Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Princess of the Rose    24/10/2023    1 recensioni
Raccolta su 2pTalia.
Miscellanea 2: "Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"
Il turbine: Backmasking, Jouska, Rubatosis, Énouement, Chrysalism [Tabella "Il dizionario delle emozioni" di Lande di fandom]
Incontri del 2p tipo: XX.XX.20XX: per qualche motivo, si è aperto un varco interdimensionale. Visto che non si è richiuso, le due dimensioni comunicanti decidono di intraprendere relazioni diplomatiche.
Le vacanze unite: La quasi-Federazione europea va in vacanza
Romano e i gatti che non voleva: titolo esplicativo... [Maritombola 14]
Natale 1991:Il Natale del 1991 è considerato un momento di svolta per la politica mondiale...
L'UPE va alla guerra: Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Titolo: Chi fa la spia non è figlio di Maria

Personaggi: Stati Uniti d'Amercia (Timothy F. Jones); Russia (Aleksej Braginski); Lussemburgo (Sébastien Junker); Germania (George Joseph Beilschmidt); Francia (Jean Baptiste Bonnefoy)

Coppie: Accennate: GerIta, RomaBel, UsUk, LussemburgoSorpresa (:3)

 

Genere: Commedia

Avvertimenti: America usa un sonnifero per far addormentare i cani di Germania. Non è propriamente violenza sugli animali ma ho messo comunque l'avviso

Note aggiuntive: Doveva essere una cosa da 1000 parole. Ne sono venute fuori 5000 - e non ho potuto dividerla in due parti perché non avrebbe avuto senso.

Doveva essere incentrata solo su Russia e America e Lussemburgo, ci ho messo di mezzo un po' di lore dell'ucronia.

Tra questo e la vita reale ci ho impiegato un po' a pubblicare. Sarà un periodo molto intenso per me e purtroppo nn credo riuscirò a rispettare la cadenza settimanale almeno fino a dicemenbre. Non sarà abbandanta più, sia chiaro, ho ancora tante storielle in mente, ma mi vedo costretta a rallentare un pochino.

Se vi va, sono su tumblr per ogni evenienza.

Enjoy!




 


11 febbraio 2000. Il gioco per computer The Sims arriva nella Federazione Europea, riscuotendo un enorme successo.



Non era esatto dire che America e la Federazione europea fossero alleati, era più un tollerarsi a vicenda: la Federazione lo considerava un partner commerciale migliore di Russia, più affidabile e soprattutto più digeribile per la popolazione durante le campagna elettorali - anche se i ricordi dei bombardamenti in Sicilia e Normandia erano ancora molto vivi, le testate atomiche lanciate dai sovietici avevano lasciato un'impressione e odio maggiori. Da parte sua, America necessitava di tenersi buoni il più possibile i sette della Federazione per poter attraversare il Mediterraneo senza ulteriori pedaggi - già il fatto che fosse costretto a far fermare le sue navi nei porti del Sud Italia lo irritava non poco - ed evitare che la loro influenza sui paesi un tempo parte del Commonwealth di Inghilterra fosse usata contro di lui1.

Non c'era quindi alcuna fiducia alla base dei loro rapporti e difficilmente avrebbe potuto esserci dopo il Terzo conflitto. Pertanto, non si sentiva assolutamente in colpa a spiarli, un'attività in cui indugiava abitualmente da anni senza mai essere scoperto.

Per sua fortuna la villa di Bruxelles era enorme e difficile da tenere d'occhio 24/7 anche con l'aiuto delle nazioni che avevano occupato durante il Terzo conflitto, che comunque dormivano in un palazzetto posto fuori dalla villa - principalmente perché i sette paesi della Federazioni tenevano molto alla propria privacy e preferivano non avere ulteriori coinquilini. Era perciò senza troppe difficoltà che era riuscito ad intrufolarsi nel giardino e ad arrampicarsi su un albero di albicocche che dava direttamente sulla cucina, nascosto dal fitto fogliame e armato di un cannocchiale di ultima generazione. Peccato non avesse modo di sapere cosa si stessero dicendo, ma le sue ultime cimici erano state scoperte e distrutte - gli piangeva il cuore a pensare alla fatica che aveva fatto per impiantarle, un impegno spalmanto in più di un anno di visite diplomatiche e feste private andato in fumo a causa dei cani di Germania (fortuna che Russia era stato incolpato al posto suo, anche se avevano sfiorato un grave incidente diplomatico).

Dalla finestra vedeva Veneziano intento a lavare dei piatti mentre Romano gli asciugava, parlando in maniera abbastanza amicabile di chissà cosa anche se ogni tanto Veneziano lanciava delle occhiatacce al fratello a cui questi rispondeva con una sgrullata di spalle. Se solo avesse saputo leggere il labiale! A un certo punto Romano di voltò come se fosse stato chiamato,  posò sul lavello la pentola che stava asciugando e se ne andò lasciando Veneziano a continuare il lavoro. Questi non rimase solo per molto tempo, tuttavia: poco dopo gli si avvicinò Germania, che gli avvolse le braccia attorno alla vita e se lo tirò contro, affondando il viso nel suo collo. Veneziano usò un cucchiaio di legno per dargli un colpo in testa, ma non lo cacciò via né si ritirò, continuando a lavare le stoviglie e lasciandole a Romano per l'asciugatura quando sarebbe tornato.

America arricciò il naso quando vide Germania mettere le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni dell'italiano, il quale sussultò leggermente prima di dargli una seconda cucchiaiata in testa; ancora una volta, però, non lo allontanò e anzi piegò il collo di modo da dare più spazio al tedesco, che stava cospargendo quel lembo di pelle di baci. America non riusciva a capire se quei due stessero insieme e la cosa lo irritava non poco: in pubblico Veneziano respingeva tutti gli approcci di Germania ma in privato li aveva visti amoreggiare più volte; anzi, spesso era il Settentrione a flirtare apertamente quando era certo di non essere osservato. Quale poteva essere il motivo per tenere nascosta una relazione con una persona con cui si era sposati? Aveva una teoria e una ciavatta mirata contro la nuca di Germania pareva dargli ragione: il motivo di quella segretezza era con ogni probabilità Romano, che certo non aveva mai nascosto la sua antipatia per la nazione germanica e tutto quello che aveva a che fare col Nord Europa in generale - ad eccezione di Belgio. Infatti, il Meridione riapparve poco dopo lanciando occhiate di fuoco a quello era anche marito suo; Germania si allontanò velocemente, massaggiandosi la nuca, mentre Veneziano sospirava esasperato. Rimasti soli i due fratelli Italia iniziarono a bisticciare in modo abbastanza evidente. God che avrebbe dato per poter sapere cosa si stessero dicendo.

Dopo un quarto d'ora i due avevano finito di lavare le stoviglie, l'atmosfera amichevole di prima ormai completamente andata; Veneziano finì di pulire il lavello mentre Romano puliva al volo il tavolo, poi i due uscirono dalla cucina. Non c'erano particolari eventi quella sera quindi tempo un'ora e i sette si sarebbero ritirati nelle proprie stanze. Il momento ideale per poter esplorare la villa indisturbato a patto di avere l'accortezza di non fare rumore. I cani di Germania erano già stati sistemati con dei croccantini imbevuti di sonnifero - gli piangeva il cuore ogni volta che doveva farlo ma il suo hobby era più importante - e dormivano beati nella loro cuccia in giardino.

La porta sul retro si aprì e America subito si nascose meglio dentro il fogliame: Austria e Polonia uscirono assieme, parlando delle ultime partite del campionato di calcio, seguiti da Spagna, evidentemente di cattivo umore, e Portogallo e Inghilterra, intenti a chiacchierare di quanto fosse strano che Lussemburgo fosse rimasto chiuso in camera sua tutto il giorno. La vista della nazione inglese gli strinse lo stomaco: non era esatto dire che si evitassero ma erano decenni che i rapporti tra loro si limitavano alla fredda diplomazia; Inghilterra era tenuto sotto stretta sorveglianza in quanto protettorato e comunque non aveva mai fatto molto per parlargli. America non si sentiva in colpa per come era andata a finire tra di loro, non era un suo problema se Inghilterra era stato così ingenuo da non comprendere di star venendo usato. Certo a volte doveva ripeterselo più volte per esserne convinto anche lui, ma quelli erano dettagli insignificanti. Perciò, ignorò il crescente fastidio nel vedere quanto vicini fossero Inghilterra e Portogallo mentre parlavano e si concentrò di nuovo sulla villa. Dalla sua posizione poteva vedere dentro la camera di Belgio e in quella di Paesi bassi. Ghignò quando vide la nazione olandese entrare in camera sua con solo un asciugamano addosso per poi buttarsi dritto sul letto, e sperò ardentemente che anche Belgio fosse appena uscita dalla doccia. La sua attenzione però venne catturata dall'aprirsi di nuovo della porta sul retro: Francia chiamò Inghilterra sé, il quale si scambiò un'occhiata dubbiosa con Portogallo prima di fare come richiesto. Fortunatametne erano abbastanza vicini perché America potesse sentirli e subito tese le orecchie,

"Angleterre, Veneziano ti ha fatto qualcosa?" chiese Francia, squadrando l'altro alla ricerca di qualche segno di quanto appena affermato.

Oh.

"N-No perché me lo chiedi?" chiese l'inglese, mesto come mai America lo aveva visto.

"Ho notato che ti dà ordini molto più spesso che agli altri," disse Francia, per poi stringere la spalla di Inghilterra, "Dimmelo se non ti tratta bene, ci parlerò."

Inghilterra rimase in silenzio per qualche attimo, poi si rabbuiò, stringendo i pugni: "France a che gioco stai giocando?"

Francia sembrò sorpreso da quelle parole.: "A-Angleterre-"

"Che cosa vuol dire tutto questo?" Inghilterra sembrava sul punto di esplodere, "Mi avete tolto quasi tutto il mio esercito e la flotta, mi avete reso completamente dipendente da Scotland, sono costretto ad importare i vostri prodotti a scapito dei miei, ma la tua preoccupazione è se Veneziano mi insulta?"

Francia sembrava non sapere cosa dire e onestamente anche America era nella stessa situazione. Non aveva mai ritenuto importante prestare attenzione alle nazioni assoggettate alla Federazione, sapeva dei fastidi legati all'occupazione ma non credeva che ci fosse ancora così tanto risentimento visti i buoni risultati in campo economico.

Inghilterra, rosso in volto forse per l'umiliazione forse per la rabbia o entrambe le cose, prese un profondo respiro e si calmò: "Veneziano mi tratta come tratta tutti gli altri, ne più ne meno, è forse solo un po' più... pretende un po' di più da me."

Francia lo osservò per un lungo istante, chiuse gli occhi come se stesse contando e gli diede un'altra pacca sulla spalle "Bien, mi fa piacere che non ti stia bullizzando."

Inghilterra strinse di nuovo i pugni e sorrise fintamente: "Ovvio che no, ora se non ti dispiace sono un po' stanco, vorrei andare a riposarmi."

Francia lo congedò con un cenno del capo ma la sua espressione divenne subito più dura quando Inghilterra si voltò per andare nel proprio alloggio. America notò con un certo fastidio che Portogallo era rimasto ad aspettarlo, per poi subito tempestarlo di domande che dalla sua posizione non risuciva a sentire.

Quanto aveva appena udito, tuttavia, era oro colato. Dissapori nella Federazione su come trattavano i territori occupati? Territori dove c'era un risentimento crescente verso l'occupazione? Doveva assolutamente tenerle a mente, gli sarebbero sicuramente tornate utili in futuro.

Tornò ad osservare la camera di Belgio, la gioia per vedere che era entrata sostituita dalla delusione di vedere anche Romano. Certo, che ipocrita il Meridione: faceva fuoco e fiamme perché il fratello, forse, stava in una relazione con una nazione germanica eppure lui stesso stava assieme ad una di loro. Che questo creasse dissapori tra i due fratelli Italia?  

Quella giornata di spionaggio si stava rivelando molto più proficua del previsto.ù

Si voltò per assicurarsi che Inghilterra e gli altri fossero entrati nei propri alloggi, poi scese dall'albero, cogliendo anche un paio di albicocche visto che c'era, e si avvicinò alla porta secondaria; dalla tasca prese un coltellino svizzero modificato con tutto l'occorrente per scassinare serrature e il più silenziosamente possibile aprì la porta, accolto dal silenzio e dal buio del salone piccolo.

Come previsto, erano tutti nelle proprie stanze. A passo felpato iniziò a rovistare in giro annotando mentalmente tutto quello che trovava, da riviste su macchine sportive alla quantità spropositata di caffè nella dispensa, dal numero delle bottiglie di vino e di birra fino al contenuto del frigorifero - dove vide moltissime verdure, tutte sicuramente coltivate nell'orto che Romano aveva insistito a mettere nel giardino e quindi sicuramente di alta qualità e saporite. Fu quasi tentato di rubarne qualcuna ma si trattenne, non poteva permettersi che notassero anche il minimo granello di polvere fuori posto.

Finita la sua ispezione si diresse verso il salone grande: per raggiungerlo doveva passare per un lungo corridoio dove c'era anche la scala che portava al piano di sopra, dove c'erano le stanze da letto, e doveva quindi essere assolutamente attento a non fare il ben che minimo suono. Si guardò attorno un'ultima volta prima di proseguire poi guardò l'orologio: erano le 22:30, aveva un'altra ora per darsi all'esplorazione prima che il sonnifero che aveva dato ai cani di Germania smettesse di fare effetto.

Felice come una Pasqua si incamminò verso la propria meta, poggiandosi al muro e tendendo l'altra mano in avanti per orientarsi nel buio pesto del corridoio e non rischiare di inciampare in qualche cosa.

Arrivato alle scale, però, due voci colsero la sua attenzione: si sporse e tese l'orecchio.

"Ti devo ricordare le basi della Constitution che hai firmato, Veneziano?" era la voce di Francia, e sembrava anche piuttosto irritato. America sentì uno sbuffo esasperato.

"Perché ogni volta che c'è di mezzo Inghilterra tiri in ballo la Costituzione?" chiese, infastidito. America non poteva vederli e non voleva rischiare sporgendosi oltre, ma riusciva ad immaginarsi facilmente la scena: Italia del Nord a braccia a conserte e imbronciato e Francia che si massaggiava la fronte con una mano su un fianco

"Ti ricordo i tuoi doveri."

"I miei doveri sono solo verso Inghilterra?"

"Sono verso tutti, non dovresti avere atteggiamenti diversi. Ho chiuso entrambi gli occhi sul favoritismo che hai verso Austriche e Pologne, ma c'è un limite al bullizzare le persone Italie."

America sentì un altro sospiro.

"Mi critichi tanto per il mio 'favoritismo' però mi sembra che tu ne abbia in abbondanza per Inghilterra. E non mi pare che io citi la Costituzione ogni volta che prendi le sue difese."

Francia non rispose subito, forse preso in contropiede.

"È-È diverso-"

"Ah certo, io che prendo un tè con Austria o scambio quattro chiacchiere con Polonia è 'favoritismo', tu che permetti ad Inghilterra di tornarsene a casa per metà anno e deleghi il grosso delle sue faccende ad altri no-"

"Non dovrei delegare nulla se tu non lo caricassi di lavoro!"

"Gliene dò tanto perché già so che gliene toglierai sempre un po'."

"Veneziano."

Quello era un avvertimento. America fu tentato di giocarsi la prorpia fortuna e sporsi per vedere quello che si prospettava essere un bagno di sangue. Sentì Veneziano prendere un profondo respiro.

"Francia, non riuscirai mai a farmi andare a genio Inghilterra. Forse tra qualche decennio ma non adesso."

"Non ti deve andare a genio devi solo rispettare la promessa che abbiamo nella Constitution di aiutare il continente a rimettersi in piedi."

"Non ho rispetto per i traditori."

"Da che pulpito, devo ricordarti che è successo durante la Seconda guerra?"

Nessuno dei due disse altro per svariati secondi, ne parve che stessero volando schiaffi o pugni.

"No, ma mi ricordo chi ha quasi reso zoppo mio fratello e mandato in coma nostro marito per due mesi," ringhiò il Settentrione, "E vorrei ricordati che la sua sbandata per America ti è quasi costata un occhio."

Seguì il rumore di passi che si allontanavano; sentì Francia prendere dei profondi respiri e colpire un muro prima che se ne andasse anche lui.

America poteva a malapena contenere l'eccitazione, già stava pianificando come poter usare a proprio vantaggio quanto appena ascoltato. Felice come non mai, aspettò di sentire il suono delle porte che si aprivano e chiudevano prima di proseguire verso il salone. Una volta arrivato, utilizzò la piccola lanternina nel proprio orologio per farsi un po' di luce e si guardò attorno. Il salone opposto alla cucina era quello privato della Federazione e non era mai usato per feste o eventi: davanti ad una televisione di ultima generazione stavano due grossi divani a tre posti e altre due poltrone di pelle nera, con un tavolino rettangolare al centro; ai lati c'erano due grosse librerie piene zeppe dei capolavori letterari storici e moderni dei paesi che formavano la Federazione e squisite decorazioni provenienti dalle diverse regioni e province; la luce della luna entrava da una porta finestra, lasciata aperta, che dava sulla parte del giardino dedita allo svago, con una piscina e un campo di un gioco chiamato 'bocce' che America non aveva mai compreso come funzionasse, nonché la grande cuccia che ospitava i cani di Germania.

Rimase un po' deluso quando non vide nulla di interessante, e fece per uscire dalla porta finestra quando lo scricchiolare del legno lo paralizzò sul posto. Non era stato lui a muoversi. Col cuore in gola si voltò e per poco non saltò in aria urlando quando si ritrovò davanti Russia, il quale non riuscì a non farsi sfuggire un urletto alla vista del suo contemporaneo nemico.

"Che diavolo ci fai qua tu?!" urlò-sibilò America, stringendo una mano sul petto per calmare i battiti del proprio cuore.

"Che ci fai tu qui!" ribatté il russo, cercando di farsi piccolo piccolo nonostante la mole.

"Come diavolo sei- Perché- Oh Jesus," America cadde in ginocchio, continuando a tenere una mano sul cuore; spense poi la lucetta dell'orologio e gli lanciò un'occhata di fuoco: "Sei l'ultima persona che avrei voluto vedere."

"Il sentimento è reciproco," replicò Russia, ricambiando quello sguardo cagnesco poi ghignare tremante:"Pensavo foste alleati, non dovreste fidarvi l'uno dell'altro? Perché gli spii?"

"Se glielo dirai dovrai poi spiegargli come lo hai scoperto." lo incalzò, sperando di usare il timore innato che risiedeva nel russo per zittirlo. Questi, tuttavia, si limitò a sgrullare le spalle.

"Sanno già che gli spio, come io so che loro spiano me. Spiano anche te se è per questo."

"Tsk as if, sono troppo furbo per farmi spiare."

Russia alzò un sopracciglio, evidentemente non convinto. Suo malgrado America si sentì offeso da quella poca considerazione: erano nemici giurati da decenni, possibile che non avesse ancora compreso che quello intelligente era lui? Bastava guardare alla reale ragione per cui l'altro si trovava lì.

"Sei qui per vedere se ti attaccheranno?" chiese, ghignando quando Russia si irrigidì. Bingo.

"Non sono affari tuoi Amerika," replicò, rosso involto.

"Tu sai che nessuno vuole invaderti, vero?"

"Disse quello che ha cercato di invadermi da Alyaska."

"Hai cercato di prenderti Hawaii, mica potevo stare con le mani in mano."

"Se ti fossi tenuto fuori dagli affari di Kuba."

"Mi costruisci impianti missilistici in giardino e dovrei stare a guardare?"

"Be, da."

"Lo vedi che sei proprio scemo? Come quando hai lanciato Poland addosso ad Italy e poi hai piagnucolato in giro dicendo che te lo aveva rubato."

Russia trasalì: "Italya mi ha derubato!"

"No dude, sei tu che sei scemo!"

"Non era una cessione!"

"E allora non lanci nazioni agli altri e poi mettere su un piagnisteo perché non te le ridanno! Ma chi è così idiota da ridarti una nazione quando tu gliela lanci addosso!?"

I due stavano iniziando a parlare a voce fin troppo alta e subito si zittirono, continuando a guardarsi male. Lo scricchiolare delle scale li fece impallidire; si accostarono al muro vicino la porta e si sporsero abbastanza per vedere Paesi bassi accendere le luci del corridoio e dirigersi verso la cucina; uscì poco dopo con una birra e un pacchetto di patatine in mano. Prima di risalire verso la sua stanza però si bloccò e si voltò verso il salone. America e Russia andarono nel panico. Stava venendo verso la loro direzione! E se li avesse scoperti non ci avrebbe impiegato molto ad avvisare gli altri.

Russia si guardò attorno e notò una piccola porta vicino la finestra, lo stanzino che la Federazione usava per tenere la lavatrice e tutto l'occorente per lavati panni e pavimenti. Afferrò America per un braccio e vi si fiondò dentro, avendo accortezza di chiudere velocemente la porta cercando di non fare troppo rumore, rimanendo completamente al buio. Pochi istanti dopo la luce nel salone venne accesa; sentirono Paesi bassi muoversi  per qualche minuto, e sperarono ardentemente che non si dirigesse verso lo stanzino; le loro preghiere si rivelarono vane quando l'ombra dell'olandere passò sotto la fessura tra la porta e il pavimento.

"Nienderland? Ci sei tu in salone?" la voce di Germania era lontana, probabilmente era nel corridoio.

"Ah ja, mi sembrava di aver visto qualcosa muoversi."

"Sarà Aster che è venuto a bere."

"Non c'è Aster qua."

"Sarà già uscito."

La voce era ora più vicina: Germania era entrato in salone.

"Aster, komm her" esclamò per poi dire preoccupato, "Che strano, non risponde."

"Si sarà addormentato di nuovo."

"Forse è il caso che vada a controllare."

America per poco non ebbe un infarto. Se Germania avesse scoperto che aveva drogato i suoi cani non ci sarebbe stata bomba atomica che lo avrebbe fermato dal mettergli le mani addosso.

"Ma no dai, non disturbarlo, oggi ha giocato tanto sarà sicuramente stanco."

Seguì quello che per America e Russia fu un tesissimo silenzio.

"Ja, probabile, non stava male a cena."

Sentirono il rumore di una busta di patatine aprirsi, "Vuoi una?"

"Nein danke."

"Hai assaggiato la birra che ha portato Oostenrijk?"

"Nein non ancora com'è?"

"Molto buona, prendine una bottiglia ora che torni su."

"Ja, una birra ci sta sempre bene."

"Concordo."

Finalmente le due nazioni si allontanarono; poco dopo la luce del salone venne spenta. Dovette passare almeno un'ora per avere la certezza che tutti fossero nelle proprie stanze, poi i due tornassero a respirare normalmente. Solo allora America si accorse di essere stretto contro il petto ampio e caldo della nazione slava, che teneva le braccia attorno a lui per tenerlo fermo. Imbarazzato e sentendosi un po' umiliato, sibilò: "Don't touch me!" prima di spingerlo via. Preso di sprovvista e incapace di vedere attorno a sé, Russia si aggrappò alla prima cosa che riuscì a toccare: i fili della lavatrice, attaccati ad una presa sul muro ad altezza d'uomo, invece di staccarsi si ruppero quasi subito, incapaci di reggere il suo peso. Seguì un brevissimo flash e il rumore di uno scatto che non piacque a nessuno dei due.

"Cosa hai fatto?" chiese America, iniziando a sudare freddo mentre accendeva la lanternina del proprio orologio per assestare i danni causati dall'altra nazione.

"Cosa io ho fatto? Cosa tu mi hai fatto fare!" protestò Russia, rimettendosi in piedi, massaggiandosi un ginocchio.

"Sei peggio di un elefante in una cristalleria!"

"Ma mi hai spinto!"

"Grande e grosso come sei non dovresti fare spionaggio!"

"Mi hai appena detto che sono grasso?" sibilò Russia cambiando atteggiamento da timido ad irato; America era però ormai abituato ai repentini cambiamenti d'umore del suo acerrimo nemico - l'essere continuamente in tensione per la paura di venire invaso da qualche parte non faceva certo bene alla sua salute mentale.

"Be' magro non sei, dovresti prendere esempio da me, tutta quella carne ti ha fatto ingrassare!"

"Magrolino come sei mi sorprende tu sia riuscito a combattere nell'ultima guerra," replicò Russia, giocherellando con i fili che aveva in mano come se stesse pensando ad un modo per avvolgerli attorno al suo collo. America prese dalla tasca il coltellino svizzero, per sicurezza. Impegnati com'erano a tenersi d'occhio, non sentirono le voci provenienti dal piano di sopra.

Udirono un secondo scatto.

"Che diavolo sta succedendo?"

"Sarà saltata la corrente e ora è tornata."

"Wow, che grande capacità intuitiva Russia," disse America, ironico, ghignando quando l'altro lo guardò di nuovo male.

"Vuoi fare a botte Amerika?"

"Ti devo una rivincita per Korea."

"Strano, mi sembra che fossi io a doverti una rivincita per V'yetnam."

Al nome di Vietnam America si irrigidì. La sua più grande sconfitta nel Terzo conflitto, un'umiliazone che il russo non esitava a rinfacciargli ogni volta che discutevano - ossia ogni volta che si incontravano.

"Al contrario tuo non ho paura di spaccarti la faccia."

"Io non ho paura, ci tengo ai miei territori."

"Ma se ti nascondi sotto la gonna delle tue sorelle ogni volta che qualcuno ti guarda."

Russia si inscurì ancora di più: "Tieni fuori Ukraina e Belarus da questa storia."

"Oh oh, guarda l'orsetto come si sta incazzando," lo canzonò.

Russia si morse il labbro, per poi ghignare in modo poco rassicurante, "Sono molto belli i nei che Kanada ha sulla schiena."

America sbatté le palpebre, perplesso da quel repentino cambio di argomento; quando però registrò quella frase impallidì: "W-What?"

"Sai no, quelli vicino alla spina dorsale, quelli a forma di cerchio come il lago Manicouagan."

Sentì la rabbia montare e afferrò Russia per il bavero della maglietta: "Cosa stai insinuando Russia?!"

L'interpellaro perse un po' della sua intraprendenza ma non il ghigno, anche se adesso era un po' tremante: "H-Ho solo fatto un complimento a tuo fratello."

"Non fare il finto tonto, you damn bastard."

"Non sto-"

Di colpo la porta dello stanzino si aprì e Russia e America saltarono sul posto dallo spavento: Lussemburgo li guardava con l'espressione più tetra che gli avessero mai visto sul volto, con occhi iniettati di sangue e un inquietante pallore in viso.

"Voi," sibilò, osservando i cavi della lavatrice ancora in mano a Russia "Siete stati voi a far saltare la  corrente."

America e Russia si scambiarono una breve occhiata, ora più calmi: Lussemburgo non era un combattente non poteva far loro dei danni seri come avrebbero potuto Germania o Francia,

"Sedici ore," sibilò Lussemburgo alzando una- da quando Lussemburgo aveva un mazza chiodata?! "Ho passato sedici ore a ricostruire questa casa su the Sims per far abitare i miei sette sims,"

"S-Sims?" chiese America, non capendo cosa c'entrasse quel gioco uscito qualche mese fa col fatto di averli beccati in flagrante in casa sua.

"Non avevo salvato," proseguì Lussemburgo, sembrava non li sentisse spiritato come era, "Sedici ore della mia vita buttate al vento, stavo per riuscire a far sposare il mio Sims con quello di Frankreich!"

"F-Frantsiya?" chiese Russia, perplesso, ma evidentemente doveva aver detto la cosa sbagliata perché Lussemburgo alzò la mazza chiodata, "Avete la più pallida idea di cosa significhi mettere assieme sette Sims senza poterli far stare assieme contemporaneamente?!"

America e Russia si scambiarono uno sguardo di sorprendente intesa: non sarebbe certo stato difficile per due come loro atterrare Lussemburgo e scappare via, anche a costo di essere beccati dagli altri sei. Erano quindi pronti a saltargli addosso ma avevano sottovalutato la preparazione del lussemburghese: con un'agilità imprevista prese una boccetta di cannella dalla tasca e ne lanciò il contenuto in faccia alle due nazioni che, temporaneamente accecate e ora costrette a tossire, poterono poco quando la mazza chiodata scese su di loro.







Il mattino seguente Francia si svegliò di malavoglia. La discussione con Veneziano gli aveva lasciato addosso un nervosismo che non lo aveva fatto dormire quasi tutta la notte e per passare il tempo aveva attaccato le cuffie alla televisione e si era visto quasi tutta la filmografia di Jeanne Moreau. Si era addormentato attorno alle cinque del mattino nella scena clue di *Les amants* e si era svegliato quattro ore dopo. Fortunatamente era domenica e non c'erano impegni istituzionali a cui doveva attendere. Avrebbe dormito di più se non fosse stato per la propria vescica; una volta fatto in bagno decise di mangiare qualcosa e cercare di rendersi produttivo,

Quando uscì dalla propria camera la prima cosa che vide fu Germania uscire dalla stanza di Veneziano e Romano a passo felpato, il collo ricoperto di succhiotti e l'espressione sbigottita e intimorita in faccia una volta realizzato di essere stato beccato in flagrante. Francia si voltò verso la camera di Belgio, dove sapeva che c'era anche Romano, poi tornò a guardare il tedesco consapevole di avere al momento un'arma di ricatto che avrebbe sicuramente reso più interessante quella mattinata.

"Non, è troppo presto," disse infine, facendo tirare all'altro un sospiro di sollievo, "Non voglio sapere nulla finché non prendo un caffè."

Germania si grattò la nuca, in imbarazzo, per poi seguirlo al piano di sotto.,

"Vado a vedere come sta Aster, ieri sera mi è sembrato strano." gli spiegò. Francia alzò un sopracciglio, non riuscendo a non essere un po' preoccupato per quel cane verso cui si era alla fine affezionato anche lui. Quando arrivarono alla fine delle scale, però, il suono di una sedia che struscia per terra catturò la loro attenzione. Proveniva sal salotto grande. Perplessi e un pochino preoccupati, si sporsero nella sala e rimasero di stucco: America e Russia erano legati e imbavagliati a due sedie con due vistosi bernoccoli sulla testa, e stavano cercando di trascinarsi vero la porta-finestra con tutta la sedia; Lussemburgo - crollato dopo essersi sfogato sulle due nazioni - stava dormendo su uno dei grossi divani stringendo al petto la mazza chiodata.

Francia si chiese se stesse ancora dormendo e se quanto stesse vedendo fosse un sogno. America e Russia si bloccarono quando si accorsero della loro presenza, guardandoli con gli occhi sbarrati.

"Io... Io ho bisogno di un caffé" ripeté il francese, massaggiandosi gli occhi. Germania si avvicinò ai due e tolse loro il bavaglio.ù

"Voglio sapere?" chiese, minaccioso; i due scuoterono la testa, "Immaginavo."

"È stato tutto un grosso equivoco, se ci liberi posso spiega-" provò a dire America ma Germania gli rimise il bavaglio per poi, con suo sommo orrore, uscire in giardino e dirigersi verso la cuccia dei cani. Però, aspetta: a quest'ora il sonnifero aveva sicuramente smesso di fare effetto e le tre bestiole si erano certo riprese., Un po' più calmo, sussultò quando notò lo sguardo impaurito di Russia. Ora che ci pensava, se anche lui era solito venire a spiarli in casa sicuramente anche lui aveva dovuto pensare ad un modo per prendersi cura del problema dei cani di Germania. E a parte il sonnifero, non c'erano altri modi per tenerli a bada; voleva forse dire che quei poveri cani avevano in corpo una dose doppia di sonnifero?

Francia si accorse del panico dei due e fece per chiedergli cosa stessero facendo quando Germania rientrò in casa furioso e con in mano la pala dell'orto.

"Amerika, Russland," ringhiò, scuro in volto, "Per caso c'entrate voi due col fatto che i miei cani stanno male in questo momento?!"

Il terrore negli occhi delle due nazioni fu una risposta più che sufficiente.

Francia sospirò, rendendosi conto di aver fatto un errore madornale ad alzarsi quella mattina e che era troppo da sopportare venti minuti dopo che ci si era appena svegliato.

"Io torno a letto," annunciò, anche se nessuno lo stava ascoltando, ignorando le grida soffocate di America e Russia quando Germania si avventò su di loro.

Lussemburgo, beato lui, non si svegliò nonostante tutto quel chiasso.







Un breve black out coinvolse tutti i territori della Federazione a la notte tra il 21 e il 22 agosto del 2000. La causa fu trovata in un improvviso incremento dell'uso dell'energia elettrica, che inizialmente fu ricondotto a The Sims, un gioco che ebbe grande successo nella Federazione e giocato soprattutto la sera. Fu teorizzato che i sistemi elettrici della Federazione, abbastanza vetusti, non furono in grado di reggere la corrente necessaria per l'utilizzo simultaneo di tutti quei computer, e questo avrebbe causato un black out. Solo qualche giorno dopo un ingegnere lussemburghese scoprì che la causa era stata una curiosa e inquietante coincidenza fra l'attività di spionaggio russa e quella americana. Quello che passò alla storia come lo scandalo di The Sims portò ad un raffreddamento dei rapporti fra la Federazione europea con gli Stati Uniti e la Federazione Russa, e un'ondata di simpatia internazionale per gli europei che ebbe forti ripercussioni sulla reputazione delle due superpotenze. Lo scandalo provocò anche il riavvicinamento dei paesi della Federazione tra di loro e con i territori occupati
Anni dopo, lo scandalo di The Sims divenne un proficuo meme, che la casa di sviluppo del gioco onorò con una expansion pack apposita.



 

1: Il Commonwealth è un'alleanza principalmente di tipo econominco che il Regno Unito istitutì con le sue ex colonie come controaltare alle iniziative per l'Integrazione europea nel continente. Nell'ucronia, con l'esercito smantellato e l'influenza di INghilterra fortemente ridotta, ho pensato che la l'Unione/Federazione, messi malissimo anche loro a seguito del Terzo conflitto, avevano ben poco interesse cercare di tenersi quei territori per sé e, facendosi passare per "liberatori", abbiano essenzialmente reso completamente indipendenti i paesi asiatici e africani che componevano il Commonwealth. Ovviamente non c'era alcuna bontà in questa decisione, tuttavia la scelta di instaurare rapporti economici invece che imporli si rivelò di successo, garantendo loro una forte influnza in quei territori nonostante il processo di decolonizzazione - non senza controversie. Non so se dedicherò un capitolo alla questione, non ho tempo di ristudiarmi tutto per farne venir fuori una cosa decente ^^'

 
   
 
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