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Autore: G_Monti_E_97    23/10/2023    0 recensioni
Lord Voldemort è rinato dopo la fine del Torneo Tremaghi, molti Mangiamorte si muovono nell'ombra e Silente riforma l'Ordine della Fenice. Per sconfiggere il Signore Oscuro chiederà aiuto a un ex agente del ministero, un ragazzo che è stato torturato da Voldemort per servirlo, diventando uno dei suoi più fedeli servitori.
Rinchiuso per anni a Nurmengard, ora ha la possibilità di aiutare Silente e il ragazzo che è sopravvissuto.
Il suo nome è Byron White.
(Storia di mia invenzione presente anche su Wattpad)
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Ted, il padre di Tonks rifiutò di registrarsi come Nato Babbano categoricamente, non servì a nulla l'insistenza di Andromeda.
"Pensa a tua figlia!"
"Non permetterti, sai che ci penso"
"Non mi sembra, già è in pericolo per Remus il matrimonio, ora il bambino, non puoi mettertici anche tu"
"E cosa credi che succederà dopo che mi sarò andato a registrare? Credi che mi faranno tornare a casa?" Gridò Ted
Andromeda non rispose, per diversi istanti ci fu solo silenzio, rotto dal passaggio di qualche aereo sopra la casa.
"Se non ti presenti verranno qui a prenderti" annunciò lei con gravità
"Lo so" soffiò l'uomo "non voglio che Nymphadora sia in pericolo."
"Se vengono qui..." continuò Andromeda con tono pratico "troveranno anche Remus e Byron e conosco abbastanza bene Piton per sapere che se Byron viene catturato mi consegnerà nelle mani della mia cara sorella."
"Non lo farebbe" la interruppe Ted con quella che sembrò una mezza risata.
"Per lui? Credo che ci siano poche cose che non farebbe"
"Avrebbe dovuto pensarci prima di affidarcelo, non siamo proprio la famiglia ideale"
"Siamo gli unici che hanno accettato"
"Appunto, abbiamo già abbastanza problemi senza di lui"
"Se non lo avessimo tenuto qui sarebbe finito nella mani di Tu-sai-chi, ricordi cosa è successo l'ultima volta?"
Byron si allontanò dalla tromba delle scale con fastidio. Se solo avesse potuto andarsene lo avrebbe fatto, sarebbe partito immediatamente, ma Andromeda aveva ragione, sarebbe stato un suicidio, era certo che il Signore Oscuro avesse messo i Mangiamorte in allerta per trovarlo, ormai erano due anni che cercava di farlo rapire. Da quanto gli aveva riferito Severus era sempre più irritato.

*  *  *

Il primo giorno di scuola fu teso, i fratelli Carrow si erano presentati nel primo pomeriggio per prendere posto nelle rispettive stanze. La reazione del resto del corpo insegnate fu fredda, solo Lumacorno si era lasciato sfuggire dell'evidente agitazione al passaggio dei due Mangiamorte lungo la Sala d'Ingresso.
La Mcgranitt al contrario li aveva degnati appena di uno sguardo disgustato, prima di proseguire salendo la grande scalinata.
Quando Piton entrò nell'ufficio del preside sentì il cuore mancare di un battito, per tanti anni vi era entrato sotto invito di Silente, e ora tutto ciò che rimaneva del mago più potente che avesse mai conosciuto era una larga tela alle spalle della scrivania. "Severus" lo salutò il ritratto con un largo sorriso.
Piton si limitò a fare un rapido cenno con la testa, mentre si chiudeva la grossa porta alle spalle "Abbiamo del lavoro da fare" proseguì serio Silente.
"Molto lavoro" annuì Piton "I Carrow sono già arrivati" annunciò con gravità
"Sono sicuro che riuscirai a tenerli a bada"
Piton sbuffò sonoramente, quello stupido quadro non era Silente, così piatto, banale, irritante, eppure era tutto ciò che rimaneva di lui.

Parlarono per ore della nuova politica instaurata dal Ministero, di ciò che era successo negli ultimi giorni e di ciò che aveva scoperto durante la riunione del giorno precedente fra le fila dei Mangiamorte. Quando scese le scale verso la Sala Grande per la cena sentì la testa scoppiare, come pressata ai alti dall'incombenza di ciò che avrebbe dovuto fare.

Prese posto vicino alla McGranitt e Amycus Carrow, la sorella Alecto durante i primi minuti si limtò a guardare con ostentata indifferenza gli studenti.

"Finalmente un po' di pulizia dalla feccia" annunciò Amycus portandosi rozzamente un pezzo di carne alla bocca.

La professoressa Sprite pochi posti più in là si limitò a osservarlo disgustata, Minerva senza neppure guardarlo rispose "Peccato che voi siate ancora qui invece."

"Cosa vorresti dire McGranitt?" sbraitò Alecto
Piton alzò una mano seccamente "Non roviniamo la cena"
"Questa megera mezzosangue ha..."
"La professoressa McGranitt ha solo bisogno di tempo per abituarsi alle nuove dinamiche" annunciò osservando con attenzione la collega, prima di voltarsi verso i due Mangiamorte "è solo il primo giorno"
"Strano modo di prendere il comando" sussurrò Amycus
"Preferisco la diplomazia alla tirannia"
"Devono imparare a portare rispetto" sibilò tagliente Alecto
"Lo faranno" assicurò Piton osservando le varie tavole delle case. Cercò fra gli stundeti di Grifondoro una chioma corvina perennemente spettinata e la fronte marchiata dalla caratteristica cicatrice per alcuni istanti, prima di ricordarsi che non lo avrebbe trovato.

*  *  *

"Mentre ci Smaterializzavamo, Yaxley mi ha afferrato e non sono riuscita a liberarmi, era troppo forte." iniziò a spiegare Hemrione con il fiato corto "E quando siamo arrivati a Grimmauld Place mi teneva ancora, poi... deve aver visto la porta, avrà pensato che ci saremmo fermati lì, allora ha allentato la presa e io me lo sono tolto di dosso
e vi ho portato qui!"
"E lui dov'è? Un momento... non vorrai dire che è a Grimmauld Place?
Non può entrare, vero?"
Gli occhi di lei scintillavano di lacrime trattenute.
"Harry, credo di sì. Io... io l'ho costretto a mollarmi con una Fattura Revulsiva, ma l'avevo già portato dentro la protezione dell'Incanto Fidelius.
Dopo la morte di Silente, noi siamo Custodi Segreti, quindi gli ho passato il segreto, giusto?"
Inutile illudersi: aveva ragione, Harry ne era certo. Fu un duro colpo. Se Yaxley poteva entrare in casa, loro non avevano più modo di tornarci. In questo stesso istante forse ci stava portando altri Mangiamorte con la Materializzazione. Per quanto tetra e opprimente, quella dimora era stata il loro unico rifugio sicuro: addirittura, adesso che Kreacher era più felice e cordiale, quasi una specie di casa.

Piton non avrebbe più potuto fargli visita, non avrebbero potuto vederlo. Con una fitta allo stomaco frugò nelle tasche afferrando la fialetta trasparente che gli aveva dato il pozionista. Avrebbe potuto avvertirlo, dirgli dove si trovavano, ma non sarebbe servito, ormai doveva essere a Hogwarts, ma avrebbe saputo del loro arrivo al ministero. Osservò il tappo di sughero incerto.
"Harry, scusa, mi dispiace tanto!"
"Non è colpa tua! Mia, semmai..."
Prima che Hermione potesse replicare, Ron gemette e aprì gli occhi. Il suo volto era grigio e imperlato di sudore.
"Come ti senti?" sussurrò Hermione.
"Uno schifo" gracchiò lui in risposta, e si tastò il braccio ferito con una
smorfia.
"Dove siamo?"
"Nei boschi dove hanno tenuto la Coppa del Mondo di Quidditch" rispose Hermione. "Cercavo un posto riparato, nascosto, ed è stato..."
"... il primo che ti è venuto in mente" concluse Harry, osservando la radura in apparenza deserta. Non poté fare a meno di pensare a cos'era successo l'ultima volta che si erano Materializzati nel primo posto che era venuto in mente a Hermione; i Mangiamorte li avevano trovati nel giro di pochi minuti. Era stata Legilimanzia? Voldemort e i suoi scagnozzi sapevano anche adesso dove Hermione li aveva portati? "Credi che dovremmo andarcene?" chiese Ron a Harry. Dalla sua espressione era evidente che stava pensando la stessa cosa.
"Non lo so"
Ron era ancora pallido e sudato. Sembrava troppo debole persino per tentare di mettersi seduto. La prospettiva di spostarlo era scoraggiante.
"Per ora restiamo qui" decise Harry.
Sollevata, Hermione balzò in piedi.
"Dove vai?" le chiese Ron.
"Se restiamo, questo posto va protetto con qualche incantesimo" rispose, e levando la bacchetta cominciò a camminare in un ampio cerchio attorno a Harry e Ron e a mormorare formule magiche. Harry notò qualche piccolo movimento nell'aria circostante: era come se Hermione avesse evocato un alone di calore sulla radura.
"Salvio hexia... Protego totalum... Repello Babbanum... Muffliato..."
Un piccolo sorriso inarcò le labbra di Harry al suono di quell'incantesimo del Principe.
"Tira fuori la tenda, Harry..."
"La tenda?"
"Nella borsa!"
"Nella... certo" mormorò Harry.
Questa volta fece a meno di infilarci la mano e ricorse subito a un Incantesimo di Appello. La ten da affiorò in un groviglio bitorzoluto di tela, corda e picchetti. Harry la ri conobbe, anche per l'odore di gatto: era la stessa
in cui avevano dormito la sera della Coppa del Mondo di Quidditch.
"Non era di quel tipo del Minister o, Perkins?» domandò, cominciando a
districare i picchetti.
"Non l'ha voluta indietro, la sua lombaggine è peggio rata" spiegò Hermione, tracciando complicati disegni a otto con la bacchetta, "quindi il papà di Ron ha detto che potevo prenderla in prestito. Erecto!" aggiunse, puntando la bacchetta sulla tela sformata, che in un solo movimento fluido si sollevò in aria e si posò, perfettamente montata, davanti a uno stupefatto Harry. Dalle mani di quest'ultimo volò un picchetto che si piantò con un ultimo tonfo all'estremità di un tirante.

*  *  *

La luce pomeridiana illuminava il largo corridoio del terzo piano di Hogwarts, dei passi affrettai ai avvicinarono a un grande gagoyle.

"Mors viva"

La statua che sorvegliava l'entrata dell'ufficio del preside salì rapidamente, due voci agitate rimbombarono per la scala a chiocciola, esplodendo mentre la porta si apriva di colpo.

"Dovrebbe starne fuori, non la riguarda!" stava gridando Alecto Carrow con il viso paonazzo.

"Certo che mi riguarda, sono i miei studenti" ribatté Minerva McGranitt guardando Neville ancora stretto nella morsa della donna bionda.

Piton, seduto dietro la scrivania alzò lo sguardo su di loro annoiato

"Signore, posso aiutarvi?"

"Stanno usando Maledizioni Imperdonabili sugli studenti!" gridò la McGranitt avanzando verso di lui. "Paciock è stato torturato"

Piton guardò pigramente Neville prima di rivolgersi ad Alecto.

"Cosa ha fatto?"

"Si rifiuta di partecipare alle lezioni, ha mancato di rispetto a me e a Amycus." disse Alecto strattonando il colletto di Neville talmente forte che per alcuni secondi sembrò non riuscire a respirare.

Piton sbuffò sonoramente "E farne un martire a cosa serve?"

"Deve capire chi comanda"

"Se non allenti la presa capirà solo come raggiungere prima l'aldilà" disse annoiato.

Alecto lasciò andare il colletto del ragazzo puntandogli la bacchetta sotto la gola.

"Lascialo a me" ordinò fissando gli occhi del Grifondoro.

"No" intervenne la McGranitt "Non vi permetterò di torturare gli studenti"

Piton alzò brevemente gli occhi verso il soffitto "Io sono il preside Minerva, io decido come trattare gli studenti."

La McGranitt impotente, tenne la bacchetta mollemente al suo fianco.

"Professor Carrow" disse Piton, ignorando la McGranitt. "Assicurati che gli studenti tornino nelle loro sale comuni dopo la lezione."

Alecto spinse Neville in avanti e scoccò un'occhiata astiosa verso la McGranitt "E lei?"

"Immagino che la professoressa McGranitt possa tornare alle sue stanze senza la tua scorta" rispose inclinando la testa.

"Severus io..."

"Preside, Minerva, sono il preside"

"Paciock non ha fatto niente" riprese stringendo visibilmente la presa sulla bacchetta.

"Se è vero non gli succederà nulla " si limitò a dire alzandosi in piedi "Ora se permettete..." allungò una mano verso la porta.

Alecto uscì dall'ufficio con passi pesanti, la McGranitt assottigliò gli occhi scuri minacciosa "Se Paciock non torna alla sala comune..."

"Non lo ucciderò" sbuffò Piton girando intorno alla scrivania "Poi dovrei sbarazzarmi del cadavere e sua nonna mi assillerebbe fino alla morte" disse scoccando un'occhiata accusatoria verso Neville "Quando avrò finito con lui tornerà alla torre di Grifondoro"

La McGranitt ispirò profondamente, il naso stretto tremò e lanciò un'occhiata verso il ritratto di Silente dietro alla scivania. Il mago anziano le sorrise benevolo annuendo.
Quando la porta si richiuse con un tonfo Neville si raddrizzò fissando Piton con astio.

"Mi torturerà?" chiese alzando il mento

"Non vali il mio tempo Paciock" rispose lentamente fissandolo.
Neville vagò con lo sguardo nell'ufficio, i suoi occhi caddero su una grossa spada con la lama insolitamente lucida, l'elsa era grigia scura, con delle profonde incisioni e sulla parte più alta e alle estremità spiccavano tre luminose pietre scarlatte.
"Perché non partecipi alle lezioni?"
Neville tornò a guardarlo stringendo i pugni "Non torturerò i miei compagni"
"La pratica è essenziale per imparare"
"Non voglio imparare le maledizioni"
Piton annuì "Se non lo fai verranno usate su di te e tu non potrai difenderti"
"Non mi importa"
Gli occhi del preside si socchiusero "Certo che no, sei un Grifondoro. Pensavo he tua nonna ti avesse insegnato almeno le basi del ragionamento"
"Non devo ragionare per capire che torturare è sbagliato" rispose il ragazzo aggrottando la fronte.
"Lo è?" Domandò il preside inclinando la testa
"Certo"
"Sempre?"
Neville si bloccò senza dire niente
"Non tortureresti Bellatrix, se avessi l'occasione?"
"Io... sarebbe sbagliato" balbettò
"Quindi non è mai giustificabile, non alzeresti mai la bacchetta su di lei, i Carrow, o qualsiasi altro Mangiamorte?" indagò abbassando progressivamente la voce
La bocca del Grifondoro si aprì senza lasciare uscire alcun suono.
"Certe volte si devono fare dei compromessi Paciock" Piton sospirò abbassando lo sguardo "E se avessi un po' di cervello ricorderesti che per procurare dolore bisogna volerlo, nessuno ti vieta di scagliare la maledizione senza davvero infliggere dolore, non troppo almeno"
"A che servirebbe?"
"A mantenere le apparenze" mormorò stancamente Piton alzando lo sguardo sulla teca di vetro.

*  *  *

"Quella spada appartiene ad Harry" disse Ginny con una smorfia, qualche minuto dopo nella sala comune.
"Come?" Chiese stupito Neville tamponandosi lo zigomo con la garza.
"Silente l'ha lasciata a lui nel testamento"
"Come fai a...
"Me lo ha raccontato Hermione"
"Oh..." sospirò il ragazzo "Dovrebbe averla allora, se Silente gliel'ha lasciata"
"Già, dovrebbe" sussurrò lei fissando il divano scarlatto "Ma non credo possa dargliela, tu sai chi gli avrà chiesto di tenerla" rifletté
"Tu pensi che... insomma che Piton sia davvero fedele a tu-sai-chi?"
"Non lo so"
"Un Serpeverde che tiene la spada di Grifondoro" mormorò Neville "credo che mia nonna si metterebbe a gridare.
Anche a lei veniva da gridare per l'assurdità di quella situazione. Harry Ron e Hermione erano furoi a rischiare la vita, mentre loro se ne stavano a studiare, il massimo che potevano fare era cercare di ribellarsi agli ordini dei Carrow.
Il viso di Neville ne era un chiaro risultato.

*  *  *
 

Piton strinse la sottile carta della gazzetta del profeta fra le dita, la prima pagina si accartocciò sui bordi lunghi.

Harry potter ha fatto irruzione al ministero della magia, affiancato da altri due individui, Hermione Granger, una sanguemarcio pericolosa e un altro individuo non identificato. I tre hanno aggredito dei funzionari del ministero, preso con la forza dei capelli per usare, da quello che riferiscono i testimoni scossi, la pozioni polisucco. Le valorose guardie non sono riuscite a fermarli, i tre sono stati visti fuggire attraverso i camini dell'atrio, incuranti dei feriti che si sono lasciati alle spalle. Ancora il motivo di tale violenza è ignota, invitiamo i lettori a fare attenzione a Harry Potter, è un individuo pericoloso, instabile che si è più volte rifiutato di affiancare il ministero per comprendere le dinamiche della morte di Albus Silente. Che sia coinvolto direttamente? L'ipotesi si fa sempre più concreta. A pagina tre ulteriori dettagli riguardo a presunti collegamenti fra Potter e dei funzionari corrotti del ministero.

Piton strinse i denti ispirando lentamente, come si poteva essere tanto stupidi? Guardò con insistenza la fiala trasparente in piedi sulla scrivania, era vuota, il tappo scuro ben chiuso. Che Potter fosse ferito? Gli avrebbe fatto sapere qualcosa altrimenti.
Afferrò la fiala e tolse il tappo di scatto, ma prima che potesse avvicinare le labbra la porta dell'ufficio si aprì
"Dobbiamo vietare la Gazzetta!" urlò Alecto entrando come una furia, i capelli color cenere sparati in aria gli occhi scuri dilatati "I mocciosi si stanno agitando, inneggiano il nome di Potter e hanno scritto sul muro del quarto piano."

Piton richiuse velocemente la fialetta e la riappoggiò con un tintinnio sulla scrivania "Vietare la Gazzetta non è stata una buona idea due anni fa" disse stancamente "Troveranno comunque il modo di leggerla"

"Ma pensano che Potter sia un eroe" disse la donna alzando le braccia.

"Allora non sanno leggere" sbuffò il preside "C'è scritto che ha aggredito delle persone ed è sospettato di essere coinvolto nell'omicidio di Silente"

"Questo non cambia la situazione, quei ragazzini sono su di giri"

"Gli passerà" rispose con un'alzata di spalle.

"Posso rinchiuderli nelle segrete" propose esaltata "Avranno poca voglia di urlare il nome di Potter dopo che..."

"Non li torturerai nelle segrete" la bloccò imperioso.

"Devono essere disciplinati"

"Sono dei ragazzini"

Alecto si avvicinò alla scrivania con passi goffi "Piton, il Signore Oscuro vuole fedeltà, vuole che li torturiamo"

Le labbra dell'uomo si inarcarono in un piccolo sorriso "No, il Signore Oscuro vuole dei nuovi seguaci, se ci limitiamo a torturarli non saranno fedeli alla causa, gli daremo delle ragioni in più per combatterci." Spiegò lentamente, come se la donna davanti a lui fosse tarda.

"Se ci temono impareranno a seguire gli ordini"
"C'è differenza fra fedeltà e mera paura"
"Se la paura serve per portare alla fedeltà" annuì lei
"Non è quello che otterremo, lo hai già visto in questi giorni"
"Con White ha funzionato mi sembra."
Il volto di Piton si indurì, strinse i pugni sui braccioli della sedia e fissò la donna "White... non è la stessa cosa" sibilò
"No certo, non abbiamo così tanto tempo, ma funzionerà, saranno fedeli, se li spezziamo"
Piton scosse la testa "Ho detto di no"
"Piton abbiamo degli ordini dobbiamo..."
"Dovete seguire le mie direttive, il Signore Oscuro ha messo me come preside per una ragione"
Alecto grugnì infastidita
"Metti in dubbio la decisione del nostro signore?"
"Metto in dubbio la tua fedeltà alla causa" ammise lei "Da quando siamo qui non fai altro che frenarci"
"Perché questo è il mio lavoro, fosse per voi gli studenti sarebbero tutti in infermeria" accusò "Non siamo qui per dare sfogo alle nostre voglie, se vuoi torturare qualcuno cerca qualche babbano." Si alzò in piedi facendo scattare la sedia alle sue spalle "Ma qui dentro, con degli studenti dal sangue magico, con menti giovani e malleabili non perderemo l'occasione di allargare le nostre fila con furbizia solo perché tu e tuo fratello non riuscite ad avere un po' di controllo."
La donna lo osservò per alcuni istanti pietrificata. Vedendosi da fuori, pensò il preside, doveva sembrare minaccioso, quantomeno intimidatorio, Alecto doveva imparare a stare al suo posto.
"Ribadisci ad ogni lezione quando sia importante imparare le maledizioni per difendersi dalle aggressioni, cerca di spaventarli all'idea di essere attaccati da Potter e i suoi amici" ordinò

 

NOTE
Non vi ho abbandonati, ma mi sto dedicando alla scrittura di un'altra storia, sempre sul mondo di Harry Potter su Wattpad e mi sta prendendo molto tempo.
Questa storia invece è già conclusa, quindi tranquilli, non rimarrà incompiuta.

Se volete vedere edit riguardo a Byron e gli altri personaggi potete seguirmi anche su: Tiktok, Instagram e Youtube
@multi_fandom_au

 

 

  
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