Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: phoenix_esmeralda    06/10/2023    5 recensioni
Dopo l'attacco della nave di Kaibara, Kaori perde la memoria e Ryo ne approfitta per fare retromarcia e riprendere la sua solita vita. Ma quando Kaori scopre che il partner sta vedendo clienti di nascosto, si sente tradita al punto da andarsene di casa. La fic inizia dal punto in cui, nel manga, Kaori massacra Ryo ne locale di Miki e gli dice addio. Insoddisfatta di come evolve il manga a quel punto, ho pensato a un nuovo finale per City Hunter, dove per Ryo le cose saranno un po' meno semplici...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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“Ammetto che la tua decisione mi ha davvero stupito!”, disse Mick sornione, mollandogli un’energica pacca sulla schiena. “Hai un bel coraggio!”
“Ah…ah…ah”, rise Ryo con una gocciolona in fronte, portandosi la mano dietro la nuca. “Un po’ sono stupito anch’io”
Io intendevo darle una bella botta, ma Kaori non ha capito, rifletté Ryo, ridacchiando tra sé imbarazzato.
“Fatti da parte!”, Umibozu lo spinse a lato, passando con un’enorme volta di plastica fatta ad arco “Già non contribuisci, almeno non restare in mezzo ai piedi!”
Ryo lo vide attraversare il bar fino in fondo e piazzare la volta a terra, dove Kasumi e Kazue lo stavano aspettando con due grossi cesti di fiori bianchi e rosa. Appena l’arco venne posizionato, le ragazze iniziarono a decorarlo.
“Non è un po’eccessivo?”, commentò Ryo, in imbarazzo.
“Beh, Kaori ha chiesto loro di organizzare la cerimonia, per cui devi rassegnarti!”
Ryo tirò un lungo respiro e infilò le mani nelle tasche dell’abito bianco che Mick gli aveva prestato.
“Non posso offrire a Kaori un matrimonio ufficiale, per cui immagino che debba accontentarla almeno in questo”
Girò lo sguardo lungo il locale di Miki, sgombero dai tavoli, con le sedie allineate e un lungo tappeto rosso che Umibozu stava srotolando fino all’arco.
Lui e Kaori, davanti a tutti i presenti, si sarebbero scambiati gli anelli e una promessa, ufficializzando il loro rapporto. La notizia avrebbe fatto il giro dei locali, ne era certo, raggiungendo tutti nel loro ambiente. Tutti avrebbero saputo che Ryo Saeba si era sposato, che avrebbe detto addio ai night club e avrebbe smesso di correre dietro a qualunque bella ragazza. Quella cerimonia avrebbe segnato una linea di demarcazione.
“Ryo? Te la stai facendo sotto, vero?”
“Eh…”, ridacchiò. Mick l’aveva beccato in flagrante.
“Se ti fa paura l’idea di essere là sotto a prendere un impegno con Kaori, ricordati quello che hai provato quando hai pensato di averla persa”, gli disse l’amico, diventando improvvisamente serio. “Non è molto peggio?”. Mick gli avvicinò la bocca all’orecchio e mormorò subdolamente “Te la sei vista brutta, quando se n’è andata di casa, vero? Facevi l’indifferente, ma con me non attacca. Anche se Sato non l’avesse rapita, avresti finito per capitolare!”
“Mmmh”, mugugnò Ryo. “A proposito, dimmi la verità: non è mai successo nulla tra te e Kaori, era solo un trucchetto che hai escogitato per ingelosirmi”
Mick ridacchiò. “E ha funzionato, giusto? Ti sei roso il fegato!”
Ryo sbuffò, ma in quel momento si sentì afferrare per la maglia e trascinare indietro.
“Ryo! Ryo, ma è vero che ti sposi? Ti sposi sul serio?”
Si trovò circondato dalle intrattenitrici dei night che frequentava abitualmente, tutte vestite a festa.
“Allora ci lasci?”, continuarono. “Sarai fedele a una sola donna per sempre? Ci riuscirai?”
“Ah…ah”, ridacchiò Ryo imbarazzato. “Perché siete qui?”
“Falco ci ha portato un invito”
“Eh? Ma che…”
“Ho solo fatto in modo che la tua nuova condizione fosse chiara!”, grugnì Umibozu, mentre sistemava una lampada accanto all’arco fiorito. “L’ho fatto per Kaori!”
“Eh eh…”, Ryo iniziava a sentire la morsa stringersi.
“Ma allora sei innamorato, Ryo?”, chiesero le donne, dandosi di gomito. “Ti sposi per amore?”
Ryo si mise una mano dietro la testa ridendo, morendo di imbarazzo. “Eh, già. Pare di sì…”
“Pare?”, gli fece eco Mick. “Non sapete che cosa era disposto a fare Ryo per salvare Kaori…”
Ryo sobbalzò. “No!”, urlò. “Mick, non provare a parlarne!” Gli saltò in testa, tappandogli la bocca. Le foto di Mitsuro Sato, probabilmente, stavano già facendo il giro dei boss della mala, non c’era bisogno che ne venissero a conoscenza tutti quanti.
“Va bene, va bene!”, concesse Mick, ridendo. “Mi accontenterò di vederti finalmente ammogliato!”
“Tzè”, fece Ryo accennando all’arco fiorito. “Non hai visto lo sguardo di Kazue, mentre decorava la volta? Tra poco sarai nelle mie stesse condizioni, amico mio”
“Eh?”, Ryo vide Mick sbiancare e sghignazzò.
 
 
“Ecco Kaori, queste sono gli anelli”
Miki glieli porse in un contenitore vellutato e Kaori li sfiorò quasi con paura. Non riusciva a credere a quello che a breve sarebbe successo e al fatto che Ryo avrebbe indossato quell’anello, comunicando al mondo che ora apparteneva ad una sola donna.
“Devo dire che Saeba questa volta ha saputo come farsi perdonare”, rifletté Miki. “Deve proprio essersi preso un bello spavento”
“Beh, la situazione era davvero critica”, ammise Kaori. “Quel Mitsuro Sato aveva studiato tutto nel dettaglio”
Miki sorrise. “In realtà, Kaori, mi stavo riferendo al fatto che te ne eri andata di casa”
“Oh… quello? Non credo mi avesse presa sul serio, sai”
“Io invece credo proprio di sì”. Miki si alzò e le appuntò il velo all’acconciatura. Kaori aveva scelto un abito bianco lungo, semplice, con delicati ricami sulla scollatura e gli orli. Non era propriamente un vestito da sposa, ma il dettaglio del velo lo rendeva un abito magnifico.
“Mi trovi ridicola?”, chiese Kaori, cercando di guardarsi allo specchio. “Ryo penserà che sembro strana?”
Miki la prese per le spalle e le osservò attentamente il viso. Prese un rossetto per aggiustare le labbra.
“Ryo non lo ammetterà mai”, le rispose. “Ma penserà che sei la donna più bella che abbia mai visto”
Kaori arrossì.
“Non scherzare…”
“Sei a posto, Kaori. Sei pronta per andare?”
Lei annuì. Prese un lungo respiro e si fece coraggio.
 
Quando entrò nel locale, rimase sbalordita dalla quantità di persone ammassata: decisamente, il locale di Miki non era mai stato così pieno.
Kaori aveva invitato la loro cerchia ristretta di amici, ma sembrava che la voce si fosse sparsa e che nessuno che conoscesse di fama Ryo Saeba volesse perdersi il grande evento.
“È arrivata la sposa!”, gridò qualcuno vicino a lei.
“Ecco la donna di Ryo!”
“Guarda che bella!”
“Forza, facciamole un applauso!”
Kaori, terrorizzata da tutte quelle attenzioni, accelerò passando in mezzo alla folla, in cerca di Ryo.
“Kaori, sono qui!”, la chiamò lui, attorniato da donne vestite in modo sgargiante.
“Oh, Ryo! È questa la tua innamorata? L’hai conquistata grazie al tuo amico?”
“Ah ah…”, Ryo sembrava in profondo imbarazzo. “Magari potremmo iniziare…”
Un improvviso boato riempì l’aria, lasciando tutti terrorizzati e ammutoliti. In mezzo alla stanza, Umibozu troneggiava con un bazooka che aveva appena sparato contro il soffitto.
“C’è troppo casino!”, grugnì. “Fate silenzio, che dobbiamo iniziare! Ryo, muoviti!”
“Ah… sì”. Ryo prese Kaori sottobraccio e si diresse verso il tappeto rosso. “Andiamo?”
Lei annuì, improvvisamente con il cuore in gola.
Lo stavano facendo davvero.
Lo stavano facendo davvero!
Attraversarono il locale sul tappeto, attorniato dalla folla che ora li osservava ammutolita.
Kaori sbirciò Ryo, elegante nell’abito che gli aveva prestato Mick, e si domandò cosa ci fosse nel suo cuore in quel momento. Le aveva chiesto di impedirgli di tornare indietro, ma si chiese se quella cerimonia non fosse un po’ troppo, per lui.
“Kaori…”, sussurrò Kazue mentre le passava accanto. Lei si voltò e in quel momento un bouquet fiorito di rosa e bianco le scivolò tra le mani.
Quando alzò la testa, si trovò di fronte a un arco decorato con quegli stessi fiori. Aveva lasciato che i suoi amici gestissero ogni preparativo e, per lei, tutto quanto era una sorpresa.
“È bellissimo”, mormorò.
“Allora, gente!”, Mick si materializzò davanti a loro e si rivolse alla platea in ascolto. “Adesso i nostri sposi pronunceranno le loro promesse e si scambieranno gli anelli. Forza, ragazzi! Kaori, vuoi iniziare tu?”
“Ah… va bene”.
Decise di non guardarsi intorno e fingere che non ci fosse nessun altro in ascolto, se non Ryo. Alzò lo sguardo su di lui e pensò a quello che avrebbe sempre voluto dirgli.
“Ryo…”, iniziò con voce carica di emozione. “Ti prometto di restarti accanto ogni giorno della mia vita, di condividere con te ogni rischio, ogni difficoltà, ogni situazione che ti troverai ad affrontare. Ti prometto di accettare tutto di te, quello che mi è piace e quello che mi è scomodo. Di prendermi cura di te qualunque cosa accada, di ascoltarti quando avrai voglia di parlare e di accettare il tuo silenzio quando avrai bisogno di stare con te stesso”, le scappò un sorriso divertito “Ti prometto di impegnarmi a buttarti giù dal letto ogni mattina a un orario dignitoso, di costringerti a fare dei pasti sani e regolari e di farti lavorare in modo scrupoloso. E di impedirti di correre dietro a qualunque altra donna possa metterti gli occhi addosso!”
“Bravissima, Kaori!”, urlò Kasumi.
Seguì uno scroscio di applausi e di incitazioni.
Sembra più una partita allo stadio, che un matrimonio, pensò Kaori, col gocciolone in fronte.
“Tocca a te, Ryo!”, gli urlò Mick.
“Eh… eh… Va bene”, disse lui in evidente in imbarazzo. Ma quando si girò verso di lei, il suo sguardo si fece incredibilmente serio.
“Kaori”, disse con un tono che le fece sussultare il cuore. “Conosci tutti i miei limiti e tutti i miei difetti, i miei dubbi e la mia codardia… e sai che essere qui era l’ultima cosa che mi sarei aspettato da me stesso. Se nonostante questo mi vuoi, io ti prometto di restarti accanto ogni giorno della mia vita, di esserti totalmente fedele, anche quando sarò tentato da altre donne… Perché sai che succederà”, ridacchiò imbarazzato, strofinandosi la nuca. “Ti prometto di proteggerti da tutti i pericoli e di sforzarmi di condividere con te tutto ciò che mi accadrà, di correggere il mio carattere perché io possa consolarti quando ne avrai bisogno e sostenerti quando sarà il momento. Sai che non ne sono capace, ma ti prometto di impegnarmi per imparare. Ti prometto di fare del mio meglio per amarti come tu sai amare me”.
Kaori rimase in silenzio, con il fiato sospeso.
“Beh, Ryo!”, urlò una delle intrattenitrici. “Non le dici che saresti disposto a morire per lei?”
“Lo sa già che sarei disposto a farlo”, disse lui con uno sbuffo. “Quella, per me, è la parte più facile”
Infatti, la promessa che le aveva fatto riguardava la parte difficile. E questo strinse il cuore a Kaori.
“Adesso lo scambio degli anelli”, ricordò Mick.
Kaori estrasse il cofanetto di velluto e lo aprì. Ryo prese l’anello più piccolo e delicatamente glielo infilò all’anulare sinistro. Poi fu il turno di Kaori di afferrare l’altro anello. Ryo le  porse la mano e lei esitò.
È davvero quello che vuole?
Alzò lo sguardo e trovò il sorriso caldo di lui, quasi a incoraggiarla di concludere l’ultimo passo.
Con un unico gesto fluido, Kaori infilò l’anello al dito di Ryo. “Adesso sei mio”, mormorò.
Si aspettava quasi uno sguardo terrorizzato da parte di lui, ma trovò solo lo stesso sorriso di prima.
“Un applauso ai nostri sposi!”, incitò Mick. E nella stanza esplose un boato festante.
“Ci vuole il bacio!”, urlò Eriko.
“Siiii. Il bacio alla sposa!” , fece eco la folla.
Kaori si aspettava che Ryo si ritraesse, che trovasse imbarazzato una scusa. Per un istante, quasi istintivamente, si aspettò che facesse un commento sgradevole sul suo aspetto e su quanto non la trovasse attraente.
Ma Ryo stava sorridendo sornione.
“Che fortuna!”, esultò. “È da quando sei entrata vestita in questo modo che cercavo una scusa per baciarti!”
“Eh?”, trasecolò Kaori, mentre Ryo le sollevava il mento con due dita e si chinava a baciarla.
Lei si sentì avvampare, in mezzo a quella folla che li osservava, ma Ryo invece le si accostò e posandole una mano sulla schiena la trasse più vicina a lui.
Era un bacio più profondo di quello di qualche giorno prima, che la lasciò senza fiato, mentre cercava di raccapezzarsi, frastornata e disorientata. Il desiderio di Ryo la spiazzava. Quel corpo solido e caldo contro di lei la confondeva. Si chiese quanta passione poteva nascondere, quell’uomo dal self control così invidiabile.
Quando si scostò, la folla attorno a loro scoppiò in un applauso entusiasta.
 
I festeggiamenti, le risate e i brindisi continuavano. Umibozu aveva levato il tappeto rosso e tirato fuori i tavolini, Miki aveva servito una marea di leccornie che aveva preparato con Kasumi e il tono della festa si era fatto sempre più caloroso.
Kaori aveva bevuto parecchio, anche se non abbastanza da ubriacarsi. Reika le versò l’ennesimo bicchiere e le intimò di bere.
“Coraggio Kaori, devi scaldarti, stanotte avrai bisogno di energia!”
“Energia? E per che cosa…”, poi comprese e avvampò. “No, Reika, che dici? Mi metti in imbarazzo”, fece, portando le mani al viso.
“Non c’è niente di cui vergognarsi!”, intervenne Mick, dandole una pacca sulla schiena. “Sarà la parte più divertente della giornata! Non preoccuparti, Ryo ci sa fare!”
“Oh, Kaori. Che invidia!”, si aggiunse Kasumi. “Vorrei essere al tuo posto!”
“Eh… sì… Io credo di aver bisogno di un po’ d’aria!”
Kaori scivolò giù dalla sedia e si diresse verso la porta d’ingresso, rossa come un peperone.
Appena fuori, chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò di schiena al vetro del locale, respirando a fondo l’aria fresca.
Il cielo si era scurito e preannunciava la fine di quella giornata così intensa.
Si portò ancora le mani al viso, turbata. Perché tutti quanti non facevano che citare quello che sarebbe accaduto quella notte?
“Kaori? Tutto bene?”, Miki sbucò dal locale e chiuse la porta dietro di sé. “Vedo che non ti danno tregua”
“Eh… già”, Kaori si accigliò. “Ho la sensazione che si divertano a provocarmi”
“Non prendertela. Saeba che si sposa è un evento eccezionale e sai… lui non ha proprio la fama di essere monogamo”, aggiunse divertita.
“Credi che tra me e lui andrà tutto bene?”
Miki la fissò stupita. “Cosa ti preoccupa?”
“Non so… Ho quasi paura che, una volta a casa, lui si ritirerà nella sua camera e io nella mia. Che se dovessimo ritrovarci nello stesso letto, si girerebbe dandomi la schiena e addormentandosi sul colpo. Perché sai… lui verso di me non ha mai avuto quell’istinto”.
Miki era costernata.
“Kaori… il bacio che ti ha dato prima davanti a tutti era davvero molto poco casto”, le disse perplessa. “Te ne sei resa conto, vero?”
Lei arrossì. Era vero. Eppure era difficilissimo scollarsi di dosso tutte le piccole umiliazioni subite in quegli anni.
“Credo che Saeba sia andato volutamente oltre”, aggiunse Miki. “Che abbia voluto farti capire che ti desidera”
“Come?”, fece Kaori agitatissima. “No, ma che dici?”
“Saeba sa perfettamente di essersi comportato male con te, in questi anni e di essere stato spesso offensivo. Adesso si ritrova con una moglie che non si sente desiderabile ai suoi occhi e gli tocca  rimediare. Ironia della sorte.”, sorrise. “Quindi non preoccuparti, andrà tutto bene”
In quel momento, Ryo sbucò dalla porta.
“Miki… Umibozu dice che devi occuparti della torta”
“Oh… la torta!”, gridò lei, schizzando dentro.
“Dobbiamo andare anche noi, Kaori. Saeko vuole farci delle foto…”
Lei annuì e il suo sguardo si focalizzò sulla mano di Ryo, appoggiata alla porta. All’anulare spiccava l’anello. Quei sentimenti che Ryo aveva nascosto dentro di sé a lungo, adesso aveva accettato di palesarli al mondo intero, ogni giorno della sua vita, portando quell’anello.
All’improvviso, la portata di quell’azione le fu pienamente evidente.
Gli prese la mano fra le sue e accarezzò l’anello. “Ryo… ti ringrazio per aver assecondato tutto questo”
“Che dici?”, fece lui stupito. “Ero stato io a chiederti di diventare parte della mia famiglia, ricordi? Di fatto, sei stata tu a esaudire un mio desiderio”. Le sorrise, aprendo la porta del locale “Andiamo a fare queste foto?”
E a Kaori non restò che seguirlo.
 
“Grazie, grazie davvero di tutto”, Kaori non smetteva più di inchinarsi e profondersi in ringraziamenti. Tutto quello che avevano fatto per lei e Ryo quel giorno era stato davvero troppo.
“Dai Kaori, ora basta!”, rise Kasumi. “Ryo ti sta aspettando in macchina, devi andare a concludere la festa a casa!”, disse, strizzandole l’occhio.
“Kasumi ha ragione”, rincarò Miki. “Ci ha fatto piacere organizzare questa festa e non ci devi nessun ringraziamento. Persino a Falco ha fatto piacere, vero Falco?”
Lui grugnì dall’alto della sua statura, le braccia incrociate.
“Kaori, se quel maniaco ti fa dannare, non farti scrupoli a chiamarci!”, sentenziò.
“Certo… grazie Umibozu”
“Ora vai”. Miki la spinse oltre la porta, fino alla strada dove Ryo la stava aspettando, al volante della loro macchina.
Mentre Kaori saliva nel posto accanto, Ryo fece un cenno di saluto a Miki e partì sgommando.
Kaori abbassò il vetro del finestrino e respirò l’aria fresca della sera. Tutte quelle emozioni, quella folla di gente, quel rumore l’avevano stordita; sentiva il bisogno di un attimo di pace.
“Tutto bene, signora Saeba?”, chiese Ryo.
“Signora..? Ah…”, Kaori si interruppe costernata. “Posso farmi chiamare così d’ora in poi?”, chiese “Veramente, Ryo?”
Lui accennò un sorriso, ma poi il suo sguardo si perse nel vuoto, come se un pensiero distante l’avesse catturato.
Non si starà pentendo, vero?, si domandò Kaori.
“Ryo… “, lo chiamò piano. “Tutto bene? Cioè… come ti senti?”
Lui si voltò verso di lei perplesso. “Mmh? Che c’è, Kaori, hai paura che io sia sul punto di scappare a gambe levate?”
Quando lei non rispose, lui si sentì in dovere di precisare “Va tutto bene. Credo di essere solo stanco e frastornato quanto te. E… sì, mi sento strano. Ma devo solo aspettare di abituarmi a questo nuovo me. Poi mi sentirò ancora pienamente sotto controllo”
Kaori annuì, pensava di aver capito cosa Ryo intendesse.
“Senti Ryo”, chiese dopo un po’. “Pensi davvero che riuscirai a rinunciare a tutte le altre donne, a smetterla di provarci con le clienti, a non rimorchiare più nessuna per strada?” Trattandosi di lui, Kaori non riusciva a immaginare che si sarebbe davvero comportato in modo diverso.
“Beh, non dovrebbe essere un problema”, rispose lui perplesso. “Mi soddisferai tu, no?”
Kaori divenne scarlatta.
“Ecco… ma io … Ryo…”
“Dobbiamo ringraziare Sato”, proseguì lui esultante. “Visto che ha avuto il buon senso di risparmiare il mio amico!” Ryo lanciò un’occhiata alle sue parti basse “Ehi, bello! Siamo stati fortunati!”
Già… fortunati. Kaori si rese conto di cosa sarebbe effettivamente accaduto, se Sato avesse portato avanti il suo proposito.
“Ryo, io faccio ancora fatica a crederci. Che tu eri disposto a…” Non riusciva nemmeno a dirlo.
“A passare il resto della mia vita da eunuco?, disse lui, portandosi un dito alle labbra “Che immagine inquietante!”
“Non c’è da scherzare, è una cosa seria!”, si infuriò lei.
Ryo divenne improvvisamente serio.
“Mancavano cinque minuti allo scadere dell’ora, Kaori, poi l’ossigeno si sarebbe esaurito. Sinceramente, non sono stato nemmeno a pensarci”.
Kaori abbassò il capo e si incupì.
Ryo le batté una mano sulla spalla: “Comunque non pensiamoci più, abbiamo scampato il pericolo!”
Lei però non riusciva a rilassarsi: “Quelle foto continueranno a girare”
 “Stai tranquilla”, sorrise lui. “Certo, nell’ambiente della mala verrò perseguitato per anni, con quelle foto… Nessuno perderà l’occasione di rinfacciarmi quello che è successo”. Ryo alzò gli occhi al cielo “D’altronde non hanno altro a cui appigliarsi…”. Poi si girò e batté rassicurante sulle spalle di Kaori: “Ma la mia abilità non è in discussione, quindi tranquilla! Avremo ancora dei clienti!”
Lei annuì. Doveva cercare di essere positiva.
“Allora”, chiese Ryo sterzando “Camera tua o camera mia?”
Kaori rimase perplessa. “Eh? Ah…”, aggiunse, capendo all’improvviso. “Ecco… dove vuoi tu…” Abbassò lo sguardo imbarazzata. Quel modo disinvolto di Ryo di parlarne la metteva in agitazione.
Era difficile, per lei, riuscire a credere a quello che stava per succedere tra loro. Certo, una parte di lei non vedeva l’ora che accadesse: avere Ryo tutto per sé, finalmente concentrato solo su di lei. Sentirlo così vicino…   I suoi sentimenti e i suoi desideri erano pronti da anni.
Ma un’altra parte di lei non poteva fare a meno di ricordarle che non era mai stata a letto con nessuno, mentre Ryo aveva un’esperienza, in materia di donne, ben superiore alla media.
Kaori fissò il paesaggio fuori dal finestrino, incupendosi.
Aveva paura di non piacere a Ryo, temeva di sembrare impacciata e totalmente inesperta. Come in effetti era.
“Sei nervosa?”
Lei abbassò lo sguardo sulle proprie mani, senza osare rispondere.
Ryo continuò a guidare, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
“Faccio il disinvolto, Kaori, ma sono agitato quanto te”
“Eh?”, trasecolò lei.
Lui le prese la mano sinistra e se la portò al petto, senza mollare la strada con gli occhi. Kaori, sotto il dorso della mano, sentì il cuore di Ryo battere in modo furioso.
“Lo senti?”, sorrise lui ironicamente. “Lo Stallone di Shinjuku ha il cuore impazzito”  Le lanciò un’occhiata fugace, poi riabbassò il braccio senza smettere di stringerle la mano. “È la prima volta che faccio l’amore con una donna che amo, per cui perdonami se sembrerò impacciato e inesperto.”
Kaori rimase sgomenta, sentendo che lui stava usando proprio i due aggettivi che lei aveva pensato per se stessa. Le parole di Ryo le scaldavano il cuore, sia per la delicatezza nei suoi confronti che per il loro significato profondo.
Di cosa mi sto preoccupando?, pensò. È Ryo.
Appoggiò la testa alla sua spalla e lui, senza esitazione, alzò il braccio per cingerla.
“Non ti addormentare, ci siamo quasi”, disse.
“Ho saputo di Mick e Kazue”, gli sussurrò lei.
Ryo sghignazzò: “Dopo la giornata di oggi, credo che Kazue vorrà presto seguire il nostro esempio. Mick ha le ore contate”
“Non solo Mick”, mormorò Kaori, godendo del calore che emanava dal corpo di Ryo. Sarebbe andato tutto bene, si disse. Più che bene.
“Eh?”, fece Ryo, stupito. “Cosa intendi dire?”
Kaori sorrise.
 
“Falco”, lo chiamò Miki sbucando dalla porta. “Vieni un attimo!”
Lui si trovava immerso nel casino lasciato dai festeggiamenti e si irritò. “Che c’è Miki? Ho sentito che ridevi… si può sapere cosa stavi facendo, invece di aiutarmi a mettere in ordine il locale?”
“Presto, vieni! C’è una cosa che voglio mostrarti”
“Cosa vuoi mostrarmi, che non ci vedo?”
Con stizza, Hayato Ijuin raggiunse Miki nella stanza accanto e chiuse la porta dietro di sé, andando ignaro verso il proprio destino.
 
 
FINE
  
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