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Autore: Marti Lestrange    24/07/2023    0 recensioni
pillowtalk: tre piccoli spaccati di vita; tre ricordi di un primo bacio; tre coppie.
1. Victoire/Teddy
2. Dominique/Roland
3. Louis/Caleb
[ Questa storia partecipa all’iniziativa “🌷 First Kiss 🥀” organizzata sul gruppo Facebook “L’Angolo di Madama Rosmerta”. ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dominique Weasley, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'GENERATION WHY.'
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Questa storia partecipa all’iniziativa “🌷 First Kiss 🥀” organizzata sul gruppo Facebook “L’Angolo di Madama Rosmerta”.


DISCLAIMER: I personaggi che compaiono nel canon e tutto ciò che è relativo alla saga di Harry Potter appartiene a J.K.Rowling, ma tutto il resto fa parte del mio personale headcanon. Grazie dell’attenzione e buona lettura ☾


 

[pillowtalk]
 

I'm seeing the pain, seeing the pleasure
Nobody but you, 'body but me
'Body but us, bodies together
I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you
I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you

 

1.


“Teddy?” lo chiamo.

“Mh-mh?”

“L’altro giorno pensavo.”

Teddy apre gli occhi e mi guarda. Ha il viso stanco e all’improvviso mi dispiace aver interrotto il suo dormiveglia. 

“Pensi sempre a un sacco di cose tutte insieme.”

Sorrido e alzo gli occhi al cielo. “Giusto.”

Lui alza una mano e mi accarezza una guancia, mi scosta i capelli leggero, li appunta dietro il mio orecchio. 

“A cosa pensavi, amore?”

“Al nostro primo bacio.”

Gli occhi di Teddy cambiano colore. Gli succede spesso quando è emozionato per qualcosa, o agitato, o spaventato. Ora, da castani diventano dorati: puro oro liquido. 

“Al nostro primo bacio,” ripete.

Annuisco, la guancia sinistra appoggiata al cuscino, il corpo rannicchiato sotto il piumone. Fuori nevica. 

“E come mai?”

“Senza nessun motivo. Ci ho pensato e basta.”

“Ed è un bel ricordo?” Teddy sorride. 

“Sì, certo.”

“Be’, ricordo di non essere stato quel che si dice eccezionale.”

“Hey, eravamo due ragazzini,” protesto ridendo, ma piano, per paura di svegliare i gemelli - Meda1 si è appena riaddormentata dopo che Teddy si è offerto di alzarsi per calmarla, e non possiamo permetterci che svegli anche Artie1, anche se Artie è sempre così tranquillo. “È più che normale non essere eccezionali.”

Teddy mi si avvicina, la sua mano si sposta dalla mia guancia al mio seno. Il suo tocco è fresco attraverso la stoffa del pigiama, nel calore delle coperte. Gli sorrido, premendo il mio corpo addosso a lui solo per sentirlo ancora più vicino.

“Certo che quella prima volta non ho potuto darti questo,” ghigna. 

Alzo gli occhi al cielo. “Certo che no, ti avrei cacciato via a calci se mi avessi anche solo sfiorata in questo modo.”

“Mi pare più che giusto.”

“È stato…” ci penso sopra un attimo. “Be’, strano. Ma non brutto. Solo strano. Dal secondo in poi è andata meglio.”

“Non avevo mai baciato nessuno prima, mia cara, non ero pratico.”

“Lo so, certo.”

Ora il tocco di Teddy si fa più deciso, il calore che sento si irradia nel mio basso ventre e chiudo gli occhi. Mi sfiora il capezzolo con le dita e mi mordo le labbra. 

“Sono contenta che siamo arrivati a questo punto, comunque,” sussurro. 

“Anche io. Da morire.” 

Ora siamo vicinissimi, i nostri nasi si sfiorano. La mano di Teddy è ferma sul mio fianco. Sento l’anticipazione invadermi. Mi crepita sulla pelle come elettricità.

“Mi dispiace lasciarti spesso da sola, ultimamente.” Lo guardo negli occhi: ora sono grigi e spenti. È triste e abbattuto. 

Scuoto la testa. “È il tuo lavoro, Teddy. Lo capisco. Non preoccuparti per me, Dominique è quasi sempre qui, ed è okay, mentre mia madre potrebbe anche starsene di più a casa sua.” 

“Devi avere pazienza, vuole solo darti una mano.”

“Non ho bisogno di una mano. Lavoro al reparto d’urgenza del San Mungo.” 

“Non è la stessa cosa.”

“Forse non è la stessa cosa, ma so gestire una crisi quando ne ho una sotto mano.”

“Giuro che risolveremo questo caso.”

“Be’, lo spero, e per tutta una serie di ragioni.”

“E dopo mi prendo una bella vacanza e andiamo un po’ ai laghi, che ne dici? Noi due e i bambini.”

Sorrido. Annuisco. “Non vedo l’ora.”

“Ricordi cosa ti ho detto prima di baciarti, quel giorno?” I suoi occhi sono tornati dorati. Non rispondo, attendo che sia lui a dirmelo.

“I migliori amici si baciano sulle labbra, Vic?”

Sento il mio viso aprirsi in un sorriso. “E io ti ho risposto che i migliori amici possono fare quello che Merlino vogliono.”

Ridiamo, ma sempre sottovoce. Teddy sfiora il mio naso col suo. Sento il suo fiato caldo sulle labbra. Vorrei le sue mani ovunque, ma per adesso rimangono ferme. 

“I migliori amici fanno anche questo?” e finalmente la sua mano si sposta, sorpassa l’elastico del mio pantalone e quello delle mutandine. Mi sfiora piano ma comunque vorrei gridare. Le mie dita si chiudono a coppa intorno alla sua guancia. 

“Possono fare tutto,” biascico senza fiato quando le sue dita mi riempiono. 

“Vic,” mi chiama, la voce roca. “Guardami.”

Apro gli occhi, e i suoi sono neri, nerissimi, puro piacere gli colma lo sguardo. 

“Teddy…”

“Tra un momento.”

“Per favore.”

Allungo una mano e lo tocco anche io, sento la sua eccitazione solida attraverso il pigiama. Lo guardo mordersi le labbra. 

“Voglio prima baciarti,” continua, sfiorandomi le labbra con un bacio leggero. 

Annuisco. “Baciami, allora.”

Ci baciamo lentamente, ci baciamo come ci siamo baciati quella prima volta, in una sera estiva, sul tetto di casa di Teddy, quattro anni dopo l’ultima estate che abbiamo passato insieme prima che lui partisse per Hogwarts2, e ricordo che Teddy indossava la stessa maglietta rosa di Madonna che era stata di sua madre, ma non gli andava più così grande. Era cresciuto. 

“Ti amo.”

Le sue dita si muovono dentro di me; mi lascio portare via. 

Annuisco. “Ti amo.”

 

Le sue dita sulla mia guancia. Leggere. Lo guardo negli occhi e sono dorati, non li ho mai visti così dorati prima di quel momento. 

La t-shirt di Madonna non gli sta più così grande sulle spalle, non ci sparisce più dentro come prima. Le mie dita gli sfiorano le spalle solo per scoprire quanto siano diventate solide. Il desiderio di volerlo toccare per sempre mi riempie la testa, non riesco a liberarmene. Non lo comprendo, e mi domando perché mi faccia quasi male, la fitta che sento nelle mutandine. Chiudo gli occhi. 

“Vic.”

Non posso decidere di non guardarlo, non quando la voce di Teddy suona così: tesa come un elastico, vibrante di qualcosa a cui non so dare un nome. 

Siamo praticamente fronte contro fronte, i nostri nasi si sfiorano, ma non mi da fastidio. Sento il suo fiato addosso e sa dell’aranciata che abbiamo bevuto insieme poco prima. 

Mi sto spostando in avanti, a cercarlo, a cercare un contatto che non sapevo di volere. Voglio sentire Teddy addosso a me, ed è un pensiero che mi invade come un’onda. Non riesco a pensare ad altro. 

“I migliori amici si baciano sulle labbra, Vic?”

Lo guardo negli occhi, senza fiato. Siamo come sospesi in un limbo, e un solo, piccolo cenno potrebbe spingerci definitivamente oltre - oltre una soglia che entrambi siamo pronti a varcare. Sento che cambierà tutto, ma per una volta il cambiamento non mi fa paura. Voglio che cambi tutto, voglio che cambiamo noi

“I migliori amici possono fare quello che Merlino vogliono,” rispondo, decisa, ridente, e bastano queste mie parole per farci cadere. 

Le labbra di Teddy sono calde sulle mie. Non si muovono, rimangono lì. Sono anche bagnate, quando le scosta leggermente per poi baciarmi di nuovo. È strano ma bello. Non so come dovrebbe essere, ci ho pensato tanto ma senza farmi un’idea precisa. Charlotte, una delle mie compagne di casa, blaterava riguardo il suo primo bacio, subito dopo essere rientrata dalle vacanze di Natale, e diceva che la ragazza che aveva baciato le aveva ficcato la lingua in gola e lei per poco non aveva vomitato, ma poi si era ripresa in fretta e adesso non riusciva a pensare ad altro che a quella lingua. Ricordo che il pensiero di avere la lingua di un’altra persona in bocca mi aveva fatto rabbrividire, ma adesso penso solo alla lingua di Teddy, e a quanto la desideri, a quanto la voglia dentro di me. 

Non riesco a definire quello che mi sta succedendo dentro, e allora cerco di concentrarmi sul bacio dolce di Teddy, un bacio che non vuole essere invadente ma solo gentile - proprio come lui. 

“Teddy,” lo chiamo quando riprendiamo fiato. Sento di avere delle tracce di saliva sul mento ma non oso asciugarle. Mi guarda in silenzio. “Possiamo farlo ancora?”

Sorride. “Possiamo farlo quante volte vuoi.”

“Siamo ancora migliori amici, giusto?”

“Possiamo esserlo, sì. Possiamo essere quello che vogliamo.”

Fidanzati?” chiedo facendo una smorfia. 

“Questa dove l’hai sentita?”

Alzo gli occhi al cielo. “Da Charlotte.”

“Oh, Godric.”

“Non vuoi?”

“Pensavo fossi tu a non volerlo.” 

“Se siamo d’accordo entrambi possiamo esserlo.”

Teddy sorride e annuisce. “Mi piacerebbe essere il tuo fidanzato.”

“Okay. È deciso, allora.”

Ci prendiamo per mano, le nostre dita si cercano senza volerlo. 

Rimaniamo lì ancora un po’, su quel tetto, a guardare scendere la notte. 

 


1. Andromeda e Arthur, i gemelli figli di Teddy e Victoire; di seguito tutti gli accenni a loro fatti finora: snow flower — un altro buonissimo Natale / dance of death. (atto V) / in the name of the Black. (giorno 30)
2. Mi riferisco a questa storia: it’s nice to have a friend

   
 
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