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Autore: elenabastet    31/08/2023    3 recensioni
Questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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QUANDO SIAMO MORTI

 

Rating: pubblico maturo, lutti, amori, morte, paranormale.

Fandom: Lady Oscar, con cross over con The X-Files.

Note: questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.

 

Epilogo

Rapporto confidenziale dell’agente Fox Mulder riguardo il caso di Camilla O’Malley

Insieme a Scully e Skinner siamo tornati negli Stati Uniti: Camilla O’Malley si è ripresa dalla brutta avventura che le è successa, se vogliamo chiamarla in questo modo, il caso si è risolto, anche se resta senza una spiegazione logica e se il nostro intervento non è stato determinante. Forse.

Camilla non ricorda niente di quello che le è successo: con la compagna Angélique Grandy si sta occupando di ricostruire la vicenda di cui diceva di far parte quando era in uno stato di coscienza alterata, trovando vari elementi che corrispondono alla realtà storica della Francia prerivoluzionaria e rivoluzionaria.

Secondo gli elementi raccolti e confermati anche da ricerche fatte dai Lone Gunmen, Rosalie Lamorlière Chatelet è una donna esistita realmente, nata in povertà, pare sorellastra di Jeanne de La Motte, protagonista del cosiddetto Scandalo della Collana:in seguito fu accolta in casa di Oscar de Jarjayes, comandante donna della Guardia reale. In seguito, sposò il rivoluzionario Bernard Chatelet, poi giustiziato insieme a Robespierre e Saint Just nel luglio del 1794. Rosalie fuggì in esilio probabilmente in Svezia, dove morì intorno al 1848, anche se ci sono fonti che dicono che tornò in Francia per passare gli ultimi anni di vita. Si occupò in prima persona della regina Maria Antonietta durante la sua prigionia presso la Conciergerie. Camilla non conosceva la sua esistenza come personaggio storico, aveva sulla Rivoluzione francese buone nozioni acquisite dai libri, ma non certo una conoscenza approfondita come ha dimostrato nel periodo di sospensione della sua coscienza. Inoltre, non ha mai saputo disegnare e dipingere quadri della complessità dei due che ha prodotto nelle ultime settimane.

Da alcuni dati incrociati, è venuta fuori anche l’identità di Alain de Soissons, militare arruolato nei Soldati della Guardia, poi Guardie francesi, una vita segnata da lutti e drammi, devoto alla comandante Oscar caduta alla Bastiglia, morto a sua volta non più giovane durante i moti rivoluzionari del luglio 1830 che portarono all’abdicazione di re Carlo X.

Ufficialmente, il conte e generale François Augustin de Jarjayes venne dato per morto in Vandea durante la guerra controrivoluzionaria: la moglie era deceduta all’inizio del 1791, abbiamo scoperto l’esistenza di discendenti delle sue figlie a Firenze, Vienna, Manchester e Montreal, con altri nomi perché nessuna di loro aveva ovviamente mantenuto il cognome paterno. La storia del castello di Jossigny infestato girava da anni, anzi da decenni, come argomento su cui fare articoli sui rotocalchi d’estate, in molti hanno giurato nel corso del tempo di aver incontrato un uomo anziano che raccontava di aver vissuto all’epoca della Rivoluzione francese, questo almeno dagli anni Trenta del Novecento.

Il visconte Victor Clement de Girodel risulta morto nell’agosto del 1792, durante l’assalto alle Tuilieries che portò alla deposizione di Luigi XVI: i Lone Gunmen hanno trovato alcune foto, una scattata alla vigilia della Prima Guerra mondiale, un’altra all’indomani della liberazione di Parigi dai nazisti, una terza a Cannes negli anni Sessanta durante il festival del cinema e una quarta negli anni Novanta, ad un party per i festeggiamenti per la vittoria della Francia ai Mondiali di calcio, in cui appare un monsieur de Girodel sempre uguale, come se fosse la stessa persona che abbiamo poi incontrato noi. Da quello che abbiamo scoperto, sono esistiti vari uomini d’affari con questo nome, impegnati di solito nel settore dell’antiquariato, che ogni tot anni si concedono un periodo sabbatico di viaggi, salvo poi lasciare tutto in mano ad un presunto figlio o nipote comparso nel frattempo. Non ci sono notizie riguardo a mogli di questa dinastia dei Girodel, sono come una presenza costante ma misteriosa.

Henri Louis de Bouillet era un esaltato fanatico, il suo gesto è stato solitario, ma aveva contatti con vari estremisti: la polizia francese sta indagando sul suo conto e sui suoi legami, con anche l’aiuto dell’Interpol. Non siamo riusciti a capire fino in fondo se conoscevano Alex Krycek, forse si è trattato di un qualcosa di saltuario subito respinto dal diretto interessato: il gesto di Krycek di sacrificarsi per salvarci la vita, resta inspiegabile, anche se è stato recuperato un suo documento in cui dichiara la sua ammirazione per me e per Scully.

Non esiste alcuna spiegazione logica e razionale di quello a cui abbiamo assistito: lo stato alterato di Camilla O’Malley e Alex Krycek, i racconti di Augustin a Skinner, la versione che ci ha raccontato Girodel, quello che abbiamo visto sulla collina di Arras, i sogni, la nostra visione nel bosco delle lucciole.

Ho sempre cercato la verità, ho sempre voluto credere e stavolta mi arrendo, chiedendomi come mai una vicenda accaduta così tanto tempo fa ha potuto influenzare oggi le nostre vite: una vicenda appassionante, toccante, coinvolgente, a tratti straziante. Ma ringrazio che abbia incrociato le nostre esistenze, soprattutto la mia e quella di Scully. In fondo, tutti cerchiamo le stesse cose, amare, essere amati, avere uno scopo nella vita, fare qualcosa di buono, essere la persona speciale di qualcun altro, l’anima gemella da ritrovare. C’è bisogno di eroi, alla faccia di chi è cinico, ed Oscar e André lo erano senz’altro e forse ci somigliavano davvero tanto. Sarò loro grato per sempre, così come l’agente Scully, e forse non è male che certe cose restino inspiegabili, impalpabili e eterne come le leggende.

Non li dimenticherò mai, così come non li dimenticherà Scully e nemmeno Skinner, che dopo questa avventura si è riavvicinato molto alla moglie e ad alcuni commilitoni del Vietnam, dopo non averli visti per anni, andando anche a trovare le famiglie di un paio di caduti. Forse dovevamo incontrare e scoprire la storia di Oscar e André, una storia che non va dimenticata e che ci ha cambiati.

Chissà se fra duecento anni qualcuno si ricorderà ancora di me e di Scully… per ora, viviamo la vita che ci è stata data, che ci sembra davvero la cosa più preziosa, insieme al nostro amore. Ed ogni tanto, di notte, verso il mattino, ci sembra ancora che Oscar e André siano con noi, per sempre insieme, per sempre innamorati, eterni come le leggende e per questo sempre affascinanti. E ovunque siano, io sento per loro solo gratitudine e rimpianto perché non hanno potuto vivere in pieno il loro amore e le loro vite, anche se voglio credere, e vuole crederlo anche Scully, che dove sono adesso siano davvero felici.

 

Aggiunta dell’agente Scully

La letteratura medica dichiara come molto improbabile che si possa verificare un caso come quello che abbiamo assistito al palazzo di Jossigny, quella repentina decomposizione: di solito, per ottenere un risultato del genere, ci vogliono decenni, o meglio secoli.

Io sono una scienziata, ma quello a cui ho assistito a Parigi è davvero oltre ogni logica, persino per l’agente Mulder: è come se due persone vissute secoli fa si siano affacciate sulle nostre vite, cambiandole e portando il loro ricordo, il ricordo di due esistenze eccezionali, come se ne leggono nei romanzi e nelle leggende.

Io sono anche una donna di fede e la loro vicenda, il loro ricordo, la loro vita unica e la loro morte gloriosa mi hanno profondamente toccata, così come voglio credere che siano in un altrove beato, in cui hanno accolto anche Augustin de Jarjayes, chiunque fosse, da cui si sono affacciati verso di noi, per motivi che non scopriremo mai, ma che ci hanno profondamente cambiati.

Questa vicenda mi ha insegnato il valore del coraggio, delle scelte e dell’amore vero, eterno, che va oltre la morte e la vince, qualunque spiegazione ci sia o non per quello a cui abbiamo assistito. Gli eventi restano senza una spiegazione logica, ma spiegabili con altri strumenti, il ricordo, la memoria, il rimpianto, la vita eterna, l’amore che dura oltre la morte, e forse bisogna a volte fermarsi, reclinare il capo e accettare l’inspiegabile, soprattutto quando colpisce i nostri cuori per sempre.

 

  
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