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Autore: LadyLisaLaurie    15/09/2009    2 recensioni
"Le mattine sono sempre un po’ noiose quando sei un vampiro in cerca di quel qualcosa di avventuroso che le scuota. Lei continua a camminare per la sua bella casa a specchi. "
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non sei esattamente il Cullen che aspettavo” senza voltarsi Carlisle riconobbe i passi alle sue spalle
“Aspettavi Edward?”
“Come lo sai?”
“Sono tua moglie, riconoscimi qualche merito!” Esme si sedette accanto a lui
“E quella?” Carlisle diede una rapida occhiata alla coperta che avvolgeva il minuto corpo di Esme
“Charlie… ha insistito perché mi riscaldassi ero così gelida…”
“E’ un brav’uomo!”
“Lo so… tu sei quello geloso però non io…. Il tuo incredibile fascino non lo ha coinvolto minimamente!” Carlisle abbozzò un sorriso al sarcasmo della moglie. Se ne stava lì con i piedi penzoloni dalla scogliera, a sentire lo scrosciare delle onde contro la barriera di roccia. Il vento stava cambiando e si preparava un altro temporale.
“Vorresti mai tornare indietro?” le chiese d’improvviso
“Dove?”
“Quando eri umana, avresti preferito…?”
“Morire? No!”
Sembravano entrambi assenti, assorti dai loro stessi pensieri, l’uno accanto all’altra, vicinissimi, eppure distanti. Fissavano il sole che scendeva oltre l’orizzonte di quella lunga barriera marina. Il freddo era pungente, ma nulla confrontato a quello dei loro corpi, eppure le loro anime erano calde, di quel calore reciproco che si scambiavano. Gli umani lo chiamavano Amore.
“Ci pensi spesso?”
“Quasi ogni giorno!” Carlisle quasi si vergognava di quella sua affermazione “Penso sempre che ho condannato tutti voi, e per cosa? Egoismo… non sapevo stare da solo, eppure avrei dovuto. È ciò che merita uno come me…”
“Perché come sei tu scusa? Cos’hai di diverso da me?” Esme riportò l’attenzione del marito ai suoi occhi, sfiorandogli appena il mento. Carlisle socchiuse gli occhi a quel tocco, sentì di nuovo il profumo della sua Esme avvolgerlo “Il mio cuore non batte come il tuo, ma la mia anima è pura come la tua. Non uccidiamo nessuno noi… siamo una coppia sposata come tante altre. Solo un po’ più pallidi…” cercò di sdrammatizzare.
“Io… io ho ucciso…”
“Lo so… l’ho visto! Gli umani la chiamano legittima difesa…”
“Io ho ucciso Harold molto prima di poco fa… l’ho ucciso nel momento in cui ti ha guardato. Perché tu sei mia, Esme… e solo mia” si strinse nel suo abbraccio come se dovesse piangere.
“E di chi altro, amore mio? Di chi altro?” sussurrò appena queste parole, seguite subito dopo da una dolce ninna nanna, con un movimento ondulatorio.
“Cosa ho fatto alla mia famiglia?” le chiese Carlisle
“Ci hai salvato tutti. Hai salvato Edward da una morte atroce e senza amore. Gli hai dato una casa, un’educazione… una madre… hai dato a me la possibilità di avere tutto ciò che desideravo. Un marito, una famiglia… tonnellate di quadri da appendere per casa…eheh… potrei chiedere di più?”
“Il respiro… un battito cardiaco…” rispose di getto
“Non li avrei avuti comunque… ero già morta e tu lo sai… pensi che sarei sopravvissuta al dolore di una vita storpia senza mio figlio?” cercava di rassicurarlo in ogni suo dubbio, come era stato tante altre volte, quando la coscienza umana di Carlisle si impossessava della sua anima, scacciando la razionalità. Esme era sempre lì, pronta a stringergli la mano e rassicurarlo.
“Io non posso darti nessun figlio…”
“E io non lo voglio… ho già i figli che avrei voluto. Ho Edward, lui… lui è il mio bambino, e rimarrà tale per sempre! Non voglio altro…”
“Avrei potuto… avresti potuto avere una vita migliore. Con Harold forse…”
“Con Harold nulla. La mia vita è con te… è iniziata con te Carlisle, quando hai stretto la mia mano in quell’ospedale e poi mi hai giurato amore eterno sotto quegli oleandri. È questa la sola vita che vorrei… insieme a te!” si guardarono negli occhi, innamorati come la prima volta e sarebbe stato così per sempre. Sarebbero rimasti sempre Esme e Carlisle, due sposi novelli per i quali la vita era un tumulto di emozioni e profumi che avrebbero affrontato sempre fianco a fianco.

“Posso farti una domanda?”
“Sì!”
“Sei mai stato innamorato… prima di me?”
“Da umano?”
“Sì!”
“Mai! Ho conosciuto l’amore quando ti ho incontrato in ospedale quel giorno che eri caduta dall’albero… ho percepito il tuo profumo, rifletteva la tua anima e il tuo nobile cuore. Lo sentivo battere a distanza sai? Allora ho scoperto il significato della parola Amore, allora ho capito che eri tu la mia compagna. Edward ne fu anche un po’ geloso…”
Esme sorrise “E perché?”
“Sperava di potersi scegliere lui la mamma!”
“E’ rimasto deluso dalla tua scelta?”
Carlisle temporeggiò qualche istante “Edward non ricorda nulla dei suoi genitori… nulla di sua madre. Perché nessuno dei suoi ricordi sarebbe paragonabile al sentimento che prova per te! Sei tu l’unica madre che lui riconosca, e questo mi fa piacere. Ho temuto all’inizio che una sua ‘ribellione’ avrebbe minato l’equilibrio della nostra famiglia!”
Esme non ebbe coraggio di interrompere le sue parole: sentir parlare Carlisle era come una dolce melodia per lei, avrebbe potuto ascoltarlo in silenzio ed estasiata intere ore, senza mai fermarsi. La sua calda e soave voce, la incantava. Si strinse nel suo abbraccio, poggiando la testa nell’incavo tra la spalla e il collo. Le loro gambe pendevano ancora dalla scogliera, muovendosi intrecciate altalenando avanti e indietro. Le loro mani iniziarono a giocare intrecciandosi e Carlisle si rese conto che Esme stava annusando il suo profumo.
“Ti amo, Esme! Ti amo!” lei non rispose. Si allungò dandogli un rapido e dolce bacio, sfiorò appena le sue labbra. Nonostante sapessero il pericolo che correvano a stare fermi oltre il loro confine, restarono così fino all’arrivo del buio, quando ormai solo il rumore della notte poteva sentirsi. Abbracciati ed uniti, l’uno nell’anima dell’altra.

  
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