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Autore: SamBluefire    14/10/2023    0 recensioni
Autore: Ho sempre pensato che Moster allergy meritasse più di quanto ha avuto, vediamo se riesco a ridargli gloria con queste mie storie, spero vi piacciano.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Elena Patata, Ezechiele Zick
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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MONSTER ALLERGY – Un mondo mostruoso.

Capitolo 1: Tra spettri e mostri.

Tutto ha inizio a Bigburg, una di quelle città americane che non si fermano mai, con palazzi così grandi, che oscurano le case dei quartieri lontane dal centro abitato.
La gente di queste città di solito va sempre di fretta, così tanto che persino il tempo è perennemente in ritardo.
Se solo quelle persone si fermassero un secondo, potrebbero ammirare le piccole meraviglie che le circondano, meraviglie che non si fanno notare.
Ma dobbiamo spostarci nel quartiere più vecchio di Bigburg: Oldmill village. Un tempo noto come il precedente centro della città, alle sue origini si intende.
Può sembrare un quartiere vecchio e noioso, ma ogni luogo racconta una storia, e finchè sarà così continuerà a vivere... anche quando tutto ciò che ne rimarrà di quel luogo saranno i fantasmi.

Siamo all'ultimo mese prima dell'inizio dell'anno scolastico, e una famiglia con una figlia e in attesa di un'altro membro della famiglia, si era da poco trasferita nel vecchio quartiere abitando nella casa più moderna del quartiere.
Gli addetti ai traslochi indaffarati coi mobili desideravano solo sbrigarsi per poter andare in pausa pranzo, la signora della famiglia, una donna bionda con gli occhiali, nonostante i suoi limiti per via della gravidanza continuava il suo ruolo di Interior Designer per rendere la loro nuova casa stilosa.
Suo marito, fuori dal lavoro, aveva due passioni: il cibo e la scultura. Ai tempi della scuola la sua prima scultura fu la riproduzione di un grande capo nativo americano, ci era molto affezionato, anche se questa sua passione è passata in secondo piano dopo il matrimonio e la prima figlia.
"Harvey Aspetta." lo richiamò la moglie, lei voleva che facesse una buona prima impressione nel suo nuovo posto di lavoro, gli pettinò i pochi capelli rimasti, gli sistemò la cravatta e lo salutò con un bacio "A più tardi Julie -si abbassa all'altezza della pancia- e tu si gentile con la mamma mentre non ci sono." diede un bacio anche alla pancia prima di correre verso la macchina e il suo posto di lavoro: la sede di una catena di supermercati che ha da poco aperto a Oldmill. Quando il signor Harvey se ne andò, la signora tornò a svuotare i pacchi e a sistemare i mobili, tutto mentre la figlia poltriva leggendo dei fumetti.
Dopo circa un'ora dall'uscita di Harvey qualcuno suonò alla porta, Julie pensando che fosse il tappezziere chiese alla figlia di aprire alla porta, dato che lei era occupata con degli scatoloni non ancora svuotati.
La bambina dai capelli arancioni come il padre marciò a passo deciso fino alla porta seguita dal suo gatto, quando lei aprì la porta due ragazzine più o meno della sua stessa età: una aveva dei lunghi capelli blu e dei grossi occhiali che portava un piatto di frittelle appena fatte, l'altra aveva i capelli marroni, ricci e corti, entrambe vestivano allo stesso modo: camicia, gonna e gilet. Entrambe salutarono con un enorme sorriso mentre si presentarono "Io sono Patty." disse la bruna "Io sono Tatty." disse l'altra e poi all'unisono dissero "Siamo le vostre nuove vicine." mentre porgevano il piatto di frittelle come omaggio alla padrona di casa, lei ringraziò e si presentò "Io mi chiamo Elena Patata." "Patata? Hihihi è per via del naso scommetto, è un soprannome carino." commentò Tatty, solo per essere ripresa dalla sua amica che le fece notare che quello era il suo cognome.
Chiarito il malinteso le bambine, e il gatto, si spostarono in cucina e Patty prese parola "Vedrete che vi troverete bene qui, il vicinato è in-can-te-vo-le." e Elena rispose "Lo so, prima abitavamo in un'altra zona di Bigburg." al che Tatty la interruppe "Ma grazie al nuovo lavoro di tuo padre vi siete spostati nella zona giusta della città." Elena rimase basita mentre le due ragazze aggiunsero "Non pensare che siamo strane, è che ci piace tenerci informate." "C'è gente che dice che siamo 'due ficcanaso' ma tu non dargli retta, soprattutto quella pettegola della vedova Pym… Oh, quasi dimenticavo, ti abbiamo portato anche una lista con i nomi dei ragazzi del quartiere, sono divisi in: okay, così e così e da evitare. Così saprai di chi fidarti qui a Oldmill." Elena ringraziò mentre prese la lista e iniziò a leggere i nomi, poi commentò "Tra le persone da evitare c'è solo un nome: Ezechiele Zick. Chi è?" Patty e Tatty fecero un'espressione annoiata, mentre indicarono la vecchia, ma enorme casa accanto che si vedeva dalla finestra, poi dissero "Oh, lui abita lì... non ti conviene parlargli, non ha molti amici e non è molto socievole di suo." "A parte la scuola se ne sta sempre chiuso in casa, parla da solo e dice di avere tutte le allergie possibili e immaginabili. Ma se vuoi un mio parere sono tutte scuse, è lui che è tardo e per questo la madre non lo fa uscire." "Mio padre dice che tutti in quella famiglia sono un po' fuori di testa come se fosse ereditario." al che Elena intrigata si avvicinò alla finestra per vedere meglio la casa del suo vicino, e non potè non paragonarla a una casa infestata mentre Patty e Tatty, sghignazzando, dissero scherzando "Ehi! Se ti capita di vederlo, fatti raccontare dei mostri." "Mostri?" chiese Elena incuriosita "Si mostri che Zick vede, te l'ho detto che è tardo." "Una volta sono stata a casa sua e l'unica cosa mostruosa che è hanno in casa è il loro gatto senza pelo... per quanto mi piacciano i gatti, la bestia di Zick non la toccherei nemmeno con un bastone... insomma ti conviene stargli alla larga." ma le due si accorsero subito che Elena guardava con sempre più curiosità la casa vicina.
"Scusami, ti abbiamo detto che lui è DA EVI-TA-RE, non ci hai sentito prima?" "Sì, ma ora sono proprio curiosa di conoscerlo, sembra interessante." rispose Elena mentre Patty e Tatty fecero una faccia tra il confuso e il disgusto "Sapete una volta un saggio disse: a volte le cose sono più di quello che appaiono." disse Elena "Nessun saggio sano di mente ha mai detto una cosa simile, e il tuo è un modo velato per dire 'vado a mettermi nei guai'." Elena sorrise beffarda, mentre Patty e Tatty si scambiarono un sguardo confuso, ma che bastò per far capire alle ragazzine di lasciare la casa.
"Sai Sfruscio, credo che siamo finiti nella lista sbagliata." disse Elena al suo gatto con tono scherzoso.

Quando lo sguardo di Elena si posò nuovamente sulla casa a fianco potè vedere il gatto calvo del vicino.
Stava rientrando in casa passando dal giardino, Elena ne approfittò considerandola la scusa perfetta per conoscere il suo fantomatico vicino, prese il suo gatto e lo portò sul porticato vicino per farlo giocare col gatto calvo.
Sfruscio provò a fare amicizia con lui, ma finì per ricevere un'artigliata sul muso, Sfruscio corse dalla sua padrona mentre il gatto rientrava in casa dalla porticina.
Elena cercò di calmare il suo gatto, ma non aveva intenzione di arrendersi, dopo aver conosciuto le due "perfettine" del quartiere, voleva conoscere il loro nemico numero uno, così provò a far entrare il suo gatto dalla porticina, ma rimase incastrato.
Elena provò a spingere Sfruscio dentro per farlo entrare mentre quest'ultimo si dimenava e miagolava forte come a chiedere aiuto.
Quando a un tratto qualcuno aprì la porta, Elena cadde, e guardando in alto vide quella che sembrava la faccia di un'enorme mosca che la fece balzare indietro per lo stupore e la paura.
Ma guardando meglio, era una maschera antigas indossata da un ragazzino coi capelli blu, lui si tolse la maschera per guardare meglio la ragazza e rivelare un volto un po' pallido ma non brutto.
"Scusa per lo spavento, è che sono allergico hai peli di gatto… a proposito, credo che questo sia tuo." disse il ragazzino indicando Sfruscio, Elena lo tirò fuori dalla porticina e aggiunse "Devi scusarlo, stava giocando col tuo gatto e ha provato a seguirlo in casa tua, dovremmo farli giocare insieme più spesso vanno così d’accordo." disse Elena "Se lo dici tu, ciao." disse lui mentre chiudeva la porta "Aspetta, io sono Elena, sono la tua nuova vicina." "Piacere Ezechiele, anche se tutti mi chiamano Zick… ora scusa ma devo chiudere la porta non vorrei far entrare della polvere, ed io sono allergico alla polvere." concluse Zick tossendo un pochino, Elena provò a insistere facendo dei complimenti per la casa, ma Zick persistette finchè non chiuse la porta lasciando Elena lì confusa.

Zick tirò fuori dalle tasche il suo spray per le allergie, prese un respiro e sentì meglio mentre il suo gatto lo fissava con uno sguardo torvo.
"Tipo interessante questa Elena non trovi?" disse Zick e il gatto gli rispose "Sì proprio particolare, un tipo che non mi piace e a cui dovresti stare alla larga." con tono severo mentre Zick alzò gli occhi al cielo esasperato "Zick datti una svegliata, lo ha fatto apposta a metterci il suo gattaccio in casa per ficcanasare!" "Timothy me ne sono accorto e ti dico che mi sembrava gentile." mentre Timothy protestava Zick si diresse in soggiorno e pur di non sentire più le sue lamentele, gli chiuse la porta in faccia, "Ingrato." commentò Timothy infastidito mentre Zick appoggiava sulla porta e prendeva un respiro profondo.
"Tutto bene figliolo?" chiese un uomo anziano dai folti baffi, non più molti capelli in testa e vestito elegante seduto sulla poltrona del salotto, seduta sul divano invece c'era da una donna anziana poco più bassa dell'uomo "Ho solo avuto un'altra discussione con Timothy, niente di speciale nonno." la signora si alzò e si avvicinò al ragazzo "Sai tesoro anch'io prima ho notato quella ragazzina coi capelli rossi… sembrava simpatica." commentò lei, Zick guardò la finestra, poi disse "Ho percepito le sue emozioni, era davvero desiderosa di conoscermi… ma ho avvertito anche molta solitudine." disse Zick con aria dispiaciuta "In tal caso è tuo compito in quanto uomo risollevarle il morale." disse il nonno di Zick "Ma… l'ho a malapena conosciuta." "Sta tranquillo Zick, tuo nonno esagera come a suo solito… ma tu non la vuoi conoscere? Prima con Timothy pensavo di aver capito che ti era simpatica." intervenne la nonna "Si ma… non lo so, come mi dovrei comportare nonna? Non ho mai incontrato nessuno così desideroso di conoscermi." disse Zick "Semplice caro, la prossima volta che la vedi, non scappare e parlale… prenditi il tuo tempo e vedrai che il resto verrà da se, ma devi essere deciso! Se non ricordo male dopodomani alla tua scuola usciranno gli annunci sulla riassegnazione delle classi, se adesso abita a Oldmill è probabile che andrete nella stessa scuola e la l'incontrerai lì."

I due giorni successivi volarono, alla scuola elementare di Oldmill molti ragazzi occupavano vialetto per parlare e giocare, anche se il motivo principale per cui erano tutti lì: era per vedere in che classe erano finiti nell'anno entrante. Elena non era un'eccezione, non l'entusiasmava l'idea che mancava meno di un mese all'inizio della scuola, e l'idea che sarebbe andata nella stessa scuola delle “perfettine” le piaceva ancora meno.
Mentre controllava la bacheca per vedere in classe era finita, dietro di lei si avvicinarono tre ragazzi: uno grasso con l'apparecchio fisso ai denti e i capelli rasati, uno mingherlino con gli occhiali e capelli a pettine, e in fine uno ragazzo biondo un po' più robusto con un discutibile taglio di capelli a scodella. Anche loro stavano controllando la bacheca "A-a-avete visto ra-ragazzi? Quest'anno sa-saremo in classe con una pa-pa-patata." disse il biondo facendo ridere i suoi amici, il ragazzo più grosso disse "Ahahah 'Elena Patata' che nome ridicolo, sono proprio curioso di vedere com'è." a Elena non sono mai piaciute le battute sul suo cognome e tanto meno quelle sul suo naso, ma aveva promesso che non si sarebbe messa nei guai a sua madre, quindi fece un respiro profondo e fece finta di niente, ma poi il ragazzo grosso tra una risata e l'altra aggiunse "Oh ragazzi, sento che ci divertiremo quest'anno, oltre a strapazzare Zick ora possiamo contare anche su miss Patata, e meno male lo zombie cominciava ad annoiarmi, se solo reagisse ogni tanto." al sentire come prendevano in giro anche Zick, Elena perse la pazienza si rivolse ai ragazzi e urlò "E se io reagissi per entrambi?!" e diede un calcio nei genitali del ragazzo.
"Ma sei scema! Ma che ti è preso?! E poi chi sei?!" disse il ragazzo mentre si teneva dolorante i genitali con un tono di voce acuto dovuto al dolore "Due secondi fa eri curioso di conoscermi, beh sappi che sono IO Elena Patata!" disse Elena con un tono di sfida, il biondino si avvicinò a lei e disse "S-s-sei fortunata, per-perchè noi non pi-pi-picchiamo le fe-femmine." Elena in tutta risposta sorrise e diede un pugno dritto in faccia al ragazzo, per un attimo il ragazzo temette che lei gli avesse rotto il naso, ma appena si rialzò, lui e i suoi amici hanno schioccato le ossa delle mani e iniziarono una zuffa con Elena.
Anche se Elena era da sola contro tre bisognava ammettere che sapeva il fatto suo, la zuffa attirò l'attenzione di praticamente tutti i ragazzini, quando Zick arrivò e venne a sapere della rissa corse a vedere.
"SMETTETELA! LASCIATELA STARE!!!" urlò Zick più che poteva, tutti si fermarono, al che il biondino rispose "St-stanne fuori Z-Zick!" Zick lo prese per il colletto e aggiunse con tono trattenuto "Lasciala. Stare. O preferisci che prenda il suo posto? Dai vediamo chi vince tra me e te, Dedevid." il ragazzino deglutì spaventato e iniziò a balbettare "C-c-c-calma Zick, ti p-prego calmati, st-stavamo solo scherzando." mentre Elena si rimetteva in piedi il ragazzo con gli occhiali disse al suo amico "Ma Devid ha cominciato lei." "St-st-stai zitto! -si rivolge di nuovo a Zick preoccupato- mi d-dispiace Zick n-non sapevo fosse amica tua... p-perdona i modi in-in-inurbani ma è ciò che la gente si aspetta da noi." "Non si ripeterà più spero." disse Zick con tono seccato "Ga-garantito... ma posso continuare a prenderti in giro? Ho una rep-reputazione da di-di-difendere." Zick con uno sguardo annoiato si mise a guardare le bacheche, trovò quello che stava cercando, fece cenno a Elena di seguirlo e disse a Devid "Fa come ti pare." con un tono inespressivo, Devid tirò un sospiro di sollievo, poi resosi conto che lo stavano fissando tutti urlò ai due ragazzi "A-a-andate via sba-sbabboni! Non finisce qui!"

Mentre Zick e Elena uscivano da scuola, Zick notò l'occhio nero di Elena "Fa male?" chiese Zick con tono calmo "Un pochino." rispose Elena "Ascolta, so che non sembra, ma Dedevid è un vero tipaccio ti conviene tenerti a distanza." "Me ne sono accorta... ma perchè lo chiami così?" "Lo chiamerei solo Devid… se non balbettasse." Elena si mise a ridere, Zick poi le chiese "Ma perchè stavate litigando prima?" "Niente di importante." rispose Elena con indifferenza, ma Zick diede di nuovo un occhiata alla sua testa e… sorrise, Elena per provare a cambiare argomento disse "Ehm, quel Dedevid picchia forte, ma di te ha paura." "Sì, se lo volessi metterei in ginocchio lui, Ford e Soup… ma non lo faccio perchè sono migliore di quel trio di dementi." Zick e Elena chiacchierarono del più e del meno per tutto il tempo della strada per il ritorno.
Quando si ritrovarono di fronte alle rispettive case, Zick le disse "Non vorrai mica tornare a casa con quell'occhio nero, vero?" "Ehm, posso usare il tuo bagno per darmi una pulita? Ho promesso alla mamma che non mi sarei cacciata nei guai." "E la cosa capita spesso?" "Più di quanto non dovrebbe." Zick la fece entrare in casa e ad accogliere i due ragazzi c'era una donna: lunghi capelli biondi, un paio di occhiali, un medaglione simile a un acchiappa sogni la cui rete intrecciata raffigurava un quadrifoglio e una bellezza invidiabile. Stava armeggiando con dei vasi e delle piante, sembrava quasi una ninfa della natura, era la madre di Zick, appena vide Elena si fece avanti "Ciao e tu chi sei?" Zick rispose per Elena "Lei è la nostra nuova vicina mamma, si chiama Elena." "Piacere, io sono Greta e… o cielo, cos'è successo al tuo occhio?" chiese Greta sorpresa e preoccupata, Elena provò a balbettare una scusa ma Zick si mise a mimare un pugile alle sue spalle, e sua madre capì subito "Suvvia non è importante saper che è successo, basterebbe coprire livido per non far prendere un colpo a mia madre… può aiutarmi in qualche modo?" disse Elena pregandola, Greta si portò la mano sul mento e cercò di farsi venire in mente un idea, poi disse "Se mi date un minuto per pensare forse mi verrà in mente l'idea giusta, intanto… Zick, perchè non la porti in soggiorno e aspettate lì?" Zick ubbidì.

Timothy che stava sonnecchiando nel soggiorno sentì le voci di Elena e Zick avvicinarsi, questo lo fece scattare in piedi.
Quando i due entrarono, Elena non smise di fare commenti positivi sulla casa "Non ti fa paura? Tutti dicono che è un posto orribile." chiese Zick "Dall'esterno sembra una casa infestata, come quelle dei film, per questo è bella.” Elena si avvicinò a un comodino che aveva sopra delle foto, alcune di queste rappresentava Greta da giovane, e un uomo coi capelli blu con un barattolo pieno di insetti "Chi è lui?" chiese Elena, Zick le rispose con tono triste "Lui… è mio padre, lui era una specie di scienziato, uno di quelli che studiano gli insetti… prima che nascessi è partito per l'Amazzonia per studiare degli esemplari… e non è più tornato." Elena si intristì "Oh mi dispiace." "Non preoccuparti, ci sono abituato." Elena provò a cambiare argomento "Ma in questa casa enorme ci vivi solo tu?" "Beh sì ci siamo solo io, mia madre e un gatto, prima c'erano anche i miei nonni materni… in effetti questa era casa loro… prima." Elena un po’ a disagio, provò di nuovo a cambiare argomento e con tono eccitato chiese "Ehi! Ho sentito dire in giro che vedi i mostri, volevo chiederti… è vero?" Zick la guardò sorpreso, guardò di nuovo nella testa della ragazza e percepì la genuinità e curiosità, con un grande sorriso le disse "Certo che è vero." poi si avvicinò a Elena e le sussurrò "In questo momento ce ne sono tre che stanno cantando su quella mensola, -indicò il punto- poi c'è uno che perde i pezzi nascosto dietro il divano, una coppia di gelatinosi sul soffitto, sulla poltrona ce n'è uno grasso che non fa altro che mangiare… e infine un gatto parlante che non ha niente da dire." concluse Zick sfottendo Timothy, il quale se andò offeso chissà dove per la casa.
Tra una chiacchiera e l’altra passarono circa una decina di minuti, quando Greta entrò in soggiorno con una scatola piena di trucchi e l'idea per mascherare il livido di Elena.

Mentre Julie stava preparando il pranzo sentì il campanello suonare, aprì e si ritrovò davanti Elena e Zick con le facce dipinte, i due ragazzi dissero alla signora che a scuola, per festeggiare il quasi inizio dell'anno nuovo, c'erano dei truccatori professionisti per trasformare i ragazzi in tutto ciò che volevano, Zick era truccato da zombie e Elena da panda.
A Julie ha fatto piacere vedere che la figlia si era fatta un amico praticamente subito, che fortuna volle che fosse anche il suo vicino di casa e compagno di scuola, per celebrare questa amicizia fece una foto dei due ragazzi insieme prima che Zick tornasse a casa sua.

Quando Zick rientrò, prese un respiro del suo spray e passando dal soggiorno vide Timothy e i mostri che aveva descritto a Elena guardarlo ridacchiando, tutti tranne Timothy.
Zick disse al mostro grasso di restituirgli le scarpe che gli aveva rubato, poi si ritirò in camera sua mentre Timothy lo guardava con uno sguardo torvo.

Tre giorni dopo, Zick e sua madre ricevettero la visita di: un'anziana signora, circa sessant'anni, vestita di rosso, la pelliccia di una volpe come accessorio intorno al collo, un po' grassa e con tante rughe. Greta forzò un sorriso mentre la accolse in casa, "Ciao zia, che piacere vederti." disse Greta "E' un piacere anche per me vederti cara… e dov'è il mio nipote preferito?" "Adesso arriva… Zick è venuta a trovarci la zia Ermelia vieni a salutarla!" lo chiamò Greta.
Zick fino a quel momento se ne stava nella sua stanza parlando Timothy e il grasso mostro arancione che provava a rubargli le scarpe.
Zick iniziò a disperarsi sul suo letto "Nooooooooh! La zia Ermelia Nooooooooh! Non ce la faccio, non posso farcela." "Zick! Ubbidisci a tua madre!" ordinò Timothy "Hmmm, Bombo mettiti i miei vestiti e vai giù, nessuno noterà la differenza." "ZICK! SMETTILA DI FARE L'IDIOTA E SCENDI!" lo sgridò Timothy al che Zick trovò di malavoglia la forza di alzarsi e scendere "Me che fa? scende?" chiese Bombo "NO!" gli rispose Timothy.

Greta preparò un po' di tè e dei pasticcini per la zia, mentre parlavano della salute del marito di Ermelia e del negozio di fiori di Greta, Ermelia decise di cambiare argomento, uscì una sigaretta e iniziò a fumare.
"Di un po' Greta, il bambino ha sempre le visioni? Voglio dire, fa sempre i suoi discorsi strani?" chiese Ermelia, dopo qualche primo attimo di confusione Greta prese parola "Zia, stai esagerando, Zick ha solo molta immaginazione ma per il resto è un bambino normalissimo." intanto Zick si presentò con addosso la sua maschera antigas affiancato da Timothy "Ah eccoti qui, dai saluta e… di qualcosa di carino alla zia." disse Greta con imbarazzo, Zick si tolse maschera "Ciao, hai un po' di spinaci tra i denti… eh…" a Zick scappò uno starnuto in quel momento e Ermelia chiese "Ancora queste brutte allergie? Cosa ti fa starnutire?" "Sei tu." Greta si alterò "ZICK!" "Ma è vero, sono allergico alla naftalina." dopo un attimo di confusione, Ermelia spiegò alla nipote che effettivamente, la volpe che portava al collo l'aveva tirata fuori di recente dall'armadio, "Ma a parte questo Greta, diciamocelo, la verità è che questa vecchia casa non è salutare per il bambino, ci sono ragnatele e polvere ovunque." "Zia una casa nuova costa, e poi questa era la casa dei miei genitori e a noi piace così." si udirono degli scricchiolii e Ermelia rivolse uno sguardo serio a Greta "Sono i mobili antichi, l'antiquario dice che hanno un certo valore." in realtà era Bombo che si era seduto su un mobile.
"Che fai lì?! Scendi!" lo sgridò a voce bassa Zick "Perchè te tratta male Bombo? Me ti fa ridere." rispose Bombo mentre scese dal mobile "Che vuoi?" "Biscotti!" "Non. Adesso!" "Se Bombo fa ridere te, te da a Bombo biscotti?" "Non ho voglia di ridere." rispose Zick seccato, al che Bombo si mise a ridacchiare e si mise il dito nel naso per estrarre un lungo filo di moccio, Zick rimase schifato, poi lo attaccò addosso a Ermelia e si mise a correre intorno a lei per avvolgerla nel suo moccio.
Zick a quel punto perse la sua compostezza e scoppiò in una fragorosa risata attirando le attenzioni di sua madre e della zia, quando si calmò Bombo si ripresentò "Allora me riceve premio?" Zick continuava a ridacchiare ma riuscì a dire "Scordatelo! Non posso permettermi di ridere senza motivo." "Nessuno resta serio con Bombo." affermò il mostro mentre faceva una boccaccia, solo che poi gli scappò un piccolo rutto, gli uscì un occhio dall'orbita che cadde in una tazza da tè "Oh porco bollo! Bombo ha perso occhio… ah eccolo." in realtà quello che ha preso era un limone, ma se ne accorse troppo tardi quando se lo mise nell'orbita e cominciò a pizzicargli.
Bombo si mise a urlare e a correre, inutile dire che questo fece ridere ulteriormente Zick, il quale recuperò l'occhio di Bombo e gli andò dietro, ma per quanto Bombo l’avesse aiutato, era ancora desideroso di mettere le distanze tra lui e la sua appiccicosa zia.
Guardando fuori dalla finestra si poteva vedere Elena passare il tempo col suo gatto, e lì gli venne un'idea, aprì la finestra e urlò a Elena una richiesta “Ehi Elena! Io vado a farmi un giro, vieni con me?” Elena accettò.
Così Zick ebbe la sua scusa per stare alla larga da sua zia, e prima che Greta o Timothy lo fermassero, lui era già uscito di casa e con la sua amica si diresse in direzione del bar più vicino.

"Non mi avevi detto che si era finalmente fatto un'amica." commentò Ermelia mentre Greta ridacchiò nervosamente, mentre Timothy era visibilmente infastidito dal comportamento di Zick.
Zick e Elena passarono un pomeriggio piacevole tra battute e risate, alcune incomprensioni come il credere che Zick fosse pazzo o su come funziona quella storia del vedere mostri e spettri.
"Li puoi vedere ovunque i mostri e i fantasmi?" chiese Elena "Beh no, li ho sempre visti solo a casa mia… ma i miei nonni fantasma mi spiegano sempre tutto, anche dopo la morte restano persone fantastiche." rispose Zick, a quel punto Elena intrigata voleva sapere di più "Perchè ci sono dei mostri solo in casa tua?" "Loro la chiamano 'oasi di detenzione' in pratica quei mostri sono vacanza forzata, non sono criminali, sono solo immaturi." "E tu li tieni d'occhio, ma come fai a controllarli tutti e evitare che evadano?" "E' questo il bello, loro sono immaturi mica scemi, Oldmill è quello che loro chiamano 'contrada fantasma' è così che chiamano i quartieri e le vie più vecchie delle città, più un quartiere è vecchio, più brulica di fantasmi… e da quel che mi ha detto il nonno, non tutti i fantasmi sono buoni nei confronti dei mostri, non lo so perchè, ma sta di fatto che le contrade fantasma sono un buon punto per delle oasi per mostri."

Dopo un paio d'ore di passeggiata, i due tornarono ognuno nelle proprie case, e ad aspettare Zick all'ingresso c'era Timothy. "Credevo di averti detto di starle alla larga?" chiese Timothy con tono seccato "Dovevo farlo, la mia allergia alla zia Ermelia è la più pericolosa tra tutte per la mia salute." scherzò Zick "Certo, continua pure con le battute, tanto sarò io a ridere per ultimo, quando passerai il resto del mese in punizione nella tua stanza." "Cosa?! Non puoi farlo!" "Io POSSO farlo e lo farò, in questa casa comando io e dico che non uscirai più per un bel po'." "Tecnicamente è la casa dei miei nonni!" "Loro sono morti! E ora che sono fantasmi fanno parte del Poddum-sì e devono obbedire alle sue regole, cioè a me." "Ma mia mamma è…" "Sono quattrocento anni più vecchio di lei, io c'ero prima che nascesse lei, i tuoi e nonni e dei nonni dei tuoi nonni. E anche se non lo fossi sono pur sempre un tutore e…" i nonni di Zick si misero tra i due litiganti "Basta così!" urlò il nonno "Tesoro, forse è meglio se vai in camera tua, qui ci pensiamo noi." gli disse sua nonna.
Zick ubbidì, salì le scale e si chiuse in camera, ma che lo volesse o meno riuscì comunque a sentire la loro conversazione.
"Siete stati voi vero? Ovvio! Siete sempre troppo teneri con lui… ma quand'è che vi siete rammolliti?!" disse Timothy con un tono seccato "Ti prego, cerca di capire, è solo un bambino, lui… lui ne ha bisogno, non c’è niente di bello nella sua vita… che poi, sei qui da sempre sei praticamente parte della famiglia." provò la nonna a ragionare con lui "I sentimentalismi non sono previsti sul lavoro, se Zick non fosse quello che è, la sua situazione sarebbe sicuramente diversa… ma, non è così… deve sotto stare queste regole." rispose Timothy "Ma non c'è l'hai un cuore? Non può farsi amici o uscire per piacere, quanto ancora deve soffrire quel ragazzo per te?" chiese il nonno infastidito dall'atteggiamento di Timothy "Lasciate che velo dica, voi due siete troppo emotivi, vi siete affezionati così tanto a lui che avete dimenticato il pericolo che rappresenta per tutti noi mostri." la nonna provò a balbettargli qualcosa "M-m-ma lui non è-" "Come gli altri? Staremo a vedere, perchè ultimamente non mi ha dimostrato niente di diverso dagli altri… se continua così sarò costretto a prendere dei provvedimenti sempre più DRASTICI." concluse Timothy, i nonni raggiunsero Zick nella sua stanza per fargli un po' di compagnia.

Nonostante Timothy lo avesse punito, Zick il giorno dopo andò a trovare Elena per parlare di fumetti, anche se Zick aveva maggiore interesse per i libri che i fumetti super eroistici, Timothy era esasperato dal comportamento ribelle di Zick e anche gli altri mostri della casa lo avevano notato.
Uno dei gelatinosi propose di aiutare Timothy a gestire meglio Zick, anche se il tutore era contrariato da questa loro idea, solo che mentre Timothy era distratto, Bombo aiutato dall'amico che perde i pezzi si misero a cercare, su ordine del loro compagno gelatinoso, una cosa che molto probabilmente Timothy aveva nascosto da qualche parte in casa.
Rovistando in soffitta, trovarono una scatolina con all'interno ciò che stavano cercando: un seme nero. Quando Zick tornò a casa ovviamente Timothy lo rimproverò e presto la loro discussione si trasformò in una scenata, a quel punto tutti i mostri uscirono armati di zappa e la scatola col seme nero, corsero nel giardino di casa di Elena, si assicurarono che non ci fosse nessuno e lì iniziarono a discutere "Avanti Bombo, vai e piantalo." disse il gelatinoso "Me? perchè deve essere me Ben Talak?" chiese Bombo spaventato "Perchè tu sei il prescelto, tu hai le braccia, braccia che non sono di gelatina." rispose Ben Talak mentre dalle mani gli cadde la zappa "Ma anche Sgnakuz Bu ha le braccia." disse Bombo indicando il mostro in questione, ma lui preferì staccarsi tutte e quattro le braccia e nasconderle dietro Ben Talak e aggiunse "Quali bvaccia?" lasciando intendere al suo grasso "amico" che doveva farlo lui.
Bombo sbuffò, prese la zappa, la scatola col seme nero e iniziò a scavare, tutti gli altri mostri si nascosero dietro il muretto della casa per prepararsi al peggio.
Ma dopo circa un minuto Bombo tornò pimpante dai suoi compagni "Me lo ha fatto!" "Ti ha risparmiato? FANTASTICO! Adesso preparatevi amici, presto per la signorina Patata, fonte dei problemi di Timothy, avrà la lezione che si merita state a guardare!"

Rimasero lì a guardare il giardino, per ore, finchè non scese la sera, tutti rimasero lì, ma non succedeva niente, alla fine si sono addormentati lì mentre aspettavano che succedesse qualcosa.

Il mattino dopo, Harvey uscì per andare a lavoro mentre Elena rimase a casa per aiutare la madre, e non era ancora successo niente nel giardino.
Quando i mostri si svegliarono, rimasero delusi "Che fvegatuva!" disse Bu indignato e Ben Talak aggiunse "Pazzesco non è cresciuto nemmeno un viticcio, manco lo avessimo piantato con tutta la scatola… … …perchè lo hai tolto dalla scatola, prima di piantarlo, vero Bombo?" lui sorrise nervosamente.

Bombo fu costretto a disseppellire e recuperare la scatola, sta volta tutti si assicurarono che prendesse il seme e lo piantasse.
Tutti e sette i mostri erano nervosi, a Bombo tremavano le mani più di tutti, mise il seme nella buca con delicatezza avendo paura che si arrabbiasse, poi lo seppellì rapidamente… e tutti corsero ai ripari dietro il muretto.
Dopo circa un minuto di attesa diedero una sbirciatina al giardino e videro che era cresciuta una piantina, nuovamente delusi decisero di rincasare mentre Ben Talak continuava a rimproverare Bombo, dandogli la colpa del risultato ottenuto.

Quando i mostri rientrarono in casa, Timothy e Zick stavano di nuovo litigando, il motivo era lo stesso dell'ultima volta.
Approfittando di quella distrazione, i mostri si sono rintanati in soffitta, da lì potevano vedere meglio una piccola parte del quartiere, ma soprattutto il giardino di casa Patata "Non capisco, una volta piantato sarebbe dovuto nascere velocemente un orribile mostro vegetale, dove sono i viscidi tentacoli e le fauci inesorabili?!" pensò a voce alta Ben Talak "Fovse ti sei infovmato male Ben, o magavi Timothy ha distvutto il seme tempo fa." suggerì Sgnakuz Bu "Non è possibile distruggere una Pianta digerente, se muore la pianta, essa genera subito un nuovo seme da cui può fiorire una copia di se stesso, e il seme della pianta è praticamente indistruttibile, l'unica soluzione è rinchiuderlo e tenerlo lontano dalla terra." "Forse Me lo ha piantato al contrario." disse Bombo guadagnandosi solo occhiatacce da parte dei suoi compagni.

Elena a casa sua, per ordini della madre, doveva aiutarla con le faccende domestiche, in particolar modo pulire il bagno.
Lei mentre stava sgrassando il lavandino, sentì uno strano suono, un suono metallico. Quando il suono si fermò lei rimase lì confusa, poco prima che potesse dire alla madre di chiamare un idraulico, sentì qualcosa di viscido toccarle la gamba.
Lei saltò indietro urlando per lo spavento, ma non vedeva niente, non poteva essere il gatto, era in camera sua a sonnecchiare, poco dopo lo sentì di nuovo ma su entrambe le gambe.
Lei corse fuori dal bagno ma inciampò e sentì quella che sembrava una stretta alle caviglie, una forza invisibile la stava tirando e la voleva trascinare chissà dove.
Elena oppose resistenza tenendosi forte al telaio della porta e scalciando qualsiasi cosa l'abbia presa, non vedeva niente, non sapeva dove colpire ma con un po' di fortuna riuscì a liberarsi e a correre da sua madre.
"Elena cos'è successo? Cos'era tutto quel baccano?" chiese Julie preoccupata alla figlia, quando lei le corse incontro e si nascose dietro di lei "C-c-c'è qualcosa in bagno, qualcosa che… che…" balbettò Elena senza concludere la frase, Julie si diresse in bagno per vedere se si era rotto qualcosa, e capire cosa ha terrorizzato sua figlia… ai suoi occhi sembrava tutto apposto, pensò che Elena si era lasciata andare troppo all'immaginazione, sbuffò e tornò di sotto.
"Dovremmo chiamare qualcuno." propose Elena "Tesoro non era niente, calmati." "Ma io ho seriamente sentito qualcosa afferrarmi per le gambe e trascinarmi per… per… Oh porca bomba è stato terrificante!" "Forse dovresti smettere di leggere quei fumetti, non ti fanno bene." concluse Julie prima di dirigersi in cucina, solo per poi vedere che il pranzo che stava preparando era sparito, lei non capiva.

Elena non sapendo cosa fare, uscì e si diresse dal suo vicino, le aprì Greta "Oh ciao, non ti aspettavamo, ti ha invitato Zick?" chiese Greta "No signora, sono io che passavo perchè ho bisogno di parlare con Zick." rispose Elena entrando e cercando Zick, il quale era occupato nella sua stanza a cercare nella pancia di Bombo le scarpe che lui gli ha rubato.
Quando Zick sentì la voce dell'amica uscì dalla bocca di Bombo con un paio di scarpe, che aveva mangiato il mostro, e si diresse dalla sua amica, "Ciao Elena, cosa ti porta qui?" disse Zick con calma mentre Elena era in preda al nervoso, Timothy sentendo la voce di Elena si diresse verso la camera di Zick per origliare "Oh porca bomba, non so nemmeno da dove iniziare per spiegarti cosa è successo…" disse Elena in preda al panico, Zick la tranquillizzò, dopo aver fatto un respiro profondo parlò "Ero in casa mia e stavo pulendo il bagno, quando a un tratto ho sentito qualcosa prendermi per le gambe, pensando al gatto all'inizio non ci ho fatto molto caso, ma poi mi sono ricordata che Sfruscio non era con me in quel momento e subito dopo ho di nuovo sentito quella presa sulla mie gambe… la cosa che mi ha lasciato più a disagio è che non ho visto niente, era come se un animale invisibile mi avesse preso e volesse trascinarmi nella sua tana." disse Elena lasciando di stucco Zick e Timothy "Sei sicura?" "Sono sicura Zick, è stato terrificante, ti prego tu vedi i mostri puoi vedere che cos'era e aiutarmi a scacciarlo." "A-a-aspetta non è cos… eh…" a Zick in quel momento scappò uno starnuto e iniziò a grattarsi il naso, Timothy vedendo Zick fare così capì che effettivamente c'era qualcosa che non andava.

Timothy corse fuori di casa e si diresse alla casa di Elena, si arrampicò su un albero, e usando le sue unghie scassinò la serratura delle finestre, entrò dalla camera della ragazzina e iniziò a girovagare per la casa finchè non trovò il bagno, e lì vide quella che sembrava una pianta farsi largo dai tubi di scarico.
la pianta occupava tutta la stanza, da essa si potevano vedere diversi baccelli rossi, con dei lineamenti simili a bocche con denti affilati spuntare dai quei tentacoli vegetali.
Dopo qualche primo momento di stupore, Timothy illuminò il suo petto facendo apparire uno strano simbolo simile a una stella, da esso lanciò un raggio di energia abbastanza forte da respingere la pianta e farla ritirare nei tubi fino a farla sparire.
Ovviamente Julie si accorse dei suoni e si diresse verso la loro origine, Timothy si affrettò a correre fuori di casa senza farsi vedere e ritornare a casa sua in fretta.

Quando Timothy rientrò si diresse spedito verso la soffitta, lì c'erano tutti i mostri che giocavano a carte per ammazzare il tempo, si mise a cercare in tutta la soffitta in modo frenetico e sempre più seccato, sentendo il rumore che stava facendo, Zick lasciò un attimo Elena per controllare la soffitta e a lui si affiancarono i suoi nonni fantasma.
“Lo sapevo!” urlò Timothy guardando storto i mostri della casa “Cosa lo sapevi?” chiese la nonna “C’è una pianta digerente in giro! E curiosamente la scatola dove avevo conservato il seme di quella pianta, è sparita!” disse Timothy lasciando quasi tutti di stucco, poi rivolse la sua attenzione sui mostri “Voi babbei ne sapete qualcosa?” a quel punto Bombo crollò ai piedi del tutore in lacrime e confessò tutto “Me chiede scusa, essere stati noi.” disse lui mentre i suoi compagni si misero le mani in testa.
Mentre Timothy li guardò tutti con disappunto, Ben Talak si fece avanti “Cerca di capire Timothy noi volevamo aiutarti…” “Liberando un mostro pianta contro una ragazzina?” “…beh detta così non sembra una bella cosa, ma suvvia la pianta strapazza ma non ammazza, volevamo solo rimescolarle un pochino le mostrine.” il nonno intervenne “Gli umani non hanno le mostrine, noi siamo fatti di sangue, ossa, carne, muscoli!” “Cosa sono le mostrine?” chiese Zick e sua nonna rispose “Sono come le cellule umane, ma… più brutte, tanti piccoli mattoni che formano i mostri.” “E anche la pianta che questi cialtroni hanno liberato!” aggiunse Timothy “Ma mi spieghi perché avevi qui un seme simile?” chiese Zick “Prima che Oldmill diventasse il quartiere più vecchio di Bigburg era un’ampia zona di campagna, quando ancora c’erano pochi umani in questa zona, c’era anche annidata la pianta digerente e IO per evitare che facesse danni l’ho combattuta, e quando finalmente l’ho battuta per evitare che rinascesse ho preso in custodia il suo seme.” “Non puoi abbatterla si nuovo?” “Certo che posso, il problema è che quelle piante sono dure a ‘morire’ ho dovuto combatterla per una settimana prima che si stancasse… e adesso che il quartiere si è sviluppato così tanto, sarà dura combatterla senza dare nell’occhio.” i nonni di Zick si scambiarono uno sguardo, era evidente che entrambi stavano pensando la stessa cosa. “Sai Timothy io conosco un modo per facilitarti il compito… basta solo che tu porti Zick dalla pianta.” disse il nonno “ASSOLUTAMENTE NO!!! Lui non si avvicinerà alla pianta digerente!” “Quindi che intendi fare? La combatterai di nuovo per una settimana?” “Per prima cosa devo fare rapporto, poi se riesco a ottenere la complicità dei tutori massimi forse potrò occuparmi di quella maledetta pianta… per quanto riguarda voi due… azzardatevi a dire qualcosa a Zick e siete doppiamente morti!” disse Timothy mentre si diresse fuori dalla soffitta, trovandosi di fronte Elena, lui miagolò e poi se ne andò.
Quando Zick scese lei gli disse “Ma con chi stavi parlando? Ho sentito delle urla.” “Niente è solo il mio gatto che ha un caratteraccio.” commentò Zick mentre si grattava il naso sperando di non starnutire ancora “Comunque, prima quindi hai sentito…” “Più o meno, non ci ho capito molto, solo chi urlava in un certo senso ho sentito chiaramente… ma chi era che urlava?” “Il gatto.” rispose Zick con indifferenza lasciando Elena confusa.

Quando Elena se ne andò Zick venne raggiunto nella sua stanza dai suoi nonni fantasma, “Dimmi la verità figliolo, lei ti piace eheheh.” chiese il nonno dandogli dei colpetti col gomito facendogli l’occhiolino, al che la nonna lo prese per le spalle e lo allontanò da Zick “Theo, lascialo stare, non vedi che lo metti in imbarazzo?” disse la nonna mentre suo marito continuò a sghignazzare “Nonno scusa, perché prima avevi proposto di far provare me a gestire la pianta mostro?” i suoi nonni impallidirono in un secondo “Beh ecco…” il nonno rivolse di nuovo lo sguardo verso la moglie in cerca di aiuto e lei disse “Pensavamo che un aiuto potesse essere utile a Timothy.” “E come? Gli faccio da stuzzicadenti?” “No… tecnicamente non so come funziona, ma se le… o gli vai a parlare, e ordini con convinzione dovrebbe obbedirti.” rispose il nonno “Mi sembra solo un modo per farmi masticare da un mostro.” fece notare Zick “Puoi anche pensarla così caro, ma ciò non toglie che non sei come gli altri… tu sei… speciale.” gli disse la nonna “Solo perché vi vedo e sento?” “Zick, sul serio… se c’è qualcuno che può mettere fine in fretta a questo problema sei tu… forse non te ne rendi conto, ma hai un potenziale che… è così grande da fare spavento, e se non credi al fantasma di un vecchio, prova a credere ai tuoi occhi.” concluse il nonno prima di sparire attraverso una parete con sua moglie, lasciando Zick confuso ma ispirato.

Zick dalla sua finestra guardò la strada per un po’, voleva capire che cosa voleva dire suo nonno, ma mentre rifletteva, vide che dei tombini si stavano aprendo e facevano spazio a quelli che sembravano degli steli.
Zick corse subito a cercare suo nonno e lo avvertì di ciò che aveva visto, “Mi venisse un colpo!” “Un altro?” “Nonno, la situazione è preoccupante se davvero posso fermare tutto questo ho bisogno di sapere come.” gli disse Zick “Per prima cosa dobbiamo vedere quanto si è espansa la pianta, aspettami qui.” il nonno attraversò il pavimento.
Il vecchio Theo si diresse spedito verso le fogne per vedere la situazione e li la pianta lo minacciò di staccargli la testa con un morso, fortuna che era già morto, lui ritornò subito da suo nipote “Zick, la faccenda è grave, di questo passo si espanderà in tutta Oldmill.” “Cosa posso fare per fermarla?” “Raggiungila nel suo ambiente e ORDINA di fermarsi, oppure catturala.” “Cosa!?!? E come?” “Lo ammetto non lo so, ma so che puoi farcela… coraggio ragazzo fatti valere.” Zick non era sicuro di ciò che doveva fare, ma il sentirsi dire insistentemente di agire alla fine lo convinse di malavoglia a fare qualcosa, si armò con una pala, si diresse verso uno dei tombini che la pianta aveva scoperchiato, si tappò il naso e si calò giù, solo che mentre scese, non si rese conto di essere osservato dalla sua vicina.

Quell’ambiente umido, buio e puzzolente era un incubo per uno come Zick, ma bene o male riuscì a farsi strada fino a trovare il fulcro della pianta digerente.
La pianta era cresciuta fino ad occupare tutto lo spazio del tunnel, e diversi tentacoli con quei baccelli simili a bocche e si avvicinarono a lui e gli parlò, la sua voce era una e allo stesso tempo mille diverse tutte insieme “Faaaaameeeee.” Zick inghiottì un groppo di saliva cercò di schiarirsi la gola “Capisco… ma state provocando dei danni al quartiere la sopra, per ciò se potreste… no, dovete calmarvi!” “Noi abbiamo sempre fame… anche dopo aver consumato il quartiere… nel nostro stomaco rimarrà il vuoto…” Zick iniziò a fare dei passi indietro maledicendo mentalmente il nonno, quando sentì alle sue spalle una voce chiamarlo “Elena! Che fai qui?!” chiese Zick sotto shock “Che ci fai tu qui? Ti ho visto scendere e mi chiedevo cosa avessi in mente!” rispose Elena secca, mentre intorno a lei la pianta cercava di avvicinarsi a lei con le fauci spalancate.
In quel momento dentro Zick un’emozione si fece sempre più forte, e senza rendersene conto “Non toccarla!” urlò Zick, Elena guardò l’amico con uno sguardo abbastanza spaventato, i suoi occhi erano diventati di un rosso accesso che brillava al buio.
Zick non era sicuro di come o di cosa avesse fatto, ma la pianta effettivamente aveva preso le distanze dalla ragazzina, e si rivolse nuovamente tutta la sua attenzione su Zick “Tu hai… usato il Dom… sei un domatore… sei un pericolo!” disse la pianta, Zick non capì di cosa stesse parlando la pianta e prima che potesse anche solo farsi un’idea, la pianta gli chiuse la bocca con i suoi tentacoli e subito dopo lo sollevò di peso.
Elena assistette alla scena a bocca aperta, il suo amico era a mezz’aria e si dimenava come se non potesse muoversi, la ragazza capì in un secondo cosa stava accadendo e desiderosa di aiutare Zick, pur non sapendo come, iniziò a dare pugni al vuoto, il suo avversario era invisibile ma era lì, matematicamente doveva cercarlo con gli altri sensi per trovarlo e combatterlo, o al meno nella sua testa questo ragionamento aveva senso.
Elena riuscì a dare un pugno a qualcosa, pur non vedendolo, ma quando stava per dargli un altro pugno anche lei venne immobilizzata e sollevata da terra.
La pianta avvicinò i due ragazzini alle sue bocche, ma prima che fosse troppo tardi, Zick riuscì a liberare la bocca dai tentacoli vegetali, e urlare sempre con quella sensazione di forza in corpo “Fermatevi!” e subito dopo “Liberateci!” la pianta ubbidì, dopo averli lasciati provò ad avvicinarsi come un enorme branco di animali feroci, mordono l’aria in segno di minaccia, soffiano, ringhiano e ruggivano ma Zick con il suo potere la teneva a distanza tutto sotto gli occhi attoniti di Elena,la quale non capiva cosa stesse succedendo, ma sembrava che qualsiasi cosa stesse facendo Zick funzionasse.
Alla fine stanco di dover tenere a bada la pianta, Zick prese un respiro profondo e urlò a pieni polmani “Fermatevi! Per! Sempre!” la s’immobilizzò all’improvviso, la pianta era paralizzata, sembrava una statua tanto era rigida, Zick prese un respiro di sollievo e si tranquillizzò, la luce rossa che avevano i suoi occhi svanì e Elena lo notò, prese l’amico sotto braccio e chiese “Zick ma che cosa è successo?” “Credo di aver risolto la situazione per il momento, non so ancora come farlo sparire, ma di certo so come gestirlo.” “Mi devi raccontare tutto!” esclamò Elena spaventata ma al tempo stesso eccitata, anche se loro non se ne accorsero, ad assistere alla scena da un angolo buio c’era Timothy.
Quando i due ragazzini uscirono dalle fogne, Timothy si fece avanti con uno sguardo serio e impassibile, e con un raggio di luce bruciò viva la pianta mostro, finchè della pianta non rimasero le ceneri e un nuovo seme nero.

Elena e Zick passarono il resto della giornata seduti sul muretto, a parlare e cercare di capire lo strano potere di Zick, che a proposito, lui notò che Elena era piena di felicità, molto di più della prima volta che si sono incontrati.
Quando entrambi decisero di rientrare, Zick prese il suo spray per alleviare i sintomi delle sue allergie e subito dopo corse da suo nonno.
Quando trovò i sui nonni fantasma in camera sua iniziò a parlare molto velocemente, tanto era pieno di domande e di energia dovuta all’adrenalina di quanto accaduto, i suoi nonni provarono a far calmare Zick o farlo tacere, ma lui non sembrò ascoltarli preso dal discorso frenetico.
“Dunque è così? Avete disubbidito ai miei comandi.” disse Timothy dall’ingresso della camera di Zick mentre stringeva tra le zampe il seme nero “Mi dispiace Timothy, ma il nostro compito prima di morire era aiutare i mostri a tenere la vostra esistenza segreta e quella pianta si stava diffondendo peggio di una piaga…” disse la nonna prima di essere interrotta da Timothy che alzò la zampa, il tutore rivolse uno sguardo inquisitorio verso Zick, poi ritornò a guardare i fantasmi “Capisco le vostre buone intenzioni, ma avete permesso a un domatore di sviluppare il potere della voce e già SOLO questo e grave… perché comunque un umano si è reso conto della pianta… o meglio, un’umana.” Zick e i suoi nonni impallidirono, i nonni guardarono Zick e lui sorrise imbarazzato “Mi vedo quindi costretto a prendere delle precauzioni.” concluse Timothy quando a Zick ritornarono gli occhi rossi luminescenti “Lasciala stare!” ordinò Zick “Come osi usare il tuo Dom contro di me!” Zick rimase confuso mentre sul petto di Timothy riapparve il simbolo luminoso, ed era prossimo a fare chissà che cosa quando i suoi nonni si misero in mezzo “Calma calma calma! Timothy ti prego calmati! Lui non sa cosa sta facendo.” “Sbagliato Theo! Lui lo sa bene, credi forse di controllare ME?!” rispose Timothy mentre la luce sul suo petto si fece più intensa “Timothy no! Zick lo promette! Non lo farà più… ti prego è solo un bambino.” aggiunse la nonna, il tutore guardò prima i fantasmi, poi Zick, i suoi occhi tornarono normali mentre confuso e in cerca di risposte guardava i suoi nonni.
Timothy continuò a guardarlo storto mentre il suo simbolo e la luce sparirono “Che non succeda mai più… ricordatevi che in questa oasi di detenzione comando io, e io vi tengo d’occhio… tutti!” Timothy si allontanò, i nonni di Zick tirarono un sospiro di sollievo, poi si rivolsero al nipote "Per il tuo bene Zick, non farlo mai più." disse la nonna "Ma che cosa è successo? Perchè non ha funzionato? Cos'era quello stemma? E poi… come facevate a sapere che sarei riuscito a… domare la pianta mostro?" i suoi nonni sospirarono quasi in segno di esasperazione "Ascolta figliolo, come ti ho detto prima, non posso dirti molto, anche se ci sono cose che vorremmo dirti… ma un po' per ordini di Timothy, e per il tuo stesso bene non possiamo dirteli, non sei pronto a sapere…" Greta fece irruzione nella stanza "Non una sola parola papà!" l'attenzione dei tre si concentrò su di Greta, la quale con tono e sguardo serio guardava tutti.
Lei incrociò le braccia e i sui genitori sparirono dalla stanza del nipote, Zick si rivolse alla madre interrogativo, ma lei lo guardò tristemente prima di lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Greta poggiò la schiena sulla porta e si lasciò scivolare fino a toccare terra, venne raggiunta dai sui genitori, che provarono ad abbracciarla, anche se lei non poteva percepire il loro tocco, percepì il loro affetto.

"Messaggio telepatico, messaggio telepatico… consiglio dei tutori massimi di Bibbur-sì, qui è il tutore stellato Timothy Moth, il domatore in mia custodia sta cominciando a ribellarsi ai miei comandi sempre di più… oggi ha affrontato una pianta digerente e l'ha domata sviluppando il potere della voce… vi chiedo di essere pronti a intervenire se la situazione dovesse peggiorare." "Collega tutore stellato Timothy Moth, qui parla il tutore massimo Deputhy Deth, purtroppo abbiamo dei problemi qui nella città sospesa e non potremo intervenire tanto presto, ma avviseremo tutti i tutori più vicini alla tua zona per darti supporto immediato." "Chi c'è nelle mie vicinanze se posso chiedere?" "Molti sono tutori stellati come lei collega, i tutori che non hanno in custodia dei domatori saranno molto probabilmente i soli che potranno agire, tutori come Marilys Mis, Barbegio Bigio, Mercyrius Marx e molti altri… sarà difficile che lascino le proprie oasi e i loro tutelati." "Immaginavo, infondo anche loro hanno a che fare con dei domatori." "Li avvertiremo comunque collega tutore stellato, in caso di emergenza manderemo subito un membro del consiglio in tuo supporto, nel frattempo dovrebbero venire nella sua zona i tutori residenti più disponibili." "Molto bene, la ringrazio tutore massimo Deputhy Deth, qui Timothy Moth passo e chiudo."
   
 
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