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Autore: Ily Briarroot    26/08/2023    1 recensioni
Raccolta di Fanfic ispirate ai prompt dell'iniziativa indetta su Tumblr per il "Coai Week 2023".
"Sai, a volte penso che vorrei solo dimenticare".
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Through wind, snow, or haze   

Ti avvicini alla finestra del salotto, poggiando una mano sul vetro.
Il cortile che circonda la villa è coperto interamente dai fiocchi di neve che continuando a cadere bruschi e ad attecchire sull'erba e sull'asfalto; il forte vento li sospinge senza tregua e il manto candido diventa sempre più spesso.
Pensi istintivamente al dottor Agasa, bloccato in aeroporto dall'altra parte del Paese, e percepisci immediatamente un brivido che ti percorre la schiena.
Il secondo, da questa mattina.
Il secondo, da quando il tuo sguardo si è soffermato sul panorama innevato.
Non ne comprendi il motivo, ma non è così importante farlo.
Neanche t'interessa, perché la sensazione che ti pervade il petto se ci provi è una delle peggiori della tua vita.
Sei in silenzio da almeno un'ora, preda di un peso in gola che non riesci a deglutire.

Sei ancora preoccupata per la bufera? Guarda che domani mattina il dottor Agasa sarà sicuramente di ritorno”.
La voce di Shinichi ti risveglia all'improvviso dal vuoto della mente. 
Annuisci appena, ma il nodo non si scioglie.

Osservi la neve che si sporca di sangue.
Osservi la neve e l'immagine di una figura scura si confonde col cielo nero. Non ne sei sicura, ma il braccio è sollevato nella tua direzione; le dita stringono qualcosa.
Scuoti la testa, respiri.
Osservi la neve e puoi percepirne la consistenza gelida sotto il corpo.
Osservi la neve e la associ al dolore, fisico e mentale.
La neve ha il sapore delle ferite aperte, dei proiettili nella pelle.
Delle lacrime che si fermano in gola e che non puoi deglutire, né versare, poiché farti vedere debole è l'ultima cosa che puoi concederti.

Respirare è inutile, non respiri. Non riesci.

Dei singhiozzi improvvisi ti scuotono, immobilizzandoti al tempo stesso.
Tremi, mentre qualcosa d'invisibile preme sulle spalle per costringerti ad abbassarti sul pavimento. Resisti.

Ehi, cos'hai?”.
La stessa voce di poco prima si avvicina; è famiglia, è calore. 
Non puoi distrarti, ti senti morire.

K-Kudo” lo chiami, senza riuscire a guardarlo in volto. Il respiro è mozzato nei polmoni, ti sembra di morire.
Respira lentamente, tranquilla”.
È... è lì fuori, Kudo” ripeti appena, ogni volta che l'ossigeno ti permette di farlo, subito prima di bloccarsi di colpo. “Nevica... l-lui mi aspetta quando nevica...”.
Shinichi ti posa una mano sulla spalla, costringendoti delicatamente a sederti sul pavimento freddo.

Con calma, respira. Di chi stai parlando?”.
G-Gin... con la pistola... i-il sangue... “ non capisci cosa ti sia accadendo e neanche vuoi farlo. Ma non riesci ad accettare di mostrarti così davanti a lui. “S-sto per morire, ne sono sicura. M-mi sta aspettando di nuovo”.
Senti appena le lacrime che ti scivolano copiosamente sul volto. Sollevi lo sguardo e, per la prima volta, incroci gli occhi blu che ti fissano confusi e spaventati.

Ehi, no. Non è vero” mormora, scuotendo appena la testa. “Gin non può più farti del male, ricordi? Ci siamo solo io e te”.
Ti costringi a riprendere il controllo del tuo corpo, ma è difficile. La sensazione che ti assale è quella di essere completamente in balìa di un qualcosa che non puoi gestire, polmoni compresi.

Lo so... “.
Quando sei convinta di aver ripreso almeno in parte il controllo, sollevi il viso nonostante le tracce umide e quelle che ti sono rimaste negli occhi.
Gli stessi nei quali il ragazzo vede la paura – quella vera, quella che non ti permette di vivere – e che spera di non vedere mai più.

Non la conosceva, non tutta, non così.

Shinichi aspetta qualche altro istante, senza allontanarsi di un millimetro; è rimasto sul pavimento ghiacciato, la sua mano ancora sulla tua spalla e le sue iridi sono fisse nelle tue.
Come stai? Sei riuscita a calmarti almeno un po'?”.
Adesso, la sua voce ti emana un senso di calore di cui non ti sei accorta prima.
Annuisci appena, passandoti velocemente la manica del maglione sugli occhi con il forte desiderio di buttare tutto nel dimenticatoio. Obbligherai Shinichi a fare la stessa cosa, in un modo o nell'altro.


Mi dispiace, Kudo” gli rispondi, sentendoti in colpa per qualcosa che non hai potuto prevedere, né rimediare. “Mi dispiace davvero, non so cosa mi sia preso”.
Il tremolio continuo di braccia e gambe non cessa e, istintivamente, afferri un lembo della sua felpa, stringendola sul petto; non vuoi che lui si allontani, adesso, per timore di ripiombare in quella situazione assurda.

Lo vedo sempre, è come se ci fosse ancora” sussurri, riprendendo lentamente coscienza di te stessa.

Il detective rimane inizialmente rigido, il tuo gesto lo spiazza.
Tuttavia rimane fermo, immobile, spaventato all'idea di quel malessere che non lascia tregua.

Tu puoi vincerlo” afferma, cingendoti le spalle con il braccio. “Lo abbiamo già fatto, dopotutto”.
Sgrani gli occhi quando percepisci la mano di Shinichi spingerti ancora di più verso la sua spalla, e il suo mento appoggiarsi sui tuoi capelli ramati.
Sei ancora aggrappata a lui, ma decidi che per il momento va bene così.

Da sola non riuscirò mai ad allontanarlo”.
Vorrà dire che lo faremo insieme”.
Sollevi lo sguardo e l'occhiolino determinato che ti rivolge t'infonde la sensazione più bella del mondo.



NOTE
Eccomi con il secondo prompt della raccolta.
Ero in dubbio sul tema da scegliere, poi ho pensato alla neve, alla bufera, al disastro, e il rimando all'incontro tra Shiho e Gin sul tetto dell'hotel Haido è stata la prima situazione a essermi venuta in mente e che lei potrebbe ricollegare soltanto guardando la neve, sfociando in un vero e proprio attacco di panico.
Ho quindi voluto descrivere il lato più fragile di Shiho; quello tormentato, confuso e angosciato e che tende a nascondere.
Grazie e alla prossima,
Ile

  
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