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Autore: Minerva1120    24/07/2023    0 recensioni
Questa è la storia di sette normali ragazzi che lavorano come Tutor nel campo estivo di Big Lace Field, e all'ultimo giorno del loro terzo anno di lavoro il loro furgone, quello che gli dovrebbe portare a casa non parte costringendoli a rimanere lì per un'ultima notte, i ragazzi ne approfittano per fare un'ultima festa prima di ritornare alle loro vite ma non sanno che si ritroveranno a combattere per loro vita.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Moon'
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Five years later 

Nana
 
-Grazie tante Charlie! Le tue indicazioni fanno veramente schifo.- Pensai fra me e me mentre la macchina sfrecciava veloce lungo quella strada di campagna, mi fermai al lato della strada e recuperai dallo zaino la mappa della zona per controllare se non mi ero persa qualcosa. -Mmm Charlie ha detto che la sua casa è fuori dalla piccola cittadina di Green trees e vicina alla foresta vicina….aspetta eccola qui! Devo tornare indietro.- Rimisi in moto e tornai indietro e girai alla prima deviazione a destra e dopo una decina di minuti mi ritrovai davanti a una graziosa casetta in legno di due piani -eccola qua, vedo che Mia è già arrivata.- Commentai vedendo la sua auto, parcheggiai dietro la macchina di Charlie, recuperai la torta di mele che avevo fatto in casa, lo zaino e andai a bussare alla porta d’ingresso -chi è?- -La fattorina della pizza!- La porta si aprii e trovai Mia -Nana! Che piacere vederti!- Esclamò lei abbracciandomi -anche io sono contenta di vederti, mi piace il tuo nuovo colore di capelli, cos’è? Blu elettrico?- Lei annui -si, appena fatto, anche i tuoi non sono male, stai bene bionda.- -Grazie.- Dissi entrando in casa e trovandomi nel salotto piccolo ma dall’aria accogliente con un bel cammino con davanti una poltrona con sopra una coperta fatta di pelliccia e un divano con davanti una tv con schermo plasma, mi guardai in giro e vidi un sacco di foto di Charlie abbracciato a una ragazza dai capelli neri e molto muscolosa e piena di tatuaggi -e questa chi è?- Chiesi io -è la mia nuova fiamma.- Disse Charlie entrando in salotto -è molto bella…e molto diversa da…. Be tu sai.- -Si…lei si chiama…si chiama Rhonda.- -Dove vi siete conosciuti?- -All’officina un anno fa, la storia per adesso sembra funzionare.- -Sono contenta per te. Ho portato una torta per il dopocena.- -Che torta è?- -È una torta di mele, l’ho fatta io con le mie mani dove le metto?- -Mettila pure in cucina.- -Mmm sentii che profumino, che mangiamo per cena?- Chiesi -costolette di maiale marinate con la senape e le erbette una vera bontà, sedevi pure a tavola che servo da mangiare.- io e Mia ci andammo a sedere a tavola e notai due posti vuoti con davanti a se i piatti e le posate, Charlie incominciò a servire la carne -non hai ancora perso le speranze vero?- Gli chiesi, lui guardo i due posti vuoti e sospiro triste -nemmeno tu Nana, stai lanciando continue occhiate alla porta d’ingresso come se dovessero tornare da un momento all’altro.- Mia abbasso lo sguardo senza dire una parola, erano passati cinque anni dai spaventosi eventi di quella fatidica notte, avevamo ormai venticinque anni e le nostre vite erano cambiate, Mia conviveva con un ragazzo, l’aveva conosciuto mentre faceva Jogging al parco e lavoravano insieme in una panetteria, Charlie era diventato meccanico e aveva una officina tutta sua dove ironia della sorte riparava per la maggior parte del tempo dei furgoni mentre io in seguito all’incidente avevo dovuto rinunciare al mio sogno di diventare fotografa professionista, adesso lavoravo come commessa in un negozio di alimentari, e a causa della maledizione e ogni giorno in cui sapevo che ci sarebbe stata la luna piena vivevo nel terrore, durante le notti di luna piena mi rinchiudevo nella cantina di casa mia, era insonorizzata e la porta era abbastanza solida per non poterla abbattere ma ogni volta temevo di ritrasformarmi in un luogo diverso dalla mia cantina, di essere riuscita a liberarmi e di aver fatto una strage e lo stesso era per Charlie ma ormai io e lui ci avevamo fatto il callo su questa cosa ma il vero problema era che Silas e Dylan non li vedevamo più da cinque anni, da quel fatidico giorno che li ho visti salire su quell’auto per portare Dylan d’urgenza in ospedale loro erano come spariti nel nulla, li abbiamo cercati a lungo, abbiamo provato a chiamarli al cellulare ma il numero risultava non esistente, li abbiamo cercati sui social ma i loro profili erano stati chiusi e nemmeno le loro famiglie sapevano cosa gli fosse successo o dove fossero finiti, erano come spariti nel nulla e questa cosa ci faceva stare male soprattutto a Charlie che era ancora ricolmo di sensi di colpa per quello che era successo sia a noi tre, che a Veronika, a Luca, a Dylan e Silas voleva chiedergli scusa per tutto, in questi cinque anni noi tre una volta all’anno ci ritrovavamo tutti e tre assieme per la cena o la notte a casa di uno di noi e ogni volta preparavamo due piatti in più aspettandoci di vederli arrivare, di sentire di nuovo le battute un po’ idiote di Dylan, gli insulti di Silas ma non arrivavano mai. Sentimmo bussare alla porta e per un attimo sperai fossero loro ma quando Charlie andò ad aprire sentii la voce di Yoki, io sospirai e lei entrò in cucina -buona sera a tutti!- Ci saluto lei -sera Yoki, ti vedo bene.- Disse Mia -grazie, anche voi siete in forma a quanto vedo. Come state?- Chiese lei -stiamo bene.- -ottimo perché penso di avere delle novità.- -Delle novità?- Chiesi io -si…delle notizie su Silas e Dylan.- A quelle parole tutti ci girammo a guardare verso di lei -davvero?-  Lei annui e tirò fuori una busta -questa mi è arrivata questa mattina, c’è dentro una lettera scritta a mano da due persone.- Io presi la busta e l’aprii tirando fuori la lettera dandogli una veloce occhiata -allora è la loro scrittura?- Io sentii gli occhi farsi più umidi e annui -si sono loro! È una lettera da parte loro!- -E che dice?- Mi chiese Charlie emozionato -raccontano quello che gli è successo, ve lo leggo ad alta voce così possiamo sapere tutti.- -Si.- -Bene la prima parte è scritta da Silas e dice che.- 


 
Silas
Arrivai all’ospedale nervoso guardando la luna piena che c’era nel cielo, mancava poco alle ventidue, e a quell’ora Dylan si sarebbe trasformato, avevo cercato invano di trovare un modo per portare Dylan fuori dall’ospedale prima di quella notte ma la polizia mi aveva trattenuto in custodia troppo a lungo, parcheggiai la macchina in un vicolo vicino alla porta sul retro dell’ospedale che sapevo essere vicina alla lavanderia, avevo sabotato la porta per poter entrare dentro -speriamo di fare in tempo.- Scesi dalla macchina ed entrai in ospedale e raggiunsi la lavanderia, per fortuna deserta e recuperai una divisa da infermiera, mi tolsi le bende per liberare il seno e indossai la divisa, mi coprii il viso con la mascherina e i capelli con la cuffia e misi la bottiglietta contenente il sangue di Dylan in tasca, me l’ero fatta da preparare da Yoki prima di portare Dylan in ospedale, anche se non era in forma lupo lo stadio di infezione di Dylan era tale da fare lo stesso effetto, quello che dovevo fare era portare Dylan alla macchina mettermi il sangue per sicurezza e riuscire a raggiungere un punto sicuro dove rimanere fino all’alba. Uscii dalla lavanderia e corsi all’ascensore, Dylan stava nel reparto di terapia intensiva, era ancora in stato di coma indotto ma Yoki mi aveva assicurato che non ci sarebbe stato pericolo nel caso lo staccassi dalle macchine. Entrai nell’ascensore e premetti il pulsante per il quarto piano e una volta arrivato cercai la sua stanza -stanza cinque stanza cinque…eccola qui.- Entrai nella camera e accesi la luce, raggiunsi il letto di Dylan e appena fui vicino vidi con orrore che la pelle era già grigiastra e gli occhi erano già pieni di venature nere -cazzo! La trasformazione è vicina, non c’è molto tempo.- Lo staccai dalle macchina ma proprio in quel momento risuonò un allarme -cazzo che idiota! Lo presi in braccio e corsi fuori dalla camera dirigendomi verso le scale -ehi! Sta rapendo un paziente! Sicurezza! Chiamate la sicurezza!- Urlò una voce, scesi al piano di corsa per raggiungere la porta ma venni prontamente braccato dalle forze di sicurezza che mi puntarono addosso le pistole -lascia andare il paziente!- Mi ordinarono loro, io mi guardai attorno alla ricerca di una via di fuga ma ero circondato merda.- In quel momento sentii Dylan emettere un respiro più forte degli altri -S-Silas?- Io abbassai lo sguardo e vidi che si era svegliato e notai con orrore che aveva gli occhi gialli e i denti appuntiti -Lascia il paziente a terra subito!- Mi ordinarono le guardie, io deglutii nervoso e poggiai Dylan a terra -S-Silas.- Mi richiamò ancora lui aggrappandosi al camice prima di incominciare a tremare con violenza, a contorcersi e a urlare dal dolore -Dylan!- Esclamai io -ma che succede?!? Si sente male?- Si chiese una delle guardie confusa provando ad avvicinarsi -no no!- Esclamai io strappandomi la mascherina dal viso -S-Silas scappa! Vai via! Stai lontano da me!- Dobbiamo portarlo in camera ha bisogno di...- -Dylan lanciò un urlò ed esplose in una marea da sangue trasformandosi in lupo mannaro -aaaah! Oh, dio! Oh, mio dio!- Dylan saltò addosso a una delle infermiere e l’azzanno al collo con violenza -cristo!- Esclamai io trattenendo a stento un conato di vomito, presi la bottiglietta e rapido mi versai il sangue sulla mano e mi spalmai il sangue in faccia -sparategli!- -No fermi!- Le guardie gli spararono addosso, Dylan si accorse di loro, si giro e lì saltò addosso staccandogli la testa di netto -oh cristo! Esclamai io, lui si giro verso di me e io spaventato andai contro il muro e Dylan mi venne addosso e mi afferrò per il collo con forza e mi sollevo -D-Dylan!- Lui incominciò ad annusarmi e io deglutii spaventato, lui emise in ringhio e mi lasciò andare e corse via -Dylan!-
 
Nana
-Merda! Dylan si è trasformato in ospedale...davanti a tutta quelle gente?- Chiese Charlie scioccato, io annui -sì qui dice che Dylan ha ucciso cinquantatré persone, fra pazienti, dottori, infermiere e forzw di polizia, tutto si è risolto solo con l’arrivo dell’esercito.- -L’esercito!?! Cazzo la cosa si mette male!- Esclamò Yoki spaventata -non è possibile! Ma perché non è apparsa sui giornali questa notizia? -Chiese Mia -probabilmente è stata censurata o forse hanno detto una bugia, facendo passare la strage come una normale strage causata da un paziente impazzito e non da un lupo manna ro.- Dissi io -ok, che altro dice Silas?- -Qua dice che quando l’esercito è arrivato hanno narcotizzato sia lui che Dylan e li hanno portati via e adesso inizia Dylan a scrivere.-
 
Dylan
Aprii gli occhi gli occhi a fatica sentendo una sensazione che mi pareva simile ai postumi di una violenta sbornia, scossi la testa confuso e in quel momento sentii il puzzo di sangue -ma che! Oh, cazzo!- Esclamai vedendo che ero legato con i polsi a una sedia, ero nudo e ricoperto di sangue dalla testa ai piedi -ma che cazzo è successo?!? M-Ma questo è…è il mio braccio?- Mi chiesi scioccato vedendo che avevo entrambe le braccia, ma com’era possibile? L’ultima cosa che mi ricordavo era il viso di Silas e poi più niente -d-dove sono finito?- Mi chiesi guardandomi in giro e vedendo che ero in una specie di cella con un letto, un cesso nascosto dietro una porta e un lavandino con uno specchio -S-Silas?!? Silas sei qui?!?- Provai ad urlare, ma non ottenni risposta, io deglutii spaventato -ma dov’è? Dove è andato a finire perché….oh no! Io..Io mi sono trasformato e Silas era lì con me…Silas! Silas!? Sei qui?!?- Non ottenni ancora risposta e incominciai a venir divorato dalla paura di aver fatto qualcosa a Silas, udii dei passi che si avvicinavano -c-chi c’è? S-Silas sei tu?- La porta della cella si aprii e vidi entrare un uomo mai visto prima vestito con un camicie nero e una maschera che gli copriva il viso dal naso in giù che spingeva uno strano tavolo con le ruote coperto da un lenzuolo -c-chi sei?- Gli chiesi io spaventato, lui non rispose e tolse il lenzuolo dal tavolo e vidi sopra di esso una strana consolle con attaccato una specie di cuffia e una strana roba di plastica, un coltello una piccola fiamma ossidrica -c-che volete fare con quelli?- Chiesi io spaventato cercando di liberarmi, l’uomo non rispose e tiro una leva, lo schienale della sedia si abbasso e vidi che tirava fuori dalla tasca un registratore dalla tasca-oggi è il primo ottobre del duemila e venti, ore dieci del mattino, sto per cominciare gli esperimenti sul soggetto X, oggi è il primo giorno di sperimentazione.- -E-Esperimento?- Chiesi io spaventato mentre l’uomo mi infilava quelle strane cuffie appena sopra le orecchie -non preoccuparti caro, vogliamo solo verificare una cosa, se tu ci darai quello che vogliono la sperimentazione durerà poco.- -C-Che volete?- -Che ti trasformi in quel mostro.- -M-Ma io non ho alcun controllo sulla trasformazione.- -Lo vedremo.- L’uomo mi ficco in bocca un bastoncino di plastica e prese la consolle -andiamo subito sui quattrocentosessanta volt.- L’uomo accese la Console e in quel momento una scarica elettrica mi colpii con violenza, urlai dal dolore sentendo gli occhi riempirsi di lacrime la scarica finii -allora?- -N-Non posso trasformarmi! Non è controllabile!- Andiamo avanti con questa storia eh? Che ne dici se aumentiamo i Volt?- L’uomo giro una manovella e riaccese il macchinario, una seconda scarica ancora più violenta mi colpii, strinsi i pugni con violenza graffiandomi la pelle, la scarica finii e l’uomo si infilò dei guanti di lattice ricominciamo.- -Ho terminato il trentesimo giorno di sperimentazione e questa sarà l’ultima volta, continuare non porterebbe risultati se non la morte del soggetto in questione.- Disse lanciandomi una occhiata di sbieco, io ero a terra sanguinante, pieno di ferite, lividi e ustioni su tutto il corpo, una delle gambe era rotta, le unghie delle mani erano state asportate, la faccia era livida, avevo un occhio chiuso che non si apriva più e l’altro socchiuso, la mascella era rotta e una parte dei denti era saltata, l’uomo prese una ricetrasmittente in mano -pronto K, qui è Y, interrompo la sperimentazione sul soggetto X.- -Cosa?!? Ma perché?- -Perché se continuò finisce che muore, lo sai quanto è difficile insabbiare un morto e comunque penso che la trasformazione in mostro non sia volontaria come ci ha detto lui, li ho fatto di tutto, l’ho torturato con il coltello, li ho strappato le unghie delle mani, ho messo il sale sulle ferite, lo frustato, soffocato e picchiato con talmente tanta violenza che gli si è rotta una gamba e la mascella, penso che anche che l’occhio sinistro sia ormai andato ma non è successo niente, lo terremo sotto osservazione per un po’.- L’uomo se ne andò e io sputai fuori  una serie di denti -farei affari d’oro se fatina dei denti fosse reale.- Pensai, ma chi cazzo era questa gente? E dov’era Silas? mi chiesi preoccupato cercando di mettermi almeno a sedere ma sentii un dolore atroce al fianco che mi costrinse a sdraiarmi ancora -cristo!- Rimasi lì sdraiato a lungo sputacchiando sangue per ore che parevano interminabili quando a un certo punto sentii un dolore più forte di tutti gli altri, urlai da dolore sentendo qualcosa cercava di uscire -merda!- Vidi la pelle incominciare a ingrigirsi, mi misi a sedere e con un gesto mi aggiustai la mascella con un mano e il dolore si fece più forte -cristo!- Mi afferrai la testa con le mani e urlai dal dolore e poi fu il nero. Riaprii gli occhi e mi ritrovai in piedi ancora più ricoperto di sangue di prima con le pareti piena di graffi e il letto distrutto -oh cazzo…sono stato io?....Ma?- -Mi controllai tutto il corpo e notai con stupore che le unghie erano tornate al loro posto, la gamba era intatta, gli occhi pure e mi erano tornati i denti e tutti i tagli erano spariti -be almeno questa maledizione ai suoi lati positivi.- Pensai nervoso, sentii dei passi avvicinarsi e io indietreggiai spaventato e vidi entrare l’uomo di prima con delle manette in mano -girati!- Mi ordinò lui, io scossi la testa spaventato, lui sbuffo, mi raggiunse, mi mise la manette e mi ficco un sacco in testa e mi trascino fuori dalla cella -almeno posso avere qualcosa per coprire le parti intime?- Gli chiesi mentre mi trascinava via dalla cella, sentii i miei piedi toccare delle piastrelle e lui mi tolse il sacco dalla testa e mi ritrovai davanti a una doccia, lui mi tolse le manette e mi spinse sotto il soffione della doccia e accese l’acqua e io incominciai a urlare spaventato, tentai di uscire da sotto l’acqua ma l’uomo mi costrinse a rimanere sotto a forza -smettila di dimenarti vigliacco! Che c’è hai paura di qualche goccia?- Mi chiese l’uomo divertito dalle mie urla di puro terrore, appena fui pulito spense l’acqua e andò a prendere dei vestiti puliti mentre io tremando spaventato cercavo di non pensare a Silas, pensare a lui mi faceva venire solo più paura, in testa mi arrivavano le peggio idee su quello che gli era successo, era morto? L’avevo ucciso io? Oh, l’avevo solo morso? Scossi la testa cercando di non pensarci ma l’idea di avergli fatto del male mi tormentava.- l’uomo torno con degli asciugamani e dei vestiti puliti, fui riportato alla mia cella e lasciarono lì dentro e se ne andarono -chi cazzo siete?!?- Gridai al tipo che si allontanava senza ricevere risposta -Dylan? Dylan sei tu?- -Silas!?!- Mi voltai e sentii qualcuno colpire con forza il muro affianco al letto, salii sul letto e poggiai un orecchio sul muro -Silas?- -Dylan! Grazie al cielo! Sei ancora vivo! Come stai?!?-Mi chiese lui preoccupato -sto bene, mi sto divertendo un mondo in questa nostra prima vacanza insieme, si i letti sono un po’ scomodi, il cibo fa schifo, la doccia è fredda e il servizio torture che avevo prenotato non ha ottenuto gli effetti sperati ma per il resto è una vacanza interessante.- -Come fai a fare battute in un momento del genere? Dylan ti ho sentito, ti hanno torturato per un intero mese.- -Ci riesco perché ci sei tu.- Dissi io sincero poggiando la schiena contro il muro -Silas tu sai chi sono gli stronzi che ci hanno portato qui?- Gli chiesi -penso che sia il nostro esercito.- -Il nostro esercito!?! E che interesse avrebbe il nostro esercito a rapirci?- -Non lo so ma forse il fatto che tu ti sei trasformato in una bestia assassina centra qualcosa ma sono solo teorie se tu ne hai una migliore ti ascolto.- -Be magari vogliono sentire le mie fantastiche battute. Ma se mi hanno preso per questo che ci fai tu qui? Non sei un….un tu sai cosa.- -Lo so, ma si sono accorti che nonostante fossi una bestia completamente fuori controllo non mi attaccavi, ora ci resta da capire che cazzo vogliono da noi e come facciamo a scappare da questo posto.- -Vuoi scappare?!- -Certo che voglio fuggire! Dylan ti hanno torturato! Potrebbero decidere di riprovarci, proviamo a pensare a un modo per fuggire.-  Passarono i giorni senza che succedesse qualcosa, la presenza di Silas mi era molto di conforto parlavamo il più possibile per confortarci a vicenda, per discutere di quello che era successo a noi e agli altri ma soprattutto al modo di fuggire ma quest’ultima sembrava una impresa impossibile, mangiavamo entrambi nella nostra cella, quando ci portavano a fare la doccia ci incappucciavano in parole povere non sapevamo come era fatto l’edificio, non sapevamo nemmeno dove si trovasse, le cose andarono avanti così fino a quando un giorno mentre facevo un po’ di addominali sentii dei passi avvicinarsi, la porta della si aprii e vidi entrare due uomini e Silas -Silas!- -Lascialo andare.- Lasciarono andare Silas che venne di corsa ad abbracciarmi, io risposi all’abbraccio e gli uomini uscirono dalla cella dicendo che tornavano subito, chiusero la porta della cella, Silas si stacco da me, mi afferrò viso e mi bacio sulle labbra, sentii le guance prendermi fuoco e risposi al bacio, era bello poter baciare quella labbra una seconda volta, era bello poterlo finalmente rivedere di persona e vedere che per fortuna non gli avevano fatto niente almeno non fisicamente, Silas mi aveva rassicurato che a lui non gli avevano fatto nulla ma lo volevo vedere lo stesso come stava -finalmente siamo di nuovo insieme, ma perché ci hanno riunito?- -Non ne ho idea, quegli stronzi mi hanno solo preso dalla mia cella e portato nella tua senza degnarsi di darmi una risposta.- Attendemmo qualche minuto e gli uomini tornarono, afferrai la mano di Silas pronto a lottare per impedire che ci separassero ancora e ci vennero messi i sacchetti in testa e fummo trascinati fuori dalla cella e per fortuna sembrava che non ci stessero separando. Camminammo per qualche minuto e sentii una porta che veniva aperta e venimmo fatti a sedere e ci furono tolti i sacchi e ci ritrovammo in una stanza dai colori caldi -c-che succede?- Gli uomini andarono in un angolo e sentii la porta aprirsi ed entrò un uomo dall’aria amichevole e vestito in modo elegante con in mano due sacchetti di un fast food -buona sera ragazzi, vi vedo in forma.- Disse lui sedendosi davanti a noi -state bene? - Io e Silas non rispondemmo e lui ci porse i sacchetti che erano della catena Wendy’s, quei fast food che avevano come mascotte una bambina dalle treccine rosse -perché non mangiate qualcosa? Scommetto che state morendo di fame.- Disse l’uomo sorridendo -no….stiamo bene.- Dissi io serio -ok, visto che non avete voglia di mangiare passiamo hai fatti, vogliamo te ragazzo.- Disse l’uomo guardandomi -m-me?- Chiesi io -si, oh almeno vogliamo la creatura in qui ti trasformi.- Disse l’uomo -perché?- Gli chiesi io spaventato -vogliono usarti come macchina…una macchina per uccidere.- Disse Silas -cosa?!?- -Sei sveglio ragazzo.- Commento l’uomo -basta avere un cervello funzionante per capirlo, stiamo parlando di una creatura in grado di uccidere in modo veloce e che è antiproiettile è ovvio che lo volete usare come arma.- Disse Silas -ma…ma io non sono un assassino.- -Dillo alle cinquantatré persone che hai ucciso.- Ribatte l’uomo -ma…ma in quel momento non ero in me, non avevo il controllo.- -Be allora non sarai te nemmeno in queste morti.- -Si invece la cosa è diversa, io non posso farlo!- -Ah non puoi farlo? E tu pensi di avere una scelta?- L’uomo fece un cenno agli altri e uno di loro mi accoltellò alla mano, urlai dal dolore e l’uomo afferrò con violenza per i capelli e mi sbatte con violenza la testa sul tavolo -Dylan!- L’altro uomo afferrò Silas per trattenerlo -tu pensi di avere una scelta ragazzo?!? Tu non hai nessuna scelta!- Urlo l’uomo divertito dalla situazione -fermatevi! Voi siete dell’esercito degli stati uniti! Non potete fare una cosa del genere! È illegale!- Urlò Silas -Certo ragazzo ma non qui dove troviamo!- Esclamò L’uomo -come?- -Si, ci troviamo nella cosiddetta zona della morte1, in questo posto la legge come la conoscete non funziona e tutto per un cavillo legale, potremmo torturavi, uccidervi e disfarci dei vostri cadaveri e nessuno potrebbe dirci niente.- Io deglutii spaventato incominciando a tremare e l’uomo mi strappo il coltello dalla mano, io mi morsi le labbra per non urlare e l’uomo mi fece un violento taglio sulla guancia, -orai hai due scelte ragazzo, prima scelta è quella di non aiutarci, rispetti la tua volontà di non essere un assassino con il risultato che tu e il tuo fidanzatino fate un viaggio verso l’aldilà e sarai costretto a vedere il tuo ragazzo andarci per primo oppure c’è la seconda scelta.- Disse lui facendomi cenno all’uomo di lasciarmi, l’uomo mi lasciò e il tipo mi porse delle buste -se accetti di lavorare per noi ragazzo posso offrirti questo.- Io aprii le buste curioso e dentro trovai le foto di una graziosa casa a un piano con un atto di proprietà della casa e un certificato di matrimonio che diceva che io e Silas eravamo sposati -questa ragazzo mio è la mia offerta ragazzo, una nuova casa, una nuova identità e una vita normale, in cambio del tuo aiuto quando lo richiediamo, non mi sembra una brutta offerta.- Disse l’uomo divertito, io mi girai a guardare Silas non sapendo cosa fare, io non volevo accettare, non volevo diventare un assassino a soldo di quegli stronzi ma rifiutare significava la morte mia e di Silas, io non volevo che gli facessero del male, se solo avessi potuto fare qualcosa per ribaltare la situazione a nostro vantaggio.- -Allora ragazzo?- -Aspettate!- Esclamò Silas -che vuoi?- Gli chiesi l’uomo irritato dall’interruzione.- -Se Dylan accetta di fare quello che volete come pensate di servirvi di lui? Avete visto anche voi che una volta trasformato che non ha più l’intelligenza di un essere umano ma si comporta più da animale.- -Gli animali si possono addestrare.- Commento l’uomo -sì e questo lo voglio fare io.- -Io lo guardai confuso non capendo dove voleva andare a parare -lo vuoi addestrare tu?- Gli chiese l’uomo -si io…voglio andarmene da questo inferno e se per farlo devo aiutarvi fa niente! Io voglio uscire da qui e so per certo che io ho più possibilità di voi di addestrarlo..- Disse Silas -Conosci bene quelle creature?- Silas annui -e anche i loro punti deboli?- -si ne hanno uno, hanno paura dell’acqua.- -Dell’acqua?- Silas annui -mmm si, ora che mi fai pensare il tuo amichetto era particolarmente terrorizzato dal waterboarding2 e dal fare la doccia.- Disse l’uomo divertito -si…per addestrarlo però avrò bisogno di una siringa per potermi procurare il sangue e avrò bisogno di qualcosa che sia in grado di imitare i suoi versi da trasformato.- -E come pensi di addestrarlo?- -Be…quei mostri hanno la possibilità di collaborare fra loro se c’è una fiducia reciproca fra i due umani quindi è per questo che devo addestrarlo io, con il sangue potrei fingermi un mostro anche io e riuscire a farmi ubbidire.- -È un peccato che non siamo riusciti a prendere altri mostri si commento uno dei tre.- -Accontentati di questo per ora, non abbiamo ancora finito di analizzare il campo da qui vengono, forse ne troveremo altri.-


Nana
-Ma perché Silas ha accettato di fare quella cosa? Non capisco.- Disse Charlie -ha accettato per poter scappare da lì probabilmente.- Disse Mia -ma Dylan non vuole essere un assassino.- -Non intendevo scappare in quel senso, ma proprio fuggire da lì e lasciare quei tizi a bocca asciutta.- -E tu pensi che riusciranno ad addestrare un lupo mannaro?- Chiese Charlie a Yoki -io ovviamente non ci ho mai provato ma come vi ho raccontato di solito i lupi mannari non si cagano fra loro ma la cosa è diversa quando c’è un rapporto fra i due umani come nel caso di Dylan e Silas, in quel caso il lupo mannaro Dylan potrebbe ubbidire a Silas, ovviamente se lo crede un lupo mannaro a sua volta, certo eseguirà solo comandi semplici tipo vai di li o di là, stai fermo, attacca e roba simili ma è già una gran cosa….come continua -allora qui continua Silas che dice “abbiamo subito cominciato con l’addestramento, io e Dylan volevano fuggire a ogni costo e io pensavo che per farlo il modo migliore era fuggire quando Dylan era trasformato, così lui non avrebbe corso nessun rischio e nel caso qualcuno cercasse di fermarci lui poteva eliminarlo, l’idea di uccidere qualcuno non gli piaceva ma sapeva che se volevamo scappare qualche vita andava sacrificata e che meglio uccidere loro che qualcun altro perciò abbiamo incominciato con l’addestramento mentre nel frattempo io e Dylan oltre ad allenarci facevamo di tutti per convincere i nostri carcerieri che non rappresentavamo una minaccia per loro e piano piano siamo riusciti a guadagnare la fiducia dei nostri carcerieri che incominciarono ad allentare la catena su di noi convinti che fossimo solo degli stupidi ragazzini facilmente manovrabili e così piano piano riuscimmo ad avere delle piccole libertà e presto incominciammo a girare liberamente per l’edificio e Dylan chiese di occuparsi del giardino esterno, all’iniziò non capii il perché di quella strana richiesta, pensai che volesse solo distrarsi un po’ ma quella notte stessa mi disse il suo vero piano, da qualche anno aveva scoperto come entrare nel Dark Web3, e lì aveva letto delle istruzioni su come creare del Napalm e del gas mostarda usando la roba del giardinaggio, se riusciva a farle avevamo un’arma in più per fuggire da quell’inferno. Passarono quattro anni e ormai eravamo pronti per la fuga, Dylan era riuscito a creare le bombe e l’addestramento era terminato e ora avevo uno speciale flauto per poter controllare Dylan in forma lupo mannaro, ormai dovevamo solo aspettare.”-

 
Silas
La pelle di Dylan incominciò a ingrigirsi -è ora.- Io mi alzai a sedere e gli accarezzai il viso sentendolo congelato e vidi che aveva già le venature agli occhi e tremava -come ti senti Dylan?- Gli chiesi anche sapevo già la risposta -f-fa male…tanto…male.- Disse lui -lo so lo so, Dylan ascoltami bene, ora non posso rimanerti vicino ma ti prometto che quando ti sveglierai sarai fuori da questo inferno ok?- Lui annui -s-si...- Gli diedi un bacio sulla fronte, mi spalmai il sangue in faccia, presi i vestiti di Dylan che aveva lasciato da parte e li misi nel borsone che avevo preparto e Dylan si mise a urlare per il dolore, presi le bombe e il flauto e rapido uscii fuori dalla cella e presi le bombe, lanciai la bomba al Napalm contro le stanze dei nostri carcerieri e appena quella esplose lanciai i gas mostarda, sentii Dylan ululare e io presi il flauto e corsi verso la cella e vidi Dylan uscire da essa, io fischiai nel flauto che faceva suoni molto simili al suo ululato e gli indicai l’uscita, lui ringhio e si diresse verso di essa, io lo seguii e vidi arrivare dei soldati e Dylan gli attacco non lasciandogli nemmeno il tempo di reagire e li uccise tutti quanti -bravo Dylan, corremmo fuori dalla porta e ci ritrovammo all’esterno, sentii risuonare un allarme e Dylan sfondo il recinto e scappo fuori e io lo seguii e incominciammo a correre, sentii gli spari alle mie spalle e io suonai ancora il flauto incitando Dylan ad andare avanti -cazzo cazzo!- Pensai sentendo i proiettili sfiorarmi, persi di vista Dylan dopo un po’, lui correva a quattro zampe e questo lo rendeva più veloce di me, corsi in avanti per almeno una buona mezz’oretta prima che i soldati smisero di seguirmi forse per andare a bloccare l’incendio causato dall’esplosione, mi infilai fra gli alberi e continuai a correre per un’altra mezz’oretta prima di prendere coraggio e di suonare di nuovo il flauto, ci fu il silenzio per qualche secondo poi udii un ululato in risposta, io tirai un sospiro di sollievo e corsi verso dove avevo sentito l’ululato e trovai Dylan vicino al fiume -eccoti…ehi lì c’è una grotta.- Suonai il flauto e feci entrare Dylan nella grotta e in quel momento sentii un dolore atroce al braccio, mi girai e vidi che si stava riempiendo di vesciche gialle -cazzo!- Pensai io vedendo che avevo anche un proiettile conficcato nella spalla, mi sedetti vicino all’ingresso della grotta, io e Dylan eravamo scappati, per ora eravamo sicuro ma sapevo che non era finita qui, i militari non avrebbero mollato l’osso così facilmente e quindi non ci rimanevano molte scelte, tornare a casa era fuori discussione, di sicuro sarebbe stato il primo posto che avrebbero controllato, io e Dylan dovevamo fuggire, andarcene via lontani da qua e continuare a fuggire probabilmente per tutta la vita.- Passarono le ore e il braccio incominciò a farmi sempre più male -cristo!- Pensai vedendo com’era ridotto il braccio -cazzo speriamo che non peggiori, non posso andare all’ospedale.- Sentii il suono di Dylan che tornava normale e io entrai nella grotta e Dylan si rimise a sedere -cazzo! Silas che ti è successo?-  Esclamò lui notando il braccio -non preoccuparti… fa male solo quando rido.- -Silas non provare a rubarmi il mio ruolo, sono io qui quello che spara le battute.- -Oh scusa se ho cercato anche io di farti ridere, come stai?- -Adesso bene, dove ci troviamo?- -Nella foresta, c’è un fiume qua fuori, devi lavarti via tutto quel sangue, mentre io cercherò di accendere un fuoco per provare a scaldare il coltellino che ho messo nello zaino, devo provare a togliermi questo proiettile dalla spalla.- Io e Dylan uscimmo dagli alberi e vidi lontananza dei binari -sta arrivando un treno.- -Lo sento che vuoi fare?- Gli chiesi -vedi quel cartello giallo lì, è un segnale per far rallentare il treno.- -Capito, vuoi salirci su.- Dylan annui -si, un passaggio gratuito per scappare da qui.- Arrivò il treno e io e Dylan corremmo verso di esso e il treno cominciò a rallentare, Dylan ci salii sopra al volo e si aggrappò a una scaletta e allungo le mani per aiutarmi a salire -vieni Silas!- Io afferrai la sua mano e lui mi aiutò a salire sul treno che stava riprendendo velocità -grazie Dylan!- -Siamo salvi per ora, adesso che facciamo? Torniamo a casa?- Io scossi la testa -non possiamo più farlo Dylan è troppo pericoloso.- -Quindi che ci resta da fare?- -Scappare, continuare a fuggire è l’unica cosa che ci rimane da fare.-

Nana
-Si! Ce l’hanno fatta! Sono scappati! La lettera dice dove si trovano?- Chiese Charlie, io scossi la testa -no, non dice nulla, l’ultima frase dice solo che spediscono questa lettera per rassicurarci ma ora potrebbero essere dovunque.- Dissi io triste, Mia fece per dire qualcosa quando udimmo bussare, ci guardammo tutti spaventati, chi poteva essere alle otto di sera?- Yoki fece per andare a vedere ma Charlie la fermo -ci penso io.- -Sei fuori? Potrebbe essere l’esercito, magari hanno scoperto di voi.- -Lo so ma, tu servi più qui, se sentite qualcosa di sospetto scappate dalla finestra e rifugiatevi nei boschi.- Disse Charlie nervoso andando di là, io presi d’istinto il coltello che avevo usato per tagliare la carne, la luna piena ci sarebbe stata fra quattro giorni, ma anche se ero in forma umana avrei lottato con le unghie e con i denti per non farmi catturare, soprattutto dopo quello che avevo letto, il pensiero delle torture che avevano inflitto a Dylan mi fece incazzare, Charlie aprii la porta e udii il rumore di un cazzotto tirato in pieno viso e Charlie cadere, d’istinto andai di là -Nana aspetta!- Entrai in salotto con il coltello in mano aspettandomi di affrontare dei soldati o degli uomini in giacca e cravatta ma invece mi ritrovai davanti a due ragazze, una era una ragazza dai lunghi capelli biondi, pallidissima, con degli occhiali neri che gli coprivano mezza faccia, le labbra truccate di rosse e vestita con un top rosa senza maniche, un borsone a tracolla e una minigonna nera e delle calze a rete nere mentre la seconda aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle e mossi, le labbra truccate di rosa e indossava un vestito verde acqua che gli arrivava alle ginocchia -c-chi siete?- Gli chiesi spaventata -Nana scappa! Questa non sono ragazze questa qui ha un pene sotto la gonna!- -Charlie mi stai guardando sotto la gonna?!-? -Q-Questa voce….non può essere…Silas? Dylan siete voi?- Chiesi io -ciao Nana!- Mi saluto allegramente Dylan togliendosi la parrucca svelandosi mentre Silas faceva lo stesso -Silas! Dylan!- Esclamai io emozionata sentendo gli occhi riempirsi di lacrime, lasciai andare il coltello e Charlie si rimise in piedi e scoppio subito a piangere li andammo tutti e tre ad abbracciali -sono così felice di vedervi! Mi dispiace! Mi dispiace! Non dovevo sabotare quel furgone del cazzo!- Esclamò Charlie stringendoli a sé con forza come se potessero sparire da un momento all’altro -Charlie ci stai facendo male, spostati per cortesia.- -Scusami È che sono…siamo tutti felice di vedervi!- -Vedo che c’è un mucchio di gente.- Commento Silas salutando Yoki con un cenno del capo -è un piacere rivedervi entrambi.- -Ahem scusate io non vorrei rompere l’atmosfera ma io e Silas avremmo un po’ di fame è da questa mattina che non mangiamo nulla.- -Oh scusate! Vi scaldo subito le costolette.- -Bene Dylan e io andiamo a cambiarci e torniamo subito.- Dylan e Silas andarono a mettersi delle semplici magliette e dei pantaloncini, i due a vedersi sembravano molto felici nonostante fossero pieni di tagli, graffi e lividi anche grossi -avete ricevuto la nostra lettera?- Ci chiese Dylan -si, l’abbiamo letta poco fa, come state?- Gli chiese Mia -stiamo alla grande! Io e Silas ci siamo messi ufficialmente assieme!- Esclamò Dylan -e finalmente! Era da dieci anni che cercavi di conquistartelo!- Esclamò Charlie -be bisogna dir il vero che ci siamo dati il primo bacio cinque anni fa durante quella fatidica notte.- Disse Silas -e come avete vissuto in questo ultimo anno?- Gli chiese Yoki interessata -be abbiamo praticamente vissuto per strada sotto la falsa identità di due ragazze scappate di casa, io sono Minerva e Dylan è Eva, viviamo viaggiando clandestinamente sui treni andando di città in città fermandoci al massimo per uno giorno o due per poi ripartire, per mangiare frughiamo nella spazzatura, rubacchiamo qualcosa o lo compriamo con i soldi con qui facciamo la carità, dormiamo per strada, in centri per senza tetto ma in qualche modo riusciamo a prenderci cura del corpo, rubacchiamo degli shampoo in giro, dei bagnoschiuma, dei pettini e delle forbici per tenere i capelli in ordine tutto il resto e durante le notti di luna piena fuggiamo nei boschi o in qualche pianura disabitata dove Dylan può trasformarci in pace con la speranza di non venir beccati.- -Deve essere…dura.- Commentai io -lo è ma preferisco questa vita al diventare un assassino per conto dell’esercito.- -Dylan hai ragione! Ragazzi che ne dite di festeggiare questo momento con una bella festa?- Chiese Charlie -una festa?-Chiesi io -si, ho tutto il necessario.- Disse Charlie prendendo patatine, dolcetti e una marea di lattine di birra, ci trascino tutti di là e mise Bloc Part dei Banquet e la festa piano piano prese il via, incominciammo a ballare a mangiare patatine e bere birra che era troppa per sei persone e a chiacchierare del più e del meno e per un attimo sembro quasi che fosse tutto ok e a un certo punto partii la canzone di un lento -un lento?-Dylan sorrise e si alzò in piedi e allungo una mano verso Silas -ti va di ballare? Silas annui e i due si alzarono a ballare un romantico lento -oh che carini, peccato non potergli scattare una foto.- Pensai -ehi Nana ti va di ballare?- Mi chiese Mia -io ok!- io e Mia ci mettemmo a ballare divertite -ehi! Lo volevo chiedertelo io di Ballare Mia. Disse Charlie--Ah ora capisco! Charlie la prossima volta impara a non pestare alla tua compagna di ballo e magari Mia ballerà con te.- -Ehi sei ingiusta! L’ultima volta gli ho pestato per errore il piede una sola volta.- -Erano nove volte, su una canzone di due minuti scarsi.- Disse Mia divertita  -be questo spiega perché non hai mai chiesto  a Veronika di ballare e alle festicciole facevi il palo della luce.- Disse Dylan -ehi io lo facevo per tenere d’occhio bambini.- -Si perché i bambini erano tutti nelle tette di Veronika.--Sapete una cosa ragazzi? Mi sa tanto che non sono più così felice di vedervi.- Disse Charlie facendo il finto offeso -ce ne faremo una ragione.- Io spensi la musica e sbadigliai stanca -penso che sia ora per tutti di andare a dormire.- Dissi io -hai ragione, Dylan Silas venite che vi mostro la vostra stanza.- Disse Charlie mentre io e Mia andavamo nelle nostre. Aprii gli occhi e mi ritrovai in una foresta buia con la statuetta, dovevo sbrigarmi, se volevo salvare i miei amici dovevo rimettere quella statuetta al suo posto il più presto possibile, vidi la lancia posta da Yoki e suo padre in lontananza -si finalmente ci sono…- Ci fu una sparo e la statuetta si ruppe fra le mie mani -noo!- Riaprii gli occhi e mi alzai a sedere -ancora quell’incubo…per quanto ancora dovrò fare questo incubo?- Mi chiesi nervosa, guardai che ore fossero e vidi che era no solo le quattro del mattino -meglio bere un bicchiere d’acqua.- Scesi dal letto, mi infilai mie pantofole e uscii dalla camera e vidi che c’erano le luci accese al piano di sotto, scesi di sotto in tempo per beccare Silas e Dylan che stavano per uscire di casa -ehi!...N-Non ve ne starete andando via?-  Gli chiesi io -Si Nana, scusaci per questa…improvvisata diciamo ma gli adii non piacciono.- -Gli adii?- Silas annui -si, già è stato un grosso rischio venire qui ma Dylan ci teneva molto a vedervi un’ultima volta.- -Ma perché non dovremmo più vederci? Se volete vi possiamo nascondere a casa di uno di noi sono certa che Mia e Charlie.- -Lo so ma non possiamo farlo! Hai letto la lettera! Sai chi ci cerca è già stato un rischio venire qui ma farci ospitare da uno di voi è troppo pericoloso soprattutto da te o Charlie che siete infetti, prenderebbero anche voi e noi non possiamo permetterlo ed è per questo che questa sarà l’ultima volta che ci vedremo e non provare a dissuaderci abbiamo deciso.- Io sentii le lacrime scendermi dagli occhi -io…io…capisco e adesso dove andrete? Continuerete a viaggiare senza metà?- -Si penso che sia l’unica nostra opzione e….- -No, non lo è.- Mi girai e vidi Yoki scendere le scale -non lo è?- Chiese Dylan -no, conosco un posto dove tu e Silas potreste andare a vivere in modo permanente.- -E dove?- Gli chiese Silas -nella Nazione Nativa.- -La Nazione Nativa?- Chiesi io -si, una nazione nata dieci anni fa vicino ai confini canadesi, quasi completamente disabitata dove c’è un solo villaggio di circa di seicento persone chiamato The stars, in quel villaggio abita Kuruk, il capo villaggio e amico di mio padre lui vi accoglierà come se foste di famiglia.- -Ma come facciamo con Dylan lui….- -Non preoccuparti, lo chiamerò per avvisarvi del vostro arrivo così vi potranno costruire una casa adatta per le vostre esigenze e se vuoi puoi provare a chiamarlo tu.- Disse Yoki dandogli il suo numero di telefono -io…non so come ringraziarti.- -Oh ma non devi, ho solo fatto il mio dovere, ora se mi scusate io torno a dormire.- Yoki salii di sopra io rimasi sola con Silas e Dylan -be allora ci conviene partire, per arrivare lì ci vorrà quasi un mese di cammino e….- Io abbracciai Dylan e lui scoppio a piangere -io vorrei tanto restare qui.- Disse lui staccandosi da me -anche io lo vorrei, ma ormai avete deciso.- -Lo facciamo per il loro bene Dylan.- Disse Silas accarezzandogli la schiena nel tentativo di calmarlo -lo so so, vedete di fare attenzione ok--Staremo attenti.- Lo rassicurai -alle prima avvisaglie di pericoloso preparatevi a scappare, non hanno scoperto di voi ancora per quanto ne so, ma meglio rimanere in allerta.- Disse Silas -lo so, non preoccuparti terrò gli occhi aperti.- Dissi asciugandomi gli occhi -addio Nana, mi dispiace di essermi comportato da stronzo in tutti questi anni, forse saremo potuti essere amici.- Disse Silas -be per me lo eri lo stesso in un certo senso, addio ragazzi statemi bene.- I due se ne andarono via e io chiusi la porta di casa.

Long Way Down Gary Numan

 

 
 
 
1 è il nome dato ad una zona vasta 129,50 km² e compresa nel parco nazionale di Yellowstone nello stato dell'Idaho, negli Stati Uniti d'America. La denominazione si deve a causa di una lacuna nella Costituzione degli Stati Uniti che in teoria renderebbe possibile sfuggire alla legge per qualsiasi crimine grave, incluso l'omicidio, qualora questo fosse commesso in tale regione geografica.
2. è una forma di tortura consistente nell'immobilizzare un individuo in modo che i piedi si trovino più in alto della testa, e versargli acqua sulla faccia[1] in modo che, entrando dagli orifizi respiratori, stimoli il riflesso faringeo che provoca l'effetto di annegamento.
3. è la terminologia che si usa per definire i contenuti del World Wide Web nelle darknet (reti oscure) che si raggiungono via Internet attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi.Il dark web è una piccola parte del deep web, la parte di web che non è indicizzata da motori di ricerca, sebbene talvolta il termine deep web venga usato erroneamente per riferirsi al solo dark web 
 
 

 
 
 
   
 
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