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Autore: Dian87    02/10/2023    1 recensioni
Nel mondo incantato di Gea, la magia antica e le meraviglie moderne si scontrano. Dai maestosi dirupi costieri alle foreste mistiche, Gea è la patria di un cast diversificato di personaggi e storie inedite.
In questo Promptober, esplora le meraviglie e i misteri di Gea attraverso la scrittura creativa e la narrazione. Con 87 suggerimenti tra cui scegliere, c'è qualcosa per tutti, che tu sia un autore esperto o un aspirante scrittore.
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A Gea, tutto è possibile. Quindi lascia che la tua immaginazione si scateni e crea una storia che trasporterà i lettori in questa terra magica.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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72. Gea's coastal cliffs are home to a reclusive order of monks. What wisdom do they guard, and why is it sought after?

Teocrazia di Capannulia, 1229 Or.

L’aria salmastra stava riempiendo le sue narici, mentre la lieve brezza marina agitava appena il suo cappuccio nero. La sacca era appesa alla spalla, mentre i piedi ormai erano pieni di calli per il lungo cammino e non dolevano più da mesi.

Un gabbiano sfrecciò davanti a lui, affidandosi all’aria per recuperare quota e tuffarsi nuovamente in mare, in mezzo agli stridii dei suoi compagni.

Osservò il muretto alla sua sinistra e sorrise appena nel vedere il campanile che svettava nel piccolo pianoro circondato dalla roccia nuda e protetta dagli alberi in cima e sollevò una mano per salutare il monaco che era di guardia accanto alla campana.

Quanto tempo era passato? Mesi? Anni? Lo avrebbe sicuramente saputo quando avrebbe parlato con il priore.

«Marco! Siete tornato!»

La voce lo colse di sorpresa e si girò di scatto. Da un cumulo di rocce che sembrava essere franato diverso tempo addietro vide l’uomo uscire. Aveva una lunga tunica verde, priva di ogni decorazione, ma al fianco portava una pesante mazza chiodata.

«Ottone.» le parole furono accompagnate da un lieve cenno del capo. «Non dovresti essere nello scrittoio?»

Ottone scosse la testa. Aveva capelli grigi intervallati da ormai rari capelli castani chiari e gli occhi, che richiamavano il grigio delle nuvole, scrutarono con attenzione il viandante.

«ll priore Pietro ti aggiornerà.» le labbra si strinsero fino a formare una sottile linea, ma poi scosse la testa. «Sicuro che non ti abbiano seguito?»

Marco si strinse nelle spalle, scuotendo lievemente il capo come risposta, e riprese il suo cammino con un nodo che gli si stava formando al cuore. Ricordava che quand’era partito la teocrazia stava cercando ogni eresia per ripulire il credo e far dominare il culto di Somnis, ma non pensava che gli inquisitori si sarebbero mai recati fino a quello sperduto anfratto di terreno.

Salì le scale sovrappensiero, vedendo monaci e monache che si affrettavano nei loro compiti senza dire una singola parola e distogliendo i loro sguardi ogni volta che ne incrociavano un altro. Non era molto diversa dai formicai che fin da piccolo aveva studiato con crescente attenzione, ma, a differenza di un formicaio vero e proprio, era fin troppo silenzioso.

I suoi passi si fermarono davanti alla porta e bussò con attenzione. Solo un grugnito lo invitò ad accomodarsi.

Il priore Pietro era davanti alla finestra, intento ad osservare l’esterno con i suoi paramenti blu che cadevano sul corpo rinsecchito e che aveva perso ogni traccia di peluria.

«Priore Pietro, sono tornato dalla missione.» iniziò Marco, abbassandosi il cappuccio sulle spalle per rivelare i propri lineamenti. I capelli mori erano raccolti in un codino e una barba non fatta da diversi giorni adornava guance e mento. «Ho raccolto tutto ciò che potevo.»

«Marco…» la parola cadde nel vuoto, una parola roca ma priva di ogni energia. «Il Signore delle Acque solo sa quanto ne abbiamo bisogno.»

«Priore… cos’è successo?» il tono tremolante di Mario tradiva il suo nervosismo, tanto quanto la mano stretta sul laccio della sacca.

«Sono venuti, ragazzo…» fece un respiro profondo, gli occhi persi nelle onde che si infrangevano sull’isola rocciosa che dominava il paesaggio con le sue alte scogliere. «sono venuti una notte prima che potessimo rendercene conto… quanti ne sono morti, quanti…» scosse la testa. «tanti ma non tutti, i martiri hanno permesso a noialtri di nasconderci e di sopravvivere.»

Le nocche diventarono bianche per quanto il suo pugno stava stringendo le corde.

«Non abbiamo nemmeno potuto seppellirli, ragazzo mio, li hanno portati via per Marinus e Gea soli sanno il motivo.»

«Priore… cosa cercavano veramente?»

Il vecchio si girò lentamente verso di lui, le stoffe che strusciavano l’una sull’altra mentre gli occhi si posavano sulla sua sacca e con un dito ossuto la indicavano.

«La conoscenza.»

  
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