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Autore: lmpaoli94    25/10/2023    0 recensioni
Dopo la nascita di Eldarion, il periodo di pace nel reame di Gondor sembra concludersi improvvisamente.
Vecchi nemici risuscitano secondo le scritture di una storia dove il mondo di Arda ancora non sa comprendere e dove la conoscenza si ferma dinanzi al potere oscuro del signore del male.
Perché anche se il male sembra essere per sempre sconfitto, la razza umana conoscerà un momento di terrore che busserà ancora dinanzi alle loro porte minacciando la loro vita ignara di un futuro che diverrà incancellabile dinanzi ai loro occhi.
Ma senza la compagnia dell’anello e con il presente che si mischia con il passato, Aragorn e suo figlio Eldarion riusciranno nell’impresa di tenere alla larga le forze del male?
Oppure la stirpe degli umani sarà sconfitta per sempre e dimenticata per i secoli avvenire?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Arwen, Eldarion, Gandalf
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si dimenava come un bambino innocente e indifeso.
Eppure i suoi movimenti erano descritti dalla paura di venire catturato e di non riuscire a svegliarsi dal suo incubo.
Era tutto terribile dinanzi a lui.
Combatteva. Combatteva fino allo stremo delle forze.
Le sue lenzuola ricoprivano quel corpo esile ma ben allenato di un giovane mezz’uomo che avrebbe conosciuto il male mentre divorava i suoi sogni.


Svegliandosi di soprassalto, Eldarion non riusciva a capire dove si stava trovando.
Spaesato e con le parole che gli si rompevano in gola, Eldarion si alzò dal suo letto e si avvicinò alla sua finestra.
Era una bellissima giornata nel regno di Gondor e la gente animava le strade di Minas Thirith con tale fervore che sembrava ogni giorno una bellissima festa.
I pensieri del giovane uomo venivano ridestati dall’arrivò dei domestici che gli davano il buongiorno e lo avvertivano che la colazione era già in tavola.
< Non ho voglia di mangiare nulla > mormorò il ragazzo fissando il sole.
> Ma voi dovete tenervi in forza, mio Signore. Sapete bene quanto vostro padre ci tenga alla vostra forma. Un giorno dovrete… >
< So cosa devo fare! > tuonò senza ritegno il giovane Eldarion < Eppure non mi sento ancora pronto per questo. Mi sento una nullità e nessuno mi sta aiutando. >
I domestici, non comprendendo le preoccupazioni del giovane erede, non poterono fare nulla per consolarlo ma solo dargli la giusta grinta per continuare ad andare avanti in un momento che sembrava davvero molto difficile per lui.


Giungendo in sala da pranzo, Eldarion non s’imbatté in suo padre, uscito presto per addestrare i suoi soldati più fedeli in battaglie fino all’ultimo sangue, ma andò ad imbattersi in sua madre mentre stava divorando la sua ultima parte di colazione.
< Buongiorno, madre > si limitò a dire il giovane ragazzo.
> Buongiorno, Eldarion. Dormito bene? >
Il giovane mezz’uomo non sapeva da dove poter cominciare a raccontare i suoi timori di un’oscurità che diventava sempre più reale ai suoi occhi.
> Sapete madre, è da molto tempo che non faccio altro che fare incubi. >
< Che tipo di incubi? > domandò l’elfo interessata.
< Non lo so… L’unica cosa che riesco ad intravedere è un essere oscuro che sguaina la sua spada e mi sfida a duello.
Io faccio di tutto per resistere ai suoi colpi, ma lui è molto più preparato di me. È fortissimo e riesco sempre a perdere in ogni occasione. >
< Da quanto tempo hai questi incubi? >
< Non lo so con certezza, ma non è poco tempo. >
< E tu me lo dici soltanto adesso? >
< Non pensavo che fosse una cosa importante, madre. Io… credevo che fosse tutto normale. >
Guardandolo dritto negli occhi, Arwen cercò di capire tutta la sua preoccupazione.
Le carezze sulla sua fronte sembravano l’unica cura rapida possibile per il suo unico figlio, mentre l’oscurità cercava di annidarsi nella sua mente fino a portarlo alla distruzione.
< Non permetterò che ti accada niente di male, Eldarion. Tu sei la luce dei miei occhi. Non puoi continuare a soffrire in eterno. >
< Madre, ma io non sto soffrendo. >
< Dici così perché non vuoi il mio aiuto… Ma ogni giorno che ti risveglierai dai tuoi incubi, sarai sempre più debole. Riesco a percepirlo benissimo. >
< Ma madre, cosa posso fare. >
< Dovrai essere più forte dei tuoi sogni, tesoro mio. Combattere non sarà mai sufficiente. Devi sforzarti di credere in te stesso. Solo così riuscirai a ritrovare la pace necessaria per sconfiggere il male che ti opprime. >
< Ma madre, questo male sembra davvero reale! >
< Non lo è, figliolo. Ma se dovesse continuare ancora… >
Arwen non aveva una risposta esaustiva per riuscire ad andare incontro a suo figlio.
Oppure voleva soltanto che fosse soltanto lui a riuscire ad arrivare a risolvere il suo problema?
in fondo il suo amore era condizionato dall’amore di Aragorn, fedele e devoto come marito, ma spietato e tutto d’un pezzo come padre.
I vari addestramenti che Eldarion ha dovuto subire sulla sua pelle si erano solamente interrotti grazie all’insistenza della madre che non sopportava di veder soffrire suo figlio.
Ma adesso che i problemi e le intemperie folgoravano la sua mente ancora debole dall’essere protetta dalla sua forza di volontà, Arwen stava capendo che il suo passato iperprotettivo era stato costernato da errori indelebili che avrebbe pagato in maniera indegna.


Non c’erano risposte.
Non c’era nessuna prova da incorrere nella sua vivace e spensierata vita.
Doveva solo rendersi conto che l’oscurità di Mordor poteva avvicinarsi e tornare a farsi viva, con un passato che nessuna era poteva davvero capire.
Era tutto contornato da un male invisibile che nei vicoli di quella città era custodito e scritto su pergamene antiche.
Nemmeno suo padre riusciva a raccontargli il suo passato da guerriero che gli aveva restituito il trono di re degli umani.
Sembrava una storia segreta. Oppure era solo il primo pretesto per non fargli seguire le proprie orme?
La verità odierna che Eldarion si sentiva solo e abbandonato.
E solo una vecchia conoscenza del padre gli fece capire che stavolta non c’era in mezzo l’anello del potere che il male voleva impossessargli.
ma l’unica cosa che l’oscurità voleva era proprio lui.

   
 
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