da sola in cucina più
stordita del solito.
Ahi
ahi,se continuiamo così rischierò di impazzire.
Con mio grande
stupore i giorni si
susseguirono veloci e la presenza di Lucas, seppur inquietante per la
sua costanza,
in alcuni casi sapeva essere anche gradevole. Non che avessimo un
rapporto
pacifico, anzi, gran parte del tempo ci rivolgevamo battutine mordaci,
ma in
compenso era bello avere qualcuno oltre la nonna con cui poter parlare
liberamente. Lui conosceva la mia storia e condivideva con me questa
vita a
metà tra due mondi, sebbene forse la sua situazione fosse
leggermente più
disperata della mia. Almeno io ero totalmente umana, solo con qualche
optional,
seppur mi fossi categoricamente imposta di non utilizzare la magia.
Ciò però
non mutava la situazione, restavo comunque una strega nel sangue. E
negarlo
risultava un inutile sforzo.
Per tutta la
settimana, però, Lucas non
fece che lamentarsi dei miei orari estenuanti,
all’università si imbucava ai
miei corsi, mentre quando dovevo recarmi al lavoro si metteva a girare
per i
corridoi del palazzo, vigilando sulla mia sicurezza. Sempre munito del
suo
blocco di appunti, diceva che il pedinamento era fonte di grande
ispirazione
per il suo nuovo libro. E chi ero io per contestarlo?
In realtà un po’
mi dispiaceva per lui, tutta quella
situazione doveva essere non
poco noiosa e questo in un certo senso mi spinse ad essere un
po’ meno scorbutica,
ma solo un po’! In fondo avevo la sensazione che gradisse i
nostri battibecchi
…
Che
strano ragazzo.
Sabato sera
tornammo a casa entrambi
estenuati per la settimana stressante e ci abbandonammo sul divano
sotto lo
sguardo divertito della nonna.
“Oggi
sei tornata particolarmente tardi
da lavoro” constatò avvicinandosi e accarezzandomi
i capelli gentilmente e
rivolgendo un sorriso dolce a Lucas che la fissava amorevole. In fondo
la
considerava un po’ anche sua nonna, seppur l’avesse
incontrata non più di un
paio di volte durante la nostra infanzia. Quasi quanto me oserei dire.
Annuii stravolta
“Avevo dei moduli da
sistemare” spiegai accoccolandomi su un cuscino dando uno
spintone a Luke che
vi si era seduto sopra.
Lui
sbuffò impercettibilmente, ma si
rianimò subito quando la nonna ci comunicò che
era pronto in tavola. Ci avviammo
in cucina affamati e, mentre lei andava a letto a causa
dell’ora tarda, noi
cenammo tranquilli.
Luke mi
scrutò sottecchi “Non esci
normalmente il sabato sera?” mi chiese curioso, stranamente
senza ironia.
“No”
risposi atona indirizzando il mio
sguardo alla fetta di carne nel mio piatto.
“È
per Daniel?” domandò innocentemente.
Strabuzzai gli occhi e lo fissai sconvolta.
Non
può averlo detto davvero.
“C ..
come?” biascicai confusa.
“Non
crederai che non abbia notato come
lo guardi? È palese la tua attrazione per lui” mi
comunicò come se nulla fosse,
facendomi rischiare la tachicardia.
“Vuoi
dire che gli altri hanno notato
…?” non riuscii a celare il mio tono vagamente
allarmato.
Fece un segno di
diniego “Io ti conosco
da quando eri bambina, per me non hai segreti!”
spiegò sempre senza scomporsi.
Quella calma mi stava seriamente dando sui nervi, io avevo rischiato un
infarto
credendo che tutti avessero scoperto il mio interessamento per Daniel e
lui
invece sembrava stesse parlando del tempo.
Lucas,
quanto ti odio!!!!!!
Grugnii
esasperata recuperando il mio
piatto e riponendolo nella lavastoviglie, quel discorso mi aveva tolto
l’appetito. Così mi avviai nel salone con
l’intento di vedere un bel film.
Iniziai a fare zapping tra i canali, sperando di trovare qualcosa di
vagamente
interessante, ma il massimo a cui potei aspirare fu un documentario
sull’accoppiamento degli ippopotami.
“Hai
dei gusti strani” mormorò arrivando
nel salone.
Alzai gli occhi
al cielo. “Tu non sai
cosa trasmettono sugli altri canali” ribattei acida.
Iniziò
a guardarsi attorno. “Non hai
nessun dvd?”
Gli indicai un
mobiletto dove io e la
nonna avevamo riposto cassette e dvd, in realtà di mio non
c’era quasi nulla,
non ero mai stata un’amante della televisione e del cinema.
Eppure qualcosa
attirò l’attenzione di Lucas, perché lo
vidi afferrare una custodia e voltarsi
verso di me con un sorriso gioioso, evento raro in lui visto che non vi
era
traccia di ironia o malizia. Si avvicinò al lettore senza
comunicarmi la sua
scelta, inserendo il cd e raggiungendomi sul divano. Lo scrutai
perplessa ma
non dissi nulla, curiosa di sapere su cosa fosse ricaduta la sua
scelta, ma
soprattutto per capire cosa lo avesse entusiasmato in quel modo. La
musichetta
di presentazione mi rivelò l’arcano, strappandomi
un sorriso.
“Robin
Hood della Disney!” esclamai
concitata. Non sapevo nemmeno che la nonna lo avesse comprato, avevo
sempre
adorato quel cartone, sin da bambina era stato il mio preferito. Amavo
Robin
Hood in versione volpe, ma soprattutto mi divertivano il Principe
Giovanni e
Bis. Non potevo credere che Lucas ricordasse davvero un simile
particolare e
stranamente dovetti contenere il mio entusiasmo per non gettargli le
braccia al
collo. Rimasi piacevolmente sorpresa.
Guardammo tutto
il film mentre io ripetevo
le battute delle scene che preferivo, lo avevo visto così
tante volte che anche
a distanza di anni rammentavo alcuni spezzoni. Tutto questo sotto lo
sguardo
divertito di Lucas che invece fischiava e cantava le canzoni. Non so
come verso
la fine del film mi ritrovai appoggiata alla sua spalla, leggermente
intorpidita dal sonno, persa nei ricordi del passato.
“Da
bambini mi costringevi a vederlo
almeno una volta al giorno” ricordò ghignando.
Annuii
ridacchiando a mia volta. Da
piccola ero una piccola peste, una specie di uragano, nonché
un dittatore.
Erano tutti costretti a seguire le mie imposizioni e Lucas era la mia
vittima
preferita, per qualche oscuro motivo mi divertivo a dargli il tormento
e lui mi
lasciava fare senza opporre resistenza alcuna e assecondando ogni mio
capriccio.
Era
strano anche da bambino…
Per la prima
volta dal suo arrivo mi
domandai cosa avesse fatto in quegli anni che avevamo trascorso
lontani. In
fondo cinque anni non erano poi pochi e poteva essere accaduta ogni
cosa! Come
avevano preso la decisione del suo viaggio i suoi genitori? Era partito
per un
altro continente da un giorno all’altro? Cosa lo aveva spinto
ad un gesto tanto
folle? La curiosità ormai era divenuta padrona dei miei
pensieri e non riuscii
a trattenerla oltre.
“Cinque
anni, sono tanti!” esclamai d’un
tratto.
Lui mi
osservò stranito e si limitò ad
annuire, non comprendendo il mio obiettivo.
“Cosa
hai fatto in tutti questi
anni? Nelia e
Victor?” domandai con fare
indifferente giocando con il cuscino del divano.
“I mie
genitori stanno bene, hanno
comprato una casetta a Tarifa, vicino al mare!”
spiegò con un sorriso scuotendo
il capo divertito per chissà quale pensiero.
“Come
mai non sei andato con loro?”
chiesi pacata.
Sospirò
e si mise a sedere voltandosi
verso di me fissandomi negli occhi.
“Hanno
ucciso ancora, sono tornati alla
carica e tu sei sulla loro lista. Non ci vorrà molto prima
che ti trovino e io
non potevo permettere arrivassero a te senza alcun
impedimento!” affermò
risoluto.
Sentii i brividi
percorrermi la schiena
a quella rivelazione. Avevo sempre saputo che prima o poi mi avrebbero
trovata,
ma averne la conferma non poteva far altro che terrorizzarmi. Cercai di
mantenere il più possibile la calma, riprendendo il discorso
e chiedendogli
ulteriori delucidazioni.
Speravo
di avere un po’ più di tempo …
Corrugai la
fronte osservandolo scettica
“Sai benissimo che potrai fare ben poco contro di loro!
È solo un’azione
suicida!” esclamai turbata.
Scrollò
le spalle “Nonostante ciò, il
mio compito consiste nel proteggerti, che tu lo voglia o meno! Quindi
quando
loro arriveranno io sarò al tuo fianco e farò
tutto ciò che è in mio potere per
salvarti” affermò fissandomi intensamente.
Quel suo sguardo
mi mise a disagio e non
riuscii a reggerlo se non per pochi secondi.
“Sei
uno sciocco” borbottai indirizzando
il discorso altrove. Non mi andava di pensare a cosa sarebbe accaduto
nel caso
di un nostro incontro, ma soprattutto temevo di vederlo morire a causa
mia.
Avrebbe potuto vivere una vita tranquilla e fuori da ogni pericolo,
eppure era
tornato da me per proteggermi nonostante lo avessi cacciato in malo
modo quando
partii per l’America. Perché? Sentii gli occhi
pungermi e con non poca
difficoltà ricacciai dentro le lacrime.
Lui mi
osservò comprensivo, ma non disse
altro. Forse per darmi il tempo di assimilare le notizie che mi aveva
riferito.
“Come
hanno scoperto che sono ancora
viva?” biascicai portando le gambe al petto e
rannicchiandomi, quasi volessi
farmi scudo dal quel mondo infausto.
“I
documenti falsi li hanno depistati
per poco, hanno iniziato a fare le loro indagini e non ci
vorrà molto prima che
arrivino a tua nonna e a te!”
“Ma
come? Mamma aveva assunto un cognome
e un’identità diversa prima di trasferirsi in
Spagna, in modo da poter
proteggere i nonni. Quindi non risulta alcun grado di
parentela!”
“Ancora
per poco. Avranno i loro mezzi
per identificarti …”
Sbuffai
accasciandomi stravolta sul
divano, sapevo che la pace sarebbe durata ben poco, ma non credevo
così poco.
Avevo sperato di poter arrivare almeno a trent’anni e magari
laurearmi … fare
qualcosa della mia vita prima di doverle dire addio. Perché
di una cosa ero più
che certa, nulla mi avrebbe salvato dalle grinfie dei miei aguzzini,
nemmeno un
impavido licantropo … proprio come era successo alla mamma.
Scrollai
leggermente il capo per
scacciare tutti quei pensieri nefasti che non avrebbero fatto altro che
peggiorare la situazione. Non avevo alcuna intenzione di recludermi in
casa e
vivere nel terrore il poco tempo che mi restava. Avrei vissuto a pieno
… magari
sarei potuta tornare in Spagna per un ultimo saluto alla mia vecchia
vita, alla
mia vecchia casa e
al mio paese natale.
“Mi
manca la Spagna.” esitai cercando di
assumere un tono falsamente tranquillo “È cambiata
molto in questi anni?” domandai
stringendo spasmodicamente il cuscino tra le mie braccia.
Scrollò
le spalle. “Non particolarmente”
bofonchiò sbadigliando.
“Un
giorno mi piacerebbe tornarci …”
“Sino
a quando quei bastardi saranno in
circolazione credo non sia proprio il caso.”
replicò pacato.
Sbuffai
contrariata, ma decisi di non
aggiungere altro. Lucas non mi avrebbe mai permesso un gesto tanto
avventato e
oltretutto dovevo rammentare che lui rischiava la vita quanto me, ma
soprattutto per me.
“Ho
portato loro i fiori tutti i giorni,
per te!” disse d’un tratto interrompendo il
silenzio che era calato e lasciandomi
di stucco.
Lo osservai
perplessa, incapace di
proferir parola, Luke tendeva a comportarsi sempre da bastardo nei miei
confronti. Potevo affermare si divertisse più del lecito a
farmi infuriare
eppure talvolta i suoi modi sapevano essere così dolci da
confondermi.
“Grazie”
biascicai voltando il capo
altrove per non fargli cogliere il mio imbarazzo.
“Prego!”
sospirò sommessamente “Credo
sia opportuno io vada in camera a
riposare oppure domani mattina non riuscirò mai ad
alzarmi” bofonchiò ancora
irritato per i miei orari che riteneva assurdi ed estenuanti.
Con uno scatto
si alzò dal letto
avviandosi verso la porta.
“Buenas
noches virgola Niña”
mi
salutò dolcemente.
“Notte,
Luke!” sussurrai mentre un
sorriso sincero si dipingeva sulle mie labbra.
Forse la sua permanenza non sarebbe stata così disastrosa.
_________________________________________________ Recensioni ♥
Recensione di Bella_kristen [Contatta], del 11/09/2009 - 10:34AM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata |
Grazieeeeee ... anche io adoro le streghe! infatti ho
in mente altre storie originali su di loro hihihihi ... per alcune
parti di questa storia ho anche preso spunto da alcuni libri wicca (per
la gestione degli incantesimi *_____*) |
Recensione di simo87 [Contatta], del 08/09/2009 - 12:48PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata |
csisisisisi finalmente mi hanno permesso di postarla
... odiavo tenerla li senza poterla inserire XD |
Recensione di Emily Doyle [Contatta], del 08/09/2009 - 12:11PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata |
Ciaooo!! Graziee! anche a me piacciono molto le streghe e i licantropi ... quì poi diventano due figure connesse per alcuni motivi che vedrai in seguito ^_____________^ |