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Autore: shirley jane    22/04/2023    2 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Eccoci al secondo capitolo!
Prima di tutto, ringrazio chi ha letto e chi ha commentato. Spero che questo capitolo vi piaccia.
A presto!
 
Ryo borbottò, cosa stava combinando Kaori? Socchiuse gli occhi, la stanza era immersa nel buio e il solo spiraglio di luce proveniva dalla porta scorrevole, leggermente aperta. Che ore erano? Sembrava notte fonda.
Di colpo udì uno strillo e riconobbe la voce di Kaori. Spalancò gli occhi, balzò in piedi e corse nella direzione dalla quale proveniva la voce, i sensi all’erta, ma prima di avere la possibilità di raggiungere l’ingresso, Kaori gli saltò addosso. Ryo rimase immobile, che diamine stava succedendo? Lei stava tremando tra le sue braccia, eppure non avvertiva nessun pericolo imminente.
“Aiuto, Ryo!” Kaori teneva le palpebre serrate. “Là fuori ci sono i fantasmi!”
L’espressione dell’uomo, attenta e guardinga, diventò a dir poco perplessa: “Ti senti bene, Kaori?” appoggiò una mano sulla sua fronte coperta di ciuffi castani, per assicurarsi che non avesse la febbre alta e non stesse delirando. O forse, era semplicemente impazzita.
“Sto benissimo, cretino!” Kaori lo fulminò con lo sguardo. “Sono seria, non ho le allucinazioni!”
Lo scetticismo di Ryo aumentò ancora, ma decretò con sé stesso che non era il momento per contraddire la sua compagna.
“In questo caso chiederemo agli ospiti della pensione se qualcun altro ha visto qualcosa di strano”.
“Ma non possiamo aspettare che sia mattina, sarebbe inutile. I fantasmi appaiono solo di notte, lo sanno tutti”.
“Non ci sarà bisogno di aspettare” il tono di Ryo era un misto tra divertimento e ironia. “Sono tutti qui, proprio dietro di te”.
Kaori trasalì, rossa in viso, si voltò lentamente e si trovò davanti un gruppo di persone; alcune apparivano divertite, altre alquanto seccate. La donna ridacchiò nervosamente, piena di imbarazzo, e farfugliò delle scuse, prima di richiudere la porta con uno scatto repentino.
“Ti assicuro che ho visto qualcuno là fuori”.
“Non lo metto in dubbio, ma perché pensi di aver visto proprio dei fantasmi?”
“Dovevi esserci, Ryo. C’erano un uomo e una donna, pallidi oltre ogni immaginazione, non potevano essere reali” l’espressione di Kaori esprimeva di nuovo preoccupazione. “Quando hanno notato la mia presenza, hanno fatto un sorriso a dir poco inquietante e subito dopo sono scomparsi nel nulla!”
“Ma tu che stavi facendo sveglia in piena notte?”
“Ero ancora arrabbiata con te, se proprio vuoi saperlo” ammise la ragazza, con il naso all’insù. “Avevo bisogno di aria fresca e allora sono uscita”.
Ryo non si azzardò a dire niente a riguardo, ma riportò l’attenzione sulle apparizioni soprannaturali.
“Più tardi andremo dai proprietari per chiedere se sono già accaduti episodi simili, va bene?”
Sorrise, anche se dubitava che quelli che aveva visto Kaori fossero dei veri spiriti, invece di presenze in carne e ossa che si divertivano a fare degli scherzi, sapeva che la sua compagna aveva una paura matta dei fantasmi. Sorrise anche lei, sembrava più tranquilla.
“Allora, mi perdoni?”
Kaori lo scrutò qualche secondo, in silenzio.
“Possiamo dormire insieme” gli concesse. “A patto che tu tenga le mani al loro posto. Sono ancora arrabbiata con te, non te lo scordare”.
Ryo accettò il compromesso, dopotutto era un inizio. Poco dopo che si furono coricati, però, Kaori si sistemò tra le sue braccia e lui, con un sorriso, la strinse a sé. In fin dei conti avrebbe dovuto ringraziare quegli esseri soprannaturali, chiunque fossero in realtà.


La mattina stessa Ryo e Kaori cercarono i proprietari della pensione, ma si trovarono a essere spettatori di una scena inaspettata, quando videro Jin e Kyoko Nakama che si stavano scusando con una coppia che sembrava fin troppo irritata.
“Non vogliamo più stare qui!”
“Questo posto non è sicuro!”
L’uomo e la donna che stavano protestando, quando videro gli sweeper, si avvicinarono a loro.
“Avete visto anche voi quegli spiriti girare intorno alla pensione, vero?”
“Non negate! Abbiamo sentito le vostre grida stanotte!”
Ryo e Kaori si guardarono in silenzio, esterrefatti, poi spostarono lo sguardo sulla coppia più anziana, che appariva amareggiata e sconfortata. Ryo era sicuro che Kaori non avesse mentito, ma adesso il quadro della situazione cambiava del tutto. Se Kaori non era stata l’unica ad assistere alla misteriosa apparizione, l’ipotesi che fosse stato un semplice scherzo iniziava a barcollare. Inoltre, a giudicare dall’aria rassegnata degli anziani coniugi, probabilmente era già successo altre volte. Senza ricevere alcuna risposta a conferma delle loro proteste, l’altra coppia si allontanò, più arrabbiata di prima.
“Volete andarvene anche voi, signori Saeba?” chiese Kyoko con gli occhi lucidi, le spalle leggermente curve.
Kaori sorrise con tenerezza, i signori Nakama sembravano delle brave persone. Qualunque fosse il problema, non aveva intenzione di lasciarli nei guai.
“Non deve preoccuparsi, non siamo qui per andarcene”.
“Davvero, signora Saeba?” gli occhi della donna si illuminarono di gioia all’istante.
La sweeper arrossì quando si sentì chiamare signora Saeba, ma decise che in quel momento non c’era tempo per chiarire quel particolare.
“Vogliamo aiutarvi, ma per farlo dovete spiegarci tutto”.
I coniugi si guardarono dubbiosi, senza dire niente.
“Potete fidarvi di noi”.
Il tono di voce pacato e comprensivo di Kaori, e i suoi occhi pieni di tenerezza, persuasero la coppia.
“D’accordo” disse Kyoko. “Seguiteci, per favore, vi offriamo un tè”.
Ryo sorrise, Kaori possedeva l’incredibile capacità di far sentire gli altri protetti e al sicuro, semplicemente con la sua dolcezza. Era davvero un uomo fortunato.
Pochi minuti dopo, con una tazza di tè in mano, Kyoko iniziò a parlare: “Questo posto è troppo importante per noi” disse, appoggiando la tazza sul tavolo. “Non possiamo rischiare di perderlo”.
“Eppure, siete seriamente preoccupati che possa accadere, giusto?” chiese Ryo. “Per quale motivo?”
Lo sweeper non rammentò la storia dei fantasmi, voleva prima capire se i coniugi Nakama ne avrebbero parlato di loro iniziativa. I due sussultarono alla domanda di Ryo e lui trattenne un sorriso. Come aveva immaginato, ne erano perfettamente a conoscenza.
“Da qualche settimana accadono degli episodi strani, che spaventano i nostri ospiti”.
“Ehm, di cosa sta parlando, signor Nakama?” Kaori si aggrappò al braccio di Ryo e iniziò a sudare freddo.
“So che può sembrare strano, ma…” Jin tentennò e guardò la moglie, come per chiedere il suo supporto.
“L’ascoltiamo, signor Nakama. Parli, per favore” lo incitò Kaori, sentendo la tensione aumentare dentro di sé. Una parte di lei voleva sapere cosa stava accadendo, l’altra temeva di venirne a conoscenza.
“Luci che si spengono all’improvviso e si riaccendono da sole, suoni che provengono dal nulla, presenze misteriose che appaiono e scompaiono…”
Kaori trasalì a quelle parole e saltò di nuovo in braccio a Ryo, trattenendo un urlo.
“Oh no, non si spaventi” provò a rassicurarla Kyoko. “Si tratta sicuramente di spiriti pacifici”.
“Sono d’accordo con mia moglie” disse Jin, bevendo tranquillamente un sorso di tè. “Purtroppo, i nostri ospiti non gradiscono la loro presenza qui e fuggono a gambe levate. Se continuiamo così, non avremo altra scelta che chiudere”.
“Siete proprio convinti che si tratti di spiriti, e non di qualcuno in carne e ossa a cui piace scherzare?” chiese Ryo.
Jin e Kyoko si guardarono di nuovo e gli sweeper capirono che non avevano ancora raccontato tutto ciò che sapevano.
“Possiamo aiutarvi solo se ci dite tutta la verità” li incitò Kaori.
“Abbiamo ricevuto una proposta di acquisto per la pensione” ammise Jin. “Ma abbiamo rifiutato”.
“Fatemi indovinare” disse Ryo, con un sorriso sarcastico. “Poco dopo il vostro rifiuto sono iniziati i fenomeni inspiegabili”.
I due anziani annuirono e il sorriso di Ryo si allargò, c’era ben poco di soprannaturale in quella vicenda.
“Sì, però…” Kyoko provò a dire altro, ma il tocco leggero delle dita del marito sulla sua mano, la convinse a fermarsi. Jin la guardò con dolcezza e scosse appena il capo. Il gesto non sfuggì agli sweeper, ma decisero di non aggiungere altro.
“Non preoccupatevi, signori Nakama. Faremo il possibile per aiutarvi a risolvere questa situazione”.
Le parole e il sorriso di Kaori li sollevarono, tuttavia, erano stupiti dell’aiuto offerto dalla giovane coppia.
“Grazie, signora Saeba, ma perché volete aiutarci?” chiese Kyoko.
“Diciamo che non ci piacciono le ingiustizie”.


Una volta tornati nella loro stanza, Kaori chiese: “Non credo che abbiano raccontato tutta la verità, che ne pensi?”
“Sono d’accordo con te” confermò Ryo. “Li aiuteremo lo stesso, sono delle brave persone”.
Kaori sorrise divertita: “A quanto pare i signori Nakama hanno fatto breccia nel tuo cuore” lo stuzzicò.
Ryo sorrise a sua volta e la prese tra le braccia: “Lo sai che ho il cuore tenero, in fondo” disse, prima di baciarla.
   
 
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