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Autore: Angel_7    09/05/2023    0 recensioni
“Tu sei un senziente, Harry.”
“Io sono cosa?”
“Un senziente. Una persona con un avanzato livello di empatia che ha sviluppato una profonda connessione psichica con un simile, me... in questo caso.”
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Storia ispirata a Sense8 e in cui Draco è un consumatore compulsivo di biscotti al cioccolato.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry, Luna/Neville
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-“Fermatevi. Fermate il matrimonio!”-

Il silenzio calò tra i partecipanti alla cerimonia. Persino l’orchestra che Ginny aveva preteso di avere per l’occasione smise di suonare.

Neville e Luna andarono a sedersi ai proprio posti. L’espressione di Neville era quella di qualcuno che avrebbe voluto sparire in un buco e non farvi più ritorno.
Draco se ne restò lì con una mano sul petto come a voler calmare il battito frenetico del suo cuore, ma con scarsi risultati.
Se suo padre lo avesse visto in quelle condizioni, in quella maniera così scomposta, lo avrebbe sicuramente guardato con disprezzo.

-“Che succede, Harry? E quello chi è?”-

Ginny appariva visibilmente sconvolta e arrabbiata. Tanto arrabbiata.
Prima che Harry potesse rispondere, Draco prese la parola.

-“Il mio nome è Draco, Draco Malfoy, e sono qui perché credo sia la cosa giusta da fare.”-

A Harry venne quasi da ridere nel sentire quelle parole, quasi.
Draco si fece sempre più vicino, finché non giunse a pochi passi dai due sposi.

-“Sei tu? Cioè, sei davvero tu?”-

-“Non potevo mica perdermi il tuo matrimonio.”-

Ginny si frappose tra i due, guardando l’intruso in cagnesco.
Draco pensò che se lo sguardo potesse uccidere, lui sarebbe stato già morto.

-“Non so chi tu sia, ma non ricordo di averti invitato, per cui faresti bene a tornartene da dove sei venuto.”-

-“Lo farò non appena avrò scambiato due parole con Harry.”-

Detto ciò, il biondo superò la ragazza e si rivolse nuovamente al ragazzo.

-“Scusami. Scusami per aver interrotto la cerimonia nel momento clou, ma non potevo permettere che ti sposassi prima di aver sentito quello che ho da dirti.”-

Il cuore di Harry prese a battere tanto forte che per un momento pensò di stare per avere un infarto.
Eccola. Era quella la sensazione che avrebbe dovuto provare in un giorno tanto speciale. Era quella la sensazione che voleva tornare a provare verso qualcuno.

-“Tu… Noi… C’è qualcosa tra di noi, Harry, e non parlo di tutta quella roba da senzienti. So che c’è qualcos’altro e so che lo senti anche tu. Non so quello che ci riserverà il futuro, ma quello che so è che voglio scoprirlo e voglio scoprirlo al tuo fianco.”-

Hermione di portò una mano alla bocca per coprire il piccolo sorriso che le aveva arricciato le labbra, mentre Ron si limitò a emettere un sospiro rassegnato.
Sapevano entrambi come sarebbe andata a finire e finalmente, finalmente, lo sapeva anche Harry.
Di tutta risposta, il moro si limitò a rimanere in silenzio, causando in Draco un piccolo attacco di panico.
Possibile che si fosse sbagliato? Che Harry non provasse i suoi stessi sentimenti?
Stava per fare marcia indietro e scapparsene il più lontano possibile, quando si sentì afferrare per una mano.
Quando si voltò per capire chi lo avesse fermato, si ritrovò a specchiarsi in quei due occhi color smeraldo che aveva imparato ormai a conoscere. E quello che vi lesse dentro lo lasciò senza parole. Non c’era rabbia. Non c’era pietà. Nel suo sguardo c’era una luce nuova che non gli aveva mai visto.

Ginny interruppe il loro contatto visivo, frapponendosi nuovamente tra di loro e togliendo in malo modo la mano di Harry da quella del nuovo arrivato e in men che non si dica estrasse la bacchetta da sotto l’abito, puntandola in direzione del collo di Draco.

-“Conterò fino a tre. Fossi in te comincerei a correre. Uno… due… tr…”-

Prima che la ragazza potesse terminare la frase, la bacchetta le volò via dalle mani e finì dritta in quelle di Harry.
Ginny rivolse al suo ragazzo uno sguardo fiammeggiante, como di rabbia e indignazione.

-“Harry, ma cosa…”-

-“Mi dispiace, Ginny. Non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato, ma l’ha fatto.”-

-“Che significa, Harry?”-

-“Significa che non posso sposarti. Ti voglio bene, Gin, ma mi è stato detto che a volte questo non basta. Spero che un giorno potrai perdonarmi.”-

Harry lasciò la bacchetta di Ginny nelle mani del fratello, che gli fece un cenno affermativo con la testa, e, sotto lo sguardo di tutti, afferrò una seconda volta la mano di Draco.

-“Spero che mi perdonerete tutti quanti.”-

L’attimo dopo si smaterializzò, portando il biondo con sé.







Si smaterializzarono in un appartamento che Harry non riconobbe come il suo.

-“Ma dove siamo?”- chiese allora interdetto.

-“Benvenuto a casa mia, Harry.”-

-“Casa tua? Ma come…”-

-“Roba da senzienti.”-

Harry smise di fare domande e si slacciò il papillon, emettendo un sospiro di sollievo.
Si avvicinò poi a passo lento verso la finestra che dava su una strada a lui sconosciuta e poggiò la fonte sul freddo vetro.
Draco osservò le sue spalle rilassarsi per la prima volta da quando lo aveva visto quel giorno e fece qualche passo verso di lui prima di fermarsi, incerto sul da farsi.

-“Ti sei pentito?”-

-“Mi pento di non averlo fatto prima. Sono stato uno stupido.”-

-“Lo sei stato.”- disse piano il biondo, avvolgendo le braccia intorno al busto di Harry e poggiando la guancia sulla sua testa.

-“Quello che hai detto è vero?”-

-“Che sei stato uno stupido? Certo che lo è.”-

-“No, idiota. Intendevo… quello.”-

-“Secondo te?”-

A quelle parole Harry si voltò, guardando l’altro negli occhi.
Fu in quel momento che accadde.
Harry annullò le distanze, poggiò una mano sul fianco del biondo e portò l'altra all’altezza della sua nuca.

-“Dillo.”- sussurrò sulle labbra di Draco

-“Credo di essermi innamorato di te.”-

E ad Harry bastò. Bastò per unire le loro bocche in un bacio dolce, leggero, che aveva il sapore di opportunità.
Harry si era chiesto così tante volte che sapore avessero le labbra di Draco e altrettante volte cosa avrebbe provato nell’assaggiarle. Ma mai, mai avrebbe pensato che un semplice bacio lo avrebbe fatto sentire così vivo, così vivo come non si era sentito da tempo.
Draco tornò ad allacciare le braccia al busto del moro e lo strinse forte, quasi fino a togliergli il respiro.
Nel sentire quel caldo abbraccio avvolgerlo, Harry prese coraggio e approfondì il bacio.
Se ne stettero lì davanti la finestra e illuminati dalla pallida luce di Parigi a baciarsi per quelle che a loro parvero delle ore come se fossero stati degli adolescenti alle prese con la prima cotta.
Quando Harry si staccò quanto bastava per guardare l’altro, rivolse a Draco uno sguardo pieno di aspettative.

-“Non ha nulla a che fare con il legame, vero?”-

Draco scosse la testa.

-“È reale.”-

E tornarono a baciarsi.







-“Sapevi che sarebbe successo?”- domandò Neville, intento a slacciarsi la camicia.

-“Sapevo che sarebbe successo qualcosa di interessante, ma non immaginavo quello.”- rispose lei mentre appendeva la camicia del ragazzo nell’armadio.

-“É un gran casino.”-

-“È un gran casino, ma è Harry.”-

-“È Harry.” sospirò il ragazzo un po’ divertito dalla situazione, anche se non avrebbe dovuto. -“E adesso?”- continuò.

-“E adesso stiamo a vedere.”-

I due si strinsero in un dolce abbraccio, convinti che tutto sarebbe andato per il verso giusto.








 
19 anni dopo

-“Non hai di meglio da fare che startene lì come un pesce lesso senza far niente?”-

-“Non me ne sto senza far niente. Raccolgo materiale.”-

Draco sbuffò e, poggiando i gomiti sulla grande scrivania in legno, si massaggiò le tempie.
Era stata una lunga giornata in ospedale e non vedeva l’ora di tornare a casa da Harry e magari fare una bel bagno caldo in sua compagnia.

-“E di grazia, a cosa ti servirebbe questo materiale?”-

-“Non so se mettere il raiting rosso o quello arancione.”-

Una ragazza dai lunghi capelli marroni se ne stava allungata sul lettino dello studio di Draco, con le braccia incrociate sotto la testa e le gambe accavallate. Guardava il soffitto come se cercasse una qualche ispirazione e pensasse di trovarla proprio nella vernice bianca che ricopriva le pareti della stanza.

-“Se ti azzardi a sbandierare ai quattro venti certi dettagli sulla nostra vita privata, giuro che ti ammazzo.”-

-“Hai detto bene, nostra.”-

Detto ciò, la ragazza saltò giù dal lettino e agitò una mano a mo’ di saluto.

-“Manda i miei saluti ad Harry. Sono sicura che lui sarà più collaborativo quando andrò a fargli visita.”-

Prima che Draco potesse dirle di andare a farsi fottere, era già sparita.
Il biondo chiuse gli occhi, scuotendo rassegnato la testa. Quella ragazza un giorno o l’altro gli avrebbe fatto venire un esaurimento nervoso. Lei e quelle sue… com’è che le aveva chiamate? Drarry.
Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri.
Harry entrò nello studio con ancora la divisa da Auror addosso e i capelli ancora più scompigliati del solito.
Draco si chiese come fosse possibile che persino lui in tutti quegli anni non fosse riuscito a domarli, ma in fin dei conti non gli importava. Lo amava in ogni suo piccolo particolare.

-“Ehi, il tuo turno sta per finire. Torniamo a casa insieme?”-

-“Certo. Ti saluta Ariadna, comunque.”-

-“Ha finalmente deciso il raiting della sua nuova storia?”-

Il biondo sbuffò e guardò divertito quello che era ormai suo marito da diversi anni.
Quando aveva ricevuto la promozione a capo del dipartimento Auror, Harry gli aveva chiesto di sposarlo e gli aveva promesso che lo avrebbe reso felice per tutta la vita. Era passato ormai tanto tempo da quel giorno speciale ed Harry non era mei venuto meno alle sue parole. Aveva trovato in lui qualcuno che lo capisse senza bisogno di parole, qualcuno che sopportasse ogni giorno lui e la sua lingua tagliente.

-“Se mio padre dovesse venirne a conoscenza, sarebbero guai.”-

-“Tuo padre si è messo l’anima in pace da quando ci ha beccati a fare sesso nel suo studio, Draco.”-

-“Quale modo migliore per venire allo scoperto?”-

Harry era stato anche l’artefice della quasi riconciliazione con i suoi genitori. Le cose tra loro non erano certamente tutte rose e fiori e suo padre tentava ancora di convincerlo a lasciar perdere quello che ormai era diventato il suo lavoro, ma andavano meglio, tanto che sua madre era ormai solita invitare entrambi per il tè del venerdì pomeriggio.

-“Andiamo, Dr. Malfoy - Potter. Dobby ha preparato un bel bagno caldo con tanta schiuma e candele profumate proprio come piace a lei.”-

-“Lei mi lusinga con le sue parole, Auror Potter-Malfoy. La seguo più che volentieri.”-

Andava tutto bene.




 
...fine




 
Lettori e lettrici, siamo giunti alla conclusione di questa piccola avventura. La storia è nata senza particolari pretese, ma mi piaceva l'idea di condividerla con tutti voi. Spero che vi sia piaciuta almeno un po'. Nel caso, fatemelo sapere nei commenti!
Alla prossima,
Angel
 
  
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