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Autore: JackPortiero    03/10/2023    0 recensioni
Il capitolo 77 di Boruto, dove quel matto di Kawaki spedisce Naruto e Hinata in un'altra dimensione (spoiler necessario per spiegare la mia Fic), è un INCREDIBILE punto di spacco e di svolta nell'intero Manga. Da qui, si potrebbero ideare 100.000 trame, proseguimenti della storia. E', o non é, il TimeSkip che tutti aspettavamo? Questa mia Fic, evoluzione della storia a partire dal cap.77, non è del tutto daccordo. Davvero Naruto e Hinata, due ninja di élite, sono stati messi così facilmente fuori gioco da un adolescente pazzo e ribelle? Chi è, qual è la vera forza di Hinata?... Kawaki, vuole sul serio uccidere Boruto! Per evitarlo, l'unico modo è rivelare la VERITA'. Dove porteranno, certe rivelazioni?... FanFiction piena di segreti ed eventi dolorosi, e misteri di potenza mai svelati. Leggete e vedrete! :)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Uzumaki, Kaguya Otsutsuki, Kurama, Shikamaru Nara, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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( NOTA ALLA LETTURA: colpo di scena in seno alla Fic! C'è il TIMESKIP!! Per cinque, lunghi anni, Hinata ha solo sognato di tornare insieme a Naruto dopo appena mezz'ora, per salvare Boruto. Ma la realtà, è un'altra. Sono trascorsi cinque, catastrofici anni. Il mondo degli shinobi, senza Naruto che era riuscito a unire i 5 Villaggi in una pace duratura, è radicalmente cambiato. Ricaduto nell'odio e il conflitto, segnato ancora una volta dalla GUERRA )





TIMESKIP  -  (capitolo 2: risveglio, verso il Dolore più grande)



"Wake up to reality..."

Cinque anni dopo. Un mondo ninja senza Naruto Uzumaki.

Boruto, visto come il nemico di Konoha. Himawari, jinchuuriki prescelta del Tanuki.

La QUINTA grande Guerra degli shinobi in corso. La fine del mondo degli shinobi... ha inizio."




*****




Hinata credette, per un fugace attimo, di essersi teletrasportata in autonomia e per volontà propria, in quella che era senza ombra di dubbio la sua abitazione. Tutto intatto, intorno, così come aveva lasciato.
Subito dopo, però, ravvisò un breve ma acuto senso di stordimento e fitta alla testa, mentre si accorgeva che, la tavola da pranzo, NON era più apparecchiata come mezz'ora prima, per quattro persone. Dunque, in verità era passato del tempo!? Quanto con esattezza?


Istintivamente, percependo per via di un residuo di strascico onirico, la mano di Naruto ben salda alla sua, provò a stringerla persino di più, per avere da lui urgenti rassicurazioni. Ma quella mano, o meglio l'intera figura dell'Uzumaki, la olografica sagoma del 7° Hokage della Pace, scomparve celermente alla destra corvina. Come altrove, inesistente. Una defunta chimera. Hinata, chiuse e strinse le proprie esili dita. Provo di nuovo ad aprirle, e le richiuse. Ma non c'era nulla, al suo fianco. Non la forte presa del partner. Non stringeva nulla.

"Welcome back home, dear mother." - salutò da dietro le spalle, con tono cordiale, ma in un certo qual modo sbrigativo e forzatamente familiare, una voce ben nota, ma diversa. Adulta. Hinata sussultò. E si girò di scatto. Era Kawaki, certo. Ma più alto e robusto. Cresciuto di cinque anni all'incirca!

Hinata lo fissò per 3 determinanti, tragici secondi. Poi gli si gettò praticamente addosso, disperatissima, afferrandolo con entrambe le mani per la giacchetta, sebbene non in maniera violenta o aggressiva, quanto terribilmente ansiosa, del tutto in preda al panico.

"PERCHE' mi chiami madre per la prima volta!..." - vibrò Hinata, scuotendo con foga Kawaki - "Quanto tempo è passato!?... Perché hai fatto passare TUTTO questo tempo!? Perché hai riportato indietro solo ME!??" - tempestò di domande la Hyuga, senza dare tempo al duro ragazzo di rispondere anche solo a una singola domanda.

Hinata, credendolo colpevolmente in silenzio, sentì come cedere le ginocchia, e lasciò scivolare la sua fronte, quasi le lacrime, verso l'abisso: "Kawaki... non dirmi che Boruto... è..."

"Ama talmente Boruto, da non poter dimenticarsi di lui. L'onnipotenza di Eida non ha effetto su di lei. Come era per... Sarada e Sumire." - rifletté rapidamente Kawaki. Anche se, con tutta probabilità, l'amore materno non era l'unico motivo. Difatti, Hinata si trovava in un'altra dimensione atemporale, quando la riscrittura divina di Eida invertì i destini di Boruto e Kawaki, e dunque la storia, a livello planetario.

La Hyuga in effetti, sentì di nuovo un lancinante dolore all'occhio destro. Barcollò un momento; si sentì confusa. L'energia naturale stessa, che permea in superficie qualunque essere vivente, dopo non molto sortì un suo parziale postumo anche nel percepito della rientrante corvina, seminando in lei il seme del dubbio.

"Perché... sono in pena per quel Boruto, la persona che ha ucciso Naruto?..." - si chiese ponendosi la mano destra tremante tra l'organo visivo e la fronte, la donna - "Perché ho sognato tutto il tempo di volerlo salvare?..." - si arrovellò titubante, in cerca di veridicità nel proprio esperito - "E' come... se Naruto in realtà fosse vivo. E Boruto... il nostro prezioso figlio."

"È come se io avessi due memorie di ricordi sovrapposte. Che sta succedendo, Kurama?..." - interpellò come direttamente a se stessa, Hinata - "Naruto... è vivo!... Posso sentire e distinguere la verità grazie a te, Kurama!... Quindi Boruto... è Boruto Uzumaki, mio figlio?..." - si convinse in via definitiva, la Hyuga. Ebbene sì, avendo domandato esplicitamente al vivo e mai morto Kurama, il Novecode. Perché Hinata, in realtà è...

"Questo... ha perfettamente senso." - asserì quasi come fosse un'ovvietà, Kawaki - "Naruto si trova nella dimensione dalla quale ti ho appena riportato. E Boruto, è davvero tuo figlio." - confessò senza remora alcuna lo scapigliato ragazzo. La corvina, a tal punto lo guardò stranita, mentre egli ammetteva di essere lo straniero, nonché una specie di traditore, la causa prima di tutti i problemi passati, presenti, e futuri.

"Tu, Kawaki, figlio adottivo... tu ci hai spedito in quella dimensione e ci hai fatto credere morti!... E Boruto... il colpevole di tutto! Il nostro assassino." - si barcamenò tra frange di memorie e nodi di pensieri intrecciati, la madre; per pervenire in qualche modo a capo della situazione.

"La realtà che conoscevi... è stata radicalmente riscritta da una tecnica divina." - proseguì celere nelle spiegazioni, l'oscuro giovane apparentemente privo di turbabilità - "In questa realtà, Boruto Uzumaki, tuo figlio in origine, senza aver commesso alcun crimine è visto come il nemico del mondo. Tutti credono che abbia ucciso il Settimo Hokage, che in realtà ho fatto sparire io, allo scopo di proteggerlo dagli Ootsutsuki. Ed io, un adolescente estraneo al Villaggio che avete accolto come un figlio in casa vostra, sono diventato Kawaki Uzumaki, tuo figlio naturale."

"Non è possibile... dunque lo ammetti così, come se fosse tutto ovvio e normale, come se nulla fosse!"

Hinata gli tirò un sonoro ceffone, come aveva fatto la mezz'ora prima di cinque anni fa.

"PERCHÉ hai fatto una cosa genere!?" - reclamò provata e attonita la Hyuga, quasi subito pentita per aver ripetuto il gesto a lei recente, ma per il ragazzo assai lontano. Kawaki... rimembrò il passato e osservò ora Hinata con maggiore espressività rispetto a prima, memore dell'episodio trascorso e analogo, e riflettendo sulla figura adulta e femminile che aveva di fronte.

"Anche questa volta, mi hai dato solo uno schiaffo come farebbe una madre... anziché aggredirmi sul serio come farebbe uno sconosciuto o Isshiki, fingendosi padre..."

"Non, io..." - specifico Kawaki - "Eida, la ragazza che mi ama... ha fatto questo inconsciamente, con un potere divino che non è in grado di controllare, per liberarmi dal mio fardello di fallito e outsider."


"Il tuo fardello... di fallito e outsider?" - ripetè lentamente, declinando verso il basso e quasi melanconico il volto, Hinata. Per poi, poco dopo, rialzarlo severo.
"Anche se lei ha fatto questo in un attimo come in un'illusione..." - provo a sentenziare con sincero affetto, la donna - "Noi... noi... con il tempo e cooperando tutti insieme come una famiglia, avremmo potuto farlo per davvero. Renderlo... reale" - si disse convinta, anzi, assolutamente sicura.

"Cooperando!?" - si ritrovò incredulo su un siffatto discorso, il disilluso giovine - "Come puoi essere sopravvissuta da adolescente shinobi fino a diventare madre, essendo così ingenua?"

Hinata lo guardò neutra, senza
accigliarsi per il rimprovero o risultare troppo sorpresa, quasi come se avesse già affrontato almeno una volta in passato una simile diatriba.

"Tutto, qualsiasi cosa... è conflitto." - asserì lapidario, Kawaki - "Il mondo degli shinobi è un conflitto insanabile, che genera vincitori e vinti, a prezzo di guerra e di sangue. NON ESISTE, qualcosa come la cooperazione. Nemmeno tra fratelli." - argomentò preciso e inflessibile, riferendosi a Boruto - "Pensarlo, è solo un ottimo modo per venire traditi alle spalle, sopraffatti e uccisi." - spiegò le conseguenze di un erroneo favoleggiare - "Uno spietato conflitto. E' questa l'unica cosa che mi è sempre stata chiara fin dal primo momento di cui ho memoria." - corroborò denunciando la propria esperienza di dolorosa infanzia, il moro - "Devo essermi proprio sbagliato, a riportarti indietro. Non mi saresti di alcuna utilità. Ora ti proverò, che la cooperazione non esiste." - annunciò tetro, alzando ed imponendo il palmo della propria mano in direzione di Hinata, e concludendo - "Senza che tu possa fare nulla per impedirlo, ti rimanderò nella dimensione dove si trova il Settimo, e lì resterai al suo fianco come in un sogno irrealizzabile, per l'eternità." - sancì la fine di ogni superflua interazione.

"Posso almeno dire una cosa? Cosa penso? Un'ultima parola di addio?" - chiese non ironicamente, ma alquanto austera, la Hyuga.

"No. Non posso sprecare altro tempo con te" - rispose Kawaki, attivando il potere del suo occhio sinistro. Ma... fallendo miseramente nel teletrasportare altrove Hinata, che scomparve in un'illusione e riapparve vera alle spalle dello strapotente ma ancora inesperto ragazzo, col proprio indice del pugno gentile puntato dietro la schiena di lui. La Hyuga... con un po' di chakra colpì un punto di fuga del longilineo, quanto bastava per fermarlo almeno un paio di minuti nelle sue velleità.

"Ti rendi conto che il mio dito poteva essere una spada? Per un po' non potrai muoverti né rimpicciolirti, è così che gli shinobi uccidono a tradimento alle spalle, senza provare a cooperare, su questo hai ragione..."
- ammise la kunoichi che da tempo viveva come una civile, passando lentamente di fianco al ragazzo fino a ritornare frontale a lui, per provare a parlare di nuovo faccia a faccia.

"Come hai fatto!?... Liberami subito!... Ti ho detto che ho fretta, non ho tempo da perdere!" - insorse irritato il recidivo ribelle, a cui forse stavolta stava sfuggendo la situazione di mano.

"Eri fin dall'inizio sotto un piccolo genjutsu, di livello genin.
Come hai fatto a sopravvivere in questi 5 anni come Kawaki Uzumaki, figlio del Settimo, essendo così sprovveduto?" - lo canzonò un po' Hinata, riprendendolo per le rime e rimodellando la pregressa critica di Kawaki nei suoi confronti.

"Merda! Non mi fare la predica! Mi hai fregato solo perché sei la moglie del Settimo, la persona a lui più vicina, e non ti considero una minaccia." - imprecò Kawaki, vistosamente seccato - "Se hai qualcosa di serio da dire allora dillo, ora sono obbligato ad ascoltare. Ma poi liberami. Devo raggiungere l'attuale Hokage per una questione importante!"

"Qualcosa di serio? Non sono abbastanza seria?" - domandò l'interlocutrice, al giovane moro altezzoso e un po' arrogante.
Hinata socchiuse i suoi occhi, sospirando leggermente, per evitare di sbuffare platealmente. Poi li riaprì, severa ma conciliante.

"Quasi tutto, nel mondo degli shinobi, è conflitto. Ma qualcosa come la cooperazione esiste, Kawaki." - affermò con fare serio, la Hyuga - "Tu... sei solo un ragazzino impaziente." - etichettò seriamente la corvina - "Che si sbaglia su tutto pur avendo conosciuto Naruto Uzumaki."

Kawaki si rilassò un momento, sentendo menzionare il nome di Naruto. E, dato che tanto non poteva ancora muoversi per andarsene, domandò cosa c'entrasse l'aver conosciuto Naruto, con il fatto che la cooperazione fosse un concetto reale, tangibile, anziché meramente astratto e fasullo, inesistente.
Hinata, prima di rispondere al quesito, tese la mano verso Kawaki in segno di riconciliazione, sorridendo di un sorriso meraviglioso, pieno di fiducia e speranza.

"Perché, vedi... Naruto è la Cooperazione in persona che finalmente è nata in questo maledetto mondo, e che può sanare ogni Conflitto." - confidò la sua convinzione, quasi un credo, la corvina  - "Non te ne sei mai reso conto?" - chiese fuor di retorica, sempre col palmo destro aperto, in attesa di una reciproca stretta di mano. Kawaki, poteva infatti iniziare a muovere di nuovo il braccio destro, se lo desiderava.

"Il Settimo... è la Cooperazione?" - ripetè lento, meccanicamente, il ragazzo, riflettendo un attimo sull'equivalenza. In un mondo shinobi sanguinolento e in perenne conflitto, le persone non possono rimanere inerti nella paura o lobotomizzate da ideologie ipocrite precostituite, ma DEVONO farsi carico esse stesse dell'Odio e delle incomprensioni, rappresentando in prima persona un Ideale incrollabile, senza scendere mai a compromessi. Le loro azioni, i fatti concreti, il loro agire, sono la PROVA che ideali come la Pace e l'Amore, frutto di un tentativo di comprensione tra poli opposti, esistono. Naruto... era diventato un Eroe, il Ragazzo della Profezia, la Cooperazione, non per destino o determinismo, ma per il suo Nindo e la volontà di non arrendersi mai. E lo aveva dimostrato anche a Kawaki, in passato, accogliendolo come figlio acquisito e abitante di Konoha, e rifiutando il compromesso di ucciderlo o imprigionarlo come facile soluzione per proteggere Boruto, suo figlio naturale. Se esisteva una realtà distorta, stravolta, dove Kawaki era Kawaki Uzumaki, e poteva andarsene in giro fiero a straparlare, era solo perché Naruto aveva "cooperato" con lui senza trattenere nulla, fino a questo punto.

"Tu lo sai bene, che Naruto non è una persona comune, ma è speciale, unico al mondo..." - proseguì la Hyuga, così simile all'Uzumaki, a dire il vero - "Lui... rappresenta qualcosa dell'immaginazione che altrimenti non esisterebbe, e la capacità di rendere possibile l'impossibile. Tu... l'hai sperimentato. Non avresti mai creduto possibile liberarti dal segno indelebile del karma, e dal destino di vuoto contenitore per un Ootsutsuki. Invece..." - prese un attimo di fiato Hinata - "...invece è successo. E' successo." - ripeté due volte, con enfasi di convincimento - "Perché, secondo te?" - interrogò allora al ragazzo, con moderata autorevolezza.

"Sa la mia storia nei minimi particolari... Si è interessata di capirmi a fondo?... Hanno parlato così tanto, di me!? - non poté fare a meno di notare l'orfano di madre biologica.

Kawaki quindi ci pensò su un attimo, sul perché Naruto incarnasse la Forza di Volontà, ma in maniera troppo pragmatica. Pragmatismo che celava una certa arbitrarietà nel voler avere a tutti i costi ragione.
"Se qualcosa del genere è stato possibile..." - provò dunque a controbattere oggettivamente lui - "Se il Settimo ha potuto ciò che non era umanamente possibile, è solo perché aveva Kurama. Se proprio vuoi saperlo, è proprio perché non poteva più servirsi della Volpe, che l'ho ritenuto vulnerabile e ho deciso di inviarlo in una dimensione senza tempo. Il suo tempo, era giunto al termine, sarebbe stato prossimo a morire alla prima occasione."

"Servirsi della Volpe?... non capisci proprio niente." - si irritò interiormente, per una frazione di secondo e senza darlo a vedere, Hinata. Per poi domandare, con perfetta calma:
"È davvero per questo? È perché Naruto non aveva più Kurama, che hai avuto ancora più paura degli Ootsutsuki?"
La donna, che nel segreto era l'una e l'altra cosa, colse il minimo cenno affermativo nel quasi immobile sguardo di Kawaki.

"Capisco..." - abbassò impercettibilmente gli occhi Hinata. Riflettendo che, per celare un'informazione, un adolescente confuso e impaurito aveva commesso un errore di portata e gravità inaudita.

 
"Se avessi spiegato a Kawaki che sono Kurama e che Kaguya non è come gli altri Ootsutsuki, forse..."

"In ogni caso, ti sbagli..." - controbatté pacata ma di nuovo risoluta, la corvina - "Perché ciò che innanzitutto non era umanamente possibile, è che un essere umano e una bestia codata andassero d'accordo. La prova, è proprio che Naruto ha fatto da solo l'impensabile: controllare il chakra della Volpe per purezza di spirito, e riuscire a cooperare con il Bijuu che aveva ucciso i suoi genitori, senza usarlo per i suoi scopi o ritenersi in conflitto con lui." - spiegò con il cuore mano, e mettendo ben in chiaro una cosa -  "Naruto... non si è mai servito di Kurama! Ma ha superato il conflitto insanabile che c'è tra Bijuu e Jinchuuriki. Io lo so, quanto sia stato difficile per lui, per questo sono assolutamente sicura di ciò che dico." - concluse, mettendo la mano sul Fuoco a riguardo dell'eccezionalità di Naruto, l'unico in grado di alimentare una neutra fiamma in Speranza, anziché degenerarla in Inferno.

Kawaki... guardò stranamente incuriosito Hinata, in particolar modo in quel passaggio chiave: non si è mai servito di Kurama. Di sicuro la sposa del Settimo credeva in ciò che diceva ed era in buona fede, ma che ne sapeva con esattezza, di come funzionava tra Naruto e la Volpe? E sembrava altresì un po' troppo fervida e partecipe, quasi diversa dal solito e come chiamata in causa, per un qualche misterioro motivo.

"Ma poi... è molto più semplice, di così." - cambiò metrica, punto di prospettiva Hinata, cercando di suscitare un po' di costruttiva persuasione anche in Kawaki - "Kurama... non sarebbe mai bastato a salvarti. Se puoi amare Naruto come un padre, è perché lui e Boruto hanno scelto di salvarti. Hanno cooperato con te, un perfetto estraneo, potente, instabile e pericoloso. E con Sarada, e poi Sasuke, avete sconfitto Kara." - gli ricordò, l'impresa maggiore tra tutte.

"Sarada? Sasuke?... giusto... Lei non sa che Sasuke, Sarada ed altre persone sono morte, di recente.. Stiamo solo perdendo di vista il punto della situazione." - si morse il retro non visibile del labbro, Kawaki, in un certo qual modo indecifrabile, tra sé e sé.

"Dunque, cos'è questo silenzio?" - interpretò erroneamente Hinata, che il ragazzo non sapesse più bene che dire - "Io, credo di aver capito, sai..." - concluse il suo discorso, con una tesi - "Tu... hai sofferto così tanto da esserti affezionato troppo a una sola persona, ed essere disposto a sacrificare tutto il resto, per quella persona. " - individuò il punto focale, in fondo assai banale - "Ma guardami bene negli occhi, sei cresciuto da allora, è ancora così?" - invitò lo statuario moro, nel suo inusuale tacere, a confrontarsi attivamente e rispondere, anziché distrarsi.

"Se è ancora così? Che intendi dire?..." - chiese lumi il circa ventenne, su dove fosse infine direzionato il discorso. Hinata assunse un'espressione oltremodo SERIA.

"Sacrificheresti Himawari se fosse un Ootsutsuki, o il tuo stesso figlio per un capovillaggio?" - interrogò la madre, con un timbro di voce che esigeva un riscontro pressoché immediato, spontaneo, non troppo ragionato. La risposta del giovane non si fece attendere.

"NO. In nessun caso sacrificherei Himawari. Nemmeno se fosse un Ootsutsuki." - si pronunciò sorprendentemente, ma celere e sicuro, Kawaki - "Lei... è troppo importante. Non sarei mai in grado di scegliere, tra lei e il Settimo. Potrei solo cercare di salvare entrambi." - decretò in modo secco e quasi scontato, seppur consapevole che cinque anni prima, avrebbe dato una risposta pessima, del tutto diversa. Che poi, era il motivo per cui aveva spedito il Settimo Hokage e la sua consorte, in una vuota alterità spaziale senza passato, né futuro.

La Hyuga infatti, che ancora doveva fare i conti con i ricordi di mezz'ora prima, fu estremamente meravigliata, dal fatto che la persona a sé di fronte non ragionasse più con selvaggia cocciutaggine, e in ottica di sacrifici preventivi o inevitabili. Mentre egli proseguiva, affermando:

"Adesso ho capito, cosa intendi dire." - mosse il braccio e mirò il palmo intero della propria mano, Kawaki - "Quello che Naruto ha fatto per me... è stato cambiarmi inconsciamente in questi 5 anni, in modo che potessi trovare altre persone oltre a lui, che NON sono disposto a sacrificare. Anche se... me ne sto rendendo conto soltanto ora." - alzò a mezza altezza lo sguardo, incrociando perfettamente quello di Hinata.


"Hinata, tu... hai ragione." - ammise ragionevolmente, il giovane uomo - "È tutta colpa mia. Di come ero." - si rese finalmente conto, destandosi dal sonno della ragione - "Ma non c'è tempo, per le scuse e le spiegazioni." - assicurò conciso - "Se ti ho riportato indietro, non è per capriccio, ma perché sta succedendo qualcosa. Se perdiamo tempo in questo modo in chiacchiere, non faremo in tempo a salvare HIMAWARI."

"Himawari!?..." - pronunciò il nome di sua figlia, con incredulo ma vivo principio d'ansietà, la principessa degli Hyuga.

"Ascoltami bene, Hinata." - pretese marziale attenzione, Kawaki - "Siamo in GUERRA. I cinque Grandi Villaggi sono in guerra totale, una guerra senza precedenti." - rivelò così, di getto, senza aver predisposto per gradi o in maniera morbida all'argomento, e riguardo altresì al fatto che in quel preciso momento, mentre ancora parlavano, Himawari dovesse già trovarsi sul campo di battaglia.
 

Hinata, trasalì. I perlacei occhi, sbarrati e sconnessi dal poter recepire: "Guerra!?... Tra... i 5 Villaggi alleati che avevano combattuto contro la Fine del Mondo!?"

"NON è possibile!!" - si sbracciò senza proprio capacitarsi, la donna - "Himawari è uno shinobi ed é stata mandata in guerra!?... Ma ha solo 10 anni!" - esclamò talmente tesa da ammutolirsi una frazione di secondo dopo, rendendosi conto della gaffe. Kawaki... spiegò che l'età minima dichiarata dal consiglio di Konoha per la leva a questa ennesima guerra mondiale, era di 14, e Himawari ora di anni ne aveva 14 e mezzo, quasi 15.
Ma non era questo, il punto, giacché Himawari non era lì tra le schiere del Paese del Fuoco a far numero, come genin e magari con dei Jonin a guardarle le spalle e con compiti secondari o di supporto, lei era piuttosto l'ARMA segreta della Foglia, una PEDINA da avanzare per prima, la chiave di volta per la vittoria, ma anche il primo bersaglio di tutti i nemici, una volta fosse stato chiaro.

"Himawari... è stata mandanda in prima linea come soluzione finale per porre fine alla guerra." - rivelò lugubre, il ragazzo che ora la voleva proteggere come fosse essa il Re - "Poiché lei è l'attuale jinchuuriki del Demone Monocoda, in grado di usare una Bijuu-dama 10 volte più potente del normale, grazie alla tecnologia scientifica e le modifiche al suo corpo operate da Amado." - spiegò nel modo più essenziale e lineare possibile, ma nominando con un certo qual disgusto il nome del fumatore scientista scevro di morale comune, quando si tratta di archiviare a tutti i costi un obiettivo.

"Himawari... la mia bambina... un jinchuuriki modificato nel corpo da usare come arma di distruzione di massa!?... Io... non ci credo... NON può essere vero!!" - tremò e impallidì, come un fantasma, Hinata.

"Per questo, ti ho riportato indietro." - spiegò Kawaki, specificando - "Perché so che se sei la persona più forte." - rivelò di aver riconosciuto il vero potenziale di Hinata - "Ho disperato bisogno del tuo aiuto. Anche se sei il contenitore di Kaguya Ootsutsuki." - sbatté in faccia la necessità, la priorità, come più importante della stomachevole verità. Stante che implorare aiuto proprio a un Ootsutzuki, cui solo nominare la prima sillaba urtava fin nelle viscere, è ciò che Kawaki non avrebbe mai opzionato in vita sua. Ma pur di salvare Himawari...

La Hyuga, non poté credere alle proprie orecchie. Il congiunto, anzi il familiare che aveva di fronte, era il primo ad essersi reso conto da solo di questa cosa. Fino a quel momento, solo Naruto e Sasuke, avevano avuto a sapere da Hinata che lei era divenuta il contenitore di Kaguya Ootsutsuki, dal momento esatto in cui la Dea Coniglio aveva innestato un karma nascosto dentro la Principessa del Byakugan, mentre quest'ultima risultava imprigionata in cattività, come lo fu per un'ora buona tutta l'umanità, dall'Albero Divino durante la quarta Grande Guerra degli shinobi. La Madre del chakra, col suo chakra e tramite l'Albero, controllò in quei frangenti non solo i sogni, ma anche le membra di tutti, per l'intera durata dello Tsukuyomi Infinito. Lei, era l'Albero stesso, e dunque era connessa fisicamente a tutti, e in valenza di ciò, come qualsiasi Ootsutsuki parassita è solito fare, aveva SCELTO il proprio "VESSEL" per poter rinascere, nella vaga eventualità fosse stata sconfitta.

Pensare che Kaguya Ootsutsuki si fosse lasciata sconfiggere da Naruto e Sasuke senza aver prima scelto il proprio contenitore per tornare alla storia, risultando solo una stupida e patetica comparsa priva di ingegno o previdenza, è quanto di più ingenuo si potesse pensare.

Kaguya Ootsutsuki... NON era stata davvero sconfitta. Ma la Grande Guerra, aveva avuto le sue conseguenze. Per via della Quarta Guerra, Hinata Hyuga era diventata Kaguya Ootsutsuki.

"Tu... lo sapevi già allora che anche io sono un Ootsutsuki, quando hai giurato che avresti ucciso qualsiasi Ootsutsuki!?..." - domandò allibita Hinata, guardando negli occhi Kawaki - "Ma mi hai mandato in quella dimensione insieme a Naruto, anziché attaccarmi e provare a mettere sul serio in pratica la tua parola?" - chiese lumi, quasi sconcertata dal dover rivedere in una luce nuova, la disperata e non del tutto infantile scelta di Kawaki.

Perché Kawaki, sul serio aveva avuto ancora più paura degli Ootsutsuki, dal momento che non esisteva più Kurama a proteggere miracolosamente Naruto. E perché lui, non sapeva che Hinata era Kurama. Lo Yin. E che, dunque, Kurama fosse ancora vivo. Ma, piuttosto, Kawaki era ben conscio che Hinata fosse Kaguya, che esisteva persino un altro Ootsutsuki. Questo... spezzava ogni equilibrio e ogni speranza nel già fragile raziocinio di Kawaki, rendendo, nella mente di un frustrato e instabile adolescente, il suo unico punto di salvezza e di riferimento, il Settimo Hokage, totalmente accerchiato dai nemici persino in casa sua, e, dunque, del tutto privo di sicurezza personale, e qualsivoglia difesa. Eppure... in qualche modo... Kawaki era riuscito a spedire Hinata, un Ootsutsuki che aveva giurato un minuto prima di dover uccidere, nella stessa identica dimensione di Naruto, al suo fianco. Questo, aveva fatto Kawaki. Contraddirsi clamorosamente, stabilire un'eccezione sebbene fosse sull'orlo della pazzia, nonostante tutto...

E proprio come nel sogno che Hinata fece nella dimensione atemporale, biasimandosi che per non rivelare di avere l'Arte del Legno con i suoi cloni-scudo, Neji era morto per fare da scudo, e che per nascondere il fatto di essere Kaguya, Boruto era in estremo pericolo... questa eventualità, quest'incubo, si stava ora concretizzando, dipanando a chiare tinte come reale. Solo che la persona a repentaglio, che rischiava di pagarne il massimo scotto, era in realtà HIMAWARI.

"
Io ho ereditato il vero potere di un Ootsutsuki. So quando ne ho uno di fronte." - liquidò il discorso banale-banale, Kawaki, ponendo l'accento sul fatto che Boruto, invece, non del tutto puro alieno, non si fosse mai avveduto del segreto di sua madre - "Piuttosto... Naruto lo sapeva, che tu sei Kaguya Ootsutsuki, quando ti ha sposato?" - pose la questione di rettitudine e trasparenza, il moro - "Io vorrei solo sapere questo, da te. Se sei stata sincera con lui. Come tu mi hai chiesto poco fa, se sacrificherei mai Himawari." - si pronunciò tranquillo, senza pregiudizi di sorta, ma esigendo una risposta veloce e di qualità, che non potesse essere messa più in discussione.

Kawaki e Hinata, si fissarono reciproci per un istante, affermativamente. Certo che sì, Hinata aveva detto a Naruto che lei era divenuta Kaguya Ootsutsuki. Anche a costo di venire rifiutata da lui, e che si scoprisse il fatto e fosse considerata un pericolo per la Foglia, e una minaccia per l'umanità intera. Naruto Uzumaki... avrebbe anche potuto declinare la gravità della situazione e il peso di sposare un Ootsutsuki, anzi il capo dei nemici durante l'ultima devastante guerra; badare solo a realizzare il suo sogno di Hokage, e, una volta eletto Hokage, aver l'obbligo di tenere in perenne sorveglianza e agli arresti domiciliari, Hinata Hyuga, distruggendo e sacrificando i suoi sentimenti per la tutela e la stabilità della Foglia. Ma Naruto, aveva agito diversamente, aveva mantenuto lo stretto e più intimo riserbo, sposandola ugualmente. Egli, aveva posto il destino e i sentimenti di Hinata, prima delle sorti di un Villaggio, in un certo qual modo, tradendolo, poiché, innanzitutto, egli è uno shinobi che deve usare ogni genere di INFO in suo possesso, per l'esclusivo bene del Paese. Se gli abitanti di Konoha, i Jonin e gli Anziani, gli altri Villaggi e i loro 4 Kage al servizio dei Daimyo, avessero saputo che Kaguya Ootsutsuki, la causa di lacrime e sangue, era ancora in circolazione, e che per giunta l'Hokage l'aveva sposata tradendo i suoi doveri di ninja, sarebbe stato un disastro. Probabilmente, la fine dell'Alleanza, l'onta dell'Eroe e le dimissioni dal suo ruolo di Nanadaime, il pretesto per una totale rivisitazione dei Trattati, se non per un'altra Guerra.

Kawaki, per decifrare se Hinata fosse stata onesta con Naruto e stesse dicendo la verità, la guardò con adulta e maggiore introspettività rispetto al passato, quando era solo un ragazzino maledetto, uno dei tanti esperimenti di Amado, e lo strumento eletto di Isshiki Ootsutsuki. Che Kawaki, oramai ventenne, fosse in grado di discernere non solo il sangue di una stirpe aliena, ma anche i più sottili strati della finzione, l'abietta ipocrisia strumentale della razza umana, rispetto a una più rara e candida nobiltà d'animo, in virtù della propria infernale infanzia, e i suoi duri trascorsi?

"Ti credo." - affermo il ritrovato ragazzo - "Se il Settimo ti ha sposato, se ha deciso così... ha creduto in te rischiando tutto in quel preciso momento, stabilendo che tu sei Hinata Hyuga. E non Kaguya Ootsutsuki. Ed è sopravvissuto a questa scelta, e il risultato di questa scelta non è stata la sua morte o la guerra, ma... Himawari." - sentenziò, con un'empatia e ragionevolezza fuori dal comune - "E poi... tu non hai mai liberato nemmeno per un attimo Kaguya, non hai mai perso il controllo di te stessa, c'è qualcosa, in te, che impedisce a Kaguya di emergere. E' come se tu potessi tenerla a bada, e lei avesse scelto per errore il contenitore sbagliato." - osservò infine con profonda capacità critica, ma soprattutto con lucidità, e una freddezza nei processi decisionali di cui nemmeno Shikamaru Nara, nettamente superiore in intelligenza tattico/strategica, era in grado.

La donna, sentendo parlare così il ragazzo con un timbro di voce, un registro, e una prospettiva così antitetica rispetto al passato, rimase a bocca aperta. Ma era davvero Kawaki? Sul serio!?... Questi, al tal punto fece una cosa del tutto inattesa: distese e allungò il proprio avambraccio, per poter ferrare e stringere con la propria, la mano di Hinata in una reciproca stretta, in segno di intesa e comunioni d'intenti. La mano della Hyuga, infatti, era sempre rimasta in fiducia e benevole aspettativa, in attesa di questo scambio. Quello che era una volta un distaccato e tetro ragazzo, che aveva visto così da vicino l'Inferno, fin dalla sua giovinezza, da vedere mostri e pericoli ovunque, era ora cambiato, seppur non sapesse ancora esternare i sentimenti e fare di meglio, che offrire il dritto della propria mano, a una paziente adottiva madre. Ma quella stretta d'arto superiore, chissà, poteva forse anche dirsi l'equipollente di un vero e sentito abbraccio di un grato figliolo, scambiato con una figura materna che finalmente riconosceva.

"Hinata Hyuga... Quella volta, cinque anni fa, ti ho provocato di proposito dicendo che avrei ucciso Boruto e qualsiasi Ootsutsuki, per far uscire Kaguya allo scoperto e provare al Settimo che gli Ootsutsuki sono il peggiore e più ingestibile pericolo. Ma quando mi hai schiaffeggiato debolmente ma con perfetto controllo, anziché liberare il potere di Kaguya e provare con la forza a uccidermi cedendo al potere di un Ootsutsuki... In quel momento ho capito che anche tu, come Naruto, mi vedevi come un figlio, e che in realtà sei la persona più forte."

 
"Welcome back home, crazy son... Bentornato alla vita, Kawaki... Ora però, dobbiamo..."

"Vi scongiuro, madre... cooperate con me. Aiutatemi a salvare Himawari." - propose ALLEANZA ancora nel mentre della reciproca stretta di mano, e con lieve, impercettibile cenno di supplica, Kawaki - "Io... sono appena evaso di prigione. Sono di nuovo visto come un fuorilegge." - svelò, di essere attualmente un nukenin nonostante, per effetto di Eida, fosse un Uzumaki, anzi il figlio del Settimo - "Non credo, tra l'altro, di avere ancora molto tempo, qui..." - terminò quasi a stento, avvertendo improvvisa in se stesso, una interferenza di chakra - "Io sono solo..." - non potè evidenziar di suo, ma risultò evidente nel disapparire in un piccolo fragore a scoppio...

Una copia. Un kage bunshin. Kawaki, da che era di fronte a Hinata stringendole la mano e implorando per la prima volta qualcuno, scomparve improvvisamente in una nuvola di fumo. La Hyuga, si ritrovò dunque del tutto sola, in casa. A Konoha. Il Villaggio militare della Foglia che aveva appena inviato sua figlia in guerra, per vincerla a tutti i costi, e porvi fine. Hinata... sarebbe anche potuta cedere all'insensatezza della situazione, crollare psicologicamente o chiedere aiuto e ulteriori spiegazioni, in giro. Cercare l'attuale Hokage, magari, e chiedergli di ritirare subito sua figlia dal frontre. Ma reagì differentemente, da shinobi e non da paesana, scattò subito in lei qualcosa... Perché Himawari... era stata mandata al fronte come una pedina, un'arma, proprio dall'attuale Hokage. E non, poi, un'arma qualunque. Ma un jinchuuriki modificato, forse già in grado di evocare il suo demone, e persino di lanciare una Bijuu-dama a x10 di potenza. Una bomba atomica. E dunque, assolutamente uno shinobi in prima linea, il primo bersaglio dei nemici, ed eventualmente la prima a cadere.

Hinata, si attivò... attivò IMMEDIATAMENTE il Byakugan. Poi, compose i sigilli della tecnica del Dio Tuono Volante, per teletrasportarsi fulminea dove si trovava Himawari. Poiché il fatto che Hinata avesse imparato, dopo anni di studio casalingo, l'Hirashin no Jutsu di Minato il Lampo Giallo, per altro perfezionandolo, quello non era, soltanto un improbabile sogno estemporaneo. Ma il duro risultato della volontà di una madre, di proteggere sempre tempestivamente i suoi figli, dovunque essi fossero. Il problema, però, era un altro... COME mai, Hinata non riusciva a connettersi al sigillo posto appena sotto l'ombelico di Himawari!?

"Il segno che avevo posto su Hima... è stato rimosso in qualche modo." - si arrovellò sull'impossibilità arrecata di poter tutelare con instantanea provvidenza sua figlia - "Come è possibile!?" - senti il proprio battito cardiaco accelerare con infinita preoccupazione, rendendosi conto di dover agire ancora più alla svelta.

Hinata, si concentrò finanche di più... Doveva trovare un altro modo, o... un altro sigillo per l'Hiraishin no Jutsu che aveva sparso in giro. Il problema... è che i punti d'approdo non erano molti, e smistati quasi solo a Konoha. Ma certo! Ce ne era uno, in particolare, che non poteva proprio essere in nessun caso, alla Foglia, e dunque quello più vicino possibile, ad Himawari.

La Hyuga, dimezzò da vera èlite le distanze, consumando quel ben determinato polo possibile d'arrivo. Il segno usato allo scopo, era nientemeno che quello sulla schiena di BORUTO. L'acerrimo nemico del Paese del Fuoco, in questa sconvolta realtà, il peggior reo reputato l'assassino del Settimo Hokage Naruto Uzumaki, un ricercato sul quale pendeva un mandato di uccisione, una taglia non di "vivo o morto", ma preferibilmente e indiscutibilmente MORTO.

Hinata... si teletrasportò in siffatto modo alle spalle di Boruto, il suo primogenito. Questi, però, accorgendosi dell'improvvisa presenza di una persona potente dietro di sé, quasi certamente una nuova minaccia, forse uno degli innumerevoli cloni del Decacoda coltivati da Code, o chissà che altra specie di pericolo mortale, si sentì predato e reagì per auto-difesa, portando istantaneamente, quasi praticamente a segno, un precisissimo e inevitabile fendente di spada affilata come una katana, a decapitare l'ennesimo nemico, Anbu della Foglia, mostro, mercenario o cacciatore di taglie che fosse.

Boruto... si rese conto troppo tardi che stava per decapitare sua madre, che il colpo era troppo veloce e ormai praticamente a segno sotto il vellutato mento di lei, e che non avrebbe potuto fare più niente, di suo, per evitare quell'uccisione.




*****







Ti serve finalmente il mio chakra, misera mortale? Alla fine è successo?

Che sia per schivare un colpo, o che sia per salvare tua figlia... IL PATTO che avevamo stabilito, è sempre quello, piccola Hyuga.

Se anche una sola volta userai il mio chakra durante la tua vita... quando morirai, io, Kaguya Ootsutsuki, risorgerò. Il tuo corpo sarà finalmente MIO.

Perché tu sei il mio contenitore, siamo in conflitto, ma sono stata paziente, ti ho lasciato vivere la tua vita.

E' questo tipo di conflitto, quello che tu chiami quieta e civile cooperazione, no?
  
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