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Autore: SilkyeAnders    18/10/2023    1 recensioni
Elena e Zick sono sempre stati ottimi amici, questa storia segue un po' la loro crescita e si concentrerà sulla loro adolescenza.
Compiuti i sedici anni, Elena si trasferisce in un'altra città lasciando Zick da solo.
I due si scrivono per un po' ma poi perdono i contatti.
Cosa succederà quando lei ritornerà ad Oldmill?
E soprattutto, cosa accadrà quando vecchi sentimenti del passato riaffioreranno?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ZELENA MON ALLERGY CH 1 BEST FRIENDS The reason why

Capitolo 1: Best friends

Il sole splendeva alto nel cielo di Oldmill Village, l'estate si palesava con il suo tipico biglietto da visita: il caldo torrido; non tirava un alito di vento e gli abitanti del luogo cercavano refrigerio in gelati enormi, giornate al mare e docce gelide.
Elena sedeva sul suo letto, le gambe accavallate e il ventilatore puntato in viso nel vano tentativo di non sudare.
Il suo sguardo vispo e attento vagava ora verso la sua scrivania, ora verso la finestra spalancata come fosse in attesa di qualcosa di veramente importante.
-Uffa! Ma quanto ci mette?- sbuffava.
Elena si alzò dal suo letto svogliatamente, rinunciare al fresco del ventilatore non era nei piani ma era necessario. Si diresse verso la propria finestra e si mise a guardare il vialetto della casa affianco.
Batteva il piede a terra con impazienza nella frenesia di quella interminabile attesa.
Lo sguardo le si illuminò non appena vide un'auto parcheggiare. Ne scese un ragazzino dai capelli blu che, a guardarlo bene, pareva scalpitante quasi quanto lei.
-Zick!- esclamò Elena, il tono entusiasta.
La ragazzina scese velocemente le scale a due a due ed arrivò in cortile ignorando i richiami confusi di sua madre.
Zick le corse incontro sotto lo sguardo divertito dei suoi genitori. Anche Julie, la madre di Elena, era uscita a vedere perché sua figlia fosse uscita in tale fretta e sorrise in modo comprensivo non appena vide i Barrymore dall'altro lato della strada.
Harvey, il padre di Elena, invece sembrava osservare Zick con una certa attenzione mentre, disperatamente accaldato, innaffiava le piante del proprio giardino.
I due bambini rimasero fermi uno di fronte all'altra per qualche istante prima di stringersi in un forte e familiare abbraccio.
-Mamma! Vado da Zick!- gridò Elena.
Julie si affrettò nella loro direzione, quando li raggiunse incrociò le braccia al petto.
-Elena, sono appena tornati dalle vacanze! Lasciali un po' tranquilli- disse.
-Oh, non preoccuparti Julie. Elena non è affatto un disturbo, e poi Zick non vedeva l'ora di passare un po' di tempo con lei- rispose dolcemente Greta, la mamma di Zick.
Il ragazzino arrossì visibilmente :-M-mamma...- balbettò imbarazzato.
Julie rivolse a Greta un sorriso amichevole :-Capisco, bè... Se le cose stanno così non posso negarmi-.
-Grazie mamma!- esclamò Elena posandole un bacio sulla guancia e sparendo in casa Barrymore, accompagnata dal suo amico.
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-Zick, devi raccontarmi tutto delle tue vacanze!- esclamò la ragazzina.
I due amici erano seduti sul letto di Zick, l'uno di fronte all'altra.
-Non c'è molto da dire. Senza di te sono state piuttosto noiose- ammise il bambino.
-Lo stesso, aiutare mamma con i gemelli non è stato affatto divertente- sospirò Elena.
I due scoppiarono a ridere, ritrovando immediatamente la loro solita complicità.
-Come stanno i tuoi fratellini?- chiese Zick.
-Oh, benone! Vengono super coccolati e per ora sembrano due marmocchi tranquilli-.
-Hai detto bene, per ora! Vedendo te si spera che non prendano il tuo caratteraccio, né la tua passione per l'avventura o si cacceranno molto presto in un mare di guai-.
Elena sorrise maliziosamente alla battuta del suo amico :-Già, speriamo non sia di famiglia-.
I ragazzi rimasero a parlare del più e del meno finché non fu ora di cena.
Elena lanciò un rapido sguardo all'orologio appeso al muro della camera di Zick, non aveva affatto voglia di tornarsene a casa ma sarebbe stato scortese rimanere anche per la cena.
-Credo che ora dovrei andare- mormorò la ragazzina.
Zick la osservava giocare con i nastri che legavano i suoi capelli rossi, il modo in cui le sue piccole dita affusolate tiravano i lembi del fiocco lo incantava.
-Zick?-
-Eh? Ah! Certo, dovresti... E' ora di cena-.
Elena gli rivolse un dolce sorriso prima di abbracciarlo e correre di sotto, non mancando di salutare ogni mostro che incontrava lungo il suo cammino.
Bombo, il mostro mangia-scarpe, entrò in camera di Zick con ciò che avrebbe potuto essere definito come un sorriso sulle labbra :-Me felice che Elena tornare-.
Zick annuì :-Sì, anche io-.
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La mattina giunse più calda che mai, i raggi brillanti del sole filtravano dalle persiane fino in camera di Zick che, lamentosamente, portò una mano al viso per schermarlo da tutta quella fastidiosissima luce che gli aveva disturbato il sonno.
Poco dopo, fu un rumore a destare Zick. Era un rumore sordo che proveniva dal pianerottolo.
Aprì gli occhi, ormai spazientito ed esasperato. Il suo sonno era ormai svanito quindi si precipitò fuori dalla porta dove trovò Bombo con in mano le sue scarpe.
Zick gli porse la mano con fare austero :-Le mie scarpe. Ora!-
Il mostro lo guardò con occhi colpevoli :-Me affamato, me mangia scarpe!- rispose, come a far valere un punto di vitale importanza.
-Dammele!- sibilò Zick :-Non costringermi a usare il dom!-
Bombo spalancò la bocca, pronto ad ingoiare le scarpe del giovane domatore ma Zick balzò in avanti strappandogliele via dalle mani.
-Non è possibile fare questa scena ogni singola mattina- borbottò il ragazzino mettendosi rapidamente le scarpe ai piedi.
Meglio averle addosso nel caso in cui Bombo avesse tentato di nuovo di mangiarle.
Si sfilò il pigiama e si vestì in fretta, scese in cucina dove Greta stava preparando un'abbondante colazione.
-Buongiorno tesoro- lo accolse.
-Buongiorno mamma-.
Zick si sedette a tavola e osservò suo padre intento a bere il caffè :-'Giorno papà-.
-Ciao figliolo! Hai programmi per questa mattina?- chiese.
-No, dopo la colazione vorrei andare da Elena. Magari ci viene in mente qualcosa da fare-.
-Fate attenzione però, oggi fa molto caldo- disse Greta mentre serviva la colazione al figlio.
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Zick bussò timidamente alla porta, gli occhi fissi sul pavimento della veranda.
Solitamente, era Elena ad andare a casa sua. Non che si trovasse male a casa della sua amica ma non era molto abituato.
Il padre di Elena aprì la porta e guardò Zick severamente, non lo aveva mai fatto prima e il giovane domatore si sentiva estremamente a disagio nell'essere scrutato in quel modo.
-E-Ehm... Buongiorno, i-io...-
-Chi è papà? E' Zick? Fallo entrare!- esclamò la voce di Elena dall'interno.
Harvey tirò un sospiro indecifrabile prima di spostarsi per lasciar entrare il ragazzino. Elena gli corse incontro trascinandolo verso le scale che conducevano alla sua camera.
-Buongiorno Zick, lascia perdere mio padre. Fa così perché è convinto che tu sia il mio ragazzo. Gliel'ho detto almeno cento volte che non è così ma non vuole proprio darmi retta- spiegò la bambina.
Zick avvampò, le sue guance si tinsero di un intenso color cremisi.
-A-Ah... E come... P-Perché pensa che noi... Sì, bè che tu ed io...-
-Non ne ho idea, forse perché passiamo molto tempo insieme o forse perché non ho altri amici a parte te...-
Zick annuì :-Sono valide ragioni ma...-
-Sul serio, non dargli importanza. Gli passerà- asserì lei.
Zick rimase immobile, boccheggiando parole incomprensibili.
-Tutto bene?- chiese Elena passandogli la mano di fronte al viso.
Il ragazzo deglutì e le sorrise, cercando di non sembrare sospetto.
-Naturalmente-.
I due giunsero al corridoio e si incamminarono verso la stanza di Elena, una volta lì si sedettero sul pavimento accanto a Sfruscio, il micio di Elena.
-Cosa ti va di fare oggi?- chiese Zick.
Elena alzò gli occhi al cielo come se stesse vagliando le varie opzioni a disposizione :-Sarebbe il giorno perfetto per andare al mare, però è già mattina inoltrata... Rischiamo che faccia veramente troppo caldo-.
Zick annuì mentre, anche lui, sembrava intento a riflettere sulle varie possibilità. Gli occhi immobili sul soffitto.
-E se andassimo in piscina?- propose con energia.
-Sì! Che bella idea! E poi potremmo andare a prendere un gelato- incalzò Elena, gli occhi pieni di entusiasmo alla prospettiva.
-E' fatta. Vado a raccogliere l'occorrente e ci vediamo da me tra dieci minuti-.
Elena annuì, non era certa di riuscire a prepararsi in così poco tempo così mise in conto i soliti contrattempi del suo amico. Sicuramente avrebbe avuto un bel da fare con i mostri, come suo solito.
Elena decise quindi che sarebbe uscita di casa dopo quindici minuti.
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Bussò alla porta della stanza di Zick immaginando che lo avrebbe trovato a litigare con Bombo per un paio di infradito.
-E-Ehm...Solo un attimo- la voce attutita del ragazzino sembrava trafelata dall'altro lato della porta.
Elena alzò gli occhi al cielo, totalmente esasperata :-Muoviti, Zick!-
Lui aprì bruscamente la porta, un'espressione seccata in viso.
-Bombo?- chiese Elena divertita.
-Indovinato-.
-Wow! Che cosa ho vinto?-
-Mmh... Un gelato?-
I due scoppiarono a ridere, ormai scuola o no quello era diventato il loro rituale mattutino. Incredibile come Bombo non si lasciasse mai sfuggire l'occasione di infastidire Zick in qualche modo.
Naturalmente, entrambi sapevano che non lo faceva con cattiveria. Era un mostro goloso dopotutto.
Le borse cariche, costumi e crema solare alla mano e i due amici erano pronti per la loro giornata di ozio.
La piscina di Oldmill non era mai particolarmente affollata nemmeno in estate, per questo Elena e Zick amavano andarci. Erano certi di poter passare una giornata in tranquillità e, soprattutto, senza mostri. Questo ovviamente era più un pensiero di Zick ma Elena si trovava grossomodo d'accordo.
Scelsero il punto meno affollato per sistemarsi, Zick stese i loro asciugamani sulle sdraio in dotazione.
-Speriamo di non incontrare quei deficenti dei nostri compagni- sbuffò Elena.
-No, vedrai che qui staremo tranquilli-.
I ragazzini andarono ciascuno verso uno spogliatoio per cambiarsi e lasciare i vestiti che indossavano, entrambi si fecero la doccia prima di tornare in piscina.
-Oggi è proprio la giornata perfetta per fare un bagno- esordì Zick.
-Sì, è stata una trovata geniale!-
Entrambi corsero trepidanti verso l'acqua e non persero tempo nel tuffarsi e iniziare una gara di nuoto.
-Ho vinto- asserì Zick in tono tronfio.
-Tutta fortuna- sbuffò Elena incrociando le braccia al petto.
-Più che fortuna, direi che mi riesce tutto bene-.
-Accidenti Zick, che modestia!- scherzò Elena alzando gli occhi al cielo :-Sei proprio un testone!-
I due si accomodarono sulle sdraio e iniziarono a spalmarsi la crema solare. Zick doveva farlo ogni ora perché era molto pallido e di conseguenza temeva di bruciarsi immediatamente.
-Non starai esagerando?- chiese Elena sollevando un sopracciglio.
-Affatto! Se mi scotto che cosa dirò a mia madre? Lo sai quanto è protettiva nei miei confronti-.
Improvvisamente, una voce fin troppo familiare li destò dal loro relax.
-Credi che lei gli dirà mai che le piace? Ormai passano ogni secondo insieme-.
La stridula voce nasale di Patty riempì l'atmosfera.
-Ti prego, ti prego... Non dirmi che sono le gemelle del terrore quelle alle nostre spalle, ti prego!-
-Se vuoi non te lo dico- sospirò Zick.
-Secondo me è troppo strambo anche per lei- incalzò la voce di Mattie.
Elena tese l'orecchio, quelle due non le stavano affatto simpatiche ma era curiosa. Si rivolse verso il suo amico con espressione accigliata in piena concentrazione :-Di chi parlano secondo te?-
Zick le sorrise maliziosamente :-Non sapevo che ti interessassi di gossip da quattro soldi-.
-Non mi interessa, no! Però sono un po' curiosa, ammetto che sembra una storia avvincente- commentò Elena.
-Sei proprio una ragazza-.
Zick pronunciò queste parole come se fosse la prima volta che si rendeva conto della cosa.
-Che occhio- sbuffò lei, offesa.
Sentirono un gridolino soffocato e, con loro estremo orrore, Patty e Mattie gli si pararono di fronte :-Non ci credo! Stavamo giusto parlando di voi due- esclamò Mattie.
Elena e Zick ricordarono la scia della conversazione appena ascoltata, impossibile non arrossire in quella circostanza.
-Bè? Che volete?- chiese Elena, il tono di voce nervoso.
-Oh, niente di niente... Non volevamo certo rovinare il vostro appuntamento- disse Patty con un sorrisetto perfido in viso.
Zick avvampò, scosse il capo con veemenza ma, ovviamente, Elena prese parola ben prima che lui potesse articolare un solo pensiero sensato.
-Appuntamento? Ma che razza di idee vi fate?-
-Bè, in fondo siete sempre appiccicati- osservò Mattie con la sua vocetta odiosa.
-Siamo amici- si limitò a dire Zick :-Anche voi siete sempre appiccicate ma non mi pare che vi si scambi per coppia-.
-Cosa c'entra? E' diverso-.
-Non siete una coppia ma sicuramente sembrate gemelle siamesi- commentò Elena.
-Forse dovreste farvi una vita anzi che analizzare quella degli altri- aggiunse Zick.
-Che maleducati! Ecco che cosa succede quando si interrompe l'appuntamento di due innamorati- sibilò Patty trascinando via la sua amica.
-Non siamo fidanzati!- gridò Elena, suscitando l'attenzione dell'intera piscina.
-Shh! Sei matta? Perché urli così?-
-Quelle due mi danno sui nervi- sbottò la ragazzina.
-Lasciale perdere, non ne vale la pena-.
-Ma come fai a startene così tranquillo?-
-Semplice, non do importanza alle cavolate che dicono quelle come loro- spiegò lui scrollando le spalle.
Elena non disse nulla ma non sembrava affatto convinta. Non le piaceva che si speculasse sul tipo di relazione che avevano lei e Zick, in fondo erano ancora dei ragazzini ed era troppo presto per pensare a certe assurdità. Non che non ci avesse mai pensato, però non era il caso di dirlo a voce alta!
Zick era il suo migliore amico e non c'era niente tra loro, questo era evidente e doveva rimanere l'unica verità circa tutta quella faccenda.
Doveva essere così.
E poi, a lui piaceva Lay. Gli era sempre piaciuta nonostante fosse più grande, e certo che la cosa le dava molto fastidio ma non perché fosse innamorata di Zick o chissà che altra simile sciocchezza. Era solo perché Lay era troppo grande per lui ed Elena era protettiva nei suoi confronti. Ovvio, che altro motivo poteva esserci?
-Su dai, smettila di pensarci- disse Zick posandole una mano sulla spalla :-Ignorale-.
-Sì bè... E' facile per te dirlo- sbuffò lei.
-Ma perché ti impunti così? A cosa serve?-
Zick sembrava quasi offeso da tanta veemenza nel negare che avessero una relazione.
-Voglio solo che si sappia la verità, non piace che si mettano in giro false voci sul mio conto. O sul tuo!-
-Bè, grazie ma a me non interessa-.
-Però a me sì Zick!- esclamò lei sgranando gli occhi :-Insomma, pensa se quelle due diffondessero la voce che siamo una coppia-.
Zick sospirò :-Ma noi lo sappiamo che non è così, non capisco perché ti agiti tanto. Lasciale perdere, sul serio-.
Erano davvero troppe le persone che iniziavano a pensare simili assurdità: suo padre, Patty e Mattie e persino i mostri avevano fatto battute su questa situazione! Ma insomma, che avevano tutti?
Zick rimase fermo qualche istante a osservare Elena che aveva in viso un'espressione di profonda riflessione, chissà perché quella diceria l'aveva colpita così tanto? Dopotutto non era la prima volta che si insinuava che stessero insieme, è vero che ultimamente iniziava ad accadere spesso però...
Zick si disse che forse non avrebbe mai compreso fino in fondo Elena, o qualsiasi altra ragazza per ciò che poteva valere.
Loro comunque erano buoni amici, e basta.

   
 
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