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Autore: whiterose21    16/11/2023    0 recensioni
Gwyn odiava l'oscurità e ciò che significavano per il suo regno, ma per non permettere ai nani di insorgere con il loro massimo esponente decise di nominare un portatore dell'anima oscura come membro dei quattro cavalieri, una volta che questo cavaliere morì il Lord del Sole ne insabbiò l'esistenza mandandola all'oblio, ma rimase qualche frammento divenuto artificio.
Anni dopo un non morto che lascia il rifugio in cerca dei suoi ricordi e mantenere una volontà di compiere la profezia per un non morto morente.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Autore: per ora è in lavorazione, aggiungere qualche commento di aiuto o apprezzameto grazie, l'opera è solo di fatasia non esiste alcun cavaliere della falena o altro che vi sembra strano nella lore di Dark Souls, io vi auguro buona lettura)

Si risvegliò dopo un atroce sogno di un ricordo, di quello che fu la sua tragica quanto terrificante morte, non ne rimembrava molto ma aveva le idee chiare che qualcuno o qualcosa la voleva morta ma ottenendo l'effetto contrario allo sperato.

Poche immagini ma chiare, era stata pugnalata da qualcuno, ogni volta aveva paura di quello che è successo, il punto in cui era stata colpita era ora segnato da un simbolo ardente, il marchio dei non morti testimone taciturno, esso sfregola la carne ed'è incandescente tanto quanto dolore ha provocato in vita la ferita che fu fatale al non morto, lei toccò quel punto nel suo corpo nudo, gemette di dolore, stringendo i giallastri denti ormai tali.

Guardò quella forma scavata e orrenda, le dita ossute con carne rugosa e rangrizzita, sentiva che a ogni contatto si sfaldava come sabbia asciutta o un terreno arido, non beveva, ne mangiava non ne aveva bisogno più i suoi occhi scavati e neri si confondevano con le orbite oculari vuote, merito della prigione in cui si trovava senza filtraggio di luce.

Aveva smesso di respirare in quanto l'aria non più fesca era solo vizziata a tratti puzzava, se non puzzava più lei con il marcire della carne, aveva perso chiazze di capelli color grigio scuro a notarlo, a causa del grasso e dello sporco avevano una tonalità scura, le unghie erano lunghe e spezzate tanto che hanno cominciato a cadere.

Quanti anni era lì? non ricordava ma qualcosa di immutato c'era, il tintinniò delle gocce d'acqua che la infastidivano ma le davano la certezza di continuare a udire, non ostante anche i lamenti degli altri prigionieri, molti ancora parlavano, ma quelli da più tempo come lei avevano rinunciato alla comunicazione e altri detestavano la comunicazione, non le era raro, ma molti lo trovavano ancora irritante ascoltare gli altri.

Osservò le sbarre e la serratura, vedendo di nuovo uno svuotato massacrare qualcuno ancora sano per aver pregato gli dei in modo rumoroso, già il motivo per cui ha gettato la sua chiave fuori dalle sbarre, poteva finire in quel modo o pure farne finire un altro così. 

Condannata a vivere senza mai morire, rise all'idea di aver fallito anche nella cosa più semplice e involontaria mai esistente, come nella sua vita, aveva fallito nel proteggere le persone a se care, i suoi padroni come pretendeva che la Dark Souls la lascisse riposare nell'oblio, non era così e bastava i fallimenti li ricordava bene.

Ridendo si sdraio ancora una volta nella sua cella fredda e umida, ma senza poter sentire questo, fino a quando non udì qualcosa, alzò lo sguardo per incontrare un altro cavaliere di Astora, sospirò volendogli intimare di non sprecare tempo con lei, quando ancor prima di aprire bocca le gettò un cadavere, un vuoto che era riuscito nel definitivo a morire.

<< Beato lui >> sospirò prima di vedersi chiudere in faccia la botola, decise di non sprecare l'occasione e prendere quello che l'hollow teneva con se, trovando la chiave della sua cella, guardò le sbarre prima di sedersi di nuovo e riflettere.

Diversi giorni a pensare a tutto quello che stava succedendo, ciò che perdeva e quello che acquisiva, andare in bocca all'ignoto, era qualcosa che lei conosceva bene, ma stare lì non avrebbe aiutato la sua sanità mentale sempre più in decadenza, decise così di alzarsi in un giorno di pioggia in cui il tempo non migliorava, mise la chiave nella cella e con il cuore che batteva, girò la chiave quando sentì il tack di apertura spinse le sbarre aprendola, allora ne uscì respirando aria viziata.

non ne capiva la necessità ma lo trovava divertente vista la sua situazione di "cadavere" percepire il bisogno di eseguire una manovra che in situazione diversa era automatica, ma tornò di nuovo malinconica visto che ora lo doveva eseguire in modo manuale, ma in una terra di soli non morti era parecchio inutile spacciarsi per vivi.

Camminò oltre la porta incontrando gli altri che come lei erano solo forme cadaveriche di quello che erano un tempo, ricoperti di stracci, privati di armature e armi a loro riconoscibili, senza capelli, senza carne sufficente a nascondere le ossa e la carne sporgente, senza tratti somatici, tutti uguali vuoti e senza più speranza.

continuò a camminare ritrovandosi d'avanti a uno strano falò, vi era una spada conficcata e appena vi porse la mano la fiamma debole e atticchita aumentò, come una brace alimentata, vi riposò a meditare, un frammento di ricordi tornò al suo cervello, immagini di un luogo a lei familiare scritto sulla copertina di un libro, "Lora", leggendolo capì che era il suo nome.

Ma il sognò finì non scoprì altro, si alzò guardando la porta e aprendola a fatica, quando esse furono spalancate, vi entrò e guardandosi in alto vide un demone, che schivò con prontezza, l'unica arma in suo possessso non era capace di scalfirlo, l'elsa di quella spada, così cercò di individuare l'uscita di quella stanza, schivando l'enorme randello che impugnava, rotolandosi e saltando indietro, trovò un cancello, ma nel individuarlo finì schiacciata dal randello durante un salto.

Sentì il dolore delle ossa rompersi e perforare organi e pelle, atrocemente sputò sangue e divenne polvere, risvegliandosi in seguito al falò con un dolore ancora atrocemente vivo, toccò il punto emettendo smorfie e grida che soffocavano, per poi controllare al centro il marchio bruciava ma sapeva, vergognosamente di essere viva.

Guardò intorno alla stanza era quella precedente al demone, non voleva più rientrarci senza equipaggiamento, ma allo stesso tempo sapeva che c'era solo il ritorno indietro, così sospirando, rientrò nella stanza, ma questa volta corse e si capovolse raggiungendo la porta che si barricò lasciandola al sicuro, mentre il cuore poteva dire che le stava scoppiando, scese barcollando con le gambe dal terrore provato, quando trovò il secondo falò, trovò un altro vuoto, ma lo sorpassò quando ne notò un altro tentare di colpirla con delle frecce, si scansò in tempo lanciandosi in una gabbia a lato, li c'era un poveretto con in mano uno scudo, rabbiosamente lo prese e lo usò per pararsi, l'avversario fuggì ma lei ebbe il tempo di recuperare un pugnale, per poi correre nella direzione in cui era scappato il vuoto, e in seguito ucciderlo a pugnalate, era stufa che provassero tutti a ucciderla, non si accorse di aver sferrarato un colpo fatale.

Sospirò in fatica, prima di avanzare, si ritrovava nella parte superiore dell'edificio, si sentì al quanto frustrata nel ritrovarsi a girarsi intorno, ma proseguì, c'erano scale per salire e scendere, trovò facilmente la strada che riportava al Falò, guardò indietro la porta, e poi il pugnale, prima di scuotere la testa, e risalire l'angolo, guardando le scale notò che era parecchio buio la sopra, doveva essere parecchio lungo quel corridoio quindi salì i gradini  sentì qualcosa spingere quel masso e nel panico saltò via capendo di essersi scostata da un macigno, ringhiò di rabbia e poi di dolore si era rotta una caviglia nel salto, si resse al muro mentre zoppicava e raggiungeva il buco creato dal masso attraverso il vicolo cieco, e lì che trovò l'Astorian, quasi rise della sua situazione, povero sciocco cavaliere, si avvicinò zoppicante e sicuramente di temperamento non ideale a un dialogo.

<< Sei ancora sana di mente? >> le domandò a fatica mentre lei prendeva un bel respiro pernon sputargli in faccia, sentiva che i polmoni stavano per collassare a causa del forte impatto ricevuto tra l'arma del demone e la demolizione di quel pezzo di pavimento << se sono uscita da quella cella e non ti sto attaccando direi di si >> disse tranquillamente << Potresti compiere per me una profezia? >> le domandò ormai sul punto di morte << ascoltiamo >> gli rispose amareggiata e sicuramente non convinta << nella mia famiglia c'è una profezia che parla di un non morto che lascerà il rifugio dei non morti, per compiere un pellegrinaggio nelle terre degli dei, ti sentiresti di compiere questa profezia, come puoi vedere io ho fallito potresti portare tu a termine? >> le chiese ormai era morto e forse a breve svuotato << va bene >> sbottò arresa a ciò, solitamente non erano cose gravi << grazie, io non riuscirò a sopravvivere per cui prendi questa, è la pozione preferita da noi non morti, Estus ti aiuterà >> le disse mentre lei stringeva l'ampolla verde ora colorata d'oro << ah e questa >> le porse una chiave, << ora vattene non voglio che la mia morte nuocia alla tua sanità >> le disse mentre lei stava per uscire, guardo indietro il non morto che espirava divenendo polvere e volando via, non le avevano fatto effetti alla salute mentale, si diresse così sopra trovando il non morto, anche se con un piede dolorante lo trafisse con il pugnale, il suono di dolore che ne uscì la convinse ad affondare la lama più a fondo fino a che non cadde esanime, sapeva che per il poveraccio non era finita, e una volta che lei sarebbe andata al falò si sarebbe rianimato, proseguì come indicato e quando udì il suono dell'enorme randello sbattere a terra lei barcollò da un lato, le anime che le arrivarono interno al corpo le fece capire che la creatura già sapeva dove si trovava, prese un catalizzatore da terra, e con esso vi trovò una magia la freccia dell'anima.

Trovò i cadaveri dei svutati che non reggendo l'urto dell'arma si erano feriti tra di loro, e si erano sicuramente anche attaccati l'un con l'altro, Lora scosse la testa in disapprovazione, prima di trovarsi d'avanti al banco di nebbia, la caviglia le doleva ancora, rendendosi conto di non poter affrontare la bestia pensando a una cavilia dolorante bevve di poco l'estus, sentì in fretta la frattura ripararsi, mentre lei metteva via la fiaschetta ora alla vita, e si portava dentro il banco, ne uscì correndo e saltando sopra la bestia trafiggendolo con il pugnale sulla testa e costringendolo a sedere, poi sfilò l'arma e saltò a terra guardandolo con occhi piedi di odio per la precedente sconfitta.

La creatura si rialzò con medesimo sguardo verso il non morto, lei saltò via non appena il randello fu a metà traiettoria per poi buttarsi contro il demone usando il pugnale diverse volte fino a romperlo, ringhio di rabia, mentre si allontanò balzando all'indietro, tirò fuori il catalizzatore puntandolo contro il demone e sparando nella sua traiettoria la freccia magica, danneggiandolo mentre con un ultimo urlo lasciava cadere l'enorme randello e svanendo nel nulla, ma i passi non erano cessati ce ne era un secondo, e lei ora era certa che lì sarebbe tornata, tornò vicino al randello, il demone aveva lasciato dietro di se qualcosa di nero e bianco ma che conosceva bene << Umantà >> mormorò mentre ricordi fitti le ritornavano alla mente, era una Gwendalinian, un membro di quel villaggio, non una grande città, e quel luogo si studiava appunto l'anima umana, la Dark souls, tanto odiata quanto temuta, tornando al presente trovò anche una chiave per uscire, quel demone era lì appunto per provocare vuoti, sospirò mentre usciva da quel luogo, ora poteva respirare aria fresca, mentre si avvicinò alla rupe incontrò un piccolo nido << Cra! dammi caldo! cra! dammi morbido! cra! >> diceva, lei mise un anima di non morto che ha trovato e si è messa ad attendere più distante, aspettando la notte e addormentandosi, ma sentendo ali sbattere riaprì gli occhi, l'anima era stata sostituita con qualcosa, era un anello con sopra un insetto, lei lo guardo c'era incise delle iniziali al suo interno "L&O" erano due nomi sconosciuti, sicuramente due amanti non morti che erano divenuti vuoti o avevano compiuto la loro profezia, sopra l'anello c'era incisa una falena.

Le sembrò familiare forse li conosceva? decise che al momento avrebbe messo l'anello al dito, le sembrò di essere più leggera e controllando le sue statistiche, notò che la stamina, l'intelligenza e la resistenza erano aumentate, quell'anello potenziava quei paramenti, decise subito di toglierlo e metterlo momentaneamente nell'inventario, per poi avvicinarsi alla rupe, lì arrivò subito un corvo a prenderla e portarla via, poteva vedere la nebbia e le montagne ma anche un piazzale con se un intero castello, venne quindi buttata giù dal corvo di fianco a se un falò quasi spento ma con una fiamma più viva di quello che lei aveva usato << Guarda chi abbiamo qui un nuovo arrivato >> disse sarcastico un omino, forse un cavaliere che seduto stava attendendo << grazie del benvenuto >> gli disse rispondendo al sarcasmo << oh, sul serio? forse facevi meglio a rimanere nel rifugio dei non morti >> le disse ridendo mentre lei tratteneva i denti dal rispondergli, per poi avvicinarsi al falò, darsi una potenziata e poi guardare storto l'uomo << ehi metti da parte quel tuo simpaticismo e dammi una mano c'è una profezia riguardo un pellegrinaggio ne sai di più? >> domandò mentre lui sospirava << oh quella... si, ci sono due campane, una alla chiesa dei non morti, la seconda nella città infame, se le suoni succederà qualcosa, non è interessante? >> le chiese ridendo di lei ed enigmatico, mentre lei ringhiava, aveva quindi deciso di andarci da sola a scoprirlo.

   
 
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